Newsletter n.05/2015
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Enciclica Laudato sii ..… 1
Campo MLAC 2015
….. 2
Scuola – Lavoro
.… 3
Facce dell’emigrazione …5
«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In
questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è
anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e
come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato
si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta
et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»
Questa sorella protesta per il male
che le provochiamo, a causa dell’uso
irresponsabile e dell’abuso dei beni
che Dio ha posto in lei……
7
Progetti 2015
…..
Bando 2016
… 11
Progetti 2015
…. 12
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Dal
18 al 23 agosto a Campo di Giove (AQ)
si terra il consueto Campo Nazionale del Movimento Lavoratori di
Azione Cattolica, che avrà come titolo ≪RiformiAmo il lavoro≫.
Sollecitati da più parti sulla necessita di conoscere la nuova riforma del
lavoro, abbiamo deciso di finalizzare il prossimo campo all'educazione
alla laboriosità, al significato cristiano del lavoro attraverso una lettura
del Jobs Act e dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa.
Consapevoli che siamo figli del tempo che viviamo e che, come cattolici
impegnati, siamo investiti della
responsabilità di formare alla vita buona del Vangelo, vogliamo offrire
un'occasione di formazione
e di discernimento comunitario su un tema di cosi importante rilevanza
sociale, affinché la comunità cristiana e civile sia capace di portare
l’Amore nel lavoro, di essere veri concreatori dell’opera di Dio e da
testimoni credibili di lottare con consapevolezza perché" a nessuno
manchi il lavoro e il lavoro dignitoso", come ci esorta Papa Francesco.
Con l’aiuto di esperti relatori e con una tavola rotonda a più voci cercheremo di capire i reali effetti di
questa riforma del mercato del lavoro sulla vita
delle persone.
Il Campo sarà anche occasione per conoscere
meglio il bando della Progettazione Sociale,
quale occasione che l'AC, attraverso il MLAC, in
partenariato con la Segreteria Nazionale del
Progetto Policoro e Caritas Italiana ha da poco
pubblicato.
Certi che anche quest’anno riusciremo insieme
a vivere un’esperienza arricchente, anche e
soprattutto dal punto di vista delle relazioni
umane, pregando insieme e godendo della
bellezza
straordinaria di quei luoghi, ti aspettiamo con
la gioia di averti con noi in questo cammino
verso Gesù.
Simona e don Emilio
Scarica e guarda il filmato promozionale del CAMPO MLAC
http://mlac.azionecattolica.it/promo-campo-mlac-2015
Per le iscrizioni e tutte le informazioni
sul programma consultare
Note_Tecniche_CampoMLAC_2015.pdf
Depliant_Programma_CampoDiGiove_2015.pdf
Scheda iscrizione CampoMLAC_2015.doc
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Alternanza scuola lavoro e tirocinio formativo:
“La scuola va in azienda”
Da diversi anni la Micron Semiconductor Italia è sponsor di
un’iniziativa di cooperazione tra scuola ed azienda che si svolge in
collaborazione con l’I.T.I.-LS” Francesco Giordani” di Caserta.
I progetti concordati con l'azienda hanno riguardato le seguenti tematiche:
a) Sviluppo, potenziamento e miglioramento evolutivo di un sistema di gestione degli strumenti di
laboratorio con metodologie ICT;
b) Sistema per il controllo e monitoraggio di oggetti (nel caso strumentazione da laboratorio) in un
ambiente (magazzino) con tecnologie ICT;
c) set up di un laboratorio di sviluppo validazione e testing di sistemi embedded per il settore
automotive con standard AUTOSAR
Quest'ultima attività, avviata nel corso dell'anno scolastico 2014-2015, è risultata di importanza strategica
anche per l'Istituto Tecnico Superiore in Trasporti e Logistica che ha sede nella provincia di Caserta ed ha
suscitato grande interesse negli allievi, richiedendo notevoli risorse di tempo e di ore di studio e di
approfondimento. In particolare, gli allievi, supportati dal docente referente, hanno affrontato lo studio
dello standard AUTOSAR, attualmente abbastanza diffuso tra le diverse case costruttrici di automobili, per
poter successivamente sviluppare applicazioni in tale settore.
Alcune attività laboratoriali sono state svolte
presso il centro Micron di Arzano e hanno
consentito agli studenti, seguiti dal docente
prof. Antonio Di Giacomo e dai tutor aziendali,
di partecipare alla vita dell’azienda e di essere
direttamente
coinvolti
nelle
fasi
di
progettazione con il raggiungimento di risultati
di notevole interesse.
