Il poco e il molto - editoriale
Rumore: bonifica in un reparto di
imbottigliamento
Scheda regionale: Liguria
Epidemiologia e servizi di prevenzione 2 "il confronto"
Speciale convegno
Il comparto "edilizia"
Seminari
Notiziario e congressi
Libreria
Primi referenti SNOP
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Supplemento a il Prisma n.19, trimestrale de K Ii operatori sociosanitari dell'Emilia Romagna, Reg. Triti, Civile Bologna n_ 4894, dir.
rese, Gualtiero Palareti.
Stampa: Coop. Edit. Nuova Brianza, tel. 0362/924353 - Renate f■ 4i.l
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Storia rotrrgr,aiic,i del lavorar lo Italia, Do Duomo, 1951
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IL POCO E IL MOLTO
Un editoriale difficile, questo. Perché
deve. tracciare i lineamenti di un primo
bilancio, a neanche un anno dalla nascita della Snop. E anche perché queste prime riflessioni sono "a carico" di
chi scrive, e precedono, anziché seguire, un più approfondito dibattito nazionale, in calendario per febbraio. I
tempi del bollettino, che non vogliamo
dilazionare per nessun motivo, hanno
imposto questa piccola forzatura.
Con quali credenziali ci siamo presentati, nel dicembre scorsó a Rimini,
al VII Convegno nazionale degli operatori (il primo promosso dalla Snop)? La
formalizzazione (anche "notarile") della
Snop dopo oltre due anni di laboriosa
gestazione. Oltre 400 iscritti in 10 mesi
di vita. 3 iniziative regionali di rilievo: il
Convegno sul comparto siderurgico a
Brescia; il Convegno sugli interventi di
comparto in Lombardia a Lodi; il Convegno sull'art. 4 dei D.P.R. 303 e 547
(informazione ai lavoratori sui rischi cui
sono esposti) a Bologna. Alcune iniziative nei confronti delle istituzioni (rapporti con Assessorati regionali alla sanità; incontro con il comitato di coordinamento del G[RD presso la Presidenza del consiglio a Roma). Primi
contatti (ancora sporadici e inadeguati)
con le Organizzazioni sindacali. La presentazione della Snop, e della sua posizione sui più rilevanti problemi della
prevenzione, in molti congressi e convegni nazionali. 2 numeri del bollettino
diffusi in oltre 3.000 copie. La preparazione dello stesso Convegno di Rimini.
Poco e molto al tempo stesso. Ancora poco, rispetto alle ambizioni del
nostro programma. Moltissimo, rispetto al poco tempo trascorso e alle difficoltà generali del momento. Il Convegno di Rimini, che in qualche modo
abbiamo tutti preparato o atteso come
il primo banco di prova nazionale, ha
riflesso puntualmente le non poteva
essere diversamente) il poco e il molto.
La partecipazione non è stata esaltante: circa 300 persone nell'arco delle
3 . giornate. Inutile richiamare le molte
possibili attenuanti. Inopportuno rifugiarsi nel motto "non moltissimi ma
buoni". AI di là del pur necessario esame delle difficoltà oggettive, che rimando ad altra sede, un aspetto mi
sembra chiaro: il Convegno è caduto
in una fase della crescita della Snop in
cui molti sono stati ancora interpellati
sulla fiducia, in un certo senso "a scatola chiusa". Qualcuno ha risposto,
qualcun altro non ancora.
I problemi di ordine generale in cui
ci dibattiamo in questo momento sono
stati forse affrontati in modo un po'
dimesso. Non è stata sufficientemente
evidenziata la parziale novità dello
"scenario": l'esistenza di una parvenza
di piano sanitario nazionale, che indica
come prioritaria l'azione programmata
TSLL; l'evoluzione-normativa / organizzativa (a volte in meglio, altre in peggio) di alcune regioni. Non abbiamo
forse testimoniato con sufficiente forza
la volontà di lanciare una vera e propria controffensiva, volta al perseguimento di quello che comunque resta il
nostro obiettivo principale: generalizzare e consolidare la rete nazionale dei
servizi, impedirne lo smantellamento
quantitativo o qualitativo, opporsi alla
controriforma strisciante. E pur vero,
d'altra parte, che questi obiettivi non si
raggiungono lanciando proclami congressuali, ma con un lavoro quotidiano
e capillare su tutti i fronti.
Quell'obiettivo rimane comunque in
cima ai nostri pensieri, e abbiamo molte idee e molte iniziative in cantiere
per muoverci in quella direzione.
L'andamento del Convegno ha confermato che la scelta dei 3 temi specifici era giusta, anche se difficile. 3 aspetti cardinali dell'operare quotidiano
dei servizi, uniti da un comune denominatore: il Sistema informativo. L'andamento dei gruppi di lavoro è stato
molto "variegato".
Nel gruppo "Accertamenti sanitari
periodici" -ha pesato, grazie anche a
qualche sbavatura nella conduzione, la
sostanziale non omogeneità degli intendimenti e dei comportamenti in
questo delicato e complesso settore di
attività. E ricomparso, in maniera piuttosto vivace, e francamente inattesa, il
secolare quesito "a chi compete l'effettuazione degli ASP". Ma si è anche evidenziato, in molte esperienze presentate, un notevole progresso in molte
situazioni sul piano della "funzione di
governo". I protocolli di sorveglianza
sanitaria, le procedure di coordinamento, gli strumenti ed i flussi informativi si sono disegnati con maggiore
chiarezza che in passato. Tuttavia, non
si sono verificate, in ultima analisi le
condizioni per una proposta nazionale
unificante. E questo, a mio avviso, più
per implicite differenze sotto il profilo
della politica sanitaria che sotto quello
più propriamente tecnico-scientifico.
Si è infine evidenziata la vastità della
problematica inerente le attività di sorveglianza sanitaria proprie dei servizi,
di cui il coordinamento, controllo e acquisizione dati in materia di ASP rappresentano solo una parte, e forse non
la più rilevante.
li gruppo "interventi di comparto" si
è caratterizzato per 3 aspetti rilevanti:
• il riconoscimento unanime della ricchezza ed efficacia di questo nuovo
modo di lavorare, e la volontà di generalizzarlo, anche nelle situazioni in
cui i servizi sono meno solidi, intensificando il processo di valorizzazione e diffusione di tutte le esperienze
nazionali. E ormai unanimemente riconosciuto che la metodologia degli
interventi per comparto produttivo
è uno dei mezzi più validi per passare dal come-si-costruisce al come-siusa la mappa dei rischi, ovvero per
ottenere concreti risultati di prevenzione;
• la sostanziale adesione dei partecipanti al gruppo, dimostrata da tutti
gli interventi, al livello di discussione
proposto: un discorso sul metodo
nella sua accezione più nobile: senza
astratte accademie metodologiche e
senza lamentosi falsi concretismi;
• la consapevolezza che la prospettiva
più fruttuosa è quella di muoversi
verso un lavoro nazionale sui vari
comparti, a partire da quelli in cui le
esperienze sono oggi maggiormente
consolidate.
Il gruppo "infortuni" ha dimostrato
come sia possibile impostare con realismo un discorso di programmazione
degli interventi di prevenzione, di individuazione di fondamentali obiettivi di
salute, a partire da un tema estremamente tecnico, in cui la raccolta, l'utilizzazione, l'elaborazione dei dati ha
un ruolo assolutamente centrale. L'eroe negativo del gruppo è stato senza
dubbio l'INAIL, la cui avarizia nel diffondere i dati in suo possesso è a dir
poco equivoca e non può essere ulteriormente tollerata.
La tavola rotonda sulla nuova normativa, che presenteremo nel prossimo numero del bollettino ha, innanzitutto, testimoniato il credito che già
oggi la Snop riscuote presso i suoi naturali interlocutori. Ed ha, soprattutto,
ben evidenziato il ruolo e la posizione
di ognuno di questi interlocutori. Ha
precostituito, insomma, la base di lavoro per uno dei più rilevanti impegni
programmatici della Snop: quello di
impegnarsi per l'aggiornamento e contro la degenerazione della normativa
nazionale in materia di igiene e sicurezza del lavoro.
Infine, l'Assemblea dei soci. É stato
forse il momento più contraddittorio di
tutto il Congresso. Molti fermenti, poca partecipazione. Si. direbbe quasi che
il socio Snop è ancora una figura di
transizione: ha aderito perchè intuisce
che la Snop è tutt'altra cosa che un
appuntamento di androidi della prevenzione che vengono richiamati in vita con cadenza annuale, ma non è del
tutto consapevole del ruolo attivo che
gli viene richiesto, nell'arco di tutto
l'anno, all'interno della nostra Società.
Risultato: ancora molti uditori che non
hanno del tutto sciolto la riserva dello
scetticismo né de! tutto superato la logica della delega; che preferiscono stare a sentire (o, peggio, farsi raccontare)
piuttosto che farsi ascoltare.
Ad attenuare questo sgradevole aspetto, un ultimo elemento di bilancio:
uno degli aspetti più positivi, direi quasi entusiasmante, del Convegno è stato il fiorire di contatti, di scambi informali (fuori dalle aule del Convegno,
per intenderci) di esperienze, di informazioni, di materiali. Il solo fatto che
nel corso del convegno si sono iscritti
circa 50 nuovi soci testimonia una certa vitalità. E un aspetto che non deve
essere sottovalutato, e che dovrà certamente trovare una migliore collocazione nei prossimi convegni.
Un quadro multiforme, dunque, i
cui vari pezzi verranno meglio approfonditi in diversi articoli di questo e dei
prossimi numeri de! bollettino. Vorrei
solo suggerire un'ultima riflessione: la
stessa natura della Snop ha ingenerato
una contraddizione che a mio parere
illumina gli alti e i bassi del Convegno.
Da una parte, la Snop chiama i suoi
aderenti a un lavoro quotidiano e locale, e si impegna a fornire tutto l'aiuto possibile a questo lavoro. Proprio
per questo ha organizzato il convegno
su temi deliberatamente non di cassetta. Tuttavia, dopo soli sette mesi di attività reale, la ricaduta quotidiana e locale di questa attività è stata toccata
con mano solo da una parte degli operatori, concentrati in poche regioni del
nord. Da qui, una preziosa indicazione:
il modo migliore per garantire la piena
riuscita (alla nostra maniera, ovviamente) di un Convegno è potenziare e
generalizzare, anche in senso geografico, le iniziative e la circolazione delle
informazioni sul piano del dibattito
culturale della produzione tecnicoscientifica, dei rapporti con le istituzioni e con il movimento sindacale.
In un percorso congressuale così
movimentato, ha preso faticosamente
forma una ipotesi di programma per il
1986 molto ricco e impegnativo. Mi limito, qui, a farne una estrema sintesi
per punti. Spetterà al nuovo direttivo
nazionale, convocato a Bologna per il
14 febbraio, il compito di valutare ogni
singolo punto e di varare un vero e
proprio piano di lavoro.
ACCERTAMENTI SANITARI PERIODICI
Promuovere il confronto nazionale
sugli aspetti procedurali e sulle scelte
di politica sanitaria in materia di ASP.
- Avviare un processo di unificazione
nazionale dei protocolli di sorveglianza
sanitaria per mansione e per rischio, e
degli strumenti e dei sistemi informativi.
- Sviluppare una riflessione più organica sul problema della sorveglianza sanitaria, che è materia ben più vasta
dell'area ASP (idoneità, aspetti medico
legali, apprendisti e minori, donne, sorveglianza sanitaria negli ambiti degli
interventi programmati di prevenzione,
etc.).
PIANO EDITORIALE
GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE
PER COMPARTO PRODUTTIVO
-- Produrre entro il 1986 un repertorio
nazionale o almeno interregionale degli interventi di comparto, con l'elenco
di tutti i servizi che stanno programmando, effettuando o hanno concluso
interventi di questo tipo, in quali comparti, con quali risultati.
-- Proporre, entro il 1986, una classificazione "in progress" dei comparti produttivi, allo scopo di consentire, a livello nazionale, l'individuazione univoca
ed omogenea dei comparti in cui intervenire, con l'indicazione dei criteri
interpretativi per la ricostruzione di
questi comparti nello specifico produttivo delle diverse realtà territoriali. E un
primo passo nella direzione di una pianificazione sovrazonale degli interventi
di comparto.
- Promuovere 4 iniziative nazionali su
altrettanti comparti produttivi. Indicativamente, fatta salva la necessità di
approfondire l'esatto profilo di ognuna
di queste iniziative.
