E�EMEN�I �i OTTIUA Non è nostro intendimento, in questa sede, di dare l'av vio ad un vero e proprio corso di ottica : ci proponiamo soltanto di fornire ai lettori più giovani quel minimo di nozioni che permetterà loro di comprendere i progetti di ottica che in avvenire saranno pubblicati. e teorie e le leggi che go vernano l'azione dei v ari tipi di lenti sui raggi lumi nosi sono semplici quanto affa scinanti; chiunque di voi può comprenderle, non sol o , m a può anche applicarle nella realizza zione di qualche semplice ap parecchio che con il suo fun zionamento, vi farà toccare c o n m a n o la veridicità delle l e g g i e delle teorie stesse . Più avanti esamineremo ad esempio l a p os sibilità di mettere :msieme u n cannocchiale Galileiano ( d a Ga lileo, il quale è stato il primo a vantarne il giusto valore > . Una lente può essere d i ti po convergente oppure diver gente. La lente conve rgente (detta anche p ositiva, o c on vessa ) si può riconoscere imme diata m ente per il fatto di p re sentare uno spessore maggi o re al centro e minore ai m argini; talvolta, tale diffe renza di spes sore può anche essere minima, percettibile soltanto sé si fa una certa attenzione. La c arat teristica principale di una len te convessa è quella di c oncen trare i singoli raggi luminosi in �n determinato punto , dalla parte opposta , a quella da cui i raggi stessi le pervengon o . Ta le punto viene chiamato i l p un to focale, ed il tratto che p a r tendo da questo punto raggiun ge la p rima faccia della lente dà luogo alla formazione di una immagine « re ale » , d.ello stesso tipo cioè di quelle che p ossono essere viste Sli' di uno schermo cinematografico oppure su di una pellicola fotografic a. L POSITIVE La lente dive rgente o nega tiva o concava, presenta inve- ' ce q.i margini, uno spessore m aggiore di quello al suo cen tro e d ha un effetto diametral mente opposto a quello della lente convergente: essa tende cioè a divaricare i raggi lumi n osi che la colpiscono dando luogo alla formazione di un ve ro cono di luce , avente il verti ce al centro della lente stessa. Questo tipo di lente dà luogo alla fOl'lmazione di u n a imma gine virtuale, ovve ro d i una immagine che non può essere veduta altrimenti che attraver so la lente stessa, stando daUa p arte opposta a quella ' da cui provengono i raggi luminosi che formano l'immagine in q ue stione. In fig. 1 sono illustrati i plU comuni tipi d i lenti semplici: si chiamano semplici , per i l fat to di essere comp oste da un so lo pezzo di vetro ottico l avo ra to, per distinguerle dai doppiet ti e dai tripletti, ecc., che sono composti da elementi di diver sa c omposizione, uniti insieme per mezzo del famoso B alsamo del Canadà, per formare u n sol blocco. Le lenti semplici sono ottime per il loro impiego in occhiali, cannl)cchiali semplici e d economici, semplici ingran ditori , ecc . , ma non p ossono es sere considerate la risposta a qualsiasi necessità . La ragione di questo sta nel maggi o re o . minore numero di imperfezioni, di abe rrazioni ecc . , che esse in troducono n elle i mmagini che passano attraverso di esse. T ra Ve TRO CROwN NEGATIVE questi inconvenienti, citiamo quello della curvatura di cam po, quello della distorsione dei colori , dell'aberrazione sferica, dell'astigm atismo, ecc . Attraver so anni di esperienze, gli o ttici hanno trovato v ari rimedi per eliminare od attenuare al mas simo questi difetti; il sistema a cui più spesso hanno fatto ri corso è stato ed è quello di com binare diverse lenti semplici ri cavate da masse vetrose di di versa composizione chimica. In fig. 2 , ad esempio, è illu