BUONENOTIZIE P E R I O D I C O T R I M E S T R A L E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E V O L O N TA R I P E R I L S E R V I Z I O I N T E R N A Z I O N A L E Direttore responsabile: Roberto Fontolan. Periodico registrato ai sensi della L. 47/48 al Tribunale di Forlì n. 15 del 5 luglio 1995. Stampa: IPF Industrie Poligrafiche S.p.A., Maniago (PN). Grafica Accent on Design, Milano Una indomabile passione per l’uomo 1 Poste Italiane Spa – Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art.1, comma 2, DCB Cesena - Editore: AVSI, Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, viale G. Carducci, 85 - 47023 Cesena (FC) Febbraio 2005 anno VI n. Dall’emozione alla commozione L a tragedia dello Tsunami nel Sud Est asiatico ha coinvolto tutti. I fondi raccolti sono sufficienti a far fronte all’emergenza e ad avviare interventi di ricostruzione e di promozione dello sviluppo. È necessario, e doveroso, impiegare nel modo migliore e più efficace le donazioni. Quindi è molto importante coinvolgere tutti i soggetti della società civile che possono dare un contributo importante nella realizzazione di programmi che siano realmente al servizio della popolazione più povera che ha perso tutto. Occorre passare dalla emozione alla commozione. L’emozione è suscitata dal coinvolgimento dei sentimenti ma ha una breve durata, termina quando i mass-media cambiano argomento. La carità, tema conduttore delle Tende di Natale, è “un dono di sé commosso”, come ci ha detto un grande educatore alla fede; nel dono di sé la persona gioca tutto quello che è e quello che ha, a partire dalla propria professionalità e dalla propria capacità; commozione vuol dire “muoversi con”, non trala- Arturo Alberti Presidente AVSI sciare nessuna possibilità di coinvolgimento positivo, in Italia e nei Paesi in cui realizziamo la nostra opera di solidarietà. Per passare dall’emozione di pochi istanti alla commozione che dura tutta la vita occorre una ragione più grande della generosità o dell’impeto iniziale; occorre fare quotidianamente l’esperienza di un incontro che ti salva, che ti arricchisce, che ti compie. Da questa sovrabbondanza deriva la gratuità: chi ha ricevuto tanto può donare agli altri, gratuitamente ha ricevuto, gratuitamente dà. La drammatica situazione del Sud Est asiatico è una provocazione alla nostra responsabilità e alla nostra libertà. Stiamo valutando attentamente come rispondere al bisogno della popolazione, collegandoci e coordinandoci con tutti coloro che sono disponibili ad un cammino insieme (vedi aggiornamento a pag. 2). In particolare siamo molto attenti alle indicazioni che ci provengono dalle Chiese locali: i missionari cattoli- ci erano silenziosamente e attivamente presenti prima della tragedia, hanno assistito le persone in quei momenti terribili e continueranno una presenza nel tempo. La Chiesa è la testimonianza vivente che la carità dura per sempre, non si stanca e sa mettere in atto azioni che hanno sempre al centro la persona, gli uomini, sapendo far nascere iniziative da quello che il Papa ha chiamato “una nuova fantasia della carità”. AVSI non era presente nel Sud Est asiatico: il post-tsunami potrebbe essere l’inizio di una presenza (abbiamo sempre iniziato rispondendo ad una provocazione della realtà e mai per una strategia elaborata a tavolino). La sofferenza degli uomini, dei nostri fratelli, ci interpella: quello che è accaduto in Oriente ci aiuta anche a capire come rapportarci con la drammaticità della vita di tanti uomini che incontriamo in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Europa Orientale. Con questi uomini vogliamo continuare un cammino sostenuti dall’amicizia di tutti voi che siete coinvolti con questa avventura umana chiamata AVSI. Una indomabile passione per l’uomo. A questo ci ha educato Don Giussani attraverso tutta la Sua vita spesa senza misura a educare migliaia di giovani. Il 22 febbraio scorso Don Giuss è tornato alla casa del Padre. Molti di noi sono cresciuti avendo lui e il Movimento di Comunione e Liberazione da lui fondato come riferimento fondamentale per la propria vita. È questo che continua a sostenere noi e i nostri amici in tutto il mondo. Una educazione alla gratuità iniziata con la grande caritativa della “bassa milanese” e che si è via via dilatata in tutta Italia e nel mondo. La carità come dono commosso di sé. Il valore assoluto della dignità della persona, dell’essere umano, di ogni “io” come anelito alla ricerca del significato del vivere e quindi libero. Ci ha insegnato il gusto del bello, del vero e del giusto. Per questo vogliamo continuare a condividere i bisogni delle persone di ogni razza, colore e religione che incontriamo per condividerne il senso della vita. Grazie Don Giussani AV S I a d e r i s c e a l l a Il protocollo di Kyoto e i “buoni verde” Come contribuire alla Campagna Tende C/C postale 522474, intestato ad “AVSI solidarietà”, viale Carducci 85. 47023 Cesena (FC), causale “Campagna Tende 2004/2005” Claudio Palchetti, rappresentante AVSI in Argentina, alla conferenza ONU sull’ambiente Emergenza maremoto Dall’8 al 17 febbraio si è svolta la prima missione AVSI nel Sud Est asiatico. AVSI non era presente nel Sud Est asiatico, ecco perché non sta realizzando progetti di prima emergenza, possibili solo con una base operativa già avviata nel tempo. Per andare incontro ai bisogni delle popolazioni colpite dallo tsunami, AVSI si appresta a promuovere una serie di interventi di postemergenza in partnership con le Nunziature Apostoliche locali di Thailandia e Sri Lanka. Grazie alla solidarietà di tanti amici, sono già stati raccolti 790.006,73 Euro (al 3 marzo). Il denaro verrà utilizzato per interventi (in fase di stesura proprio mentre stiamo andando in stampa con BUONE NOTIZIE) che permetteranno la ripresa della vita quotidiana. Si sosterranno scuole, affinché i numerosi bambini e ragazzi potranno continuare i loro studi; verranno ricostruite nuove abitazioni per chi le ha perse e verrà sostenuta l’economia locale (soprattutto la pesca con nuove imbarcazioni). Sarà cura di AVSI informare i generosi amici donatori sull’uso dei fondi da loro versati attraverso il nostro sito internet (www.avsi.org) e la nostra newsletter. Il conto corrente: Credito Artigiano Sede Milano Stelline Conto corrente 5000 ABI 03512 - CAB 01614 - Cin Z Causale “EMERGENZA MAREMOTO” Per bonifici dall'estero IBAN IT 68 Z0351201614 000000005000 BIC (Swift code) ARTIITM2 Thailandia Il 16 febbraio è entrato in vigore il protocollo di Kyoto sottoscritto da 140 paesi. Tra il 2008 e il 2012 i paesi industrializzati firmatari si impegnano a ridurre le emissioni di gas effettoserra del 5,2% rispetto ai livelli del 1990. Bisogna però anche dire che, essendo oggi trascorsi già molti anni a causa del ritardo della ratifica del protocollo, le emissioni incontrollate dei gas inquinanti nel frattempo sono aumentate tanto che, per rispettare quegli stessi parametri del ’90, non è più necessaria una riduzione del 5,2% in Italia per esempio, bensì del 25% circa. Tre i meccanismi stabiliti dal protocollo ora operativi. I primi 2, project based, sono il Clean Devolopment Mechanism (CDM), con cui i paesi industrializzati possono finanziare progetti di mitigazione nei paesi in via di sviluppo KYOTO ANNO ZERO ARGENTINA L’uomo che sostiene l’ambiente ENTRATA IN VIGORE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO trasformerà davvero il mondo in una casa L’ più vivibile per l'uomo? È la sfida lanciata da AVSI in Argentina, con il CIOMTA, un centro di ricerca e osservazione ambientale che fornisce informazioni per una pianificazione territoriale sostenibile. Di Bettina Lavezzari utto iniziò con un incontro. AVSI lavora dal 1986 in Argentina principalmente con progetti di sostegno alle piccole e medie imprese, formazione professionale e imprenditoriale. Dicembre 2001: esplode la crisi argentina. Si amplia l’impegno di AVSI: il patrimonio imprenditoriale argentino, soprattutto nel settore agroalimentare, ha bisogno di innovazione e competitività per affrontare i mercati internazionali e uscire dalla crisi. In poche parole: c’è bisogno di una classe dirigente preparata per far fare alle imprese argentine un salto di qualità. Rimini, agosto 2001: “Il progetto del CIOMTA è nato da una iniziale preoccupazione (e desiderio) di fare qualcosa con l'Università Cattolica di Santa Fe, in Argentina, - ricorda Claudio Palchetti, T rappresentante AVSI in Argentina - il cui vicerettore e decano della facoltà di ingegneria ambientale era venuto con noi al Meeting dell’Amicizia tra i popoli ed era rimasto particolarmente affascinato dal nostro (AVSI) agire.” “Da lì a poco uscì un bando dell’Unione Europea sulle foreste tropicali, che poi avremmo vinto con il progetto CIOMTA – continua Palchetti - e fu l'occasione propizia per iniziare un lavoro con l’Università.” “In quel tempo (come oggi) stavamo lavorando sullo sviluppo del lavoro e delle PMI e quindi fu fatto il seguente ragionamento: in Argentina manca il lavoro. La maggior parte del territorio argentino è ancora un ambiente vergine e incontaminato. Potrà l'ambiente, anche dal punto di vista ecologico, trasformar- BUONENOTIZIE 2 FEBBRAIO2005 si in una opportunità di lavoro e di creazione di reddito?” Una intuizione perfetta, anche perché quell'anno sembrava stesse per essere ratificato il protocollo di Kyoto che attraverso i "buoni verde" (allora chiamati "carbon tax" sembrava potesse dare reddito ad alcune popolazioni locali per conservare e utilizzare in modo sostenibile l’ambiente. Il progetto con l’Università poteva quindi essere l’opportunità per creare nuovo lavoro, tramite i meccanismi di Kyoto. “Ma ben presto ci accorgemmo che tutto questo sarebbe stato impossibile, a causa della mancanza in Argentina di dati basici sulla cattura della Co2 (base dell'unità di misura del valore dei buoni verde). C’era quindi