Le attività riguardanti i progetti didattici
sviluppati nel corso dell'anno scolastico sono
state presentate nell’ambito di un evento
conclusivo svoltosi presso l’ aula magna
dell’I.T.I.-LS” Francesco Giordani” di Caserta
alla presenza del Dirigente Scolastico della
scuola, dott.ssa Antonella Serpico, del Site
Manager della azienda, ing. Claudio Leonetti,
del Presidente del Centro Studi ed Alta
Formazione Maestri del Lavoro d'Italia, dott.
Nemesio Rossi e del referente e tutor del
progetto, prof. Antonio Di Giacomo. In tale contesto, gli allievi protagonisti delle attività progettuali hanno
presentato il lavoro svolto, i principali risultati ottenuti ed i prototipi realizzati ad una platea affollata di
genitori, docenti e studenti.
Gli allievi meritevoli che hanno svolto la fase conclusiva del progetto in azienda sono stati premiati dalla
scuola e dalla Micron Semiconductor Italia con l’assegnazione di tre borse di studio.
Tale iniziativa che prevede la partecipazione di docenti, allievi e tecnici aziendali rappresenta un esempio di
attenzione dell’Impresa al mondo della scuola.
L'attività, rivolta agli allievi del quarto e quinto anno, frequentanti il triennio di specializzazione in
Informatica e Telecomunicazioni e di Elettronica ed Elettrotecnica, ha permesso alla Micron Semiconductor
Italia di valutare le capacità progettuali degli alunni mettendoli alla prova su progetti reali ed agli studenti di
entrare in contatto con la realtà aziendale, mettendo in pratica le loro conoscenze e sperimentando le loro
abilità.
Questa collaborazione conferma la tendenza innovatrice, fortemente orientata ad una didattica che
sperimenta nuove metodologie di insegnamento, del Giordani di Caserta (Scuola 2.0).
Infatti l'Alternanza Scuola Lavoro e il Tirocinio Formativo è inteso come “sperimentazione di nuovi percorsi
didattici fuori dall'aula” ed agevolare l'incontro e il confronto tra Scuola e Azienda.
Il percorso didattico è stato realizzato attraverso l'uso di metodologie finalizzate a sviluppare le competenze
basate su:
- la didattica di laboratorio;
- l'Analisi;
- la soluzione dei problemi;
- il lavoro per progetti;
con particolare riferimento agli insegnamenti
e alle attività di indirizzo (Informatica e
Telecomunicazioni
e
Elettronica
ed
Elettrotecnica); essi si sono orientati all'uso di
modelli e di linguaggi specifici e si sono
strutturati in maniera da favorire un
collegamento con il mondo del lavoro (ossia
l'azienda esprime delle problematiche reali e
la scuola inserisce tali problematiche nella sua
attività didattica ordinaria). Tale modalità di
approccio ai problemi è stata espressa
attraverso l'attivazione di moduli e di
iniziative di studio-lavoro per progetti
connesse all'esperienza pratica del tirocinio aziendale.
La strutturazione dell'attività ha seguito le seguenti fasi:
1. formazione;
2. progettazione del percorso;
3. comunicazione e informazione;
4. percorsi specifici scuola azienda;
5. attuazione del percorso;
6. valutazione finale degli studenti;
7. monitoraggio e valutazione del progetto nella sua globalità;
8. assegnazione delle borse di studio agli alunni meritevoli.
Fondamentale è stato il ruolo dell'azienda e della scuola come soggetti formativi, infatti essi hanno favorito
l'acquisizione di conoscenze e di competenze non solo professionali ma anche sociali e personali.
Importante è stata la sinergia che si è stabilita tra le due istituzioni connessa ad una fattiva collaborazione
per assicurare agli studenti, grazie a stage e tirocini di
alternanza scuola lavoro e ai laboratori didattici,
l'apprendimento di competenze spendibili sul posto di
lavoro. Inoltre, gli allievi che hanno partecipato a tale
iniziativa sono maturati e si sono dimostrati pronti ad
affrontare un lavoro
sia esso dipendente che
imprenditoriale attraverso la costituzione di start-up.
