ONDE DEFORMAZIONE ELASTICA VIBRAZIONI CHE SI PROPAGANO Onde longitudinali Onde trasversali Direzione di vibrazione perpendicolare a quella di propagazione corda Direzione di vibrazione parallela a quella di propagazione vibrazione acqua vibrazione propagazione suono propagazione s( t ) O t T s( t )  s 0 sin t   2  T  2  s( t )  s 0 sin  t    T  1 f T s( x ) O x  s( x )  s 0 sin kx   2 k   2  s( x )  s 0 sin  x       v   f T s( x )  s 0 sin kx    2  s( x )  s 0 sin  x      s( t )  s 0 sin t    2  s( t )  s 0 sin  t    T  s( x,t)  s0 sinkx  t    2 k  v   f T 2  2  x t  s( x ,t )  s0 sin  x t  '   s0 sin 2      T     T  SUONO distanza CARATTERISTICHE DEL SUONO Intensità Ampiezza massima Massima alla sorgente e diminuisce con la dist. S Dipende dall’energia che passa attraverso una sezione unitaria in un secondo W 12 10  1 2 m percepibili dall’orecchio senza danno  I I(dB)  10 log 10    I0  W I 2  m  I 0  10 12 W m2 W m2 Tipo di suono Intensità(dB) Limite di udibilità 0 Casa silenziosa 20 Casa in zona rumorosa 40-50 Normale conversazione 60 Ristorante affollato 70 Radio a tutto volume 80 Fabbrica rumorosa 70-90 Limite del dolore 140 Altezza Frequenza fra 20 Hz e 20 KHz udibili dall’orecchio umano Moto armonico non semplice (infrasuoni e ultrasuoni) analisi di Fourier Armonica fondamentale Multipli dell’armonica fondamentale C:/STUDENTI/weblab/waveform/waveforms_ita.htm Timbro Forma dell’onda: numero e ampiezza delle armoniche che lo compongono ONDE ELETTROMAGNETICHE Martedi 13 8.30-10.30 esercizi E x, t   E0 sen(kx  t ) Bx, t   B0 sen(kx  t ) E c B 2 k  2  T  Eene  1 T c    T h    2 LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO INTERFERENZA INTERFERENZA variando d d  d  INTERFERENZA variando  C:/STUDEN TI/weblab/int erf/INTERF INTERFERENZA 1/06/06 Costruttiva: luce d sin   m (m  0, 1,2,...) sin   m d   d Distruttiva: ombre 1 d sin   (m  ) (m  0, 1,2,...) 2 1  sin   (m  ) 2 d DIFFRAZIONE DA UN OSTACOLO C:/STUDENTI/ weblab/singfend/slitdiff DIFFRAZIONE DA UNA FENDITURA rettilinea POSIZIONE DEI MINIMI  sin   m (m   1,2,...) a DIFFRAZIONE DA UN FORO CIRCOLARE  sin   1.22  m (m   1,2,...) a primo minimo m 1 primo minimo sin  min  1.22     min  1.22 a a RISOLUZIONE Criterio di RAYLEIGH Il massimo dell’una coincide col minimo dell’altra o min a   1.22 a OTTICA GEOMETRICA COME VEDIAMO GLI OGGETTI ? COME VEDIAMO LA LUCE ? LA LUCE SI PROPAGA IN LINEA RETTA RIFLESSIONE I  R R  I DIFFUSIONE RIFRAZIONE Indice di rifrazione n1 sin 1  n2 sin  2 n c v DISPERSIONE Sensibiltà occhio umano quarzo fuso nb Rispetto alla direzione di incidenza il blu è deviato più del rosso nr n1 sin 1  n2 sin  2 n1  2  1 per 0    90 n2 n1  n2   2  1 n1  n2   2  1 n1 n1  n2 r  n2b n2 n1 n1b  n1r  n2 n2   b    r  1  2b   2 r  1 DISPERSIONE Rispetto alla direzione di incidenza il blu è deviato più del rosso PRISMA ARCOBALENO RIFLESSIONE TOTALE Fibre ottiche n2 n1 n1 sin 1  n2 sin  2 Angolo critico 1   c per  2  90 n1 sin 1  n 2  1 n2  sin 1 n1 Riflessione totale per n2 c  arcsin n1 1  c IMMAGINI PER RIFRAZIONE diottro sferico r n1 n2 n2  n1   p i r IMMAGINI PER RIFRAZIONE LONTANO REALE SEMPRE VIRTUALE VICINO VIRTUALE n1 n2 n2  n1   p i r LENTI SOTTILI 8/06/06 r2 r1 d d  r1 d  r2 LENTI CONVERGENTI E DIVERGENTI POTERE DIOTTRICO 1 potere diottrico : D  f ( m) 1 1 f  40cm  D    2.5 diottrie f (m) 0.4 1 se D  2 f (m)  D 1 1 f (m)    0.5m  50cm D 2 COSTRUZIONE DELLE IMMAGINI Raggi notevoli TIPI DI IMMAGINE 1 