bisogno di un osservatorio, un centro che studiasse e misurasse questi fenomeni”. T T contribuendo al loro stesso sviluppo sostenibile, e i Joint Implementation (JI), attraverso i quali i paesi industrializzati acquistano “crediti” di emissioni per il supporto finanziario a progetti in altri paesi industrializzati. Il terzo è il commercio di crediti di emissione (Emissions Trading) con cui un paese industrializzato potrà aumentare i propri limiti di inquinamento grazie all’acquisto di “buoni” da paesi non inquinanti. Tutto questo ha creato un nuovo mercato di un Chiara Crotti di AVSI alla Conferenza ONU di Buenos Aires “nuovo prodotto” che sono appunto i “buoni verde”, facendo nascere dei veri e propri mercati finanziari, con borse regolamentate e banche specializzate. La borsa più importante è il Chicago Climate Exchange, con filiale europea a Londra. Nel corso del 2004 sono stati scambiati nel mondo titoli per 350 milioni di euro, più del triplo del 2003. Per il momento le quotazioni dei crediti sono più basse del previsto: 7 euro per tonnellata di Co2. L’effetto serra Da questo nuovo bisogno, è nato, in collaborazione con l’Unione Europea, il progetto CIOMTA (www.ciomta.com.ar). Un Centro di ricerca, osservazione e monitoraggio ambientale e territoriale, con l’obiettivo di fornire informazioni per permettere una pianificazione territoriale sostenibile, attraverso lo studio degli effetti del cambiamento climatico sul territorio e la capacità di alcuni ecosistemi di mitigare questo effetto, studiandone la capacità di assorbire anidride carbonica (Co2). “Per studiare la capacità di un ambiente di ridurre il Co2 – spiega Guillermo Contini, consulente tecnico - sono necessari particolari strumenti, come le Torri di flusso, ovvero intelaiature di ferro, alte anche 30 metri, sulle quali vengono fissate, a varie altezze, sofisticati sensori che misurano le fluttuazioni dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Le Torri del CIOMTA, uniche due in tutta l’Argentina, sono anche le Torri di Flusso più australi del mondo e appartengono alla Rete Mondiale delle Torri di Flusso (FluxNet). In poche parole: il CIOMTA è un osservatorio per lo sviluppo, che ampliando le conoscenze del territorio migliora le possibilità del suo utilizzo nel pieno rispetto dell’ambiente. Un progetto che lo scorso 6 dicembre ha portato AVSI a partecipare a Buenos Aires alla 10° Riunione della Conferenza delle Parti, organo supremo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP10), con un seminario presentando proprio i primi risultati del CIOMTA, all’interno dello stand dell’Unione Europea. “Se conosci gli ecosistemi – affermano dal CIOMTA - puoi coltivare la terra, migliorare i pascoli, aumentare la produzione alimentare. Senza dimenticare poi la possibilità di metter in moto l’economia e di generare nuovi posti di lavoro.” Melina Perez, tecnico CIOMTA, durante il controllo dei dati ricevuti in tempo reale tre università. A questi vanno aggiunti 2 professori-collaboratori dell’Università Cattolica di Santa Fe più altri 3 con funzioni direttivo-amministrative. Diversi anche i consulenti che si sono alternati per lavorare su problemi specifici, mentre stabile la collaborazione con tutte le istituzioni locali (dal Servizio meteorologico nazionale all’Istituto Geografico Militare,…)”. Da Firenze collabora poi una équipe di 7 ricercatori che a turno sono andati a Santa Fe. Lo stesso Claudio Palchetti e Chiara Crotti di AVSI, oggi in Argentina, si sono laureati proprio lì, a Firenze. Insomma, un anello in più di collaborazione utilizzando al meglio sinergie e conoscenze. 16 febbraio 2005: con l’applicazione del “Quello che può fare AVSI con il CIOMTA - afferma Palchetti - è collaborare con tutte le realtà già presenti sul territorio per trovare, insieme, la strada dello sviluppo sostenibile”. E il progetto dell’osservatorio è già un esempio concreto di “fare con...”, uno dei punti metodologici fondamentali di AVSI. Oltre a coinvolgere direttamente la facoltà di Ingegneria ambientale dell’Università di Santa Fe, collaborando con il Master in valutazione dell’impatto ambientale, con la partecipazione di docenti internazionali, il CIOMTA vede infatti anche la collaborazione di ACDI (Asociacion Cultural para el Desarrollo Integral), partner locale dell’ong italiana; il ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio della Provincia di Santa Fe; la Divisione Ambiente della Commissione Europea e il tutoraggio dell’Università di Firenze, uno dei maggiori centri di ricerca ambientale. “Oggi al CIOMTA lavorano 10 persone – sottolinea dall’Argentina Chiara Crotti di AVSI, direttore del progetto - tra cui 5 giovani laureati che si sono formati viaggiando dall’Argentina all’Italia, presso l’Università di Firenze; 2 tecnici incaricati dell’installazione e del mantenimento delle stazioni e 4 ricercatori senior provenienti da al- protocollo di Kyoto, che prevede, entro il 2012, di ridurre le emissioni da parte dei Paesi evoluti del 5,2% rispetto ai livelli del 1990, il lavoro del CIOMTA assume una grande importanza. “Con i meccanismi del protocollo – spiegano dal CIOMTA - un singolo Stato può anche acquistare “il diritto di inquinare” da paesi più puliti; ma così pure finanziare tecnologie per la riduzione dell’inquinamento; oppure finanziare progetti di sviluppo sostenibile che aiutano la riduzione di tutti i gas a effetto serra nei Paesi in via di sviluppo (CDM: clean development mechanism). Tutto questo ha di fatto creato un nuovo mercato di un “nuovo prodotto” che sono appunto i “buoni verde”. Il CIOMTA, oggi, può avere un ruolo attivo proprio nei meccanismi di Kyoto per funzionare come una specie di certificatore delle quote che, essendo stabilite in grammi di Co2 assorbita o emessa, ha bisogno di un ente riconosciuto che misuri e certifichi le quantità dichiarate”. Magari Kyoto non è proprio la panacea, però è sempre un inizio. Una nuova strada. Lungo la quale l’uomo non deve però essere visto come elemento di intralcio alla risoluzione del problema, bensì come protagonista per il miglioramento del mondo. Le torri di flusso del CIOMTA, le più australi del mondo L'effetto serra è un fenomeno naturale che permette il riscaldamento dell'atmosfera terrestre fino a una temperatura adatta alla vita. Senza l'effetto serra naturale, sarebbe impossibile vivere sulla Terra, poiché la temperatura media sarebbe di circa -18 gradi Celsius. L'effetto serra è possibile per la presenza in atmosfera di alcuni gas detti gas serra. Sono sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera che tendono a bloccare l’emissione di calore dalla superficie terrestre. La loro concentrazione crescente nell’atmosfera produce un effetto di riscaldamento della superficie terrestre e della parte più bassa dell’atmosfera. Qualora l’accumulazione progressiva e accelerante di questi gas continui incontrollata è probabile che si determini una tendenza al surriscaldamento della superficie terrestre e alla modificazione del clima. Tuttavia, permangono incertezze sull’entità di tali effetti e sulla loro configurazione geografica e stagionale. L’elenco dei gas serra è molto ampio. Il Protocollo di Kyoto prende in considerazione un paniere di 6 gas serra: l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O), i clorofuorocarburi (CFC), i perfluorocarburi (PFC) e l’esafloruro di zolfo (SF6). Come contribuire alla Campagna Tende Banca Pop. di Milano C/c 000000019000 Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2 ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C Per bonifici dall’estero: IBAN: IT 61 C0558401626000000019000 BIC: BPMIITM1026 Guillermo Contini, consolente tecnico delle stazioni meteo BUONENOTIZIE 3 FEBBRAIO2005 Come contribuire alla Campagna Tende C/C postale 522474, intestato ad “AVSI solidarietà”, viale Carducci 85. 47023 Cesena (FC), causale “Campagna Tende 2004/2005” AIDS nel mondo SUL CAMPO Personale di AVSI visitano i malati di villaggio in villaggio. 900 mila Asia dell’Est e Pacifico 580 mila in Europa 480 mila nel Nord Africa e Medio Oriente 430 mila nei Carabi 32 mila in Oceania Nel mondo circa 40 milioni di persone hanno contratto il virus dell’Aids. 25 milioni nella sola Africa subsahariana; 6,5 milioni nel Sud Est asiatico; 1,6 milioni nell’America Latina; 1,3 milioni Europa dell’Est e Asia Centrale 1 milione in Nord America UGANDA: un caso di successo L’Aids colpisce in 3 ondate: la prima sono i contagiati, la seconda i morti, la terza gli orfani. Oggi in Uganda ci sono quasi 2 milioni di bambini orfani dell’Aids. Nonostante i numeri quasi catastrofici, l’Uganda, a confronto con gli altri paesi dell’Africa subsahariana, è definito come “success story” per l’Aids: se nel 1992 l’Aids colpiva nel paese il 30% della popolazione, nel 2000 la percentuale si attestava attorno al 10% (su un totale di 24 milioni). Nel 1982 è stato identificato il primo caso. A ruota, nel 1986, è stato avviato il primo Programma di controllo nazionale dell’Aids da parte del ministero della Sanità. In seguito nel 1992,è stata fondata la Commissione ugandese per l’Aids con lo scopo di monitorare e controllare il fenomeno. L’anno successivo, è stato quindi possibile tracciare le Linee Guida ufficiali per una politica nazionale, basata su un programma capillare di informazione a tutti livelli, ma soprattutto scolastico e sanitario. Un programma educativo e di prevenzione articolato su tre punti fondamentali: astinenza, fedeltà al proprio partner, utilizzo del preservativo. Secondo diversi studi, la riduzione della prevalenza del virus Hiv è da attribuirsi proprio al graduale cambiamento delle abitudini sessuali, in particolare tra i più giovani, i quali sembrano affrontare con maggiore responsabilità e rispetto la sessualità. Anno 2001: in Uganda viene lanciato il progetto di Controllo di Hiv/Aids con il coinvolgimento di 12 ministeri, 28 ong