MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Direzione Generale del Mercato del lavoro OSSERVATORIO Istituzionale e Normativo MONOGRAFICO 4/2004 ISSN: 1594/4573 I Progetti Integrati Territoriali nelle Regioni dell’Obiettivo 1. Una prima rilevazione e analisi Area Studi Istituzionali e Normativi MONOGRAFICO 4/2004 2 Via G.B. Morgagni, 30/E – 00161 Roma Tel. 06/445901 – Fax 06/44590446 E-mail: [email protected] Area Studi Istituzionali e Normativi ISSN: 1594/4573 Elaborazione grafica: Valter Belliscioni Consulenza editoriale: Alessandro Mosca MONOGRAFICO 4/2004 3 Il volume illustra i risultati di una analisi condotta dall’Isfol sui Progetti Integrati Territoriali attivati nelle Regioni Obiettivo 1. Lo studio, che è parte del progetto PIT Lavoro, rappresenta il primo passo di un percorso che, ci si auspica, porterà al rafforzamento dei meccanismi di coordinamento delle politiche attive del lavoro all’interno della progettazione integrata territoriale delle Regioni Ob. 1, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e dei soggetti locali, delle parti sociali, degli operatori pubblici e privati e degli SPI. Con questo obiettivo la Direzione Generale del Mercato del lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha istituito un Comitato di Pilotaggio con funzioni di consultazione, proposta, accompagnamento e monitoraggio, in ordine alla progettazione integrata territoriale a partire dalle tematiche dello sviluppo occupazionale locale. Il gruppo di lavoro del progetto “Pit Lavoro” è diretto da Claudio Tagliaferro e composto da Lidia A. Barbieri, Francesca Criscuolo, Alessandra Celi, Andrea Ficco, Valeria Iadevaia e Giovanna Zauli. La ricerca presentata in questo volume è stata progettata e realizzata da un gruppo di lavoro dell’Area SIN, composto da Lidia A. Barbieri, Alessandra Celi, Francesca Criscuolo, Andrea Ficco, Valeria Iadevaia e Giovanna Zauli. Direttore di ricerca: Claudio Tagliaferro Alla ricerca e alla redazione del rapporto ha collaborato la società T & D s.r.l. (Stefania Palmieri, Maurizio De Fulgentiis, Barbara Carestia, Fabiola Ghergo, Giuseppe Morelli, Nicolò Di Blasi) Il volume è a cura di Claudio Tagliaferro, Dirigente dell’Area SIN - Studi Istituzionali e Normativi dell’Isfol MONOGRAFICO 4/2004 4 I N D I C E Premessa.................................................................................................................................pag. Introduzione.................................................................................................................................. 6 8 PARTE 1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELLA RICERCA................................................... 1.1 Schema delle fasi di programmazione/attuazione nella Programmazione generale............... 1.2 Ricostruzione del quadro di riferimento e delle fonti informative.......................................... 1.3. Realizzazione......................................................................................................................... 1.4. Analisi e archiviazione informatica dei PIT........................................................................... 13 13 15 17 17 2. I PROGETTI INTEGRATI NELLA PROGRAMMAZIONE NAZIONALE............. 2.1 I principi alla base della Programmazione Integrata............................................................... 2.2 La strategia regionale.............................................................................................................. 2.3 Definizione degli elementi identificativi degli progettazione integrata: dagli Orientamenti al QCS....................................................................................................... 2.4 Dal QCS all’iniziativa regionale: le Linee guida del DPS...................................................... 20 20 21 3. I PROGETTI INTEGRATI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE............ 3.1 Premessa................................................................................................................................. 3.2 Una morfologia della programmazione integrata.................................................................... 3.3 Gli ambiti e le tipologie di intervento..................................................................................... 3.4 Risorse finanziarie e impatto occupazionale atteso................................................................. 3.5 I modelli di selezione.............................................................................................................. 3.6 I modelli di governo e di gestione........................................................................................... 3.7 Il ruolo regionale..................................................................................................................... 3.8 Il ruolo locale.......................................................................................................................... 3.9 Il ruolo del partenariato........................................................................................................... 3.10 I modelli di territorializzazione............................................................................................. 27 27 28 31 36 39 40 41 45 48 49 PARTE II MONOGRAFIE REGIONALI.................................................................................................. Regione BASILICATA................................................................................................................. Regione CALABRIA.................................................................................................................... Regione CAMPANIA................................................................................................................... Regione MOLISE.......................................................................................................................... Regione PUGLIA.......................................................................................................................... Regione SARDEGNA................................................................................................................... Regione SICILIA.......................................................................................................................... 55 57 74 90 116 130 145 162 22 24 ALLEGATI................................................................................................................................... 179 MONOGRAFICO 4/2004 5 P r e m e s s a La progettazione integrata territoriale, prevista propria efficacia quale “modalità di raccordo del nell’ambito dei POR, rappresenta una nuova governo regionale con il proprio territorio” in modalità operativa di attuazione dei fondi strut- un contesto in forte evoluzione quale quello del- turali che ha l’obiettivo di promuovere l’integra- le politiche del lavoro che prevede sempre più zione di azioni intersettoriali che convergono sul un coinvolgimento del livello territoriale regio- comune obiettivo di sviluppo del territorio. nale e provinciale. I PIT rappresentano uno strumento molto utile Il tema generale del rafforzamento delle compo- per sperimentare modalità di sviluppo concreto nenti progettuali dei PIT dirette a fornire servizi su territori specifici e, attraverso essi, è possibi- alle persone ed allo sviluppo del capitale uma- le attivare integrazioni in grado di supportare no, è stato inoltre previsto specificamente nel- anche lo sviluppo occupazionale nella logica di l’ambito del Comitato di Sorveglianza del QCS un “rafforzamento della dimensione locale della 2000/2006, come azione direttamente curata dal strategia dell’occupazione e delle opportunità Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. occupazionali” ribadito nei documenti comuni- Infine, le indicazioni contenute all’interno della tari. misura II.1 del PON ATAS: “incrementare il ren- In questa ottica, l’attenzione che le amministra- dimento economico e sociale degli investimenti zioni regionali dovrebbero rivolgere alle politi- nelle politiche del lavoro” e “promuovere ….l’in- che occupazionali ed in particolare delle politi- tegrazione tra SPI e politiche territoriali” e gli che attive del lavoro è auspicabile che possa ri- stessi orientamenti della Strategia Europea per vestire sempre maggiore importanza quale com l’Occupazione, forniscono i presupposti teorici ponente essenziale della programmazione e del- alla realizzazione di un progetto che affronti in la progettazione. modo specifico il legame tra occupazione e svi- In questo senso i PIT potrebbero estrinsecare la luppo locale. MONOGRAFICO 4/2004 6 Sulla base di tali considerazione e al fine di ren- ta relativamente al tema dell’occupazione ed agli dere più omogenei ed integrati i risultati dei sin- aspetti qualitativi ad essa connessi. goli progetti fra i diversi territori specifici, nel- E’ stato predisposto quindi, un progetto deno- l’ottica di una sempre maggiore collaborazione minato PIT LAVORO che prevede la realizza- istituzionale, il Ministero del lavoro e delle Po- zione di attività di monitoraggio e valutazione litiche Sociali Direzione Impiego ha, quindi, pro- dei singoli progetti e attività di assistenza tecni- mosso alle istituzioni decentrate un’azione di ca e animazione territoriale rivolta agli Assesso- affiancamento e accompagnamento nell’attuazio- rati/Dipartimenti regionali coinvolti. Obiettivo ne dei PIT, con una focalizzazione specifica sul- specifico del progetto è fornire strumenti e le connessioni con lo sviluppo occupazionale, al metodologie utili a rilevare in particolare le ri- fine di valorizzare in tale prospettiva i risultati cadute occupazionali e supportare gli attori coin- che saranno realizzati. volti nella definizione delle modalità attuative L’obiettivo è creare un maggiore coordinamen- dei PIT. to ed integrazione tra le diverse attività svolte a livello regionale e finalizzate al rafforzamento dello sviluppo economico e produttivo e quelle correlate attinenti allo sviluppo occupazionale. Lea Battistoni (Direttore Generale Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – Direzione Generale Mercato del Lavoro) In funzione del perseguimento di tale obiettivo la Direzione Impiego ha istituito un Comitato di Pilotaggio con funzioni di consultazione, proposta, accompagnamento e monitoraggio, in ordine alla progettazione integrata territoriale a partire dalle tematiche dello sviluppo occupazionale locale. Ha inoltre deciso di avvalersi, sul piano operativo, di due task force costituite da Isfol e Italia Lavoro cui è affidato il compito di aumentare il livello di attenzione della progettazione integra- MONOGRAFICO 4/2004 7 I n t r o d u z i o n e A partire dal maggio 2003, l’Isfol, nell’ambito territoriale tra sistema economico, mercato del dello svolgimento dei suoi compiti istituzionali, lavoro e promozione di programmi di sviluppo ha avviato una serie di riflessioni e studi sui “Si- locale. stemi di sviluppo locale”, con l’obiettivo di ana- Inoltre, l’Isfol ha aderito al Club dei Membri lizzare l’integrazione tra le politiche del lavoro, Sostenitori del Programma Leed (Local le politiche formative e sociali al fine di indivi- Economic and Employment Development - Svi- duarne i fattori di successo. luppo economico e creazione di occupazione a Nell’ambito delle attività svolte nel corso del- livello locale) dell’OCSE finalizzato a promuo- l’anno 2003 è stata realizzata una prima vere lo sviluppo economico e la creazione di rilevazione e compendium sui principali pro- occupazione a livello locale; mediante la realiz- grammi di sviluppo locale realizzati nelle regio- zazione di iniziative comuni tra partner di diffe- ni dell’Obiettivo 1 a partire dal 1995. Nel 2004 renti paesi. L’Isfol partecipa, insieme ad Italia si sta procedendo ad integrare lo studio con una Lavoro SpA, ad un Progetto triennale (2003/ mappatura dei progetti di sviluppo locale attiva- 2006), denominato PIT LAVORO, promosso ti nelle regioni del Centro Nord, con l’obiettivo dalla Direzione Generale del Mercato del lavoro di costituire un Osservatorio Nazionale sullo del Ministero del lavoro e delle Politiche Sviluppo Locale. Sociali. Il Progetto pone l’attenzione sui Pro- Una seconda analisi ha riguardato lo studio di grammi Integrati Territoriali nelle Regioni Obiet- alcuni territori specifici (province di tivo 1 e mira a rilevare tutti i programmi appro- Campobasso, Benevento, Foggia, Avellino, vati, le loro caratteristiche economico-finanzia- Reggio Calabria e Messina), relativamente ai rie, le modalità d’integrazione e di partenariato quali si è rilevata la relazione che esiste a livello e i risultati attesi. MONOGRAFICO 4/2004 8 Nell’ambito del progetto, l’Isfol ha il compito ma di intervento introdotta nel periodo di di realizzare specifiche attività attinenti lo stu- programmazione 2000-2006 per le aree Ob. dio degli effetti occupazionali. A tal fine sono 1. A tal fine sono state analizzate le strate- previste due fasi: la prima, di rilevazione, rivol- gie e la struttura della programmazione ta all’acquisizione di informazioni e dati speci- rinvenibili nei documenti programmatici, a fici relativi a ogni PIT; la seconda, di livello nazionale e di singolo POR; le mo- monitoraggio e valutazione, realizzata mediante dalità di intervento esplicitate nella fase di studi di caso e finalizzata ad individuare e valu- programmazione attuativa; lo stato di attua- tare l’impatto occupazionale dei PIT e gli effetti zione, con particolare attenzione alle carat- di questi progetti nei campi economici, sociali e teristiche dei singoli Progetti Integrati; produttivi. Uno degli obiettivi di tale attività è - Proporre e sperimentare una metodologia e quello di fornire elementi utili ad una successi- un percorso di analisi della programmazio- va modellizzazione delle esperienze monitorate ne integrata utile ad una eventuale ai fini di un’analisi di raffronto/valutazione tra modellizzazione ai fini di un monitoraggio PIT e modelli di sviluppo locale. quali-quantitativo. La metodologia propo- Oggetto del presente volume, realizzato sta ha quindi la finalità di far emergere - dall’ISFOL (Area Studi Istituzionali e oltre ai consueti elementi descrittivi di rea- Normativi), è la presentazione di una prima ana- lizzazione fisica degli interventi - le com- lisi che rappresenta l’avvio di un percorso che, ponenti comuni che caratterizzano i diversi ci si auspica, porterà al rafforzamento dei mec- modelli regionali e, al tempo stesso, le spe- canismi di coordinamento delle politiche attive cificità di applicazione dello strumento della del lavoro all’interno della progettazione inte- programmazione integrata rispetto al singo- grata territoriale delle Regioni Ob. 1, attraverso lo contesto di riferimento. il coinvolgimento delle istituzioni e dei soggetti Il presente documento, contiene una prima locali, delle parti sociali, degli operatori pubbli- mappatura dei PIT approvati nel Mezzogiorno, ci e privati e degli SPI. con una analisi di approfondimento relativa ai Questo primo studio, ha il duplice obiettivo di: 120 PIT approvati al settembre 2004. Per age- - Conoscere le principali caratteristiche della volare il lavoro di classificazione e archiviazione programmazione integrata quale nuova for dei dati utile alla successiva attività di analisi, MONOGRAFICO 4/2004 9 l’Isfol ha realizzato un archivio informatico che anche se lette secondo vocazioni tematiche raccoglie tutte le informazione relative alle prin- (Basilicata e Sardegna), o una più spinta con- cipali caratteristiche degli interventi da attuare vergenza tra l’idea forza e gli interventi previsti nell’ambito di ciascun PIT. Per i 120 PIT ana- nell’ambito del PI, come si constata nel caso della lizzati sono stati censiti circa 3.636 interventi per Sicilia. i quali sono state evidenziate le tipologie (inter- Ciascun PIT prevede in media 35 interventi (sen- venti infrastrutturali, sulle risorse umane e di svi- za considerare quelli che saranno realizzati me- luppo produttivo), i settori di riferimento, la di- diante procedura ad evidenza pubblica ), di cui stribuzione per Asse dei POR e la relativa dota- circa il 16% riguardano le risorse umane. zione finanziaria. L’analisi ha inoltre considerato le procedure di Sulla base degli obiettivi prescelti, dai primi ri- selezione che rappresentano una delle variabili sultati che emergono dall’analisi dei 120 PIT ap- chiave per la lettura della programmazione inte- provati al settembre 2004, si rileva che ben 116 grata in quanto da queste derivano sia l’architet- sono rappresentati da progetti basati sull’integra- tura complessiva del modello di intervento (ca- zione territoriale, rispetto alle altre tipologie di ratteristiche del partenariato, ambiti territoriali, integrazione previste (di settore/filiera, svilup- tematiche di progetto, ecc.), sia il peso dei pro- po urbano, ecc), evidenziando un chiaro orien- cessi di concertazione nel determinare il valore tamento verso l’utilizzo della originaria modali- aggiunto di un progetto integrato rispetto all’or- tà prevista per la progettazione integrata. dinaria modalità di intervento. Analizzando gli ambiti di intervento, raggrup- A un primo sguardo si rileva una diversità netta pati in otto macrotipologie, emerge che la distri- dei modelli di selezione dei PI. Da una parte Si- buzione dei PI si concentra sui temi del turismo cilia, Sardegna e Molise hanno scelto procedure e dell’ambiente, sia singolarmente considerati di evidenza pubblica, dall’altra Campania, che legati a fattori culturali, ambientali e rurali. Calabria, Puglia e Basilicata si caratterizzano per Esaminando le idee forza strategiche dei proget- un’attività di concertazione e negoziazione che ti nelle regioni in cui è maggiore la loro conduce all’approvazione definitiva dei PI. numerosità, si evidenziano due diversi In realtà, nel primo caso (selezione a bando) le orientamenti:l’associazione dell’idea forza a più regioni hanno posto in essere, all’interno delle generali condizioni di sviluppo del territorio, loro funzioni di regia, attività di concertazione MONOGRAFICO 4/2004 10 volte a determinare una delimitazione prelimi- La ricerca è stata realizzata attraverso fasi suc- nare degli ambiti territoriali, dei settori d’inter- cessive, tra loro logicamente concatenate, ad vento e, in alcuni casi, dei soggetti ammissibili ognuna delle quali ha corrisposto uno specifico alla presentazione dei progetti. strumento di analisi. Nel secondo caso, dove la scelta della selezione Inizialmente si è ricostruito il quadro di riferi- negoziale attribuisce per definizione un ruolo mento normativo e delle fonti informative allo centrale al partenariato, è stata invece rilevata la scopo di individuare le fasi di programmazione/ centralità della funzione decisionale delle am- attuazione previste sia a livello nazionale che ministrazioni attraverso regionale. Si è quindi proceduto alla raccolta l’implementazione di sistemi di valutazione strut- della documentazione dei PIT e ad una classifi- turati, fortemente selettivi e orientati al miglio- cazione dei dati realizzata utilizzando una sche- ramento della qualità progettuale per il conse- da di rilevazione in grado di restituire informa- guimento degli obiettivi prefissati. zioni relativamente ai dati identificativi, alle prin- L’Isfol sta provvedendo a completare la cipali caratteristiche ed allo stato di attuazione mappatura dei PIT che permetterà, alla fine del dal punto di vista finanziario e fisico. Sulla base processo, di avere una fotografia puntuale della dei dati raccolti è stata realizzata l’analisi attra- realtà. Nello svolgimento di tale attività, si è verso una lettura sia verticale delle informazioni manifestata l’opportunità di migliorare e arric- per evidenziare la varietà e la specificità dei chire l’archivio informatico per costituire una modelli e delle soluzioni ricercate a livello re- vera e propria Banca Dati che consenta non solo gionale, sia una lettura di tipo orizzontale e di di classificare le informazioni relative ai singoli sintesi delle esperienze regionali basata su alcu- PIT, ma che sia in