Da S.Francesca Romana a
Kate Moss:
breve storia dei comportamenti anoressici
e nascita dell’Anoressia Nervosa
Pasquale Parise, Clinica Samadi
Anoressia Nervosa
Terza causa di malattia cronica in USA
$ 7 milioni per anno spesi dal NIMH per
la ricerca
$ 18 mila per anno i costi medi di
ospedalizzazione per pz (contro 11
mila per la schizofrenia)
Vitiello & Lederhendler, 2000
Throughout its nosological history a disease or a
sickness will, often in a paradoxical and ironic
fashion, summarise and articulate the personal
problems associated with contradictions and
strains in culture and social structure.
B.S. Turner
Ascesi come esercizio
Il digiuno come pratica e come elemento
di uno stile di vita ascetico è stato ed è
un elemento pressochè universale
nelle varie religioni e in quelle comunità
nelle quali la costruzione e il
mantenimento di un ‘self’ adeguato
richiede la rigorosa applicazione di
norme di autodisciplina
Dai pitagorici ai Padri del deserto
Secondo Fouault si può
osservare una continuità tra
la prima dottrina Cristiana e
la filosofia morale
dell’antichità, in particolare
per quanto concerne
l’atteggiamento verso il cibo.
Dai pitagorici ai Padri del deserto
L’ascetismo cristiano ha le sue radici
nelle idee di Platone e dei
pitagorici, per le quali il corpo
rappresenta la prigione dell’anima
e ne ostacola la riunificazione con
la divinità. Fino a Tertulliano (IIIsec.
d. C.) per il quale “il corpo se
emaciato passerà più facilmente la
porta stretta del Paradiso, se
leggero risorgerà più rapidamente
e se deperito si conserverà meglio
nella tomba”
Dai pitagorici ai Padri del deserto
Dal IV sec. in poi, con la
proclamazione del Cristianesimo
come religione di Stato, un certo
numero di fedeli si ritirò nei deserti
dell’Africa del Nord e della
Palestina, portando avanti un
ascetismo di povertà, meditazione
e solitudine, testimoni degli ideali
evangelici delle prime comunità
cristiane
Il digiuno religioso nel Medioevo
Durante il Medioevo si arrivò a
digiunare 3 giorni alla
settimana e per 4 lunghi
periodi dell’anno (Quaresima,
Pentecoste, in Settembre,
Avvento)(un terzo dell’intero
anno)
Il fenomeno della Santa Anoressia
261 sante o beate tra il 1200 e il
1934
Di 170 era possibile ricostruire la vita
in maniera attendibile
Più della metà mostravano chiari
comportamenti anoressici
R. Bell, 1985
Ascesa della Santa Anoressia
 I primi esempi della santa anoressia sorsero
nell’ambito degli ordini mendicanti del XIII e
XIV sec (S.Chiara e S.Caterina da Siena)


Imposero un modello di pietà femminile
attraente e affascinante che dava alla donna
possibilità di autonomia e autoaffermazione
Tale modello era ampiamente incoraggiato dai
rispettivi ordini (Domenicani e Francescani)
Chi erano le sante anoressiche
Queste sante anoressiche presentavano
caratteristiche in comune: sono figlie felici e
obbedienti di genitori benestanti, sono adorate
dai loro genitori, specialmente le madri, che
fanno loro credere di essere un po’ speciali;
spesso invece mostravano comportamenti
contrappositivi con i padri e con le figure
maschili in generale. Mostrano fin da
giovanissime una spinta a rifiutare le aspettative
sociali che il ruolo femminile implicava e nel far
questo dimostravano una grande
determinazione: le autopunizioni corporali
erano la regola, così come il rifiuto di tutto ciò
che potesse riguardare i bisogni della carne
(cibo, sesso, piaceri, riposo).