locali e internazionali e 30 partners. La maternità dell'ospedale di Hoima (Fonte: UNAIDS, rapporto luglio 2004) AIDS UGANDA Senza vergogna oltre la malattia N ON SOLO FARMACI PER VINCERE LA BATTAGLIA contro il virus che ha già infettato, nel mondo, 40 milioni di persone. Lo affermano i volontari di AVSI dall’Uganda impegnati in prima linea su un importante progetto per salvare i bambini che nascono da madri sieropositive. Di Elisabetta Ponzone Hiv non è solo un virus che debilita fisicamente e psicologicamente una madre e il suo bambino. È uno stigma che toglie dignità, che isola socialmente, che umilia. Se avessimo più farmaci potremmo salvare la vita di molte altre persone. Ma non è solo questo il problema. L’Aids va combattuta a monte, nella mente delle persone, con un’educazione attenta alla persona.” In Uganda la trasmissione materno-fetale è la seconda modalità di diffusione del virus Hiv, dopo il contagio per via eterosessuale. La probabilità, per un bimbo nato da madre sieropositiva, di contrarre l’infezione da Hiv si aggira attorno al 30%. Se Winston Churchill amava definirla “la perla d’Africa”, in realtà oggi l’Uganda è più famosa per la sua battaglia contro l’Aids. Sono circa un “L’ 1.300.000 le persone morte per Aids dall’inizio dell’epidemia e altrettante le persone sieropositive tuttora viventi. Secondo le più recenti stime, in assenza di trattamento antiretrovirale, circa 130.000 pazienti colpiti dall’infezione da Hiv, moriranno entro quest’anno. “Oggi in Uganda vivono circa 2 milioni di orfani, bambini, i cui genitori sono deceduti a causa dell’Aids”. Chi ci parla è Gaetano Azzimonti, medico, italiano, quarantenne, in Uganda da oltre 20 anni da 5 al lavoro nell’ospedale governativo di Hoima, nel nord ovest dell’Uganda, per AVSI. Dopo anni di lavoro in un reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, Azzimonti è partito per l’Africa. Ha scelto di stare vicino ai malati di Aids in Uganda. “L’Hiv si BUONENOTIZIE 4 FEBBRAIO2005 può combattere solo dalla radice: è necessaria un’educazione profonda e consapevole, partendo dal rispetto della persona, quindi rispetto del partner, fino ad arrivare a una educazione matura del malato e della comunità che lo circonda. In modo che tutti possano contribuire, crescendo, alla soluzione del problema. E’ per questo motivo che siamo qui. Per far sì che i malati e i loro figli non siano più costretti a nascondersi”. Parole semplici, ma che aprono un capitolo drammatico contro il quale Azzimonti e la sua équipe ogni giorno combattono e non si danno per vinti. Si chiama “trasmissione materno-fetale del virus Hiv”. Ogni anno colpisce 800 mila bambini nel mondo, il 90% dei quali nella sola Africa subsahariana. Oggi in Uganda sono quasi 40 mila i neonati che nascono Da sinistra Stefano Antonetti di AVSI a Hoima con la sua famiglia. Antonetti è responsabile del progetto nutrizionale Gaetano Azzimonti di AVSI nella maternità dell'ospedale di Hoima in Uganda Il controllo del peso dei bambini con il virus dell’Aids. In altre parole: la mamma sieropositiva, se non curata con i farmaci antiretrovirali, da’ alla luce un bambino sieropositivo. “Sono quasi 4 anni che qui a Hoima e in altri 3 distretti del Paese AVSI sta portando avanti questo programma di prevenzione con il ministero della Sanità ugandese, che riduce la possibilità di trasmissione del virus dalla madre al bambino del 50%. Somministriamo un farmaco antiretrovirale, alla mamma e al neonato. E grazie a una costante assistenza sociosanitaria e controlli periodici, in molti casi la terapia salva la vita dei piccoli.” Un programma che ha portato il dottor Azzimonti l’estate scorsa anche al tavolo degli oratori a Bangkok, in Thailandia, per la Conferenza mondiale dell’Aids, con il collega Filippo Ciantia, rappresentante AVSI per l’intera Regione dei Grandi Laghi. “La cosa più difficile in Africa è fare accettare il concetto della malattia. A volte ci vogliono mesi per convincere queste donne a fare il test dell’Hiv” - Afferma Azzimonti - “Senza dimenticare poi che se risultano positive, una volta che lo comunicano in famiglia, al marito, quasi sempre vengono abbandonate, cacciate di casa.” Se in Occidente un malato di Aids vive male, in Africa molto peggio. Ed è per questo che il lavoro di Azzimonti mira soprattutto a una rigorosa campagna di prevenzione e controllo attraverso incontri nei villaggi, nelle scuole. “Oltre ai farmaci, è fondamentale informare la gente. Andiamo nei villaggi e organizziamo incontri. Ci sediamo con le donne in gravidanza e parliamo. Percorriamo chilometri e chilometri. Cerchiamo di ottenere la loro fiducia, cerchiamo di far loro capire l’importanza della prevenzione. Se poi si fidano, le incontriamo nuovamente per il test. Ma non è così facile... La donna africana è terrorizzata dall’Aids e soprattutto non vuole far sapere alla comunità che ha contratto il virus. Si nasconde. Quindi diventa difficile controllare la trasmissione del virus”. ARRUOLATE NEL PROGRAMMA Uno dei tanti incontri informativi sull'Aids nell'ospedale di Hoima informali” non sarebbe possibile eliminare soprattutto la diffidenza, la grande discriminazione che trascina molti pazienti ai margini della società. Il programma nazionale di prevenzione della trasmissione materno-fetale del virus Hiv che AVSI sta sostenenndo non si limita quindi a curare il malato solo con il farmaco. Le madri sieropositive “arruolate” nel programma sono anche sostenute con aiuti nutrizionali, necessari visto la povertà in cui vivono, finanziati dall’agenzia ONU World Food Programme. “Ma questo significa che la donna deve “uscire allo scoperto”, - sottolinea Stefano Antonetti, responsabile per AVSI del progetto nutrizionale - andare oltre il tabù che la circonda, non aver paura di affermare la sua malattia”. Nel progetto sono anche previste attività di autofinanziamento a beneficio delle famiglie e comunità che spesso non sono in grado di mantenere i propri malati. Da settembre 2001 a oggi, sono già 35 Per il nostro Occidente sembra semplice, ma per un paese africano come l’Uganda, dove non esiste la figura del medico di famiglia, dove alcun dottore non è mai andato a visitare un paziente in casa, o meglio nella capanna del villaggio, la cosa è un po’ diversa. Dove abita oggi Azzimonti è il malato che deve andare dal dottore, magari camminando per ore. Se è troppo debole non ce la farà mai a raggiungere l’ospedale o l’ambulatorio più vicino. “Ma oltre alla cura sanitaria è sempre più necessaria una collaborazione di tutte le realtà già presenti sul territorio, come i volontari dell’associazione locale Meeting Point, che assistono i malati e gli orfani dell’Aids, senza i quali non sarebbe possibile raggiungere capillarmente tante persone e neppure attuare interventi efficaci di prevenzione dell’epidemia.” Ci tiene molto a sottolineare questo punto il dottore, anche perché senza questi “collaboratori mila le donne che hanno accettato di partecipare al progetto nei distretti in cui opera AVSI in Uganda. A quasi 1.600 di loro è stato diagnosticato il virus dell’Hiv e molte si sono sottoposte al trattamento anti-retrovirale. “Il governo ugandese si è fatto carico delle spese dei farmaci, il trattamento è quindi gratuito e ha un costo relativamente basso, tra 1 e 2 dollari. Non dimentichiamoci però – sottolinea Azzimonti - che da queste parti sono ancora troppe le persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno”. Quando il Ministero della Sanità ugandese non è in grado di fornire un supporto adeguato AVSI interviene direttamente nel programma, acquistando i test Hiv e il farmaco antiretrovirale, grazie a finanziamenti istituzionali, donazioni di privati e a chi decide dall’Italia di adottare semplicemente a distanza un bambino. “Ognuno può avere il suo ruolo nella battaglia contro l’Aids – conclude Gaetano - Solo con la collaborazione di tutti si può sperare di vincerla”. Mandela contro l’omertà Giovedì 6 gennaio 2005: Nelson Mandela dice al mondo che suo figlio Makgatho, 54 anni, avvocato, è morto di Aids. Un appello forte, che suona come l’ultima battaglia del patriarca della lotta all’apartheid: “Dobbiamo uscire allo scoperto per combattere l’Aids, così le persone smetteranno di considerarla una cosa straordinaria”. Parole pronunciate durante una conferenza stampa, indetta nel giardino della sua casa a Johannesburg, in Sud Africa, accanto a lui la terza moglie, la figlia e alcuni nipoti “Vi ho chiamato per annunciare che mio figlio è morto di Aids”. Nessuna confessione privata poteva avere un’eco pubblica più forte. “Parliamo dell’HivAids, non nascondiamolo”. Mandela parla di Hiv-Aids, unisce in una sola parola il virus e la malattia. Lo fa di proposito. E insiste sulla necessità di far cambiare la mentalità, l’approccio alla malattia degli africani. Un colpo all’omertà, insomma. Anche perché nel suo paese l’Aids non guarda in faccia nessuno, uccidendo ogni giorno 600 persone, dimezzano, entro il 2010, l’aspettativa di vita da 68 a 36 anni. Un’omertà però molto difficile da combattere a casa di Mandela, dove fino all’anno scorso il suo delfino, l’attuale presidente Thabo Mbeki, metteva in dubbio il legame tra l’Hiv e l’Aids, mentre la sua ministra della Sanità per molto tempo ha consigliato di curare il malanno con erbe della savana. Come contribuire alla Campagna Tende Banca Pop. di Milano C/c 000000019000 Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2 ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C Per bonifici dall’estero: IBAN: IT 61 C0558401626000000019000 BIC: BPMIITM1026 L'entrata dell'ospedale di Hoima, in Uganda BUONENOTIZIE 5 FEBBRAIO2005 Come contribuire alla Campagna Tende Il paese Superficie: 582.800 Km2 Abitanti: ca. 40.000.000 Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Nairobi, con 3 milioni di abitanti. Dove il 60% dei quali vive su appena il 6% del territorio, principalmente in slum. C/C postale 522474, intestato ad “AVSI solidarietà”, viale Carducci 85. 