grado di elaborare dati di sin- ne delle principali variabili che caratterizzano tesi per la costruzione di indicatori qualitativi e diversi modelli implementati a livello regionale quantitativi utili a valutare gli effetti occupazio- (tipologia, ambiti e tipi di intervento, modelli di nali sia in termini di realizzazione che in termini selezione e modelli di governo e di gestione). di impatto. La struttura di questa Banca Dati è Il rapporto è diviso in due parti. la parte I è arti- stata progettata in modo che in essa possano con- colata in tre capitoli. Nel primo vengono illu- fluire anche le informazioni relative a tutti gli strati gli obiettivi e la metodologia applicata altri programmi di sviluppo locale esistenti . per la realizzazione della ricerca; il secondo de- regionali MONOGRAFICO 4/2004 11 scrive, a livello di programmazione nazionale, l’iter definitorio dei contenuti e delle modalità procedurali per l’implementazione della progettazione integrata, ricostruito attraverso l’analisi dei documenti ufficiali. Nel terzo viene presentata una analisi orizzontale dei modelli regionali di programmazione integrata e vengono analizzate le caratteristiche dei progetti integrati, approvati e finanziati, in relazione ad alcune variabili significative. Nella parte II sono approfonditi gli aspetti di programmazione e di attuazione specifici di ciascuna regione. Claudio Tagliaferro (Dirigente Area Studi Istituzionali e Normativi) MONOGRAFICO 4/2004 12 1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELLA RICERCA 1.1 Schema delle fasi di programmazione/attuazione dei PI nella Programmazione generale Questa fase é stata finalizzata alla costruzione della mappa delle fonti informative con l’obiettivo di garantire la loro esaustività e reperibilità nel tempo. Per poter individuare e classificare le fonti ufficiali è stato ricostruito uno schema (vedi tabella 1) complessivo delle fasi di programmazione/attuazione dei PI nelle regioni Obiettivo 1, con l’intento di indicare, a prescindere dalle differenze di gestione regionali, tutte le fasi, ed eventualmente sottofasi, di programmazione/attuazione in corrispondenza delle quali è possibile verificare l’esistenza di fonti documentali. Lo schema generale di ricostruzione delle fasi, è stato dunque il punto di partenza per individuare le fonti relative ad ogni singola regione interessata dal progetto, e contemporaneamente classificarle in relazione alla fase procedurale di appartenenza, indicandone il luogo di reperibilità. L’individuazione delle fonti informative ha permesso l’acquisizione della documentazione rilevante per l’analisi delle caratteristiche programmatiche e dello stato di attuazione dei PI. Per l’acquisizione della documentazione, relativa alle fasi di programmazione/attuazione, di seguito descritta, si è utilizzato un processo di ricerca e cascata a partire dalla documentazione nazionale, fino a quella prodotta a livello regionale. La fonte di reperimento principale sono stati i siti web ufficiali delle singole Autorità di gestione, integrati da ulteriori informazioni rilevate presso i referenti regionali, a vario titolo responsabili della progettazione integrata. Le specifiche fonti sono state riportate nelle schede incluse nei singoli dossier regionali. L’analisi è stata realizzata secondo lo schema seguente. 13 Tabella 1 – Esempi relativi alle fasi di programmazione regionale Fase Sottofase Documento Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Valutazione ex-ante dei POR e/o PROGRAMMAZIONE PI REGIONALE OR) POR CDP Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP Linee Guida regionali per PROGRAMMAZIONE l'elaborazione dei PI REGIONALE ATTUATIVA (procedura a bando) Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Emanazione dei bandi Valutazione dei PI PROGRAMMAZIONE REGIONALE ATTUATIVA (procedura a bando) Approvazione dei singoli PI Stipula degli accordi Relazioni sullo stato di attuazione REALIZZAZIONE Rapporti Annuali di Esecuzione Rapporti di valutazione intermedia 14 Fonte 1.2 Ricostruzione del quadro di riferimento e delle fonti informative Programmazione nazionale 1) Piano di Sviluppo per il Mezzogiorno (par. 2.1.4). Individua gli indirizzi strategici. 2) Quadro Comunitario di Sostegno ob.1 (par. 3.10, 6.4.7). Assumendo la strategia contenuta nel PSM, fornisce gli elementi caratteristici dei progetti integrati. 3) Linee Guida per la programmazione e la valutazione ex ante. Indicazioni metodologiche e di indirizzo per la programmazione operativa 2000-2006 (Dipartimento per le Politiche di Sviluppo). Definiscono il contenuto del POR e del CdP ai fini della programmazione dei Progetti integrati. 4) Progetti Integrati Territoriali - Orientamenti per le Regioni (Dipartimento per le Politiche di Sviluppo). 5) Linee Guida per l’implementazione dei progetti integrati (Dipartimento per le Politiche di Sviluppo). Forniscono indicazioni alle Regioni al fine di assicurare uniformità e omogeneità nella stesura dei POR (in alcuni casi intervenute dopo l’approvazione dei POR) Programmazione regionale 1. 2. 3. − − Linee Guida per la valutazione ex ante dei POR e/o PI Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Programmi operativi obiettivo 1, 2000-2006 Tipologie e caratteristiche della Progettazione Integrata Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della Progettazione Integrata − Individuazione dei Progetti Integrati ed ambito territoriale di intervento − Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati − Individuazione delle modalità e procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) − Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati 4. Complementi di Programmazione - Tipologie e caratteristiche della Progettazione Integrata - Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della Progettazione Integrata - Individuazione dei Progetti Integrati ed ambito territoriale di intervento - Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati - Individuazione delle modalità e procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) 15 - Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati 5. Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza dei POR. In particolare per gli aspetti di competenza del CdP, non esaurientemente definiti da questi ultimi, o per apportare modifiche od implementazioni del CdP. Programmazione attuativa 1. Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP Atti e documenti che rendono operative le indicazione dei POR, Complementi di Programmazioni e/o le decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza (ad esempio, formalizzano la zonizzazione PIT). 2. Linee Guida regionali per l’elaborazione dei PI Forniscono indicazioni in grado di assicurare uniformità e omogeneità nella modalità di stesura dei programmi, individuando operativamente fasi procedurali e modalità attuative dei PIT (modalità di partenariato, modalità di valutazione, costituzione di uffici regionali di assistenza, coordinamento e controllo). 3. Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Es.: Linee Guida per l’applicazione del principio equitativo (pari opportunità); Indicazione per l’integrazione della componente ambientale nei PI. 4. Procedure di valutazione I documenti fino ad ora indicati stabiliscono in via generale le procedure per la individuazione e selezione dei progetti. Le fasi successive sono diverse a seconda della scelta da parte delle Regioni di una delle due diverse modalità procedurali previste: procedura negoziale e procedura a bando. 4.1. Procedura negoziale Definizione delle modalità generali della procedura Definizione delle modalità procedurali del singolo PI Valutazione dei PI Approvazione dei singoli PI: prendendo atto del parere favorevole del Nucleo di valutazione regionale, approva il singolo PI assumendone l’impegno finanziario-programmatico e rimanda ad un successivo accordo/intesa. Stipula degli accordi (utilizzando diversi strumenti: Accordi di Programma, Protocolli d’intesa, ecc.) Sanciscono l’approvazione definitiva dei singoli PI attraverso un accordo (tra la Regione e il responsabile degli Enti capofila dei PI) 4.2. Procedura a bando Emanazione dei bandi Valutazione dei PI Approvazione dei singoli PI Stipula degli accordi 16 1.3. Realizzazione Le fonti delle fasi di realizzazione quindi di progettazione esecutiva, emanazione di avvisi pubblici, esecuzione delle opere, ecc., sono rappresentate dai documenti del singolo PI, ma in larga misura possono essere anche dedotti da documenti regionali quali: 1. Relazioni sullo stato di attuazione 2. Rapporti Annuali di Esecuzione 3. Rapporti di Valutazione Intermedia 1.4 Analisi e archiviazione informatica dei PIT Per l’analisi del singolo PI, è stata predisposta una apposita scheda di rilevazione (Tabella 2) che riporta gli elementi significativi dei progetti integrati. Per la successiva archiviazione delle informazioni l’ISFOL ha progettato un apposito Data Base che consente di acquisire ed elaborare informazioni sia di tipo quantitativo che qualitativo come riportato nella scheda di rilevazione. Le informazioni archiviate nel data base rappresentano le fonti sulle quali nell’ambito del progetto “PIT LAVORO” si procede all’analisi sui P.I. presentati nelle diverse regioni obiettivo 1. Nello specifico si intendono esaminare i seguenti aspetti: ! L’idea forza dei P.I. , gli obiettivi strategici che si vogliono perseguire e le tipologie di intervento che si intendono attivare per il raggiungimento di tali finalità ! Quali settori sono interessati ( turismo, ambiente, manufatturiero etc.) ! I destinatari delle attività previste (giovani disoccupati, disoccupati di lunga durata, donne, disabili, giovani imprenditori, etc) in rapporto alle tipologie di iniziative che si intendono realizzare (sostegno/sviluppo, creazione d’impresa, qualificazione professionale, tirocini formativi, borse lavoro, voucher formativi, orientamento, apprendistato etc) ! Integrazione tra le varie misure del POR ! Come il PIT influisce sul raggiungimento degli Indicatori di realizzazione/risultato del POR L’analisi così realizzata è funzionale alla realizzazione del monitoraggio e della valutazione sull’impatto occupazionale nei territori coinvolti da progetti integrati. 17 Tabella 2- Scheda per la rilevazione dei Progetti Integrati: elenco delle variabili informative 1) Dati Identificativi # Nome o sigla del progetto # Localizzazione (Comune o Provincia) # Indirizzo # Telefono, fax # Indirizzo e-mail # Soggetti: ( responsabile - coordinatore- project manager- altro) 2) Procedura di approvazione. Le procedure di approvazione sono differenti per ogni regione e comuni nella singola regione, vengono descritte a livello generale, nella scheda potrebbero essere inserite per memoria e in modo codificato. 3) Soggetto proponente 4) Partenariato # # # 5) # # # # # 6) Elenco con suddivisione tra pubblico e privato Modalità organizzative se previste Rilevazione di accordi o protocolli tra i partner Ambito territoriale Comuni (codici Istat) Provincia Superficie comunale e totale (km2) Popolazione comunale e totale (ultimo censimento) Densità Caratteristiche territoriali (marginalità del territorio, occupazione, settori economici, dotazioni di beni culturali, ecc.). 7) Tipologia di Progetto integrato (PIT, PIS, PIAR, ecc.) 8) Ambito tematico (es. turismo, ambiente , filiere produttive, ecc.) 9) Idea Forza/strategica prevista nella progettazione del PI 10) Obiettivi # Generali del PI # Specifici (collegabili ai possibili interventi da realizzare) che contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo # Azioni determinanti per la gestione # Occupazione prevista e sue caratteristiche 11) Modalità di attuazione per la realizzazione 12) Modalità di attuazione per la gestione 13) Quadro finanziario complessivo # Totale; 18 # Pubblico, Privato; # Pubblico: UE, Stato, Regione, Altri; # UE per Fondo. 14) Stato di attuazione del PI (stipula atti, stato degli adempimenti gestionali previsti: costituzione di società, emanazione avvisi pubblici, ecc.) 15) Elenco dei singoli interventi (una sottoscheda per intervento) # Titolo intervento # Comune su cui insiste # Provincia # Costo dell’intervento # Importo del finanziamento # Asse, misura, sottomisura e Fondo di riferimento # Tipologia dell’intervento, secondo la classificazione Monit # Amministrazioni coinvolte # Destinatari # Obiettivi # Stato di realizzazione # Impatto occupazionale 19 2. I PROGETTI INTEGRATI NELLA PROGRAMMAZIONE NAZIONALE 2.1 I principi alla base della programmazione integrata Nelle Regioni Obiettivo 1, la programmazione dei fondi strutturali per il periodo 20002006 assegna un ruolo di rilievo agli interventi integrati a livello territoriale nelle aree in ritardo di sviluppo. Il principio di integrazione che a livello comunitario trova la sua genesi nella complementarietà delle azioni comunitarie e nazionali (art. 8 reg. 1260/99), a livello nazionale e alla luce del contesto socio-economico delle aree in ritardo di sviluppo, è stato oggetto di spunti teorici e applicazioni pratiche fino ad acquisire una sua ratio autonoma. Ciò ha determinato la previsione, accanto alle note modalità ordinarie di integrazione sancite dai regolamenti comunitari, di una modalità di attuazione specifica (la Progettazione Integrata) che unisce all’integrazione progettuale specifici meccanismi di gestione ed attuazione. In un anno e mezzo circa di dibattito gli attori istituzionali nazionali, facenti capo al Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (DPS) del Ministero dell’Economia e della Finanza, hanno definito i fondamenti programmatici della progettazione integrata inglobandoli all’interno del Quadro Comunitario di Sostegno obiettivo 1 e creando, in tal modo, i presupposti per la sua implementazione e attuazione a livello regionale. in coerenza con le strategie individuate in ciascun POR. L’iter definitorio dei contenuti e delle modalità procedurali per l’implementazione della progettazione integrata, è rintracciabile all’interno di alcuni documenti ufficiali. Si tratta di otto documenti chiave prodotti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: − aprile 1999. Orientamenti per il programma di sviluppo del Mezzogiorno 20002006; − maggio 1999. Delibera CIPE n.71/1999 - Orientamenti per la programmazione degli investimenti nel periodo 2000-2006 per lo sviluppo del Mezzogiorno; − maggio 1999. Linee Guida per la programmazione e la valutazione ex ante. Indicazioni metodologiche e di indirizzo per la programmazione operativa 20002006; − settembre 1999. Programma di Sviluppo per il Mezzogiorno; − gennaio 2000. Progetti Integrati Territoriali - Orientamenti per le Regioni; 20 − luglio 2000. Linee guida per la formulazione del Complemento di programmazione per i Programmi operativi regionali e nazionali per le regioni obiettivo 1 (2000-2006); − agosto 2000. Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1; − ottobre 2000. Linee Guida per l’implementazione dei progetti integrati – I Progetti Integrati: dal QCS all’iniziativa regionale. Ciascuno di questi documenti fornisce un apporto all’individuazione e definizione dei principi e delle modalità attuative della Progettazione Integrata, così come viene descritto nei paragrafi che seguono. 2.2 La strategia generale I fondamenti programmatici della progettazione integrata: il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM) Il PSM pone in primo piano il valore e la rilevanza della dimensione locale, nella programmazione e nell’attuazione degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali, attraverso la formulazione di una strategia di sviluppo fortemente ancorata al territorio, il cui obiettivo è quello di “attirare e trattenere nell’area (aumentandone la convenienza) le risorse mobili (capitale e lavoro specializzato e imprenditoriale), attraverso la valorizzazione permanente delle risorse immobili (la terra, le tradizioni, il patrimonio naturale e culturale, le risorse legate alla posizione geografica, il capitale umano fortemente localizzato)” 1. La conseguente scelta è stata quella di dar vita ad uno schema di programmazione “a cascata” articolato in a) obiettivi globali che, definiti a livello nazionale, descrivono le modalità con cui la strategia nazionale consegue l’obiettivo generale e b) obiettivi specifici, che descrivono il contributo di ogni settore di intervento, all’interno degli Assi prioritari, al conseguimento degli obiettivi globali, secondo nessi causali caratterizzati da coerenza, convergenza, misurabilità. Il PSM definisce i principi che ispirano la scelta dell’integrazione, senza entrare nel merito dei contenuti e delle caratteristiche della progettazione integrata. In particolare la scelta di operare tramite programmi/progetti integrati regionali a forte valenza territoriale è motivata da una duplice motivazione: − più i progetti di investimento saranno concentrati sui luoghi ritenuti cruciali per lo sviluppo, maggiore sarà la probabilità di ottenere effetti incisivi degli investimenti programmati, ossia un maggior livello di efficacia; − più i progetti saranno assimilabili a pacchetti di azioni aventi una loro specifica identità, più facile sarà mantenere la coerenza interna, la concentrazione e quindi anche 1 Programma di Sviluppo del Mezzogiorno, par. 2.1.2. 21 la verificabilità (in termini di risultati e di efficacia) dell’azione di sviluppo promossa e realizzata sul territorio. 2.3 Definizione degli elementi identificativi della progettazione integrata: dagli Orientamenti al QCS Gli Orientamenti per il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006, individuano una scelta, che sarà poi ripresa nel QCS, prevedendo la promozione di una tipologia intervento sul territorio definita “progetti integrati concentrati”2. Caratterizzati da una forte valenza territoriale, questo tipo di progetti nascono dalla necessità di legare obiettivi e interventi identificati in diversi Assi di intervento della programmazione sulla base di scelte di scelte di priorità relative ad aree e contesti socio-economici specifici e l’individuazione di una apposita struttura organizzativa (responsabili, project manager) in grado di assicurare l’unitarietà del progetto e dunque il conseguimento degli obiettivi generali e specifici in esso prefissati. La successiva Delibera CIPE “Orientamenti per la programmazione degli investimenti nel periodo 2000-2006 per lo sviluppo del Mezzogiorno”, adotta gli Orientamenti per il PSM 2000-2006 e definisce in via definitiva i progetti integrati territoriali come “un complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro, che convergono verso il conseguimento di un comune obiettivo di sviluppo del territorio”. A partire da questa definizione tutti i documenti successivi aggiungono ulteriori elementi alla identificazione delle caratteristiche della progettazione integrata. Il documento Linee Guida per la programmazione e la valutazione ex ante connota i progetti integrati “quale forma di intervento più efficace per conseguire una serie di obiettivi prioritari” e chiarisce la loro natura di “progetto complesso”, o meglio, di strumento operativo nel quale più tipologie di intervento convergono verso un unico obiettivo. Per tale motivo i progetti integrati non potranno essere autonomamente esplicitati nei Programmi Operativi: la definizione e l’implementazione dei loro elementi identificativi è rimandata alle linee guida per i Complementi di Programmazione3. Il documento “Progetti Integrati Territoriali - Orientamenti per le Regioni”4 individua nell’integrazione e nel riferimento territoriale i due elementi costitutivi dei progetti e ribadisce la “specialità” dei progetti integrati. Si tratta di progetti complessi che devono 2 3 4 Orientamenti per il programma di sviluppo del mezzogiorno 2000-2006, par.3.3. Linee Guida per la programmazione e la valutazione ex ante. Indicazioni metodologiche e di indirizzo per la programmazione operativa 2000-2006. par. A.5 Si noti che si in questo documento si parla per la prima volta di PIT anzichè generalmente di progettazione integrata; trovandoci ancora in una prima fase programmatoria, dove non erano state previste altri strumenti di progettazione integrata definiti poi a livello regionale (PIF, PIS, ecc.), la sigla PIT, non volendo significare una discriminazione verso gli strumenti sopra citati, mantiene ancora carattere generale riferendosi quindi alla totalità degli interventi di progettazione integrata. 