strata u n a lente acrom atica , os sia corretta agli effetti del'aber razione c romatica ( quella che dà luogo all'apparizione delle ca ratteristiche frange di c olo re ) . Il doppietto con caratteri stiche acromatiche si ottiene mettendo insieme u n elemento a caratteristica p revalentemen te convessa realizzato in . vetro ottico del tipo crown, con u n elemento a c a ratteristica con cava e quindi div � rgente, rea lizzato però in vetro tipo flint. Il m eccanismo con cui tale còr rezione agisce è il seguente: am bedue i vetri, presi singolar mente , presetnano l'aberrazione c rom atica ma, dato che una di esse l a p resenta i n senso inver so all'altra ne risulta c h e , q uan do le due lenti vengono messe insieme le aberrazioni si an nullano a vicenda e quindi l'ot tica c osl risultante n o n p resenVé T�O Fi. //tIr· FIG.1 ( o E f: F I G. 2 La fig. 1 mostra i vari tipi di lenti semplici : A, piano-convessa; B, biconvessa; C, menisco positiva; D, pianoconcava; E, biconcava; F, meni sco negativa. La fig . . 2 illustra una lente doppia con correzione della aberrazione cromatica. La lente anastigmatica, come è ad esempio, quella di fig. 3, è composta da parecchie lenti semplici, variamente disposte. 445 ta il difetto succitat o . N a tu ral mente , per quanto riguarda le caratteristiche o ttiche p ri ncipa l i , ossia quelle relative a l l a lun ghezza focale, il doublet possie de quella che è la risultante delle l u n ghezze focali delle sin gole lenti che lo c o m p o n g o n o . Q u asi tutte l e app a recchi atu re ottiche d i costo m e d i o , e mol tissime anche t ra quelle de stinate a dispositivi d i b asso p rezzo , sono oggi e se nti dal l " abe rrazione cromatica, la q ua l e , se p resente , d areb b e l u o go a risul tati spiacevoli: binocoli, sia semplici che p rismatici, can nocchiali galileiani, telescopi terrestri , obbiettivi d i macchine fotografi c h e , d i i n g randitori , d i proiettori, e c c . , rappresentano alcuni dei casi tipici in cui vengono c o rrentemente u tiliz zate delle o ttiche acromatiche. In alcune delle apparecchia tu re or o r a c i tate ed in altre , quando interessi una maggior p recisione ( q uesto è i l c aso del l e o ttiche d i m acchine fotogra fiche di v a l o re ) si esige oltre al l'eliminazione del c ro matismo , anche la c o rrezione del difetto · chiamato astigmati smo: si ric orre a c o m plessi o ttici pm complessi f o rmati da un nu mero d i lenti che può andare d a tre a d i e c i . T a l i lenti deb b o n o n aturalmente essere com binate i n maniera a d atta e d a distanze reciproche s c rupolosa mente calcolate, vedere fig . 3 . L e l en ti singole, d i tipo con vesso sono già sufficienti per l'uso quali ottiche per nngran dimento d i retto : si d i a la pre fe renza a lenti del tipo che p re senti una identica c onvessità d a ambedue l e p arti , poiché queste hanno i l v antaggio s u l l e a ltre , di pote re essere usate indiffe rentemente da ambedue le fac ce, senza che siano d a notare delle differenze di p restazion i . Qualora i n v e c e s i i nten d e , op pure si è costre tti , a d u s a re d e l le l enti del tipo piano convess o , U n a fase della lavorazione delle su perfici ottiche delle lenti. per avere i migliori risultati si abbia l'avvertenza di rivo l gerne l a supe rficie curva v e rso l'og getto che si deve osse rv a re quando la l ente si tro v a piut tosto vicina all'occhio dell 'os serv atore , e con l a c urvatura ri v o l t a verso l ' occhio qu ando in v ece la lente viene · disposta in p rossimità dell' oggetto sotto os ;:;e rvazione. Le m acchine fotografiche più