47023 Cesena (FC), causale “Campagna Tende 2004/2005” Gruppi etnici: Kikuyu, Luhya, Luo, Kamba, Kelenjin, altri. Paesi confinanti: Etiopia, Sudan, Uganda, Tanzania, Somalia. Clima: equatoriale Lingua: Swahili e Inglese (entrambe ufficiali), dialetti etnici Religione: (circa) Protestante 38%, Cattolica 26%, Musulmana 6%. KENYA: EDUCAZIONE AL LAVORO ST. KIZITO Protagonisti del proprio futuro AVSI in Kenya per un seminario Una settimana di grandi lavori, la prima di novembre 2004, nella sede di AVSI a Nairobi in concomitanza con i festeggiamenti per i 10 anni dell’Istituto St. Kizito. Un seminario organizzato da AVSI che ha visto la partecipazione di una sessantina di persone. Un work shop in Kenya rivolto a tutti i cooperanti AVSI che vivono e lavorano in Africa, a quelli italiani e a tutti i collaboratori locali, per fare il punto sul lavoro svolto fino ad oggi nel continente africano e per capire, soprattutto, come è stato svolto. Un importante momento di riflessione e di lavoro per conoscere i nuovi bisogni e le relative risposte. Ma anche un incontro formativo per illustrare i vari progetti in corso in Kenya, Uganda, Sud Sudan, RdCongo, Rwanda, Burundi, Mozambico, Sierra Leone e Nigeria. Durante la settimana sono state visitate anche le opere di AVSI a Nairobi: alcuni centri educativi con i quali AVSI collabora tramite il sostegno a distanza e la Little Prince, una scuolina localizzata nello slum della capitale abitato da circa 1 milione di persone. La Little Prince è un’oasi di pace che permette di frequentare gratuitamente la scuola a 100 bambini dello slum grazie al sostegno a distanza e di partecipare a molte attività ricreative. Entro breve, poi, con fondi privati svizzeri, verrà costruita un’importante nuova struttura in muratura, per oltre 250 studenti. Giovani studenti del St. Kizito a Nairobi G ITHURAI KIMBO È UNA DELLE AREE PIÙ DEPRESSE DI NAIROBI. Dieci anni fa veniva posata la prima pietra per la costruzione della St. Kizito, una scuola professionale per 62 studenti. Oggi se ne diplomano 350 all’anno. Una fantastica realtà nata come risposta ai bisogni dei giovani per entrare con dignità nel mer- cato del lavoro e diventare protagonisti del proprio futuro. Di Paolo Sanna, cooperante AVSI in Kenya dal 1999. aggio 1899: i lavori della East African Railway raggiungono un altopiano in cui confluiscono le acque turbinose, soprattutto nella stagione delle piogge, di differenti fiumi e torrenti. I Masai chiamano questa località Nyrobi, “il posto delle acque fredde”. Allora era il punto estremo della lunga linea ferroviaria, la “lunatic line” che dal porto di Mombasa sull’Oceano Indiano doveva raggiungere l’interno del paese. I dirigenti della East African Railway decisero di costruire lì una stazione: era il primo nucleo della città di Nairobi. Oggi la città, capitale del Kenya, raggiunge oltre 3 milioni di abitanti, il 60% dei M quali vive su appena il 6% del territorio, principalmente in slum: disordinate distese di precarie costruzioni di mattoni di fango e lamiera, prive di energia elettrica, acqua corrente, servizi igienici. Tutta la città infatti è un continuo alternarsi di zone residenziali e di quartieri molto poveri, dal centro, con i suoi moderni grattacieli, fino alle zone periferiche. In questa situazione, particolarmente drammatica è la condizione dei bambini e dei giovani che rappresentano il 62% della popolazione. Su di loro influisce in modo grave la mancanza di un’adeguata formazione scolastica, che impedisce loro di trovare, dopo gli studi, dignitose opportunità di lavoro. Nairobi Scuolina Little Prince BUONENOTIZIE 6 FEBBRAIO2005 “Alla fine delle scuole superiori ero molto deluso: avrei voluto continuare gli studi all’università, ma la mia famiglia non aveva i mezzi per sostenere le spese. Alla fine ho accettato, quasi come un ripiego, l’iscrizione in un istituto professionale che offriva corsi di elettronica”. Queste parole di Peter Kamau descrivono una situazione di generale malessere vissuta da moltissimi giovani a conclusione di un ciclo di studi durato 12 anni: 8 anni di scuola primaria e 4 di secondaria. E chi termina la scuola secondaria deve considerarsi fortunato, dal momento che dei circa 600.000 studenti che terminano ogni anno la primaria, meno del 50% ha l’oppor- CELEBRAZIONI Il 5 novembre sono stati festeggiati i 10 anni del St. Kizito. Alla cerimonia erano presenti oltre 300 studenti, responsabili didattici, autorità politiche locali, come il ministro dell’Educazione del Kenya, l’Ambasciatore italiano e l’on.le Luca Volontè, come segno visibile della partecipazione del Parlamento italiano. A sinistra e a destra Celebrazioni 10 anni St. kizito tunità di iscriversi a una scuola secondaria sia per il numero limitato di posti, sia per la mancanza di risorse finanziarie da parte delle famiglie. Tra coloro poi che concludono la scuola secondaria, solo un 10% riesce a iscriversi all’università. Per la stragrande maggioranza non resta, come nel caso di Peter, che mettersi alla ricerca di corsi professionali offerti da numerosi istituti, alcuni importanti politecnici statali, ma soprattutto oltre 800 scuole gestite da enti privati, organizzazioni non governative, ordini religiosi. La scuola professionale St. Kizito La risposta ai bisogni L’Istituto Professionale St. Kizito nasce proprio dall’esigenza di rispondere a questa domanda urgente di formazione nel settore professionale. Agli inizi degli anni Novanta Mons. Maurice Otunga, allora Cardinale di Nairobi, propone ad alcuni volontari AVSI di dar vita a una scuola professionale. Lui si impegna a trovare il terreno, ma chiede che qualcuno trovi i mezzi finanziari e soprattutto le persone che possano impegnarsi nella costruzione e poi nella gestione dell’Istituto. AVSI accetta la sfida e l’Arcivescovo mette a disposizione un vasto terreno in una delle aeree periferiche di Nairobi più depresse: l’area di Githurai Kimbo. Allo stesso tempo il Card. Otunga richiama il valore di questa opera. Come ricorda don Valerio Valeri, fin dagli inizi preside dell’Istituto, “Il Cardinale ci scrisse una lettera in cui riaffermava: “Sono contento che AVSI possa offrire assistenza per costruire una scuola tecnica a Nairobi, che raccolga quei giovani che vivono nella periferia della città. Sono sicuro che in questa iniziativa saranno presi in considerazione non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli umani”. In questi anni AVSI ha lavorato secondo questa preoccupazione, “creando un luogo dove si possa imparare una professione e incontrare un’amicizia che sia di aiuto a riscoprire la dignità e la responsabilità della vita e del lavoro stesso”. I lavori iniziano nel 1991: grazie all’opera di alcuni volontari italiani di AVSI in un’area di oltre 2.000 metri quadrati vengono realizzati capannoni, aule e uffici per circa 8.000 metri quadrati. Nei nuovi edifici, nel gennaio del 1994, la scuola apre i battenti per 62 studenti che frequentano i corsi di meccanica, elettrotecnica e falegnameria. Contemporaneamente all'inizio della scuola, nasce accanto al St. Kizito anche una falegnameria, una vera azienda, l'Italian Design Forniture, che produce mobili in legno di altissima qualità e li vende in tutta l’Est Africa, con lo scopo di finanziare la scuola, ma così pure far comprendere il vero significato del lavoro ai giovani. Nel corso del 2004, decimo anniversario dell’Istituto, oltre 350 studenti hanno frequentato i 12 corsi professionali per mec- “L’esperienza del St. Kizito ha lasciato una traccia. Il nostro scopo principale: rendere la persona protagonista, consapevole delle proprie risorse e del proprio sviluppo” Xxxxxx La scuola professionale St. Kizito accoglie ogni anno oltre 400 studenti BUONENOTIZIE 7 FEBBRAIO2005 canico ed elettromeccanico; elettricista; falegname; fabbro e idraulico; sarta; segretaria d’azienda; tecnico elettronico e tecnico per macchine d’ufficio; operatore informatico; tecnico di reti informatiche. E diversi hanno poi anche trovato lavoro nella falegnameria accanto. Nel 1994 gli istruttori erano otto, nel 2005 venticinque. Tra di loro ci sono anche ex-studenti. Come Frederick Hongo: 10 anni fa uno dei primi studenti, oggi insegna nel corso per elettricisti. In questi 10 anni ha sostenuto esami di qualifica e frequentato corsi di specializzazione. “Quello che ho imparato negli anni dei miei studi è soprattutto un certo modo di guardare al lavoro e alla vita. Tutto questo mi è stato di grande aiuto nel mio lavoro professionale, ma anche di fronte alla mia famiglia. Adesso è il mio turno. Desidero comunicare ai miei studenti quello che ho ricevuto”. Come la scuola si sostiene Nunzia Capriglione, volontaria AVSI, da due anni segue l’amministrazione della scuola: “Ai ragazzi e alle loro famiglie viene chiesta una quota di iscrizione pari a circa 10 euro mensili. Un importo che è di sufficiente stimolo a una motivata e responsabile partecipazione alle attività di formazione professionale, ma inadeguato a sostenere i costi. Infatti occorrono notevoli mezzi finanziari per le attrezzature e apparecchiature necessarie per poter offrire una preparazione tecnica adeguata alle esigenze del mercato”. Da alcuni anni grazie a un progetto di sostegno a distanza, l’Istituto può far fronte a molte spese. Inoltre, può contare sull’importante sostegno economico della Cooperazione italiana del ministero degli Affari Esteri e di alcune nazioni (Nuova Zelanda e Svizzera), ma anche di privati come il Rotary Club di Pesaro, l’azienda Alluflon che hanno scelto, con diverse modalità, di collaborare all’opera. Il direttore “Molti studenti dopo aver terminato i corsi vengono a trovarci con il desiderio di raccontare le loro prime esperienze nel mondo del lavoro ed esprimere così la loro riconoscenza” ci racconta Henry Kamande, da oltre 5 anni alla direzione dell’Istituto. Henry conosce tutti gli studenti: “Ogni storia è particolare: c’è chi dopo gli studi di meccanica è ritornato al proprio paese d’origine e ha avviato un piccolo garage; chi ha trovato un impiego in grosse compagnie; chi ha iniziato una attività in proprio. L’esperienza del St. Kizito ha lasciato una traccia. Questo è sempre stato il nostro scopo principale: rendere la persona protagonista, consapevole delle proprie risorse. O meglio - conclude con una certa emozione il direttore - consapevole che la loro persona è la prima risorsa per ogni sviluppo umano e per ogni contributo reale allo sviluppo della società”. È possibile: in Kenya e nel resto del mondo. Leo Capobianco, rappresentante AVS in Kenya ST KIZITO Da sinistra, Paolo Sanna di AVSI; Henry Kamande direttore dell'Istituto; Valerio Valeri, preside KENYA Giovani alla scuola professionale Come contribuire alla Campagna Tende Banca Pop. di Milano C/c 000000019000 Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2 ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C Per bonifici dall’estero: IBAN: IT 61 C0558401626000000019000 BIC: BPMIITM1026 Le donne di Sant’Agata Come contribuire alla Campagna Tende C/C postale 522474, intestato ad “AVSI solidarietà”, viale Carducci 85. 