R.Bell
Processi inediti per Francesca Bussa dei Ponziani, 1440-1453, P.T.Lugano, 1945
“..verso i diciasette anni Francesca aveva ridotto il suo cibo a un solo pasto
al giorno, ed anche estremamente spartano: niente pesce, uova, pollo o cibi
dolci o delicati; soltanto legumi amari e fagioli senz’olio. A volte se il
confessore insisteva, la sera mangiava di malavoglia una mela al forno. La
sua temperatura corporea si abbassò, il suo stomaco si contrasse e lei
soffriva costantemente di stitichezza e di acuti dolori addominali; non
beveva vino come le avevano consigliato i medici, ne beveva soltanto un
po’ quando glielo ordinava il suo confessore e poi vomitava per tre giorni.
Dormiva soltanto due ore a notte…dai quattordici anni in poi si castigava
regolarmente stringendosi ai fianchi una fascia di ferro e un’altra con
acuminate borchie di metallo che le si conficcavano nella carne. Nella sua
camera da letto si flagellava a sangue. Per garantirsi di rimanere casta in
spirito anche quando compiva il dovere coniugale di concedere il corpo al
marito, prima dei loro rapporti sessuali scaldava tre once di cera o di lardo e
con le gocce fuse si escoriava il sesso. Si preparava così ad entrare nel
letto del marito, in preda ad atroci dolori che peggioravano ad ogni minimo
movimento”.
Chi erano le sante anoressiche
Attraverso il digiuno e le pratiche di
auto-mortificazione le sante
anoressiche dei primi secoli
potevano esercitare un grosso
controllo sugli altri: imporre
l’astinenza sessuale ai propri
mariti, rifiutare matrimoni
indesiderati, dispensare critiche e
prediche alle autorità temporali e
religiose maschili
C.W. Bynum
Declino della Santa Anoressia
XVI sec  La Controriforma rappresentò un attacco alle
forme di pietà laica (come quelle dei S.Francesco e delle S.Chiare)
o comunque caratterizzate da un’accentuazione della responsabilità
individuale (S.Caterina). In sostanza si rimarcava l’autorità delle
gerarchia prelatizia maschile: il riconoscimento religioso e sociale
alle sante anoressiche viene progressivamente a mancare.
La pietà femminile autonoma cominciò sempre più ad essere vista
come eretica, demoniaca, insana
XVII sec  Urbano VIII riforma i criteri di canonizzazione
rendendoli sempre più restrittivi (contemplavano tra l’altro prove di
“purezza dottrinale e di virtù eroica”)
Declino della Santa Anoressia
XVII e XVIII sec  il numero di sante si
riduce drasticamente, mentre aumenta la %
e gravità dei comportamenti anoressici: più
del 60% delle sante che morirono nel XVII
sec restarono allettate per buona parte della
loro vita: in questo contesto la malattia
diventa sempre più frequentemente una
alternativa esplicativa alla eresia o alla
stregoneria sui comportamenti delle sante
anoressiche
Declino della Santa Anoressia
XVIII e XIX sec  le vitae delle sante
dei secoli successivi alla Controriforma
possono suscitare compassione o pietà
ma non sono più modelli ispiratori come
quelli delle prime sante anoressiche; a
cominciare dal sec. XVIII e più
decisamente nel XIX sec, le donne
votate alla santità presero le distanze dai
comportamenti di automortificazione e
dai santi digiuni e si rivolsero a modelli
teologicamente meno polemici e più volti
alla carità, alle cure dei malati e alle
opere di bene.
Storia dell’Anoressia Nervosa
1686
Richard Morton
1840
Fleury Imbert
1860
Louis-Victor Marcé delirio ipocondriaco con rifiuto del cibo
1873
William Gull “Anorexia Nervosa”
Charles Lasègue “Anoréxie Hystérique”
1906-7
Pierre Janet Conferenze all’Harvard Medical School
1914
Morris Simmonds
1973
Hilde Bruch
Treatise of Consumption
“anorexie nerveuse” e “anorexie gastrique”
Cachessia ipofisaria
“Eating Disorders”
R.Morton e l’Atrofia Nervosa
“..nel mese di luglio ella ebbe una totale scomparsa del
ciclo mestruale a causa di una gran quantità di
preoccupazioni e passioni che erano nella sua mente
(..) Da quel momento il suo appetito cominciò a
diminuire, e la sua digestione divenne via via più
difficile. La sua carne divenne sempre più flaccida e
cadente e l’aspetto sempre più pallido (..) aveva
l’abitudine di studiare durante la notte, era
continuamente china sui libri e si esponeva giorno e
notte alle ingiurie dell’aria (..) non ricordo di aver mai
visto in tutta la mia pratica medica una persona che si
tenesse in vita così devastata dal più alto grado di
consunzione (era pelle e ossa) ma non c’era febbre,
anzi tutto il corpo era freddo.”
