Volume 15 Numero 1 Invierno 2014/2015 Aspetti salienti dell’Assemblea ed esposizione del 2014 dell’ASH La 56a Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology (ASH - Società Americana di Ematologia) si è tenuta a San Francisco, presso il Moscone Center dal 6 al 9 dicembre 2014. L’incontro ha visto la partecipazione di oltre 35.000 ematologi/oncologi provenienti da tutto il mondo. Ogni anno, un numero sempre maggiore di poster e di interventi orali sul mieloma presentati in occasione dell’assemblea ASH offre una testimonianza del grande fermento che caratterizza il settore della ricerca in tale ambito. Sebbene il 2014 non sia stato per l’ASH un anno particolarmente fecondo dal punto di vista della ricerca sul mieloma, dalle 855 presentazioni su questa malattia è emerso un andamento costante degli studi tesi alla comprensione degli aspetti biologici complessi e in continua evoluzione che caratterizzano tale patologia. Da un punto di vista clinico, le presentazioni tenute in occasione dell’assemblea ASH hanno offerto una panoramica completa della vastissima gamma di strumenti disponibili per una diagnosi, un trattamento e un monitoraggio efficaci dei pazienti. Di particolare rilievo sono state le presentazioni relative alle numerosissime terapie combinate che spingono i ricercatori a un passo da una possibile cura. pagina 2 Assegni di ricerca stanziati dall’IMF per il 2015 Da 20 anni, l’International Myeloma Foundation (IMF) finanzia ricerche estremamente promettenti nel campo della cura del mieloma condotte da ricercatori provenienti da tutto il mondo. La fondazione ha presentato la cerimonia di consegna degli assegni di ricerca per il 2015 in occasione della 56° Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology, Società Americana di Ematologia (ASH), nel mese di dicembre 2014. La cerimonia di assegnazione ha offerto ai ricercatori la straordinaria opportunità di incontrare i pazienti affetti da mieloma, che rappresentano i potenziali beneficiari del duro lavoro svolto da questi scienziati. In seguito, ha avuto luogo un vivace dibattito tra i membri di entrambi i gruppi. Il dott. Hiroyuki Takamatsu, che ha ricevuto un assegno in virtù dei lavori condotti sul monitoraggio della malattia minima residua (MRD) nei soggetti affetti da mieloma. pagina 4 Novità e osservazioni Durante le intense giornate della 56a Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology, Società Americana di Ematologia (ASH), i dott. Brian Durie, Ola Landgren, Joseph Mikhael e Antonio Palumbo sono riusciti a trovare il tempo per riunirsi e discutere sulle recenti questioni relative al trattamento del mieloma per la serie di conferenze organizzate dall’International Myeloma Working Group, Gruppo di lavoro internazionale sul mieloma (IMWG), intitolata “Making Sense of Treatment” (La svolta sul piano del trattamento). Gli interventi orali e i poster presentati dall’ASH sono stati incentrati sul mieloma smoldering ad alto rischio, sulla terapia di prima linea, sul ruolo attuale della malattia minima residua, sullo stato delle linee guida in materia di trapianti, sulle opzioni relative alla terapia continua e di mantenimento, sugli ultimi progressi nel campo della diagnostica per immagini, sulle recidive e sui nuovi farmaci. pagina 6 www.myeloma.org Invierno 2014/2015 1 Aspetti salienti dell’Assemblea ed esposizione del 2014 dell’ASH ssa Cara Rosenbaum (Università di Chicago, Chicago, Illinois), che ha presentato un poster su uno studio di fase Ib/II sul regime KPD (Kyprolis, Pomalyst® [pomalidomide], desametasone) per i pazienti che sono già stati trattati con Revlimid e che potrebbero essere refrattari al trattamento, ma ai quali non è mai stato somministrato un inibitore di proteasoma o vi stanno ancora rispondendo in seguito al trattamento (n. 2109). Sebbene i tre studi non fossero eccessivamente estesi, i risultati ottenuti hanno consentito di esplorare nuove efficaci prospettive di utilizzo del Kyprolis. Aggiornamenti sui trattamenti La 56a Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology (ASH - Società Americana di Ematologia) si è tenuta a San Francisco, presso il Moscone Center dal 6 al 9 dicembre 2014. L’incontro ha visto la partecipazione di oltre 35.000 ematologi/oncologi provenienti da tutto il mondo. Ogni anno, un numero sempre maggiore di poster e di interventi orali sul mieloma presentati in occasione dell’assemblea ASH offre una testimonianza del grande fermento che caratterizza il settore della ricerca in tale ambito. Sebbene il 2014 non sia stato per l’ASH un anno particolarmente fecondo dal punto di vista della ricerca sul mieloma, dalle 