47023 Cesena (FC), causale “Campagna Tende 2004/2005” Bambini in Romania a Cojasca Il 5 febbraio è il giorno di Sant’Agata, martire catanese che, in Brianza, viene festeggiata da tutte le donne. La tradizione di ritrovarsi tra le signore e signorine si sta rinnovando da alcuni anni per opera di alcune donne che si inventano di volta in volta nuove forme di festeggiamento e che destinano il ricavato di una raccolta fondi in sostegno di AVSI. Così, da Giussano a Seveso, da Cantù a Concorezzo La storia dell’arte di Milano Visite guidate per AVSI Da diversi anni l’Associazione Culturale Opera d’Arte aiuta AVSI organizzando visite guidate a Milano ad alcuni dei monumenti più significativi della storia della città e devolvendo poi la somma raccolta per i progetti di AVSI. Opera d’Arte è una società cooperativa con sede a Milano, sorta nel 1998 per iniziativa di storici dell'arte, archeologi, architetti al fine di offrire servizi culturali nel campo delle arti figurative, architettoniche e in quello archeologico. La società cooperativa nasce dall’esperienza dell’Associazione Opera d’Arte, nata a Firenze e attiva a Milano dal 1989. Offre i suoi servizi a gruppi sociali, enti pubblici e privati, scuole di ogni ordine e grado e a qualsiasi realtà interessata a riscoprire il patrimonio culturale nazionale ed europeo. Gli appuntamenti Sabato 9 aprile, h. 16.00 Visita guidata al Castello Sforzesco Sabato 7 maggio, h. 16.00 Visita guidata alla Basilica di San Lorenzo Per partecipare all’iniziativa tel. 02.454.873.95 [email protected] Il costo della visita guidata è di 8 euro Per ulteriori informazioni www.operadartemilano.it Bambini nel centro educativo Padre Pantaleo a Buenos Aires in Argentina sostenuto da AVSI La bellezza in un gesto Annalisa Castagna, visagistastilista di Diego Dalla Palma, si è resa disponibile gratuitamente a fare un corso di visage, una introduzione al mondo del make up attraverso due incontri, che rende interessante l'idea del makeup come valorizzatore del bello. Il corso si terrà domenica 6 e 13 marzo a San Giovanni in Persiceto, a Bologna. Per informazioni tel. 051.827.068. più di 500 donne si ritrovano per stare in compagnia e per ascoltare il racconto di una volontaria di AVSI. Quest’anno alla cena organizzata a Concorezzo, ha partecipato Alina Boanca, insegnante impegnata in progetti educativi di AVSI in Romania, che ha parlato dei bambini di Cojasca, nella periferia di Bucarest. Profondo l’interesse dell’incontro e prezioso il contributo, che verrà donato proprio a favore di quei bambini descritti da Alina. P R I VAT I FABI DONNE U 8 marzo, un gesto concreto n convegno e una raccolta fondi per sostenere un importante progetto di AVSI a favore della microimprenditorialità artigianale delle donne in Albania. È così che il Coordinamento Nazionale Femminile della Federazione Autonoma Bancari Italiani vuole festeggiare l’8 marzo. La festa della donna. Intervista con Laura Chiodega. Di Consuelo Canavese. iò che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.” Lo ha affermato Madre Teresa di Calcutta. Una donna. Albanese. Su questa convinzione si muove, ogni anno, il Coordinamento Nazionale Femminile FABI, che l’8 marzo festeggia la Giornata nazionale della Donna con un gesto concreto. Un incontro, in tutte le principali sedi italiane, e una raccolta fondi, per sottolineare l’importanza della figura femminile nel mondo del lavoro e per versare una nuova goccia di solidarietà nell’oceano della vita. Quest’anno i fondi raccolti verranno devoluti a favore di un progetto di AVSI in sostegno e per lo sviluppo della microimprenditorialità artigianale femminile in Albania. Buone Notizie ha incontrato Laura Chiodega, responsabile dell’Esecutivo Nazionale Femminile. Un passo indietro. Chi è FABI e il Coordinamento Nazionale Femminile? FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani, è nata il 19 dicembre 1948. In poche parole è un’organizzazione sindacale apartitica e aconfessionale per la difesa degli interessi economici, morali e assistenziali dei bancari italiani; promuove la formazione dei quadri sindacali e lavora per il miglioramento ed elevazione dello stato morale e sociale degli associati, realizzandone le legittime aspirazioni e affermandone i diritti. Oggi conta oltre 90.000 iscritti, appartenenti a Istituti, Aziende ed Enti Pubblici e Privati e inquadrati nelle diverse qualifiche della categoria (dirigenti, quadri direttivi, impiegati, commessi, personale ausiliario, personale subalterno e operai). Mentre il Coordinamento Nazionale Femminile è l’organismo fortemente voluto e sostenuto da tutte le donne della FABI, che consente di svolgere con impegno un’attività volta al cambiamento della condizione della donna lavoratrice, alla sua crescita culturale nel mondo del lavoro e alla difesa dei suoi diritti nella consapevolezza del doppio ruolo. Il Coordinamento ha come obiettivo la pro- C farlo attraverso gesti e collaborazioni concrete ci sembra importante. Sono infatti numerose le realtà femminili dei paesi in via di sviluppo alle quali abbiamo già dato il nostro contributo. Non sarà molto, ma come diceva Madre Teresa: è sempre una goccia. 8 marzo 2005, un incontro nazionale. Di cosa si tratta? Abbiamo intenzione di organizzare un convegno nazionale che avrà luogo a Milano, durante il quale renderemo noto il ri“Ciò che noi facciamo è solo sultato “concreto” dell’iniziativa. Della raccolta fondi a favore delle donne in Albania una goccia nell’oceano, e quindi del nostro impegno in sostegno a loro. ma se non lo facessimo All’incontro interverranno autorità delle l’oceano avrebbbe istituzioni locali e nazionali. Naturalmente parteciperà anche una rappresentante di una goccia in meno.” AVSI, che illustrerà a tutti il progetto in corMadre Teresa di Calcutta so nel paese. Al convegno, poi, non mancherà certo la nostra Segreteria Nazionale. Insomma, sarà un incontro importante, mozione delle politiche di pari opportunità che coinvolgerà tutte le parti sociali intetra donne e uomini nel settore del credito e ressate. ha da sempre collaborato e collabora alle Come è stato scelto, e perché, il progetstesure dei contratti nazionali e integrativi to di AVSI? aziendali. Quest’anno abbiamo deciso di legare la noOgni anno, per voi, l’8 marzo ha un valore stra iniziativa ad AVSI poichè meglio rapimportante. Ma che preferite ricordarlo presentava, anzi rappresenta, il nostro spicon un gesto concreto. Un po’ come dire rito di solidarietà e concretezza. “preferiamo i fatti alle parole”… Perché Il progetto che AVSI ci ha proposto, ovvequesta scelta? ro quello del sostegno allo sviPiù volte, durante questi anni luppo della microimprenditoabbiamo dibattuto se ha anrialità femminile in Albania nel cora senso l’8 marzo. settore tessile artigianale, ci ha Il Coordinamento Femminile lo permesso di conoscere una ritiene ancora un appuntamenrealtà che, nonostante sia così to importante, che richiama alvicina al nostro paese, non cola memoria il suo senso originoscevamo. Di solito quando si Laura Chiodega, nario che non deve andare perpensa all’Albania si pensa semresponsabile dell’Esecutivo duto, coniugandosi con la propre a un paese colmo di proNazionale Femminile. spettiva che la cultura della blemi. Pensare invece al paese donna diventi patrimonio della persona coin chiave positiva, nel senso che anche se me soggetto sociale. Riteniamo che allargare con fatica ci sono persone che, sostenute i nostri orizzonti rivolgendoci anche a paeadeguatamente, possono crescere e gesi dove la situazione femminile è sicuranerare quindi sviluppo, ci è sembrato realmente più difficoltosa sia nostro dovere. E mente interessante. BUONENOTIZIE 8 FEBBRAIO2005 o Mostre La rinascita delle favelas Continua a girare per l’Italia la mostra che documenta le opere di AVSI in Brasile. Una mostra curata dal Centro Culturale di Milano e AVSI con le foto di Paolo Pellegrin e Jefferson Vieira. Per noleggiarla: Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, tel. 0541.728565. Dal 16 dicembre al 3 gennaio è stata esposta a Prato, in collaborazione con la CdO e con il patrocinio della Provincia e Comune di Prato, degli ordini degli Architetti, Ingegneri e del collegio dei Geometri. Testimonianze di Alberto Piatti di AVSI, dell’architetto urbanista R. Viviani e di Fabrizio Pellicelli, rappresentante AVSI a Salvador de Bahia. Presenti il presidente della Provincia Massimo Logli e S. Ciuffo, assessore all’Urbanistica del Comune. Moderatore F. Bettarini. Dal 15 al 26 gennaio a Catania, presso l’Assessorato alla Promozione Sociale del Comune, che ha promosso