Marzo 2015
Caffè del Cafiero, anno IV n°1
LEGGERE LEGGERI IL MONDO
Sommario:
 50 sfumature di flop
Come definire il buio, se non come assenza di luce? La fame come
mancanza di sazietà? Unità dei contrari per Eraclito o più
semplicemente descrizione di entrambe le facce di una stessa
medaglia.
Che cosa è allora la Leggerezza? Seguiamo il metodo del filosofo
greco ed ecco introdotta anche la Pesantezza.
Siamo tuttavia ancora lontani da una definizione.
Calvino ci viene incontro e spiega l'emblematico binomio: la
Pesantezza non è che la realtà, un limite per la Leggerezza.
Attenzione però a non sottovalutare quest'ultima e a considerarla
come frivolezza: è un valore non un difetto. Per suffragare la sua
tesi, Calvino prende spunto da opere del passato: è il caso del mito
di Medusa raccontato da Ovidio nelle "Metamorfosi". La Gorgone
rappresenta la pietrificante realtà che Perseo riesce a vincere con
l'aiuto di oggetti magici, tra cui uno specchio, simbolo, quest’ultimo,
della stessa letteratura, con il suo magico compito di offrire uno
sguardo indiretto sul mondo.
Considerare la proposta di Calvino valida solo per la letteratura può
sembrare un po' riduttiva: la Leggerezza deve diventare uno stile
di vita. E allora, come si può vivere leggeri? "Bisogna essere leggeri
come uccelli e non come piume" (Paul Valery), bisogna dunque
trovare il giusto mezzo tra la Gravità e la Leggerezza stessa.
Eppure siamo ancora lontani da una definizione.
Questo perché Calvino una definizione unitaria non ce la presenta,
ci offre piuttosto un groviglio di fili intrecciati che vanno da
Cavalcanti, alla Luna di Leopardi passando per "L'insostenibile
leggerezza dell'essere". Questo caos di informazioni però non può
che farci riflettere, perché non lasciarsi trasportare dalla vita
frenetica come una piuma è in fondo un modo per vincere la
Pesantezza del mondo senza farsi condurre dalla frivolezza.
Marianna Esotico
 Amore violato
 Anche la mia scuola avrà
la sua pagella
 Perfezione ed
imperfezione
 PTX: una possibile
risposta al cancro
 Perché di essere figli non
si smette mai
 La stella rossa del secolo
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Caffè del Cafiero, anno IV n°1
50 SFUMATURE DI FLOP
La storia d’amore perverso che ha attratto centinaia di appassionati
Tratto dall’omonimo libro, primo della trilogia di romanzi realizzati da E.L. James, ‘Cinquanta sfumature
di grigio’ è una delle pellicole uscite nelle sale cinematografiche poco prima della festa degli innamorati.
Un caso? Assolutamente no. Uno degli scopi principale era quello di raccogliere nei cinema di tutta
Italia centinaia di coppiette (e non solo) curiose di conoscere le avventure amorose/sessuali dei
protagonisti, facendo riaffiorare alla mente, per chi già avesse letto il libro, le frasi celebri del
racconto e le scene ‘scostumate’ immaginate con la propria fantasia. Ma soprattutto, di sbancare i
botteghini arrivando in vetta alle classifiche cinematografiche.
La storia segue la vicenda di una studentessa di letteratura, Anastasia Steele (Dakota Johnson), che,
sostituendo la migliore amica in un’intervista per il giornale scolastico, incontra l’affascinante e
miliardario Christian Grey (Jamie Dornan). L’amore a prima vista è un must che non può di certo
mancare. E così, mentre lei spera in una storia d’ amore da sogno, piena di romanticismo, lui incarna la
parte dell’uomo cinico e talvolta lunatico che si concretizza nel dettagliatissimo contratto con il quale le
propone di diventare la sua Sottomessa. Anastasia, seppur consapevole dell’assurdità di un accordo del
genere, accetta questa strana forma d’amore, nella speranza che il suo amato Christian si redima.
Il film, partito con l’obbiettivo di rimanere il più fedele possibile all’alternativa letteraria, è stato in
grado di rispettare il divieto ai minori di 14 anni. Le scene mostrate non lasciano intravedere quasi nulla.
