DIO PARLA AL SUO POPOLO
Due sono le parti che costituiscono la Messa: la Liturgia della Parola (mensa della parola) e la
Liturgia eucaristica (mensa del corpo di Cristo). Esse sono tra di loro congiunte così strettamente da
formare un solo atto di culto. Perciò la Chiesa ci invita caldamente a partecipare a tutta la Messa,
dall’inizio al termine. A questo popolo, a questa famiglia Dio parla, dopo il GLORIA, i fedeli si
preparano ad ascoltare la Parola del Signore e a farla nascere in loro.
2)!La Liturgia Della Parola
Perché nella Messa da sempre la proclamazione della Parola di Dio? la Messa non è una lezione,
bensì una celebrazione, si celebra Dio. La proclamazione e l’ascolto della Parola è un momento
celebrativo, perché in quel momento Dio ci parla e il fatto che Dio ci parla è un evento. È un evento
che deve essere celebrato. Certo, possiamo leggere la Sacra Scrittura privatamente, anzi è bene che
la leggiamo, la studiamo, la meditiamo. Ma altro è leggere la Bibbia, altro è ascoltare la Parola
che diventa viva nel momento della liturgia. La Parola proclamata è parola viva.
Le tre letture
Bisogna collegare le letture proclamate durante la celebrazione. Mettendo insieme il Vangelo con la
prima lettura e il salmo, e guardando anche il versetto al Vangelo, che già ne introduce la tematica,
si comprende il messaggio del giorno.
-Prima lettura Tratta dal libro dell’Antico Testamento annuncia la salvezza che sarà realizzata da
Gesù. Prepara alla proclamazione del Vangelo. Ciò che l’A.T. prepara, il Vangelo lo compie e il
N.T. consegna alla Chiesa affinché sia vissuto. Durante le Domeniche di Avvento, di Quaresima e
di Pasqua, e anche nelle grandi feste ci sono legami stretti fra le tre letture. Il medesimo messaggio
viene annunciato in tre diverse prospettive. Nelle altre domeniche si scopre sempre un legame fra la
prima lettura ed il Vangelo. Solo qualche volta c’è un legame diretto anche con la seconda lettura.
Il lettore si porta all’ambone e legge la PRIMA LETTURA; tutti l’ascoltano seduti. Per indicare la fine della lettura, il
lettore aggiunge:
Parola di Dio
Tutti acclamano:
Rendiamo grazie a Dio.
-Salmo responsoriale Si chiama responsoriale per due motivi: è fatto abitualmente in forma
responsoriale, cioè con un responsum, con il ritornello; in secondo luogo, perché questo salmo
costituisce la risposta dell’assemblea alla Parola ascoltata.
-Seconda lettura Tratta normalmente degli scritti degli Apostoli. È quanto hanno vissuto i primi
Apostoli che hanno condiviso il loro tempo terreno con quello di Gesù. Nella loro stessa esistenza
storica hanno, mangiato, visto, parlato con Gesù prima e dopo la Risurrezione. Tale loro esperienza
è unica, mai più ripetibile. Essa deve dunque restare fissa per sempre. Deve diventare la nostra
stessa esperienza.
Per indicare la fine della lettura, il lettore aggiunge:
Parola di Dio
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Tutti acclamano:
Rendiamo grazie a Dio.
-Vangelo Ogni spiegazione delle divine scritture parte dal Vangelo, poiché esso è: il Vangelo di
Dio, il Vangelo di grazia, il Vangelo di Risurrezione, è “Presenza del Risorto nella sua Parola”. È
il punto culminante della Liturgia della Parola. Il Vangelo lo ascoltiamo in piedi, perché è Gesù
risorto che ci parla. Stiamo in piedi come segno di rispetto e della nostra risposta alla chiamata del
Signore. Infatti attraverso il Vangelo, Gesù ci parla, interroga la nostra vita, ci chiama a rinnovare il
nostro cuore e a riprendere strade nuove. Tutti compiamo un gesto molto significativo, tracciando
una piccola croce sulla nostra fronte, sulle nostre labbra e sul petto. Sulla fronte: il Signore sia nella
mia mente. Sulle labbra: il Signore sia sulle mie labbra. Sul petto: il Signore sia nel mio cuore.
