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Primo Piano
Il Nuovo Corriere
Venerdì 24 Luglio 2009
Primo Piano
Il Nuovo Corriere
Venerdì 24 Luglio 2009
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Commercianti e clienti in rivolta Colpite dal provvedimento comunitario oltre 500 attività nella sola Firenze. Ciolli dell’Anva: “Gli effetti sono sfuggiti al legislatore”
Trippai, fiere e mercati senza alcol: “Svista colossale”
La legge europea entrerà in vigore a partire da mercoledì. Gli ambulanti: “L’abbiamo saputo dai giornali”
Emanuela De Pinto
Da Panzano interviene il macellaio più famoso d’Italia
Cecchini: “E’ immorale, ci voglio togliere
anche il cibo più democratico che ci sia”
FIRENZE - Pronto Cecchini, ha sentito cosa succede...
Certo che lo so. Sono isolato qui a
Panzano, ma il vostro giornale lo
leggo anch’io. Anche se arriva alle 9
quando io ho già le mani della ciccia.
E che vuole che ne pensi: quasi quasi
glielo dico in ottave...
No, Cecchini. L’ottava è difficile da
mettere in intervista...
Allora mettiamola così: non c’é più
religione. Io non ci voglio nemmeno
pensare che da Marione a Porta Romana, dove vado io, si dovrà mangiare il lampredotto con la coca-cola. O
con l’acqua ghiaccia. Ma andiamo.
Mi sembra tutto così immorale...
Immorale?
Si’, immorale: e sai perché? Perché il
lampredotto e la trippa sono da sempre un cibo democratico: mangi bene
con 5 euro e te ne torni a casa o al
lavoro soddisfatto. E ora che siamo in
crisi, che in autunno avremo 500
mila posti lavoro in meno ci danno
un colpo così.
Dicono che lo fanno per evitare che
i giovani crescano crapuloni e
“mbriachi”...
Ma quando mai. Ai banchini s’impara l’educazione, invece. Piuttosto a
me preoccupano quelle promozioni
di certi pub: 5 bevute a cinque euro...
E ora cosa si può fare?
Io sono pronto a protestare insieme a
voi del Nuovo Corriere. Come ho detto
mi sembra tutto così immorale...
Allora si scende in piazza, questa
volta con un fiasco di vino invece
che con la bistecca?
Quando volete: sono con voi e con i
miei amici trippai
(do.c.)
FIRENZE - Non ci stanno i
trippai fiorentini. La norma
europea che vieta loro di servire insieme al panino col
lampredotto un buon bicchiere di vino, proprio non
va giù ai titolari dei tanti
chioschi presenti in città.
Tantomeno ai loro affezionatissimi clienti, che al solo
pensiero di accompagnare il
pasto tradizionale a base di
trippa, all’acqua minerale,
gridano al sacrilegio. E ieri
in città non si è parlato d’altro. Sull’argomento è intervenuta anche la Confesercenti provinciale: “Si tratta
di una colossale svista nel
recepimento di una norma
Ue che, solo a Firenze, rischia di far chiudere i battenti a quasi 500 attività - ha
detto Adriano Ciolli, coordinatore nazionale dell’Associazione nazionale venditori ambulanti aderenti a Confesercenti. Gli effetti della
legge, che impone il divieto
di vendere e somministrare
alcolici a chiunque si trovi
su suolo pubblico, diverso
dalle pertinenze degli esercizi muniti di licenza (i tavolini dei ristoranti e dei bar
per intenderci), entreranno
in vigore il 29 luglio”. “Non
solo i tipici trippai fiorentini ne risentiranno - ha ribadito - ma anche tutti i venditori attivi in fiere, mercati,
luna park, oltre ad ogni tipo
di chiosco specializzato nella vendita di alimenti”. Presenti alla conferenza anche
Lapo Cantini e Gianluca
Naldoni, responsabile provinciale Anva. Intanto, la
commissione Sviluppo economico di Palazzo Vecchio
ha approvato all’unanimità
una mozione in cui si invita
il sindaco Renzi “a mettere
in atto tutte le misure necessarie affinchè tra gli esercizi
autorizzati alla somministrazione di bevande alcoliche siano inseriti anche
quelli che esercitano la loro
attività su spazi o aree pubbliche purchè muniti delle
previste licenze e concessioni”. “Con l’entrata in vigore
di questa legge europea - ha
spiegato il presidente della
commissione, Enrico Berti-
Neri dalla rabbia Associazioni e ambulanti indiavolati per la norma europea che vieta la vendita di alcolici agli esercizi su suolo pubblico
E adesso “Salviamo il vino col lampredotto”
Chi resta a secco
La legge impone il divieto di vendere e somministrare alcolici
a chiunque si trovi su suolo pubblico.