Certo, c’è molta pelle scoperta, ma mai nulla di veramente eccessivo che non lasci all’immaginazione la
possibilità di fare la sua parte. Il linguaggio, invece, colma le lacune durante la proiezione, alternando
vocaboli ironici a espressioni spudorate.
D’altro canto, analizzando la pellicola con più acutezza, è facile comprendere come il corpo femminile
continui ad essere strumentalizzato: la protagonista, infatti, nella maggior parte delle scene è ripresa
completamente senza veli. Il giovane miliardario, invece, non si scompone quasi mai davanti alla
telecamera. Cos’è questo se non un chiaro esempio di come l’idea dello sfruttamento del sesso debole
persista anche nel ventunesimo secolo? Più del sesso c’è bisogno di amore. E’ proprio questo che insegna
il giorno di San Valentino ed è, sfortunatamente, la componente principale che manca tra i due attori
della storia, seppur artisti con premiabili capacità interpretative.
Numerose sono state le critiche in seguito alla visione del film. Questo lascia pensare che c’è chi ancora
crede nel vero amore, andando oltre l’idea che la donna possa essere solo uno strumento di piacere,
capace di sottomettersi alla volontà dell’uomo.
Viviana Cafagna
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Caffè del Cafiero, anno IV n°1
AMORE VIOLATO
San Valentino 2015, sinonimo di “50 sfumature di grigio”.
Quest’anno il tanto discusso giorno dell’amore, non è stato costellato solo di dolcetti
e peluche, si è avuto il trionfo di un amore che, agli occhi del mondo, è parso come
“fisico” e “passionale”. Riferendoci principalmente alla nota trilogia e alla successiva
versione cinematografica, bisogna chiedersi se di passione e di amore si può davvero
parlare. Nel mondo moderno, ogni ragazza sogna il principe azzurro, il ragazzo che le
permetta di evadere dalla quotidianità, sognando di vivere tre metri sopra il cielo.
Tutto questo però è contrastante con la realtà che ci circonda, un esempio evidente è
l’esplicito erotismo del best seller “50 sfumature di grigio”.
Ma analizzando l’attualità e la cronaca e non facendosi solo ammaliare dal fascino di
questi poco convinti protagonisti, la sottomissione femminile, lo sfruttamento, il
controllo assoluto di ogni aspetto della vita e dello stesso corpo femminile visto come
oggetto, sono divenuti realtà quotidiana nel nostro, come in altri Paesi. Violenze e
femminicidi, stalking e baby prostituzione sono alcuni degli aspetti più evidenti che
vengono cinti dal sottile velo di un amore malato, amore del piacere inteso in tutte le
sue sfaccettature.
Gli stessi attori Dakota Johnson e Jamie Dornan in varie interviste rivelano che vivere
e interpretare le scene nella stanza rossa è stato difficile e talvolta umiliante. Il
successo di questo film evidenzia la debolezza e l’omologazione della società moderna,
e principalmente della donna la quale ha smarrito il senso della propria dignità,
sottomettendosi alla società, e a tutti i messaggi spesso maschilisti e legati al denaro,
come Anastasia Steele si lascia sottomettere, fisicamente e sentimentalmente,
dall’uomo idealizzato come vicino alla perfezione.
Alessia Lionetti
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Caffè del Cafiero, anno IV n°1
ANCHE LA MIA SCUOLA AVRÀ LA SUA PAGELLA
Sono
passati decenni
di sperimentazione nell’ambito dell’istruzione,
prima di avviare
il processo di
autovalutazione delle scuole, il cosiddetto RAV. IL 18 FEBBRAIO 2015 una circolare ministeriale è stata letta
nelle classi del Liceo Scientifico Statale “Carlo Cafiero” di Barletta, dando l’avvio in concreto al processo di
valutazione nazionale di sistema anche nel nostro Liceo. IL percorso della valutazione interna ha come obiettivo
quello di conoscere il grado di soddisfazione di chi vive, realizza e utilizza l’offerta formativa proposta. A seguito
di questa verifica, lo Stato cercherà di apportare alcuni miglioramenti a punti deboli nella scuola ed individuarne i
punti di forza al fine di valorizzarli; affinché si possa avere un chiaro e completo giudizio sull’organizzazione
scolastica, è necessaria la partecipazione dei docenti, degli studenti, del personale ATA e
dei genitori: tutti sono invitati alla compilazione di un semplice questionario che porterà alla
stesura di una “pagella” da attribuire ad ogni singola scuola italiana.
