PUNTO DI VISTA di Giovanni Larini* Mercato Apro cartoleria? Istruzioni per l’uso O * dott. Giovanni Larini Coordinatore listino prezzi aziende FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari) E voi cosa ne pensate? Scrivete a [email protected] ggi le persone che intendono aprire un negozio di cartoleria hanno due possibilità: o lo fanno in franchising, una logica che appare dominante, o lo fanno singolarmente. La prima opzione di scelta richiede molta attenzione, perché non tutti i franchising si equivalgono: un fattore che comporta - da parte dell’aspirante cartolaio - la valutazione della società e del tipo di prodotto che tratta, oltre ad accertarsi che il brand stesso sia il core business dell’offerta, perché il prodotto deve sempre essere il punto di riferimento. Chi invece ritiene di possedere qualità imprenditoriali può provarci da solo, ma in ogni modo prima dell’avvio dell’attività vi deve comunque essere la previsione accurata di un conto economico. Fra gli anni ‘80 ed oggi la grande differenza è proprio questa: una volta le attività potevano esser avviate anche da persone senza esperienza, ora questo non è più possibile. Va detto che da quindici anni a questa parte, in materia di tipologia specifica di esercizio, non esiste più una vera e propria richiesta per questo genere di attività. Il valore economico delle cartolerie – nel listino FIMAA su scala nazionale – ci consegna un dato abbastanza uniforme per tutte le cartolerie italiane, che si colloca fra il 20 e il 45% dell’incasso globale dell’attività. Una realtà che deve tranquillizzare e a un tempo indurre più di una riflessione è il fatto che questo valore è praticamente identico oggi a quello di quasi tutte le altre attività commerciali non alimentari, sostanzialmente allineato con i valori riscontrabili nell’abbigliamento, negli accessori o nei casalinghi, a denotare un trend di appiattimento del mercato che ha avuto origine già a metà degli anni ‘90 e si è andato consolidando da una decina di anni a questa parte. Ci sono attività di cartoleria nate da diversi anni che sono un gioiellino poiché ormai completamente ammortizzate nei costi, e che creano un discreto utile - anche se, per via della crescita generalizzata dei costi d’esercizio, un po’ minore degli anni passati - che nel momento in cui si ritrovano ad essere vendute, non trovano l’interesse del potenziale acquirente. Perché? Perché per chi acquista, prima di iniziare a guadagnare, devono passare un po’di anni. E perché per chi vende si configura un problema maggiore che per altri, perché la cartoleria ha scorte di magazzino che rivestono un valore rilevante, che supera alle volte il valore dell’azienda. Nella media, i margini di guadagno di questo tipo di attività non sono fra i più elevati, quindi ci dovrà essere molta attenzione sia da parte di chi vende (che si troverà nella convenienza di privilegiare il recupero del valore delle merci), sia da parte di chi dovesse acquisire l’attività. La qualità del servizio fa la differenza, anche in relazione alla GDO. E – a meno che il neocartolaio non sia totalmente supportato dalla grande struttura in franchising che gli permetterà la grande superficie espositiva e la presenza di numerosi servizi aggiuntivi con una logistica sempre ottimale, anche all’interno dei grandi centri commerciali - il servizio oggi non potrà comunque limitarsi alla diversificazione generica dell’offerta merceologica, in quanto dovrà rivestire una strategia più complessiva che include il posizionamento dell’attività, il ruolo di prossimità svolto dal negozio in relazione alla propria clientela, la qualità del rapporto con il cliente e la capacità di offrire una consulenza specialistica sul prodotto. La genericità trasversale dell’offerta oggi da sola non sembra più bastare, e se vorrò connotare il mio esercizio come una cartoleria specializzata nell’articolo da regalo e/o nel prodotto tecnico dovrò trovare un posizionamento dell’esercizio preferibilmente in centro città, mentre sarà fortemente auspicabile per il negozio tradizionale l’essere collocato in prossimità di una scuola. Concludo ribadendo come il primo elemento fondamentale per un aspirante cartolaio resta la capacità imprenditoriale. Bisogna saper in primo luogo acquistare, prima ancora che vendere, e mai risolversi in un’attesa passiva del cliente, ponendosi invece in modo sempre attivo nella condizione di capire quali convenzioni inventare per offrire servizi sempre nuovi ai propri clienti interlocutori. GEC il giornale del cartolaio 5 giugno 2010 [email protected] 5 26-05-2010 11:28:31 FORUM a cura della redazione Apro cartoleria? Un nuovo spazio d’opinione sul nostro giornale. A seguire, pubblichiamo i diversi pareri che sono arrivati in redazione relativamente al Punto di Vista, curato questa volta da una importante voce fuori dal coro, quella di Giovanni Larini, coordinatore listino prezzi FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari). Abbiamo inoltre proposto a tutti di rispondere a questa nostra domanda: Quali indicazioni di percorso suggerire oggi a chi volesse aprire o rilevare un’attività di cartoleria? 