Entrerà in vigore il 29 luglio, 15 giorni dopo la pubblicazione
in Gazzetta Ufficiale.
Saranno oltre 500 le attività colpite.
Chioschi sprovvisti di autorizzazione
alla somministrazione di bevande alcoliche
Salviamo il vino con il lampredotto
Sono contrario alla direttiva Ue che vieta la vendita
e la somministrazione di bevande alcoliche agli ambulanti
su suolo pubblico.
■ I vostri messaggi
saranno tutti inviati
ai parlamentari europei
Nome
vostro nome. O ancora, è possibile
inviare un fax al numero telefonico
055243445.
Firma
tutti o a nessuno. Io ho il bar
a dieci passi. Il bicchiere di
vino lo prenderanno lì adesso”. Poi c’è il trippaio del
Porcellino, Orazio Nencioni: “Sono quasi 21 anni che
faccio questo mestiere, prima di me c’era il mio babbo e
mio nonno ancora prima di
lui. Cosa
vuole che dica? Si farà il
cartello come 20 anni
fa con su
scritto “Portatevi il vino
da casa”. Sono ancora
increduli,
invece, i trippai in piazza
Sa nt’Ambrogio e il loro
cliente Matteo, architetto di
professione. “Un bicchiere
di vino non ha mai ucciso
nessuno - dice Sergio Pollini, titolare del chiosco - Cosa
daranno in Germania al posto di un boccale di birra? Si
colpiscono le radici, le tradizioni storiche della nostra
terra. È una follia”. “Io non
ci vengo più, giuro - sottolinea in tono polemico Matteo, con in mano un bicchiere di vino bianco - ogni giorno passo da qui per mangiare un buon panino prima di
tornare a lavoro in via Scipione Ammirato, ma senza
un bicchiere di vino che gusto c’è?”. Le attività colpite
non sono solo i trippai, ma
in totale risultano oltre 500,
nella sola Firenze, tra chioschi sprovvisti di autorizzazione alla somministrazione, ambulanti alimentaristi dei mercati rionali e settimanale, dei mercati coperti, come S.Lorenzo
S.Ambrogio, ma anche
quelli nello stadio Franchi,
al Palasport, al Luna Park,
durante le fiere tradizionali, come la Rificolona, oppure il Mercatale e lo Slowmarket. Insomma, un danno
enorme. “Speriamo che la
norma venga modificata ha detto infine Ciolli - ma
certamente non ce la faremo prima di settembre - e ci
aspetta un’estate dura. Tra
l’altro la norma è soggetta
ad interpretazione e non
sappiamo ancora cosa si rischia davvero”. Per capire
bene le conseguenze basterà
attendere mercoledì.
■ “Si rischia
il caos totale
per interpretare
la norma”
L’iniziativa Il Nuovo Corriere lancia una campagna di protesta. Basta spedire il tagliando, oppure inviare una mail o un sms
FIRENZE - Una campagna non per
questa o per l’altra associazione di
categoria, per questo o quel commerciante, ma semplicemente per
salvaguardare una tradizione fiorentina secolare: il panino col lampredotto accompagnato da un buon
bicchiere di vino. E non ci sono
norme che tengono. Il Nuovo Corriere di Firenze ha deciso di schierarsi.