1. Legno (preparazione a cura della sezione Lombarda)
2. Materie plastiche (preparazione a
cura della sezione Lombarda)
3. Lavorazione pelli (preparazione a
cura della sezione Toscana)
4. Vetro cavo (preparazione a cura
della sezione Emiliana)
Preparare
e diffondere capillarmente,
a partire dalle quattro iniziative dette
sopra (ma anche per altri comparti sufficientemente sperimentati) dei Kits di
Comparto: raccolte di materiali (schede tossicologiche, schede di ciclo produttivo, ricerche bibliografiche, guide
al sopralluogo e all'ispezione, protocolli di sorveglianza sanitaria e di monitoraggio ambientale criteri per nuovi insediamenti etc.) che consentano a chi
si accinge ad affrontare un determinato comparto di disporre delle esperienze già acquisite.
INFORTUNI
n- Formulare una proposta nazionale
per la raccolta e l'elaborazione dei dati
in materia di infortuni. A questo proposito sarà indispensabile prendere iniziative concrete nei confronti dell'INAIL.
- Continuare la stampa del bollettino,
accentuandone sempre più la caratteristica di mezzo per la diffusione tempestiva delle informazioni per il collegamento degli operatori.
- Sondare la possibilità di produrre (in
tempi da definirsi) una rivista scientifica. Se la consultazione, appena avviata in sede di Convegno, darà esito positivo, la sezione Lombarda riceverà
l'incarico di produrre un articolato piano editoriale ed eventualmente un numero zero sperimentale per il prossimo
Convegno.
ALTRO
- Potenziare e portare a conclusione il
lavoro già avviato sulla automatizzazione dei Sistemi informativi con la
produzione di un primo catalogo nazionale sulle esperienze di informatizzazione all'interno dei servizi.
- Contribuire in modo significativo alla
piena riuscita dell'iniziativa del coordinamento ligure sui temi dell'informazione sull'ambiente di lavoro, sul dibattito intorno al rischio amianto, etc.
- Dare un assetto organizzativo definitivo alla Snop (sezioni e direttivi regionali, direttivo nazionale).
Resta fermo che dovrà inoltre essere
dato particolare impulso alla iniziativa
politica a livello nazionale, con attenzione particolare a 3 aspetti:
- Sviluppi della pianificazione nazionale (azione programmata) e regionale.
- Contributi per la nuova normativa
(recepimento direttive CEE, lista malattie professionali, etc....).
- Rapporti con il movimento sindacale.
La carne al fuoco è molta. Per trasformare le idee in iniziative concrete
non è sufficiente l'entusiasmo, né la
buona volontà di pochi. Ogni singolo
operatore che legge queste righe può
trovare almeno un ambito in cui impegnarsi attivamente per la realizzazione
del programma. Buon lavoro a tutti,
dunque.
Emilio Volturo
vice-presidente pro-tempere
della SNOP
RUMORE: BONIFICA IN UN REPARTO
IMBOTTIGLIAMENTO
II reparto imbottigliamento della ditta Birra Dreherdi Popoli è stato modificato nei primi mesi del 1985, anche in
seguito alle prescrizioni effettuate dal
Servizio di Medicina del lavoro.
Prima di questa data il lavoro si svolgeva su 2 linee:
per il formato 1/3 di litro linea UNI
per il formato 2/3 di litro linea OW.
Attualmente il lavoro si svolge su una linea di nuova installazione, in un
nuovo capannone che è, in grado di
produrre contemporaneamente i due
formati su 2 catene diverse detta linea
3.
La linea UNI è attualmente in funzione saltuariamente, mentre la linea
OW è stata smantellata.
Diamo di seguito alcune note sintetiche inerenti le misure adottate per €a
riduzione della rumorosità sulla nuova
linea 3:
il capannone è stato progettato in
funzione della linea ed è stato dotato di pannelli fonoassorbenti (trattamento acustico);
la linea è stata progettata anche in
funzione di un contenimento della
rumorosità, prestando particolare attenzione alla disposizione e alle distanze tra le macchine;
le macchine sono state acquistate
con la specifica che ognuna isolatamente non producesse rumore al di
sopra di 82/83 dB;
- la velocità lineare delle bottiglie è
stata ridotta fortemente allargando
le nastrovie, con uguale produzione,
evitando quindi gli urti tra le bottiglie;
- le curve delle nastrovie sono state
completamente meccanizzate evitando l'avanzamento a urto delle
tando
bottiglie;
- alle strettoie (ingresso lavatrice, etichettatrice), per evitare gli imbuti,
sono stati creati allargamenti delle
nastrovie con nastri a velocità diversa e si controlla in continuo, automaticamente con cellule fotoelettriche, il flusso di bottiglie in entrata
mantenendo una velocità ottimale
che riduce sostanzialmente ii numero degli urti.
a cura di
Rodolfo Amati
Severo Amoroso
Felice D'Angelo
Armida Terreri
del Servizio di medicina del lavoro di
Popoli poliambulatorio ULSS di Scafa
65027 tel. 035/8547276
Comprazione niievi dcsinetrici
Pa attizzatore
Avvolge:ioa
Etichettatiti.
Uscita pastor pz.
Riempitxirx
soiacqutrioe
Pr
Depalettizzatore
Apert.cenf.vuoti
70
75
90
90
95
dB-A
Linea 3-nuova
Materiali e metodi
Le misurazioni della rumorosità sono
state effettuate con i seguenti apparecchi:
- Fonometro Bruel & Kjaer mod. 2218
con insiemi di filtri per analisi in banda
d'ottava mod. 1613 e microfono da 1/2
pollice tipo 4165. Per la calibrazione è
stato usato il Pistonofono mod. 4220.
- Dosimetri metrosonics 307 dB. Per la
calibrazione è stato usato il calibratore
mod. CL 302. Cli apparecchi sono stati
programmati secondo le norme ISO
con LC 85 dB (A); TL nessuno; q = 3.
Le rilevazioni sono state eseguite secondo le Raccomandazioni 150 R
1999.
® Linea 1141-vecchia
Riepilogo
Limite per 8
ore di lavoro
in leq d8 (A)
normativa
ACGIH
Fonometrie
Linea 3
Linee OW e
>85
285
13
27
6
27
7
UNI
UNI
13
41
5
41
18
0
Dosimetrie
Linea 3
Linee OW e
n. riiev_
1
Rimangono ancora al di sopra del limite ACGIH alcuni dati riferiti sostanzialmente a 2 posizioni della Linea 3
ed è in corso una ulteriore bonifica
onde ridurre la rumorosità in tali posizioni.
SCHEDA REGIONALE: LIGURIA
Solo nel 1984, in maniera quasi casuale e non inserita in un organico e
concreto contesto progettuale, è comunque stata promulgata la legge n°
30 "Norme per l'igiene e la sicurezza
negli ambienti di lavoro e per l'organizzazione ed il funzionamento dei presidi
multizonali di prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro"; questa legge,
che potrebbe costituire - se applicata
un buon strumento per unità operative e PMP, è tuttora sostanzialmente
dimenticata a livello istituzionale.
Mancano tuttora i PMP (pochissimi
sono gli operatori dei 4 laboratori ex
provinciali d'igiene e profilassi che si
occupano anche del nostro settore; le
strutture organizzative degli enti disciolti rimangono tuttora sostanzialmente separate svolgendo parte dei
compiti precedenti e collaborando solo sporadicamente e su richiesta con le
uu.oo.).
Per quanto concerne le uu.oo., rispetto alla situazione preriforma, il personale è stato integrato con altri operatori utilizzando quasi esclusivamente
il precariato (sulla carta sono comunque state istituite tutte le venti uu.oo.):
si è comunque ben lungi dal poter definire accettabile la situazione in personale e mezzi (come emerge chiaramente dalla tabella) ed anzi si può affermare che la maggior parte delle
uu.oo. hanno possibilità di intervento
assolutamente insufficienti. Ciò del resto non stupisce, in assenza tuttora di
un Piano Sanitario Regionale e di precisi intendimenti regionali.
La situazione attuale è caratterizzata
da una notevole disomogeneità da
provincia a provincia e spesso anche
all'interno delle singole provincie. Pur
nella citata disomogeneità, si può comunque definire che le nostre uu.oo. si
sono essenzialmente caratterizzate come servizi di tipo igienistico-prevenzionale nei quali è generalmente trascurabile l'indirizzo e l'attività sanitaria in
senso stretto. Anche le funzioni ispettive e l'attività giudiziaria post-luglio
1982, se da un Iato hanno in qualche
modo contribuito al "lancio" delle
uu.oo. ed alla stabilizzazione delle loro
funzioni e compiti all'interno dell'USL,
dall'altro hanno visto un'ulteriore occasione di possibili disomogeneità e
frammentarietà.
A determinare questo fatto ha contribuito senza dubbio una totale assenza di iniziative di formazione, fondamentali invece per costruire una base
comune di "interpretazione" delle funzioni del servizio (specie in un settore
come il nostro di storia piuttosto recente) e per fornire solidi strumenti di
lavoro: l'attività delle uu.oo. si è fino
ad oggi costruita prevalentemente sul-fa base dell'autodidattismo.
Tab. 1 - Distribuzione del personale operante nelle unità operative di igiene
e sicurezza negli ambienti di lavoro al dicembre 1985
Usi
Medici
Chimici
Biologi
Tecnici
diplomati
1
1
1
2
3
1
Operatori
s cio-sanitari
e altri
1
1
4
3
5
1
7
1
1
8
1
9
1
10
1
2
11
1
1
12
2
2
13
1
14
1
2
15
1
2
16
1
17
4
18
2
19
3
20
2
tot.
23
1
1
1
6
Personale
amministr.
1
1
Tot.
Qualifiche n° operatori
10.006 addetti
di UPG
4
2
2.3
2
1
0.6
1.2
3
3
2
1.4
2
1
1.0
1
1
1
2
2
7
2
1.5
1
3
1
6
4
2.5
6
1
9
3
2.6
1
5
1
1.7
1
5
2
1.6
12
6
1.2
1
1
0.3
1
2
3
2
1
4
1
2
2
1
1.2
4
2
2.6
1
6
3
3.1
1
5
2
3.3
4
1
2
1
5
1
1.5
4
1
9
1
1.7
4
2
3.0
98
36
2
13
6
2.1-
32
In Liguria i primi servizi di tutela della salute nei luoghi di lavoro sono stati
istituiti nella seconda parte degli anni
7
15
'70, sulla scorta della legge regionale
n° 35/74 "Tutela della salute dei lavoratori negli ambienti di lavoro", che delegava ai comuni ed ai consorzi di comuni l'espletamento delle funzioni amministrative regionali in materia.
All'atto del passaggio dalla situazione pre-833 all'istituzione delle Unità
Sanitarie Locali circa la metà dei territorio regionale era "coperta" almeno
formalmente da servizi.
Nel 1979 la Regione ha promulgato
la legge 45, che istituisce 20 UU.SS.LL.
ed in ognuna di esse 10 servizi, dei
quali 3 amministrativi e 7 sanitari.
Le funzioni relative alla prevenzione
ed alla vigilanza nei luoghi di lavoro
sono state inserite nell'unico Servizio
d'igiene pubblica, dell'Ambiente, Sicurezza degli Ambienti di lavoro e Medicina legale, diviso in 4 unità operative;
da ciò la strutturazione non già di servizio bensì di unità operativa per il nostro settore d'intervento. Per lungo
tempo alla legge 45 non è succeduta
alcuna indicazione più precisa e sostanziale, nell'ambito del resto - di
una Regione che, per quanto riguarda
il nostro settore, ha rivelato gravi carenze di programmazione.
Nota positiva da segnalare all'interno di un quadro organizzativo certo
non entusiasmante è la spontanea attività di coordinamento degli operatori
che costituisce da diversi anni fondamentale punto di riferimento e in certi
casi anche di indirizzo e programmazione su temi importanti (ad es. sull'esercizio delle funzioni di vigilahza, sul
controllo e coordinamento degli accertamenti sanitari periodici, ecc.). Tralasciando per brevità vari aspetti e
problematiche di fondo, per i quali evidentemente si rimanda in questa sede
al dibattito nazionale o ad altre pubblicazioni, è almeno opportuno un cenno
alla vicenda dell'utilizzo dei finanziamenti: i fondi finalizzati al progetto obiettivo "Tutela della salute dei lavoratori", stanziati dalla Regione, avevano
già nel 1981, tramite l'impegno coordinato di molti operatori, permesso l'acquisizione di attrezzature tecniche, fatto che ha segnato il decollo delle posTab. 2
sibilità operative di tipo igienistico-ambientale di molte uu.oo.
Il nuovo finanziamento del 1983 (circa L. 1.400.000.000) ha visto un'azione
comune di quasi 2/3 delle UU.SS.LL.,
che hanno definito di impegnare su 3
obiettivi principali un fondo comune
pari a circa il 60% del finanziamento
attribuito ad ogni USL: gli obiettivi, tuttora in corso di realizzazione, sono l'informatizzazione delle uu.oo. (v. N° 1
bollettino Snop), le attività di informazione ed educazione sanitaria (v. comunicazione sul notiziario del presente
bollettino) e la costituzione del Centro
regionale di documentazione sui rischi
e danni da lavoro. E evidente che, pur
non dimenticando le gravi difficoltà segnalate (ed in particolare l'insufficienza
di operatori e l'inesistenza o quasi dei
PMP), il perseguimento, che è in corso,
di questi obiettivi potrà consentire un
significativo sviluppo del lavoro delle
uu.oo. e potrà avvalersi del finanzia-
mento finalizzato per il 1984, del quale
si tenterà un ulteriore utilizzo comune
tra tutte le UU.SS.LL. liguri.