In tal caso la scuola e l'azienda hanno confermato un
ruolo di co-protagonisti innovativi dello sviluppo delle
risorse umane, essenziali per il progresso sociale,
culturale ed economico del territorio. La scuola forma
l'uomo e il cittadino, fornendo una cultura di base e
educandolo alla responsabilità mentre l'impresa e le
professioni chiedono giovani preparati, con alcune
competenze specifiche, ma soprattutto chiedono che il giovane sia in grado di affrontare i problemi con
metodo analitico ed orientato alla soluzione.
In definitiva gli allievi si sono immedesimati seriamente nelle problematiche aziendali proposte e
responsabilmente hanno condotto il lavoro con entusiasmo e spirito di iniziativa che raramente si osserva
negli studenti, anche se bravi.
Inoltre, il fatto che una parte delle attività è stata sviluppata in azienda li ha automaticamente fatti allineare
alle richieste disciplinari e di comportamento che solitamente non si registrano durante la permanenza nelle
aule scolastiche.
Ovviamente la fortuna di avere a disposizione una azienda multinazionale americana, leader nel settore
della progettazione e produzione di memorie elettroniche a semiconduttore, ha contribuito al successo
dell'iniziativa in quanto l'azienda ha come obiettivo quello di sviluppare negli alunni competenze specifiche
sul territorio in cui opera e il fatto che gli allievi possano relazionarsi con gli ingegneri specialisti, come se
fossero colleghi di lavoro, ha dato un notevole impulso collaborativo da parte degli studenti che poi hanno
raggiunto ottimi risultati finali.
Prof. Antonio Di Giacomo
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«Ho soccorso i migranti in mare»
fonte: Città Nuova
http://www.cittanuova.it/c/444604/Ho_soccorso_i_migranti_in_mare.html
Come avvengono le operazioni di salvataggio dei barconi? Cosa succede quando si recuperano i cadaveri?
Esiste una soluzione a questa tragedia senza fine? Il racconto di un ufficiale.
Le condizioni del mare sono mutevoli. Non sempre si
riesce a determinarle prima, soprattutto se non si è
abituati a scrutare l’orizzonte, a cercare il “tempo”
sulla linea d’ombra che separa il continuo mare/cielo.
Quando contattano una nave militare per i soccorsi
per i naufraghi, di solito, ci sono due tipi chiamate.
Molto spesso sono i pescherecci che vedono un
natante pieno di esseri umani che non sono in grado
di “governare”, cioè direzionare e muoversi
nell’acqua. Quando ci sono i pescherecci italiani,
benché loro proseguano a fare il loro lavoro, in
qualche modo continuano a seguirli. Trovare le
barche a questo punto è più facile, molto spesso
conosci le condizioni del mare prima, ancora più spesso i pescatori danno un primo aiuto.
L’altra chiamata è quella che ti arriva dal Quartiere Generale, che ti chiama e ti avvisa che in una
determinata posizione si prevede che ci sia un natante. Che ci sia mare agitato o calmo, non fa
differenza, bisogna andare a vedere. Molto spesso questo genere di segnalazioni sono le più complesse da
raggiungere, perché la segnalazione è frutto di una telefonata che arriva dalla barca stessa. Sovente sulle
barche non hanno strumenti per determinare la posizione e quindi il ventaglio di ricerca è vasto. Peggiori
sono le condizioni meteo, peggiori sono le condizioni di ricerca, perché non è possibile far volare gli aerei o
gli elicotteri.
Ulteriore dato, è che i mezzi utilizzati dagli scafisti sono gommoni di plastica e le barche sono di legno: non
si posso individuare con il radar perché non hanno parti in metallo che riflettano le onde
elettromagnetiche. Quindi sono molto difficili da individuare, è come cercare un ago in pagliaio. Infine
quando si trova una barca in mezzo al mare, il recupero delle persone non è un’operazione semplice.
Richiede molta attenzione e anche pregare. Generalmente i migranti sono messi almeno da una settimana
sopra una barca. Alcuni non sanno neppure nuotare, hanno paura, sono infreddoliti.
Molto spesso il mare è agitato. E la comunicazione è resa difficile dal loro utilizzo del dialetto natìo. Questo
vuol dire che molto spesso non si capiscono nemmeno tra loro. Chi è seduto in quella barca è al culmine di
un cammino che dura da diversi mesi, che è costato migliaia di dollari. La fretta, la mancanza della cultura
della sicurezza rischia di mettere in pericolo tutti, operatori compresi. Si spostano sulla barchetta dove
stanno da settimane, non capiscono che la migliore cosa è stare fermi e attendere.