Nel 2002 l’INVALSI ha avviato la valutazione periodica degli apprendimenti con progetti
pilota, successivamente, sono state aggiunte le valutazioni del sistema scolastico: l’esigenza
di valutare il sistema scolastico è nata dalla necessità di capire se questo fosse efficace
nella formazione degli studenti.
Ma questa valutazione non dovrebbe essere affidata ad Enti esterni alla scuola stessa?
Quella proposta ora è una autovalutazione fatta da persone che vivono e lavorano all’interno
dell’ambiente scolastico e questo processo, secondo me, non può avvenire solo a livello
interno; forse è necessario il confronto con una valutazione esterna all’ambiente scolastico,
in quanto quella interna potrebbe portare ad una sopravvalutazione: forse una valutazione
esterna porterebbe ad un giudizio più obiettivo e omogeneo.
Inoltre non bisogna sottovalutare il contesto socio-economico della località dove la scuola è
collocata: quanto peso deve essere dato all’ambiente culturale nel quale questa istituzione
opera nel valutare l’organizzazione scolastica? La scuola è una porzione del sistema che
interagisce con
fattori esterni, i quali possono influenzare il risultato e quindi il prodotto
della scuola.
Pertanto gli indicatori da utilizzare per la valutazione della scuola dovranno riferirsi non solo
all’organizzazione della scuola, ma devono tener conto degli aspetti socio economici e
culturali del contesto in cui opera. Per validare il sistema di valutazione bisogna fare
attenzione a non “appiattire” troppo le menti, lasciando poco spazio alle eccellenze:
c’è il rischio di incasellare troppo la cultura pur di entrare nel sistema.
Ado Cafaro
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PERFEZIONE ED IMPERFEZIONE
Quando la sacralità e le passioni si incontrano
Muovono
il corpo. Ci spingono ad essere quelli che siamo e a volte ostacolano la ragione. Le passioni
sono state a lungo condannate come fattori di perdita del senno e come il turbamento dell’anima. Gli
Stoici ammisero come extrema ratio il suicidio per estirpare il corpo dalle passioni, quando queste ne
fanno perdere il controllo; per Aristotele erano una malattia che danneggiava l’uomo e per Platone
facevano parte perfino di un altra anima, più carnale: l’anima concupiscibile.
Ma perché le passioni vennero condannate da gran parte del pensiero classico ed ebbero un primo
raggio di accettazione comune solo con l’Umanesimo? A rendere l’uomo più schiavo delle passioni stesse
è il timore di Dio e la paura dell’inconoscibile. Già dall’antichità l’uomo si creò divinità basandosi sul
proprio aspetto, specchi antropomorfi della società che rappresentavano la perfezione di un mondo a
cui gli uomini non potevano accedere.
Platone odiava le passioni perché, dalla
gabbia dell’Iperuranio, non accettava la
passionalità dell’uomo: il discepolo di
Socrate non gradiva quella parte di
imperfezione che rende tutti umani.
Perché condannare ciò che ci rende
diversi dal divino? Perchè castigare
catarticamente le passioni che sono
l’unica cosa che ci differenzia dagli
automi? Con l’avvento dell’Umanesimo,
dove l’asse di importanza fu spostato
sull’uomo, si affermò il concetto delle
passioni come elementi naturali dell’uomo, idea fecondata da Descartes che definì la volontà come arma
per il controllo dei desideri: avere un’arma però non fa di un guerriero un bravo soldato.
Nel corso della storia umana i due mondi, delle passioni e del sacro, si sono incontrati più volte,
portando quasi alla distruzione dell’uomo stesso, che, per difendere i propri valori religiosi, accende le
proprie fredde passioni, e, con la superbia, ha dato inizio a guerre religiose, sfruttando ideali comuni
per espanderle: le passioni sono diventate così il vento divampante di fiamme omicide. Dalle crociate ai
movimenti jiadisti, nulla è cambiato e nulla non cambia: la furia ribelle in nome di un dio ha distorto le
passioni; neanche la religione stessa che predica il bene verso il prossimo per il raggiungimento della
felicità, principale finalità della vita di ogni individuo, ha cambiato gli animi umani. Adesso ci troviamo
nel 2015 e movimenti guidati dall’irredentismo e da false virtù hanno dichiarato guerra al mondo in
nome del proprio credo. Così le passioni, che ci rendono ciò che realmente siamo, vengono sfruttate per
ricercare il “Perfetto” e per difenderlo. Ma, in conclusione, non biasimo Platone e mi nascondo anch’io
nell’Iperuranio, temendo l’uomo stesso.