l’iniziativa. Molte le visite delle scuole, appassionate dall’esposizione. Testimonianza di Paola Cigarini, volontaria AVSI in Brasile. Dal 3 al 20 febbraio è stata poi ospitata a Firenze a Palazzo Medici Riccardi. Stesse date anche per l’esposizione a Legnano, presso la Famiglia Legnanese. LE TENDE Le iniziative dei volontari tari AVSI, e le aste di beneficenza, come quella organizzata a Brescia. Appassionanti poi gli incontri sportivi, con partite di calcio, corse podistiche e partite di basket. Non sono mancate neppure le mostre fotografiche, itineranti per tutta l’Italia, nelle piazze, nelle scuole o nei centri culturali. Quest’anno poi anche Brera, l’Università di Brera di Milano, ha messo in campo i migliori ragazzi per organizzare la tradizionale Tenda; mentre gli studenti della facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano hanno creato una fantastica pista di go-kart! Insomma, sempre più lungo il calendario degli appuntamenti delle Tende organizzati dai volontari amici di AVSI, visionabile nel sito www.avsi.org, cliccando sulla sezione “sotto le Tende”. Quante più informazioni invierete a [email protected] tanto meglio riusciremo a inseriIl popolo delle Tende re il vostro evento nella sezione. Immagini dei volontari in Italia nche quest’anno centinaia di iniziative promosse in varie città da oltre 3500 volontari per far conoscere di persona i cooperanti che lavorano in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Est Europa, e per presentare le opere sostenute o fatte nascere da AVSI. Lo slogan di quest’anno, lo conoscete già, era “condizione per lo sviluppo è educare alla carità”. Tanti gli spettacoli teatrali come “La leggenda del Santo bevitore” con Carlo Pastori e la regia di Carlo Rossi, a Muggiò, dove lo spettacolo è stato unito a un golosissimo taglio di torta con tanto di logo AVSI zuccherato, a Magenta (MI) e Rovereto (TN). Oppure come lo spettacolo de “Il cavaliere nel sacco” con Marco Finco, a Matelica (MC), Porto Viro (RO), Pescara e Giussano (MI). Grande pubblico anche per i concerti che hanno visto sul palco le voci vibranti della John Stanson Band e del gruppo Napolincanto esibitisi a Roma, Ceglie (BR), Siena, Bergamo e Brescia, ma così pure l’amico cantautore Caludio Chieffo e i numerosi cori alpini. Una novità di quest’anno sono state l’Happy Hour, un aperitivo con testimonianze di volon- A LENZUOLA Parure matrimoniale in puro lino con sfilature e ricami vari (tipo A,B,C,D,E) realizzati a mano su lenzuola e federe Dimensioni lenzuolo cm 280 x 300 Acquistan ontribuirete a dare gratificante a mol permettendo lor un sog oli Dimensioni federa cm 50 x 80 Aiuto alla micro imprenditorialità L'anno passato è stato un anno importante per il progetto di microimprenditorialità femminile avviato da AVSI, circa quattro anni fa in Albania. Attraverso la vendita di prodotti finemente ricamati a mano – che hanno dato vita alla cosiddetta "Collezione Casa" - è stato possibile sostenere il lavoro di un anno di due degli undici laboratori di donne albanesi coinvolti nel progetto. Il progetto infatti ha permesso loro di formarsi e di imparare un lavoro ed una professionalità tale da realizzare prodotti di qualità elevata, apprezzati da tutte le persone che in Italia li hanno acquistati. "Caspita, non avrei immaginato che fossero così brave; è uguale a quelle delle migliori boutiques e costa la metà" – raccontava una sostenitrice dopo aver ricevuto a casa la tovaglia che aveva ordinato. Ora, la "Collezione Casa" si arricchisce di nuove proposte, preziosi lavori a filet, set di asciugamani ed eleganti tovagliette all’americana, sempre ricamati a mano dalle donne albanesi. L’obiettivo rimane quello di mettere le donne albanesi nelle condizioni di dar vita ad una vera e propria azienda artigianale gestita autonomamente e l'aiuto alla commercializzazione dei prodotti in Italia vuole andare in questa direzione. Acquistare i prodotti di biancheria per la casa e sostenere l’iniziativa significa quindi contribuire alla buona riuscita di questo progetto, facendo sì che il risultato dell’impegno di educazione al lavoro dei volontari di AVSI abbia continuità nel tempo. Maria Floriani RICHIESTA CATALOGO COLLEZIONE CASA Spedire per fax o posta ad AVSI (c/o INTER SINERGY), via Rancati, 33 - 20127 Milano Tel. 02 2897.0004 - Fax 02 9998.1272 - 02 2898148 e-mail: [email protected] o contattare Maria Floriani - cell. 339 1673452 RAGIONE SOCIALE PERSONA DI RIFERIMENTO INDIRIZZO N. TELEFONO FAX CAP. CITTÀ Come contribuire alla Campagna Tende PROVINCIA E-MAIL AVSI e INTER SINERGY garantiscono la massima riservatezza dei dati comunicati. Nel caso si decidesse rettificarli o cancellarli, preghiamo darcene comunicazione scrivendo alla nostra sede (legge 675/96) BUONENOTIZIE 9 FEBBRAIO2005 Banca Pop. di Milano C/c 000000019000 Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2 ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C Per bonifici dall’estero: IBAN: IT 61 C0558401626000000019000 BIC: BPMIITM1026 Come contribuire alla Campagna Tende Illva Saronno sostiene le Tende C/C postale 522474, Quest’anno fra i sostenitori della scuola elementare di Karambo nella Repubblica Democratica del Congo ci sarà anche la Illva Saronno. La storica azienda, produttrice del famoso liquore Amaretto di Saronno, ha infatti aderito alla nuova campagna Tende di AVSI sostituendo ai tradizionali regali aziendali per i propri clienti il sostegno al progetto. intestato ad “AVSI solidarietà”, viale Carducci 85. 47023 Cesena (FC), causale “Campagna Tende 2004/2005” Una classe di bambini in Congo Zurigo Associazioni premia AVSI ETICA & IMPRESA SOCIETÀ L Anche quest’anno Zurigo Assicurazioni ha promosso l’iniziativa AIUTA CHI AIUTA, un’operazione di sostegno a progetti di solidarietà realizzati da enti e associazioni no profit che vede coinvolti in prima persona i dipendenti dell’azienda. Ogni dipendente, infatti, può proporre un progetto di sviluppo legato a una associazione. I progetti vengono votati, e i primi 3 scelti finanziati dall’azienda. Anche quest’anno AVSI ha riscosso un grande interesse: il progetto proposto, infatti, è stato il più votato, ottenendo il primo premio dell’iniziativa che in questo modo finanzierà il sostegno ai bambini sieropositivi della casa di accoglienza Casa Emilia, di Bucarest in Romania. Nella scorsa edizione AVSI era giunta al secondo posto con il progetto di sostegno a una rete di asili di Baghdad in Iraq. Rinnoviamo quindi con ancor più calore un grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito alla buona realizzazione dell’iniziativa; in primo luogo alla Zurigo Assicurazioni per averla resa possibile ancora una volta, ma anche a tutti i dipendenti che hanno sostenuto con simpatia il progetto, e a tutti gli amici che per settimane non hanno perso occasione per far conoscere AVSI e il progetto in Romania a colleghi e amici. Il dire, dopo il fare O SCOPO DI UN’AZIENDA non può essere solo il perseguimento di un utile economico. L’impresa è chiamata al mantenimento e miglioramento del tessuto sociale. Lo afferma la SIA, il principale provider di servizi e soluzioni tecnologiche innovative per il sistema bancario e finanziario. a Corporate Social Responsibility è certamente uno dei temi più interessanti e “nuovi” nel mondo delle imprese. Si sta diffondendo infatti l’idea che lo scopo di un’azienda non può essere solo il perseguimento di un utile economico ma, in quanto soggetto che opera in una comunità, l’impresa è chiamata al mantenimento e miglioramento del tessuto sociale. Questo risveglio d’interesse scaturisce non solo dalla constatazione degli eccessi prodotti dal liberismo e dalla deregulation, ma anche dalla convinzione che l’economia, nel senso moderno del termine, non può progredire senza una dimensione morale profonda. Il “fare bene impresa” comporta impegno e valori forti, come solidarietà, attenzione alle persone, trasparenza, onestà. Ne sono convinte oggi le imprese che credono in un modello di sviluppo economico basato su un dosaggio ottimale di competitività e rispetto dei diritti della società. L Con questa convinzione, SIA si è dota- Foto di Marco Dandrea Bambini in Romaina di Sofia Masiello, direttore comunicazione SIA ta di un Codice Etico che costituisce la dichiarazione pubblica degli impegni e delle responsabilità etiche cui l’azienda, a tutti i livelli gerarchici, intende ispirarsi e in cui sancisce il principio della “responsabilità verso la collettività”. Questo principio dice che SIA “intende contribuire al benessere economico e alla crescita della comunità in cui opera attraverso la realizzazione della propria missione”. È l’impegno che SIA prende con tutti i suoi interlocutori: instaurare un modo nuovo di mettersi in relazione con gli stakeholder, compreso il mondo dell’associazionismo e del non profit a cui da anni SIA è particolarmente vicina. L’adozione del Codice Etico si è concretizzata in un programma articolato in varie attività, tra le quali il ciclo d’incontri “Eticamente - Conversazioni sull’Etica”: una serie d’appuntamenti con i più autorevoli esponenti del mondo della business ethics, della responsabilità sociale d’impresa, della cultura e dell’imprenditoria sociale per discutere d’etica nei suoi molteplici aspetti, dagli affari all’arte, dalla solidarietà alla comunicazione, dalla ricerca scientifica alla tecnologia. ETICA E SOLIDARIETÀ Un momento dell’incontro tenutosi in SIA per riflettere sulle possibilità di crescita e sviluppo tra “profit” e “non profit”. emerso che le aziende che accettano la sfida della Corporate Social Responsibility possono trovare nel Terzo Settore - organizzato nelle sue diverse forme - il partner ideale per agire come soggetto attivo nella costruzione di una forte coesione sociale e che d’altro lato il non profit, aspirando ad una gestione della solidarietà che non sia più compassionevole o riparativa, ma