22 inserirsi coerentemente all’interno della strategia regionale e degli obiettivi specifici indicati nel POR, e che richiedono forme di gestione speciale per la definizione delle modalità di collegamento tra le diverse misure e per l’individuazione di chiare forme di responsabilizzazione degli interventi. La novità del documento sta nel fatto che esso definisce una prima mappatura degli elementi identificativi dei PIT: − individuazione dell’idea forza e della strategia del progetto, che si traduce nella definizione di obiettivi specifici concreti riferiti al progetto stesso; − identificazione di un ambito territoriale o tematico specifico, che rappresenta il contesto di riferimento; − identificazione del soggetto responsabile del progetto; − identificazione delle modalità gestionali e procedurali e di monitoraggio più opportune a rendere effettiva la realizzazione del Progetto Integrato.5 Risulta quindi chiara la duplice caratteristica dei PIT: come modalità operativa da adottare per garantire un collegamento tra una serie di azioni e come progetto autonomo. Le risorse finanziarie che contribuiscono alla realizzazione del progetto saranno distribuite tra le diverse misure/azioni, per cui le singole Schede di Misura dovranno specificare la loro connessione col PIT e la quota di risorse ad esso destinata. Il documento individua, inoltre, alcuni requisiti attinenti alle modalità di realizzazione dei PIT, che poi saranno esplicitati nei POR e/o nei CdP, come la presenza di un monitoraggio efficace dei processi che precedono l’attuazione del progetto, la definizione di un soggetto responsabile della sua attuazione, la predisposizione di forme di raccordo tra soggetti istituzionali. Il Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1, accoglie in pieno le indicazioni contenute nel documento “Orientamenti per le Regioni” e indica tre possibili procedure di attuazione dei progetti integrati tramite gli strumenti della programmazione negoziata: i patti territoriali, i contratti di programma e i contratti d’area.6 Il QCS, inoltre prevede: − alcune specificità di attuazione dei progetti integrati che i CdP delle singole regione Obiettivo 1 devono evidenziare7; 5 Progetti Integrati Territoriali - Orientamenti per le Regioni, par. 3. 6 Quadro Comunitario di Sostegno obiettivo 1, par. 3.10. In dettaglio, i CdP devono evidenziare i seguenti aspetti: identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritari degli interventi dei progetti integrati;individuazione degli obiettivi dei progetti integrati; indicazione della strategia di intervento; procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate; modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali; identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati; indicazione del soggetto responsabile dei progetti integrati; indicazione dei criteri utilizzati per l'individuazione del soggetto interno alla Regione; responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei progetti integrati; modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali; eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile; eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di Sorveglianza; integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità 7 23 − che la Regione nomini con atto formale il responsabile del coordinamento tra i vari responsabili di Misura del POR al fine di garantire unicità di azione e intervento di tutte le attività di implementazione dei PIT.8 2.4 Dal QCS all’iniziativa regionale: le Linee Guida del DPS Con le indicazioni del QCS si conclude la fase della programmazione nazionale e si dà l’avvio all’iniziativa regionale di progettazione integrata. Il QCS, come abbiamo visto, fornisce indicazioni utili agli amministratori pubblici ma non contiene una precisa definizione dei confini della progettazione integrata, lasciando ai responsabili della redazione dei Programmi Operativi, la strutturazione di questo tipo di interventi. Il DPS, al fine di fornire alle Regioni ulteriori orientamenti sulle modalità con cui la valutazione delle proposte progettuali deve essere posta in essere, ha prodotto il documento “Linee Guida per l’implementazione dei progetti integrati – I Progetti Integrati: dal QCS all’iniziativa regionale” . Le Linee guida del DPS, adottando il messaggio del QCS, richiedono che la progettazione integrata non subisca una proliferazione incontrollata ma sia invece il frutto di un’attenta valutazione, capace di selezionare quelle proposte in cui il metodo della progettazione integrata sia in grado di offrire un valore aggiunto rispetto alle normali forme di intervento. E’ affidata alle Regioni la valutazione sulla necessità di proporre progetti integrati e la verifica sulla possibilità di conseguire l’obiettivo dell’integrazione fra gli interventi anche attraverso le procedure ordinarie di attuazione. Particolarmente interessanti, ai fini dell’attuazione della progettazione integrata in sede regionale, appaiono le indicazioni del DPS in merito alle modalità e criteri che le Regioni potranno utilizzare per individuare i singoli progetti. 9 Le soluzioni indicate sono due. Nella prima ipotesi la Regione si spinge fino alla progettazione della proposta di Progetto Integrato; nella seconda, essa si riserva il ruolo di stabilire i limiti e le priorità all’interno dei quali (e in coerenza con) è previsto si realizzi l’attività di progettazione promossa direttamente dal territorio. La Regione dunque: − può intervenire nella progettazione, decidendo in una prima fase quali sono i contesti territoriali e multisettoriali su cui intende operare per poi promuovere (direttamente o attraverso Enti locali o altre istituzioni) la progettazione delle proposte e organizzare l'attività di valutazione; − può, alternativamente o congiuntamente alla prima opzione, scegliere di limitarsi ad indicare le linee della programmazione e lasciare agli Enti locali l’iniziativa di 8 9 coerenti con le leggi n. 112/98 (Legge Bassanini) e n. 142/90 (concernente il coordinamento e l’accelerazione di procedure amministrative); eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale (Patti territoriali, ecc.). Ibidem, par. 6.4.7. Linee Guida per l’implementazione dei progetti integrati – I Progetti Integrati: dal QCS all’iniziativa regionale, par. 3.1. 24 proporre e perfezionare le idee progetto, riservandosi di scegliere le proposte più meritorie in base a una successiva fase di valutazione. La prima ipotesi rappresenta una soluzione molto lineare. La Regione, sulla base delle proprie valutazioni, individua gli obiettivi strategici da affrontare in modo integrato e fa convergere verso di essi tutte le attività di progettazione che sono necessarie a definire l’insieme coordinato delle iniziative da intraprendere. A titolo esemplificativo le Linee Guida esaminano anche alcuni dei possibili effetti associati a due dei meccanismi più diffusi di raccolta dal basso delle proposte: quelli collegati a un meccanismo di asta e quelli relativi a una procedura “a sportello”. Spetterà in ogni caso alla stessa Regione adottare la modalità di attuazione che offre i maggiori vantaggi nello specifico contesto regionale. Ulteriori indicazioni agli amministratori riguardano i principi con cui fissare i requisiti di ammissibilità e i criteri di valutazione10, la cui determinazione assume il valore di scelta strategica in ragione dei loro effetti sulle caratteristiche delle proposte selezionate. Si sottolinea anche l’opportunità di ipotizzare un’ulteriore sostegno finanziario a favore della progettazione integrata da finanziare con le risorse per l’Assistenza Tecnica o con le disponibilità presenti nei diversi Assi11. Infine, è importante ricordare alcune condizioni previste nello stesso documento che le Regioni dovranno rispettare nella fase di gestione dei progetti. Traducendosi infatti i Progetti Integrati in una specifica modalità operativa di attuazione verso un obiettivo comune, essi non debbono essere caratterizzati da un’articolazione gestionale alternativa a quella ordinaria degli assi, delle misure e dei fondi, ma le procedure di attuazione devono risultare coerenti con la normativa comunitaria e nazionale che disciplina la realizzazione degli interventi. In particolare: − i beneficiari finali delle misure che concorrono alla realizzazione del progetto Integrato sono quelli individuati dal Reg. 1260/99; − la responsabilità della certificazione finale delle spese resta attribuita a livello di responsabili di misura e di fondo, come da regolamenti; − le competenze di gestione, esecuzione finanziaria e di controllo restano attribuite al responsabile di misura. In conclusione, un dato importante che emerge dall’analisi dell’iter della programmazione nazionale è la precisa scelta delle autorità nazionali verso un “approfondimento” del principio generale di integrazione. L’orientamento proposto è quello di prevedere forme di integrazioni specifiche con l’obiettivo di assumere 10 11 Ibidem, par. 3.2 Ibidem, par. 3.3 25 prioritariamente il riferimento territoriale per il complesso delle azioni di sviluppo, qualunque ne sia il soggetto attuatore e la fonte di finanziamento. Il riferimento territoriale viene concepito come “attivatore” di rapporti più che mero ricettore di interventi, è quindi l’elemento caratterizzante della progettazione integrata in grado di generare, attraverso l’integrazione funzionale dei diversi interventi, un “valore aggiunto” in termini di sviluppo locale. La progettazione integrata, definita come modalità di attuazione dei programmi operativi attraverso interventi intersettoriali e multisettoriali, non deve apparire come una scelta scontata, ma rispondere alla strategia di massimizzare l’efficacia delle azioni di sviluppo, pur comportando rischi essendo attuata in aree in ritardo di sviluppo. Nello stesso tempo, e in ragione dello stesso principio di efficacia/efficienza le Regioni dovranno ricorrere alla “progettazione integrata” solo se gli obiettivi non potranno essere raggiunti attraverso le modalità ordinarie di attuazione. Per questo motivo è ritenuta necessaria, come riferiscono le Linee Guida del DPS, un’attenta valutazione da parte delle Regioni nella selezione dei casi e dei contesti in cui questa modalità specifica di attuazione può offrire dei vantaggi comparati effettivi. Nel capitolo che segue, e nei singoli dossier regionali, vengono illustrate le specifiche modalità sia programmatorie che attuative, poste in essere dalle singole Amministrazioni nel rispetto dei principi e delle indicazioni formulate dall’Autorità di gestione del QCS Ob.1. 26 3. I PROGETTI INTEGRATI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE 3.1 Premessa L’obiettivo di pervenire ad una mappatura dei progetti integrati, attivati nelle regioni dell’Obiettivo 1, ha portato ad approfondire per ciascuna Regione le modalità procedurali previste per l’attuazione dei PIT. Come già evidenziato, sono state ricostruite le strategie e le direttrici programmatiche, le procedure prescelte dalle Regioni interessate nella fase di programmazione attuativa, il profilo di ogni singolo progetto integrato per il quale si dispone di dati di realizzazione. La ricostruzione del “quadro regionale” e l’intento di sperimentare una prima funzione di monitoraggio della programmazione integrata si è concretizzata, in questa fase di analisi, in una lettura verticale, dalla quale si evince la varietà e la specificità dei modelli e delle soluzioni ricercate a livello regionale, pur se in sostanziale coerenza con gli orientamenti elaborati a livello nazionale. Nel presente capitolo viene fornita una lettura orizzontale e di sintesi delle esperienze regionali, sulla base di alcune principali variabili che contraddistinguono, in termini di omogeneità ovvero di peculiarità, i diversi modelli programmatici, procedurali e attuativi implementati a livello regionale e che riflettono i principi e gli elementi di innovatività alla base della strategia assegnata alla programmazione integrata. Questa analisi è stata realizzata nel mese di ottobre 2004 e si riferisce a 120 PIT che risultavano approvati al 30 settembre 2004. In particolare la Regione Calabria aveva definito gli interventi da realizzare per 10 dei 23 PI previsti, mentre per la Regione Puglia i 9 PIT che hanno ottenuto parere positivo da parte del Nucleo di Valutazione sono stati trasmessi alla Giunta per la relativa approvazione, cui farà seguito la sottoscrizione dell’Accordo tra le Amministrazioni. Complessivamente si prevede che saranno attivati entro dicembre 2004, 140 PI, come si evince dalla Tab. 3.1 27 Tab 3.1 Regione Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia TOTALE PIS - Progetto Integrato Strategico 1 5 1 7 Numero di PI per tipologia PISU - Progetto Integrato PIT - Progetto di Sviluppo Urbano Integrato Territoriale 2 8 23 43 7 10 13 27 2 131 TOTALE 10 24 43 7 15 13 28 140 * La tabella indica il numero dei PI che, si presume, saranno complessivamente approvati. 3.2 Una morfologia della programmazione integrata Le tipologie di Progetti Integrati Il ruolo di rilievo che la programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2000-2006 delle regioni dell’Obiettivo 1 assegna alla capacità di progettare, promuovere ed attuare interventi integrati a livello territoriale, ha dato luogo prevalentemente alla proposizione di Progetti Integrati Territoriali (PIT). A questo tipo di progetti si fa dunque riferimento in generale quando si affronta l’argomento della progettazione integrata nelle regioni dell’Ob.1. In realtà, come è emerso dalle analisi effettuate, diverse sono le tipologie di progetto integrato che, sulla base delle indicazioni metodologiche e degli orientamenti formulati dall’Autorità di gestione del QCS Ob.1, sono state proposte nelle diverse Regioni. Riepiloghiamo le casistiche emerse e le loro principali caratteristiche: • PIT (Progetti Integrati Territoriali) gli obiettivi di sviluppo e l’idea forza che ne consegue, sono riferiti principalmente ad un ambito territoriale, normalmente sub provinciale, e per la loro realizzazione possono prevedere interventi di tipo settoriale o multisettoriale. • PIS (Progetto Integrato Strategico) l’obiettivo del progetto integrato è lo sviluppo di settori strategici ai fini del superamento del ritardo della regione, attraverso interventi settoriali o multisettoriali, in grado di creare sistema. Si perde in questo caso l’elemento dello specifico territoriale. • PIF (Progetto integrato di Filiera) l’obiettivo del progetto integrato è lo sviluppo di filiere produttive. In questo caso si attenua la rilevanza dell’elemento territoriale e l’dea forza interessa la creazione od il rafforzamento di filiere produttive nei diversi settori economici (agricolo, agroindustriale, manifatturiero, ecc.). • PIAR (Progetto Integrato per le Aree Rurali) gli obiettivi di sviluppo e l’idea forza che ne consegue, sono riferiti principalmente ad un ambito territoriale ad elevata o 28 media ruralità, al fine di avviare un processo di rivitalizzazione delle aree che tenga conto di tutte le risorse e caratteristiche presenti nel territorio. Ad eccezione della Sicilia, l’individuazione delle tipologie di progetti integrati interviene già in fase di programmazione, a livello di POR (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia) o di CdP (Sardegna). Il quadro di dettaglio che emerge è di seguito riportato. La Regione Basilicata prevede due tipologie di PI: − Progetti integrati territoriali (PIT): progetti complessi composti da interventi intersettoriali strettamente collegati che convergono verso un obiettivo comune in un contesto territoriale definito; − Progetti Integrati di Sviluppo Urbano (PISU): progetti complessi che insistono sui due capoluoghi di provincia, Potenza e Matera, e rappresentano la modalità specifica di attuazione delle misure V.1 e V.2 dell’asse V “Città”. La Regione Calabria definisce 4 tipologie di progetti integrati. Il PIT (Progetto Integrato Territoriale) è un progetto integrato su base territoriale sub-provinciale, di tipo settoriale o multisettoriale, orientato al conseguimento di precisi obiettivi di sviluppo socio-economico di specifiche partizioni territoriali. Il PIS (Progetto Integrato Strategico) è uno strumento operativo di progettazione integrata, mirato allo sviluppo di quei settori riconosciuti strategici ai fini del superamento del ritardo della regione, attraverso soluzioni settoriali o multisettoriali, in grado di creare sistema. Il PIF (Piano Integrato per la Filiera) è uno strumento operativo di progettazione integrata finalizzato allo sviluppo del sistema agricolo ed agroindustriale calabrese attraverso lo sviluppo delle filiere produttive. Il PIAR (Piano Integrato per le Aree Rurali) è uno strumento operativo di progettazione integrata finalizzato allo sviluppo di unità territoriali a media o alta ruralità attraverso l’attivazione sinergica delle risorse disponibili (agricoltura, artigianato, risorse storico-culturali e naturalistiche), in grado di avviare un processo di rivitalizzazione delle aree rurali interessate, intese come sistema multifunzionale. La Regione Sardegna prevede, oltre ai Progetti Integrati Territoriali (PIT), Progetti Integrati di Filiera (PIF) per il rafforzamento delle filiere produttive esistenti nel settore dell’artigianato, dell’industria, dei servizi e la promozione di nuove filiere produttive a basso impatto ambientale (Mis. 4.4 “sviluppo integrato d’area). Anche la Regione Sicilia integra i PIT con un ulteriore strumento rappresentato dai Progetti Integrati Regionali (PIR) che, a differenza dei PIT, vengono promossi dall’Amministrazione Regionale riferendosi ad ambiti territoriali o tematici di livello regionale o subregionale. 29 Infine il Molise prevede due tipologie di PI: i Progetti Integrati Territoriali (PIT) promossi da attori locali ed i Progetti Integrati, rappresentati da progetti complessi che integrano diverse misure, senza specifico riferimento ad una circoscritta area territoriale e che vengono promossi dalla Regione. La tabella che segue indica che sui 120 PI approvati ben 116 sono rappresentati da PIT evidenziando, al di là del grado di avanzamento della programmazione, un chiaro orientamento da parte delle Autorità di gestione verso l’utilizzo della originaria modalità prevista per la realizzazione della progettazione integrata. Tab. 3.2 Regione Numero di PI per tipologia PISU - Progetto PIT - Progetto Integrato di Integrato Sviluppo Urbano Territoriale 2 8 10 10 11 Campania 43 43 Molise 7 7 Puglia 9 9 Sardegna 13 13 26 27 116 120 PIS - Progetto Integrato Strategico Basilicata Calabria 1 Sicilia 1 TOTALE 2 2 TOTALE I 120 PI approvati prevedono la realizzazione nel complesso di 3.63612 interventi, in media 35 per progetto, anche se il valore medio non dà conto delle differenze regionali che, nel caso dei PIT, oscilla da 13 a 53 interventi per PIT13. 12 Il dato è provvisorio, in quanto per i PIT individuati dalla Regione Calabria e dalla Regione Puglia, non si dispone di informazioni definitive sugli interventi approvati. 13 In appendice al testo è riportato l’elenco dei PI approvati. 30 Tab. 3.3 Regione Numero di interventi per tipologia di PI PIS - Progetto Integrato Strategico PISU - Progetto Integrato di Sviluppo Urbano PIT - Progetto Integrato Territoriale TOTALE 59 420 479 220 317 1.286 1.286 Molise 207 207 Puglia 434 434 Sardegna 163 163 729 750 3.459 3.636 Basilicata Calabria 97 Campania Sicilia 21 TOTALE 118 59 Tab. 3.4 Regione Numero medio di interventi per tipologia di PI PIS - Progetto Integrato Strategico PISU - Progetto Integrato di Sviluppo Urbano PIT - Progetto Integrato Territoriale TOTALE 30 53 41 22 60 Campania Molise 30 30 30 30 Puglia 48 48 Sardegna 13 13 28 25 32 35 Basilicata Calabria 97 Sicilia 21 TOTALE 59 30 3.3 Gli ambiti e le tipologie di intervento Gli ambiti di intervento rilevati si articolano in nove macrotipologie (Tab. 3.5) anche se la distribuzione dei PI evidenzia una loro polarizzazione su due tematiche, quella del turismo e dell’ambiente, legata a fattori culturali, ambientali e rurali e quella dello sviluppo locale ed industriale. 