Gli Stati Uniti:
dalla conquista del West
alla conquista del mondo
Lezioni d'Autore
Immagine tratta dal sito www.mondoliberonline.it
Lo sviluppo nel XIX secolo
Gli USA raggiungono i confini definitivi.
Si consolida una struttura statale e un
sistema di governo repubblicano e federale
del tutto nuovo: separazione fra i poteri
legislativo, esecutivo e giudiziario e meccanismi
di controllo reciproco.
Avviene uno straordinario sviluppo
demografico ed economico.
Il Mercato nazionale è unificato da
un’imponente rete di strade, canali, ferrovie,
telegrafi.
L’espansione territoriale da Est a Ovest
La crescita territoriale del paese avviene
aggregando e organizzando il territorio a
occidente dei 13 stati costieri che avevano
conquistato l’indipendenza con la rivoluzione.
I motivi dell’espansione  interessi nazionali e
ideali universali e religiosi:
- impedire la presenza politica ed economica
di altre potenze nel Nordamerica,
- garantire nuovi territori agli agricoltori
bianchi,
- allargare lo spazio economico interno,
- consolidare ed estendere “l’impero della
libertà” teorizzato da Thomas Jefferson,
- riaffermare la missione universale di libertà e
civiltà di cui la repubblica si è investita.
Lo spirito della ‘frontiera’
Crescente flusso migratorio di americani
bianchi (agricoltori, cacciatori, commercianti,
minatori e allevatori) in cerca di terre.
Fitta rete di ferrovie che unisce il paese.
La conquista del West è vissuta dai bianchi come
una sfida della civiltà al mondo selvaggio,
come un’occasione per valorizzare lo spirito
eroico dei primi pionieri.
L’espansione territoriale è gestita dal
governo federale che intraprende guerre
e/o stipula trattati con le nazioni interessate.
La Monument Valley, uno dei luoghi-simbolo dei territori del
Far West, da www.turistipercaso.it
Il massacro dei popoli nativi
La marcia dei bianchi verso Ovest avviene a
danno dei popoli nativi, considerati inferiori.
Le guerre indiane durano tutto l’800 e si
concludono con la sconfitta delle tribù indiane.
 superiorità tecnologica degli americani
bianchi (ferrovia, telegrafo, fucile Winchester...)
 alcol
Le tribù indiane vengono spinte sempre più a
occidente e infine confinate in riserve.
Completata l’espansione territoriale verso il
West, nel 1890, gli ultimi Sioux vengono
massacrati a Wounded Knee e la frontiera
viene chiusa.
Il massacro di Wounded Knee, le fosse comuni,
da www.manataka.org
Crisi della convivenza fra gli Stati federati
Diversi interessi economici, ideologie e
programmi politici:
industriali, protezionistici, finanziari gli
Stati del Nord antischiavista;
agrari, liberoscambisti e tradizionalisti gli
Stati del Sud schiavista.
I rapporti tra Stati e Federazione arrivano a un
punto di rottura:
 Secessione della Confederazione sudista
 Guerra civile (1861-1865)
La vittoria del Nord rafforza il federalismo e
accelera le tendenze alla crescita
industriale e a un’agricoltura libera (senza
schiavi) e meccanizzata.
Il secondo Ottocento: l’industria
Il Mercato interno unifica i preesistenti
mercati regionali grazie a una fitta rete di
ferrovie, di comunicazioni telegrafiche e postali.
Nascono nuovi sistemi di distribuzione
commerciale (grandi magazzini, vendita per
corrispondenza, catene di negozi...).
Crescono produzione e produttività e quadruplica
il numero degli addetti.
Si diffondono unità produttive di grandi
dimensioni, metodi di fabbricazione a ciclo
integrato, produzione in serie.
Si sviluppano grandi strutture imprenditoriali.
Il secondo Ottocento – L’agricoltura
L’estensione della terra coltivata
raddoppia.
Crescono da 2 a 6 milioni gli addetti al settore
agricolo.
Aumentano produzione e produttività con
l’uso di macchine e fertilizzanti.
Gli USA: prima potenza industriale del
mondo
Gli USA si trasformano da paese agricolo a
nazione industriale e urbana.
Tra il 1860 e il 1890 New York, Chicago,
Philadelfia contano più di un milione di abitanti.
L’economia americana ha imboccato la strada di
uno sviluppo in senso oligopolistico e
monopolistico, anticipando le linee di tendenza
delle economie europee.