economiche con cui tutti abbia mo fatto le n ostre p rime espe rienze n e l l ' appassionante hob by sono in genere m u n ite di un obbiettivo composto d a una semplice lente concavo-conves sa ( l av o rata i n modo che la c onvessità risultasse più accen tuata d e l l a concavità > ' In que sti casi le lenti essendo sempli ci d arebb e ro luogo all ' apparire d i una seri e di abe rraz i o n i ; il sistema di elimi n a rl e , i n questo c a s o , sta nel po rre dinanzi alla lente u n diafra m m a a piccola apertura i l q u a l e faccia sì c h e s o lt anto l a p a rte cen tral e d e l l a l ente s t e s s a sia u t i l i z z a t a p e r fare fo rm a re a l l a p e l l i c o l a sen sibile l ' i m m a gine di quello che deve essere fotografato: è stato i nfatti p ro vato che l e aberra zioni intervengono quasi sem p re in prossimità dei m a rgini delle lenti e poco n e l suo cen- A RATE : senza cambiali LONGlNES - WYLER-VETTA GIRARD-PERREGAUX REVUE - ENICAR ZAIS WATCH Agra - Kodak - Zelss IkOD Ferranla Vo1gtlii.nder Closter - Rolletnex - ecc. Ditta V A R Milano C O R S O I TA LI A N . 2 7 Garanzia - Spedizione a nostro rischio Facoltà di ritornare la merce n on soddisfacendo R I C C O C A TA L O G O G R A T I S P R E C I S A N D O S E O R O L O G I O P P U R E F O T O tro . N o n bisogna però d imenti c a re che l 'u tilizzazione di una così piccola pa rte della lente riduce grandemente l a lumino così d e l l ' atti,ca stessa e quindi l a sensibilità d e l l " apparecchi o . D a questo deriva c h e se non s i vogliono eseguire d e l l e f o t o sot toesposte è :'m dispensabile adot tare dei tempi di esposizione piu ttosto lunghi, oppure, delle pellicole fotog rafiche con emis sioni di alta sensib i l i t à , supe rio r i , quasi in ogni ' c aso ai 2 1 1 1()<> Din e m o l to più ,�l evate quando si tratti di fare delle foto in interni o con l u c i a rt� ficiali od ancora con luce d i u r na m ol t o ridotta, Una lente c onvessa o conver g è nte è senz'al tro in grado d i d a r l u o go alla form azione d i u n a i m m agine, s i a sulla pellico l a , che sullo scherm o , ecc. m a l a definizione di tali imm agini per un grande numero d i ap plicazioni si dimostra insuffi cien te; v i sono tuttavia delle tolleranze che v a riano a secon da delle applicazioni :in cui le l e nti stesse debbono essere im piegate: ad esempio, una lente da p roiezione non esige i l g rado di p recisione e di co rrezione al trettanto elevato come l o esige invece una lente per m acchina fotografica con ottica di val o re e rapida; p e rtan to, almeno n,�l1a grande m e d i a dei c asi un' otti·· ca che sia c o rretta semplice mente contro l a abe rrazione c ro m a tica si dimostra soddisfacen te: m en t re una o ttica ricavata da una buona m acchina foto grafi c a , anche di vecchio tipo po trà esse re u s ata c o n s uccesso per l a costruzione di ingrandi tori , di p roiettori, ecc. Non al trettanto po trà essere utilizza ta un· ottic a ricavata da b ino coli o da cannocchiali, specie se d i costo b asso o m e d i o . Vi sono diversi t i p i di tele scopi che diffe risco n o appunto per i l n u m e ro e l a disposizione delle v a rie l e nti e dei sistemi ottici che esse form a n o . Il tele scopio più semplice e l a cui co s t ruzione è alla p o rtata anche del meno provveduto dei letto ri è q u e l l o detto Galileiano, seb bene esso n o n permetta le c a ratteristiche di p recisione, di lu minosità e di potenza di ingran dimento che vengono invece of ferte da c annocchiali di altro tipo, specie se di tipo prisma tico. La lente che i n questo t ipo di cannocchiale funziona d a ob