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U.O. di Microbiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna
Direttore: Prof. Maria Paola Landini
Vol. 4. n.11, Dicembre 2011, a cura di Maria Paola Landini e Simone Ambretti
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Cosa sono i cosiddetti “superbatteri indiani”
Fra i patogeni nosocomiali multi-resistenti più diffusi al mondo gli Enterobatteri sono tra quelli che
determinano un maggiore impatto sulla gestione dei pazienti. Essi sono in grado di colonizzare diversi
distretti dell’organismo senza dare malattia, ma possono anche causare una
varietà di infezioni quali polmoniti, infezioni delle ferite e dell’ apparato
urinario, sepsi. Tra i meccanismi di resistenza sviluppati da questi batteri, il
più importante è la produzione di β-lattamasi, enzimi che inattivano gli
antibiotici β-lattamici (penicilline, cefalosporine). La capacità di produrre
questi enzimi viene trasmessa verticalmente quando il batterio si divide in 2
cellule figlie, ma anche orizzontalmente tra batteri uguali o diversi
attraverso coniugazione. Di questi enzimi ne sono stati identificati oltre
150 diversi tipi, caratterizzati da un’ attività più o meno ampia. Negli ultimi 2 decenni si sono diffusi molto
Enterobatteri con β-lattamasi a spettro esteso (ESBL), resistenti a tutti i farmaci β-lattamici ad eccezione
dei carbapenemi (imipenem, meropenem) e piperacillina/tazobactam.
A partire dalla fine degli anni ’90, però, negli USA sono emersi Enterobatteri produttori di β-lattamasi
definite carbapenemasi, in grado di inattivare anche i carbapenemi. Tra queste, quella più diffusa è la KPC
(Klebsiella pneumoniae carbapenemase). I ceppi produttori di KPC sono molto spesso pan-resistenti (o
quasi) in quanto alla resistenza ai carbapenemi si associano resistenze multiple ad altre classi di antibiotici.
Conservano un certo grado di efficacia solo colistina e tigeciclina, ma la prima è gravata da una elevatà
tossicità, la seconda è batteriostatica ed entrambe non raggiungono in modo efficace il polmone. Gli
Enterobatteri produttori di carbapenemasi rappresentavano fino a pochi anni fa un fenomeno raro nella
realtà europea, ma a partire dal 2009 si sono diffusi velocemente e, secondo i dati diffusi dal European
Center for Disease Control, nel 2010 l’ Italia è, dopo la Grecia, il paese Europeo più colpito.
Ma……arriviamo “superbatteri indiani”. Nel 2009, un paziente svedese tornò dall’ India con una
infezione da Klebsiella pneumoniae multiresistente per la produzione di una nuova carbapenemasi. A
distanza di poco tempo ceppi di K. pneumoniae ed E.Coli con lo stesso profilo di resistenza vennero isolati
da pazienti che avevano soggiornato in Ospedali Indiani e Pakistani per trattamenti medici ed estetici e in
seguito si evidenziò come questi batteri fossero già largamente diffusi in tutto il subcontinente indiano. Per
questo motivo il nuovo determinante di resistenza, appartenente alla famiglia delle metallo-beta-lattamasi
(MBL), fu chiamato NDM-1 (New Delhi Metallo-β-lactamase type1). Ormai batteri NDM-1 hanno
raggiunto USA, Canada, Australia ed Europa. I 6 pazienti “bolognesi” che abbiamo recentemente descritto
su “Eurosurveillance”, rappresentano il primo caso documentato di diffusione nel nostro Paese di questi
batteri (in precedenza erano stati descritti appena 2 casi non correlati). In conclusione, si tratta di
Enterobatteri con un profilo di resistenza simile a quello dei batteri che producono carbapenemasi KPC, già
ampiamente presente nel nostro Policlinico. Alcuni dati indicano però che i batteri “indiani” avrebbero una
maggior capacità di trasferirsi orizzontalmente fra batteri di specie diverse e di diffondere in comunità,
pertanto risulta assolutamente necessario mettere in pratica idonee misure di sorveglianza e di prevenzione,
come quelle previste dal recente documento dell’Agenzia Sanitaria Regionale.
L’ U.O. di Microbiologia applica protocolli che permettono di isolare ed identificare sia gli enterobatteri
produttori di carbapenemasi KPC sia quelli produttori di MBL del tipo NDM-1.
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Per ogni chiarimento in merito si faccia riferimento ai seguenti recapiti:
Dott. Simone Ambretti, 051/6364515 – 051/6363672; [email protected]
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