Quando finalmente li prendi tutti a bordo, alcune volte bisogna vincere la diffidenza. Non accettano acqua,
non accettano biscotti, per paura che siano avvelenati. Poi arrivi in porto e li affidiamo ai soccorsi e alla
identificazione. Il lavoro dei marinai in mezzo al mare per salvare queste persone, molto spesso, è
sconosciuto, non è premiato, non è riconosciuto, perché la salvezza di un uomo in più fa meno clamore di
un morto. Ma quando lo trovi il morto, o i morti, in mezzo al mare, è una scena che non si può descrivere e
ti penti per tutta la vita di averla vissuta. Recuperare un morto in mezzo al mare, soprattutto se è da giorni
in acqua è la cosa peggiore che possa accadere ad un uomo. Il racconto dei colleghi che recuperarono
centinaia di morti nella stiva del peschereccio affondato a
un miglia da Lampedusa è tragico e anche solo ascoltarli
fa male al cuore.
La questione non è se salvarli in mezzo al mare sia un
segnale di debolezza, come se dimostrare umanità sia un
peccato. La guerra, la fame, la mancanza di alternative,
portano i più disperati a viaggiare, e più disperati sono e
più verranno qui da noi. Occorre riportare ordine al di la
del mare, un governo, un sistema di accoglienza. La
soluzione albanese, con le basi della Marina Militare
direttamente in Libia, potrebbe forse fermare queste
partenze.
Antonello Ferrara
"Noi non siamo così" le Langhe si ribellano ai caporali del Barolo
fonte:
Paolo Grisseri
Un gruppo di imprenditori denuncia il fenomeno: "Basta manodopera straniera pagata tre euro l'ora"
Luigi la racconta con la schiettezza delle Langhe di una volta, quando erano i contadini piemontesi
a lavorare e imprecare perché "la terra è bassa", come diceva Agostino nella Malora di Fenoglio.
Racconta quella storia perché lui, produttore e oggi benestante, non accetta lo scandalo.
Quella scena gli fa ancora ribollire il sangue: "Ci dovremmo vergognare, e molti, per fortuna, lo
stanno
facendo.
Non
dobbiamo
consentire che siano poche mele marce a
gettare discredito su questa terra".
"Erano lì, a un centinaio di metri dalla mia
finestra. Due donne, non più giovani, due
delle tante che insieme ai mariti arrivano a
decine al mattino presto del sabato per
"sfemminellare", per togliere le gemme non
maturate dal tralcio delle viti del mio vicino".
Un lavoraccio. Una cosa da schiavi se lo fai
per dieci ore, sotto il sole, pagato in nero 3
euro all'ora. "Le due donne sono venute giù, cadute per terra una dopo l'altra, svenute a distanza di dieci
minuti. Schiacciate dalla fatica, dal caldo e forse dal viaggio in pullman che avevano fatto per arrivare fino a
qui. Sono macedoni, come migliaia di altri. C'è chi accetta di pagarli una miseria. Guadagnandoci una
fortuna. Sono pochi ma sono produttori come me. Gente come me. Che ha cominciato da zero negli anni
‘80. Eravamo tutti ragazzi, molti di sinistra, senza un quattrino. Abbiamo messo le bottiglie di vino nella
valigia e abbiamo cominciato a girare il mondo per venderle. Oggi produciamo il Barolo, il Dolcetto, vini doc
che certe volte arrivano a costare 200 euro alla bottiglia. Con che faccia qualche furbo paga tre euro i
braccianti?".
Quello di Luigi è un racconto agghiacciante. Forse per questo
preferisce non farsi chiamare col suo vero nome. Ma è anche
il possibile inizio di una riscossa "perché solo noi produttori
possiamo bloccare tutto questo. Anche perché, per fortuna,
chi sfrutta la gente in quel modo, è una minoranza. La Langa è
sana". "L'altra sera, in una riunione a Saluzzo, abbiamo
lanciato l'idea delle aziende con la certificazione etica". Una
specie di Doc della correttezza nei rapporti tra produttori e
lavoratori. Per evitare che Stefan, 53 anni, due figli, continui a
guadagnare "meno di 5 euro l'ora", dalla cooperativa senza
terra che da sette anni lo fa arrivare dalla Bulgaria: "Vengo
qui con mia moglie e mi parcheggio nella zona industriale di
Canelli. Vado via domani, siamo qui da quaranta giorni. C'è un
dormitorio con una doccia. Ma noi preferiamo riposare in
macchina. In quel capannone c'è gente che non si lava, che si ubriaca. Dormiamo accovacciati sul sedile, la
mattina ci svegliamo alle 6, ci laviamo e andiamo a lavorare in vigna. Facciamo 9-10 ore al giorno. In 26
giorni abbiamo guadagnato 1.200 euro a testa, 4,5 all'ora: 2.400 euro in due, ma 800 se ne vanno tra i pasti
e le spese per il gasolio dell'auto. Torniamo in Bulgaria con 800 euro a testa. Poco? Meglio di niente. Io
sono disoccupato. In Italia dopo la vendemmia di quest'autunno in Piemonte, andrò in Calabria per
raccogliere i mandarini. Sempre dormendo in macchina”.