6 Ugo Margini Presidente Federcartolai Compiere i passi giusti Conoscere il proprio territorio, valutare la concorrenza che già opera nello stesso bacino, avere una precisa idea del target principale di riferimento, del quadro complessivo degli aspetti burocratici e fiscali e - non meno importanti - di tutti gli aspetti relativi alla scelta dei fornitori e grossisti, l’allestimento del punto vendita, la possibilità di aprire “in franchising” o in modo indipendente, sono solo alcune delle richieste e degli aspetti da valutare per una nuova sfida imprenditoriale come quella della cartoleria:… e molti, fino ad oggi, sono stati i contatti avviati per rispondere a coloro che si sono avvicinati alla nostra Federazione. A mio avviso, identificata la clientela che si desidera acquisire nella propria zona, è necessario per l’aspirante cartolaio partire dalle necessità e dai bisogni del cliente, sia merceologici che emotivi: il tutto supportato da un serio progetto/ analisi di startup. Come Federazione abbiamo lavorato per offrire ai “neofiti” del settore opportunità di conoscenza utili ad un business redditizio e di qualità e per aiutare a ridare una nuova immagine e nuovo vigore alla “bottega” tradizionale. Da tale esigenza e consapevolezza è nato un piccolo ma utile strumento editoriale: un Quaderno informativo dal titolo “I passi preliminari per aprire una cartoleria”. Sarà a breve scaricabile gratuitamente dal sito, previa registrazione e immediatamente reperibile presso le Confcommercio provinciali. Paolo Garofalo Designer e direttore artistico – Sistematica della comunicazione Personalizzare la proposta per differenziarsi Le mie competenze sono principalmente creative ma penso che anche la visibilità e la sistematica del prodotto esposto possano interessare al nuovo cartolaio che cerca di aprirsi un varco nel mercato. La natura del negozio è da definire con priorità perché sia sempre chiara l’identità che si vuole attribuire alla propria attività sin dall’origine dell’impresa. In un momento come quello attuale io prediligo quei negozi che – accanto ai marchi fondamentali che caratterizzano l’impresa cartoleria – scelgono di presentare marchi emergenti, prodotti di opinione, design semplice, regalistica di comunicazione. L’effetto che scaturisce da una presenza imprevista e - in alcuni casi - esclusiva nella città dove si opera crea una personalità forte nel negozio e stabilisce anche una reputazione alta fondata su una capacità continua di ricerca e di aggiornamento. La sensazione che nutro nei confronti del negozio di cartoleria è che spesso la creatività che anima il gestore di questi negozi è un po’ compressa e poco esercitata mentre consiglio ogni cartolaio di studiare una propria modalità di pack, una propria esecuzione artigiana diretta o delegata di quaderneria e rilegati, una propria soluzione grafica bella (e relativa alla propria città) di immagini fotografiche per biglietteria, una propria produzione di semplici oggetti che possono esprimere quella personalità individuale del titolare che spesso negli ultimi anni si è perduta. In tale direzione, l’ideale sarebbe avere una piccola vetrina separata o uno spazio interno dove organizzare un proprio punto di incontro con il cliente. Giorgio Stocco Ufficio Pubblicità & Marketing Proporre prodotti di marca, diversificare i servizi Sul territorio nazionale convivono, ad oggi, circa duemila cartolerie, tra franchising e autonome; molte di queste oltre ad una più oculata scelta GEC il giornale del cartolaio giugno 2010 [email protected] 6 26-05-2010 11:28:59 FORUM Apro cartoleria? dei prodotti da commercializzare hanno prestato molta attenzione nel cercare di diversificare i servizi da proporre al proprio cliente (fotocopie, bollo auto, ecc..) rilanciando di fatto un’attività che aveva sofferto un po’ l’avvento della GDO. Credo che la cartina al tornasole per chi avvia un’attività commerciale di questo tipo - che suo malgrado andrà a confrontarsi con le realtà concorrenziali di prezzo della GDO - sia di proporre prodotti sempre di marca e con caratteristiche simili, ma non identiche, a ciò che si trova nei grandi Ipermercati. La nostra azienda comprende questa esigenza del cartolaio e - anche se con costi di produzione impegnativi - cerca sempre più di