Concludendo si può affermare, con
un giudizio approssimativo ma non
lontano dalla nostra realtà, che a tutt'oggi esiste una netta sproporzione tra
le capacità di aggregazione, l'espressione culturale, progettuale e le esperienze degli operatori e le effettive possibilità di intervento organico e di efficacia operativa nei luoghi di lavoro.
Una riflessione attualmente molto
sentita nei nostri servizi è proprio quella relativa
in questo senso
all'insoddisfacente utilizzo delle pur scarse
risorse disponibili, ovviamente legato
in gran parte alle carenze nel contesto
istituzionale e sociale ed alla situazione
di scarsa attenzione che a vari livelli
viene attualmente dedicata alla prevenzione nei luoghi di lavoro.
Punii di riferimento per esperienze su problematiche, rischi o settori produttivi
Problematiche rischi
settori produttivi
UU.SS.LL.
Indirizzo di riferimento
Agricoltura
Imperia e provincia
Usi no 1
(1,2,3,4,5}
Via Chiappori, 18 - 18039 Ventimiglia
Tel. 0184/351815
Amianto
12 e 15
Usi no 12
P.zza S. Matteo, 15 - 16123 Genova
Tel. 010/297780/280632
Cantieristica navale
9, 12, 18
Usi no 12
Cromo
10, 19
Usi no 10
Via Jori, 30A - 16159 Genova
Tel. 010/490050
Edilizia (prevalent. riparativi)
9
Usi no 9
Via S. Giovanni Battista 48 - 16154 Genova
Tel. 010/600851 (int. 278)
Formaldeide
10, 12, 15
Usi n° 15
Via Molassana,
Tel. 010/865654
38 - 16138
Genova
Gas anestetici
10
Usi no 10
Informatica
9,12
Usi n° 12
Lapidei
18,20
Usi n° 18
Via Genova, 41 - 16143 Chiavari (Ge)
Tel. 0185/302541
Piombo
19
Usi n° 19
Via Sardegna,
45 - 19100
La Spezia
Tel. 0187/506482
Rumore
12,15
Usi n° 12 .
Siderurgia
9
Usi n°
9
19
Stirerie
19
Usi n°
Vetroresina
20
Usi n° 20
Villa Orlandini - 19038 Sarzana (5p)
Tel. 0187/620229
Videoterminali
12
Usi n° 12
Vibrazioni
12
Usi no 12
EPIDEMIOLOGIA E SERVIZI DI PREVENZIONE
2 "IL CONFRONTO"
Con il secondo articolo sull'argomento si intende affrontare e sviluppare il discorso riguardante il confronto
tra gruppi di popolazioni esposte. Si è
pensato di impostare l'argomento facendo riferimento ad un esempio tratto dalla nostra esperienza e leggermente modificato per ragioni didattiche. Non si è voluto dare un taglio rigorosamente statistico che avrebbe richiesto una valutazione della significatività dei valori trovati, in quanto lo
scopo di questo lavoro è quello di dare
unicamente unicamente una descrizione della realtà produttiva e delle indicazioni sulla presenza o meno di fattori di rischio interreparto.
1. Oggetto dell'indagine ,
Valutazione del rischio di broncopneumopatie (b.p.p.) in soggetti addetti
all'estrazione e lavorazione dei gesso.
2. Metodologia
Sono stati analizzati gli addetti all'estrazione e alla lavorazione del gesso
in una cava, al fine di rilevare la presenza di b.p.p. riconducibile all'esposizione professionale. Parallelamente sono stati analizzati i soggetti della stessa
azienda non esposti professionalmente
(impiegati, addetti all'officina meccanica, autisti, ecc.). Dal confronto tra le
prevalenze (nota 1) di b.p.p. nei due
gruppi è possibile evidenziare e quantificare il rischio relativo, il rischio cioè
di contrarre la patologia in esame che
ii gruppo di esposti ha rispetto al gruppo di non esposti.
2.1. Nota metodologica
In generale uno studio di prevalenza
non si presta molto alla valutazione
dei rapporti tra esposizione e danno, in
quanto le due variabili (esposizione e
danno, appunto) vengono rilevate
contemporaneamente. Ciò nonostante, molto spesso il modello trasversale
è l'unico modello utilizzabile in indagini di primo livello e, in questo senso,
può offrire indicazioni fondamentali
nell'identificazione dei reparti e delle
situazioni a maggior rischio.
2.2. Definizione di malattia
La condizione morbosa che si è voluta misurare in questo caso non è definibile come malattia in termini strettamente clinici, ma è riconducibile ad
uno stato di deficit soggettivamente
percepito e/o oggettivamente valutato
mediante un opportuno. protocollo
medico-diagnostico (questionario Ce-
ca, rx, torace, prove di funzionalità respiratoria e visita medica). Si sono considerati come positivi quei casi che
presentavano alterato almeno uno dei
quattro parametri del protocollo citato, esclusi ovviamente quei casi di natura strettamente extra-professionale
(pachipleurite calcifica, esiti lobectomia, obesità, ecc.).
2.3. Confronto tra gruppi
Nel determinismo delle b.p.p. intervengono una serie di fattori e di indicatori di rischio che è necessario individuare e controllare al fine di quantificare il rischio relativo all'esposizione
professionale. Nel caso specifico i fattori di confondimento potrebbero essere rappresentati da:
sesso: nel nostro caso si è deciso di
considerare i soli soggetti di sesso maschile, eliminando così la variabile di
confondimento legata al sesso.
età: l'età media dei due gruppi è 35±7
anni (esposti) e 36±8 anni (non esposti). Data la piccola diversità tra le due
popolazioni rispetto all'età non sembra
quindi necessario controllare questo
fattore.
Abitudine al fumo: negli esposti la prevalenza dei fumatori è del 50% mentre
nei non esposti è del 75%. E chiaro
che l'abitudine al fumo pesa in modo
diverso nei due gruppi ed è necessario
eliminarne l'effetto anche in considerazione della patologia valutata, per un
corretto confronto. Uno dei metodi
per eliminare l'effetto delle variabili di
confondimento è rappresentato dalla
standardizzazione indiretta.
2.4. Organizzazione dei dati
Popolazione esposta: tasso grezzo =
(381100) x 100 = 38°/o.
Popolazione non esposta: tasso grezzo
= (77/200) x 100 = 38,5%.
Si può vedere chiaramente come il
confronto tra le due popolazioni dei
soli Tassi grezzi di prevalenza non evidenzia alcuna sostanziale differenza
nella distribuzione delle b.p.p.
Standardizzazione indiretta
La tabella 1 indica che la distribuzione dei soggetti nei due gruppi in funzione dell'abitudine al fumo è diversa.
Mediante la standardizzazione si elimina !'effetto di tale differenza. A questo scopo è necessario calcolare (per
ogni classe di fumo) i N. di casi di
b.p.p; che ci si attenderebbe nel gruppo degli esposti qualora il tasso di prevalenza fosse uguale a quello del gruppo di controllo. A questo scopo si imposta la relazione:
N. di casi di b.p.p. nel gruppo di controllo (a) : N. di soggetti dei gruppo di
controllo (b) = x : N. di soggetti del
gruppo degli esposti (c).
da cui:
x (casi attesi) = axb/c
si completa quindi la tabella 1 con il N.
di casi, attesi per ogni classe di fumo
considerata.
classe non fumatori
casi attesi
classe <20 sig./die
casi attesi
classe >20 sig./die
casi attesi
= 7.00
=
Tabella 1
13.75
Totale casi attesi
= 28.25
Il rapporto Standardizzato di Prevalenza (RSP) è uguale a:
RSP = (N. Casi osservati / N. Casi attesi) x 100
ed esprime l'eventuale eccesso di prevalenza nel gruppo degli esposti.
Nel nostro caso abbiamo:
RSP = (38 / 28.25) x 100 = 134.51
ovvero negli esposti si evidenzia un eccesso di prevalenza pari a 34.51 casi
ogni 100, attribuibile quindi all'esposizione professionale.
In questa scheda non vengono presi
in considerazione i limiti fiduciali e la
significatività statistica del rapporto, in
quanto lo scopo del lavoro è puramente descrittivo e relativo esclusivamente alla realtà produttiva esaminata.
Non esposti
professionalmente
Esposti
7.50
professionalmente
Classi di
fumo
N.
Casi di
Casi
N.
sogg.
b.p.p.
attesi
sogg.
Casi di
b.p.p.
7.
Non fumar.
50
7.00
50
< 20 s;g./die
25
7.50
50
15
> 20 sig/die
25
13.75
100
55
28.25
200
77
Totale
100
38
Bosia dott. Silvano
Piccioni dott. Pavilio
Servizio di Medicina del Lavoro Ussl
68, 14100 Asti, via Baroncini, 9 - tel.
0141/211207
Corrao dott. Giovanni
Istituto di Igiene Università di Torino,
10100, via Santena, 7 - tel.
011/6964181/633791
Bibliografia:
1) R. Saracci: Metodi statistici elementari per l'epidemiologia clinica. A cura
del "Centro G. Zambon" dell'Università di Milano 1967.
'
Nota
Si definisce prevalenza il numero di
soggetti caratterizzati in un determinato istante da una condizione specifica (malattia, abitudine, sintomo,
ecc.).
SPECIALE CONVEGNO
Gruppo di lavoro "Interventi di
comparto"
_
Il gruppo, ha confermato la giustezza della strada intrapresa dai servizi in
questi ultimi anni: dalle mappe di rischio come strumento informativo base per una programmazione, alla interdisciplinarietà delle figure professionali,
agli interventi di comparto produttivo
come momento operativo e sede di ricerca. Una sequenza storica in cui
molti operatori si sono trovati,
il futuro? il coordinamento e la socializzazione delle esperienze con l'obiettivo da una parte di realizzare per
il prossimo convegno degli operatori
una classificazione ed un repertorio
nazionale delle esperienze di comparto
e da subito la nascita ed il consolidammento di gruppi di lavoro nazionali su
vari temi: dalle pelletterie all'elettronica, dal legno allo stampaggio delle materie plastiche, dal vetro cavo alla siderurgia, all'edilizia. Ne è prova e conferma la vasta gamma di iniziative che
troviamo sulle pagine del notiziario già
di questo primo numero 1986 del bollettino.
Dal dibattito del gruppo di lavoro
sono emersi contributi molto importanti che indicano la complessità e il
grado di maturazione delle esperienze
di intervento di comparto nei vari servizi a livello nazionale. Citiamo alcuni
punti di riflessione emersi.
• II coinvolgimento nella programmazione e nella gestione dei piani di
comparto non solo della UssI (anche
nel settore della igiene pubblica e
ambientale) ma anche delle Amministrazioni comunali per quanto riguarda la gestione del "loro" territorio: ad esempio la localizzazione di
nuovi insediamenti, poli artigiani attrezzati, impianti di depurazione
centralizzati, la decisione su finanziamenti privilegiati, Dalle indagini
alla trasformazione concreta, cioè.
• La indispensabilità dell'uso all'interno del (dei) servizio (i) di strumenti
standardizzati: guida al sopralluogo,
protocolli di sorveglianza ambientale e sanitaria, soluzioni di bonifica
sperimentate, circolari operative sul
problema infortuni, schede informative, criteri per nuovi insediamenti
nel settore, indicatori. Di conseguenza l'importanza di una standardizzazione minima a livello regionale e nazionale.
• La questione delle "risorse da attribuire" da parte della USSL a questo
tipo di intervento in termini di operatori, strumenti (dall'informatizzazione ai campionatori, alle analisi) e
soprattutto di volontà politica di affrontare il problema del "dopo", di
discutere cioè con imprenditori e la-
voratori. Ricordiamoci che spesso
l'intervento va a toccare per intenderci le economie "floride" della zona (il mobile nella Brianza, il tondino
bresciano, le pelletterie in Toscana...) e che quindi vanno previste
per tempo le ricadute in termini
non solo di migliorate condizioni
ambientali, sanitarie e di sicurezza
ma anche di costi, occupazione, decentramento produttivo.
• Infine mai come in questo tipo di
intervento le novità introdotte con
la Riforma Sanitaria (partecipazione,
programmazione territoriale, interdisciplinarietà, verifica di efficacia...)
sono così determinanti e mai come
nel lavoro di comparto trovano piena espressione quelle tre aree di
professionalità che dovrebbero essere base dei nostri servizi (v. a riguardo gli Atti del nostro Convegno
di Caramanico Terme del 1984): la
impiantistica, la medico-biologica e
la chimica.