Chicago alla fine del XIX secolo, da www.wbez.org
L’immigrazione
L’espansione economica e territoriale richiede
una grande quantità di manodopera  Fra il
1861 e il 1910, arrivano negli USA 23 milioni di
emigranti soprattutto dall’Europa.
Sono per lo più lavoratori generici, senza
capitale né mestieri.
Trovano occupazione in attività industriali e
urbane, vivono condizioni di lavoro dure, abitano
quartieri etnici compatti e degradati.
Faticano ad amalgamarsi scatenano diffidenza,
paura, razzismo, xenofobia.
Emigranti italiani verso gli USA tra secondo Ottocento e
primo Novecento, da www.rivisondoliantiqua.it
La costruzione dell’identità nazionale
Il processo di americanizzazione riguarda:
- prima i bianchi protestanti (inglesi,
tedeschi….)  passa per la missione universale
di libertà e civiltà di cui il paese si autoinveste, il
mito della frontiera e la guerra civile;
- poi gli immigrati non protestanti, ma
comunque cristiani, che provengono
dall’Europa centrorientale e meridionale
(italiani, irlandesi, greci, armeni, russi, polacchi),
e gli ebrei  ‘diventano americani’ attraverso
politiche educative e attività associative, diritto
di voto e attraverso i mass media e il mercato
dei consumi.
Emigranti italiani verso gli USA tra secondo Ottocento
e primo Novecento, da www.rivisondoliantiqua.it
Il melting pot
Una nuova idea di identità nazionale: un modello
di società multietnica in cui le culture e le
identità specifiche degli immigrati sono destinate
a fondersi con quelle del paese di accoglienza.
Nel corso del ’900, gli immigrati di tutte le
etnie si trasformano nel giro di alcune
generazioni in cittadini americani.
Sono i cosiddetti americani ‘con il trattino’
(hyphenated American) dalla doppia identità (ad
esempio, italo-americani), che scelgono gli USA
come patria adottiva, ma riconoscono le loro
diverse radici etniche e culturali.
Gli afroamericani
Americani ‘involontari’.
Il sistema schiavista viene abolito nel 1865
(XIII Emendamento), ma non si attenuano
il razzismo e l’intolleranza.
Gran parte della popolazione nera continua a
vivere nella miseria e in condizioni di marginalità
sociale e al Sud di terrore (Ku Klux Klan) e
segregazione.
Nonostante il XV Emendamento, il pieno diritto
di voto viene negato in molti Stati da restrizioni
censitarie o dal requisito dell’alfabetismo.
I diritti civili e politici verranno loro negati fino
agli anni Sessanta del Novecento.
Afroamericani nelle piantagioni di cotone, da
www.adiantum.it
Gli USA, una nazione ‘bianca’
Agli inizi del ’900, gli Stati Uniti si pensano come
una nazione bianca, anglosassone e maschile,
diversa da ogni altra, portatrice dei principi
universali di libertà e autogoverno.
Il paese sta cominciando a includere gli ultimi
immigrati europei non protestanti, ma continua
a escludere i discendenti di popolazioni
africane, indio-americane o asiatiche.
Dalla cittadinanza politica, fino al 1920, esclude
anche tutte le donne.
L’ingresso sulla scena internazionale
A fine secolo, gli USA entrano sulla scena
internazionale.
Politica espansionistica verso le aree di
tradizionale presenza e d’immediato interesse
economico: Caraibi e America Latina e verso i
luoghi strategici della corsa mondiale all’impero:
il Pacifico e l’Asia.
Controllo di Cuba (1898)
Dominio diretto di Guam, Porto Rico, Filippine
Sovranità sulle Hawaii, dal 1899 su parte delle
isole Samoa.
Gli USA intervengono negli affari di Venezuela
(1895), Colombia, Panama (1903) e Messico
(1914-1917).
Dal Novecento: un ruolo da protagonisti
Gli USA sono alla ricerca di nuovi mercati e
di un prestigio internazionale.
Riaffermano una esclusiva influenza sulle
Americhe (dottrina Monroe, 1904).
In Asia difendono la libertà dei commerci.
 I principi della “Porta aperta”.
L’espansionismo oltreconfine è giustificato in
nome della missione civilizzatrice,
dell’allargamento dei confini della
democrazia, rilanciando il mito della
frontiera.
L’ ‘eccezionalità’ degli USA.
FINE
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