DECAMERON
di
Giovanni Boccaccio
1313 - 1374
Nascita e formazione
• Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo nel 1313, figlio
illegittimo di Boccaccino di Chellino, agente della
compagnia dei Bardi
• Trascorre l’infanzia a Firenze, dove studia con il
maestro Giovanni Mazzuoli da Strada
• Nel 1327 è mandato a Napoli e introdotto nella pratica
mercantesca e bancaria; vi rimarrà fino al 1340. Ha
accesso alla corte di Roberto d’Angiò e condivide la vita
della nobiltà e dell’alta borghesia; il periodo
napoletano è una fase cruciale nello sviluppo della
vocazione letteraria di Boccaccio. A questo periodo
risale la prima produzione letteraria
La stesura del Decameron
• Nel 1341 deve rientrare a Firenze
• Nel 1348 è a Firenze quando si diffonde la
peste nera: è uno spartiacque nella vita e nella
produzione letteraria di Boccaccio
• Tra il 1349 e il 1351 prende forma definitiva il
Decameron: «il capolavoro della narrativa
occidentale», che sarà «debitore a pari titolo
della cultura cortese napoletana e della
cultura municipale fiorentina» (Battaglia Ricci)
Genesi e scrittura
• Il Decameron è un libro unitario ma poliedrico, compatto
ma suscettibile di riorganizzazione: il lettore ha la
sensazione di essere guidato in un percorso, ma anche
libero di trovarne altri.
• Il Decameron è un’opera organica che si propone di ricreare
un’armonia nel caos della peste
• Il 1348 è l’anno dopo il quale è il materiale delle novelle è
stato organizzato in un libro unitario, non si sa invece
quando abbia cominciato a scriverle
• A metà del ‘900 è stato identificato un autografo, redatto
nel 1370 ca.: è il codice Hamilton, appartenuto a Giuliano
de’ Medici, ora conservato nella Biblioteca di Stato di
Berlino
La cornice e le novelle
• La vicenda si apre su uno scenario di morte collettiva, «l’orrido
cominciamento», rappresentata realisticamente e riconducibile ad un
evento storico documentato: la peste del 1348.
• La disgregazione e il disordine causati dalla malattia e dalla paura contagio
permette a B., per antitesi, di soffermarsi sui valori di un’intera civiltà
fondata sulla relazione, quale la civiltà mercantile a cui egli stesso
appartiene
• La cornice narrativa è una vera e propria storia portante: la vicenda della
compagnia dei novellatori (7 ragazze e 3 ragazzi) è quella di un’esperienza
di vita in comune all’insegna dell’intrattenimento piacevole, perché
ordinato e regolato, e finalizzato a valorizzare il gusto e la gioia del vivere.
La comunità dei giovano novellatori è simbolicamente la «nuova società»
La struttura del libro
• Solida architettura interna, fondata su precisi rapporti
numerici, legati al pensiero religioso e laico del Medioevo; i
numeri-simbolo sono 10 (100), 7 e 3.
