LA SPERIMENTAZIONE REGIONALE DI APPLICAZIONE DELL’ICF DA PARTE DEI SERVIZI SANITARI MONCALIERI 25-10-2008 DR. CIUTI ALESSANDRO SC NPI ASL TO5 MOMENTO DIAGNOSTICO MOMENTO NOSOGRAFICO L’AMBITO IN CUI AGIAMO CRONICITA’ DISABILITA’ FRAGILITA’ SOCIALE CAMBIARE LA ”FILOSOFIA”… DA INTERVENTI MERAMENTE RISARCITORI A PRESA IN CARICO DELLA PERSONA IN UN SISTEMA A RISORSE “FINITE” CAMBIAMENTI OBIETTIVABILI PATOLOGIA ACUTA VS CRONICITA’ FOCALIZZAZIONE DALLA PATOLOGIA ALLE SUE CONSEGUENZE NECESSITA’ DI UN LINGUAGGIO COMUNE RISPOSTA AI BISOGNI ED OTTIMIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI CONDIZIONE DI SALUTE (Disturbo o malattia) TERMINE OMBRELLO PER MALATTIA (ACUTA E CRONICA) DISTURBO, LESIONE O TRAUMA (PUO’ COMPRENDERE ALTRE CIRCOSTANZE: GRAVIDANZA, INVECCHIAMENTO, STRESS, ANOMALIE CONGENITE O PREDISPOSIZIONI GENETICHE) CONDIZIONE DI SALUTE VENGONO CODIFICATE CON L’ ICD-10 Modello classico etiopatogenetico Etiologia vs anatomia patologica vs patogenesi vs sintomatologia Nella psicopatologia, coinvolgendo i complessi rapporti mente-cervello tale modello sequenziale non funziona L’ICD: la Classificazione Statistica internazionale delle Malattie e dei problemi sanitari correlati Una classificazione delle malattie può essere definita come un sistema di categorie al quale sono assegnate, secondo criteri stabiliti le diverse entità morbose. Lo scopo dell’ICD è di permettere una sistematica rilevazione, analisi, interpretazione e comparazione di dati di mortalità o morbosità raccolti in differenti paesi o aree anche in tempi diversi. Le classificazioni mediche In medicina i fenomeni osservati sono i segni e i sintomi mentre la finalità è quella della cura del malato. Il sistema classificatorio è denominato nosografia e la diagnosi è l’atto medico che permette di collocare i singoli casi clinici in una delle classi che vengono definite come “malattie”. Le malattie sono identificate e quindi classificate sulla base delle cause, dell’organo colpito e delle alterazioni organiche che lo caratterizzano. Pancheri 2003 Le classificazioni mediche La psichiatra ha creato, fin dai suoi inizi, sistemi classificatori per i fenomeni psicopatologici ma, in assenza di cause precise, di alterazioni organiche specifiche e data l’unicità del sistema colpito (SNC) ha dovuto procedere con criteri sindromici di stato e di decorso. Le classificazioni categoriali della psichiatria sono quindi analoghe ma non uguali a quelle della medicina, e le alterazioni vengono definite in modo generico come disturbi e non in modo specifico come malattie. Sia il DSM- IV che l’ICD 10 riflettono questa situazione DISTURBO EVOLUTIVO NON SI BASA PIU’ SULLA CHIARA CORRELAZIONE NELLA PATOLOGIA DELL’ADULTO, TRA NOXA PATOGENAORGANICA E DANNO, MA INTRODUCE IL TERMINE DI DISTURBO FUNZIONALE DISTURBO FUNZIONALE DIAGNOSI FUNZIONALE OPERATIVA AL PROFILO EFFETTIVO DEL SOGGETTO E CONTRASTA L’ASPETTO DELLE ETICHETTE, CHE DANNO “ MERI PRINCIPI ESPLICATIVI”. PRINCIPIO DELLE DIAGNOSI TASSONOMICHE CHE INQUADRANO MOLTI INDIVIDUI IN POCHE CATEGORIE DIAGNOSTICHE L’IDENTIFICAZIONE DIAGNOSTICA NON DA UNA GARANZIA ASSOLUTA RISPETTO ALLA COMPRENSIONE DEL DEFICIT CONCETTO DI SALUTE OMS INTERA PERSONA ASSENZA DI MALATTIA, DISTURBI LESIONI E …TUTTE LE DIMENSIONI DEL FUNZIONAMENTO UMANO: FISICO,PSICOLOGICO,PERSONALE FAMILIARE E SOCIALE AMBIENTE ICIDH- 80: le conseguenze delle malattie Menomazione … ogni perdita o anormalità di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche Disabilità … ogni restrizione o perdita (risultante da una menomazione) di abilità di eseguire un’attività nella maniera considerata normale per un essere umano Handicap … uno svantaggio derivato, per un dato individuo, risultante da una menomazione o una disabilità, che limita o prevenga l’adempimento di un ruolo che è normale (rispetto all’età, sesso e fattori sociali e culturali) per l’individuo Malattia Menomazione Disabilità Handicap Critiche al modello ICIDH-80 Modello Medico Solo aspetti negativi Ambiente non classificato Categorie ambigue o ridondanti Linguaggio di difficile utilizzo ICIDH vs ICF PRINCIPI DELLA REVISIONE UNIVERSALITA’ AMBIENTE LINGUAGGIO NEUTRALE PARITA’ MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE Modello bio-psico-sociale Problema personale e Problema sociale Terapia medica e Integrazione sociale Tratt. individuale e Azione sociale Aiuto professionale e Resp. Indiv e collettiva Cambiamenti profess. e Manipolazione amb. Comportamento e Atteggiamento cultura Assistenza e Diritti umani Politiche sanitarie e Politica Adattamento e Cambiamento sociale L’ICF e’ una classificazione L’ICF NON è uno strumento di valutazione e misurazione… Piuttosto classifica la salute e gli stati di salute ad essa correlati ICF COME MODELLO CONCETTUALE • Concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con l’ambiente di vita dell’interessato e fornisce modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione di quella persona con una condizione di salute. ICF COME MODELLO CONCETTUALE • L’utilizzo dell’ICF presuppone un approccio concettuale ecologico e preclude ogni modello concettuale che ignori gli effetti dell’ambiente nella genesi e nel mantenimento della disabilità. ICF COME MODELLO CONCETTUALE CONDIZIONE DI SALUTE FUNZIONAMENTO CORPO ATTIVITA’ MENOMAZIONE LIMITAZIONE PARTECIPAZIONE RESTRIZIONE DISABILITA’ FATTORI CONTESTUALI ICF COME LINGUAGGIO Permette di descrivere con un significato condiviso tutti i possibili cambiamenti, in termini di funzionamento o di disabilità, nelle funzioni e strutture corporee e nella attività e partecipazione, che avvengono in una persona con un problema di salute nel suo ambiente di vita. Modello ICF CONDIZIONE DI SALUTE (disturbo o malattia) FUNZIONI STRUTTURE CORPOREE FATTORI AMBIENTALI ATTIVITA’ PARTECIPAZIONE FATTORI PERSONALI Classificare ordinare e catalogare mediante un criterio, rappresentare cose o persone indicandone tutte le caratteristiche, in modo da darne un’idea compiuta Misurare quantificare una osservazione contro uno standard Valutare determinare un valore, stimare calcolare, stabilire in misura approssimativa STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE CAPACITÀ FATTORI AMBIENTALI PERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE FATTORI PERSONALI STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE CAPACITÀ FATTORI AMBIENTALI PERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE ITEM ITEM ITEM ITEM livelli: 1° 2° 3° 4° livelli: 1° 2° 3° 4° livelli: 1° 2° 3° livelli: 1° 2° 3° FATTORI PERSONALI FUNZIONI CORPOREE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. FUNZIONI MENTALI F. SENSORIALI E DOLORE F. DELLA VOCE E DELL’ELOQUIO F. S. CARDIO-VASCOLARE, EMATOLOGICO, IMMUNOLOGICO E APP. RESPIRATORIO F. APP. DIGERENTE E S. METABOLICO ED ENDOCRINO F. GENITO URINARIE E DELLA RIPRODUZIONE F. NEURO-MUSCOLO-SCHELETRICHE E CORR. AL MOVIMENTO F. CUTE E STRUTT. CORRELATE