31 Tab. 3.5 AMBITO REGIONE Basilicata Calabria Campania Grandi Attrattori Culturali Molise Puglia Sardegna 1 1 1 1 Rafforzamento Dell'Identità Territoriale TOTALE 1 Miglioramento Della Qualità Ambientale Progetto Natura Sicilia 2 1 1 Riqualificazione Del Patrimonio Ambientale E 1 3 1 5 Sostenibilità Ambientale 1 1 Sviluppo Della Sostenibilità Ambientale 1 1 1 6 Culturale Valorizzazione Del Patrimonio Ambientale E 4 Storico-Culturale Valorizzazione Del Patrimonio Culturale 1 1 Connesso Alle Minoranze Linguistiche Ambiente e Cultura 1 1 1 8 1 2 2 5 19 Distretto Industriale 8 8 Programmazione Socio Economica Di Area 1 1 Industria 9 9 Creazione Di Un Sistema Turistico Integrato 1 1 1 1 Itinerari Culturali 2 2 Creazione Di Un Sistema Turistico Integrato 1 1 Riqualificazione Del Patrimonio Ambientale E Culturale Parchi Naturali 1 1 Riqualificazione Del Tessuto Urbano 2 3 1 6 Riqualificazione del Tessuto Urbano 2 3 1 6 Creazione Di Un Sistema Turistico Integrato 1 1 E-Economy 1 1 Generazione Di Nuove Ipotesi Di Sviluppo 1 Sostenibili Programmazione Socio Economica Di Area 1 1 Riqualificazione Del Tessuto Urbano 1 Sostenibilità Ambientale 1 1 Sviluppo Bio-Eco Sostenibile Dei Territori E 1 3 Dei Suoi Sistemi Umani Sviluppo Del Sistema Turistico-Culturale Sviluppo Dell'Economia Locale 1 1 4 3 13 1 1 1 4 4 Sviluppo Di Un Sistema Integrato Logistico- 1 1 Distributivo Valorizzazione Delle Risorse Locali 1 Sviluppo Locale 2 2 5 32 7 2 1 1 1 1 6 7 3 5 31 Segue Tab. 3.5 AMBITO Distretto Rurale Di Qualità REGIONE Basilicata Calabria Campania Molise 1 Puglia Sardegna 1 1 Settore Agricolo Riqualificazione Del Patrimonio Ambientale E 1 Culturale 1 1 1 1 1 Differenziazione Dell'Offerta Turistica Innalzamento Della Qualità Del Sistema Turistico Innalzamento Della Qualità Dell'Offerta 1 Turistica Progetto Natura 1 4 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 Sviluppo Del Sistema Turistico Sviluppo Del Sistema Turistico Integrato E Diffuso Turismo Rurale E Culturale 1 3 4 4 1 5 1 Valorizzazione Del Patrimonio Ambientale E 1 1 Storico-Culturale Valorizzazione Delle Risorse Locali 1 1 Valorizzazione Dell'Offerta Turistica 1 Turismo 1 2 Creazione Di Un Sistema Turistico Integrato 5 1 2 6 1 2 9 25 1 Differenziazione Dell'Offerta Turistica- 1 1 Ambientale Grandi Attrattori Culturali 1 6 1 Riqualificazione Del Patrimonio Ambientale E 1 Culturale Rivalutazione Patrimoniale Del Distretto Sviluppo Del Sistema Turistico-Culturale 2 Turismo Rurale E Culturale 1 1 1 2 1 1 1 1 Tutela E Fruizione Del Territorio Valorizzazione Del Patrimonio Ambientale E 4 1 3 1 1 1 Storico-Culturale 1 1 1 Turistico Rurale Turismo E Agricoltura 2 6 Rafforzamento Dell'Identità Territoriale TOTALE 4 1 Sostenibilità Ambientale Turismo, Cultura, Ambiente 1 1 Sistemi A Vocazione Turistica 1 1 1 Creazione Di Un Sistema Turistico Integrato TOTALE 2 Innovazione Dei Processi Produttivi Nel Agricoltura e Ambiente Rurale Sicilia 1 3 2 8 1 1 2 6 23 10 11 43 7 9 13 27 120 33 Analizzando le idee forza strategiche dei progetti14 nelle regioni in cui è maggiore la loro numerosità, si evidenziano due diversi orientamenti:l’associazione dell’idea forza a più generali condizioni di sviluppo del territorio, anche se lette secondo vocazioni tematiche (Basilicata e Sardegna), o una più spinta convergenza tra l’idea forza e gli interventi previsti nell’ambito del PI, come si constata nel caso della Campania e della Sicilia. L’individuazione degli obiettivi specifici da perseguire attraverso la singola programmazione riflette l’impressione appena evidenziata, in particolare se questi vengono messi in relazione all’idea forza15. Per cui i contesti nei quali si è in presenza di una chiara e circoscritta finalizzazione strategica individuano una struttura di obiettivi programmatici che forniscono indicazioni molto puntuali relativamente alla tipologia di interventi da finanziare. Al contrario, e coerentemente alla funzione assegnata all’idea forza, in altre realtà il fenomeno che emerge è quello di una estrema ampiezza degli obiettivi specifici, che in alcuni casi riflette la struttura degli obiettivi posta nei più generali documenti di programmazione regionale. Entrando nel merito delle tipologie di intervento si osserva che questi si suddividono equamente tra i progetti infrastrutturali e quelli rivolti a specifici settori produttivi (Tab. 3.6). Tab. 3.6 Regione Numero di interventi per settore di intervento TOTALE Settore produttivo Risorse umane Infrastrutture di base Varie Basilicata 305 34 139 1 479 Calabria 17 18 114 7 156 Campania 47 164 367 1 579 Molise 164 29 14 207 2 2 163 Puglia Sardegna 80 10 73 Sicilia 515 118 93 23 749 1.128 373 802 32 2.335 TOTALE In particolare i settori produttivi interessati dagli interventi (Tab. 3.6.a) sono il turismo, l’adeguamento e lo sviluppo delle zone rurali e le PMI e l’artigianato. 14 Riportate in appendice al testo. 15 Riportati in appendice al testo. 34 3 2 1 Pesca 98 TOTALE 42 13 29 24 4 Sicilia 33 14 Campania Molise 1 1 Calabria 9 8 1 296 122 13 36 41 10 74 72 28 8 26 10 35 139 32 1 75 11 7 13 22 16 6 433 219 43 10 67 5 89 373 118 10 164 29 18 34 TOTALE 16 15 1 1.128 515 80 47 164 17 305 Aiuti alle Aiuti alle Ricerca e TOTALE grandi PMI e Turismo innovazione imprese artigianato Azioni Integrazione Potenziamento Flessibilità positive per sociale istruzione e fp forze di lavoro le donne Sardegna 21 Politiche per il MdL Numero di interventi per categoria Risorse Umane 290 50 TOTALE 31 118 3 28 30 118 Sicilia 22 6 24 4 18 Sviluppo Agricoltura Silvicoltura zone rurali Numero di interventi per Categoria del Settore Produttivo Sardegna Campania Molise Calabria Basilicata Regione Basilicata Regione Tab. 3.6b Tab. 3.6a La distribuzione degli interventi per Asse dei POR (Tab. 3.7) riflette quanto già rilevato a livello generale circa le tematiche di intervento prevalenti, per cui si riscontra una forte concentrazione, oltre che nell’Asse e II Risorse Culturali, negli IV Sistemi locali di sviluppo e Assi I Risorse Naturali. Tab. 3. 7 Regione Numero di interventi per Asse I II III IV V Basilicata 39 76 34 269 59 Calabria Campania 92 68 43 347 72 88 59 17 36 56 Molise 73 59 29 46 VI VII TOTALE 477 3 2 9 314 578 207 Puglia 3 3 Sardegna 10 19 10 81 41 2 163 Sicilia 172 201 106 191 46 32 748 TOTALE 454 745 339 663 238 42 9 2.490 Gli interventi destinati alle risorse umane sono 373, pari al 16% circa del campione rilevato. E’ opportuno ricordare che non tutte le Regioni hanno previsto l’inserimento di interventi relativi alle risorse umane direttamente nei progetti integrati. La Sicilia, ad esempio, ha emanato un bando ad hoc destinato ai promotori dei progetti per la realizzazione di interventi a supporto della qualificazione delle risorse umane. Si tratta prevalentemente (Tab. 3.6.b) di attività formative16: • volte ai giovani per il loro inserimento professionale nei settori interessati dai PI spesso finalizzata alla formazione di specifici profili professionali; • di formazione continua per la qualificazione degli occupati e per la creazione e innovazione di impresa. In maniera più residuale sono presenti interventi a sostegno dell’economia sociale e delle politiche di genere. 3.4 Risorse finanziarie e impatto occupazionale atteso Le risorse programmate che prevedono l’utilizzo dei fondi comunitari dai 120 PI approvati ammontano a 3.796 milioni di euro, il peso dei PI sul totale delle risorse del QCS Ob.1 è pari al 7,5%. 16 Riportate in appendice al testo 36 Il peso dei diversi fondi (Tab. 3.8.a) riflette ovviamente la concentrazione degli interventi sia in termini di settori che di Assi ed è il seguente: • FESR 81,7%; • FEOGA 9,5%; • FSE 8,4%. Tab. 3.8a Regione Risorse programmate fondi comunitari FESR FEOGA FSE TOTALE SFOP Basilicata 240.240.500 59.991.598 18.276.224 Calabria 244.684.699 47.569.605 30.220.880 1.285.720.112 45.817.208 10.564.881 94.294.969 6.068.470 1.380.015.081 62.450.559 Puglia 232.613.132 99.831.139 88.043.993 420.488.264 Sardegna 236.859.316 15.662.786 10.980.329 263.502.431 Sicilia 816.025.225 126.848.723 71.967.064 2.102.186 1.016.943.198 3.101.960.192 360.468.731 319.851.930 13.429.038 3.795.709.891 Campania Molise TOTALE % 81,7 9,5 318.508.322 11.326.852 8,4 333.802.036 0,4 100,0 Il complesso delle risorse, sia pubbliche che private (Tab. 3.8.b), destinato alla realizzazione dei PI é pari a 6.422 milioni di euro ad indicare l’avvenuta integrazione tra programmi e finanziamenti diversi, tutti confluenti alla realizzazione dell’obiettivo programmato. Tab. 3.8b Risorse programmate pubbliche Regione UE Regione stato Altro Totale risorse Privati pubbliche Basilicata 318.508.322 46.002.525 Calabria 333.802.036 103.127.930 518.903.990 90.834.627 1.046.668.583 179.271.160 1.225.939.743 Campania 1.380.015.081 Molise 62.450.559 Puglia 420.488.264 Sardegna 263.502.431 Sicilia 364.510.847 4.960.000 TOTALE 369.470.847 112.584.593 413.472.857 1.906.072.531 484.096.532 2.390.169.062 4.780.632 7.440.686 181.073.175 68.853.538 123.302.853 1.016.943.198 67.231.191 67.231.191 677.855.663 287.781.943 965.637.606 386.805.284 386.805.284 1.016.943.198 1.016.943.198 TOTALE 3.795.709.891 110.568.616 812.561.758 747.247.031 5.466.087.296 956.109.635 6.422.196.931 % 59,1 1,7 12,7 11,6 37 85,1 14,9 100,0 Tab. 3.9 Costo degli interventi per settore di intervento Regione Settore produttivo Risorse umane Infrastrutture di base Varie no settore Basilicata 198.686.127 17.159.724 140.535.639 510.000 Calabria 18.677.050 6.622.000 65.018.000 1.000.000 317.418.518 72.418.447 752.908.288 323.000 56.525.913 6.068.470 4.748.129 Campania Molise Puglia TOTALE 356.891.490 92.429.452 183.746.502 1.143.068.252 67.342.512 31.624.579 132.264.107 163.888.686 Sardegna 189.479.803 12.741.327 184.584.154 Sicilia 766.807.217 71.684.673 142.523.172 34.060.064 1.015.075.126 186.694.641 1.321.941.961 35.893.064 224.693.560 3.316.817.854 TOTALE 1.547.594.629 386.805.284 Tab. 3.9b Regione Costo degli interventi per asse (costo intervento) 17 I II III IV V VI Basilicata 21.367.489 85.109.240 17.159.724 161.822.218 71.432.820 Calabria 65.709.679 19.054.843 24.276.038 52.676.288 18.635.048 1.767.371 Campania 77.328.941 714.309.626 41.609.996 30.027.000 277.492.690 2.000.000 Molise 18.847.312 18.252.175 6.068.470 24.174.555 26.372.443 40.217.963 14.093.425 187.735.999 no asse TOTALE 356.891.490 1.141.188 486.047 183.746.502 300.000 1.143.068.252 67.342.512 Puglia Sardegna VII 53.189.158 112.444.941 5.940.513 110.699.528 163.888.686 386.805.284 Sicilia 198.513.834 236.662.483 76.099.756 403.718.028 83.930.098 15.582.824 568.103 1.015.075.126 TOTALE 408.139.699 1.113.606.329 179.307.408 860.154.088 563.935.597 78.479.866 1.141.188 112.053.678 3.316.817.854 Il costo degli interventi per settore ricalca la distribuzione degli interventi tra i diversi settori già rilevata nella Tab. 3.6, segnalando un costo medio degli interventi in infrastrutture superiore a quello rilevato per gli interventi del settore produttivo. L’impatto occupazionale stimato è complessivamente pari a 5.119 nuovi addetti. Si sottolinea che questo risultato è prodotto sostanzialmente (4.000 addetti) da un intervento di un PIT della Regione Sardegna finalizzato alle infrastrutturazione del polo telematico della città di Cagliari., infatti in diverse regioni l’impatto occupazionale non è rilevabile. 17 Il totale delle tab. 3.9a e 3.9b non coincide in quanto non si dispone delle informazioni relative al settore e all’asse di riferimento per alcuni degli interventi censiti 38 3.5 I modelli di selezione La definizione delle procedure di selezione è sicuramente una delle variabili chiave per la lettura della programmazione integrata in quanto da queste derivano sia l’architettura complessiva del modello di intervento (caratteristiche del partenariato, ambiti territoriali, tematiche di progetto, ecc.), sia il peso dei processi di concertazione nel determinare il valore aggiunto di un progetto integrato rispetto all’ordinaria modalità di intervento. A un primo sguardo c’è una diversità netta dei modelli di selezione dei PI. Da una parte Sicilia, Sardegna e Molise hanno scelto procedure di evidenza pubblica, dall’altra Campania, Calabria, Puglia e Basilicata si caratterizzano per un’attività di concertazione e negoziazione che conduce all’approvazione definitiva dei PI. Tab.3.10 Numero di PI per procedura, per tipologia di PI Regioni PIS - Progetto Integrato Strategico PISU - Progetto Integrato di Sviluppo Urbano PIT - Progetto Integrato Territoriale TOTALE a bando negoziale a bando negoziale a bando negoziale a bando negoziale TOTALE Basilicata Calabria 2 8 1 10 10 10 1 10 11 Campania 1 42 1 42 43 Molise 2 5 2 5 7 9 9 Puglia 9 Sardegna Sicilia 1 TOTALE 2 13 26 2 42 13 27 74 44 13 27 76 Tuttavia, un’analisi più attenta dei casi regionali evidenzia, almeno nella prassi fin qui registrata, che la scelta tra i due modelli di selezione è stata comunque accompagnata da ampi processi di concertazione e strutturate procedure di selezione in capo al soggetto regionale. Nel primo caso (selezione a bando) le regioni hanno posto in essere, all’interno delle loro funzioni di regia, attività di concertazione volte a determinare una delimitazione preliminare degli ambiti territoriali, dei settori d’intervento e, in alcuni casi, dei soggetti ammissibili alla presentazione dei progetti. Nel secondo caso, dove la scelta della selezione negoziale attribuisce per definizione un ruolo centrale al partenariato, è stata invece rilevata la centralità della funzione decisionale delle amministrazioni regionali attraverso l’implementazione di sistemi di 39 120 valutazione strutturati, fortemente selettivi e orientati al miglioramento della qualità progettuale per il conseguimento degli obiettivi prefissati. Analizzando alcuni casi significativi si osserva, infatti, che: # all’interno di schemi che adottano procedure concorsuali, il momento negoziale e dell’accompagnamento è stato molto forte in Sicilia dove l’Amministrazione regionale ha promosso una lunga fase preliminare di concertazione/orientamento nei territori provinciali, a cui è seguita un’attività di assistenza/accompagnamento18, diretta a migliorare la qualità della progettazione, una selezione preliminare per l’accertamento dei requisiti di ammissibilità, fino a giungere alla selezione definitiva dei 27 PIT inseriti nelle graduatorie provinciali. # Inoltre, la Regione Sicilia, ha avviato tra le proposte non approvate un nuovo strumento (il PIR), che si caratterizza come asse portante della politica regionale per lo sviluppo locale e dove la titolarità o regia regionale è maggiormente garantita che nei PIT; # un altro esempio di come i modelli a bando sono stati basati su un forte ricorso alla negoziazione è quello della Sardegna dove il Gruppo Regionale di coordinamento (GRC) è intervenuto attraverso la valutazione dei progetti, ex ante e in itinere, ed ha indirizzato le funzioni di assistenza tecnica al supporto progettuale, con ciò influenzando in modo determinante le strutture programmatiche proposte nei PI presentati; # sul versante del modello negoziale, non abbiamo casi di modelli concertativi puri vista la determinante attività di valutazione da parte delle strutture regionali e la possibilità per l’ADG di non ammettere a finanziamento le proposte di progetto presentate. In Calabria, ad esempio, il modello prevede una valutazione preliminare del Nucleo di valutazione (attraverso un’interazione con i soggetti proponenti) al fine di integrare o modificare i quadri generali dei PIT proposti, a cui segue una seconda fase che valuta le integrazioni intervenute per la formale approvazione del quadro generale di ciascun PIT e del dettaglio delle operazioni. 3.6 I modelli di governo e di gestione L’analisi dei modelli regionali ha messo in luce come nelle diverse realtà la progettazione integrata abbia assunto la duplice valenza di modalità di attuazione del POR e di veicolo di innovazione del sistema amministrativo-istituzionale, secondo i principi della sussidiarietà e della programmazione concertata. La compresenza di questi obiettivi, non contrastanti tra loro, fa emergere un’apparente dicotomia rintracciabile, da un lato, nell’accentuazione della funzione del livello regionale (come si è visto in entrambe le tipologie di selezione adottate dalle Regioni) e, dall’altro, nella concomitante rilevanza che sta assumendo il ruolo delle autonomie locali. 18 La Regione Sicilia ha emesso, infatti, un particolare avviso pubblico per l’affidamento del servizio di accompagnamento nell’attività di redazione dei PIT. 40 Questo fenomeno è in parte da ricondursi all’ampiezza dei territori coinvolti e alle dimensioni finanziarie programmate (che in alcuni casi arrivano al 40% delle risorse del POR) e, dunque, al potenziale impatto che questo tipo di programmazione può determinare sui livelli di efficienza ed efficacia mostrati dai singoli POR. L’analisi condotta mette però chiaramente in evidenza una specificità e fisionomia propria dei modelli di governo della programmazione integrata che colloca le funzioni di governance centrali nella programmazione e valutazione e individua la rilevanza del livello locale nell’attuazione degli interventi. 3.7 Il ruolo regionale Nel contesto di questo quadro generale si osserva che i modelli regionali si differenziano tra loro per quanto riguarda il sistema di relazioni tra le funzioni regionali di indirizzo, coordinamento e valutazione dei processi e la progettualità dei sistemi locali. Vediamo come. In Basilicata è prevista una struttura apposita e unitaria per la gestione dei PIT. La Regione svolge un ruolo determinante, non solo di regia e indirizzo ma anche di accompagnamento e gestione. Infatti, con la delibera 1364/2001 che definisce i meccanismi procedurali del modello, la Regione ha scelto di mantenere un profilo “alto” evitando un modello in cui i compiti dell’Amministrazione si limitassero all’erogazione delle risorse finanziarie e al coordinamento della progettualità locale. L’elemento principale di questa soluzione gestionale è che l’amministrazione centrale deve innanzitutto garantire funzioni di coordinamento e di indirizzo mediante il Comitato di Pilotaggio e la Struttura di Sorveglianza. Il primo organismo è l’organo di rappresentanza istituzionale per la regia della progettazione integrata. La struttura di sorveglianza è invece l’organismo di validazione dei PIT. Esiste in Basilicata il Responsabile di collegamento PIT/POR che, individuato fra i dirigenti regionali responsabili di misura, ha il ruolo di coordinamento e collegamento fra la modalità di attuazione integrata e quella ordinaria per ciascuna area di programma. In Calabria si è già in presenza di due diverse fasi del modello di governo della programmazione integrata, con il passaggio da una prima, ispirata al “protagonismo locale” mediante forme diffuse di concertazione ad una seconda che vede la riaffermazione del ruolo dell’amministrazione centrale a seguito della difficoltà riscontrata nella progettualità locale delle aree più deboli. La prima versione delle Linee guida regionali concepisce i PIT come veri e propri progetti di sviluppo territoriali di una vasta area, centrati sulla programmazione dal basso e orientati a sostenere la razionalizzazione, la crescita e l’implementazione dei sistemi locali di sviluppo in Calabria. La particolarità della Calabria è, quindi, che i PIT vengono utilizzati non soltanto come strumenti operativi di razionalizzazione della spesa, 41 a partire dai principi di territorialità e integrazione enunciati nel QCS, ma anche come veicoli di una più ampia ridefinizione del campo delle politiche di sostegno allo sviluppo locale. Il modello regionale, come definito dalle Nuove Linee Guida del marzo 2002, si sviluppa prevedendo due livelli, uno di governo e un secondo di gestione: il primo è centrale e consente “il coordinamento ed il controllo delle attività dei PIT nel contesto delle scelte programmatiche e normative”. Il secondo livello è locale, coincide con i confini dell’area PIT e “consente lo sviluppo delle attività di programmazione e spese dei fondi a finanziamento e cofinanziamento di investimenti pubblici e privati”. L’operatività del nodo centrale di governo del processo è rappresentata dall’Unità Centrale di Coordinamento (UCC) dei PIT che coordina e verifica la coerenza fra le modalità di attuazione integrata e la modalità di attuazione del POR. Al posto dei referenti regionali per i singoli PIT, la Regione Calabria ha istituito l’Unità dei referenti PIT composta da 11 esperti con il compito di assistere i soggetti facenti parte dei PIT e relazionare sullo stato di avanzamento. La Puglia, è caratterizzata da un modello “incompleto” in quanto è poco sviluppata l’interazione fra le funzioni di regia regionale e le opportunità che emergono dai territori. Il ruolo guida è, comunque, dell’amministrazione regionale attraverso la nomina di un proprio soggetto interno, responsabile del coordinamento di tutte le attività delle misure coinvolte dal PIT al fine di garantire unicità di azione e di intervento per le competenze che restano in capo alla Regione. Dopo l’approvazione dell’accordo di Programma, la Regione rientra nel processo di attuazione attraverso l’istituzione di un Collegio di vigilanza e controllo, dotato anche di poteri sostitutivi, presieduto dal Presidente della Giunta Regionale e composto dai rappresentanti dei soggetti partecipanti all’accordo, che presiede al corretto andamento dell’accordo. Anche in Sardegna il ruolo guida della Regione è risultata una scelta obbligata a fronte di una limitata mobilitazione locale riscontrata nella fase iniziale di programmazione. Con la predisposizione di nuove Linee Guida si registra, infatti, un’inversione di rotta rispetto a quella iniziale ed un allineamento ad un modello a forte connotazione regionale che vede la nomina di un coordinatore regionale per ogni progetto in affiancamento al responsabile di livello locale. La struttura organizzativa regionale si compone anche del Gruppo Tecnico Regionale di Coordinamento (GRC) che coordina l’assistenza tecnica fornita dalla Regione ai soggetti proponenti assieme al coordinatore regionale del PIT. Caso analogo è il Molise dove, nonostante la procedura concorsuale, esiste un comitato di coordinamento presieduto dal Presidente della Giunta regionale e composto, tra l’altro, dai rappresentanti del partenariato locale. 