economicamente e organizzativamente efficiente, trova nell’impresa stimoli e strumenti per uno sviluppo stabile e sostenibile. Come ha sottolineato Alberto Piatti (segretario generale di AVSI, uno degli oratori dell’incontro) “la conoscenza reciproca con aziende profit consente un travaso di competenze proficuo per entrambi i soggetti”. L’esperienza di collaborazione fra SIA L’incontro intitolato “Etica e solidarietà”, tenuto in SIA il 24 gennaio 2005, ha promosso una riflessione sul senso dell’incontro e della partnership fra il mondo del “profit”, rappresentato da SIA, e quello del non profit”, rappresentato da AVSI. Ne è BUONENOTIZIE SIA (Società Interbancaria per l’Automazione) è il principale provider di servizi e soluzioni tecnologiche innovative per il sistema bancario e finanziario nelle aree del networking, dei mercati finanziari, dei sistemi di pagamento, delle grandi basi dati e dei servizi Internet. Creata nel 1977 da Banca d’Italia, ABI, CIPA e dalle principali banche, in 28 anni SIA ha realizzato alcuni dei sistemi e soluzioni chiave nel processo di automatizzazione e integrazione dei sistemi finanziari italiani, europei e internazionali tra cui la Rete Nazionale Interbancaria, il sistema dei pagamenti e le architetture dei mercati telematici per Borsa Italiana, per il Mercato dei Depositi Interbancari (e-MID) e per il Mercato dei Titoli di Stato. Per informazioni: www.sia.it 10 FEBBRAIO2005 e AVSI in questo senso è indicativa, come dimostrano i due progetti sviluppati insieme in Uganda e in Romania. In Uganda è stato realizzato, grazie alla fornitura del supporto tecnologico-informatico da parte di SIA, il sistema informativo e la gestione della banca dati nei servizi sanitari di 46 ospedali missionari. In Romania invece è stato creato un Virtual Private Network, una rete virtuale che collega le sedi italiane di AVSI (Milano e Cesena) con la sede rumena. Grazie allo Share Point Portal Server, installato e gestito da SIA su uno dei server donati, è possibile mettere in comune i documenti di AVSI, il materiale per la formazione degli operatori socio-sanitari e la documentazione dei progetti. È evidente dunque i vantaggi che porta con sé questo tipo di collaborazione: da un lato l’associazione beneficia del supporto tecnico (e tecnologico, nel caso di SIA) e dell’organizzazione propria dell’azienda; dall’altro l’impresa acquista valore in alcuni asset intangibili. Come ha sottolineato Renzo Vanetti, AD di SIA, nel suo intervento “etica significa infatti reputazione, trasparenza, competitività e immagine. Tutti elementi che contribuiscono ad attrarre talenti, quindi persone, ossia l’asset intangibile più importante per un’azienda”. Fondazione Cariplo: emergenza Sud Sudan Il sostegno della Fondazione Cariplo È stato recentemente ufficializzata la decisione da parte della Fondazione Cariplo di finanziare un progetto educativo di AVSI nel Sud Sudan. Il progetto “Educazione e alfabetizzazione nel Sud Sudan” è stato presentato lo scorso giugno al Bando 2004 e prevede in particolare il sostegno a una rete di scuole primarie e secondarie nella Contea di Torit, nel sud del paese, che dopo 20 anni di guerra e 2 milioni di morti, sta affrontando il difficile e lento processo di pace con i suoi 4 milioni di sfollati. Per AVSI non si tratta comunque del primo contributo da parte della Fondazione lombarda. Già nel corso degli anni passati la Cariplo aveva finanziato alcuni progetti di sviluppo di AVSI: uno in particolare riguardante l’Uganda (un progetto per la sicurezza alimentare presso la Contea di Busiro), uno in Brasile (per la realizzazione del centro per l’infanzia Nova Semente a Salvador de Bahia), uno in Argentina (di sostegno ad alcune PMI di Santa Fè per la certificazione delle carni di qualità), uno in Kenya per la promozione dell’impiego giovanile e infine il progetto “Questa è la mia casa”, in Italia, per la sensibilizzazione nelle scuole del tema dell’accoglienza. Una scuola in Sud Sudan LE LETTERE SERVIZIO U Un bilancio da Oscar NA NUOVA RUBRICA. Una pagina che vogliamo definire di servizio. Uno spazio informativo sulla vita di AVSI, sul suo evolversi e, soprattutto, di particolare attenzione alle segnalazioni e alle lettere dei lettori, gli amici di AVSI. Rimanendo in attesa di ricevere le vostre prime lettere ci permettiamo di scriverne una noi di presentazione. LE VOSTRE LETTERE Volete scrivere al nostro direttore? Avete delle domande? Dei quesiti da porre? Scrivete alla Redazione VSI è una organizzazione non governativa senza scopo di lucro nata nel 1972 e impegnata con circa 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 35 paesi poveri del mondo. Oggi AVSI è presente in Africa, America Latina, Est Europa, Medio Oriente e, dal 2005, anche in Sud Est Asiatico. Opera nei settori della sanità, igiene, cura dell’infanzia in condizioni di disagio, educazione, formazione professionale, recupero delle aree marginali urbane, agricoltura, microimprenditorialità, sicurezza ambientale, ICT ed emergenza umanitaria. Nei progetti in corso sono impegnati, per una permanenza media di 2 anni, oltre 100 cooperanti espatriati italiani, tutti professionisti (medici, ingegneri, agronomi, educatori…) e oltre 800 persone locali, anche loro qualificate nelle varie discipline. A Accrediti e sinergie AVSI è riconosciuta dal 1973 dal Ministero degli Affari Esteri come Organizzazione non governativa di cooperazione internazionale; è accreditata dal 1996 presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite di New York (Ecosoc); è accreditata con Status consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo dell’Industria di Vienna (Unido); è inserita nella Special List delle organizzazioni non governative dell’Organizzazione Internazionale delle Nazioni Unite per il Lavoro di Ginevra (ILO). AVSI aderisce alla Federazione dell’Impresa Sociale della Compagnia delle Opere, alla Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (Focsiv), all’Associazione delle ONG italiane e al Forum Nazionale per il Sostegno a Distanza. AVSI è anche un Ente Autorizzato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali a curare le procedure di adozione internazionale. Ad AVSI aderiscono, a costruire un network informale, 28 ONG e associazioni: 15 delle quali si trovano nel sud del mondo e nei paesi in transizione. Dal dicembre 2004 AVSI è diventata Fondazione. Fondi e bilancio Il 59% dei fondi di AVSI proviene da donatori privati. In questa quota sono comprese le oltre 24.000 adozioni a distanza (sostegno a distanza) a favore di bambini e ragazzi nel mondo. Negli ultimi anni, infatti, AVSI ha molto differenziato l’origine delle risorse finanziarie per i progetti per cui i finanziamenti del Ministero Affari Esteri, che rappresentavano il 70% del bilancio nel 1991, sono passati al 20% nel 2003, e, in particolare, AVSI ha ampliato notevolmente le entrate da donazioni private che oggi rappresentano il 59% delle risorse. Questa differenziazione degli interlocutori di AVSI ha inevitabilmente stimolato la stessa ONG a documentare, in forme sempre più trasparenti e chiare, il lavoro che sta svolgendo e a rendere conto di come vengono spesi i contributi ricevuti dai donatori istituzionali e da quelli privati. Da cinque anni, infatti, il bilancio è certificato e da 2 anni AVSI si è impegnata a realizzare il Bilancio Sociale (consultabile e scaricabile dal sito: www.avsi.org), come strumento molto importante di comunicazione con tutti i cosiddetti stake holders, vincendo, nel 2004, alla Borsa di Milano, l’Oscar di Bilancio, per il settore non profit, promosso dalla Ferpi con 11 BUONENOTIZIE FEBBRAIO2005 una bella motivazione: “La documentazione a supporto della candidatura testimonia l’elevata consapevolezza e maturità con cui AVSI ha affrontato il processo di rendicontazione. Ne risulta un bilancio chiaro ed esaustivo dal punto di vista sia sociale sia economico. Le informazioni offerte – esposte in modo molto efficace dal punto di vista della comunicazione – consentono al lettore di cogliere con immediatezza l’identità e la mission dell’associazione e di avere una percezione attendibile dell’impatto prodotto sugli stakeholder.” Un indicatore importate dell’efficienza è la percentuale del budget destinata al sostegno della struttura che per AVSI non supera il 12% del bilancio. AVSI è anche dotata di un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) secondo le norme ISO 9001: 2000 relativamente alla fase "progettuale". Comunicare l’operato Molti sono gli strumenti della comunicazione di AVSI: il sito internet (www.avsi.org); il giornale Buone Notizie, pubblicato e inviato trimestralmente per abbonamento postale gratuito a oltre 65.000 persone in modo da informare e aggiornare donatori e sostenitori sull’operato di AVSI; la Newsletter, pubblicata on-line ogni mese e inviata a tutte le persone che si abbonano tramite il sito Internet; i Tascabili, una collana di libri tematici sulle varie esperienze nel mondo (come educazione, Aids, Africa – le guerre dimenticate, sostegno a distanza, lavoro, …), tutti disponibili anche sul sito, nella sezione “stampa e pubblicazioni”. Con questi strumenti e altri ancora, proprio come il Bilancio Sociale, AVSI intende comunicare a tutti i valori guida che la muovono e diffondere il proprio metodo di lavoro che pone al centro la persona nella sua globalità, con tutti i suoi bisogni materiali e spirituali, i quali diventano per tutte le persone che lavorano in AVSI una provocazione all’azione. AVSI è appassionata al destino di felicità degli uomini, e quindi vuole lavorare nel modo migliore possibile. di BUONE NOTIZIE AVSI, Via Melchiorre Gioia 181 20125 Milano Le lettere non potranno superare i 900 caratteri e, in più, dovranno contenere nome e cognome del mittente, indirizzo postale, recapito telefonico e indirizzo mail se esistente. Naturalmente, per problemi di