STRUTTURE CORPOREE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. S. SISTEMA NERVOSO OCCHIO,ORECCHIO E STRUTT. CORRELATE S. COINVOLTE NELLA VOCE E DELL’ELOQUIO S. S. CARDIO-VASCOLARE,IMMUNOLOGICO ED APP.RESPIRATORIO S. APP. DIGERENTE E SIST. METABOLICO ED ENDOCRINO S. CORR. SIST. GENITO-URINARIO E RIPRODUTTIVO S. CORR. AL MOVIMENTO CUTE E STRUTT. CORRELATE A&P - Matrice di Informazione ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Primo qualificatore Secondo qualificatore Domini Performance Capacità d1- Apprendimento e applicazione delle conoscenze d2- Compiti e richieste generali d3- Comunicazione d4- Mobilità d5- Cura della propria persona d6- Vita domestica d7- Interazioni e relazioni interpersonali d8- Aree di vita principali d9- Vita sociale, civile e di comunità Attività e partecipazione costrutti e qualificatori CAPACITA’ Caratteristica intrinseca della persona, ciò che può fare Non dipende dall’ambiente PERFORMANCE Risultato reale dei fattori ambientali sul funzionamento, ciò che una persona fa Dipende dall’ambiente A&P - Capacità e Performance Gap fra Capacità e Performance CASO A: d450.12 .4 .3 Camminare .2 .1 .0 Performance Capacità = Effetto positivo dell’ambiente La performance del camminare è migliore della capacità; un’assistenza ambientale (es: bastone) migliora la performance. A&P - Capacità e Performance Gap fra Capacità e Performance CASO B: d7400.31 Relazionarsi con persone in posizione di autorità .4 .3 .2 .1 .0 Performance Capacità = Effetto negativo dell’ambiente La performance di relazionarsi è peggiore della capacità; gli atteggiamenti del capo sono delle barriere ambientali per la relazione con persone in posizione di autorità. Fattori ambientali Impattano negativamente (barriere) o positivamente (facilitatori) sul funzionamento della persona in termini di miglioramento o peggioramento delle performance rispetto alle capacità FATTORI AMBIENTALI Capitolo 1 Prodotti e tecnologia … cibo, tecnologia per l’assistenza, mobilia, dispositivi per la comunicazione, beni e denaro. Capitolo 2 Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall’uomo … terra e acqua, clima, animali, qualità dell’aria, suoni e vibrazioni. Capitolo 3 Relazioni e sostegno sociale … famiglia, amici, datori di lavoro, estranei, professionisti della salute. Capitolo 4 Atteggiamenti … valori sociali, atteggiamenti, convinzioni personali e di gruppo. Capitolo 5 Servizi, sistemi e politiche ... leggi, regole, politiche, agenzie, programmi sociali. CAPACITA’ FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI E/O PERSONALI FACILITATORI + BARRIERE - PERFORMANCE Fattori personali (no ICF) Qualsiasi fattore personale che abbia un impatto sul funzionamento (per es. stile di vita, contesto sociale, istruzione, eventi di vita, razza/gruppo etnico, orientamento sociale e capacità dell’individuo) NON SONO CLASSIFICATI ma che si possono inserire nell’applicazione della classificazione LINEE GUIDA PER LA CODIFICA “Scegliere un insieme di codici per creare un profilo di funzionamento per l’individuo” ...tenere conto di tutte le componenti dell’ICF: Funzioni Corporee Strutture Corporee Attività e Partecipazione Fattori Ambientali LINEE GUIDA PER LA CODIFICA “Codificare solo le informazioni rilevanti” ...nel contesto di una condizione di salute; …assumendo che il soggetto sceglierebbe di compiere l’azione. LINEE GUIDA PER LA CODIFICA “Codificare solo le informazioni esplicite” …codificare le osservazioni, non