855 presentazioni su questa malattia è emerso un andamento costante degli studi tesi alla comprensione degli aspetti biologici complessi e in continua evoluzione che caratterizzano tale patologia. Da un punto di vista clinico, le presentazioni tenute in occasione dell’assemblea ASH hanno offerto una panoramica completa della vastissima gamma di strumenti disponibili per una diagnosi, un trattamento e un monitoraggio efficaci dei pazienti. Di particolare rilievo sono state le presentazioni relative alle numerosissime terapie combinate che spingono i ricercatori a un passo da una possibile cura. Studi di combinazione con agenti approvati Kyprolis (carfilzomib) Probabilmente la presentazione orale sul mieloma più attesa tenuta in occasione dell’assemblea dell’ASH del 2014 è stata quella del dott. Keith Stewart (Mayo Clinic, Scottsdale, Arizona) sulla sperimentazione clinica ASPIRE, uno studio internazionale comparativo di fase III randomizzato per 792 pazienti basato su un confronto tra KRD (Kyprolis® [carfilzomib], Revlimid® [lenalidomide], desametasone) e RD (Revlimid, desametasone) in pazienti affetti da mieloma recidivante e refrattario (abstract n. 79). Non ha sorpreso il fatto che la sopravvivenza libera da progressione (PFS) nel braccio KRD fosse di 26,3 mesi rispetto ai 17,6 per i pazienti randomizzati per ricevere RD. Sebbene la sopravvivenza globale (OS) non sia stata raggiunta in nessuno dei due gruppi, è stata registrata una tendenza a una OS più lunga tra i pazienti sottoposti a terapia KRD. Questo studio di ampio respiro ha rivelato che il regime a base di KRD presenta un profilo di sicurezza accettabile e un elevato livello di efficacia. Ciò spinge a considerare questo trattamento come un nuovo potenziale standard di cura per il mieloma recidivante/refrattario. Altre presentazioni meritevoli di nota incentrate su terapie combinate a base di Kyprolis sono state quelle del dott. Antonio Palumbo (Università di Torino, Torino, Italia) che si è occupato dello studio del regime settimanale di KCD (Kyprolis, Cytoxan® [ciclofosfamide], desametasone) (n. 175), del dott. Tomer Mark (Weill Cornell Medical Center, New York City, New York), che ha presentato i dati relativi al trattamento di prima linea con Kyprolis/desametasone seguito da raccolta di cellule staminali e consolidamento con Biaxin® (claritromicina), Revlimid e desametasone (BiRd) (#4761) e della dott. 2 Velcade (bortezomib) Non meno di 129 presentazioni in occasione dell’assemblea ASH vertevano su terapie combinate con Velcade® (bortezomib). Tra i risultati degni di nota spiccavano i due follow-up di 5 anni con VTD rispetto a TD (Velcade, talidomide, desametasone rispetto a talidomide, desametasone). Il primo, oggetto di una presentazione orale tenuta dal dott. Michele Cavo (Università di Bologna, Bologna, Italia), è stato incentrato su un confronto tra VTD e TD, come terapia basata su induzione prima e come terapia di consolidamento dopo, un doppio trapianto autologo di cellule staminali (n. 196). Il follow-up a lungo termine ha rivelato un vantaggio significativo in termini di PFS nella seconda recidiva (PFS2) tra i pazienti appartenenti al gruppo VTD. Tra i due gruppi, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa dal punto di vista statistico in termini di OS e ciò è dovuto al fatto che la maggior parte dei pazienti nel braccio TD è stata trattata con Velcade nei casi recidivanti. La seconda presentazione, che consisteva in un poster della dott.ssa Laura Rosinol (Università di Barcellona, Barcellona, Spagna), verteva su un follow-up a lungo termine di un confronto tra tre diversi approcci di induzione: VTD, TD o chemioterapia combinata prima del trapianto autologo di cellule staminali (n. 3457). Come è accaduto nel caso dei lavori condotti dal dott. Cavo, dallo studio PETHEMA/ GEM è emerso che l’induzione a base di VTD determina una PFS più lunga rispetto agli altri regimi. Come per lo studio italiano, questa ricerca non è stata in grado di rilevare alcun vantaggio significativo in termini di OS per nessuno dei tre bracci. È inoltre emerso che i pazienti ad alto rischio presentavano una OS molto più breve in seguito alla recidiva indipendentemente dalla terapia basata su induzione ricevuta. Due studi degni di nota sul Velcade sono stati rivolti a pazienti meno giovani, con nuova diagnosi e non idonei al trapianto. Il primo consisteva in una presentazione orale tenuta dalla dott. ssa Maria-Victoria Mateos (Università di Salamanca, Salamanca, Spagna) sul confronto tra utilizzo alternato e utilizzo sequenziale del regime VMP (Velcade, melfalan, prednisone) e RD (n. 178). Dallo studio