Radici storiche del fenomeno dell’Anoressia Nervosa: dalle sante anoressiche alla diagnostica medica Pasquale Parise, Clinica Samadi Costi dell’Anoressia Nervosa Br J Psychiatry. 2007 Nov;191:436-40. Economic evaluation of a randomised controlled trial for anorexia nervosa in adolescents. Byford S, Barrett B, Roberts C, Clark A, Edwards V, Smethurst N, Gowers SG. AIMS: Cost-effectiveness analysis of three treatment strategies for adolescents with anorexia nervosa. METHOD: UK multicentre randomised, controlled trial comparing in-patient psychiatric treatment, specialist outpatient treatment and general out-patient treatment. Outcomes and costs assessed at baseline, 1 and 2 years. RESULTS: There were 167 young people in the trial. There were no statistically significant differences in clinical outcome between the three groups at 2 years. The specialist out-patient group was less costly over the 2year follow-up (mean total cost 26 738 UK pounds) than the in-patient (34 531 UK pounds) and general out-patient treatment (40 794 UK pounds) groups. Exploration of the uncertainty associated with the costs and effects of the three treatments suggests that specialist out-patient treatment has the highest probability of being cost-effective. CONCLUSIONS: On the basis of cost-effectiveness, these results support the provision of specialist out-patient services for adolescents with anorexia nervosa. Da Steinhausen, 2002 Outcome dell’Anoressia Nervosa nel XX sec Prevalenza dell’Anoressia Nervosa tra gli adolescenti Arch Gen Psychiatry. 2011 Jul;68(7):714-23. doi: 10.1001/archgenpsychiatry.2011.22. Epub 2011 Mar 7. Prevalence and correlates of eating disorders in adolescents. Results from the national comorbidity survey replication adolescent supplement. Swanson SA, Crow SJ, Le Grange D, Swendsen J, Merikangas KR. . OBJECTIVES: To examine the prevalence and correlates of eating disorders in a large, reprefentative sample of US adolescents. DESIGN: Cross-sectional survey of adolescents with face-to-face interviews using a modified version of the Composite International Diagnostic Interview.. PARTICIPANTS: Nationally representative sample of 10,123 adolescents aged 13 to 18 years. MAIN OUTCOME MEASURES: Prevalence and correlates of eating disorders and subthreshold conditions. RESULTS: Lifetime prevalence estimates of anorexia nervosa, bulimia nervosa, and binge-eating disorder were 0.3%, 0.9%, and 1.6%, respectively. Important differences were observed between eating disorder subtypes concerning sociodemographic correlates, psychiatric comorbidity, role impairment, and suicidality. Although the majority of adolescents with an eating disorder sought some form of treatment, only a minority received treatment specifically for their eating or weight problems. Analyses of 2 related subthreshold conditions suggest that these conditions are often clinically significant. CONCLUSIONS: Un altro studio del 2005 (Wittchen HU et al.) stima la prevalenza di A.N. a 12 Eating disorders and subthreshold eating conditions are prevalent in the general adolescent population. Their mesi popolazione overstrong 19 inassociations Europa tra 0,2psychiatric e lo 0,7disorders, % impact nella is demonstrated by generally withlo other role impairment, and suicidality. The unmet treatment needs in the adolescent population place these disorders as important public health Cosa succedeva prima che la medicina si impossessasse del digiuno come diagnosi clinica? Secondo Tilman Habermas prima della comparsa dell’Anoressia Nervosa come entità nosografica della medicina, si registrano sostanzialmente altre due forme di digiuno estremo: - il digiuno mistico-ascetico - il digiuno miracoloso-profano Agiografie e fonti ecclesiastiche Cronache e resoconti storici Fonti mediche Ascesi come esercizio Il digiuno come pratica e come elemento di uno stile di vita ascetico è stato ed è un elemento pressoché universale nelle varie religioni e in quelle comunità nelle quali si richiede la rigorosa applicazione di norme di autodisciplina Dai pitagorici ai Padri del deserto L’ascetismo cristiano ha le sue radici nelle idee di Platone e dei pitagorici, per le quali il corpo rappresenta la prigione