Porta Barete, lacci e lacciuoli Passi avanti per il ritrovamento del leone in pietra. Per Porta Barete non è detta l'ultima parola. E mentre Cialente invoca la Soprintendenza, preme la questione sicurezza. domenica 16 febbraio 2014 15:14 Commenta di Antonella Calcagni Non è mai troppo tardi, neanche per Porta Barete. Forse. Alla luce degli interessanti ritrovamenti archeologici (un leone in pietra e antiche mura )venuti alla luce di recente nel cantiere allestito dalla soprintendenza delimitato, quasi per una beffa del destino, proprio dal perimetro del civico 207, il sindaco Massimo Cialente riflette e soprattutto chiede pubblicamente «un incontro con la Soprintendenza per capire il da farsi. Noi non siamo tuttologi, è la soprintendenza che deve spiegarci come procedere. Io sono tuttora pronto ad un intervento di riqualificazione dell'area, ma fino a oggi non ho ricevuto alcuna posizione ufficiale degli uffici preposti». Secondo Cialente è il caso di proporre un nuovo incontro, se è vero che gli interventi lungo viale Corrado IV vanno avanti, è anche vero che con poca spesa i lastroni in pietra posti in opera possono essere riciclati e utilizzati altrove, «l'importante è avere le idee chiare». Il primo cittadino ribadisce che il problema di archeologia preventiva in questa città richiede l'intervento di un dibattito qualificato nazionale. Il problema tuttavia è più semplice di quanto non si immagini, anche se sarà difficile spiegare ai nostri figli e ai figli dei nostri figli che Porta Barete ai tempi del terremoto non fu riportata alla luce perché la città è stata ostaggio della volontà, seppur legittima, di un condominio. Qualcuno evidentemente non si sta mostrano all'altezza della storia. A dire il vero l'amministrazione comunale attraverso l'assessore Pietro Di Stefano aveva timidamente tentato di inserire la riqualificazione nel piano di ricostruzione e poi in un uno specifico piano di recupero, i privati però non si sono fatti avanti. Resta tuttavia da risolvere un problema non secondario di sicurezza, visto che lasciando tutto com'è il quartiere di Santa Croce, dicono gli esperti, in caso di scossa sarebbe una trappola per topi.