sono emersi risultati equivalenti per i due approcci al trattamento, che hanno consentito a medico e paziente di scegliere liberamente tra un utilizzo sequenziale e un utilizzo alternato del regime VMP e del regime RD in base alle esigenze e alle preferenze specifiche di ciascun soggetto. Il secondo, ovvero il poster presentato dalla dott.ssa Elizabeth O’Donnell (Massachusetts General Hospital, Boston, Massachusetts), consisteva in uno studio incentrato sull’”RVD lite” (n. 3454), con 15 mg di Revlimid nei giorni 1-21, una dose standard per via sottocutanea di Velcade una volta a settimana e 20 mg di desametasone una volta a settimana. Questa versione più blanda di RVD è stata ben tollerata dai pazienti più anziani, nei quali potrebbero essere riscontrati ulteriori vantaggi clinici dovuti alla capacità di questi soggetti di seguire il regime. Revlimid (lenalidomide) Tra i numerosi abstract dedicati al Revlimid, il più atteso è stato il follow-up sui punti salienti della sessione plenaria dello scorso anno, la PRIMA sperimentazione clinica con trattamento continuo a base di RD rispetto a MPT e RD con durata definita in pazienti con nuova diagnosi e non idonei al trapianto. Dalla presentazione orale della dott.ssa Cyrille Hulin (Centro Ospedaliero Universitario di Nancy, Invierno 2014/2015 www.myeloma.org Vandoeuvre-les Nancy, Francia), incentrata sull’effetto dell’età sul livello di efficacia e di sicurezza del regime RD (n. 81) e su un’analisi dei sottogruppi di pazienti con un’età inferiore e superiore a 75 anni, è emerso che il trattamento continuo a base di RD era efficace e determinava un aumento della PFS e della OS provvisoria indipendentemente dall’età. Sono state condotte svariate sperimentazioni basate sulla combinazione di RD e un agente sperimentale, come gli anticorpi monoclonali daratumumab, SAR650984 ed elotuzumab o l’inibitore HDAC panobinostat (alcuni di questi studi verranno discussi in seguito, nel sottoparagrafo relativo ai nuovi agenti). Uno studio destinato indubbiamente a suscitare l’interesse di coloro che hanno una conoscenza approfondita del desametasone è stato presentato dal dott. Evangelos Terpos (Università nazionale capodistriana di Atene, Atene, Grecia) in un poster intitolato The Combination of Bortezomib and Lenalidomide (VR) Consolidation Post-ASCT, in the Absence of Dexamethasone and Bisphosphonates, Improves Response Rates and Bone Metabolism in Newly Diagnosed Patients with Multiple Myeloma” (La combinazione di bortezomib e del consolidamento post-ASCT con lenalidomide (VR), in assenza di desametasone e bisfosfonati, migliora i tassi di risposta e il metabolismo osseo in pazienti con nuova diagnosi affetti da mieloma multiplo) (n. 3462). Il titolo del lavoro parla da sé. Pomalyst (pomalidomide) Il Pomalyst (pomalidomide) è stato trattato in due importanti presentazioni orali. Il dott. Rachid Baz (H. Lee Moffitt Cancer Center, Tampa, Florida) ha presentato i risultati di uno studio randomizzato di fase II basato su un confronto tra PCD (Pomalyst, ciclofosfamide, desametasone) e PD (Pomalyst, desametasone) in pazienti affetti da mieloma recidivante/refrattario (n. 303). Rispetto al PD, il PCD ha registrato risposte e PFS migliori. La seconda presentazione orale, che ha fatto immediatamente seguito alla prima, è stata quella della dott.ssa Martha Lacy (Mayo Clinic, Rochester, Minnesota), che ha analizzato la combinazione di PVD (Pomalyst, Velcade, desametasone) nei pazienti refrattari al Revlimid (n. 304), giungendo alla conclusione che oltre l’80% di questi soggetti rispondevano al regime PVD. Studi con agenti sperimentali Ixazomib L’ixazomib, un inibitore di proteasoma orale, noto anche con il nome di MLN9708, è stato al centro di alcune importanti presentazioni, tra cui quella del dott. Shaji Kumar (Mayo Clinic, Rochester, Minnesota) su uno studio di fase II della terapia di mantenimento a lungo termine a base di ixazomib in seguito a una terapia basata su induzione con ixazomib/RD (IRD) (n. 82). I risultati rivelano che la terapia di mantenimento con ixazomib è, in genere, ben tollerata per un periodo massimo di 1,5 anni e vengono registrate risposte migliori in seguito al trattamento con IRD. Per quanto riguarda il mantenimento, è attualmente in corso una sperimentazione di fase III basata sull’ixazomib. Questo farmaco è inoltre oggetto di valutazione per i pazienti affetti da amiloidosi AL recidivante/refrattaria. Il dott. Giampaolo Merlini (Università di Pavia, Pavia, Italia) ha presentato uno studio di fase I del risultato a lungo termine di ixazomib/desametasone in pazienti affetti da disfunzione di organi vitali (n. 3450), giungendo alla conclusione che la somministrazione settimanale di ixazomib/desametasone è stata, in generale, ben tollerata, producendo risposte ematologiche nel 43% dei pazienti (che presentavano almeno una risposta parziale molto buona o VGPR), e che questi soggetti presentavano anche una risposta degli organi e una migliore PFS. Tutti i pazienti (100%) che non erano stati sottoposti a precedente terapia con un inibitore di proteasoma presentavano una risposta degli organi all’ixazomib. Tale aspetto rappresenta una gran bella notizia su questo fronte. Elotuzumab Il dott. Saad Usmani (Levine Cancer Institute, Charlotte, North Car- www.myeloma.org (da sinistra a destra) Drs. Antonio Palumbo e Suzanne Lentzsch olina) ha presentato un poster sui primi dati ottenuti da uno studio sulla combinazione di anticorpo monoclonale e SLAM-F7, elotuzumab e RVD (Revlimid, Velcade, desametasone) per i pazienti con nuova diagnosi affetti da mieloma ad alto rischio (n. 4762). Mentre l’elotuzumab si è rivelato decisamente significativo in associazione al regime RD nella malattia recidivante/refrattaria, questo approccio combinato con quattro farmaci finalizzato a un attacco aggressivo e anticipato della malattia ad alto rischio rappresenta la nuova frontiera nella cura del mieloma. Sebbene non siano stati presentati dati sull’efficacia, è stato incoraggiante scoprire che il regime è sicuro e ben tollerato e che lo studio sta entrando attualmente nella fase II. I risultati di questo studio verranno analizzati più da vicino il prossimo anno. Anticorpi monoclonali anti-CD38 Gli studi più attesi su due promettenti anticorpi monoclonali con efficacia del singolo agente sono stati presentati in successione dai dott. Thomas Martin (Università della California, San Francisco, California) e Torben Plesner (Ospedale di Vejle, Vejle, Danimarca). Per efficacia del singolo agente si intende che, nelle prime sperimentazioni, questi anticorpi monoclonali hanno generato risposte nei pazienti senza l’aggiunta di desametasone o altri farmaci. Il dott. Martin ha presentato i dati relativi a uno studio di intensificazione della terapia a base di SAR650984 (SAR) in associazione al Revlimid e al desametasone nella malattia recidivante/refrattaria (n. 83). La quasi totalità dei pazienti coinvolti è già stata esposta a Revlimid e/o Pomalyst e l’85% di essi è risultato refrattario a una terapia a base di IMiD®. Inoltre, quasi tutti hanno avuto una recidiva in seguito a un precedente regime a base di inibitore di proteasoma (PI). Il tasso complessivo di risposta (ORR, risposta con un calo di almeno il 50%, o superiore, della proteina monoclonale) per tutti i pazienti corrispondeva al 64,5%. L’ORR registrava un valore del 52,4% persino nei pazienti refrattari sia alla terapia a base di IMiD sia alla terapia a base di PI. Le risposte sono state rapide e sono state approfondite con una terapia continua. Gli eventi avversi erano limitati. Più incoraggianti sono stati i dati presentati dal dott. Plesner relativi a uno studio incentrato sulla sicurezza e sull’efficacia del daratumumab (“dara”) in associazione all’RD nel mieloma recidivante/refrattario (n. 84). Tutti i pazienti arruolati nella sperimentazione presentavano almeno un certo grado di risposta al dara/all’RD e il 75% di essi presentava almeno un calo del 50% della proteina monoclonale. Inoltre, la combinazione è risultata ben tollerata. Altri agenti Altri risultati promettenti nella cura del mieloma recidivante/refrattario relativi ai nuovi agenti analizzati nei primi studi erano quelli presentati dal dott. Heinz Ludwig (Centro per Oncologia ed Ematologia, Wilhelminenspital, Vienna, Austria) in un poster incentrato sull’agente bersaglio NOX-A12 in associazione al Velcade e al desametasone (n. 2111), dal dott. Jacob Laubach (Dana-Farber Cancer Research Institute, Boston, Massachusetts), in un poster sul TH-302 e sul desametasone (TborD) per la cura dell’ipossia, con o senza Velcade (n. 2142), e dal dott. Marc Raab (Università di Heidelberg, Hei- Invierno 2014/2015 3 delberg, Germania), nel corso della presentazione orale di uno studio sull’inibitore pan-chinasi LGH447 (n. 301). Questi agenti verranno approfonditi in un secondo momento, quando i dati saranno pronti e le relative sperimentazioni accederanno alle fasi successive. Una nuova e interessante linea di ricerca sul mieloma è stata presentata dal dott. Michael (Luhu) Wang (MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas) nel suo primo studio incentrato su un vaccino anticancro, il PVX-410, finalizzato al trattamento di pazienti affetti da mieloma smoldering (n. 