dell’anima e ne ostacola la riunificazione con la divinità. “il corpo se emaciato passerà più facilmente la porta stretta del Paradiso, se leggero risorgerà più rapidamente e se deperito si conserverà meglio nella tomba” (Tertulliano, III sec d.c.) Dai pitagorici ai Padri del deserto Dal IV sec. in poi, con la proclamazione del Cristianesimo come religione di Stato, un certo numero di fedeli si ritirò nei deserti dell’Africa del Nord, della Siria e della Palestina, portando avanti un ascetismo di povertà, meditazione e solitudine, testimoni degli ideali evangelici delle prime comunità cristiane In quel periodo il digiuno rappresentava per i cristiani più integralisti una sostituzione al martirio e una sorta di imitazio Christi Il digiuno religioso nel Medioevo Durante il Medioevo si arrivò a digiunare 3 giorni alla settimana e per 4 lunghi periodi dell’anno (Quaresima, Pentecoste, in Settembre, Avvento)(un terzo dell’intero anno) Il fenomeno della Santa Anoressia 261 sante o beate tra il 1200 e il 1934 Di 170 era possibile ricostruire la vita in maniera attendibile Più della metà mostravano chiari comportamenti anoressici R. Bell, 1985 Ascesa della Santa Anoressia I primi esempi della santa anoressia sorsero nell’ambito degli ordini mendicanti del XIII e XIV sec (S.Chiara e S.Caterina da Siena) Imposero un modello di pietà femminile attraente e affascinante che dava alla donna possibilità di autonomia e autoaffermazione Chi erano le sante anoressiche Queste sante anoressiche mostrano fin da giovanissime una spinta a rifiutare le aspettative sociali che il ruolo femminile implicava e nel far questo dimostravano una grande determinazione: le autopunizioni corporali erano la regola, così come il rifiuto di tutto ciò che potesse riguardare i bisogni della carne (cibo, sesso, piaceri, riposo). La loro pietà era molto più centrata sulla corporeità rispetto agli uomini, e il loro digiuno ascetico diventava una praticava che consentiva loro un più diretto e attivo accesso a Dio Così come gli uomini con aspirazioni di santità rinunciavano spesso alle cose sulle quali avevano controllo (denaro e proprietà), la rinuncia delle donne si focalizzava su ciò che potevano controllare: il corpo e il cibo Processi inediti per Francesca Bussa dei Ponziani, 1440-1453, P.T.Lugano, 1945 “..verso i diciasette anni Francesca aveva ridotto il suo cibo a un solo pasto al giorno, ed anche estremamente spartano: niente pesce, uova, pollo o cibi dolci o delicati; soltanto legumi amari e fagioli senz’olio. A volte se il confessore insisteva, la sera mangiava di malavoglia una mela al forno. La sua temperatura corporea si abbassò, il suo stomaco si contrasse e lei soffriva costantemente di stitichezza e di acuti dolori addominali; non beveva vino come le avevano consigliato i medici, ne beveva soltanto un po’ quando glielo ordinava il suo confessore e poi vomitava per tre giorni. Dormiva soltanto due ore a notte…dai quattordici anni in poi si castigava regolarmente stringendosi ai fianchi una fascia di ferro e un’altra con acuminate borchie di metallo che le si conficcavano nella carne. Nella sua camera da letto si flagellava a sangue. Per garantirsi di rimanere casta in spirito anche quando compiva il dovere coniugale di concedere il corpo al marito, prima dei loro rapporti sessuali scaldava tre once di cera o di lardo e con le gocce fuse si escoriava il sesso. Si preparava così ad entrare nel letto del marito, in preda ad atroci dolori che peggioravano ad ogni minimo movimento”. Chi erano le sante anoressiche Attraverso il digiuno e le pratiche di automortificazione le sante anoressiche dei primi secoli potevano esercitare un grosso controllo sugli altri: imporre l’astinenza sessuale ai propri mariti, rifiutare matrimoni indesiderati, dispensare critiche e prediche alle autorità temporali e religiose maschili C.W. Bynum Declino della Santa Anoressia XVI sec La Controriforma rappresentò un attacco alle forme di pietà laica (come quelle dei S.Francesco e delle S.Chiare) o comunque caratterizzate da un’accentuazione della responsabilità individuale (S.Caterina). In sostanza si rimarcava l’autorità delle gerarchia prelatizia maschile: il riconoscimento religioso e sociale