presentare prodotti diversificati a seconda del canale distributivo. Anche l’aspetto della gestione del magazzino è diventata strategica per contenere i costi di una cartoleria; per questo motivo stiamo cercando di soddisfare sempre di più le necessità delle medio, medio-piccole cartolerie con imballi (basse quantità di pezzi) che rispettino i loro bisogni. Emanuele Negro Product Manager Pentel Italia Specializzazione & shop experience Chi decide di aprire una cartoleria deve aver maturato questa 8 decisione dopo l’attenta analisi di alcuni elementi chiave quali il mercato di riferimento e il bacino di utenza a cui rivolgersi, orientando di conseguenza la propria proposta. Attività avviate senza queste importanti valutazioni sono destinate ad incontrare difficoltà a causa dell’alta specializzazione che i molti attori di questo mercato stanno raggiungendo. Grazie al proprio punto vendita, il cartolaio ha il vantaggio, rispetto ad altri canali, di poter contare sul contatto diretto con i propri consumatori; ricopre quindi una funzione, non solo di servizio, ma anche di consulenza per l’utente finale che, spesso, si trova disorientato davanti alle molteplici proposte delle diverse aziende. Il cartolaio specializzato dovrà quindi essere preparato sull’intera gamma di prodotti da lui proposti al fine di “scovare” quello che risponda alle necessità della propria clientela, fornendo così quel valore aggiunto difficilmente ottenibile con altre modalità di acquisto. Oltre a ciò dovrà rendere attrattivo il proprio negozio in modo da incrementare la shop experience e aumentare la possibilità di fidelizzare il cliente. Per raggiungere questo obiettivo un valido aiuto può essere dato dal fornitore che può trasferire la conoscenza delle caratteristiche dei propri prodotti e fornire materiale di merchandising per migliorare la visibilità del punto vendita. Ferruccio Goffi Wirth & Goffi Per cominciare: identità & flessibilità Siamo tutti perfettamente d’accordo: avviare un’attività di qualsiasi genere non è mai stato facile ed è diventato ancora più complesso negli ultimi anni, in un ambiente sempre maggiormente competitivo, nel quale è giocoforza doversi confrontare con grandi operatori. Parlando di cartoleria, le scelte da operare sono inevitabilmente tante, sia che si tratti di creare un nuovo punto vendita, sia che si profili l’opportunità di rilevarne uno già esistente. In ogni caso, è fondamentale analizzare le potenzialità dell’esercizio in relazione alla sua dislocazione territoriale per poter operare una selezione decisa di prodotto che ben si adatti alle probabili aspettative locali. L’obiettivo principale è dare al punto vendita una chiara identità.A questo scopo va tenuta in massima considerazione la necessità imprescindibile di organizzare un layout chiaro per segmentare l’offerta e garantire al consumatore massima facilità di lettura ed accesso ai diversi servizi. Le situazioni sono in rapido mutamento, pertanto sarà anche da prevedere grande flessibilità espositiva. In ragione dei costi, è consigliabile scegliere fornitori collaborativi che possano supportare la gestione con progetti caratterizzanti ma allo stesso tempo ragionevoli in termini operativi. Marosa Terrile Azzarà Cartoleria “Minerva” – Genova Apro cartoleria? Qualche consiglio… L’argomento di aprire o rilevare una cartoleria è complesso, soprattutto perché notevoli sono le differenziazioni tra piccola e medio-grande città, periferia o centro, franchising o libero commercio, disponibilità economiche, l’esserne finanziatore o anche operatore. L’ubicazione del negozio ha certamente un peso determinante sulla futura attività: l’esperienza insegna che dove non vi è la possibilità di sostare, anche brevemente, si riduce apprezzabilmente il giro d’affari. Un potenziale nuovo cartolaio con vere capacità imprenditoriali sarà naturalmente portato più al libero commercio che al franchising: questa condizione comporta un maggior rischio ed un maggior investimento ma offre ad uno spirito libero maggiori opportunità di successo. Altro problema GEC il giornale del cartolaio giugno 2010 [email protected] 8 26-05-2010 11:29:15 FORUM Apro cartoleria? essenziale è l’esposizione e la specializzazione: bisogna saper scegliere gli articoli adatti alla zona ed alla propria clientela. Le vetrine sono importanti ed anche all’interno tutto deve essere esposto in modo attraente. Il cliente prima “vede” e poi decide. Punto dolente è l’investimento necessario, sia per l’acquisto che per l’avviamento di un negozio. Se io oggi dovessi scegliere, comprerei un negozio con le attività già avviate, salvo modificare prodotti ed esercizio secondo la mia esperienza. Io vedo un buon investimento nell’acquisto