4737). Sono stati presentati molti altri studi dell’ASH sul trattamento del mieloma multiplo smoldering (SMM), tra cui una metanalisi di 12 sperimentazioni cliniche in cui i pazienti affetti da questa patologia con livelli variabili di rischio di progressione al mieloma attivo sono stati assegnati al trattamento (n. 4771, presentato da Jayanthi Vijayakumar dell’Università di Buffalo, Buffalo, New York). Nell’ambito di otto sperimentazioni, incentrate sui dati OS e incluse nell’analisi, i pazienti sottoposti a trattamento per la cura dell’SMM evidenziavano una ridotta mortalità e una migliore PFS rispetto al gruppo di osservazione. I pazienti sottoposti a terapia antimieloma e terapia a base di bisfosfonati presentavano una OS e una PFS migliori rispetto al solo gruppo di osservazione, mentre la sola terapia a base di bisfosfonati non ha avuto ripercussioni né sulla OS né sulla PFS. Svariati studi hanno analizzato gruppi di pazienti ad alto rischio, tra cui persone obese e/o affette da diabete di tipo 2 (T2D), persone con citogenetica ad alto rischio, anziani e persone affette da insufficienza renale, ovvero soggetti con una storia clinica complessa. Alcuni studi hanno dimostrato non solo che l’obesità/il T2D predispongono una persona allo sviluppo del mieloma (n. 2044), ma che principalmente la prima patologia aumenta il rischio di progressione della MGUS al mieloma attivo (n. 2061) e riduce anche la OS (n. 2048). Questa scoperta suggerisce indubbiamente la necessità di smaltire il peso in eccesso accumulato durante il periodo festivo con l’inizio dell’anno nuovo. Infine, per coloro che hanno espresso un interesse nell’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici finalizzata al trattamento del dolore e della nausea associati alla terapia, risulterà di certo utile un poster presentato dalla dott.ssa Maria Victoria Barbado (Università di Siviglia, Siviglia, Spagna), in cui si esprime un giudizio favorevole sull’utilizzo preclinico dei cannabinoidi come agenti antimieloma (n. 4724). Questo trattamento non garantiva solo una regressione dei tumori e il miglioramento della sopravvivenza nei topi, ma presentava anche proprietà estremamente rilassanti. Assegni di ricerca stanziati dall’IMF per il 2015 Da 20 anni, l’International Myeloma Foundation (IMF) finanzia ricerche estremamente promettenti nel campo della cura del mieloma condotte da ricercatori provenienti da tutto il mondo. La fondazione ha presentato la cerimonia di consegna degli assegni di ricerca per il 2015 in occasione della 56° Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology, Società Americana di Ematologia (ASH), nel mese di dicembre 2014. La cerimonia di assegnazione ha offerto ai ricercatori la straordinaria opportunità di incontrare i pazienti affetti da mieloma, che rappresentano i potenziali beneficiari del duro lavoro svolto da questi scienziati. In seguito, ha avuto luogo un vivace dibattito tra i membri di entrambi i gruppi. Il dott. Hiroyuki Takamatsu, che ha ricevuto un assegno in virtù dei lavori condotti sul monitoraggio della malattia minima residua (MRD) nei soggetti affetti da mieloma, ha illustrato le ricerche condotte sul paziente Michael Tuohy. “Il nostro obiettivo consiste nel decifrare i meccanismi dell’apoptosi dipendente da 67LR e, in base ai nuovi meccanismi molecolari individuati, nell’identificare la combinazione ideale per distruggere le cellule del mieloma multiplo”, ha spiegato l’esperto. Michael, che ha partecipato all’evento dell’ASH in qualità di rappresentante del gruppo di sostegno del team IMF, ha riportato la conversazione dello scienziato nel post di un blog, scrivendo: “Questo è ciò che 4 ogni paziente vorrebbe sentirsi dire: distruggere le cellule mielomatose”. “Di sera, durante ogni assunzione della terapia, io e mia moglie ripetiamo esattamente queste parole”. Gli assegni di ricerca senior prevedono un finanziamento di 80.000 $, mentre per gli assegni junior è previsto uno stanziamento di 50.000 $. Il programma di ricerca dell’IMF è sostenuto dalle donazioni effettuate da cittadini privati e dalla conduzione di progetti di raccolta fondi organizzati dai membri dell’IMF. Assegni di ricerca senior Brian D. Novis stanziati dall’IMF per il 2015 Claire M. Edwards, PhD (Università di Oxford, Regno Unito) ha ricevuto un assegno di ricerca per il progetto intitolato “Caloric restrictions and bone marrow adiposity in myeloma” (Restrizioni caloriche e adiposità del midollo osseo nel mieloma). Ai fini della ricerca di nuovi trattamenti, è fondamentale comprendere le modalità di sviluppo e di progressione del mieloma. Insieme ai suoi colleghi, la dott.ssa