42 In Sicilia il modello presenta caratteri di originalità; l’Amministrazione regionale ha funzioni di indirizzo e assistenza e le Province, come nel caso della Sardegna, hanno avuto un ruolo di grande rilievo nel processo di identificazione dei PIT in quanto soggetti istituzionali di riferimento sul territorio per il coordinamento del partenariato e della concertazione e, a livello territoriale, come ambiti di riferimento per la progettazione dei PIT. La Campania può essere definita come portatrice di un modello “contaminato” in quanto sono stati identificate due famiglie di progetti: una parte di iniziativa regionale (strettamente correlata ai programmi del POR), un’altra promossa da altri enti o attori e sviluppata mediante forme di concertazione. Il soggetto responsabile è l’Assessorato competente nel primo caso, un ente capofila nel secondo. In generale, quindi, il modello prescelto si caratterizza per una forte regia regionale che presenta però procedure di identificazione dei PI differenziate dove un ampio spazio è lasciato alle molteplici forme di partecipazione e di attivismo locale. 43 4) Organo di gestione 3) Organo di coordinamento 2) Organo di controllo istituzionale 1) Organo di rappresentanza IL RUOLO REGIONALE Regionale) - 44 - Coord. Regionale progetto (Sardegna) - Unità referenti PIT (Calabria) - Resp. Collegamento PIT/POR (Bas.) -Province (Sicilia) -Resp. di coord. (Puglia), - UCC (Calabria), Comitato di coord. (Molise), GTRC (Sardegna) - Collegio di vigilanza e controllo (Puglia) - Struttura di sorveglianza (Basilicata) - Comitato di Pilotaggio (Basilicata) Assessorato (Campania - progetti di iniz. - - Amm.zione e regionale (Sicilia, Puglia) I MODELLI DI GOVERNO E DI GESTIONE 3.8 Il ruolo locale In merito al ruolo locale si può evidenziare in quasi tutti gli ambiti regionali esperienze specifiche e talvolta innovative dell’organizzazione amministrativa che presiede alla realizzazione dei PI. In Puglia, con le modifiche al CdP (febbraio 2003), è stato introdotto un rafforzamento istituzionale del livello locale attraverso l’Accordo tra le Amministrazioni il quale diventa lo strumento principale di attuazione dei PIT e l’Ufficio Unico comune come centro unificato di spesa e di gestione locale. In Basilicata se, come si è visto, il ruolo regionale è robusto, deve essere anche capace, nell’intenzione degli amministratori locali, di innescare rapporti tra centro e periferia in grado di radicarsi significativamente nel territorio. Un esempio è la Partnership Locale Istituzionale (PLI) con la quale la Regione ha lasciato liberi i contesti locali di costruire le proprie ipotesi di sviluppo e le proprie modalità di azione. La PLI è infatti costituita dalle Amministrazioni Pubbliche territoriali ricadenti all’interno delle singole aree oggetto di progettazione integrata e ha la funzione di sovrintendere all’intero processo di concertazione da sviluppare sul territorio, in particolare approvando la proposta di PIT da candidare a finanziamento e valutando la proposta di accordo di programma da sottoscrivere con la Regione. Il soggetto responsabile è il legale rappresentante della PLI ed è quindi il firmatario degli accordi che si andranno a stipulare (Accordo normativo e Accordo di programma). Tale soggetto deve, inoltre, attivare al suo interno l’Unità di coordinamento e gestione (UCG) che si configura quale “ufficio comune” fra gli enti locali aderenti al PIT il cui titolare è il Project manager. In Calabria il modello prevede un doppio livello di gestione dal punto di vista amministrativo: la conferenza dei Sindaci come tavolo politico di mediazione tra gli interessi territoriali, e il Comitato di Gestione PIT con un ruolo esecutivo e gestionale. Esiste quindi una bipartizione tra un organo politico e una struttura di gestione al fine di rispondere ad esigenze di chiarezza e divisione delle responsabilità. Il modello locale prevede anche le Consulte economico-sociali con una funzione partenariale e una vasta partecipazione di associazioni di varia natura. La struttura di gestione a livello locale risulta così articolata nelle tre funzioni caratteristiche: • la funzione politica (i Comitati di gestione e le Conferenze dei Sindaci); • la funzione tecnica (i Responsabili unici di progetto e le Unità tecniche di gestione); • la funzione partenariale e di concertazione (la Consulta economico-sociale a livello locale). In Sardegna il soggetto responsabile del PIT (nominato con protocollo d’intesa di ciascun PIT) rappresenta l’unico referente locale nei confronti della Regione e 45 sottoscrive l’Accordo di programma in rappresentanza di tutti i firmatari del Protocollo d’Intesa. In merito ad aspetti spiccatamente gestionali è interessante sottolineare che le Amministrazioni comunali partecipanti a Progetti Integrati, a causa dell’esigenza di organizzare rapidamente i centri di gestione dei progetti, hanno avviato esperienze di realizzazione di Uffici Comuni o Unici19, come nel caso della Sicilia e della Basilicata. 19 Sono, in realtà gli Sportelli Unici previsti dal D. Lgs. N.112 del 31/3/1998 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali…” che, all’interno dell’autonomia organizzativa e finanziaria conferita ai Comuni, erano stato creati con compiti, tra i vari affidati, di assistenza nella raccolta e diffusione delle informazioni concernenti l’insediamento e lo svolgimento di attività produttive nel territorio regionali. Era altresì previsto che laddove fossero stipulati patti territoriali o contratti d’area, l’accordo tra gli enti coinvolti potesse prevedere che la gestione dello sportello unico venisse attribuita al soggetto pubblico responsabile del patto o del contratto. 46 3) Partenariato tecnico/operativa 2) Organo di gestione 1) Organo politico/istituzionale IL RUOLO LOCALE Resp. Unico e unità tecniche di gestione 47 - Consulte economico-sociali (Calabria) - Partership concertativa Locale (Basilicata) - - Unità di coord. E gestione (Basilicata) - Ufficio Unico Comune (Puglia, Sicilia, Basilicata) - Soggetto Responsabile (Sardegna) - PLI --> Soggetto responsabile(Basilicata) - Conferenza dei Sindaci (Calabria) - Accordo tra Amministrazioni (Puglia) I MODELLI DI GOVERNO E DI GESTIONE 3.9 Il ruolo del partenariato Nell’esperienza della programmazione integrata il partenariato, per quanto comprenda una significativa gamma di soggetti, è individuato prioritariamente nei soggetti istituzionali locali. In altri termini la governance locale è organizzata e promossa nelle sue funzioni, sempre dal soggetto pubblico istituzionale. Come si osserva dalle tabelle che seguono, la rilevanza del partner pubblico è data da due evidenze che emergono dall’analisi svolta: • Il soggetto proponente del PI è sempre, laddove rilevabile, un soggetto pubblico in prevalenza si tratta di Comuni, talvolta di Province o di partnership locali istituzionali (Patti Territoriali, GAL, Contratti d’Area,ecc.) ed in altri casi, meno frequenti, di istituzioni sovracomunali quali ad esempio Consorzi o Comunità Montane. Una diversa configurazione si riscontra nel caso della Campania dove il soggetto proponente è anche rappresentato dalla Regione; • La presenza di soggetti privati tra i partner si individua in meno della metà dei PI (57) e risulta concentrata quasi esclusivamente nei PIT, in particolare in quelli della Sicilia. La presenza dei privati, da intendersi come soggetti rappresentanti delle categorie economiche e sociali del territorio, è comunque numericamente rilevante all’interno del partenariato anche se questo risultato presenta una forte caratterizzazione geografica essendo riconducibile prevalentemente al comportamento dei progetti delle Regioni Sicilia e Calabria. Tab. 3.11 Numero di PI con presenza di privati, per tipologia di PI PISU Progetto Integrato di Sviluppo Urbano PIT - Progetto Integrato Territoriale TOTALE % sul totale 1 1 2 20,0 Calabria Campania 10 4 10 4 90,9 9,3 Molise 7 7 100,0 Puglia 1 1 11,1 Sardegna 6 6 46,2 26 27 100,0 55 57 47,5 Regione PIS - Progetto Integrato Strategico Basilicata Sicilia 1 TOTALE 1 1 48 Tab. 12 Numero di soggetti pubblici e privati, per tipologia di PI Regione PIS - Progetto Integrato Strategico PISU - Progetto Integrato di Sviluppo Urbano PIT - Progetto Integrato Territoriale TOTALE Privato Pubblico Privato Pubblico Privato Pubblico Privato Pubblico Totale Basilicata Calabria 1 59 147 144 111 60 147 147 111 207 258 Campania 19 332 19 332 351 Molise 96 173 96 173 269 Puglia 24 152 24 152 176 Sardegna 8 111 8 111 119 503 78 517 84 601 856 1.101 871 1.110 1.981 Sicilia 14 6 TOTALE 14 6 1 3 3 La composizione del partenariato privato include una gamma molto ampia di soggetti, la cui presenza sembra essere più condizionata dalle caratteristiche dell’economia locale che non dal contenuto specifico dell’ambito di intervento e dell’idea/forza del progetto, sottolineando in questo modo la valenza di “fattore di successo” assegnata al consenso degli attori locali. Tra le tipologie di soggetti privati si individuano infatti numerose associazioni di categoria, istituti di credito, università e centri di ricerca, imprenditori e consorzi industriali, associazioni culturali, religiose e sociali. In generale va sottolineata la rilevanza del partenariato anche nella fase di gestione del PI che si concretizza nella formalizzazione di sedi di confronto permanenti per il coordinamento e l’indirizzo nella fase attuativa degli interventi. Non mancano esempi in cui al partenariato viene affidato il ruolo di ulteriore specificazione delle strategie di intervento per il raggiungimento degli obiettivi del PI e di integrazione con altre iniziative, anche di programmazione negoziata, presenti nel territorio. 3.10 I modelli di territorializzazione L’identificazione delle aree territoriali investe, principalmente, la fase di programmazione regionale, o più precisamente, il processo partenariale che accompagna la stesura dei POR e dei CdP, assumendo in alcuni casi quale riferimento programmatico i sistemi territoriali identificati nel Piano di Sviluppo Regionale (Basilicata, Molise e Puglia20); la definizione degli ambiti territoriali viene anche definita dal POR, ma in linea di massima, rimandando a Protocolli quadri o Intese per le 20 Nel caso della regione Puglia, il POR ha definito ambiti territoriali di sperimentazione rimandando al CdP, a seguito dell’attività di partenariato istituzionale, per l’implementazione e la formalizzazione delle zone. 49 formali specificazioni (Campania). In altri casi si è direttamente passati ad una formale zonizzazione con delibera di Giunta Regionale a seguito di studi e ricerche nelle quali sono state fortemente coinvolte le Università (Calabria) o attraverso un processo di concertazione coordinato dalle Province che ha portato ad un documento formale in sede di Comitato di Sorveglianza (Sardegna). Ecco, nel dettaglio, le scelte programmatorie regionali. In Basilicata la programmazione regionale ha individuato tre tipologie di sistemi territoriali: # Aree a sviluppo sostanzialmente autosostenuto; # Aree a elevata potenzialità; # Aree emarginate dalle dinamiche economiche in atto. A partire da tali tipologie di sistemi territoriali la Regione ha delineato ambiti territoriali omogenei, all’interno dei quali ha assunto l’obiettivo di favorire il rafforzamento di complementarietà produttive e che in seguito al confronto partenariale, delle Province e dei livelli istituzionali sub provinciali (Comunità Montane e Comuni) ha definito 8 aree di attuazione della progettazione integrata. In Calabria l’Amministrazione regionale ha proposto una zonizzazione in 23 aree PIT con dimensione subprovinciale. All’interno delle singole province sono state infatti individuate: # aree urbane che presentano forti collegamenti con le città; # articolazioni territoriali istituzionali (comunità montane, associazioni di comuni, ASL, distretti scolastici); # aggregazioni territoriali utilizzate per l’avvio di altre iniziative locali di sviluppo (GAL, Contratti d’area); # aggregazioni territoriali costituite da comunità locali omogenei dal punto di vista socio economico e con forti identità culturali (area grecanica, paesi albanesi). La Campania ha adottato un modello di territorializzazione molto diverso dalle altre regioni: Il POR ha infatti identificato due tipi di PI tra i quali i progetti che integrano in filiera attività di un unico comparto o di un unico tema rendendo così possibile che un comune partecipi anche a più PIT. I 51 PIT sui riferiscono territorialmente infatti a: # Parchi Regionali # Grandi Attrattori Culturali, # Itinerari Turistici Regionali # Portualità Turistica # Sistemi Turistici # Distretti Industriali # Sistemi Industriali # Poli e Filiere # Città Capoluogo 50 In Sardegna l’identificazione degli ambiti territoriali e tematici dei PI è scaturita dal processo di concertazione coordinato dalle quattro province che ha condotto all’identificazione di 19 aree territoriali identificate nel CdP. Ma le nuove linee guida per la selezione 2002 hanno prodotto un passaggio di trasferimento in quanto hanno demandato l’identificazione degli ambiti territoriali e tematici ai soggetti promotori al momento della presentazione della proposta, e ai Comuni è data la possibilità di rivedere, in sede di partenariato istituzionale, la propria appartenenza ad un’area. La regione ha pubblicato un bando “sperimentale” che, riprendendo le indicazioni specifiche del CdP, ha esplicitato per ciascuna area territoriale: • il tema che dovrà orientare l’idea forza, • l’elenco dei comuni appartenenti all’area territoriale • le priorità strategiche In Sicilia, non sono state individuate preventivamente aree territoriali da ammettere alla presentazione dei PIT, ma, in ragione della rilevanza del ruolo delle Province nella costruzione dei PIT, è stato scelto un processo di aggregazione tra le Province intorno a obiettivi di sviluppo condivisi. Per esempio il bando ha previsto che ciascun PIT dovesse essere proposto da almeno due Enti locali territoriali siti in uno stesso territorio provinciale (ad eccezione dei Comuni di Palermo, Catania e Messina). Altra particolarità. Potevano essere promossi, per motivate ragioni di omogeneità socioterritoriale, PIT che comprendevano territori comunali siti in più province contigue. Infine, il Molise, prendendo come riferimento il PSR, ha identificato quattro sistemi territoriali: # sistema di Isernia Venafro # sistema dell’Alto Molise # sistema del Molise centrale # sistema del Basso Molise Le scelte programmatorie regionali si riflettono ovviamente anche sui dati relativi all’attuazione che fanno emergere un quadro molto differenziato tra le regioni, dato tuttavia condizionato da una non uniforme disponibilità di informazioni e da una non completa programmazione attuativa. Nonostante la parzialità dell’informazione si possono sottolineare alcuni elementi significativi: • un grado di copertura totale, o comunque molto elevato, del territorio regionale nel caso della Basilicata, Molise, Puglia e Sicilia; • valori di copertura dei diversi universi di riferimento (Comuni, superficie e popolazione) che risultano significativi nel caso della superficie regionale coperta (68%) e della popolazione residente (86%); 51 • di norma l’appartenenza del singolo Comune ad un solo PI. Questo aspetto può essere positivamente sottolineato come conferma di una modalità programmatoria fortemente mirata ed aderente alle specificità territoriali e dell’idea forza progettuale. Tab. 3.13 Comuni di localizzazione dei PI (*) Regione N° comuni Superficie Pop. Comuni per Regione N° comuni Superficie N° comuni 131 9.994 595.727 131 Calabria 185 7.198 1.169.247 409 15.079 1.993.274 45,23 47,74 58,66 Campania 325 9.123 5.770.380 551 13.589 5.652.492 58,98 67,13 102,09 Molise 170 5.563 359.106 136 316.548 125,00 125,37 113,44 Puglia 232 14.976 3.660.426 258 19.364 3.983.487 89,92 77,34 91,89 91 7.356 837.781 377 24.084 1.599.511 24,14 30,54 52,38 331 21.632 3.880.642 390 25.696 4.866.202 84,87 84,18 79,75 1.465 75.842 16.273.309 2.252 112.245 19.007.241 65,05 67,57 85,62 Sicilia TOTALE 4.437 (*) I Comuni sono contati più volte se compaiono in più PI. 52 595.727 100,00 Superficie Pop. Basilicata Sardegna 9.994 Pop. % 100,00 100,00 Sicilia Molise Campania Puglia Sardegna Calabria Basilicata I MODELLI DI: 4 sistemi territoriali (sistema di 53 Aggregazione tra le Province Molise) Isernia Venafro, Alto Molise, Molise centrale, Basso Identificazioni di •Definizione di ambiti tematici (non settoriali) Definizione di 10 aree territoriali territoriali demandata ai soggetti promotori Linee guida 2002: definizione ambiti Cdp: definizione di 19 aree territoriali 23 aree PIT con dimensione subprovinciale. Suddivisione territorio in 8 aree TERRITORIALIZZAZIONE A BANDO A BANDO NEGOZIALE NEGOZIALE A BANDO NEGOZIALE NEGOZIALE 54 MONOGRAFIE REGIONALI 55 PREMESSA Di seguito sono approfonditi, per ciascuna regione, gli aspetti di programmazione e di attuazione implementati nel territorio, al fine di avviare i Progetti Integrati. Si è proceduto alla ricostruzione del quadro normativo di riferimento, per evidenziare la strategia che la regione ha inteso intraprendere nell’attivazione dei P.I. . Tale rilevazione si conclude con lo stato dell’arte rispetto alla data di pubblicazione. A conclusione di ogni singola monografia regionale sono allegate delle schede sinottiche elaborate sullo standard della Tabella 1, che hanno l’obiettivo di esplicitare con maggiore chiarezza, rispetto a ciascuna fase e sottofase prevista, i relativi documenti programmatici e attuativi. Ove disponibile è stato fornito l’indirizzo Internet presso il quale tale documentazione è reperibile. 