Laura Bodini
Gruppo di lavoro "Gestione dei dati
sugli infortuni"
I lavori del gruppo sono stati caratterizzati da una numerosa e attiva partecipazione di operatori dei servizi innanzitutto, ma anche di esponenti
degli assessorati regionali, dei sindacati, dei patronati sindacali.
Numerosi operatori hanno riportato
in sede di dibattito le loro esperienze
concrete, le loro osservazioni in merito
ai contenuti della relazione introduttiva, e non pochi hanno manifestato la
necessità di conoscere più a fondo le
esperienze di altri servizi al fine di dirimere dubbi ed incertezze operative:
anche dal punto di vista dello scambio
di esperienze e conoscenze, possiamo
affermare pertanto che i lavori di
gruppo sono stati di grande utilità.
Seconda osservazione preliminare:
l'alto numero di partecipanti ai lavori,
la quantità e la qualità degli interventi
confermano che il tema degli infortuni
sul lavoro costituisce, in questo momento, uno degli argomenti di maggio.tee-^^■^
GULP!
Al momento di andare in macchina ci
sono arrivate da Rimini 100 pagine di
"sbobinato " della tavola rotonda sulla
normativa. Vi comunicheremo sul
prossimo numero cosa abbiamo deciso di farne. La redazione (sconvolta).
re attualità ed interesse tra gli operatori; l'averlo scelto, fra tanti altri temi
ugualmente importanti, testimonia anche della capacità dell'associazione di
saper misurare "il polso" della situazione.
Vi è stato, in linea generale, un ampio consenso ai contenuti della relazione introduttiva, in riferimento alla
quale la maggior parte degli operatori
ha ritenuto di sottolineare gli aspetti
che, a loro giudizio, avrebbero semmai
meritato una trattazione più ampia.
La filosofia complessiva della relazione introduttiva, cioè il riferimento all'obiettivo generale della omogeneizzazione delle procedure operative per
l'acquisizione, la classificazione ed elaborazione dei dati sugli infortuni tra i
servizi e le unità operative, ha avuto
tra i partecipanti al dibattito piena
adesione.
Molti operatori hanno ritenuto di
sottolineare come la distinzione operata in sede di relazione introduttiva
tra vigilanza e gestione epidemiologica
in materia di infortuni sul lavoro sia,
nella maggior parte dei casi, alquanto
artificiosa e comunque spesso superata nei fatti, soprattutto in quelle situazioni nelle quali l'utilizzazione di taluni flussi informativi, quelli ad esempio
relativi al Pronto Soccorso degli ospedali, di fatto attiva entrambe le funzioni.
Al di là delle differenti soluzioni operative, è comunque da ribadire che l'obiettivo principale dei servizi e delle
unità operative resta l'attuazione di interventi di prevenzione nei luoghi di
lavoro e, in generale, la diffusione di
una "cultura della prevenzione"; a
questo obiettivo devono essere finalizzate, in ultima istanza, tutte le attività
dei servizi, ivi compresa l'attività di vigilanza, che assume un significato positivo, anche nei suoi aspetti più formali, solo se si hanno ricadute operative in termini di interventi di prevenzione.
L'operatore dei servizi e delle unità
operative di tutela della salute nei
luoghi di lavoro è, prima di tutto, un
tecnico della prevenzione: sono pertanto da rifiutare, degenerazioni burocratico-repressive tendenti a trasformare taluni operatori in "specialisti dell'accertamento e repressione dei reati",
e sono tanto più da rifiutare categoricamente ipotesi operative, purtroppo
attuate in alcune zone del paese, che
prevedano un vero e proprio "comando" presso le Preture o le Procure di
operatori dei servizi.
Tutti i partecipanti al lavoro di
gruppo hanno convenuto, in sintonia
con la relazione introduttiva, che per
una corretta e uniforme gestione dei
A
dati infortunistici a fini epidemiologic6prevenzionali risulta di fondamentale
importanza la disponibilità a livello delle Unità Sanitarie Locali di elaborazioni
effettuate sui dati in possesso dell'INAIL.
Al fine di rendere normale prassi ciò
che al momento sembra costituire solo
un limitato tentativo sperimentale, si
dà mandato alla Società di intraprendere, anche di concerto con altri Enti e
Istituzioni interessati (Patronati, Sindacati, Assessorati Regionali), tutte le iniziative necessarie volte ad ottenere
uno scambio continuo di informazioni
e dati tra Regioni e INAIL e, in particolare, tese ad ottenere la disponibilità
degli archivi INAIL quantomeno a livello degli uffici Regionali.
Ciò consentirebbe di inviare in periferia, con cadenza periodica, schemi di
elaborazione standard dei dati, aggregati per unità Sanitarie Locali. E auspicabile però che questi dati consentano di risalire alle singole aziende in
cui si è verificato l'infortunio.
Similmente, occorre adoperarsi per
estendere come normale prassi su
tutto il territorio nazionale la trasmissione da parte delle Sedi Provinciali
INAIL delle copie delle denuncie di infortunio già di pertinenza dell'Ispettorato del Lavoro.
Una volta soddisfatte queste esigenze, è indubbio che notevoli riflessi, anche in termini di un nuovo schema di
rapporti tra Enti e Istituzioni Pubbliche
e Servizio Sanitario Nazionale, potrebbero aversi nell'attività complessiva di
tutela della salute pubblica, anche al di
là del tema specifico degli infortuni sul
lavoro.
Ma anche dando per acquisita tale
nuova situazione di rapporti istituzionali, resterebbe comunque il problema
della definizione di uno schema standard di elaborazione dei dati di interesse delle USL e dei Servizi, con le opportune disaggregazioni per variabili,
tra le quali appaiono particolarmente
importanti il comparto e, ove possibile,
la mansione.
Allo stesso modo, va detto che occorre tendere ad un miglioramento del
livello di definizione delle variabili nei
records INAIL, con particolare riferimento da un Iato ai codici di classificazione dei camparti, delle circostanze,
degli agenti materiali e delle cause,
dall'altro al problema della correttezza
e della completezza nella compilazione dei certificati medici e delle denunce.
Sulla base delle considerazioni svolte, pare al gruppo di lavoro che l'attività futura della Società in merito alla
problematica della gestione epidemiologica degli infortuni sui lavoro debba
essere articolata nel seguente modo,
indipendentemente dai risultati che e-
mergeranno dalle istanze "politiche"
volte ad ottenere le informazioni in
possesso dell'INAIL: in una prima fase
si tratta di completare l'acquisizione
da parte del gruppo di lavoro SNOP di
tutte le esperienze concrete prodotte
dai servizi e dalle unità operative, al fine
di avere un più completo quadro di
riferimento a livello nazionale.
Successivamente, si propone, dopo
una breve riunione per la messa a
punto della situazione, l'avvio di una
fase di sperimentazione pilotata nella
quale siano esperiti soprattutto tentativi volti ad accertare la possibilità di valutare le cause d'infortunio, anche allo
scopo di favorire il passaggio da una
epidemiologia degli infortuni di tipo essenzialmente descrittivo, ad una epidemiologia di tipo analitico e, se possibile, valutativa.
Si tratta cioè di saper tradurre il dato epidemiologico in intervento operativo., e di verificarne l'efficacia in termini di riduzione del livello dei vari indicatori di infortunio.
Quando la fase di sperimentazione
di questi modelli sarà arrivata ad un
grado di approfondimento adeguato
sarà utile un momento di verifica specifico, che potrà essere, ad esempio,
una giornata monografica, nella quale
esporre i risultati complessivi del lavoro svolto, lasciando però anche spazio
alla trattazione degli aspetti peculiari
alle differenti esperienze prodotte.
In quella sede dovrà anche chiarirsi
uno dei problemi che, allo stato attuale, rimangono insoluti e cioè la questione della individuazione dei criteri di
selezione delle priorità d'intervento, in
relazione alla epidemiologia degli infortuni, sia rispetto a programmi specifici
di antiinfortunistica, sia nell'ottica della
programmazione della attività complessiva di Servizio: l'obiettivo è individuare nuovi indicatori che, partendo
da quelli tradizionali inerenti alla frequenza, gravità e durata, siano in grado di guidare le scelte operative.
Da ultimo, tale occasione potrà essere utile per iniziare una campagna di
"educazione al lavoro sicuro" che coinvolga tutti i soggetti direttamente o indirettamente interessati al problema e
che, rispetto al passato, si ponga in
particolare il problema di un coinvolgimento delle future generazioni di lavoratori, attraverso un'opera di educazione sanitaria che si esplichi in primo
luogo nelle scuole di formazione professionale e, in generale, nella scuola
secondaria superiore e all'Università.
Graziano Frigeri
Saluti
Recano il saluto all'assemblea nazionale della SNOP un gruppo di Igienisti
della Provincia di Milano, che intenderebbero portare un loro contributo
all'attività scientifica della Società come operatori della Prevenzione nei settore della sanità pubblica e dell'Igiene
ambientale.
Confidando di poter partecipare
con proposte concrete al prossimo
convegno nazionale.
Distinti saluti.
Dr. Pontoni, USSL Cologno M.
Dr. Riboni, USSL Corsico
Dr. Barlassina, U5SL Lodi
Dr. Tedesco, U55L Abbiategrasso
Dr. Donzelli, USSL 75/14 Milano
IL COMPARTO "EDILIZIA"
Con questo numero iniziamo un dibattito operativo sul problema dell'intervento nel comparto edilizia, un'area
ad alto rischio, da sempre scoperta
nell'attività dei servizi territoriali, "ereditata" con le funzioni di vigilanza.
Molti gli aspetti metodologici e tecnici aperti:
• il comparto edilizia può essere scelto
come area nella quale investire per
un certo tempo delle forze operative, ricavandone dei risultati anche
immediati in termini di diminuzione
degli indici di infortunio, come dimostra l'esperienza ligure qui riportata,secondo aspetto è sicuramente
quello della vigilanza a regime, dell'intervento cioè capillare e puntuale
in ogni cantiere aperto. E a tutti evidente la impossibilità che a questo
livello l'intervento venga effettuato
solo dai servizi territoriali. Si pone
quindi subito la domanda e allora
chi? La vigilanza urbana? 11 comitato
paritetico?....
❑ Il
ln questo primo numero presentiamo la scheda sperimentale usata
dalla Ussl n. 58 di Gorgonzola (Mi) in
collaborazione appunto con i vigili
urbani, che verrà commentata sul
prossimo bollettino;
• un altro aspetto dimenticato è che
l'edilizia non paga solo un tributo in
temi di infortuni ma anche di malattie professionali.
La sorveglianza sanitaria in questo
settore è compito importante (basti
pensare al problema della idoneità)
ma trascurato. Se sugli aspetti strettamente tecnici (patologia del comparto) il Convegno di Cortona (giugno 1984) è stato esaustivo, occorre
passare per così dire dalla teoria alla
pratica in modo esteso cercando
quindi di dare delle indicazioni operative unificanti;
• su altri aspetti più strettamente tecnici del tipo: cinture di sicurezza (utilità, obbligo all'uso), sorveglianza dei
ponteggi (ricordiamo a riguardo la
recente circolare del Ministero del
Lavoro n. 149 del 22/11/1985)... sarebbe utile avviare un confronto sulle esperienze concrete;
• da ultimo, non certo nei termini di
importanza la questione della formazione dei lavoratori.
1 contributi su questi temi vanno inviati a Laura Bodini presso U.O.T.S.L.L. via
Oslavia 7 20099 Sesto S. Giovanni (Mi).
L'edilizia ha rappresentato per le
uu.oo. un terreno di sperimentazione
su due fronti: quello dell'esercizio delle
funzioni ispettive e quello di un intervento in materia di sicurezza, per di
più in un settore non "scelto", ma imposto da alcuni fatti contingenti.
Non poche quindi le difficoltà per gli
operatori che si sono trovati improvvisamente a esercitare poteri nuovi, su
un aspetto (la sicurezza) da sempre
scarsamente affrontato per ragioni storiche e culturali, in un settore produttivo non solo mai indagato dai nostri
servizi ma anche assai diverso per le
sue caatteristiche strutturali dagli ambienti di lavoro abitualmente frequentati (le "fabbriche"). L'approccio è stato
brusco in quanto, a seguito del ripetersi di-incidenti mortali, vi sono stati nell'autunno 1982 aperti e organizzati
tentativi soprattutto nella provincia di
Genova per riaffidare a vecchi (Ispettorato del Lavoro) o nuovi (Polizia) enti,
le competenze in materia di sicurezza
sul lavoro appena affidate alle
UU.SS.LL., prendendo a pretesto l'impreparazione e inesperienza di queste.
ste riflessioni, si riferiscono con assoluta prevalenza ad una parte del settore
edile abitativo, cioè a tutta quella miriade di interventi - piccoli e grandi
di rifacimento, riparazione e manutenzione degli edifici.