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Giornata di studio a Faenza
L’economia secondo Papa Francesco
Sabato 27 giugno Mons. Toso ha accolto l’invito del MLAC a tenere una relazione su “L’economia secondo
Papa Francesco”. Il Vescovo, con l’autorevolezza dovuta al fatto di essere stato il Segretario del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace, ma nel contempo con un linguaggio chiaro e comprensibile ha esposto ai presenti
i principi per un “nuovo umanesimo dell’attività economica”. In
premessa Mons. Toso ha precisato alcune chiavi di lettura :
- i pronunciamenti di Papa Francesco, come quelli degli altri
Pontefici, non propongono direttamente riforme
economiche o politiche, ma pongono questioni etiche ed
antropologiche;
- risulta evidente una continuità nella Dottrina Sociale della
Chiesa, anche se ogni Papa si inserisce nell’insegnamento
dei suoi predecessori sviluppandone il pensiero.
Su questa linea ha ricordato che già nella costituzione Gaudium
et Spes del Concilio Vaticano II si afferma che le attività
economiche sono al servizio del bene comune della famiglia
umana; l’economia e la finanza devono essere considerate come
attività dall’uomo, dell’uomo, per l’uomo; occorre quindi
ribaltare il predominio attuale dell’economia sulla politica e
sull’etica; l’etica non deve avere solo una funzione “regolatrice”
dell’economia a compensarne a posteriori le conseguenze
negative, ma l’etica deve già essere dentro l’economia.
Mons. Toso ha ribadito la necessità di superare la cultura
dell’esclusione e dello scarto con una economia dell’inclusione (vedi anche Evangelii Gaudium EG 53); ci ha
anche messo in guardia rispetto ad alcune letture distorte del pensiero del pontefice: viene confermato che
Papa Francesco si esprime in maniera critica rispetto ad una economia liberista che cerca il profitto nel
breve – brevissimo termine e rispetto alla teoria della “ricaduta favorevole” (se il mercato viene lasciato
libero ci sarà chi ci guadagna, ma qualcosa “sgocciolerà” per tutti). Papa Francesco intende prima di tutto
evidenziare le cause etiche e religiose degli attuali mali sociali, stigmatizza quel sistema economico che
pone al centro il dio denaro e non l’uomo, ma questo non significa che il Pontefice condanni l’economia di
mercato ed il mercato in sé ; il Papa è contro il mercato e contro il capitalismo finanziario quando questi
diventano il nuovo “vitello d’oro” e arrivano a dettare i fini alla politica. La Chiesa richiede “invece” che
l’economia e la finanza siano “posti al servizio dell’uomo e di tutti i popoli” (vedi anche Caritas in veritate
65). Ci sono stati proposti alcuni “orientamenti” quali:
A) il recupero del primato della politica sull’economia e sulla finanza (occorre tornare alla ricerca del
bene comune)
B)
una riforma finanziaria di stampo
etico (Papa Francesco in continuità con il
suo predecessore auspica lo sviluppo di
adeguate istituzioni internazionali)
C)
una sana economia mondiale (una
adeguata amministrazione della casa
comune, del pianeta)
D)
una economia ecologica (…gli sforzi
per un uso sostenibile delle risorse naturali
non sono una spesa inutile, bensì un
investimento che potrà offrire benefici
economici a medio termine .. vedi l’enciclica
Laudato sì 191 – 193 )
E)
lo sradicamento delle povertà
F)
la costruzione di popoli in pace,
giustizia e fraternità.
Nelle conclusioni e nelle risposte ad alcune domande mons. Toso ha sollecitato tutti a riflettere sulla
necessità di scuole di formazione sociale e politica (… per unire fede e vita…), ad andare oltre alle politiche
attuali sul lavoro (..occorrono politiche attive …) ed infine a “riappropriarci della democrazia” con una
sguardo all’Europa ed all’intero pianeta.