Treatise of Consumption, 1686
L’Anoressia di Gull e Lasegue
E’ comunque nel XIX sec. che cominciano
ad essere descritte con una certa
frequenza quadri clinici di Anoressia e i
primi inquadramenti nosografici
riconosciuti si devono a William Gull e
Charles Lasegue che, nel 1873 quasi
contemporaneamente, descrissero una
patologia che colpiva giovani donne ed
era caratterizzata da: grave perdita di
peso, rifiuto del cibo, amenorrea,
iperattività e passione eccessiva per
l’esercizio fisico, presenza di problemi
familiari.
L’ Anoressia Isterica
“…Con la speranza di risvegliare l’appetito, la famiglia moltiplica le
prelibatezze della tavola; più la sollecitudine cresce, più la fame
diminuisce. La malata assaggia disdegnosamente le nuove pietanze
e, dopo aver così dimostrato la sua buona volontà, si considera
esentata dall’obbligo di fare di più. Si supplica, si reclama come un
favore, come sovrana prova d’affetto, che la malata si rassegni ad
aggiungere un solo boccone in più al pasto che dichiara terminato.
L’eccesso di insistenza provoca un eccesso di resistenza. E’ una
legge ben conosciuta e conforme all’esperienza di tutti, che il miglior
mezzo per raddoppiare l’ostinazione delle isteriche è di lasciare
trapelare la supposizione, implicitamente o esplicitamente espressa,
che se esse volessero potrebbero dominare i loro impulsi morbosi.
Una sola concessione le farebbe passare dallo stato di malate a
quello di bambine capricciose e questa, metà per istinto e metà per
partito preso, non la consentiranno mai.”
E.C.Lasègue, De l’anorexie hysterique, 1873
Pierre Janet e l’Anoressia Isterica
Janet dedica una delle 15 conferenze tenute
nel 1906 per l’inaugurazione dell’anno
accademico dell’Harvard University di
Boston all’Anoressia Isterica,
sottolineando come la soppressione di
necessità fisiologiche e sensazioni
fondamentali, come la fatica, le pulsioni
sessuali, la fame, il dolore permettessero
all’anoressica di raggiungere un senso di
euforia e di esaltazione “L’esaltazione
della forza, il sentimento di euforia,
come lo si ritrova nelle estasi dei santi,
per esempio, elimina il bisogno di
nutrimento”
Freud e l’Anoressia Nervosa
Freud dedicò poco spazio nella sua opera
all’ Anoressia Nervosa.
“Perdita di appetito: in termini sessuali,
perdita della libido” Così si esprimeva in
un saggio sulla Melanconia (1895), dove
considerava l’anoressia nervosa delle
giovani donne “…una melanconia che si
verifica ove la sessualità non è
sviluppata”. E considerava l’anoressia
isterica analoga all’anestesia isterica:
una negazione e deviazione della
tensione sessuale.
La confusione con il m. di Simmonds
Nel 1914 uscì il lavoro di Simmonds sulla
cachessia ipofisaria (lesioni gravissime
dell’ipofisi con grave dimagramento
progressivo) e l’anoressia per molti anni
venne confusa con il m. di Simmonds;
questo portò i medici a trattare tutte le
situazioni di estrema denutrizione, anche
se apparentemente volontarie, come
disturbi di origine endocrina. La
confusione tra m. di Simmonds e
anoressia durò circa 20 anni e le 2 entità
nosografiche furono chiaramente distinte
soltanto verso la fine degli anni 30.