56 Regione Basilicata 1. Inquadramento generale Il modello regionale di programmazione attuativa dei Progetti Integrati in Basilicata si caratterizza per l’utilizzo di una procedura negoziale, attuata in diverse fasi e definita dai seguenti documenti: Strategia regionale • Programma Operativo Regionale Basilicata 2000-2006 - Approvato con Decisione della Commissione Europea n.2372 del 22 agosto 2000; • Complemento di Programmazione del POR Basilicata 200-2006 - Deliberazione del Consiglio Regionale n.157 del 13 marzo 2001; Formalizzazione/implementazione delle indicazioni dei POR e CdP • D.G.R. n.1364 del 19 giugno 2001- Attivazione dei Progetti Integrati Territoriali; Le Linee Guida regionali • Linee Guida per la gestione del PIT - Regione Basilicata in collaborazione con il Formez; • Linee Guida sul partenariato - Costruire i PIT partendo dai territori: criteri e metodi della concertazione e del partenariato - Documento della Regione Basilicata in collaborazione con il Formez Definizione delle modalità procedurali del singolo PI • Accordi normativi sottoscritti tra la regione Basilicata e i Soggetti Responsabili; Lo stato attuale della programmazione attuativa Accordi di programma sottoscritti tra la regione Basilicata e i Soggetti Responsabili. 2. La strategia regionale Il POR Basilicata si limita a definire la progettazione integrata come “un ulteriore opportunità per perseguire finalità di riequilibrio spaziale e economico” e stabilisce, coerentemente alle Linee guida per la predisposizione dei Complementi di Programmazione (CdP) i diversi temi che il CdP dovrà definire. Per quanto riguarda le modalità di gestione, il POR, riprendendo le disposizioni del QCS, dà mandato alla Regione di “provvedere a nominare con apposito atto formale il proprio soggetto interno responsabile del coordinamento di tutte le attività tra i vari responsabili di Misura del 57 POR” interessati dal progetto integrato al fine di garantire unicità di azione e intervento per le competenze che restano in capo all’Amministrazione tra cui anche la valutazione ex-ante e in itinere del progetto integrato”. Il Complemento di Programmazione delinea diversi aspetti della strategia regionale di progettazione integrata indicando: gli Assi/misure/azioni riferibili ai PIT (vedi tabella 2) i seguenti ambiti territoriali all’interno dei quali favorire il rafforzamento (o la nascita) di complementarità produttive, e soprattutto della coesione economica e sociale: Vulture-Alto Bradano, Potentino, Val d’Agri - Sauro, Lagonegrese-Senisese-Pollino, Materano, Metapontino. All’interno di tali ambiti territoriali il POR ha definito le seguenti aree dove sono presenti le condizioni minime per l’attuazione del PIT: 5 aree nella provincia di Potenza: Comunità montane Lagonegrese, Sinni e Val Sarmento; Comunità montane Medio Agri ed Alto Agri, più i comuni di Corleto Perticara e Guardia Perticara (CM Camastra – Alto Sauro); Comunità montane Marmo Platano e Melandro; Comunità montane Vulture ed Alto Bradano, più i comuni di Lavello e Montemilone; Comunità montana Alto Basento, più i comuni di Anzi, Laurenzana, Calvello, Abriola (CM Camastra – Alto Sauro). 3 aree nella provincia di Matera: Area 1: Bernalda, Pisticci, Montalbano J., Scanzano J., Policoro, Tursi, Colobraro, Rotondella, Nova Siri, Valsinni, S. Giorgio L.; Area 2: Tricarico, Accettura, Aliano, Calciano, Cirigliano, Craco, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Oliveto L., Salandra, S. Mauro Forte, Stigliano; Area 3: Montescaglioso, Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Pomarico. In merito alla modalità di attuazione, il CdP dopo aver stabilito che nei territori oggetto di applicazione del PIT le misure POR attivabili mediante questo strumento d’intervento sono applicate, esclusivamente attraverso questa forma che, di conseguenza, non potrà trovare applicazione in uno stesso territorio una doppia forma di gestione per una stessa misura, stabilisce che l’attuazione delle misure di riferimento dei PIT, verrà gestita: a livello regionale relativamente ai regimi di aiuto ed alle attività formative, applicando le indicazioni definite a livello territoriale circa la quantificazione delle risorse e i criteri di selezione delle operazioni; a livello locale mediante una forma negoziata sul territorio per le operazioni a carattere infrastrutturale. Questa forma di attuazione, che mantiene sulla Regione la gran parte delle responsabilità gestionali ed attuative, potrà essere superata con l’attuazione diretta da parte del soggetto promotore laddove vi sia una comprovata efficienza gestionale, verificata a metà percorso dal valutatore indipendente. Formalizzazione/implementazione delle indicazioni dei POR e CdP 58 Definita dal POR e dal CdP la strategia regionale, sebbene in modo non esaustivo, la D.G.R. n.1364/2001 “Attivazione dei Progetti Integrati Territoriali” oltre a recepire e implementare le linee programmatiche, è il documento base del modello regionale di progettazione integrata in quanto innesca il processo dei PIT stabilendo le modalità e le procedure per l’attivazione dei progetti, le risorse da destinare, i compiti, le funzioni e i ruoli dei soggetti coinvolti. In particolare la delibera: • assume gli ambiti territoriali della progettazione integrata e gli Assi/misure di riferimento già stabilite dai documenti programmatici precedenti; • approva il quadro finanziario, definito nell’Allegato A contenuto nella delibera, destinando agli otto PIT 170 milioni di Euro ripartiti tra il FESR (73 Meuro), FEAOG (57 Meuro) e FSE (40 Meuro), Ai due PISU (Progetti Integrati di Sviluppo Urbano) 83,363 Meuro, chè è la cifra prevista dal POR per l’asse V “Città”, al finanziamento delle azioni di sistema e di accompagnamento all’implementazione dei PIT 400.000 Euro. La DGR rimette, inoltre, alla Struttura Unica di Sorveglianza dei PIT, la formulazione di un’ipotesi di assegnazione del premio di performance basata su diversi criteri: il tasso di cofinanziamento dei PIT da parte delle Amministrazioni locali, il coinvolgimento di risorse di operatori privati, la tempestività nell’attuazione dei PIT, il tasso di concentrazione ed integrazione degli interventi, il grado di raggiungimento degli obiettivi indicati nel PIT. • definisce, nell’Allegato B, la composizione e i compiti dei seguenti organismi: a. il Comitato di Pilotaggio del processo di attivazione dei PIT, composto da rappresentanti dei Ministeri per i beni e le Attività culturali e degli Interni, dell’ l’Autorità di Gestione del P.O.R. Basilicata, delle Province e di diverse aziende di promozione turistica e sviluppo locale, ha i seguenti compiti: - verifica che i PIT e le operazioni in essi attivate siano compatibili con gli obiettivi di sviluppo equilibrato del territorio di riferimento; - assicurare la regia complessiva del processo di implementazione dei PIT; - attendere alla costituzione dei tavoli di concertazione locale, avvalendosi dell’assistenza e del supporto della Struttura Unica Regionale di Sorveglianza dei PIT e del Formez; - cooperare con le Partnership Locali Istituzionali e le Partnership Concertative Locali nell’adempimento dei loro compiti; - coordinare ed orientare le azioni di sistema e di accompagnamento relative alla attivazione dei PIT; - formulare osservazioni e pareri in merito alle strategie di sviluppo avanzate all’interno delle proposte di PIT; - assistere la Regione Basilicata e le Partnership Locali Istituzionali nella sottoscrizione di accordi ed intese relativi all’implementazione dei PIT; b. la Struttura Unica Regionale di Sorveglianza dei PIT, composta da rappresentanti dell’Autorità di Gestione del POR, Coordinatore del FSE, Coordinatore del FEAOG, Dirigente 59 generale del Dipartimento Attività Produttive e Politiche dell’Impresa, Autorità Ambientale, Coordinatore del N.R.V.V.I.P., svolge i seguenti compiti: coordinare e vigilare sul processo di attivazione ed attuazione dei PIT; formulare proposte per l’assegnazione alle Partnership Locali Istituzionali di risorse in merito alle azioni di sistema e di accompagnamento; provvedere all’istruzione delle proposte di PIT presentate dalle Partnership Locali Istituzionali, al coordinamento delle attività di verifica di conformità delle stesse rispetto alle indicazioni del POR e del CdP ed alla formulazione di eventuali ipotesi di modifica ed adeguamento; avanzare proposte in merito all’individuazione dei responsabili regionali unici del collegamento fra POR e PIT ed assicurarne il coordinamento nello svolgimento dei loro compiti; provvedere alla predisposizione degli atti opportuni all’approvazione dei PIT ed alla stipula di accordi ed intese fra Regione Basilicata e Partnership Locali Istituzionali; assicurare unitarietà di indirizzo alle azioni di controllo, monitoraggio e verifica degli interventi finanziati dai PIT; proporre alle Partnership Locali Istituzionali l’adozione di modifiche ed adeguamenti dei PIT che si rendessero opportuni nel corso della loro attuazione; formulare ipotesi operative per l’assegnazione del premio di performance. disciplina gli aspetti gestionali e quindi il ruolo e le sfere di attività dei rispettivi organi. c. la Partnership Locale Istituzionale (PLI) è costituita dalle Amministrazioni pubbliche territoriali ricadenti all’interno delle singole aree oggetto di progettazione integrata territoriale. Ha la funzione di sovrintendere all’intero processo di concertazione da sviluppare sul territorio, ed in particolare di: - approvare la proposta di PIT da candidare a finanziamento, nonché adottare le eventuali modifiche richieste dalla Regione; - valutare la proposta di accordo di programma da sottoscrivere con la Regione. - adottare le variazioni del PIT (rimodulazioni del quadro finanziario, riprogrammazione degli interventi, sostituzioni di operazioni, ecc.) che si rendessero necessarie durante la fase di attuazione del progetto. d. la Partnership Concertativa Locale (PCL) è costituita dai rappresentanti degli interessi collettivi sia sociali che economici (associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, ordini professionali, associazioni ambientaliste culturali e di volontariato, consorzi di operatori, ecc.), presenti ed operanti all’interno delle singole aree PI.. Il tavolo del partenariato economico e sociale è attivato di concerto dal Comitato di Pilotaggio e dalla Partnership Locale Istituzionale. Alla PCL, in quanto organismo consultivo e di rappresentanza degli interessi collettivi coinvolti nella realizzazione del PIT, è riconosciuta la missione di assicurare la condivisione della proposta progettuale di sviluppo locale formulata nel PIT da parte degli attori sociali e degli operatori economici presenti nel territorio. 60 In particolare, a tale organo sono attribuiti i seguenti compiti: - segnalare fabbisogni sociali ed istanze presenti nel territorio e concorrere alla definizione delle azioni di sistema e di accompagnamento; - formulare indicazioni, orientamenti, proposte, ecc., in merito ai contenuti della proposta progettuale; - esprimere osservazioni, pareri, valutazioni, ecc., in relazione alla proposta di PIT da candidare a finanziamento, ed alle eventuali proposte di adeguamento e modifica, anche rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale; - avanzare considerazioni circa la proposta di accordo di programma fra Regione e Partnership Locale Istituzionale; - vigilare sul processo attuativo del P.I.T. e concorrere alla valutazione degli - obiettivi realizzati. e. il Soggetto Responsabile del PIT è individuato, fra le Amministrazioni Pubbliche componenti la Partnership Locale Istituzionale dotate di dimensioni organizzative e professionali tali da garantire un’efficace azione di coordinamento e gestione del PIT Al Soggetto Responsabile del PIT, è attribuito l’esercizio di ogni potere di iniziativa necessario ed opportuno ad assicurare l’efficiente ed efficace attuazione del PIT. In particolare, è titolare dei poteri di: - rappresentanza esterna ed unitaria della Partnership Locale Istituzionale, anche nei confronti del Comitato di Sorveglianza POR Basilicata - gestione dei rapporti della Partnership Locale Istituzionale sia con il Comitato di Pilotaggio che con il Soggetto Responsabile del collegamento POR-PIT, e più in generale con l’Autorità di Gestione del POR, nel corso dell’intero ciclo di vita del P.I.T.; - convocazione della Partnership Locale Istituzionale e della Partnership Concertativa Locale; - sottoscrizione di accordi ed intese sia con la Regione Basilicata sia con altri operatori pubblici e privati relativi all’attivazione ed implementazione del PIT; - coordinamento ed indirizzo delle attività di elaborazione progettuale nonché delle azioni di sistema e di accompagnamento; - attivazione dell’Unità di Coordinamento e Gestione del PIT; - nomina del Project Manager, previo assenso della Partnership Locale Istituzionale; - indirizzo e vigilanza sulle attività di gestione amministrativa, contabile, finanziaria, organizzativa e tecnica del PIT da parte del Project Manager e dell’Unità di Coordinamento e Gestione del PIT. f. L’Unità di Coordinamento e Gestione (UCG) è l’ufficio comune, incardinato all’interno dell’Amministrazione Pubblica individuata quale Soggetto Responsabile del PIT, cui delegare l’esercizio di funzioni pubbliche da parte degli enti sottoscrittori dell’accordo. All’UCG è assegnata la missione generale di assicurare la gestione unitaria del PIT attraverso: - la predisposizione di tutti gli atti necessari ed opportuni ad assicurare l’attivazione e la funzionalità sia della Partnership Locale Istituzionale che della Partnership Concertativa Locale; 61 - l’assistenza al Soggetto Responsabile del PIT ed al Project Manager nei rapporti sia con il Comitato di Pilotaggio che con il Soggetto Responsabile del collegamento POR-PIT; - il supporto logistico-operativo nell’attivazione dei tavoli di concertazione locale; - l’assistenza tecnico-amministrativa nello svolgimento delle azioni di sistema e di accompagnamento; - l’istruzione e redazione della proposta di PIT da candidare a finanziamento; - la predisposizione di tutti i provvedimenti opportuni per la sottoscrizione di accordi ed intese fra Partnership Locale Istituzionale e Regione Basilicata. - Inoltre, gli atti costitutivi della Partnership Locale Istituzionale possono prevedere l’affidamento all’Unità di compiti ulteriori quali, ad esempio, la gestione di procedimenti amministrativi relativi allo svolgimento di gare di appalto, di affidamento di incarichi professionali, ecc.; il coordinamento operativo delle attività di monitoraggio fisico finanziario e procedurale, la sorveglianza e la vigilanza sul processo attuativo e del PI. nel suo complesso e delle singole operazioni che lo compongono. - g. Il Project Manager, è il titolare dell’UCG del PIT a cui è attribuita la responsabilità della piena e corretta attivazione del PIT e del raggiungimento degli obiettivi in esso indicati. - In particolare, al Project Manager sono assegnati i seguenti compiti: - assistere il Soggetto Responsabile del PIT nell’adempimento delle sue funzioni istituzionali, attuandone gli indirizzi gestionali ed operativi; - raccordare le attività di pertinenza della Partnership Locale Istituzionale e della Partnership Concertativa Locale; - cooperare con il Comitato di Pilotaggio ed il Formez all’attivazione del tavolo di concertazione locale; - istruire ed indirizzare le azioni di sistema e di accompagnamento relative al PIT; - sovrintendere alla elaborazione e predisposizione della proposta di PIT, nonché ad eventuali adeguamenti e modifiche richiesti dalla Regione Basilicata; - concorrere alla formulazione di accordi ed intese con la Regione Basilicata - attinenti all’implementazione del PIT; - assicurare unità di indirizzo alle funzioni pubbliche delegate all’UCG del PIT, nonché vigilare sul rispetto delle indicazioni contenute nel POR e nel CdP da parte dei soggetti beneficiari ed attuatori degli interventi; - coordinare le attività di monitoraggio, rendicontazione e valutazione interna relative all’attuazione del PIT; - avanzare al Soggetto Responsabile del PIT proposte di adeguamento e modifiche del progetto approvato, nonché di esercizio di poteri di intervento, allorché ne ricorressero le condizioni; - adottare ogni iniziativa utile al buon esito del progetto. h. Al Responsabile Regionale di Collegamento PIT-POR individuato tra i dirigenti regionali responsabili di misura del POR Basilicata, è assegnato il compito di assicurare il continuo e costante raccordo fra il POR ed il processo implementativo ed attuativo della progettazione integrata sul territorio. 62 In particolare gli sono assegnati i seguenti compiti: - relazionarsi sia con il Comitato di Pilotaggio e la Struttura Unica Regionale di Sorveglianza PIT sia con il Comitato Promotore ed il Soggetto Responsabile del PIT; - raccordarsi con i vari responsabili regionali delle misure POR attivate dal PIT; - concorrere all’attivazione del PIT, partecipando al tavolo di concertazione locale; - affiancare la PLI nelle attività di elaborazione della proposta progettuale e di attuazione delle azioni di sistema e di accompagnamento; - assistere la Regione Basilicata e la PLI nella sottoscrizione di accordi ed intese relativi all’attivazione dei PIT; - sorvegliare il processo attuativo del PIT, - formulare ipotesi di adeguamento e modifica del PIT, nonché di sostituzione di singole operazioni, che si rendessero necessarie ed opportune per il buon esito del programma. Infine, la DGR affida al Formez lo svolgimento di azioni di supporto ai tavoli di concertazione istituzionale e sociale relativi all’attivazione dei PIT, da ricondurre all’interno del progetto R.A.P. 100, nonché di avvalersi dello stesso istituto per la collaborazione in tema di azioni di sistema e di accompagnamento e approva la modulistica per la redazione dei PIT contenuta nell’Allegato E della delibera. 1. Le Linee Guida regionali Le “Linee Guida per la gestione del PIT”, formulati dalla Regione Basilicata in collaborazione con il Formez, non è un documento normativo in quanto non introduce nuove regole supplementari alla DGR 1364/2001 ma richiama i principi e la disciplina esistente in materia di organizzazione e gestione dell’UCG allo scopo di favorire il processo integrativo che gli enti, con i vari atti negoziali nazionali21, si sono impegnati ad attuare. L’UCG, istituito a norma dell’art. 30, comma 4 del D.Lgs. 267/2000 presso il Soggetto responsabile, è un ufficio comune a tutti gli enti rientranti nella Partnership Locale Istituzionale avente il compito di redigere materialmente il PIT e di curarne l’attuazione. Come noto, a capo dell’UCG vi è un Project Manager, esperto in programmazione negoziata, con autonome funzioni dirigenziali che ha il compito di svolgere tutti gli atti di natura gestionale occorrenti per la redazione e la successiva attuazione del PIT. Le linee Guida descrivono le forme gestionali previste per l’attuazione del PIT in relazione agli ordinamenti contabili e alla gestione amministrativa. In sintesi: • la forma accentrata vede l’assunzione di un ruolo gestionale attivo da parte dell’UCG che è titolare unico della gestione finanziaria, curandone tutti gli adempimenti contabili, dall’impegno alla spesa e rendicontando tutte le spese del PIT alla Regione, senza trasferirle ai singoli enti. A livello amministrativo l’UCG, per effetto della delega della PLI, svolge le funzioni di stazione appaltante per conto di ciascun ente attuatore dell’intervento 21 Accordo ex art.15 L.241/90; convenzione ex art. 30 D.Lgs. 267/2000; accordo di programma ex art. 34 D.Lgs. 267/2000. 