Per chi desidera approfondire la relazione di mons. Toso è disponibile
Mario-Toso_Econonomia-secondo-papa-Francesco.pdf
Campo regionale in Calabria
Il campo regionale MLAC Calabria 2015 ha espresso tante
positività. Si è tenuto a Cetraro (CS) dal 10 al 12 luglio con il
dichiarato intento di conoscere meglio la nuova riforma del
lavoro, Jobs act, anche in preparazione al campo Nazionale che
si terrà a Campo di Giove dal “18 al 23 agosto” e soprattutto
per capire le prospettive che la stessa può portare in questa
terra di Calabria dove sono altissime le percentuali di
disoccupati, lavoratori in nero e lavoratori malpagati.
Cominciamo dai numeri: presenti nove diocesi su dodici; sei
animatori di comunità del Progetto Policoro, due presidenti
diocesani di AC e quasi tutti i segretari diocesani del MLAC. In
totale trentatré partecipanti. Una partecipazione di alta qualità
come si è potuto notare durante tutti i lavori.
Come ormai prassi nei nostri campi abbiamo iniziato con
l’Adorazione Eucaristica, guidata dal nostro assistente don
Giuseppe Dieni.
Il campo è cominciato con due testimonianze di buone prassi
seguite da un’esperienza di vita da precaria. Roberto De Cicco,
animatore di comunità P.P. racconta un’esperienza di
microcredito diocesano. Pensato nel 2006, ha cominciato
l’attività nel 2010, finanziando cinquantasei proposte dislocate
su ventidue comuni diversi della diocesi di CS: ristorazione quelli
che fanno più fatica, agricoltura e artigianato le più fiorenti.
Tiziana Pellegrino di Fin Calabria, braccio operativo della Regione Calabria, ci ha introdotto alla conoscenza
del FUOC, Fondo Unico per l’Occupazione e la Crescita, che ha il compito di venire incontro a soggetti o
società anche non bancabili, con erogazione di fondi (sono fondi Europei) a tasso zero, in tempi rapidi con
tre missioni: Fondo Microcredito, orientata a
sostenere l’imprenditorialità, l’autoimpiego,
l’inclusione di immigrati e soggetti svantaggiati,
per giovani tra i 15 e i 25 anni che non lavorano
da 12 o 24 mesi esteso anche agli over 50,
troppo giovani per andare in pensione e troppo
vecchi per le aziende, che hanno perso il
lavoro; Fondo per l’occupazione, finalizzato a
promuovere assunzioni stabili dalle imprese;
Fondo Approdo finalizzata a giovani donne
professioniste
per
l’avvio
di
attività
professionali.
Stefania, precaria dal 2006, due lauree, si
definisce precaria d’élite, perché a suo dire a
breve, dovrebbe essere stabilizzata nel mondo
della scuola, ma per ora non può programmare
niente, per lei e per i suoi figli, perché è sempre
legata al telefono nell’attesa di una chiamata. Ha sempre rifiutato i sotterfugi per avere lunghe supplenze
perché “col nostro comportamento bisogna evangelizzare il mondo del lavoro, i nostri luoghi”.
Dalle testimonianze ai contenuti del Jobs act, il prof. Giuseppe Forestieri ci ha presentato la nuova legge,
senza prendere volutamente le parti. Snocciolando articolo dopo articolo, leggi e decreti, a giudicare dagli
interventi, ha ben chiarito le idee sull’impianto della riforma e sui vari aspetti. Successivamente si sono
tenuti due laboratori: uno sul Progetto Policoro, con Angela Marino, presidente diocesano di AC e
animatrice di comunità, l’altro dedicato soprattutto ai segretari diocesani MLAC, che si sono interrogati su
come le diocesi vivono la pastorale del lavoro. Degna di nota è la frase di un presidente diocesano che ha
detto “l’AC che non ha il MLAC oggi compie un peccato di omissione”, non si può alla luce delle parole del
Papa e della realtà che ci circonda non occuparsi del mondo del lavoro. Di seguito Roberto Gabrieli, ha
presentato il nuovo bando di Progettazione Sociale sottolineandone le finalità e le opportunità.