Edwards ha dimostrato che una dieta ricca di grassi favorisce lo sviluppo del mieloma, puntando i riflettori sulle cellule adipose. Gli esperti analizzeranno il ruolo di queste cellule sul piano della progressione del mieloma, nonché l’eventualità che la Invierno 2014/2015 www.myeloma.org restrizione calorica determini una riduzione del carico tumorale e della malattia ossea. Nell’ambito del progetto si cercherà di comprendere se le cellule adipose siano o meno in grado di controllare la crescita delle cellule mielomatose e se si tratti o meno di un nuovo bersaglio terapeutico. Yang Yang, MD, PhD (Università dell’Alabama a Birmingham) si è aggiudicato un assegno di ricerca per un progetto intitolato “The role of myeloma cell-derived Runx2 in myeloma metastasis: focus on bone microenvironment” (Il ruolo del Runx2 derivato da cellule mielomatose nelle metastasi del mieloma: un’analisi approfondita del microambiente osseo). Le metastasi dei tumori ossei si sviluppano nel 90% dei pazienti affetti da mieloma. Tuttavia, i meccanismi alla base della diffusione delle metastasi alle ossa restano poco chiari. Lavori condotti di recente nel laboratorio del dott. Yang suggeriscono che il Runx2 presente nelle cellule mielomatose stimola le cellule a secernere fattori solubili che creano un ambiente ricettivo nelle ossa per l’attecchimento, la sopravvivenza e la crescita delle cellule tumorali in nuovi siti ossei. Le conoscenze apprese nell’ambito di questo progetto potrebbero contribuire alla previsione dei risultati e allo sviluppo di nuovi trattamenti. Assegni di ricerca junior Brian D. Novis stanziati dall’IMF per il 2015 Francesca Cottini, MD (Dana-Farber Cancer Institute, Boston, Massachusetts) si è aggiudicata un assegno di ricerca per il progetto intitolato “Targeting the kinase STK4 to treat myeloma” (Un’analisi del ruolo della chinasi STK4 per il trattamento del mieloma). Le cellule mielomatose sono plasmacellule anomale che presentano geni difettosi. Insieme al suo team, la dott.ssa Cottini ha identificato un meccanismo del mieloma in grado di impedire la morte delle cellule mielomatose geneticamente danneggiate mediante l’inibizione del segnale Hippo. I ricercatori hanno scoperto che un interruttore chinasico è in grado di disattivare il segnale Hippo, favorendo, in tal modo, la proliferazione del cancro. Gli esperti provvederanno quindi a studiare e a convalidare farmaci in grado di bloccare la chinasi, ripristinare il segnale Hippo nel mieloma e determinare, in tal modo, la morte delle cellule mielomatose. Questi agenti rappresentano pertanto terapie innovative promettenti. Tarun K. Garg, PhD (Università di Arkansas per le Scienze Mediche, Little Rock, Arkansas) ha ricevuto un assegno di ricerca per un progetto intitolato “Myeloma cells modulate ICAM3 to evade natural killer cell-mediated lysis” (La modulazione eseguita dalle cellule mielomatose sull’ICAM3 allo scopo di evadere la lisi mediata da cellule Natural Killer). Insieme ai suoi colleghi, il dott. Garg si sta occupando del trattamento dei pazienti affetti da mieloma con cellule immunitarie specializzate attivate e coltivate in grandi quantità (ENK). Il team sta rivolgendo la propria attenzione alle linee cellulari mielomatose che non vengono annientate dalle ENK. Una molecola, chiamata ICAM3, risulta meno abbondante in una delle linee cellulari resistenti. I ricercatori tenteranno di capire se tale condizione si verifica anche nelle altre tre linee cellulari resistenti e nelle cellule mielomatose dei pazienti, allo scopo di stabilire quali sono i soggetti che traggono maggiore giovamento da questa terapia. Patricia Maiso, PhD (Università clinica di Navarra, Spagna) si è aggiudicata un assegno di ricerca per un progetto intitolato “Role of hypoxia in myeloma: new therapeutic approaches targeting minimal residual disease and drug resistance” (Il ruolo dell’ipossia nel mieloma: nuovi approcci terapeutici mirati alla malattia minima residua e alla resistenza ai farmaci). La maggior parte dei pazienti affetti da mieloma presenta una recidiva nonostante una risposta completa in seguito a un trattamento tradizionale. L’identificazione dei www.myeloma.org meccanismi specifici alla base del mantenimento della sopravvivenza delle cellule tumorali mielomatose e delle recidive rappresenta un punto estremamente importante ai fini dello sviluppo di nuovi interventi terapeutici. Di comune accordo con i suoi collaboratori, il dott. Maiso ritiene che una delle principali cause del mantenimento delle cellule tumorali è rappresentata dall’ambiente ipossico che caratterizza il midollo osseo e che contribuisce al