Non sono pertanto considerati in
questa scheda gli aspetti relativi ad altre "edilizie", ai grandi cantieri di costruzione di edifici, di nuovi insediamenti urbani, di strade e autostrade,
così come ai cantieri presenti in altri
settori o comparti produttivi (vedi ad
esempio, nella realtà ligure: nella cantieristica navale e nella siderurgia). In
pratica questi 3 anni di intervento in
edilizia da parte delle unità operative
hanno visto una ,presenza piuttosto
massiccia e costante, con un numero
di sopralluoghi certamente rilevante
nel complesso, specie se rapportato alla non cospicua quantità di operatori
presenti. A titolo esemplificativo si riportano i dati numerici relativi agli interventi effettuati finora nella provincia
di Genova, ossia nel territorio in cui il
problema è sorto con maggior rilievo e
nel quale sicuramente si è maggiormente attivata una strategia "interUSL"; la semplice lettura di tali dati (v.
tabella? chiarisce tra l'altro con molta
evidenza il minor impegno quantitativo dedicato al problema nell'ultimo
anno: venuta meno la fase dell"'emergenza", nettamente diminuiti gli infortuni gravi o mortali, è diminuita anche
la "forzata" presenza "a tappeto" nei
cantieri, che certamente non poteva
né può costituire (per motivi abbastanza ovvi) una "costante di rendimento".
A tale diminuita presenza concorre
sicuramente anche una non eccessiva
...soddisfazione della maggior parte degli operatori per un tipo di intervento
abbastanza limitato e poco appagante
in termini di risultati su larga scala. Si è
tuttora in attesa di dati dall'INAIL sull'andamento degli infortuni nel settore
negli ultimi 3 anni, onde poter fare un
primo sommario e parziale bilancio, se
non già dei risultati ottenuti in termine
di sicurezza, almeno di alcune linee di
tendenza rapportate alla situazione
produttiva nel settore stesso, che pubblicheremo nel prossimo numero.
Si è quindi realizzato, questo sì per
"scelta politica", da parte degli operatori uno sforzo operativo per garantire
efficienza ed efficacia al fine di segnare
una presenza significativa e di segno
inequivocabile nei confronti dei soggetti coinvolti (00.SS. imprenditori,
Prefetto, ecc.) per occupare uno spazio
che - sebbene_ assegnato dalla legge
- poteva essere usato da altri e soprattutto in altro modo.
Due aspetti erano infatti sufficientemente e collettivamente chiari agli operatori: da un lato il fatto che il loro
intervento - particolarmente in questo settore - si collocava e si colloca
a valle rispetto a un complesso di fattori che rappresentano le principali
motivazioni della scarsa sicurezza per i
lavoratori dell'edilizia; dall'altro il fatto
che la vigilanza
anche in edilizia
deve essere esercitata in modo programmato, coordinato, istituendo strumenti informativi e operativi, instaurando procedure precise. La nostra esperienza e, conseguentemente, que-
Ispezioni in edilizia nelle UU.SS.LL. della provincia di Genova
Anno
Ispezioni
Rivisite
Denunce
Sequestri
1982/83
851
555
193
9
1984
509
466
80
2
al 15/11/85
295
252
56
1
A tali dati vanno aggiunti in questi 3 anni n. 978 sopralluoghi (comprendenti
ispezioni e rivisite) eseguiti da operatori dell'ex ENPI.
in sintesi, riportiamo alcuni degli aspetti operativi della nostra esperienza
di maggior interesse:
1) individuazione dei cantieri: vengono utilizzate più fonti: fino all'84 l'unica
che - almeno per la provincia di Genova ha funzionato abbastanza bene è
stata la fonte INAIL, tramite lo smistamento periodico da parte dell'Istituto
assicuratore delle denunce di nuovi lavori che allo stesso pervengono; sono
in corso inoltre in alcune UU.SS.LL. interessanti collaborazioni con i Vigili urbani;
2) Sono state preparate una guida al
sopralluogo in edilizia e una modulistica uguale per tutta la regione: ciò non
ha eliminato comunque finora differenze di comportamento specie dal
punto di vista giudiziario e nei rapporti
con la magistratura, differenze ancora
più rilevanti rispetto ai pochi operatori
ex ENPI che ancora intervengono nel
settore;
3) si è consolidata una prassi di verifica delle prescrizioni;
4) è stato costituito in molte UU.SS.LL.
un archivio di aziende edili con l'indicazione per ognuna di tutti i cantieri
visitati e dei relativi provvedimenti adottati; ciò consente rapide comunicazioni tra le UU.SS.LL. (fatto importante
a Genova dove la provincia è suddivisa
in 11 UU.SS.LL.;
5) si organizza la raccolta delle inosservanze più frequentemente riscontrate con periodiche riflessioni su
quanto emerge.
Dal punto di vista tecnico rimangono aperti molti problemi (a titolo esemplificativo, e su piani diversi, si possono citare: - quali controlli tecnici sulle modalità di costruzione dei ponteggi
deve e può fare l'USL? - Come incidere
sull'uso delle cinture di sicurezza? - Come si adatta la normativa vigente alle
nuove tecnologie del settore?) sui quali
sarebbe interessante attivare riflessioni
e dibattiti tra tutti gli operatori.
Un problema che comunque è interessante sottolineare è rappresentato
dal fatto che finora nella nostra esperienza gli interventi in questa edilizia si
sono limitati salvo poche eccezioni agli
aspetti della sicurezza, senza approfondire l'igiene del lavoro, fatto che
paradossalmente inverte la nostra ab_ ituale tendenza.
Inosservanze più frequenti
riscontrate in due USI
Articoli (D.P.R. 164156)
%
art. 24 Parapetti............................ 78
art. 8 Scale a mano................... 66
art. 33 Docum. Ponteggio............ 49
art. 23 intavolati........................... 50
art. 30 Autoriz. Ponteggio............ 37
60
art. 31/32 Progetto e Relaz... ,
art. 10 Cintura di Sicurez............ 45
Dati statistici relativi all'attività del
Comitato paritetico di Genova e
provincia per la prevenzione
infortuni, l'igiene e ambiente di
lavoro dal 1/1/1984 al 31/12/1984
Totale visite effettuate:
Totale lettere inviate:
Totale inadempienze
n. 525
n. 300
n. 1.745
• Suddivise per leggi:
D.P.R. 164:
D.P.R. 547:
D.P.R. 303:
Q.P.R. 320:
n. 1.130
n. 564
n.
39
n.
12
Percentuali per capitolo in base al
totale inadempienze
%
Viabilità luoghi di lavoro:
Scavi:
Aperture nel suolo
e nelle solette:
Scale:
Ponteggi:
Macchinari:
Apparecchi di sollev.:
Dispositivi di messa a terra:
Impianti elettrici:
Illuminazione:
Mezzi di Protez. individ.:
Lavori di demolizione:
Opere speciali:
Igiene dei lavoro:
Denunce Autorità ispettive:
0,97
0,52
6,59
52,26
0,06
1,15
13,75
0,17
0,11
20,80
0,69
2,92
3,97
* in base al totale visite effettuate.
Prospettive - Le tendenze attuali sono orientate al mantenimento di una
sufficiente vigilanza-presenza nei cantieri ma con criteri di intervento qualitativamente più "mirato"; al tempo
stesso si sta tentando di avviare iniziative collaterali di più ampio respiro.
In sintesi si intende: - migliorare in
termini quanti/qualitativi (v. anche
tempestività) le fonti di informazione
sull'ubicazione e caratteristiche dei
cantieri esistenti; - organizzare meglio
e uniformare i nostri archivi delle im-
prese edili; - affrontare il settore in modo coordinato da parte delle uu.oo.
per lo meno a livello provinciale e in
particolare su alcuni aspetti (ad es. accertamenti sanitari periodici); - definire
ulteriormente la collaborazione con altri soggetti, in particolare con i Comitati paritetici provinciali (attivati in alcune realtà liguri come in poche altre
provincie italiane); - realizzare momenti di formazione per i lavoratori, quali
un rapporto stabile con la scuola edile,
l'utilizzo di periodici sindacali, seminari
e incontri a livello di zona.
(fine della la parte)
Visite mediche periodiche
obbligatorie per gli addetti
all'edilizia
b) voce 48 dell art. 33 del D.P.R.
303/56: per lavoratori che impiegano
utensili ad aria compressa (martelli
pneumatici, vibratori);
c) voce 33, 39, 40 e 41 dell'art. 33 del
D.P.R. 303/56: per i verniciatori;
d) allegato 8 del D.P.R. 1124/65: edili
esposti a rischio di silicosi e asbestosi:
lavori di scavo in gallerie con rocce silicee, cementi argillosi, uso e demolizione di materiale contenente asbesto;
e) alla voce 41 della Nuova Tab. delle
MP.; per operai che presentino malattie
cutanee da utilizzo di cemento e olii
minerali;
1) alla voce 44 della Nuova Tab. delle
MP: per ipoacusia causata da uso di
utensili ad aria compressa, lavorazioni
di seghe per metalli, lavorazione meccanica del legno con seghe circolari,
lavori in galleria con mezzi meccanici
ad aria compressa;
Dal punta-di vista legale gli obblighi
di visite mediche periodiche e le denunce di malattie professionali in base
al D.P.R. 303/56 e alla Nuova Tabella
delle Malattie professionali (D.P.R. 482
del 9/6/75) sono ravvisabili per le seguenti voci:
a) voce 47 dell'art. 33 D.P.R. 303/56
(sostanze cancerogene): per gli addetti
all'uso di olii disarmanti, di catrame e
bitume;
USL n. 9
via 5. Giovanni Battista, 48
16154 Genova - tel.
010/600851
USI n. 12
piazza 5. Matteo, 15
16123 Genova - tel.
010/297780
g) alla voce 47 della Nuova Tab. delle
MP: per broncopneumopatie da inalazione di silicati o di calcare con le loro
conseguenze dirette: operai esposti a
polveri di cemento, calci, gessi, marmi,
sabbie.
t
0
SCHEDE INFORMATIVE SUI CANTIERI
EDILI
(DA COMPILARSI A CURA DEI VIGILI
URBANI)
segue scheda 2
Denominazione
e ragione sociale
Sede legale
Tipo di
lavorazione eseguita o
servizio prestato
Adesione al Ccnl
5!
NO
SCHEDA N. 1
Data del sopralluogo
Agente che ha eseguito il sopralluogo
Ubicazione del cantiere
Numero della concessione edilizia
Data del rilascio della concessione edilizia
edificio residenziale
edificio pubblico
uffici
capannone industriale
SCHEDA N. 3
Prima sommaria valutazione delle
condizioni di sicurezza ai fini della
prevenzione degli infortuni
Tipo di lavori da eseguire
nuova costruzione
ampliamento
ristrutturazione
manutenzione
.................................................................
Data del sopralluogo
Stato dei lavori all'atto del sopralluogo
Valutazioni
(buono - sufficiente - da verificare)
viabilità
scale a mano
protezioni posti di lavoro
scavi
ponteggi
parapetti per la protezione di luoghi
pericolosi in genere
ponti a sbalzo
andatorie
castelli per elevazioni
ponti sui cavalletti
aperture in pareti e pavimenti
scale in miniatura
demolizioni
protezione macchine in genere
sega -circolare
betoniere
idoneità mezzi di sollevamento
isolamento componenti impianto
elettrico
interruttori elettrici
impianto di messa a terra
protezione contro le scariche atmosferiche
condizioni igieniche servizi
condizioni igieniche locale mensa e
spogliatoi
Tecniche di costruzione
tradizionale
mista
prefabbricato
Altezza della costruzione
Volume della costruzione
Data di apertura del cantiere
Data presunta di ultimazione dei lavori
Proprietario della costruzione
Residenza o sede legale del proprietario della costruzione
Nome e ragione sociale dell'impresa
costruttrice
Sede legale dell'impresa costruttrice
Generalità del titolare o legale rappresentante della impresa costruttrice
Generalità del direttore lavori
SCHEDA N. 2
Data del sopralluogo
Presenza del capocantiere (o di un suo
assistente all'atto del sopralluogo.
Iscrizione dei dipendenti dell'impresa
alla Cassa edile.
Presenza di un rappresentante sindacale all'interno del cantiere.
Numero medio dei dipendenti dell'impresa costruttrice che saranno presenti
in cantiere durante lo svolgimento dei
lavori.
Numero dei cantieri in cui sta operando nello stesso periodo l'impresa costruttrice.
Adesione dell'impresa costruttrice al
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini.