L’Anoressia Nervosa nel Dopoguerra
Tra gli anni ’40 e gli anni ’60, in
seguito anche alla distinzione dal
m. di Simmonds vennero
comunque recuperati gli aspetti
psicologici e prevalsero
interpretazioni psicoanalitiche che
indicavano la sessualità all’origine
del disturbo e consideravano il
sintomo anoressico come una
difesa da fantasie di fecondazione
orale o da impulsi perversi.
Hilde Bruch e l’Anoressia Nervosa
Il 1973 rappresenta un momento di svolta importante
nella comprensione dei sintomi anoressici; in
quell’anno infatti esce il libro della Bruch sui Disturbi
Alimentari in cui si prendono le distanze dalle teorie
freudiane del conflitto intrapsichico descrivendo una
triade di disturbi percettivo-cognitivi di fondamentale
importanza per una psicopatologia esplicativa della
anoressia:

la distorsione dell’immagine coroporea

l’incapacità di riconoscere sensazioni interne come
la fame, la sazietà o gli stati affettivi

un senso pervasivo di “ineffettualità” personale
(ineffectiviness)
Il Tema dell’Identità
La Bruch mise a fuoco come fossero centrali nella patologia dei
disturbi alimentari i temi dell’autonomia e dell’identità; veniva
quindi portata l’attenzione sugli aspetti del Self, dell’identità
personale dell’anoressica
“Nella reale o primaria anoressia nervosa il tema principale è la
lotta per il dominio di sé, per un senso d’identità,
competenza ed efficienza”
H.Bruch
“You make of your own body your very own kingdom,
where you are the tyrant, the absolute dictator”
Anoressia Nervosa e Santa Anoressia
Se l’aspirazione dell’anoressica medievale era
raggiungere la santità, e attraverso questa un
riconoscimento sociale privilegiato, la stessa
cosa si può dire dell’anoressica del XX sec che
vuole raggiungere la magrezza. Infatti nel
nostro secolo la magrezza è stata via via più
decisamente identificata con il successo,
l’essere vincenti, lo star bene; e questo in un
contesto sociale in cui l’immagine di sé è stata
sempre più identificata con l’identità, dove “la
magrezza e la forma fisica sono diventati i
simboli culturali della competenza” (Sternhall).
Anoressia Nervosa e Santa Anoressia
However, whether the
person is thinking about
holy salvation or about
fitting into a size 3, the
physical result can be the
same…
Liles & Woods, 1999
L’Anoressia Nervosa oggi
Oggi è abbastanza riconosciuto che
l’anoressia mentale e i disturbi
dell’alimentazione sono caratteristici
delle culture occidentali, incarnandone
in maniera esasperata e quasi
caricaturale i valori (magrezza come
bellezza, competenza e successo
sociale). La diffusione di questi valori è
stata supportata dalle tecnologie
dell’informazione che hanno reso i
media “il più potente e pervasivo
comunicatore di standards
socioculturali”.
XXI secolo:
Magre è bello
Becker et al (2002) lavoro alle isole Fiji
dopo l’introduzione della TV via
satellite: campione di ca 65 studentesse
di 17 anni: 11% si procurava il vomito,
29% era a rischio di disturbi alimentari
Garner & Garfinkel (1980) lavoro
sulle conigliette di Playboy e sulle
concorrenti di Miss America
Faree et al (1998) il 22% degli annunci
pubblicitari femminile iberiche
incoraggiavano le diete per estetica
Garfinkel et al (2001) insoddisfazione
per il proprio corpo e comportamenti
dietetici in bambine di 7-9 anni
XXI secolo:
Magre è bello
Pinhas et al (1999) ragazze con
disordini alimentari mostravano vissuti
di rabbia e depressivi dopo aver visto
immagini di modelle
King et al (2000) l’esposizione ad
immagini dei media aumentava
l’insoddisfazione per il proprio corpo in
ragazze con eating disorders
Kulbartz-Klatt et al (1999) soltanto
le ragazze bulimiche (e non le normali
o con attacchi di panico) modificavano
la percezione delle misure del proprio
corpo dopo induzione di umore
negativo o positivo
Comportamenti anoressici e identità
Ma così come nel medio evo il
problema del rifiuto del cibo era
collegato ad aspirazioni di santità e
ad una richiesta di riconoscimento
e legittimazione, anche nel nostro
secolo il comportamento
alimentare disturbato esprime una
problematica più profonda e
complessa del semplice rapporto
con il cibo e del semplice voler
essere magre a tutti i costi
Comportamenti anoressici e identità
Una conferma di quanto detto viene dal fallimento dei
programmi scolastici educativi che sono stati sviluppati per
contrastare la pressione sociale alle diete, durante i quali ai
ragazzi venivano date informazioni sulla natura e i pericoli
delle diete e di altri comportamenti alimentari a rischio, e
venivano addestrati a resistere ai condizionamenti culturali
dei media (Moriarty et al, 1998; Paxton, 1993).