le inferenze. LINEE GUIDA PER LA CODIFICA Ma alcune inferenze sono di senso comune, o addirittura essenziali …? Funzioni mentali inferenza dal comportamento osservabile Menomazione del metabolismo dei carboidrati (b5401) inferenza dal diabete Limitazioni nella capacità di guardare (d110) inferenza dalla cecità totale LINEE GUIDA PER LA CODIFICA “Codificare informazioni specifiche” …codificare il massimo dettaglio possibile permesso dall’evidenza dell’osservazione LINEE GUIDA PER LA CODIFICA “Scegliere un insieme di codici per creare un profilo di funzionamento per l’individuo” “Codificare solo le informazioni rilevanti” “Codificare solo le informazioni esplicite” “Codificare informazioni specifiche” Elementi di codifica Primo qualificatore Secondo qualificatore Decimale (divisore) Terzo qualificatore Quarto qualificatore _ X X X X X. _ _ _ _ Identificatore delle dimensioni b = Funzioni corporee bxxxxx._ s = Strutture corporee sxxxxx._ d = Attività e Partecipazione dxxxx._ e = Fattori Ambientali exxxx._ USO DEI QUALIFICATORI Codifica con l’ICF... 1. Trovare la categoria appropriata (rilevante, esplicita, specifica). 2. Usare il qualificatore o i qualificatori per ogni componente. I QUALIFICATORI Funzioni Corporee Strutture Corporee Attività e Partecipazione Fattori Ambientali PRIMO Qualificatore PRIMO Qualificatore Grado della Menomazione SECONDO Qualificatore TERZO Qualificatore Natura della Menomazione PRIMO Qualificatore Performance (grado) SECONDO Qualificatore Capacità (grado) PRIMO Qualificatore Barriera o facilitatore (grado) Grado della Menomazione Localizzazione della Menomazione PRIMO QUALIFICATORE Scala di gravità _xxx.0 : nessun problema (assente, trascurabile) _xxx.1 : problema lieve (leggero, basso) 0-4% 5-24% _xxx.2 : problema medio (moderato, discreto) 25-29% _xxx.3 : problema grave (elevato, estremo) 50-95% _xxx.4 : problema completo (totale) _xxx.8 : non specificato _xxx.9 : non applicabile 96-100% VERSO LA NUOVA 11 SAP TORINO 22-05-08 GRUPPO SPERIMENTALE UTILIZZO ICF TERRITORI EX ASL 1-3-4-8-12-17 CRITICITA’ DI PARTENZA CERTIFICHIAMO POCO O TROPPO ? PROBLEMA DELLE RISORSE E RIGIDITA’ DEL SISTEMA ETEROGENEITA’ DELLE “CERTIFICAZIONI” ALLA RICERCA DI EVIDENZE IDC 10 NON RIESCE A SPIEGARE: TUTTE LE DIFFORMITA’ IL BISOGNO DEGLI INTERVENTI NECESSARI LE DIFFERENZE TRA I BES ED I DISABILI E LE DIFFERENZE TRA “I GRAVI” ED “I NON GRAVI” METODOLOGIA: SCHEDA FUNZIONI CORPOREE b1 FUNZIONI MENTALI b2 FUNZIONI SENSORIALI E DOLORE b3 FUNZIONI DELLA VOCE E DELL’ELOQUIO b4 FUNZ. DEI SISTEMI CARDIOVASCOLARE, EMATOLOGICO, IMMUNOLOGICO E DELL’APP. RESPIRATORIO b5 FUNZ. DELL’APPARATO DIGERENTE E DEI SISTEMI METABOLICO ED ENDOCRINO b6 FUNZ, GENITOURINARIE E RIPRODUTTIVE b7 FUNZ. NEURO-MUSCOLOSCHELETRICHE E CORRELATE AL MOVIMENTO b8 FUNZ. DELLA CUTE E STRUTT. CORRELATE Qualificatore METODOLOGIA continuazione scheda STRUTTURE CORPOREE s1 STUTTURE DEL SISTEMA NERVOSO s2 OCCHIO,ORECCHIO E STRUTT. CORRELATE s3 STRUTT. COINVOLTE NELLA VOCE E DELL’ELOQUIO s4 STRUTT. DEI SITEMI CARDIOVASCOLARE, EMATOLOGICO, IMMUNOLOGICO E RESPIRATORIO s5 STRUTT. COLL. AGLI APP. DIGERENTE E AI SIST. METABOLICO ED ENDOCRINO s6 STUTT. CORR. AI SIST. GENITO-URINARIO E RIPRODUTTIVO s7 STRUTT. CORR. AL MOVIMENTO s8 CUTE E STRUTT. CORRELATE Qualificatore METODOLOGIA continuazione scheda ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE Qualificatore d1 APPRENDIMENTO E APPLICAZIONE DELLE CONOSCENZE d2 COMPITI E RICHIESTE