Altre imprese che stanno eseguendo o
eseguiranno lavori in subappalto:
Da controllare
Cartello con dati del cantiere
all'ingresso
Concessione edilizia
Registro infortuni
Libretto apparecchi sollevamento
Documentazione ponteggi
Denuncia impianti messa a terra
Denuncia protezione contro scariche
atmosferiche
Cassetta di Pronto Soccorso
e
schede a cura U.O.T.S.L.L. Usi 58
via Don Gnocchi, 2 - Gorgonzola
(Mi) - tel. 02/95 1 1 557
SEMINARI
LEGNO
Il Convegno di Rimini ed in particolare il dibattito sugli interventi di comparto inizia a trovare i primi sbocchi
operativi: si sta infatti organizzando una giornata monografica dedicata
all'intervento nel settore del legno da
svolgersi indicativamente a giugno
1986 in Lombardia (Milano o area della
Brianza).
Scopo prioritario di questa iniziativa
è di fornire agii operatori strumenti
"concreti", immediatamente fruibili,
tecnicamente e scientificamente corretti.
In altri termini un "kit di comparto"
con: metodiche di campionamento
'degli inquinanti ambientali, protocolli
di sorveglianza sanitaria, criteri di bonifica ampiamente sperimentati, criteri
per nuovi insediamenti, circolari operative, ad esempio, sul problema infortuni, schede informative, normative
specifiche, ecc.
Al medesimo tempo la giornata sarà
una buona occasione per definire lo
stato delle conoscenze su rischi e soluzioni certe, nonché i "sottocomparti" e
i problemi ancora scoperti.
Ulteriore elemento caratterizzante
sarà il coinvolgimento del mondo artigiano e della piccola impresa, i costruttori di macchine ed impianti e le
riviste specializzate nel settore.
Per informazioni ulteriori, accordi
(contributi, comunicazioni, poster), telefonare o scrivere a:
Marco Cerchioli, Elio Tagliabue
U.O.T.S.L.L.-U.S.S.L. n. 72 - Cantù
via Cavour 70 - 22063 Cantò (Co)
tel. 031/705330
Roberto Cecchetti, Maurizio Riva
U.O.T.S.L.L.-U.S.5.L. n. 67
via Mosè Bianchi 23 - 20045 Carate
Brianza (Mi)
tel. 0362/902837
innovazioni tecnologiche e di un largo
interesse al problema delle ditte costruttrici di macchine -- alcuni problemi aperti.
Alcune Ussl lombarde da qualche
tempo stanno lavorando su questo
comparto in modo coordinato. La loro
esperienza è alla base di un seminario
che verrà organizzato dalla Snop nei
prossimi mesi.
Chi intendesse contribuire si può
mettere in contatto con le seguenti Unità Operative TSLL:
USSL n. 57 - 20077 Melegnano, via G.
Maestri, tel. 0219830041;
USSL n. 58 - 20064 Gorgonzola, via
Don Gnocchi, 2, tel. 0219511557;
USSL n. 66 - 22095 Cusano Milanino,
via Ginestra, 1, tel. 02/6192746.
AMIANTO
All'interno dell'iniziativa ligure "intorno al primo maggio" presentata sul
notiziario vi sarà un dibattito sulle esperienze territoriali di prevenzione
primaria sul rischio amianto: bonifiche,
materiali sostitutivi, soluzioni tecniche
ed indicazioni operative ad esempio
sull'annoso problema dei trattamenti
degli edifici pubblici. Chi intendesse
presentare su questi temi idee, esperienze, contributi, poster, ... è pregato
di fare riferimento a;
dott. Claudio Calabresi, Usi n. 12, Genova
piazza S. Matteo, 15 - tel. 010/297780;
ing. Umberto Laureni, Usi n. 1, Trieste
via Morpurgo, 7 - tel. 040/280862.
CONGRESSI .
Quantitative methods in
epidemiology
Como (Italia) 5-70 maggio 1986
rif. Pier Alberto Bertazzi
Clinica del lavoro di Milano
via S. Barnaba, 8 - 20122 Milano
tel. 02/5450812
Biochemical and cellular indices
of human toxicity in
occupational and environmental
medicine
Milano 79-22 maggio 7986
rif. V. Foà, M. Maroni, A. Colombi
Clinica dei Lavoro di Milano
via S. Barnaba, 8 - 20122 Milano
tel. 02/5460093
XIXes Journeés Nationales de
Médicine du Travail
STAMPAGGIO MATERIE PLASTICHE
Lo stampaggio materie plastiche ha
più o meno pacificamente invaso i nostri territori rappresentando in alcune
aree geografiche un comparto produttivo di larga diffusione. Poco conosciuto nei rischi soprattutto di tipo ambientale sia per i problemi di ordine
tecnico (difficoltà ad esempio di campionamento ed analisi di monomeri o
di prodotti di degradazione termica),
che di ordine strettamente sanitario
(quasi totale assenza di indagini epidemiologiche tra gli esposti), presenta anche per gli aspetti di ordine antinfortunistico
aldilà di alcune interessanti
Crénoble (Frante) 14-77 maggio
7986
rif. CERC, 4, rue - Louis Armand,
92600 Asnieres
tel. 1/7911280
Lead, chromium and thallium Toxicity, health impact,
regulation
Milano, Auditorio dell'Università,
7-9 aprile 1986
rif. L. Manzo, piazza Botta 10
casella postale 27100 Pavia
NOTIZIARIO
FIRENZE 3-4 ottobre
TORINO: molto rumore per...
Nei giorni 3 e 4 ottobre si è svolto a
Firenze, presso il Centro Affari, il Convegno "Progettazione trasferimento di
tecnologie sicure, formazione alla sicurezza, nell'artigianato e nelle piccole imprese" organizzato dal Centro di
documentazione e ricerca dell'EPASACNA per i settori autocarrozzeria e legno.
Hanno partecipato ai lavori con relazioni e comunicazioni: cliniche del
lavoro, funzionari delle commissioni
CEE, servizi territoriali, unità operative,
le associazioni dei costruttori di impianti e macchine.
Numerose le relazioni e le comunicazioni presentate anche se si devono
registrare carenze su alcune tematiche
(formaldeide, radiazioni elettromagnetiche) e ridondanze su altre (rumore).
L'iniziativa riflette comunque l'interesse che negli ultimi tempi, e a vario
titolo, si rivolge verso le attività artigiane, sia per quanto riguarda la definizione dei rischi e dei danni alla salute degli addetti, sia per le iniziative di prevenzione: sicurezza di macchine e impianti, educazione alla sicurezza.
Tra i due settori affrontati quello
delle autocarrozzerie appare il meno
conosciuto e tutelato, mentre il settore
legno da alcuni anni è oggetto di maggior attenzione, e le relazioni presentate lo hanno chiaramente evidenziato.
Alcuni argomenti meritano di essere
citati:
- risoluzione del Consiglio della CEE
relativa ad una nuova strategia in materia di armonizzazione tecnica e normalizzazione dei prodotti industriali;
- analisi di materiali presenti in autocarrozzeria, la presenza di "benzene (D,
cloroformio, epicloridina" e il superamento della quota massima del 45%
di toluene-xilene in numerosi prodotti
sono altrettanti indicatori di allarme;
- un'esperienza di formazione e di educazione alla sicurezza nel settore
autocarrozzerie in Emilia (manuale);
- raccomandazioni di sicurezza per le
macchine lavorazione regno, sotto forma di schede predisposte dall'Associazione dei costruttori (ACIMALL) per gli
associati;
- un'esperienza di nuovo insediamento artigiano (bonifica integrale);
- corso modulare di formazione alla sicurezza per il settore legno in Toscana.
La pubblicazione degli atti è prevista; attualmente le principali relazioni
e l'elenco delle comunicazioni (titolo e
autore) sono disponibili; chi fosse interessato in proposito può rivolersi a:
M. Cerchioli c/o Servizio igiene pubblica ambientale e tsll - Ussl n. 12 - via
Cavour 10 - 22063 Cantò (Co) - tel.
Si è tenuta il 17/10/85 (dalle 9.30 alle
12.30) presso i locali dell'Assessorato
alla sanità della Regione Piemonte in
c.so Regina Margherita a Torino, una
riunione organizzata dall'Ufficio igiene
e sicurezza del lavoro, dell'Assessorato
stesso, avente come tema il nuovo
manuale sui rumore che la Regione sta
per pubblicare. Erano presenti un centinaio di operatori delle varie sezioni
TSL della Regione i quali sono stati
chiamati per discutere in quella sede
con gli esperti dell'Assessorato (pf.ssa
Merluzzi della Clinica del Lavoro di Milano, pf. Chiattella e pf. Spagnolo del
Galileo Ferraris) eventuali proposte di
modifica al vecchio manuale e suggerimenti derivanti dalla propria pratica lavorativa.
La riunione è stata preceduta dall'invio di un questionario e di altra documentazione specifica sull'argomento
(per altro non pervenuta a tutti), che
avrebbe dovuto definire un quadro
sulle capacità di ogni singola unità operativa ad affrontare il problema in
questione. I problemi emersi, seppure
di notevole interesse data la diffusione
0311705330.
17
del rischio rumore industriale sul territorio regionale e dato soprattutto lo
scopo della riunione stessa (apporto di
contributi pratici per la definizione di
un manuale operativo), sono stati trattati in modo insoddisfacente e soprattutto insufficiente, questo non già per
la partecipazione degli operatori od il
contributo degli esperti, quanto essenzialmente per carenze organizzative e
di coordinamento.
Riteniamo infatti decisamente riduttivo il convocare su un problema di
tale ampiezza e portata una sola riunione di operatori senza farla precedere e/o seguire da gruppi di lavoro formati da tutti gli addetti del settore con
eventuali esperti, all'interno dei quali si
confrontino i differenti livelli organizzativi raggiunti, le diverse metodiche utilizzate nonché i diversi problemi pratici emersi. Sorge il sospetto che questo
tipo di gestione serva in realtà a mascherare incapacità o meglio non volontà di coordinamento e a limitare ad
aspetti di facciata e non di contenuto
la consultazione e partecipazione degli
operatori di base.
si.bo.
ASTI 29 ottobre
Su iniziativa della Cgil si è tenuto,
martedì 29 ottobre 1985, presso la Camera di Commercio di Asti un dibattito avente come occasione l'ultimo libro di Raffaele Guariniello, Se il lavoro
uccide, edito da Einaudi. Oltre a Guariniello che, come si sa, è consigliere di
Corte d'Appello ed esercita le funzioni
di Pretore penale a Torino occupandosi particolarmente di problemi inerenti
la salute nei luoghi di lavoro, erano
presenti Benedetto Terracini, professore ordinario presso la cattedra di Epidemiologia dei tumori umani dell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Torino; Mario Bozzola, dirigente della Pretura di Asti; Fulvio Perini, segretario regionale Cgil.
Ad una nutrita quanto taciturna
presenza dell'Unione industriale locale
ha fatto riscontro l'attiva partecipazione di diversi Consigli di fabbrica della
zona tra cui proprio quelli che sono
stati i principali protagonisti delle lotte
per la salute in fabbrica negli ultimi ann i.
I temi trattati nel libro di Guariniello
sono serviti da spunto per un'ampia
discussione che ha toccato gli argomenti più importanti della legislazione
sulla prevenzione nei luoghi di lavoro,
fino ad arrivare ai principali episodi
giudiziari locali connessi con la salute
in fabbrica.
Interessante l'intervento del dottor
Bozzola che riprendendo una sentenza
di condanna da lui emessa nei confronti di alcuni dirigenti della locale vetreria del gruppo Avir per diversi casi
di ipoacusia da rumore, ha evidenziato
come in questi ultimi anni, molte volte
la Magistratura ha dovuto sopperire alle carenze sindacali per quanto riguarda le denunce della nocività ambientale e la salvaguardia della salute operaia, sottolineando come purtroppo
sempre più spesso il ricorso alla Magistratura per problemi inerenti la salute
in fabbrica evidenzi una incapacità
contrattuale del sindacato su questi
si.bo.
temi.
GENOVA
Intorno al 1° Maggio 1986
Si è definita a Genova l'idea di una
iniziativa di riflessione sull'ambiente di
lavoro non strettamente riservata agli
addetti ai lavori, ma allargata a fasce di
utenza ampia. L'iniziativa, una sorta di
"6 giorni sull'ambiente di lavoro", ha
preso avvio da un progetto comune a
12 UU.SS.LL. figuri di utilizzo di fondi
finalizzati; in essa dovrebbero trovar
spazio punti di vista diversi (dei tecnici,
dei mass-media, degli utenti) sullo stesso tema dell'ambiente di lavoro e dei
modi di possibile intervento. A dar voce alle diverse ottiche e a permettere il
dialogo reciproco saranno una varietà
di mezzi espressivi di comune utilizzo
ed efficace presa (tecniche fotografiche, audiovisive, cinematografiche) oltre a seminari, dibattiti e varie amenità....