mantenimento di una bassa percentuale di cellule tumorali in grado di riattivare la malattia. Amit Kumar Mitra, PhD (Università del Minnesota a Minneapolis) ha ricevuto un assegno di ricerca per un progetto intitolato “Identifying tumor response heterogenity using single-cell transcriptomics” (Identificazione dell’eterogeneità delle risposte tumorali mediante l’utilizzo della trascrittomica a singola cellula). Studi recenti hanno dimostrato la presenza di sottopopolazioni di cellule mielomatose resistenti all’inibitore di proteasoma (PI) all’interno delle popolazioni di cellule tumorali primarie eterogenee. Il progetto mira a utilizzare un modello basato sui geni allo scopo di identificare subcloni tumorali residui resistenti al PI all’interno delle masse tumorali di pazienti affetti da mieloma con nuova diagnosi, mediante l’utilizzo di un’analisi dell’espressione genica ad alto rendimento e mirata a singole cellule. Le nuove ricerche incentrate su tale aspetto condurranno allo sviluppo di strategie innovative di trattamento mirate nello specifico a subcloni tumorali resistenti ai farmaci nelle prime fasi della terapia antimieloma. Assegni di ricerca stanziati dall’IMF-Giappone per il 2015 Oltre agli assegni di ricerca Brian D. Novis stanziati per il 2015, sono stati presentati altri tre assegni finanziati dall’IMF-Giappone. Hideto Tamura MD, PhD (Scuola medica nipponica) si è aggiudicato l’assegno di ricerca Aki Horinouchi per il suo studio intitolato “The role of SLAM family molecules and immunotherapy with SLAM-directed chimeric antigen receptor (CAR)-engineered T-cells in myeloma” (Il ruolo delle molecole appartenenti alla famiglia SLAM e dell’immunoterapia con cellule T ingegnerizzate con recettori chimerici per l’antigene (CAR) dirette alle cellule SLAM nel mieloma). Al fine di individuare il bersaglio dell’immunoterapia con cellule T, lo studio sarà incentrato sui membri della famiglia SLAM e analizzerà l’espressione delle molecole nelle linee cellulari mielomatose umane e nelle cellule mielomatose dei pazienti, nonché nelle cellule immunitarie. Il dott. Tamura e i suoi colleghi analizzeranno le funzioni dei membri della famiglia SLAM, soprattutto in termini di potenziale proliferativo e di resistenza ai farmaci e tenteranno di stabilirne un’eventuale correlazione con la patofisiologia del mieloma. Hirofumi Tachibana, MD, PhD (Università Kyushu) ha ricevuto uno speciale assegno di ricerca per il suo studio intitolato “Elucidation of the molecular mechanism on a novel apoptotic cell death-inducing pathway in myeloma cells” (Spiegazione del meccanismo molecolare su un nuovo segnale apoptotico in grado di indurre la morte cellulare nei pazienti affetti da mieloma). Nell’ambito della ricerca, verrà condotto un confronto tra l’ASO-qPCR e un metodo di sequenziamento di prossima generazione, chiamato LymphoSIGHT™, che utilizza i primer di consenso e il sequenziamento ad alto rendimento allo scopo di amplificare e di eseguire il sequenziamento di tutti i segmenti di geni delle immunoglobuline riorganizzate presenti in un clone mielomatoso, nonché mediante la citometria a flusso multiparametrica, ai fini dell’individuazione della MRD nelle cellule autotrapiantate, nel sangue periferico e nel midollo osseo, allo scopo di valutare la sensibilità, la specificità e la semplicità di questi metodi. I ricercatori ideeranno trattamenti ottimali per i pazienti affetti da mieloma con anomalie cromosomiche, GEP, e MRD. Invierno 2014/2015 5 Hiroyuki Takamatsu, MD, PhD (Università degli Studi di Scienze Mediche di Kanazawa) ha ricevuto uno speciale assegno di ricerca per il suo studio intitolato “Minimal residual disease monitoring in myeloma using next-generation sequencing” (Monitoraggio della malattia minima residua nel mieloma mediante l’utilizzo del sequenziamento di prossima generazione). Gli studi patologici hanno rivelato che l’espressione anomala del 67LR è correlata a una prognosi sfavorevole. La ricerca sarà incentrata sul meccanismo molecolare dell’attivazione del segnale eNOS/cGMP dipendente da 67LR. Inoltre, ai fini del monitoraggio degli agenti che determinano un potenziamento della cellula dipendente da 67LR, i ricercatori utilizzeranno il sistema di array di inibitori. Partendo da questi metodi, gli scienziati decifreranno i meccanismi dell’apoptosi dipendente da 67LR e, attraverso l’adozione di nuovi meccanismi molecolari, suggeriranno la combinazione ideale in grado di distruggere le cellule mielomatose. Novità e osservazioni “Making Sense of Treatment” (La svolta sul piano del trattamento) con l’IMWG Durante le intense giornate della 56a Assemblea ed