biettivo può essere semplice , ( b iconcava o pianoconvessa) op pure c o rretta con tro l ' a b e rra zione cromatica, purché sia di tipo c o n v e rgente . L a lente o c u l a re deve invece essere una pia- ,I 446 , = no concava oppure biconcav a . Il pote re di ingrandimento d i un telescopio s i calcola facen do il rapporto t ra l a l unghezza focale della lente dell'obbietti vo e l a lunghezza foc ale d i quel la dell'oculare; si comprende quindi che u n c annocchiale di questo tipo avrà una m aggiore potenza di ingrandimento quan do l a lente dell'obbiettivo avrà una lunghezza focale m olto gran de e quando quella dell'o culare avrà" invece una lunghez za focale molto 'Piccola . Un can nocchiale di piccola potenz a , " ta scabile può , ad esempio, essere realizzato usando per obbietti vo una lente da 90 m m . di lun ghezz a focale ed un oculare con lunghezza focale d a 45 m m . l'ingran dimento c h e n e de rive rà sarà di 2X. Come si è detto , un telesco pio di questo genere non rap p resenta il non p lus ultra in questo cam p o , ma h a i l v antag gio di occup are p ochissimo p o sto e costare una sciocchezza. Per quei lettori che intendesse ro realizz a re un cannocchiale come questo suggeriamo d i fare ricorso a lenti p e r occhial i che è possibile trovare p resso qual siasi ottico ad U n p rezzo acces sil:5ilissimo. Siccome le lenti d i questo genere sono graduate in diottrie occo rrerà chiedere , p e r l'obbiettivo una lente d a l O diottrie positiva e p e r l'oculare, una da 20 diottrie , negativa . L a diottria è u n numero che indica quante volte l a lunghez za focale di una lente consi de rata in centimetri , e ntri nel nù mero 100 . A d esempio se la l u n. ghezza focale di una lente è d i 25 cm. , per i l c a l c o l o suindica to 0 00 : 2 5 ) avremo che essa è da 4 diottrie . S e ad esempio essa ha una lunghezza focale d i 5 cm . 000 : 5 ) ricaviamo che il suo nume ro di diottrie è 20 . Con una lente convessa da 2,5 diottrie ossia da 40 cm di lun " ghezza focale 0 00 : 40 = 2 ,5 ) i n funzione d i obbiettivo e con una concava, d a 5 cm. ossia d a 2 0 diottrie possiamo avere un ingrandimento di ( 40 : 5) 8 in gran dimenti . Quando ci si accinge alla co struzione di un c annocchi ale , e si tratta di dete rmin are la lun ghezza dei tubi da usare , si tie ne la lente concava, ossia quel.· la che deve adempiere alle fun zioni di oculare , in p rossimità dell'occhio; si rivolge l ' a ttenzio ne verso un oggetto distante cir ca cinque metri, si porta con l ' al tra mano l a lente convessa dinanzi a quella concava, in mo do che ambedue si trovino ben centrate sulla linea che p a rte (segue a pago 448) FI G.4 : _ : .et=== FIG.5 F I G. G F I G.7 BIA N C O F I G. 9 B I A N CO ----_--t---r Fig. 4 : il più semplice telescopio terrestTe ad immagine dIritta, il costd detto telescopio Galileiano. Fig. 5 : disposizione delle lenti in un semplice telescopio astronomico ad Immagine capovolta. FIg. 6: telescopio terrestre composto, con complesso raddrlzzatore dell'immagine. Fig. 7 : telescopio astronomico o terrestre a specchio con riflesso della prima superficie : è uno dei più semplici ed economici da costruire eppure permette dei for tissimi Ingrandimenti. L'immagine formata dallo specchio viene deviata lateralmente, da uno specchietto o da un prisma in direz.ione del com_ plesso oculare. Fig. 8 : come la luce bianca, attraversando un prisma d i vetro o di cristallo si divide nei . colori c h e la compongono. Fig. 9 : come ha luogo la correzion-e dell'aberrazione cromatica in una lente doppia. 