63 • la forma decentrata vede, invece, l’UCG assumere principalmente un ruolo di coordinamento funzionale del PIT. A livello finanziario la Regione Basilicata trasferisce le risorse al Soggetto Responsabile e questi a sua volta trasferisce agli enti attuatori i finanziamenti previsti dall’accordo di programma per la realizzazione delle opere. A livello amministrativo l’UCG assume il ruolo di coordinatore dell’attività dei singoli enti legata al PIT, curando il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale delle attività legate al PIT ma, di regola, la titolarità della gestione amministrativa delle singole procedure legate al PIT rimane in capo agli uffici dei singoli enti e non viene delegata all’UCG. Le Linee Guida sul partenariato “Costruire i PIT partendo dai territori: criteri e metodi della concertazione e del partenariato”, formulati dalla Regione Basilicata in collaborazione con il Formez, costituiscono uno strumento di lavoro per le Amministrazioni locali in quanto contengono: • regole generali di concertazione (soggetti, scopi, punti di forza e di debolezza della concertazione); • le regole della PLI e l’individuazione delle modalità operative di attivazione del partenariato istituzionale, nonché le relazioni tra partenariato e governo del POR; • le regole e fasi della PCL, le responsabilità del soggetto capofila nei processi concertativi e le relazioni fra partenariato istituzionale e concertazione locale; • il processo di attivazione del partenariato in Basilicata così come definito dalla DGR 1364/2001 e ulteriori riflessioni in proposito. 2. Definizione delle modalità procedurali In Basilicata le modalità procedurali del singolo PI sono state attraverso gli Accordi Normativi che, stipulati tra la Regione Basilicata e il soggetto responsabile dell’Area PIT di riferimento, rappresentano il primo passo verso l’approvazione del PIT, prima dell’Accordo di Programma. In particolare con la sottoscrizione degli accordi normativi sono stati indicati: • analisi di contesto, analisi forza, idea-forza ed obiettivo generale, strategia di intervento ed obiettivi specifici; • i piani finanziari delle singole aree PIT; • i criteri e le modalità per la selezione delle operazioni a carattere infrastrutturale e per la definizione dei bandi relativi sia ai regimi di aiuto che alle azioni formative; • le operazioni a carattere infrastrutturale a carico delle Amministrazioni locali per il cofinanziamento. 5. Lo stato della programmazione attuativa al gennaio 2004 Allo stato attuale, tutti i PIT ed i PISU sono stati approvati mediante la sottoscrizione dei relativi accordi di programma, che contengono le schede progettuali complete approvate. Il CdP (come modificato nel febbraio 2003) contiene nell'allegato N le schede sintetiche relative ai singoli PIT approvati e nell'allegato M le schede tecniche dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano (PISU) di Potenza e Matera. 64 La lista dei dieci accordi programma sottoscritti tra la Regione Basilicata e i Soggetti Responsabili dei PI è riportata nella Tabella. 65 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE BASILICATA 66 PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) REGIONALE PROGRAMMAZIONE Fase Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP http://www.regione.basilicata.it/cfapps/ bur/bollettini/45parteI_01-07-01.PDF 67 http://db.formez.it/FontiNor.nsf/cf14c9 Linee Guida per la gestione del PIT - Regione Basilicata 5764052eafc1256b640050084a/8206e1 in collaborazione con il Formez ecc8e62fd2c1256d73004f0eb4?OpenD ocument POR Basilicata - Attivazione dei Progetti Integrati Territoriali - D.G.R. n.1364 del 19 giugno 2001 CDP Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Complemento di Programmazione del POR Basilicata http://www.regione.basilicata.it/sportell 200-2006 - Deliberazione del Consiglio Regionale n.157 oeuropa/default.cfm?fuseaction=dir&di del 13 marzo 2001 r=208&doc=&link= Fonte POR Titolo Documento Programma Operativo Regionale Basilicata 2000-2006 - http://www.regione.basilicata.it/sportell Approvato con Decisione della Commissione Europea oeuropa/default.cfm?fuseaction=dir&di n.2372 del 22 agosto 2000 r=202&doc=&link= Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase REGIONE BASILICATA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Fase Valutazione dei PI Definizione delle modalità procedurali del singolo PI Definizione delle modalità generali della procedura 68 La Struttura Unica regionale di Sorveglianza ha validato le singole proposte di PIT, così come previsto dalla citata DGR 1364/2001 Approvazione della proposta di accordo normativo formulata dalla Partnership locale istituzionale dell'Area PIT Lagonegrese - Pollino - DGR n.1366 del 19 luglio 2002 Approvazione della proposta di accordo normativo formulata dalla Partnership locale istituzionale dell'Area PIT Bradanica - DGR n.1299 del 22 luglio 2002 http://www.regione.basilicata.it/cfapps/b ur/bollettini/45parteI_01-07-01.PDF Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI POR Basilicata - Attivazione dei Progetti Integrati Territoriali - D.G.R. n.1364 del 19 giugno 2001 http://db.formez.it/FontiNor.nsf/cf14c95 764052eafc1256b640050084a/a997e7ec d423635fc1256c5a002e37c4?OpenDocu ment Linee Guida sul partenariato - Costruire i PIT partendo dai territori: criteri e metodi della concertazione e del partenariato - Documento della Regione Basilicata in collaborazione con il Formez Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Fonte Titolo Documento Sottofase REGIONE BASILICATA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Fase Stipula degli accordi Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Sottofase Fonte http://db.formez.it/GuideUtili.nsf/31a58 93eae4a5c69c1256cd80040dc15/75c6c0 c63be48914c1256cdf00543d50?OpenDo Approvazione dell'accordo di programma, relativo alla cument prima fase di attuazione del progetto integrato territoriale dell'area LAGONEGRESE-POLLINO e di autorizzazione alla sottoscrizione- 17 giugno 2003 69 dell'area BRADANICA e di autorizzazione alla sottoscrizione - 17 giugno 2003 Approvazione dell'accordo di programma, relativo alla prima fase di attuazione del progetto integrato territoriale dell'area MARMO PLATANO - MELANDRO e di http://db.formez.it/GuideUtili.nsf/31a58 autorizzazione alla sottoscrizione - 17 giugno 2003 93eae4a5c69c1256cd80040dc15/75c6c0 Approvazione dell'accordo di programma, relativo alla c63be48914c1256cdf00543d50?OpenDo prima fase di attuazione progetto integrato territoriale cument Accordo di programma PIT VULTURE ALTO BRADANO 13 gennaio 2003 Accordo di programma tra partnership istituzionale e regione Basilicata - PIT ALTO BASENTO - 23 dicembre 2002 Titolo Documento REGIONE BASILICATA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA REALIZZAZIONE negoziale) ATTUATIVA (procedura PROGRAMMAZIONE Fase Rapporti di valutazione intermedia Rapporti Annuali di Esecuzione Relazioni sullo stato di attuazione Stipula degli accordi Sottofase 70 Rapporto di Valutazione intermedia POR Basilicata 2000-2006 Rapporti Annuali di Esecuzione POR Basilicata 2000, 2001, 2002 ottobre 2003 Il Ciclo della progettazione integrata territoriale - Report di sintesi luglio 2003 Il Ciclo della progettazione integrata territoriale - Report di sintesi Progetto Integrato di Sviluppo Urbano (PISU) della Città di Potenza Accordo di programma relativo al quadriennio 2003-2006 del Progetto Integrato di Sviluppo Urbano (PISU) della Città di Matera Accordo di programma relativo al quadriennio 2003-2006 del Accordo di programma PIT VAL D'AGRI - 12 settembre 2001 Basilicata - PIT METAPONTINO - 12 settembre 2003 Accordo di programma tra partnership istituzionale e Regione settembre 2003 Accordo di programma PIT MONTAGNA MATERANA - 12 Titolo Documento REGIONE BASILICATA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA efault.cfm?fuseaction=dir&dir=404&doc=&link= http://www.regione.basilicata.it/sportelloeuropa/d C5A002E36F9/$file/pit_in_breve_ottobre_03.pdf fc1256b640050084a/B9C43E8755964B9CC1256 http://db.formez.it/FontiNor.nsf/cf14c95764052ea Fonte POR Valutazione ex-ante dei POR e/o dei PI Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o dei PI Sottofase Contenuto 71 Il POR dopo aver definito la progettazione integrata come ulteriore opportunità per perseguire finalità di riequilibrio spaziale e economico stabilisce il Complemento di programmazione eevidenzierà i seguenti aspetti:• identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritari degli interventi dei progetti integrati;• individuazione degli obiettivi dei progetti integrati;• indicazione della strategia di intervento;• procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate;• modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali; • identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati;• indicazione del soggetto responsabile dei progetti integrati;• indicazione dei criteri utilizzati per l'individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei Tipologie e caratteristiche dei PIT progetti integrati;• modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali;• eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile;• eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di Sorveglianza;• integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità coerenti con le leggi n. 112/98 (Legge Bassanini) e n. 142/90 (concernente il coordinamento e l’accelerazione di procedure amministrative);• eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale (Patti territoriali, ecc.).La Regione provvederà a nominare con apposito atto formale il proprio soggetto interno responsabile del coordinamento di tutte le attività tra i vari responsabili di Misura del PORal fine di garantire unicità di azione e intervento per le competenze che restano in capo all’Amministrazione tra cui anche la valutazione ex-ante e in itinere del progetto integrato. Argomento REGIONE BASILICATA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP POR Sottofase Tipologie e caratteristiche dei PIT Indicatori di relizzazione riferiti ai Progetti Integrati Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, modalità di valutazione, costituzione di uffici, ecc.) Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati Individuazione dei Progetti Integrati e ambito territoriale d'intervento Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione dei PIT Argomento Contenuto 72 Il CdP (modificato nel febbraio 2003) contiene nell'allegato N le schede relative ai singoli PIT approvati e nell'allegato M le schede tecniche dei Progetti Integrati di Sviluppo Urbano (PISU) di Potenza e Matera REGIONE BASILICATA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP 73 Le misure riferibili ai PIT, articolate per asse, sono: I - RISORSE NATURALI I.1 Ciclo integrato dell’acqua - I.2 Silvicoltura protettiva - I.3 Rifiuti ed inquinamento I.4 Rete ecologica - I.5 Monitoraggio e prevenzione ambientale e territoriale I.6 Risorse energetiche II - RISORSE CULTURALI II.1 Tutela e valorizzazione delle risorse storico-culturali III - RISORSE UMANE III.1.A.1 Organizzazione dei servizi per l’impiego III.1.A.2 Inserimento e reinserimento nel M.d.L. di giovani e adulti nella logica dell’approccio preventivo III.1.A.3 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal M.d.L. da più di 6 mesi o 12 mesi III.1.B.1 Inserimento e reinserimento di gruppi svantaggiati III.1.C.1 Adeguamento del sistema della formazione professionale e dell’istruzione III.1.C.2 Formazione superiore - III.1.C.3 Formazione permanente III.1.D.1 Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del M.d.L. e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI III.1.D.2 Adeguamento delle competenze nel settore della P.A. III.1.D.3 Sviluppo e consolidamento della imprenditorialità ed emersione del lavoro irregolare III.1.D.4 Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico III.1.E.1 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro Assi/obiettivi/misure/azioni che III.1.T Misura trasversale con azioni collegate agli assi prioritari - III.2 Sistema regionale per la ricerca e l’innovazione contribuiranno alla realizzazione dei III.3 Edilizia scolastica PIT IV - SISTEMI LOCALI IV.1 Miglioramento della dotazione infrastrutturale per industria, artigianato e servizi IV.2 Politiche per il “mercato” a favore delle imprese industriali, artigianali, commerciali e dei servizi IV.3 Sostegno alla creazione di nuove imprese - IV.4 Aiuti ai servizi alle imprese IV.5 Sostegno all’impresa turistica ed alle iniziative di mercato - IV.6 Valorizzazione e promozione turistica IV.7 Strumenti di finanza innovativa - IV.8 Investimenti nelle aziende agricole - IV.9 Diversificazione dell’attività aziendale - IV.10 Imprenditoria giovanile IV.11 Commercializzazione dei prodotti di qualità IV.12 Miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli IV.13 Silvicoltura produttiva - IV.14 Realizzazione di servizi essenziali per le popolazioni rurali IV.15 Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale IV.16 Adeguamento infrastrutture rurali connesse all’attività agricola IV.17 Formazione per gli operatori agricoli - IV.18 Ingegneria Finanziaria V - CITTÀ V.1 Politiche per il rafforzamento e la riqualificazione delle aree urbane V.2 Servizi alla persona e alla comunità VI - RETI E NODI DI SERVIZIO VI.1 Potenziamento del sistema regionale di trasporto - VI.2 Reti immateriali ASSISTENZA TECNICA A.T.1 Azioni di assistenza tecnica Regione Calabria 1. Inquadramento generale La Regione Calabria prevede la realizzazione di quattro tipologie di progetti integrati, attraverso procedure diverse sia negoziali che di emanazioni di bandi, come nel caso dei PIAR. I documenti di riferimento analizzati per la fase di programmazione generale e per quella attuativa, sono: • Valutazione ex ante: Valutazione ex ante POR Calabria 2000-2006 • Strategia Regionale: - Programma Operativo Regionale Calabria 2000-2006 - Decisione della Commissione europea C(2000)2345 - 08.08.2000 - Complemento di Programmazione del POR Calabria 2000-2006 - Approvato dal Comitato di Sorveglianza del POR - 12.07.2001 - Documento n.4 sulle Aree di intervento PIT - Approvato dal Comitato di Sorveglianza del POR - 12.07.2001 - Documento n.5 sulle aree di intervento PIAR - Approvato dal Comitato di Sorveglianza POR - 12.07.2001 • Formalizzazione/implementazione delle indicazioni dei POR e CdP - Formalizzazione della zonizzazione del territorio in 23 aree di dimensione subprovinciale - DGR n. 354 - 27.04.2001 • Linee Guida regionali - Approvazione linee guida e procedure applicative per l’attuazione del P.O.R. (Asse IV) − parte FEOGA in Calabria - DGR n.373 – 03.05.2001 - Nuove Linee Guida PIT (che modificano le precedenti Linee Guida PIT approvate con DGR n.143/2002) - Linee guida di indirizzo per l’applicazione del principio equitativo nella Progettazione Integrata - ottobre 2003 - “Orientamenti per l’attuazione delle misure dell’Asse II del POR Calabria - Beni Culturali” - DGR n.578 – 27.06.2001 - Indizione manifestazione d'interesse per l'individuazione di Progetti Integrati Strategici (PIS) - DGR N.579 – 27.06.2001 • Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata - Linee Guida alla compilazione della documentazione richiesta per la valutazione dei progetti di formazione all'interno dei progetti integrati 74 • Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati di Filiera (PIF) - Procedure approvazione PIF - Integrazione delibera n. 373/01 relativa all’approvazione delle linee guida e procedure applicative POR (Asse IV FEOGA) DGR n. 76 – 29.01.2002 • Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR) Procedure approvazione PIAR − Integrazione delibera n. 373/01 − Modifica delibera n. 142/02 7614 - DGR n. 769 – 06.08.2002 • - Lo stato della programmazione attuativa: Schede di dettaglio dei PIT Proposta di PIS settoriale Beni Culturali - DGR n.295 – 15.04.2002 Approvazione del PIS "Rete ecologica" - D.G.R. n.759 – 30.09.2003 La Valutazione ex ante definisce i Progetti Integrati Territoriali (PIT) come uno strumento che, all’interno della programmazione regionale, assumono un rilievo fondamentale, in quanto consentono la territorializzazione della strategia e prevedono l'assegnazione al finanziamento dei PIT di una quota significativa di risorse, che é fissata tra il 20% e il 30% delle risorse pubbliche complessivamente disponibili per il POR, rimandando alla formulazione del Complemento di Programmazione per l’allocazione puntuale delle risorse per la realizzazione dei PIT. 2. La strategia regionale Il Programma Operativo Regionale (POR) contribuisce a delineare la strategia regionale di progettazione integrata indicando gli elementi generali che caratterizzeranno i progetti integrati: • individuazione dell’idea-guida e della strategia del progetto, che si traduce nella definizione di obiettivi concreti riferiti al progetto stesso; • identificazione di un ambito territoriale o tematico specifico, che rappresenta il contesto di riferimento; • identificazione del soggetto responsabile del progetto; • identificazione delle modalità gestionali e procedurali e di monitoraggio più opportune a rendere effettiva la realizzazione del progetto integrato. Il POR fornisce, inoltre, le chiavi di lettura del territorio calabrese al fine di individuare le dimensioni spaziali, economiche e sociali delle iniziative locali di sviluppo di interesse dei PIT: • l’organizzazione istituzionale dei territori (province e comprensori); • le aggregazioni territoriali utilizzate per l’avvio di iniziative locali di sviluppo quali i patti territoriali, i contratti d’area, i programmi di sviluppo rurale del Leader II; • le aggregazioni territoriali costituite da comunità locali con forti identità culturali (es. area grecanica, paesi albanesi, etc.); 75 • le reti di territori, costituite da aree distribuite su tutto il territorio regionale, omogenee dal punto di vista delle risorse naturali e culturali disponibili (aree a elevata valenza ambientale, centri storici di rilevante valore, aree archeologiche, etc.); • i sistemi economici subregionali più vocati per le attività agroindustriali dove è presente un processo di ispessimento del tessuto imprenditoriale e una qualche specializzazione produttiva; • i sistemi economici subregionali più vocati per le attività turistiche dove sono presenti specializzazioni e addensamenti di offerta; • i sistemi puntiformi di produzione del legno, dell’abbigliamento, delle produzioni alimentari che non producono però fertilizzazione dei territori circostanti e ampliamento della sfera spaziale coinvolta. Il Complemento di Programmazione (CdP) definisce chiaramente le diverse tipologie di progettazione integrata nel: • PIT (Progetto Integrato Territoriale); è un progetto integrato su base territoriale subprovinciale, di tipo settoriale o multisettoriale, orientato al conseguimento di precisi obiettivi di sviluppo socio-economico di specifiche partizioni territoriali • PIS (Progetto Integrato Strategico); è uno strumento operativo di progettazione integrata, mirato allo sviluppo di quei settori riconosciuti strategici ai fini del superamento del ritardo della regione, attraverso soluzioni settoriali o multisettoriali, in grado di creare sistema. • PIF (Piano Integrato per la Filiera); è uno strumento operativo di progettazione integrata finalizzato allo sviluppo del sistema agricolo ed agroindustriale calabrese attraverso lo sviluppo delle filiere produttive. • PIAR (Piano Integrato per le Aree Rurali); è uno strumento operativo di progettazione integrata finalizzato allo sviluppo di unità territoriali a media o alta ruralità attraverso l’attivazione sinergica delle risorse disponibili (agricoltura, artigianato, risorse storico-culturali e naturalistiche), in grado di avviare un processo di rivitalizzazione delle aree rurali interessate, intese come sistema multifunzionale. Il CdP individua le misure/azioni che possono contribuire alla realizzazione dei progetti (tabella 5.2). Per le modalità di implementazione dei Pit (individuazione, definizione, selezione e attuazione), il CdP individua le seguenti fasi: 1. Definizione dei territori; 2. Individuazione del Soggetto Responsabile e della Struttura di Assistenza Tecnica; 3. Attività preliminari all'elaborazione dei PIT (Preparazione delle Linee-guida, seminari di informazione e formazione); 4. Elaborazione dei PIT; 5. Valutazione e negoziazione; 6. Selezione dei progetti settoriali ed intersettoriali dei PIT; 76 7. Individuazione e selezione, delle operazioni da realizzare nei progetti settoriali ed intersettoriali dei PIT; 8. Attuazione, monitoraggio e controllo delle operazioni. Per le modalità di implementazione dei PIS le fasi individuate sono: 1. Attività preliminari alla elaborazione dei PIS; 2. Individuazione dei PIS; 3. Elaborazione delle proposte preliminari e