In sostanza l'iniziativa-spettacolo
vuole fondere l'utilizzo dei tradizionali
mezzi di informazione del "mondo
scientifico" e di tecniche di più facile
approccio per l'utenza più vasta, fornendo al tempo stesso l'occasione di
una raccolta di vario materiale prodotto da più parti sull'argomento (documentari a taglio storico o di cronaca,
spezzoni di film di circuito commerciale, audiovisivi tecnici, documentazioni
fotografiche, ecc.) con ovvie ricadute
in termini di strumenti di lavoro diffusibili e riutilizzabili.
Il tutto senza pretese enciclopediche e senza voler ovviamente esaurire
l'argomento, provocando e stimolando
piuttosto ulteriori iniziative ed esperienze più o meno analoghe-utili ad attivare (o riattivare?) una maggior sensibilità ed attenzione ai problemi legati
alla prevenzione nei luoghi di lavoro
ed a riflettere e sperimentare nuovi
spunti di formazione nei confronti dell'utenza dei nostri Servizi. Nelle giornate "intorno al l° Maggio" (prevedibilmente 3-4 giornate) troveranno posto:
- una rassegna di produzioni filmiche
del circuito commerciale che abbiano avuto come argomento situazioni
e
di ambienti di lavoro (come i massmedia vedono e hanno visto l'ambiente di lavoro); è ancora in fase di
studio l'eventualità di un montaggio
ragionato e critico di spezzoni di
films, che permetterebbe più agilmente della rassegna una analoga riflessione;
una rassegna di audiovisivi di lavoro
(come i soggetti istituzionali vedono
e hanno visto l'ambiente di lavoro);
una mostra fotografica di materiale
attuale e storico sugli ambienti di lavoro (produzioni dei servizi, delle aziende, di archivi qualificati, ecc.);
una tavola rotonda-seminario sui sistemi informativi, sui sistemi di comunicazione di massa e sul rapporto
tra informazione e prevenzione;
una mostra di materiale anti infortunistico e di strumentazioni di igiene
ambientale;
una mostra di libri-riviste sulle tematiche della prevenzione nei luoghi di
lavoro (allo studio).
Oltre alle sezioni citate, troverà un
ampio spazio (tuttora "aperto") l'esperienza comune dei servizi con varie soluzioni tuttora in fase di definizione: una tavola rotonda su problemi operativi legati al rischio amianto (tavola rotonda tra operatori che abbiano fatto
esperienze e che abbiano idee e riflessioni propositive sull'argomento), una
riflessione locale sullo stato, le esperienze ed i problemi dei servizi liguri; è
anche in progetto un seminario "internazionale" che metta a confronto le esperienze degli operatori di varie altre
nazioni.
L'iniziativa sarà collocata in più sedi,
individuate nell'ambito del patrimonio
storico architettonico della vecchia
Genova.
Chi è interessato a partecipare "attivamente" con materiale fotografico, video, audiovisivi, film... prenda contatto
con il gruppo di lavoro che "tira le fila"
di questa iniziativa presso I'U.O. igiene
e sicurezza ambienti di lavoro dell'Usl
n. 12 - piazza S. Matteo, 15 - tel.
010/297780 - Genova.
RIMINI: è successo
anche questo
Comunicazione giudiziaria da parte
della Procura della Repubblica contro
l'USSL n. 40 dí Rimini nelle figure del
Presidente e di 3 tecnici tra i quali il
responsabile del servizio di medicina
preventiva e igiene del lavoro per l'articolo 437 del Codice Penale "rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro"
11 caso "che riguarda i fumi del forno
di incenerimento dei rifiuti ospedalieri"
è molto grave
non solo per le pene
previste, ma anche perché prevede una responsabilità cosciente degli imputati.
L'aspetto per lo meno peculiare e da
respingere fermamente è il considerare
il nostro servizio un "servizio di sicurezza aziendale dell'USSL" che non deve rispondere solo di atti conseguenti
alle funzioni di vigilanza (rapporti...) ma
anche di atti "tecnici" conseguenti
(controllori e controllati?). Gli operatori
della USSL di Rimini tranquilli sul primo
punto, non possono certo esserlo sull'altro. La vicenda portata alla ribalta
durante il Convegno SNOP ha suscitato larga solidarietà; va comunque detto che è indispensabile fare chiarezza
sulle reali responsabilità.
A tale riguardo pubblichiamo una
nota informativa a cura del SMPIL di
Rimini.
Il SMPIL di Rimini, similmente agli altri servizi deEia Regione e più in generale del Paese, non può configurarsi
come "servizio aziendale di sicurezza
del lavoro", svolgendo, bensì, funzioni
di vigilanza.
Analogamente, al Servizio di fisica
sanitaria ospedaliera sono attribuiti
compiti di sorveglianza fisica per la
protezione contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti (art. 34 del Dpr n.
128/1969) essendo le funzioni di vigilanza assegnate al SMPIL e all'ispettorato del Lavoro.
II Legislatore nazionale e l'Amministrazione regionale hanno disposto una netta separazione tra i compiti assegnati agli organi di vigilanza (SMPIL)
e gli obblighi dell'imprenditore "ex" art.
2087 cod. civ, e leggi speciali (D.P.R. n.
303/56, D.P.R. n. 547/55, ecc.) al fine di
evitare conflitti di competenza, confusione di ruoli e, conseguentemente,
circoli
viziosi:
"organo
controllore/cont rol lato".
In ordine alla vicenda UTIC-inceneritore dell'ospedale "Infermi" di Rimini
occorre, preliminarmente, chiarire ruoli
e responsabilità dei vari soggetti:
1) Comune di Rimini -- titolare di tutte
le funzioni amministrative in materia di
assistenza sanitaria ospedaliera (art. 13,
L. n. 833/78), e proprietario di tutti i
beni mobili ed immobili e le attrezza-
ture destinate prevalentemente ai servizi sanitari, ivi compreso, quindi, l'ospedale "Infermi" (art. 65, L. n. 833/78).
2) USSL n. 40 Rimini Nord - gestisce i
beni mobili e le attrezzature destinate
ai servizi igienico-sanitari dei comuni
ed esercita tutte le funzioni dei comuni in materia igienico-sanitaria (art. 66,
3 c., L. n. 833/78).
3) Direzione sanitaria - dirige l'ospedale ai fini igienico-sanitari e ne risponde al Presidente (art. 5, D.P,R, n.
128/69).
4) Ufficio o Servizio tecnico - non ancora chiare le responsabilità dirette.
5) Servizio di medicina preventiva ed
igiene del lavoro - organo di vigilanza
sull'applicazione delle norme di legge
vigenti in materia di tutela dei lavoratori (art. 21, 2 c., L. n. 833/78).
6) Servizio di igiene pubblica - organo di vigilanza sull'applicazione delle
norme di legge in materia di sanità
pubblica, ivi compreso ogni forma di
inquinamento ambientale (art. 19, L.R.
n. 19/1982).
Vanno ricordate, inoltre, le specifiche competenze dei VV.FF., del Cria
(Comitato Regionale contro l'inquinamento atmosferico), del PMP - Settore
impiantistico (già ENPI) e del PMP - Settore chimico-ambientale.
rif. M. Stambazzi
Usi 40 Rimini
tel. 0547/56073
FINLANDIA: Un sistema centralizzato
di registrazione delle esposizioni a
cancerogeni
Dal 1979 è in attività in Finlandia la
registrazione centralizzata presso l'Istituto di medicina del lavoro di Helsinki,
delle esposizioni occupazionali a cancerogeni. Il sistema di sorveglianza fu
inaugurato a seguito della ratifica della
convenzione 139 dell'Organizzazione
internazionale del lavoro, che prevede
tra le altre cose la creazione di un "appropriato sistema di registrazione" sull'uso di sostanze cancerogene.
La convenzione è stata ratificata da
molti paesi, tra i quali l'Italia nel 1981,
ma l'esperienza che si sta compiendo
in Finlandia rimane unica nel suo genere.
La sorveglianza viene effettuata su
una lista di 50 cancerogeni (aumentata
a 162 con decreto del governo finlandese in vigore dall'anno '86).
I datori di lavoro sono tenuti a notificare ogni anno i nomi dei lavoratori
esposti, o che potrebbero essere esposti a sostanze comprese nella lista. Le
informazioni vengono poi passate ai
servizi ispettivi sui luoghi di lavoro, che
controllano l'ottemperanza all'obbligo
di notifica e a seconda dei casi impongono o suggeriscono la messa in atto
di misure preventive.
Gli obiettivi del sistema sono: conoscere le situazioni a rischio; diffondere
tra i datori di lavoro e i lavoratori la
consapevolezza dei rischi a lungo termine legati all'uso di certe sostanze
chimiche e promuovere la sostituzione
o l'adozione di efficaci misure preventive; facilitare il riconoscimento di effetti negativi per la salute degli esposti,
anche diversi dal cancro, non ancora o
non adeguatamente conosciuti; controllare l'efficacia delle misure preventive adottate.
A questo sistema di sorveglianza è
stato dedicato il 14 novembre un se-
minario presso l'Unità sanitaria locale
di Torino, organizzato dalle Aree di Epidemiologia e di Formazione. Il seminario è stato tenuto da Timo Kauppinen, igienista industriale di Helsinki.
La relazione di Kauppinen è stata
apprezzabile per chiarezza e per il fatto di aver analizzato, oltre ai successi
(informazione; educazione; messa in opera in concreto di misure tecniche di
prevenzione) e le promesse, anche i limiti e le difficoltà del sistema da loro
sperimentato; in particolare l'ancora
insufficiente copertura della rilevazione.
Ancora più interessante è stato il dibattito, molto vivace, sull'opportunità
di promuovere in Italia, su base regionale sistemi di questo tipo, o se questi
siano da noi superati da! fatto di disporre di una maggiore conoscenza
del territorio o dell'avere sviluppato diverse e più efficaci modalità di intervento.
Chi fosse interessato a ricevere il testo della relazione di Kauppinen può
richiederla all'indirizzo indicato.
A. Ponti
Area di Epidemiologia
Ussl 1-23
via Francesco da Paola, 31
70723 Torino - tel. 017/544088
Atti Caramanico
Sono disponibili gli Atti dei VI Convegno degli operatori L'organizzazione del lavoro nei servizi" tenutosi a Caramanico Terme (1984).
Chi desiderasse riceverli dovrà versare 10.000 su{ c/c postale n. 16641656
intestato a ULSS di Popoli, specificando la causale ed inviare fotocopia dell'avvenuto pagamento a: Rodolfo Amati o Annamaria D'Alimonte - Servizio di medicina del lavoro - presso poliambulatorio ULSS 65027 Scafa (Pe) Tel. 035/8541276.
BILANCIO SNOP 1985
Entrate
Residui attività coord, naz.
Quote associative
Contributi vari
Quote iscriz. convegno soci
Proventi attività econom.
Conv. Rimini (quote non soci, affitto stand espositivi...)
5.550.000
23.740.000
2.323.000
2.700.000
Totale entrate
39.003.000
4.690.000
Uscite
Spese costitutive Società
943.000
Bollettino (stampa, sped. 2 num.)
8.793.000
Spese per Convegni (Rimini, Bologna, Brescia)
18.039.700
Rimborso spese viaggi soci (riunioni
naz.)
1.480.300
Spese postali e di cancelleria
2.816.000
Oneri tributari vari
1.931.000
Residuo
5.000.000
Totale uscite
39.003.000
BILANCIO DI PREVISIONE 1986
Entrate
Residui 1985
Quote associative
Contributi- vari
Iscrizioni 8° Convegno
5.000.000
30.000.000
5.000.000
8.000.000
Totale entrate
48.000.000
Uscite
Stampa e spedii. 4 numeri
bollettino
Spese postali e dì canc.
Rimborso spese soci
Spese seminari e convegni
Spese 8° Convegno
Oneri tributari vari
16.000.000
5.000.000
4.000.000
12.000.000
9.000.000
2.000.000
Totale uscite
48.000.000
UN COMITATO PER LA DIFESA E IL
RILANCIO DEL DIRITTO ALLA
SALUTE E DELLA RIFORMA
SANITARIA
La "Riforma sanitaria" non rappresenta solo un processo di razionalizzazione nella erogazione delle prestazioni sanitarie, ma una vera riforma sociale che opera un "processo rivoluzionario" rispetto al tradizionale impianto
"verticale" della amministrazione non
solo sanitaria, ma pubblica in generale.
I suoi riflessi, con ia logica di "localizzazione" del potere e di "socializzazione" dell'amministrazione, oltre che
della politica, sono di ordine sociale,
economico, istituzionale e culturale.
Essa rappresenta un esempio concreto di come si può e con quali forme, procedere ad una "modernizzazione", "rifondazione" e "innovazione" dello Stato e della pubblica amministrazione non solo nel rispetto, ma nella
attuazione del principi costituzionali.
Si può quindi comprendere le ragioni delle forze conservatrici nello sviluppare, fin dalla sua entrata in vigore, una lunga e continua offensiva controriformatrice.