1 1   p i f 1 1 1  (n  1)   f  r1 r2  n indice di rifrazione della lente rispetto all’aria 1 1 1   p i f davanti: non rifratto p+ 1 1 1  (n  1)   f  r1 r2  Equazione delle lenti sottili convenzione dei segni non è ancora passato attraverso la lente oggetto davanti alla lente dietro: rifratto   è già passato attraverso la lente p - oggetto dietro alla lente i + immagine dietro alla lente i - se immagine davanti alla lente f + lente convergente f - lente divergente Se M + immagine dritta Se M - immagine capovolta   R + centro di curvatura dietro alla lente R – centro di curvatura davanti alla lente  r2  r1  r1 d  r2 C:/STUDEN TI/weblab/cl ens/lentecomv C:/STUDEN TI/weblab/cl ens/lente-div 1 1 1   p i f LENTE DI INGRANDIMENTO Ingrandimento angolare h tg  25 h tg   f per  piccoli h  25 h   f h   f 25 m    h  f 25 LENTE DI INGRANDIMENTO Ingrandimento lineare y p i y’ 1 1 1  y' i   G  p i f y p  y' i f i f G    y p f f p f G f p Lente convergente: f > 0 0pf G 1 f  p  2f Lente divergente: f < 0 G 1 MICROSCOPIO p Ingrandimento obiettivo i Ingr. oculare Ingrandimento totale s 25 i  f ob f ob  s  f ob s 25 I  G obG oc  G oc  G ob    f ob f oc f oc f ob f ob f ob Profondità di campo f ob2 f oc2 p   2 s (25  f oc )  min   1.22 d POTERE di RISOLUZIONE DEL MICROSCOPIO 1 2n sin   x  d distanza minima fra due punti  angolo massimo formato dai raggi che vanno dal preparato al microscopio attraverso l’obiettivo  vuoto x   aria olio POTERE di RISOLUZIONE DEL MICROSCOPIO  1 2n sin   x  x   60 n  1,52 Olio di cedro   5  10 5 cm  0,5  10  4 cm  0,5m  5  10 -5 x   0,2m 2n sin  2  1,52  sen60 Quale ingrandimento deve avere il microscopio per sfruttare questa risoluzione ? POTERE di RISOLUZIONE DEL MICROSCOPIO Quale ingrandimento deve avere il microscopio per sfruttare questo potere risolutivo? d' sperimentalmente  min  min 2 1  1'  di grado 60 360 : 2  1 60 : min p  25cm  min 2   2,9  10  4 rad 360  60 occhio  min d' 2,9 10 4 0.73 10 2  25tg  25   cm  d'  73 10 4 cm  73m 2 2 2 2 L’occhio vede bene 2 oggetti a 73 micron; il microscopio può vedere 0.2 micron d' 73 G   350 d 0,2 useremo G  500 d  0,2m PROFONDITA’ DI CAMPO DEL MICROSCOPIO Ingrandimento totale s 25 I  G obG oc  f ob f oc p i Profondità di campo x  f ob2 f oc2 p   2   1.22 s (25  f oc ) tg 2n sin   tg  ACUITA’ VISIVA Acuità visiva: angolo minimo sotto cui appare la distanza di due oggetti visti come distinti dall’occhio d min p  25cm Per un occhio normale risulta:  min 1  1'  di grado 60 ACUITA’ VISIVA d min  min p  25cm 360 : 2  1 60 : min Quanti micron?  min 1  1'  di grado 60 2   2,9  10  4 rad 360  60 d  25tgmin  25  2,9 104  0.73 102 cm  73m Cioè un occhio normale vede distinte due sorgenti distanti fra loro circa 73 micron che si trovano a 25 cm dall’occhio Da cosa dipende questo limite? Da fenomeni di diffrazione o da altri fenomeni? Dipende dalla distanza minima fra due recettori sulla retina  2m ACUITA’ VISIVA Limiti dovuti alla diffrazione  Come nel microscopio il potere risolutore dell’occhio è dato da 1 2n sin   d  d d  25cm D/2 sin     tg   25 D D 2 sin   25 ponendo D  0,5cm n  1   5  10 5 cm 1 D 1  d 25  25  5 105 d  25 10 4 cm  25m 0,5 CONTRO d  73m ACUITA’ VISIVA Distanza fra i recettori retina d  73m d min min 4 min  1'  2.9 10 rad d' d '  6m 2cm 4 4 d'  2tgmin  2  2.9 10  6 10 cm  6m Distanza fra 2 recettori  2m Devono essere interessati 2-3 recettori distinti È questo che limita l’acuità visiva DIFETTI DELL’OCCHIO