Uno studio tipico del genere comprendeva 995 studenti del settimo anno di
scuola che furono casualmente assegnati ad un programma educativo di
18 sessioni o a nessun programma, e furono seguiti per 2 anni: alla
conclusione era aumentata la conoscenza dell’impatto delle diete e di
altre misure di perdita di peso, ma non c’era stata alcuna modifica dei
comportamenti alimentari (Killen et al, 1993).
Comportamenti anoressici e identità
In alcuni studi dopo questi programmi psico-educativi
si trovava addirittura un peggioramento nei
comportamenti alimentari devianti (Carter et al,
1997)
Unici programmi scolastici psico-educativi che hanno
dato risultati sono stati quelli finalizzati a rinforzare
la stima di sé (O’Dea et al, 2000)
Comportamenti anoressici e identità
Questo ci riporta al cuore del
problema delle persone che
mostrano disturbi alimentari, e cioè
il rapporto con la propria identità,
la propria autostima, le proprie
sensazioni di efficienza e
“inneffectivness”, insomma alla
costruzione della loro identità e dei
relativi significati personali.
“My soul seemed to grow as my body waned”
Il modello medico, occupandosi di un Self disincarnato o di
un corpo senza Self, finisce per riproporre la stessa dualità
mente-corpo che l’anoressica propone nella sua patologia
in maniera esasperata
La negazione del corpo diventa da una parte una dolorosa
pratica giornaliera che le fa sentire più forti, meno
vulnerabili; dall’altra il corpo dell’anoressica viene
considerato niente di più di una macchina che ha bisogno di
essere riparata.
Lester, 1997
Identità, disturbi alimentari e
post-razionalismo
Percezione immediata
di sé
Senso di vaghezza e
di inconsistenza
Senso di sé
Costruito su trame di
riferimento esterne
Identità, disturbi alimentari e
post-razionalismo
Bisogno di
demarcazione
SensodidisèSé
Senso
Ricerca di
definizione
Ricerca di una propria
autonomia e di una propria
individuazione
Ricerca d’approvazione,
perdita della spontaneità,
comportamenti manipolativi
Senso di inaffidabilità
personale
Senso d’incapacità e
inautenticità
Sintomatologia clinica e significato
Comportamenti anoressici: sforzo d’individuazione e demarcazione, tentativo di
ricercare un senso d’identità e di competenza su temi molto concreti come quello
della bellezza o dell’immagine del proprio corpo
Oppositività: un modo di coniugare la ricerca di definizione con il bisogno di
demarcazione, opporsi infatti permette da una parte d’individuarsi e demarcarsi,
dall’altra rimanda continuamante a colui cui ci si oppone
Perfezionismo: costante ricerca di approvazione e corrispondenza alle aspettative
degli altri significativi; si accompagna spesso a sensi d’inaffidabilità e
incompetenza personale
Gesti autolesivi: rappresentano un modo per sentirsi, una difesa estrema rispetto
al senso di vuoto o di annullamento
Iperattività fisica: una ricerca di una percezione più omogenea di sé
Ritiro sociale e bugie: tentativi di ricentrarsi su di sé, una difesa contro l’intrusività
percepita dell’Altro
Crisi bulimiche: una modalità di gestire i propri sensi di fallimento-incapacità-vuoto
Comportamenti di vomito: un modo per riacquistare una propria individuazione
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Anoressia (Civitavecchia 2008)