Alessandro Santeramo
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PTX3: una possibile risposta al cancro
SCOPERTE LE FUNZIONALITÀ “INNOVATIVE” DI
QUESTO GENE ONCOSOPPRESSORE
È italiana la ricerca che potrebbe fornire nuove speranze nella lotta ai
tumori
A
Milano una scoperta compiuta dai ricercatori
dell'Istituto Humanitas, in collaborazione con
prestigiosi istituti internazionali, e finanziata
da AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca contro
il Cancro, potrebbe determinare una grande svolta
nel campo della medicina e, in particolare, in quello
della lotta ai tumori.
Il team, che ha già pubblicato il proprio studio su
Cell, rivista scientifica di massima autorevolezza, è
coordinato dal prof. Alberto Mantovani, Direttore
Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas
University, al quale si deve la stessa identificazione del gene in questione,
avvenuta circa 20 anni fa.
La Pentrassina Lunga, codificata dal gene PTX3, è una componente
dell’immunità innata, coinvolta nella regolazione dell’infiammazione: finora è
stata utilizzata clinicamente nel trattamento di alcune infezioni, per la sua
attività antimicrobica.
Oggi i ricercatori italiani hanno evidenziato il ruolo del gene PTX3
nell’evoluzione di alcuni tumori: esso si comporta come un oncosoppressore,
ovvero un gene che, quando funzionante, impedisce la proliferazione cellulare
anomala e il conseguente sviluppo di tumori.
Questo gene presenta caratteristiche peculiari che lo distinguono da tutti gli
altri oncosoppressori: la sua azione non coinvolge le cellule tumorali, ma i
protagonisti della risposta infiammatoria, anch’essa essenziale nei processi di
cancerogenesi: gli studi, infatti, hanno dimostrato che il gene risulta
silenziato in alcune tipologie di cancro, promuovendo lo stato infiammatorio ad
esso connesso.
Fortunatamente la ricerca non smette mai di fornirci speranze, come
dimostrano le parole dello stesso Mantovani: "I padri della medicina, all'inizio
dell'Ottocento, sognavano di usare le armi del sistema immunitario per
combattere il cancro: oggi stiamo assistendo all'avverarsi di quel sogno".
Stefania Ricatti
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PERCHE’ DI ESSERE FIGLI NON SI SMETTE MAI
Nel corso della vita numerosi sono i rapporti che si
instaurano, ognuno di essi ci plasma nel nostro essere, ci
trasforma, regalandoci emozioni e insegnamenti. Il rapporto
più importante nella vita di ogni uomo è quello con i propri
genitori, coloro i quali lo hanno concepito, desiderandolo e
amandolo incondizionatamente. Ci sono, però, casi in cui non
c’è il desiderio della maternità o della paternità, per svariati
motivi, spesso complice un’età troppo precoce o un amore
finito in frantumi. La scrittrice Catena Fiorello, nel suo libro
“Un padre è un padre”, racconta la storia di una giovane
donna, Paola, che all’età di ventidue anni, successivamente alla
morte della madre, vince il rancore verso suo padre, l’uomo
che le ha abbandonate, riscoprendo un travolgente amore,
rinvenendo nel profondo la voglia di abbattere ogni barriera e
di riscoprirsi come figlia e aiutando Roberto a conoscersi
come padre.