spazio, forse non tutte le lettere potranno essere pubblicate. Sarà comunque premura della Redazione di BUONE NOTIZIE fare il possibile per rispondere a tutti. Per saperne di più sull’attività di AVSI: www.avsi.org Come contribuire alla Campagna Tende Banca Pop. di Milano C/c 000000019000 Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2 ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C Per bonifici dall’estero: IBAN: IT 61 C0558401626000000019000 BIC: BPMIITM1026 Forum Sad a Milano Il 21 gennaio si è svolto a Milano, presso il PIME, la 6° edizione del Forum per il Sostegno a distanza, dal titolo "Le ragioni di un impegno". Sono intervenute oltre 140 associazioni attive nel settore, tra le quali anche AVSI. Nella sessione del mattino sul tema "Qualità e trasparenza per un mondo solidale" il prof. Ornaghi, rettore Cos’è È una forma di solidarietà, un contributo economico stabile e continuativo destinato ad un bambino ben preciso, alla sua famiglia, alla sua comunità. L’impegno La quota annuale è di 312 Euro. L’impegno minimo è di un anno, il versamento può essere trimestrale, semestrale o annuale. Si rinnova tacitamente salvo disdetta. Cosa si riceve All’adesione una scheda anagrafica del bambino, una fotografia, la presentazione del progetto. Ulteriori notizie due volte l’anno. Il principio-base Insieme agli aiuti materiali, la presenza di adulti che accompagnano il bambino nel suo percorso educativo. Come aderire Da internet, compilando il formulario dal sito www.avsi.org (cliccando sulla sezione “sostegno a distanza”); via mail scrivendo all’indirizzo: [email protected] via telefono o fax: AVSI Sostegno a distanza, tel. 0547 360.811, fax 0547 611.290 Documentazione fiscale Le disposizioni in materia di deducibilità fiscale prevedono la validità ai fini fiscali dei seguenti documenti: ricevuta ccp, ricevuta MAV, contabile bancaria, estratto conto bancario (per pagamenti per RID e con bonifico on-line), estratto conto Servizi Interbancari (per pagamenti con carta di credito). È necessario quindi conservare la ricevuta. Pagamento con carta di credito È possibile effettuare il versamento relativo ad un sostegno a distanza già in corso tramite carta di credito, direttamente dal nostro sito www.avsi.org, entrando nella sezione Donazioni on line e selezionando l'opzione: vuoi versare la quota del tuo sostegno a distanza già in corso? indicando il nominativo dell'intestatario del sostegno. PRIVACY BUONE NOTIZIE è il trimestrale di AVSI, inviato gratuitamente per abbonamento postale a tutti coloro che effettuano delle donazioni e partecipano alle attività di AVSI. I dati personali vengono trattati nel pieno rispetto del D.L. 196/03 (Codice privacy). Chi non desiderasse più ricevere BUONE NOTIZIE può darne comunicazione scrivendo a: AVSI - Milano, Via M. Gioia 181, 20125 Milano E-mail: [email protected] Fax +39.02.67.49.00.56 dell'Università Cattolica di Milano e presidente dell'Agenzia per le ONLUS, ha sottolineato la necessità della trasparenza indispensabile per rinsaldare il rapporto di fiducia delle organizzazioni con i cittadini e ha ribadito che il ruolo delle istituzioni è quello di dare garanzie alla società e non di imbrigliarne la libertà, l'autonomia, la responsabilità. Nella sessione pomeridiana, sul tema "Sostegno a distanza: strumento di pace per lo sviluppo dei popoli", per AVSI, è intervenuta Dania Tondini, responsabile del settore Sostegno a distanza, presentando l'esperienza e il lavoro di ricerca svolto da Valentina Frigerio, giovane milanese ora impegnata in un progetto in Nord Uganda, con una tesi di laurea dal titolo: "Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio: il ruolo di AVSI nel raggiungimento dell'Education for All in Uganda". SOSTEGNO A DISTANZA SOSTENITORI Un desiderio di bene o vissuto 4 anni in Brasile coordinando un progetto AVSI che ha messo in rete oltre 15 centri educativi per 4.000 bambini e ragazzi da pochi mesi di età ai 16 anni nelle aree più povere delle grandi città. La maggior parte di loro è nel progetto “sostegno a distanza”. Questo permette, integrando i pochi fondi che le convenzioni con gli organismi municipali e statali apportano, la qualità dell’educazione che in questi luoghi è offerta. Ciò di cui molte volte sono stata testimone, nel rapporto quotidiano con bambini, insegnanti e genitori è il valore umano che il gesto del sostegno a distanza è per le loro vite. Per chi vive la propria esistenza in una situazione così drammatica, sapere che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che contribuisce alla tua crescita, è una sicurezza affettiva che fa sentire importanti, amati e voluti. Così come per le mamme e i “rari” papà sentirsi accompagnati nella responsabilità educativa, tante volte sentita così pesante, fa cambiare anche il modo di di Luisa Cogo H occuparsi dei figli. Il sostegno a distanza è un gesto che allarga i confini del mondo e fa sperimentare una gratuità sconosciuta. Ma oggi che vivo in Italia e porto la mia testimonianza durante gli incontri organizzati dai volontari di AVSI, la sorpresa più grande è stata l’approfondire la consapevolezza dell’impatto che questo gesto di condivisione ha sui sostenitori. Quando ero in Brasile, e ricevevo le “letterine” dall’Italia, avevo già intuito lo strano legame di familiarità che si instaura a volte tra bambini e sostenitori. Mentre parlo oggi ai sostenitori qui in Italia, mi accorgo di un’attenzione e di uno stupore che diventa commozione visibile. “Non avrei mai pensato che dietro la quota annuale ci fosse tutto questo” mi dicono sempre. Il loro interessamento, vero, spontaneo, gratuito mi continua a stupire. Hanno un desiderio di bene per la vita del bambino o ragazzo che hanno deciso di sostenere che è tangibile e commovente. È come se si accorgessero che quello che potrebbe essere solo una forma di sostegno economico diventa un sistema di appartenenza. E questo è vero. È quello che creano proprio gli attori locali, educatori, coordinatori, maestri, che ogni giorno coltivano e fanno crescere il rapporto con il bambino e anche con il sostenitore informandolo e rendendolo partecipe dei cambiamenti avvenuti. Senza questi adulti AVSI fornirebbe solo qualche bene materiale e non parteciperebbe, come invece accade, al cambiamento della loro vita. Costruendo una vera amicizia dell’altro mondo. SOSTEGNO A DISTANZA: MODULO DI ADESIONE AFRICA AMERICA LATINA 1/2005 MEDIO ORIENTE EST EUROPA SONO DISPONIBILE A SOSTENERE UN RAGAZZO/A IN SCUOLA SECONDARIA, PROFESSIONALE O UNIVERSITÀ Indirizzo: (presso) Via Tel. NO Nome Cognome (del singolo sostenitore o del sostenitore di riferimento per i gruppi) (Nome gruppo) SI n° Località CAP fax Provincia e-mail Desidero sostenere il bambino/ragazzo che voi mi indicherete. Effettuerò i relativi pagamenti secondo la modalità e la frequenza da me indicata. Modalità di pagamento prescelta: Frequenza di pagamento prescelta: BOLLETTINO MAV ANNUALE BONIFICO BANCARIO CONTINUATIVO SEMESTRALE RID TRIMESTRALE 1 quota di euro 312,00 2 quote di euro 156,00 4 quote di euro 78,00 data firma Il presente modulo, debitamente compilato e sottoscritto, dovrà essere inviato a: AVSI Viale Carducci, 85 - 47023 Cesena (FC) - fax 0547 611290 - email: [email protected] N.B. L’importo versato è fiscalmente deducibile. Per la dichiarazione dei redditi è necessario conservare la ricevuta del versamento o la contabile bancaria. NOTA INFORMATIVA AI SENSI DELLA LEGGE 675/1996 «Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali» Ai sensi dell’articolo 10 della legge 675/1996 recante norme per la "tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali", Le forniamo le seguenti informazioni circa il trattamento dei dati personali che La riguardano: 1) I dati personali sono raccolti direttamente, presso di Lei mediante la compilazione del modulo di adesione per l'«adozione a distanza» o nel corso del rapporto; 2) I dati verranno trattati su supporto informatico in modo da garantirne la sicurezza e la riservatezza e per le finalità relative allo svolgimento del rapporto connesso all'«adozione a distanza» di un bambino/ragazzo attraverso la nostra Associazione. Il trattamento dei dati è inoltre finalizzato all'invio del notiziario di informazione AVSI "Buone Notizie" e alla prosecuzione del nostro rapporto; 3) I dati conferiti verranno comunicati ad altri soggetti, in particolare agli enti creditizi che provvedono alla gestione dei pagamenti relativi al rapporto instauratosi, i quali li utilizzeranno in qualità di titolari del trattamento correlato, rispondendo delle eventuali violazioni di legge; 4) In riferimento a quanto sopra, il conferimento dei Suoi dati è obbligatorio, pertanto la mancata prestazione del consenso non permetterà di dare seguito al nostro rapporto; 5) In qualsiasi momento potrà rivolgersi ad AVSI per fare valere i diritti previsti dall’art.13 della legge 675/1996, in particolare, per ottenere la conferma dell’esistenza o meno di Suoi dati personali e che tali dati vengano messi a Sua disposizione; per chiedere di conoscere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, nonché l’aggiornamento, la rettifica o, se vi è interesse, l’integrazione dei dati; per opporsi, per motivi legittimi, al trattamento stesso; 6) Il titolare del trattamento dei Suoi dati è AVSI, con sede in Cesena (FC), Viale Carducci 85, nella persona del legale rappresentante pro tempore. Consenso ai sensi della L. 675/1996 (Legge sulla privacy) Avendo da voi appreso le informazioni di cui agli artt. 10 e 13 della L. 675/1996, il sottoscritto acconsente al trattamento e alla comunicazione dei dati personali per le finalità di cui ai punti 2) e 3) dell’informativa. Data Firma Il presente modulo, debitamente compilato e sottoscritto, dovrà essere inviato a: AVSI - Viale Carducci 85 - 47023 Cesena (FC) - fax 0547 611290 - e-mail: [email protected] BUONENOTIZIE 12 FEBBRAIO2005