447 APPARECCHIO P E R CIFRARE MES SAG GI SEGR E TI Sollevamento del pignone sul suo perno, allo scopo di disporre nella giusta posizione le lancette Queste sono le varie parti che entrano nella costru zione d i questo apparecchio per la cifratura uantunque l a possibilità di tra durre i n cifra dei messaggi e poi, naturalmente di decifrar li, rivesta un interesse come passa tempo, non è raro il caso in cui possibilità di tal genere, si dimo stri veramente utile .: questo accade, aù esempio tra persone che abbia no interessi in comune, che non abbiano sempre la possibilità di co municare di persona e che siano quindi costretti a ricorrere alla cor rÌ"pondenza e che infine non gra èi&cano che la corriSDOndf'nza che tra di essi intercorra sia compren- sibile da ciascuno ed anzi si preoc pino che questo non accada, poiché ciò potrebbe danneggiarli in qual che modo nei loro affari. Da tali premesse appare subito co me l 'apparecchio che sto per illu strare possa interessare diverse clas si di persone : si tratta di un disposi tivo che permette di travisare tal·· mente i messaggi che soltanto gli espertissimi funzionari degli uffici cifra dello Stato sarebbero i n grado di interpretarli. Esso è stato progettato dallo stes so inventore del ponte di Wheat- (segltle da pago 447) dall'occhio dell'osservatore e che giunge all ' o ggett o . S i spost a quindi la l ente c onvessa in a vanti ed indietro, m an tenendo la sull a stessa linea, sino a che l 'oggetto osservato non risulta messo a fuoco. S i p rende nota della distanza che i n questa p o sizione inte rçorre tra le due lenti . Occo rre n ah,ualmente che la l unghezza del tubo da adotta re sia alquan to maggiore della distanz a trovata ; naturalmen te invece di un solo tubo della lunghezza totale occo rre adot tare due pezzi di tubo di c a r tone o di pJastica di diametro tale che uno di essi possa scor.. rera. a l eggero attrito nell'altro e cn e l'apertu ra inte rna sia po co dis's imile da quello che è i l diametro d e l l a l ente usata p e r obbiettivo. I l t ratto di sco rri mento di u n o dei tubi rispetto all'altro deve e ssere di circa una cinquantina di m m . S i rac comanda di tingere l 'interno dei tubi , di qualsiasi m ateriale sia no costituiti , con dell ';.nchiostro di china che elimini l e moleste riflessioni. Per p repa rare i l monta ggio delle lenti, il sistema più sem pice è quello di fissare le stesse alle estremità dei tub i , c o n l 'aiuto di qualche pezzetto d i n astro adesivo trasparente tipo O 448 D I stone, apparecchio questo, notissimo ·a coloro tra i lettori, che si inte ressano di radiotecnica. II disposi tivo presenta una certa somiglian za con i normali orol()gi, per il fatto di avere due lancette coassia li. Ciascuna di queste ul,time g;iun ge, con 1 a sua punta, a ciascuno di due quadranti che si trovano in po sizione concentrica e che portano, stampigliata od anche semplicemen_ te scritta, una successione di lette re. AI!ro particolare di analogia con quelle dell'orologio, queste lancette hanno nel fatto di ruotare a velocità O T T I C A. Scotch , possibilmente dell'altez za di almeno 15 mm. Un siste.. ma consiste nel p rocu rare dei pezzi di tun b o di diametro ri spettivamente m inore di quello del tubo più grosso e di quello più sottile, tagliarne dei tratti dell'al tezza di 5 mm. circa. Ta l i anelli si inseriscono poi al l 'interno dei tubi co rrisponden ti e si incollano, poi a contrasto con tali anelli si inseriscono le l enti e s i immobilizzano anche queste con qualche goccia di adesivo Vinavil; indi, su ci ascu na delle l enti si fa calare un altro degli anelli preparati ed anche questi ultimi ;,i :'. ncollano con il solito adesivp.