• Così come nella Commedia, l’artista è un creatore nel quale
risuona la voce del Creatore assoluto
• Per ogni giornata viene eletto un re o una regina; si
prevede un tema specifico, la prima e la nona sono a tema
libero
• Ogni giornata si apre con una Introduzione e prevede una
Conclusione
• Le singole giornate sono introdotte da una rubrica, un
breve testo che indica il tema della novella e ne sintetizza
gli elementi essenziali
GIORNATA
TEMA
RE - REGINA
prima
Teme libero
Pampinea
Seconda
fortuna
Filomena
Terza
Industria
Neifile
Quarta
Amori con esito infelice
Filostrato
Quinta
Amori con esito felice
Fiammetta
Sesta
Motti
Elissa
Settima
Beffe ai mariti
Dioneo
Ottava
Beffe
Lauretta
Nona
Tema libero
Emilia
decima
Magnificenza/magnanimità
Panfilo
I temi
• L’uomo e la fortuna. I personaggi di queste novelle,
condizionati dalla fortuna, ottengono ciò che
pensavano di avere perso, salvano la vita e le sostanze
grazie alla capacità di adeguarsi di volta in volta al
mutare della fortuna
• L’industria, cioè la capacità d’iniziativa: testimonia
come certe risorse umane offrano all’uomo l’occasione
per farsi valere. In questi casi la fortuna lascia all’uomo
lo spazio sufficiente per far valere la propria
intraprendenza, ma il suo peso resta sempre sullo
sfondo. Il mercante, protagonista di alcune novelle, è il
personaggio chiave dell’intero libro
I temi
• Amore felice e Amore tragico: questo campo
semantico si spalanca a una riflessione sulla
casistica amorosa in cui appare tutta la
tradizione letteraria, dalla lirica provenzale, ai
siciliani e allo stilnovo
• L’amore felice della quinta giornata restaura il
lieto fine, che è la vera e propria vocazione
della letteratura
I temi
• Il potere della parola: la giornata sesta è
dedicata ai motti, le battute di spirito, capaci
di risolvere da soli una situazione difficile. La
«parola giusta al momento giusto»: il
protagonista afferma la propria forza
attraverso l’esercizio della parola, ben
strutturata e ben calibrata. Il motto può essere
considerato una particolare applicazione
dell’industria. Il motto è una parola ornata,
intelligente e non impulsiva
I temi
• La beffa e l’avventura amorosa: tema dell’amore in cui
sono protagonisti amori adulterini o conquistati
tramite beffe. I precedenti letterari sono nella
tradizione popolare dei fabliaux. I personaggi ricorrenti
sono il prete, pericoloso per i mariti, il marito sciocco e
geloso e dunque meritevole di punizione, la donna
sempre in balia delle sue voglie
• La magnanimità. Ci si affaccia nel mondo aristocratico
cortese: gli elementi della civiltà cortese si propongono
come ideali, accentuano la loro astrattezza fino a
perdere verosimiglianza
I temi
• Le donne interlocutrici e muse. Importante il
ruolo assegnato alla figura femminile. La
donna è simbolo di un ideale di letteratura e
di poesia, in quanto la loro capacità di ispirare
poesia è più concreta e forte di qualsiasi
astratto principio di poetica
La commedia umana del Decameron
• Geografia e storia: il raggio d’azione in cui si
muovono le novelle abbraccia una geografia
dilatata e un arco temporale che va dal
presente al mondo antico. Una geografia e
una storia tutte terrene, che rivelano
l’apertura degli orizzonti in cui viene
ricostruita la commedia umana; una
commedia interamente calata nella «città
degli uomini» che costruisce storie che diano
al lettore il senso vivo dell’esperienza umana
Il «realismo» boccacciano
• Vasto campionario di caratteri e classi sociali, indagati senza
preconcetti e con straordinaria apertura al reale
• Le vere forze che fanno muovere la vita e i comportamenti
degli uomini:
– La Natura: la pulsione istintiva presente in ciascun individuo e
reclama i propri diritti, spesso soffocati
– La Fortuna
– L’Ingegno, con cui l’uomo può dar scacco alla Fortuna,
affermarsi e farsi valere al di là del rango sociale e della
condizione econoica
• la critica ha parlato di «realismo», ma Boccaccio filtra
sempre i casi narrati attraverso modelli e schemi letterari;
la letteratura è lo strumento privilegiato per dare ordine al
Caos del mondo
Etica laica e polemica religiosa
• Nel Decameron domina un’ottica laica:
Boccaccio è interessato al comportamento
degli uomini, laici e religiosi.
• Polemica contro il mondo ecclesiastico e i
frati: l’autore vuole colpire non le verità di
fede ma l’immoralità e la corruzione di molti
religiosi, pronti a negare le ragioni naturali
dell’eros, per poi sconfessare le proprie parole
con fatti e comportamenti
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