Il sacerdote, si reca all’ambone, eventualmente accompagnato dai ministri con l’incenso e i candelieri, e dice:
Il Signore sia con voi.
Il popolo risponde:
E con il tuo spirito.
Il diacono o il sacerdote:
Dal Vangelo secondo N.,
e intanto segna il libro e se stesso in fronte, sulla bocca e sul petto.
Il popolo acclama:
Gloria a te, o Signore.
Terminata la lettura, il diacono o il sacerdote dice:
Parola del Signore.
Tutti acclamano:
Lode a te, o Cristo.
Omelia
L’omelia (o commento) nella Messa è obbligatoria la domenica ed è consigliata negli altri giorni, e
ha il compito di mostrare come quella Parola è rivolta a noi da Dio e si compie oggi per noi.
L’omelia non deve essere una predica morale. Deve essere l’annuncio delle meraviglie che Dio
opera oggi in noi, mettendoci a contatto con la sua Pasqua. Deve essere una parola di Dio
attualizzata, una rilettura della Parola per l’oggi.
I libri della Parola
Parlando della Liturgia della Parola abbiamo detto che si tratta di una celebrazione. Per esprimere
questo aspetto celebrativo della Parola bisogna fare attenzione a diverse realtà. Innanzitutto i libri
che contengono la Parola, sono due: il Lezionario e l’Evangeliario.
Nell’Evangeliario sono raccolti i testi del Vangelo. Il Lezionario invece comprende le letture che
precedono la proclamazione del Vangelo: la lettura dell’Antico Testamento, la lettura dell’Apostolo,
il salmo responsoriale, il versetto dell’acclamazione al Vangelo. Questi libri devono essere
dignitosi, anzi, belli.
Il luogo della Parola
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L’ambone è un altro elemento importante della celebrazione della Parola: il luogo della sua
proclamazione. Non è un semplice leggio, ma una costruzione stabile. Il sacerdote, salendo
all’ambone, annuncia il Vangelo come l’angelo che, sedendo sulla pietra ribaltata del sepolcro,
annunziò alle donne la buona notizia della risurrezione del Signore.
Il silenzio dopo l’omelia
Dopo l’omelia è previsto, ed è necessario, un tempo di silenzio. Il silenzio dopo l’ascolto della
Parola è un silenzio di meditazione, di assimilazione, di applicazione alla propria vita e a quella
della comunità.
La professione di fede
Non basta proclamare la Parola di Dio. Occorre l’adesione a questa Parola da parte di chi ascolta. Il
Credo professato dall’Assemblea riassume l’essenziale della Parola di Dio contenuta nella Scrittura.
Quando i fedeli proclamano il Credo esprimono la loro adesione a quanto è contenuto nella Sacra
Scrittura. Si dice “SÍ” all’intero contenuto della Bibbia.
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli.
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio
vero;
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state
create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo;
Alle parole: e per opera dello Spirito Santo... si è fatto
uomo, tutti si inchinano.
e per opera dello Spirito Santo
si é incarnato nel seno della Vergine Maria
e si é fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno é risuscitato, secondo le
Scritture;
é salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che é Signore e
da la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio
e con il Padre e il Figlio é adorato e
glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e
apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono
dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà. Amen.
La preghiera dei fedeli
A Dio che ha parlato, i fedeli rispondono con la preghiera. “Preghiera dei fedeli” chiamata anche
Preghiera universale per le necessità del mondo intero, per coloro che ci governano, per coloro che
sono in necessità, per il Papa.
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2)!La Liturgia Della Parola