Meno comprensibile è l'abbandono
da parte di forze riformatrici e progressiste dell'impegno che ie vedeva dal
1970 al '77 allineate e impegnate nel
cosidetto "fronte riformatore" per un'azione di lotta non solo istituzionale ma
sociale e di movimento.
L'esperienza sindacale, le lotte operaie e dei "nuovi soggetti " cresciuti nel
territorio sull'onda di una nuova "cultura della partecipazione" hanno posto
le basi per la definizione della 833 come 'pezzo' di un discorso di "rifondazione" del potere a partire dal basso e
dal territorio, attraverso l'Ente locale.
Questo spezzone di una riforma generale quale è la Legge sanitaria del
'78, attende di essere applicato e completato.
La difesa della riforma appare come
un passaggio obbligato e necessario
per poter mantenere aperte le possibilità di ripresa dell'azione riformatrice
nei nostro paese, ma anche per praticare una politica di prevenzione e di
deospedalizzazione che erano la ragione della riforma. Una medicina nuova
e "preventiva" ha bisogno di uno stretto legame con il territorio.
Su questi temi; prevenzione-potere
locale-partecipazione si era organizzata la Legge 833.
Le leggi regionali di attuazione - "separando" le USSL e i servizi, dal potere
locale e dal territorio hanno impedito il
funzionamento del sistema. Ratificare
e generalizzare la "entizzazione" e "l'aziendalizzazione" compiuta con le Legge regionali, con modifiche rafforzative
della distorsione operata, non risolve-
rebbe, ma aggraverebbe e seppellirebbe definitivamente l'ipotesi di una
nuova medicina basata sul concetto
che prevenire è meglio che curare.
Non è forse un caso che proprio in
Lombardia dove più che altrove le
USSL sono state "aziendalizzate" e dove meno che in qualunque altra regione si spende per la prevenzione sia
partita l'iniziativa per la costituzione di
un Comitato per la difesa della Riforma
sanitaria. Lo scopo è quello di "sollecitare" e favorire la riaggregazione di un
fronte riformatore. Adesioni individuali
e di gruppi e associazioni sono pervenute dal Veneto, l'Emilia, la Toscana, il
Lazio, l'Umbria. Alla fine di gennaio i
partecipanti ad un incontro che si terrà a Milano si costituiranno in Comitato promotore dell'Assemblea nazionale
costitutiva definendo i contenuti dei
documenti preparatori, linee programmatiche e modalità di organizzazione.
A questo scopo sollecitiamo l'adesione di tutti quanti lo vogliono e la
costituzione di Comitati locali e territoriali e forniamo recapiti utili a contattare chi già aderisce nelle varie regioni,
angelo ruggeri
Emilia: Sandro Accorsi via S. Mattei 4 Bologna - Tel. 051/410923
Toscana: Tommaso d'Angelo c/o Ospedale di Pisa - Tel. 050/592111
Liguria: Ferrero Monica via Moccagi
17/19 - Tel. 010/586674 - Genova
Umbria: Andrea Alesini via Cavour 84
- 06034 Foligno - Tel. 075/52282
Veneto: Renzo Biancotto - Tel. 560758
Borgo Roma - Verona
Piemonte: Caruso Gianni via Mongrado 9 - 10153 Torino - Tel. 011/830900
Puglia: Petrello Vito Traversa 75 viale
Europa 10/A -- Tel. 080/379697 - Bari
Sardegna: Antonello Melis Regione
Fontana Marsu - 09016 Inglesias Cagliari - Tel. 0781/41388
Sicilia: Flora Todaro via Regina Margherita 67 - 97100 Messina - Tel.
090/54977
Lombardia: Angelo Ruggeri via Zini 24
Tel.
21049 Tradate Varese 0331/844748
Hanno già aderito al comitato tra
gli altri:
Centro Italiano studi ed indagini (Cis)
Magistratura Democratica
Centro Riforma dello Stato (Crs)
Medicina Democratica
Consigli di fabbrica (Falck, Breda...)
Società nazionale operatori della prevenzione (SNOP)
Movimento politico per l'alternativa
Fondazione "Emanuela Zancan".
LIBRERIA
Workers' Health International News '
Letter
È nato un nuovo bollettino. L'obiettivo è ambizioso: favorire lo scambio di
esperienze significative di promozione
della salute svolte da servizi territoriali
negli ambienti di lavoro e organizzazioni dei lavoratori, nel mondo.
La veste è estremamente modesta. È
scritto a macchina ed è riprodotto artigianalmente. Forse ha un futuro. Viene
riportato un estratto dell'editoriale del
primo numero.
"Un piccolo gruppo di sindacalisti,
medici, ricercatori, operatori in campo
legale, e altre persone interessate si incontrarono in margine alla lnternational Occupa tional Health Con feren ce
di Dublino del settembre 1984 per discutere di lavori svolti dai e con i lavoratori. Alcuni di questo gruppo, e altri,
si incontrarono nuovamente al Convegno di Epidemiologia Occupazionali e
di Como nel settembre 1985. Paesi e
regioni rappresentati comprendevano
Canada Belgio, Danimarca, Inghilterra,
Germania, Olanda, Irlanda, Italia, Messico, Quebec, USA e Sud Africa. Nel
corso di questi incontri trovammo obiettivi comuni al lavoro di ognuno di
noi: il controllo popolare sulla scienza
e la tecnologia, la produzione per il bisogno e non per il profitto e il controllo da parte dei lavoratori sull'ambiente
e i processi di lavoro, oltre che il più
immediato proposito di promuovere la
salute occupazionale.
Decidemmo di tentare di sviluppare
una rete di collegamento progressista
nei campi della medicina del lavoro e
dell'epidemiologia. Vorremmo comunicare gli uni con gli altri attraverso un
bollettino internazionale, che potrebbe
prendere la forma di un inserto a Hazards Bulletin. (...).
Organizzazioni e individui che volessero entrare a far parte di questa rete informale di collegamento sono invitati a mandare una descrizione di interessi e attività e il loro indirizzo postale, che sarà pubblicato nel prossimo
numero.
Il primo numero contiene i contributi pervenuti dopo l'incontro di Dublino.
A Dublino e Como sono anche state formulate proposte sui contenuti di
maggiore interesse per i contributi da
pubblicare sui prossimi numeri:
- descrizione di assetti organizzativi a
livello nazionale e locale, attività, bisogni;
- risorse: libri, video, materiali per la
formazione, ecc.; ogni informazione
deve contenere l'indicazione dell'indirizzo a cui rivolgersi per ottenere il materiale e il prezzo;
- brevi rassegne:riassunti ,di pubblicazioni scientifiche utili;
- risultati di ricerche svolte in collaborazione tra lavoratori e tecnici;
- relazioni su lotte per la salute condotte da lavoratori;
- notizie, riunioni, richieste di informazioni.
II bollettino è pubblicato in inglese,
ma nella presentazione non viene escluso che in alcuni paesi sia possibile
provvedere alla traduzione e quindi distribuire la versione tradotta. L'indirizzo per informazioni o abbonamenti è:
W.H.I.N., Hazards, P.O. Box '199, SHEFFIELD, S1 1FQ, Gran Bretagna.
L'abbonamento annuale costa 6
sterline. Hazards Bulletin, che è un bimensile ricco di informazioni ed idee
nel campo della prevenzione in ambiente di lavoro, costa 5 sterline. E previsto l'abbonamento ad entrambi i notiziari per il prezzo di 10 sterline. La
riproduzione del primo numero del
bollettino internazionale può essere richiesta ad A. Ponti (011/544088).
Ex-Machina
È uscito il numero 1 di Ex-Machina,
rivista bimestrale sul lavoro in mutamento promossa dalla CGIL piemontese e dall'IRES-CGIL del Piemonte. All'interno di questo primo numero troviamo tra gli altri articoli:
• la crisi della pubblica amministrazione è povertà culturale (Renzo Rovaris)
* nocività e tecnologia (Raffaele Guari-
niello)
* business e veleni (Luigi Mara)
* ambiente/energia e modello di sviluppo (Levio Bottazzi)
* informatica in America (Giovanna Ricoveri)
red. Cooperativa s.r.l , "Ex-Machina",
piazza Vittorio Veneto, 1 - Torino - Tel.
011/835939, 8397631.
La nocività negli uffici
Edizioni Lavoro, Roma 1985 pagg. 92
lire 15.000
Susanna Cantoni - Norberto Canciani
L'estendersi del lavoro impiegatizio,
in rapida trasformazione con l'introduzione delle macchine d'ufficio di tipo
informatico, il mutare delle tecnologie
produttive impone di colmare il ritardo
nell'affrontare i problemi di nocività di
questa comunque variegata categoria
di "colletti" (bianchi o blu?).
Gli autori rispettivamente medico e
tecnico di uno dei Servizi di medicina
del lavoro di Milano-città hanno profuso in questo agile volume la loro oramai lunga esperienza di intervento in
un'area metropolitana dove accanto a
officine, fabbriche chimiche, carrozzerie, cantieri edili vi è una dilagante presenza di grandi uffici, banche, terziario
di servizio (Sip, [nel...) redazioni di giornali. Il libro tralascia coscientemente i
problemi legati al disagio psichico così
frequente "anche" in questo settore
(stress, espropriazione di conoscenze
professionali, frammentazione, tempi
rigidi di lavoro...) per dedicarsi alle varie fonti di nocività di tipo "fisico-chimico": microclima, illuminazione, rumore, posture; strumenti di lavoro con
particolare attenzione a videoterminali, fotocopiatrici ecc. Non mancano riferimenti a materiali in uso (tipiche le
carte-autocopianti).
Il libro rivolto non solo agli "addetti
ai lavori" ha soprattutto il pregio di essere sintetico e chiaro: numerose le indicazioni per il controllo e la bonifica
ambientale, le norme legislative e standards di tollerabilità, interessanti alcune note (tipiche quelle sull'affaticamento visivo) utili per programmi di
sorveglianza sanitaria.
Un altro esempio di come si possa
fare prevenzione anche in settori meno tradizionali e come sia producente
anche in termini di conoscenza, all'interno dei nostri servizi il modo di lavorare integrato tra medici e tecnici.
la. bo.
4
PRIMI REFERENTI DELLA SNOP
Emilia Romagna
Piemonte
Provincia di Bolzano
Leopoldo Magelli
Servizio di medicina preventiva ed
igiene del lavoro
via Ciamician, 2 (sede provvisoria della
Snop)
40127 Bologna
Silvano Bosia
Servizio di medicina del lavoro
via Baroncini, 9
14100 Asti
Stefan Faes
Ufficio di medicina del lavoro
c.so Italia, 13/M
39100 Bolzano
Graziano Frigeri
Servizio di medicina ed
igiene del lavoro
via Toscanini, 1
43013 Langhirano (Pr)
Lombardia
Emilio Volturo
Unità operativa tutela della salute nei
luoghi di lavoro
UssI n. 57 - via G. Maestri
20077 Melegnano (Mi)
Laura Bodini
Unità operativa tutela della salute nei
luoghi di lavoro
Ussl n. 65 - via Oslavia, 1
20099 Sesto San Giovanni (Mi)
Provincia di Trento
Liguria
Paola Oreste
Unità operativa igiene e sicurezza sul
lavoro
Usi n. 15 - via Molassana, 39
16138 Genova
Antonio Manti
Servizio sicurezza del lavoro
Usi n. 10 - via ]ari, 30/A
16159 Rivarolo Genova
Veneto
Antonio Cristofolini
Servizio di medicina del lavoro
via Malta, 14
38100 Trento
Friuli Venezia Giulia
Giovanna Munafò
Servizio igiene e medicina del lavoro
Usi n. 2 - Goriziana
4074 Monfalcone (Col
Toscana
Adolfo Fiorio
Servizio di medicina del lavoro c/o
Ospedale
36075 Montecchio Maggiore (Vi)
Luigi Rossi
Smpil Usi n. 23 c/o ex-Enpi
via Paolo Uccello, 14
52100 Arezzo
Marche
Roberto Scielzo
Servizio igiene e sicurezza sui luoghi di
lavoro
via C.A. Vecchi, 2
63100 Ascoli Piceno
Lazio
Giorgio Raffino
USL VT 5 - via Ferretti
01033 Civita Castellana (Vt)
Abruzzo
Rodolfo Amati
Servizio di medicina dei lavoro
c/o Poliambulatorio Usi
65027 Scafa (Pe)
Campania
Raffaele Palombino
c/o servizio di epidemiologia
via Napoli, 227
80078 Pozzuoli (Na)
Puglie
Vincenzo Furore
UssI FG8
piazza Pavoncelli
71100 Foggia
Calabria
e
Cirillo Bernardo
Unità operativa medicina del lavoro
Discesa Poerio, 3
88100 Catanzaro
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Supplemento a il Prisma n.19