GENERALI d3 COMUNICAZIONE d4 MOBILITA’ d5 CURA DELLA PERSONA d6 VITA DOMESTICA d7 INTERAZIONI RELAZIONI INTERPERSONALI d8 AREE DI VITA PRINCIPALI d9 VITA SOCIALE, CIVILE E DI COMUNITA’ METODOLOGIA continuazione scheda FATTORI AMBIENTALI e1 PRODOTTI E TECNOLOGIA e2 AMBIENTE NATURALE E CAMBIAMENTI AMBIENTALI EFFETUATI DALL’UOMO e3 RELAZIONI E SOSTEGNO SOCIALE e4 ATTEGGIAMENTI e5 SERVIZI, SISTEMI E POLITICHE Qualificatore Legenda codici 2° livello Funzioni Mentali e A&P b 117 b 122 b 130 b 152 b 167 b2 b7 d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7 d8 d9 Funzioni intellettive Funzioni Psicosociali globali Funzioni dell'energia e delle pulsioni Funzioni emozionali Funzioni mentali del linguaggio Funzioni sensoriali del dolore Funzioni muscoloscheletriche e correlate al movimento Apprendimento e Applicazione delle conoscenze Compiti e richieste generali Comunicazione Mobilità Cura della Propria persona Vita domestica Interazione e relazioni interpersonali Aree di Vita principali Vita Sociale, Civile e di Comunità Legenda codici 2° livello Fattori Ambientali e1 e 310 e 330 e 340 e 355 3 360 e 515 e 540 e 570 e 575 e 580 e 585 Prodotti e Tecnologia Famiglia Ristretta Persone in posizione di Autorità Persone che forniscono aiuto o assistenza Operatori Sanitari Altri operatori Servizi, sistemi Servizi, Sistemi e politichedi trasporto Servizi, Sistemi e politche Previdenziali/Assistenziali Servizi, Sistemi e poliiche di sostegno sociale generale Servizi, Sistemi e politiche sanitarie Servizi, Sistemi e politiche dell'istruzione e della formazione CONCLUSIONI Dobbiamo usare meglio l’ICD 10: il profilo di funzionamento (soprattutto per quanto riguarda le funzioni mentali) deve essere congruo con l’etichetta nel capitolo “F”. I bisogni dei bambini vengono meglio compresi dalla combinazione profilo di funzionamento diagnosi ICD10, più che dalla sola diagnosi. Il profilo di funzionamento permette di individuare la necessità di intervento educativo personalizzato anche nei casi in cui non esiste una “minorazione stabilizzata o progressiva”. I servizi di NPI dovrebbero collaborare con la famiglia e la scuola alla stesura di un profilo di funzionamento indipendentemente dall’esito “certificatorio” di tale lavoro. CONCLUSIONI RIGUARDO ALL’USO ICD10 : SUDDIVISIONE IN GRANDI RAGGRUPPAMENTI DIAGNOSTICI, CON RILIEVO DEL RAPPORTO TRA DIAGNOSI DEL CAPITOLO F ICD 10 E PROFILO ICF NON E’ DI MERA COMPLEMENTARITA’ BAMBINI CERTIFICATI CON DIAGNOSI POCO “SOSTENIBILI” METODOLOGICAMENTE, AVEVANO IMPORTANTI PROBLEMI REALI RIGUARDO ALL’ICF… 1. 2. 3. 4. 5. PERMETTE DI DESCRIVERE IL PROFILO FUNZIONALE DELL’ALUNNO RENDE MOLTO PIU’ CHIARA LA COMUNICAZIONE TRA SOGGETTI COINVOLTI CIRCA IL FUNZIONAMENTO DELL’ALUNNO INTEGRA L’ICD 10 NEL DESCRIVERE MEGLIO LE CARATTERISTICHE CLINICHE FUNZIONALI RAPPRESENTA UNA MAGGIORE GARANZIA NELL’APPROPRIATEZZA DELL’INTERVENTO AIUTA NELLA DEFINIZIONE DEL PROGETTO DI VITA INOLTRE… SI EVIDENZIANO DISOMOGENEITA’ TRA I DIVERSI TERRITORI IL PROFILO ICF COSTRINGE A RIFLETTERE SUL BILANCIO TRA COSTI (STIGMA) E BENEFICI LEGATO ALLA CERTIFICAZIONE IL PROFILO ICF AIUTA AD INTEGRARE IL SUPPORTO DELLA SCUOLA CON ALTRI INTERVENTI EDUCATIVI ED ASSISTENZIALI OFFRE MAGGIORE CHIAREZZA, EQUITA’ ED APPROPRIATEZZA DEGLI INTERVENTI AMPLIA IL NUMERO DEI SOGGETTI RICONOSCIUTI COME PORTATORI DI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI CON INTERVENTI INDIVIDUALIZZATI AL DI FUORI DEL PERCORSO HANDICAP