esposizione annuale dell’American Society of Hematology, Società Americana di Ematologia (ASH), i dott. Brian Durie, Ola Landgren, Joseph Mikhael e Antonio Palumbo sono riusciti a trovare il tempo per riunirsi e discutere sulle recenti questioni relative al trattamento del mieloma per la serie di conferenze organizzate dall’International Myeloma Working Group, Gruppo di lavoro internazionale sul mieloma (IMWG), intitolata “Making Sense of Treatment” (La svolta sul piano del trattamento). Gli interventi orali e i poster presentati dall’ASH sono stati incentrati sul mieloma smoldering ad alto rischio, sulla terapia di prima linea, sul ruolo attuale della malattia minima residua, sullo stato delle linee guida in materia di trapianti, sulle opzioni relative alla terapia continua e di mantenimento, sugli ultimi progressi nel campo della diagnostica per immagini, sulle recidive e sui nuovi farmaci. I video dei singoli interventi sono disponibili sul sito web dell’IMF myeloma.org: basterà fare clic sul menù a discesa IMF TV e selezionare “IMWG Conference Series”. Non perdete la teleconferenza “Best of ASH 2014” (Il meglio di ASH 2014)! Qualora non riusciate a partecipare personalmente alla teleconferenza “Best of ASH 2014” (Il meglio di ASH 2014), potrete ascoltare il discorso del dott. Brian Durie sulle ultime novità emerse dall’assemblea dell’ASH tenutasi nel mese di dicembre 2014. Nel corso della teleconferenza dell’IMF, della durata di 60 minuti, a cui ha fatto seguito una sessione di domande e risposte di 30 minuti, sono state presentate informazioni cruciali per i pazienti affetti da mieloma e gli operatori sanitari. Le registrazioni sono disponibili sul sito web dell’IMF myeloma.org. L’IMF intervista gli esperti di mieloma in occasione dell’assemblea ASH Il team dell’IMF ha girato oltre 40 interviste con scienziati ed esperti clinici incentrate sulla presentazione dei risultati emersi dall’assemblea dell’ASH. I webcast consistono in vere e proprie relazioni sullo stato attuale di alcuni tra i più interessanti lavori di ricerca nel campo del mieloma. Si tenga presenta che, in taluni casi, al momento della pubblicazione gli intervistati presentavano dati provvisori ricavati da sperimentazioni cliniche incomplete. Di conseguenza, non tutte le informazioni trasmesse rappresentano i risultati definitivi ed è inoltre possibile che le conclusioni possano differire dai dati ottenuti in seguito a follow-up a lungo termine. Nessuno di questi lavori di ricerca è stato ancora sottoposto a valutazione inter pares e pubblicato su riviste mediche. I video sono stati pubblicati sul sito web dell’IMF myeloma.org (aprire il menù a discesa IMF TV e selezionare “Webcasts from Medical Meetings”, quindi Aggiornamento medico: i pazienti affetti da MM dovrebbero sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale? L’autunno sancisce l’inizio della stagione influenzale, in cui è talvolta necessario eseguire la vaccinazione. Trattandosi di un metodo preventivo sicuro per i pazienti affetti da mieloma, l’IMF raccomanda una somministrazione annuale. Il National Institutes of Health’s Center for Disease Control (CDC) raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali sei mesi dopo l’intervento. Il “vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio”, che può essere eseguito esclusivamente nei pazienti con un’età minima di 65 anni, è stato realizzato partendo dal presupposto che le difese immunitarie dell’uomo tendono a indebolirsi col passare degli anni e che, di conseguenza, il rischio che gli anziani possano sviluppare gravi effetti collaterali causati dall’influenza è destinato ad aumentare. La quantità di antigene contenuto nel vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio, che corrisponde a quattro volte quella del vaccino normale, consente di rafforzare la risposta immunitaria nella popolazione suscettibile. Tuttavia, non bisogna sottovalutare il fatto che l’aumento del dosaggio determina un aumento dell’entità degli effetti collaterali. La precedente somministrazione del vaccino antinfluenzale normale senza complicazioni nei pazienti dai 65 anni in su aumenta le probabilità che la somministrazione del vaccino ad alto dosaggio non causi effetti collaterali. Inoltre, nei pazienti appartenenti a questa fascia d’età, la primissima somministrazione del vaccino antinfluenzale deve prevedere un dosaggio normale. Come sempre, in ogni caso, vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico di fiducia. Per ricevere i prossimi numeri di questa newsletter, vi invitiamo ad inviare una richiesta a [email protected]. 6 Invierno 2014/2015 www.myeloma.org