di un buon negozio, muri compresi potendo (un eventuale affitto pesa notevolmente sui costi d’esercizio), condotto in regime famigliare. Altro argomento spinoso è se convenga esserne solo finanziatore oppure anche l’operatore: credo che la soluzione ottimale sia quella di essere a un tempo finanziatore e operatore, poiché il danaro investito ha certamente redditività più alta di quanto offerto dalla borsa o dalle banche. Raffaele Gambardella Cartoleria “Gambardella” – Milano Franchising: attenti ai contratti! Condivido i concetti espressi da Larini nel suo “Punto di Vista”e aggiungo alcune precisazioni. Il franchising è interessante, 10 può essere di aiuto ma attenti ai contratti. In merito al valore del negozio conta, come da sempre, la posizione, anche se ritengo che oggi ritorni ad essere importante la competenza: non ci si può improvvisare. È vero che la cartoleria classica necessita di un magazzino elevato, sia in termini di assortimento e anche di valore in proporzione al suo fatturato, e si dovrà fare molta attenzione alle sorprese fiscali ( es. tassa sul magazzino) nel momento della vendita. Per il futuro vedo sempre più in difficoltà la figura del cartolaio forniturista, mentre credo che tornerà in auge la cartoleria classica; a mio avviso è in difficoltà il giocattolo, mentre l’orientamento al gadget porterà l’attività del negozio ad allontanarsi dal ns. settore. Giancarlo Naj-Oleari Cartoleria & Concept Store “RigaDritto” – Milano Cartoleria? Una gran confusione Personalmente ritengo che le cartolerie italiane continuino il loro lento e inevitabile declino. La maggior parte delle stesse ha completamente perso la sua identità: non è una cartoleria “vecchio stile” dove si respirano i profumi della carta e degli inchiostri e non esprime niente di nuovo ed attuale coi tempi. I tempi sono cambiati ed oggi è difficile percorrere le strade di ieri senza avere la tradizione e la cultura per farlo ma è ancora più difficile immaginare una strada nuova e controcorrente senza muoversi, fare continua ricerca e soprattutto avere buon gusto. Oggi la cartoleria è impostata solo nel servizio base e - per sopravvivere al di là del servizio - l’unica idea sembra essere quella di inserire di tutto e di più senza una logica ne un comune denominatore...affidandosi solamente al rappresentante che propone i più svariati prodotti e che molto spesso ne sa meno del cartolaio. Il risultato è sotto i nostri occhi: una gran confusione e una scarsa attrazione nei confronti di un consumatore che in quel luogo non si riconosce e quindi non ha propensione all’acquisto. Anche i produttori italiani fanno parte di questo sistema disorientato e la loro offerta - sia scolastica che non - è lontana dalle necessità reali del consumatore. Il vero disastro è poi rappresentato dal settore scolastico: i consumatori (bambini e mamme) sono invasi da prodotti che seguono la tendenza pubblicitaria del momento, col risultato di diseducare i futuri acquirenti e non fargli provare l’amore per le cose belle, che durano nel tempo. I nuovi cartolai dovrebbero rivedere l’offerta merceologica, adeguandola di più alle necessità di un consumatore che viaggia, che si è evoluto e che non si accontenta di trovare quello che viene offerto. Franco De Gregori Amministratore Cartotecnica “De Gregori” - Roma Qualche consiglio ai coraggiosi Se dovessi essere interpellato da qualche coraggioso che intendesse intraprendere l’attività nel settore della cartoleria, li consiglierei anzitutto, com’è ovvio, di studiare con molta attenzione il luogo dove iniziare, relazionandolo alle realtà esistenti (zona residenziale, zona di uffici, esistenza di scuole, zona d’interesse turistico ecc.). Considerando poi l’attuale situazione, nella quale il settore delle forniture per gli uffici è ormai sovraffollato di competitori a livello nazionale ed internazionale, ove non avessi una grande competenza specifica e possibilità particolari in questo settore, mi orienterei verso una scelta che prendesse in considerazione una zona a forte densità abitativa. Fatto ciò, procederei alla scelta merceologica e mi orienterei verso prodotti che rappresentano la richiesta delle nuove generazioni: limiterei i prodotti tradizionali ed incrementerei fortemente tutti i prodotti accessori o vicini all’informatica. In alternativa – o se la grandezza dei locali lo consente - svilupperei l’offerta di gadget vari che consentono un forte ricarico. Nel caso il neoimprenditore non abbia sufficiente preparazione merceologica, il mio consiglio sarebbe allora di cercare un rapporto di franchising che ormai abbondano anche nel nostro settore. GEC il giornale del cartolaio giugno 2010 [email protected] 10 26-05-2010 11:29:28