Si è giunti “quind”i alla tavola rotonda alla quale hanno partecipato l’ex assessore al lavoro e attività
produttive della Regione Calabria Carlo Guccione, il segretario regionale CISL Paolo Tramonti e Pasquale
Candiderò per il MLAC. Ha condotto Marianna De Luca, giornalista e presidente parrocchiale di AC. L’on.
Guccione
ha
parlato
soprattutto di Garanzia
Giovani, delle iniziative
messe in campo per
favorire
l’occupazione
giovanile anche attraverso
un accreditamento, vista
l’inadeguatezza dei centri
per l’impiego, di altri
soggetti,
patronati
o
parrocchie per accogliere e
stimolare le domande e
favorire l’incontro con
l’impresa. Paolo Tramonti
ha
giudicato
complessivamente buona
la nuova legge anche se ha
elencato una serie di “blitz”
,es.
sui
licenziamenti
collettivi, il tentativo di violare la privacy dei lavoratori, ecc.., che hanno peggiorato quanto concordato con
i sindacati. Ha indicato le 4 priorità/nodi della Calabria: Nuova emigrazione; Precariato; Legalità; Sostegno
al reddito e rilancio delle politiche attive. In un secondo giro di interventi Guccione ha indicato un progetto
di alternanza scuola–lavoro per le 4 e 5 classi delle scuole calabresi e Tremonti di aver stilato insieme ad
altri soggetti istituzionali un Patto per la Calabria per rilanciare il lavoro.
Nel suo intervento Pasquale Candiderò “membro eletto di Equipe Nazionale” ha espresso le finalità del
MLAC riguardo a questa riforma, non c’è un pensiero ancora definito “ si è ancora in fase di studio” e
questo campo, propedeutico a quello nazionale, ne è un primo momento. Attraverso una maggiore
conoscenza della riforma, cercheremo di costruire un nostro messaggio chiaro per poter dare risposta alle
tante sollecitazioni che sia dalle parrocchie, sia dalla gente comune quotidianamente riceviamo, il nostro
vero obbiettivo è educare alla laboriosità. Poi come uomo della strada si è fatto delle domande: la
disoccupazione in Calabria continua ad aumentare, quanto fatto si può considerare buona prassi? Legalità,
dopo l’ennesimo scandalo e arresti si può avere ancora fiducia nei politici? Dov’erano quelli del sindacato
mentre il governo faceva i “Blitz”? Questa riforma cosa può portare alla Calabria?
Nel dibattito tanti sono stati gli interventi, come in tutte le altre relazioni, tutti pertinenti, accorati, nei quali
si notava sia il desiderio di conoscenzasia la voglia di dire il proprio punto di vista e questa è stata la vera
ricchezza del campo. Alla fine di ogni campo c’è il momento delle conclusioni che spesso è mortificato da
tanti banali interventi. Non è stato cosi questa volta e proprio in questo frangente è venuta fuori la qualità
dei partecipanti capaci di esprimere uno ad uno tutta la ricchezza che il campo ha donato loro e il desiderio
di continuare questo cammino. Una per tutti, gli animatori del P.P. hanno espresso unanime
riconoscimento al valore formativo del campo e anche un alto apprezzamento alla metodologia MLAC che
pone l’accento oltre che sui temi anche sulla relazionalità, la capacità di costruire amicizie.
Dopo la presentazione del campo nazionale e del cammino 2015/16 del MLAC, così come era cominciato il
campo si è chiuso con la Santa messa celebrata da Mons. Bonanno, Vescovo della diocesi ospitante, San
Marco-Scalea. Un grazie a Cosimo Calabrò, il nostro incaricato regionale, che si è prodigato prima e durante
il campo affinché tutto si svolgesse nel migliore dei modi.
Pasquale Andidero

Ritorna per il Decimo anno il Concorso di Idee "Lavoro e Pastorale"
Edizione 2016
FINALITA'



Realizzare reti sociali e fiduciarie tra comunità civile e comunità ecclesiale, strutturando e mettendo a
sistema vere e proprie alleanze tra parrocchie, famiglie, scuola, istituzioni, società civile e mondo
dell'impresa, coinvolgendo le realtà presenti nell’Azione Cattolica locale (MLAC, MSAC, Adulti, Giovani,
Acr, etc.).
Incentivare la diffusione della cultura della progettualità; trasmettere competenze, esperienze e buone
prassi, riproducibili in altri contesti territoriali.
Sviluppare contesti di educazione alla laboriosità, rendendo protagonisti i giovani, attraverso attività
espressive artistiche, letterarie e ludiche.