alle sante anoressiche viene progressivamente a mancare. La pietà femminile autonoma cominciò sempre più ad essere vista come eretica, demoniaca, insana Il Malleus Maleficarum venne pubblicato nel 1486 ad opera di due frati domenicani, Spengler e Kramer, in Germania, nell’ambito dell’attività del Tribunale dell’Inquisizione. In base alla credenza che le streghe riuscissero a volare perchè pesavano poco si instituì come pratica inquisitoria quella del “controllo del peso” Oudewater Heksenwaag (Witches' Weighhouse) Declino della Santa Anoressia XVII sec XVIII sec Il cardinale Prospero Lambertini nell’ Opus de Urbano VIII riforma i criteri di canonizzazione rendendoli sempre più restrittivi servorum Dei beatificazione et beatorum canonizatione (1738) attraverso un riesame critico dei processi di canonizzazione rivede ulteriormente i criteri cercando di adeguarsi all’attualità delle scoperte scientifiche Declino della Santa Anoressia XVII e XVIII sec il numero di sante si riduce drasticamente, mentre aumenta la % e gravità dei comportamenti anoressici: più del 60% delle sante che morirono nel XVII sec restarono allettate per buona parte della loro vita: in questo contesto la malattia diventa sempre più frequentemente una alternativa esplicativa Declino della Santa Anoressia XVIII e XIX sec le vitae delle sante dei secoli successivi alla Controriforma possono suscitare compassione o pietà ma non sono più modelli ispiratori come quelli delle prime sante anoressiche; a cominciare dal sec. XVIII e più decisamente nel XIX sec, le donne votate alla santità presero le distanze dai comportamenti di automortificazione e dai santi digiuni e si rivolsero a modelli teologicamente meno polemici e più volti alla carità, alle cure dei malati e alle opere di bene. Dal XVI sec in poi si assistette man mano ad un processo di secolarizzazione dei digiuni prolungati che, allentandosi il legame tra pratiche di digiuno e religione, finirono col diventare oggetto di studio e di competenza della medicina. In questa fase di transizione tra i digiuni delle sante medievali e quelli delle pazienti anoressiche del XIX sec, si inserisce il fenomeno delle fanciulle miracolose Il fenomeno delle “fanciulle miracolose” A partire dal XVI sec, e ancora più nei due secoli successivi, iniziò a diffondersi la notorietà di fanciulle digiunatrici, che sostenevano di non mangiare nulla o pochissimo per anni pur rimanendo in vita. Tali fanciulle spesso raggiungevano una notorietà che andava oltre la loro regione, e la loro fama era veicolata da riviste, opuscoli, libelli. Il fenomeno delle “fanciulle miracolose” Rispetto alle sante medievali l’ispirazione religiosa era molto meno pronunciata, così come il loro stile di vita, molto più passivo e finalizzato sostanzialmente alla spettacolarizzazione del fenomeno. Questa spettacolarizzazione del digiuno fa nascere con sempre maggiore evidenza la questione sulla possibilità per l’essere umano di sopravvivere senza cibo per lunghi periodi di tempo. In un’epoca in cui l’epistemologia empirista iniziava a dominare la scena, i medici diventano sempre più scettici nei confronti delle fanciulle miracolose, e ritenevano indispensabile sottoporne a verifica i digiuni. Il caso di Eva Vliegen Era una ragazza di Meurs, una cittadina della Westfalia, di famiglia molto povera che, alla fine del XVI sec, raggiunse una grande notorietà perchè dall’età di 19 anni affermava di aver smesso di alimentarsi e di vivere “solo della fragranza dei fiori”. La sua fama si diffuse in tutta Europa e fu oggetto di doni e pellegrinaggi. Sarà smascherata solo dopo circa 30 anni. Engeltje van der Vlies da Pijnacker Questa giovane fanciulla olandese nell’estate del 1826, per i suoi digiuni protratti ricevette la visita di più di mille visitatori ed era riportata nelle guide turistiche della zona Ann Moore di Tutbury (Staffordshire) Il declino delle “fanciulle miracolose” Il XIX sec segnò il declino delle fanciulle digiunatrici, soprattutto per l’opposizione della classe medica che mise ripetutamente in discussione le spiegazioni adottate nei secoli, quelle miracolistiche dell’intervento divino e quelle più prosaiche del nutrimento attraverso le particelle d’aria