Il giorno 3 marzo la scrittrice Catena Fiorello ha tenuto un
incontro con i ragazzi delle scuole barlettane presso la Sala
Rossa del Castello Svevo. Sorprendente e coinvolgente è stata la presentazione del suo libro:
la scrittrice ha saputo intrattenere, coinvolgere e ammaliare tutti i presenti. Durante
l’incontro, osservazioni sul libro sono state intervallate alla lettura di passi significativi, sui
quali Catena si è soffermata svelando un forte legami con essi. Un esempio è la descrizione di
Catania durante gli anni ottanta, nel periodo dei mondiali di calcio, spaccata tra la bellezza del
centro storico e dei suoi palazzi in stile barocco e la violenza consumata in quegli stessi
drammatici anni. Questa dicotomia rispecchia i sentimenti di Paola, protagonista della vicenda,
divisa fra un vortice di amore
e felicità nei confronti
dell’ormai ritrovato padre e
l’ossessionante domanda sul
perché l’abbia abbandonata e
non l’abbia cercata.
Catena Fiorello, durante
l’incontro ha comunicato a
tutti i presenti, attraverso la
storia da lei narrata, la forza
dell’amore, unico vero
sentimento, binario a senso
unico verso la felicità.
Alessia Lionetti
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Caffè del Cafiero, anno IV n°1
LA STELLA ROSSA DEL SECOLO
“Per me la Fortuna non esiste. Fortuna è saper cogliere le occasioni quando ti si
presentano”
Avrete
sentito
sicuramente alla radio
una delle sue canzoni e
i
più
ignoranti
in
materia non sapranno
che dietro quella magia
in cui si mescolano voce
e chitarra si nasconde
un
ragazzo
inglese
23enne, nato il 17
febbraio del 1991 nel
West Yorkshire, da
genitori
irlandesi.
Impara a suonare la
chitarra da bambino e
compone le sue prime
canzoni alla scuola superiore. Nel 2006 pubblica il suo primo album “Ed Sheeran”, fino ad arrivare al
2008, anno in cui si trasferisce a Londra, dando inizio ai suoi innumerevoli e tanto attesi concerti.
L’hanno denominato la “stella rossa” per il colore dei suoi capelli e per il suo talento che non è stato
scoperto dai soliti talent show, nei quali diventare famoso è molto più semplice di scrivere canzoni per
Taylor Swift (“Everything has changed”), per gli One Direction (“Moments”) e per Jessie Ware.
Dopo aver ottenuto svariati premi nel 2012 al Brit Adwars, riesce a vincere nel 2014 al Teen Choice i
premi come miglior artista maschile e miglior brano maschile per “Sing”.
Tra la pubblicazione dei due suoi album “+” e “X”, con i quali scala le classifiche mondiali, compone la
colonna sonora del film “Colpa delle stelle”, uscito nelle sale italiane il 31 Agosto 2014, intitolata “All of
the stars”, nella quale pone al centro delle sue note la distanza che separa due cuori innamorati,
accomunando sentimenti di milioni di persone e riuscendo a colpire anche il popolo italiano che cerca in
tutti i modi di ospitarlo nel proprio Paese. Sheeran arriva in Italia all’Alcatratz di Milano lo scorso 20
Novembre, a Gennaio fa tappa al Palalottomatica di Roma e al Mediolanum Forum di Assago, per poi
essere invitato al Festival di Sanremo da Carlo Conti e con la sua presenza assicura un odience senza
precedenti, giungendo allo stesso piano di cantanti italiani come Albano o Masini.
Quando gli si chiede come ha fatto ad ottenere tutto questo a soli 23 anni, risponde:” In realtà ho
ancora molta strada da fare, ho appena cominciato. Ma devo dire che per ora si sta molto bene. Per me
la Fortuna non esiste. Fortuna è saper cogliere le occasioni quando ti si presentano” e certamente non
si può negare che le occasioni non le ha sfruttate al massimo e che le milioni di visualizzazioni ai suoi
brani su Youtube sono dovute solo grazie a lui e alla sua musica che mescola suoni folk acustici con
elementi hip-hop come il rap e il beat-box. Il Tour 2015/16 aperto il 27 Febbraio a Muscat, toccherà le
più importanti città mondiali come Dubai, Shangai, Sydney, Buenos Aires, San Paulo, Londra, Dublino e
tante altre.
Si spera che il cantautore, che non riesce a nascondere la propria timidezza non osservando mai
l’interlocutore durante le interviste, a cui non gli piace apparire nei video e che afferma: «Con l’impegno
i giovani possono migliorare, per questo nei prossimi 10 anni scriverò canzoni migliori di quello che ho
scritto fino ad ora» riuscirà a dare un esempio a chi nei sogni non ci crede abbastanza.
Angela Tanzi
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