AMBITI DI INTERVENTO
a) Sviluppare reti sociali e fiduciarie capaci di essere sostegno e orientamento con persone che vivono
situazioni di disagio economico-sociale a causa della difficoltà di accesso al mondo del lavoro o della perdita
del lavoro stesso, per promuoverne e valorizzarne le capacità e le competenze, in un’ottica di crescita
umana e professionale.
b) Sviluppare reti sociali e fiduciarie con i giovani di età compresa tra 15-25 anni che consentano di
comprendere le subculture materiali di cui si nutrono, per promuovere la cittadinanza attiva, favorire
l'educazione alla laboriosità, costruite su ideali di libertà, giustizia, uguaglianza, equità e dignità umana,
coinvolgendo anche le associazioni datoriali di categoria.
c) Promuovere, a vari livelli, processi di formazione, cooperazione e partecipazione per contribuire ad una
nuova evangelizzazione delle norme giuridiche ed economiche che regolano il lavoro, ricreando legami con
il territorio, i contesti istituzionali, educativi, economici, ecc., e per riconciliare interessi individuali e bene
comune.
d) Riscoprire il legame dell’uomo con il creato in quanto custode della creazione, sostenendo azioni di cura,
di conservazione e di difesa del territorio e della biodiversità come occasione di sviluppo
economico e sociale della comunità.
Attenzione quest'anno la scadenza del Bando è il 14 Novembre 2015
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Per scaricare il bando
MLAC Bando Concorso Idee 2016.pdf
Andiamo a Piacenza e ci troviamo “quasi alla fine del mondo”
Il cibo è indubbiamente un elemento di
identità culturale e, infatti, può mantenere
vivo un patrimonio di conoscenza che a
volte rischia di andare perduto, ma anche
sostenere il rinnovamento di antiche
tradizioni. È quanto si sta provando a fare
a Piacenza, con il progetto "Quasi alla fine
del mondo", vincitore del Concorso di idee
del MLAC nel 2015.
Il progetto parte dal collettivo “Il Mulo”,
formato da giovani piacentini, e da
afghani, pakistani, messicani, colombiani,
senegalesi e membri di svariate nazionalità
che si possono incontrare ormai nelle nostre città. Il progetto ha previsto una serie di laboratori per far
conoscere i piatti tipici di ogni paese e, in tal modo, favorire processi di integrazione tra persone
provenienti da ogni dove. La cucina si basa su prodotti del territorio, che vengono utilizzati per la
preparazione dei piatti più diversi. Il progetto è senz’altro una sfida per la comunità di Piacenza, che si è
spesso mostrata fredda nel sostenere nuove idee e processi di conoscenza e collaborazione fra realtà
diverse. Infatti, al progetto partecipa il Progetto Policoro della Diocesi di Piacenza-Bobbio, con i suoi due
animatori, il piacentino Alessandro Chiodaroli, che è anche produttore diretto di cibi biologici, e l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di
Piacenza (che offre supporto
logistico al progetto). Il 28
maggio
scorso
è
stato
organizzato un bell’evento, al
quale hanno preso parte
delegati del MLAC nazionale e
membri dell’Azione Cattolica
della
Diocesi di PiacenzaBobbio.
Tema di fondo è stato quello
del cibo al servizio della
convivialità,
conoscenza
e
convivenza. Attorno a piatti di
buona cucina “meticcia” i
partecipanti stranieri hanno
raccontato la loro esperienza ed
hanno fatto assaggiare la loro idea di cultura e di mondo. Il risultato principale del progetto, oltre a quello
evidente di sostenere l’integrazione e la conoscenza attraverso il cibo, è stato lo sviluppo di nuove reti tra
realtà locali (istituzionalizzate e non) che potrebbero essere valorizzate per iniziative future a livello locale.
Infatti si guarda già al futuro, agli ultimi incontri che si svolgeranno in autunno , poi, ad una nuova edizione
del progetto da riproporre nel 2016. Il collettivo “Il Mulo”, già formato da ragazzi che vengono da molte
parti del mondo, attende nuovi partecipanti di altre nazionalità. È possibile seguire gli sviluppi del progetto
o contattare i partecipanti via Facebook, alla pagina Progetto Policoro Piacenza-Bobbio.
Fabio Di Nunno
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Dal
18 al 23 agosto a Campo di Giove (AQ)
14 Novembre 2015
Scadenza bando 2016
Per ulteriori informazioni consultare
http://mlac.azionecattolica.it/
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