Perché non è certo negando quel
sorso di “oro rosso” ai pasti che si
sconfigge il problema dell’abuso di
alcol. Se non è il trippaio a somministrarlo, sarà il bar. L’iniziativa è
semplice, i lettori potranno esprimere la loro contrarietà al provvedimento firmando il tagliando che
troveranno in pagina, e poi inviarlo
tramite posta o a mano, alla redazione del Nuovo Corriere in via Cimabue, 43. Ma per esprimere opinioni,
pareri e commenti è possibile inviare una mail a: firenzeilcorriereonline.it, oppure si può inviare un sms
al numero 3663728601, sempre con il
ni (Pd) - gli esercenti si trovano a subire decisioni per
volere di un organo che non
tiene conto delle tradizioni e
dei sistemi artigianali di lavorazione”. E il vice sindaco
Nardella, dopo la riunione
di ieri pomeriggio con le varie categorie ha garantito
che si sta già
lavorando
per trovare
soluzioni.
Roberto
March etti,
trippaio di
via Cimatori, è uno dei
dieci ambulanti del settore colpiti dal provvedimento: “Abbiamo questo
chiosco da 30 anni, e io ci
lavoro da dieci. È incredibile, l’ho appreso dai giornali
questa mattina. Ma io dico,
che ci bevi col lampredotto?
Se davvero finisce così - aggiunge - porto il chiosco davanti alla sede del Comune e
se necessario anche a quella
della Unione Europea, lo
scriva pure. È proprio una
discriminazione, o si vieta a
Trippai
Ambulanti alimentaristi
dei mercati rionali e settimanali
15 attività
10 attività
150 attività
Mercati coperti di S.Lorenzo e S.Ambrogio
80 attività
Raggruppamento commerciale Stadio
30 attività
Raggruppamento Palasport
al seguito di concerti e manifestazioni
10 attività
Cognome
Alimentaristi al seguito di Luna Park
10 attività
Luogo di residenza
Fiere tradizionali (Quaresimali,
S. Giovanni, Rificolona, SS. Annunziata)
100 attività
Fiere di nuova generazione
(Slowmarket, Mercatodi Natale, ecc.)
90 attività
Trippa e acqua minerale Colpiti anche i lampredottai che
dovranno dire addio al fiasco di vino nel chiosco
Batosta Gli avevano bruciato il chiosco
Balleggi di San Frediano
“Il 28 sera chiudo per lutto”
FIRENZE - A fine febbraio il suo chiosco al canto
de’ Nerli a San Frediano era andato distrutto per
un rogo doloso. Con fatica, lavoro e tanta solidarietà da parte di tutto il quartiere, Simone
Balleggi, di professione trippaio, è riuscito a
riprendere la sua attività a inizio marzo. Di fatto
aveva smesso d lavorare solo qualche giorno
perché i sanfredianini si erano adoperati per
prestare cucina, pentole e quanto poteva essere
utile a Simone in attesa del nuovo mezzo. E ora
arriva l’ultima mazzata, quella della direttiva
europea che dal 29 luglio vieta a chioschi e
ambulanti di vendere e somministrare alcolici.
“Un’altra batosta - commenta Balleggi - e dire
che avevo ricomprato il furgone con i frigoriferi
più capienti per contenere più bottiglie e lattina.
Adesso vorrei capire a cosa mi servirà. Dovevo
chiudere per ferie il 31 luglio, ma adesso che so
della nuova legge, chiuderò il 28 sera, prima
dell’entrata in vigore. Si chiude per lutto”. Oltre
alla questione di conservare una tradizione fiorentina e ancora di più, sanfredianina, si tratta
di una questione economica. “Moltissime persone prendono il lampredotto con un bicchiere di
vino o di birra - spiega Simone - adesso dovranno
rivolgersi al bar o al tabacchi qui davanti. Mi
sembra un’ingiustizia. Se ci avessero proposto di
non vendere alcolici a partire da una certa ora,
sarei anche stato d’accordo. Anche perché la
gente mica viene da noi per ubriacarsi: i ragazzi
bevono quasi tutti bibite, il cliente medio ha più
di 20 anni e si beve un bicchiere di birra, mica un
superalcolico”. “Tutti i miei colleghi sono preoccupati” conclude Balleggi. Se la cosa dovesse
andare avanti come sembra, i trippai, assicura
Simone, saranno pronti ad azioni eclatanti.
Elisa Gentilini
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