pre-valutazione; 4. Verifica della coerenza della proposta di PIS con gli strumenti di programmazione (POR, Piani settoriali e Territoriali, ecc.); 5. Verifica della proposta di PIS con le istituzioni di partenariato economico, sociale e istituzionale; 6. Presentazione delle proposte di PIS alla Giunta Regionale per l'approvazione; 7. Definizione dei PIS; 8. Individuazione, attraverso atti amministrativi di programmazione, delle operazioni da realizzare nei PIS; 9. Selezione, attraverso procedure di evidenza pubblica, delle operazioni da realizzare nei PIS; 10. Attuazione, monitoraggio e controllo delle operazioni. Nella seduta di Luglio 2001 del Comitato di Sorveglianza POR sono stati approvati due documenti che dettagliano l’articolazione territoriale dei PIT e dei PIAR: il Documento n.4 sulle Aree di intervento PIT, individua l’articolazione territoriale dei PIT (schede delle aree, contenenti i Comuni, la popolazione e la superficie), ottenuta come risultato del processo di concertazione, ed approvata con Delibera della Giunta Regionale n. 354 del 27 aprile 2001; il Documento n.5 sulle aree di intervento PIAR, individua l'articolazione territoriale dei PIAR, l'elenco Comuni e relativa popolazione delle aree PIAR e contiene la cartina della Zonizzazione del territorio calabrese secondo il grado di ruralità. Formalizzazione/implementazione delle indicazioni dei POR e CdP DGR n. 354 - 27.04.2001 3. Le Linee Guida regionali e la definizione delle modalità procedurali Le Nuove Linee Guida PIT del 19/2/2003 (che modificano le precedenti Linee Guida PIT approvate con DGR n.143/2002) definiscono le strutture per la gestione dei PIT distinguendo due livelli di governo e gestione: a) un primo livello è centrale, consente il coordinamento e controllo delle attività dei PIT nel contesto delle scelte programmatiche e normative; 77 b) un secondo livello locale, coincide con l’area PIT e consente lo sviluppo delle attività di programmazione e spesa dei fondi a finanziamento e cofinanziamento di investimenti pubblici e privati. La struttura, a livello centrale, è composta dall’Unità centrale di coordinamento che ha il compito di garantire il necessario coordinamento tra le azioni di programmazione, di sovrintendere all’azione di monitoraggio e controllo e di seguire la gestione finanziaria dei fondi destinati al finanziamento dei PIT. Le strutture a livello locale hanno il compito di costruire la proposta di progetto (il PIT in senso stretto) e di procedere con tutte le azioni necessarie ad una concreta ed efficace realizzazione di tale proposta. Il sistema a livello locale è composto da cinque strutture: la Conferenza dei Sindaci; i Comitati di gestione; i Responsabili di progetto; le Unità tecniche di gestione e le Consulte economicosociali. La struttura di gestione a livello locale risulta così articolata nelle tre funzioni caratteristiche: la funzione politica (i Comitati di gestione e le Conferenze dei Sindaci); la funzione tecnica (i Responsabili unici di progetto e le Unità tecniche di gestione); la funzione partenariale e di concertazione (la Consulta economico-sociale a livello locale).22 Le Linee Guida individuano e dettagliano le tre fasi di elaborazione della struttura progettuale dei PIT in Calabria 23: • Quadro generale: analisi della situazione attuale e valutazione dei punti di forza e debolezza del territorio dell’area PIT, con conseguente individuazione dell’idea strategica. • Dettaglio delle operazioni: specificazione delle singole operazioni volte a realizzare l’idea strategica in forma integrata. • Valutazione del PIT: valutazione del Progetto nel suo complesso; verifica, per ogni operazione, della compatibilità ambientale e del contributo all’adozione del principio di pari opportunità. Le Linee Guida chiariscono, inoltre, le categorie di fonti finanziarie che contribuiscono alla realizzazione dei PIT, di seguito esplicitate: 1. Fonti comunitarie: Programma Operativo Regionale 2000-2006, iniziative Comunitarie (Leader, Equal, Interreg, ecc.), altre fonti comunitarie; 2. Fonti nazionali: Intese Istituzionali di Programma e relativi Accordi di Programma Quadro, Contratti di programma, Patti territoriali, leggi nazionali di settore, altre fonti nazionali; 3. Fonti regionali: bilancio regionale, altre fonti regionali; 4. Eventuali fonti di Enti locali; 5. Fonti private. 22 L’Appendice 3 dettaglia la composizione e i compiti degli organi di gestione a livello centrale e locale. 23 L’allegato 1 contiene la documentazione di progetto e le schede sulle base delle quali i PIT dovranno essere formulati. L’elenco dei PIT proposti e la relativa cartografia è visualizzata in appendice 2. 78 Infine, le Linee Guida contengono in Appendice 1 lo schema di convenzione per la gestione del PIT delle varie aree territoriali. Il breve documento “Linee guida di indirizzo per l’applicazione del principio equitativo nella Progettazione Integrata” è stato predisposto dall’AdG in collaborazione con i vari organismi regionali che si occupano, a vario titolo, di pari opportunità con una duplice finalità: • essere innanzitutto un supporto per i PIT nella fase di progettazione degli interventi e di esecuzione degli stessi affinché tengano in conto il rispetto del principio di pari opportunità e dell’attuazione del mainstreaming; • rappresentare uno strumento di informazione, promozione e diffusione della cultura delle pari opportunità a largo raggio. Il documento si suddivide in una prima parte introduttiva, in cui si descrive di come tale principio viene presentato nei vari Regolamenti Comunitari e in altri documenti ufficiali. Esamina la strumentazione elaborata a livello nazionale per favorire e promuovere la lettura di genere nella fase progettuale e gestionale degli interventi. Vengono, riportati i profili sintetici derivati dalla classificazione delle Misure del POR destinate a finanziare i PIT, secondo la metodologia di impatto VISPO e le macrotipologie progettuali in cui si possono classificare e declinare i vari interventi proposti nei PIT. Le Linee guida PIAR e PIF sono contenute all’interno della DGR n.373/2001. I PIF sono progetti che, relativi a specifici comparti produttivi agricoli (olivicoltura, agrumicoltura, frutticoltura, orticoltura, floricoltura, zootecnia) e proposti da un partenariato e realizzati dai destinatari delle singole misure del POR, perseguono specifici obiettivi: • qualificare il ruolo economico-produttivo e sociale dell’agricoltura; • organizzare ed aumentare l’offerta di prodotto; • organizzare il settore in una logica di sistema; • favorire la cooperazione produttiva tra imprese e territori. I PIAR sono, invece, progetti, relativi ciascuno a uno specifico territorio rurale, proposti da partenariati di natura mista rappresentativi di interessi collettivi e realizzati dai destinatari degli interventi previsti in ogni singola misura e volti al perseguimento dei seguenti obiettivi: • valorizzare le risorse materiali ed immateriali, nonché le risorse naturali endogene delle aree rurali; • conservare e tutelare le risorse ambientali e paesaggistiche; • diversificare ed integrare le attività agricole in una prospettiva di economia multireddito; • frenare lo spopolamento delle aree rurali migliorando la qualità della vita. Il documento definisce i compiti dei soggetti ai fini dell’attuazione dei progetti: 79 • la Regione - Dipartimento Agricoltura e Foreste definisce le linee guida di applicazione, valuta e seleziona i piani integrati e i destinatari degli interventi, eroga le risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti; • il partenariato, costituito da un insieme di partners pubblici e privati, ha il compito di stabilire gli ambiti settoriali di riferimento, le misure e gli strumenti da privilegiare, assicurare il coordinamento e la realizzazione degli interventi; • i destinatari degli interventi previsti dai PIF e/o dai PIAR sono gli operatori locali identificati in ogni scheda di misura. La DGR descrive, infine, le fasi di individuazione, definizione e selezione dei PIF e dei PIAR. I primi sono elaborati e realizzati attraverso le seguenti fasi: • Informazione e assistenza tecnica, dove l’Amministrazione Regionale, oltre alle informazioni destinate ai soggetti proponenti, svolgerà una generalizzata attività di pubblicizzazione degli interventi e di Assistenza Tecnica; • Presentazione dei progetti, dove l’Amministrazione Regionale avvierà una fase negoziale e pre-valutativa con i singoli soggetti proponenti al fine di identificare i PIF a livello regionale. • Attuazione dei progetti finanziati Per quanto riguarda i PIAR le fasi sono quattro: • Informazione e assistenza tecnica, nei termini sopra descritti per i PIF. • Verifica ed ammissibilità dei progetti di massima da parte dei soggetti proponenti con l’avvio di una fase di negoziato con l’amministrazione regionale, valutazione e approvazione dei PIAR di massima e predisposizione del bando di gara per singolo PIAR per la presentazione delle domande di contributo da parte dei destinatari degli interventi. • Istruttoria, valutazione e selezione dei progetti esecutivi presentati dai destinatari. • Attuazione dei progetti finanziati. La procedura amministrativa di attuazione è a titolarità regionale e avviene attraverso una procedura a sportello per l’intera durata del periodo di programmazione. Per i PIAR l’avviso di selezione prevede due fasi: • la prima a sportello a livello regionale rivolta ai soggetti proponenti per la presentazione del piano di massima, • la seconda a sportello a livello di singolo PIAR selezionato e rivolto ai destinatari degli interventi per la presentazione dei progetti esecutivi. Il documento “Linee Guida alla compilazione della documentazione richiesta per la valutazione dei progetti di formazione all'interno dei progetti integrati” é un supporto tecnico alla progettazione integrata, in quanto fornisce indicazione per la redazione della scheda relativa ai progetti di formazioni, laddove i PI ne prevedano. Il documento è diviso contiene tre schede-modello per gli interventi di formazione riguardanti: • Identificazione dell’intervento, 80 • • Sostenibilità tecnico-territoriale, Sostenibilità economica, finanziaria e sociale. La DGR n. 76/2002 “Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati di Filiera (PIF)” integra e rettifica la delibera n. 373/2001, e aggiunge alcune note esplicative alle Linee Guida. In particolare la delibera: • implementa le regole di costituzione del partenariato con l’approvazione di un regolamento interno che preveda le modalità di adesione dei singoli soci ai partenariati e dei destinatari finali degli investimenti al PIF, gli impegni degli aderenti, le sanzioni nel caso di mancato rispetto degli impegni assunti, ecc; • definisce le modalità di avvio e i tempi della fase negoziale nonché i criteri di valutazione dei PIF e le modalità della dichiarazione di ammissibilità del PIF che avviene tramite decreto del Direttore generale; • definisce le fasi dell’istruttoria dei progetti e concessione del finanziamento. Le modalità di accoglimento dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR) sono contenute nella DGR n. 769 del 06/08/2002 “definizione modalità di accoglimento dei PIAR” che integra la DGR 373/2001, più puntualmente definendo: • i compiti e le funzioni del partenariato; • le modalità di trasmissione delle proposte PIAR, l’avvio della fase negoziale; • ammissibilità dei PIAR e avvio della fase istruttoria dei singoli progetti; • emanazione del Bando e raccolta ed istruttoria dei progetti; • attuazione dei Progetti finanziati, per i quali si rimanda alle schede di misura del CdP e alle Linee guida. Le modalità generali della procedura dei PIS sono delineate in due delibere di Giunta regionale, rispettivamente: la DGR n.578 del 27 giugno 2001 – “Orientamenti per l’attuazione delle misure dell’Asse II del POR Calabria - Beni Culturali” e la DGR N.579 del 27 giugno 2001 Indizione manifestazione d'interesse per l'individuazione di Progetti Integrati Strategici (PIS). La DGR 578/2001 definisce i PIS come lo strumento prioritario per preservare e valorizzare le “eccellenze” del patrimonio culturale presenti sul territorio. I PIS sono attuati a regia regionale (Assessorato beni culturali – Dipartimento 10 – Settore 36) e mirano a risolvere i problemi di singole emergenze architettoniche considerate “strategiche” in ragione di sinergie con altri settori produttivi o nell’ambito dello stesso settore in ragione della creazione di circuiti tematici e di reti. Coerentemente alle fasi e modalità di attuazione individuate all’interno del CdP (par. 1.2.1 e 1.3.1) il percorso seguito dalla Regione è il seguente: Definizione delle aree tematiche prioritarie: • Aree e parchi archeologici a partire dall’area Magno-greca; • Itinerari dei castelli e delle fortezze; 81 • sostegno e valorizzazione di un sistema di centri storici di eccellenza; • Itinerari religiosi; • Sistema museale; • Sistema dell’archelogia industriale; • Parchi tematici; • Potenziamento e valorizzazione di infrastrutture per attività culturali e per lo spettacolo. Attraverso la manifestazione d’interesse (DGR 579/2001) si stimoleranno tutti i soggetti interessati a presentare idee progettuali preselezionate da un’apposita Commissione di valutazione che determinerà una graduatoria delle idee-progetto da ammettere a finanziamento. Superata la fase di valutazione le idee progetto saranno sottoposte ai tavoli di concertazione e approvate dalla Giunta Regionale. La DGR 579/2001 è quindi il primo passo verso la realizzazione dei PIS. Il documento indica: • le misure di riferimento delle proposte PIS e le aree tematiche prioritarie, mentre per le tipologie di operazioni si rimanda al CdP Asse II; • lo schema secondo il quale dovranno essere articolate le proposte relative alle idee progettuali (Titolo del PIS, individuazione del soggetto responsabile, obiettivi generali/specifici, ecc.); • i soggetti abilitati a presentare le proposte che, in generale, variano dalle Amministrazioni pubbliche nel cui territorio sono presenti musei, aree archeologiche, ecc., Enti Diocesani, enti e soggetti privati; • un piano finanziario indicativo di riparto delle risorse finanziarie tra le misure concernenti i PIS; • termini e modalità della presentazione delle proposte. 4. Lo stato della programmazione attuativa al gennaio 2004 Allo stato attuale sono stati rilevati 23 PIT le cui schede di dettaglio, consegnati alla Regione Calabria il 28.04.2002, sono oggetto di valutazione da parte dell'Unità Centrale di Coordinamento (UCC) dal 06.03.2003. Per quanto riguarda i PIS ne sono stati proposti 3 di cui uno solo approvato: PIS "Rete ecologica", che risulta l’unico progetto integrato approvato, con D.G.R. n.759 del 30.09.03. PIS "Artigianato artistico e tradizionale" in fase di valutazione. PIS Beni Culturali proposto con DGR n.295 15/04/2002. 82 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE CALABRIA 83 PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase POR 84 Programma Operativo Regionale Calabria 20002006 - Decisione della Commissione europea C(2000)2345 - 08.08.2000 Complemento di Programmazione del POR CDP Calabria 2000-2006 - Approvato dal Comitato di Sorveglianza del POR - 12.07.2001 Documento n.4 sulle Aree di intervento PIT Decisioni assunte dai Approvato dal Comitato di Sorveglianza del POR Comitati di 12.07.2001 Sorveglianza POR Sottofase Documento Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Valutazione ex-ante Valutazione ex ante POR Calabria 2000-2006 dei POR e/o PI REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.regione.calabria.it/fondistr utturali20002006/Allegati/Documento%204/Docu mento%204.doc http://www.regione.calabria.it/fondistr utturali2000-2006/CdP%20Testo.doc http://151.99.144.249/futuro/progetti/F SC20002006/calabria/programma_op.html Fonte PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase Documento Fonte Documento n.5 sulle aree di intervento PIAR http://www.regione.calabria.it/fondistr Approvato dal Comitato di Sorveglianza POR utturali2000-2006/CdPPOR.htm 12.07.2001 Formalizzazione della zonizzazione del territorio in 23 aree di dimensione sub-provinciale - DGR n. 354 - 27.04.2001 85 Linee Guida regionali Linee Guida PIT - DGR n.143 - 26.02.2002 per l'elaborazione dei Nuove Linee Guida PIT - pubblicate sul BUR n°3 http://www.regione.calabria.it/pit/linee PI Sup. Str. n°3 del 19/02/2003 %20guida.htm Sottofase Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA Fase http://db.formez.it/FontiNor.nsf/43dd0d54788ea4 5cc12569d90044e717/2eaceeeb9f43a519c1256d 3b003b876b?OpenDocument Approvazione linee guida e procedure applicative per l’attuazione del P.O.R. (Asse IV) − parte FEOGA in Calabria - DGR n.373 del 3 maggio 2001 86 guida e procedure applicative P.O.R. (Asse IV − FEOGA) - DGR n. 76 del 29 gennaio 2002 Definizione delle Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati di http://db.formez.it/FontiNor.nsf/Fonti/3DB923C modalità generali Filiera (PIF) − Procedure approvazione PIF − Integrazione 117677C1BC1256D3C002FFF95?OpenDocume nt della procedura delibera n. 373/01 relativa all’approvazione delle linee Ulteriori strumenti Linee Guida alla compilazione della documentazione di supporto alla richiesta per la valutazione dei progetti di formazione all'interno dei progetti integrati progettazione integrata Indizione manifestazione d'interesse per l'individuazione di Progetti Integrati Strategici (PIS) - DGR N.579 del 27 giugno 2001 http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a670aebedddc36 95802566f900650ae6/e6d6b32fd30c8e18c1256d 48004fff38?OpenDocument http://www.regione.calabria.it/pit/pari_opportunit a.doc Fonte Linee guida di indirizzo per l’applicazione del principio equitativo nella Progettazione Integrata - ottobre 2003 Documento Linee Guida regionali per DGR n.578 del 27 giugno 2001 – “Orientamenti per l'elaborazione dei l’attuazione delle misure dell’Asse II del POR Calabria PI Beni Culturali” Sottofase REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Sottofase 87 Documento Definizione modalità di accoglimento dei Piani Definizione delle Integrati per le Aree Rurali (PIAR) − Procedure modalità approvazione PIAR − Integrazione delibera n. procedurali del 373/01 − Modifica delibera n. 142/02 7614 singolo PI DGR n. 769 del 06/08/2002 Consegnate alla Regione Calabria il 28.04.2002;Le schede di dettaglio delle operazioni sono oggetto di valutazione da parte dell'Unità Centrale di Coordinamento (UCC) PROGRAMMAZIONE dal 06.03.2003 ATTUATIVA PIT 1 - Alto Tirreno Cosentino Valutazione dei PI PIT 2 - Medio Tirreno Cosentino PIT 3 - Pollino PIT 4 - Alto Ionio Cosentino PIT 5 - Val Di Crati PIT 6 - Sila Jonica PIT 7 - Basso Tirreno Cosentino PIT 8 - Serre Cosentine Fase REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.regione.calabria.it/pit/index.h tm Fonte http://db.formez.it/FontiNor.nsf/Fonti/C3 7F586B54A55FAAC1256D3B003C7CA 4?OpenDocument Sottofase Valutazione dei PI Fase PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA 88 Documento PIT 9 - Sila PIT 10 - Savuto PIT 11 - Alto Crotonese PIT 12 - Sila Crotonese PIT 13 - Crotone PIT 14 - Lamezia PIT 15 - Valle Del Crocchio PIT 16 - Serre Calabresi PIT 17 - Serre Vibonesi PIT 18 - Monte Poro PIT 19 - Piana Di Gioia Tauro PIT 20 - Aspromonte PIT 21 - Locride PIT 22 - Stretto PIT 23 - Area Grecanica PIS "Artigianato Artistico E Tradizionale" REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Fonte REALIZZAZIONE PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA Fase 89 Rapporti di valutazione Rapporto di valutazione intermedia POR Calabria intermedia 2000-2006 Rapporti Annuali di Esecuzione Relazioni sullo stato di attuazione Rapporto Annuale di Esecuzione POR Calabria 2002 Approvazione del PIS "Rete ecologica"-D.G.R. n.759 del 30.09.03 Approvazione dei singoli PI Stipula degli accordi Proposta di PIS settoriali Beni Culturali - DGR n.295 15/04/2002 Documento Valutazione dei PI Sottofase REGIONE CALABRIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.regione.calabria.it/Servizio_Utente /Servizio_Utente/cds/CdS%2025072003/RAP PORTO%202002.doc http://www.abramo.it/service/abramo/bur/html /2003/sups4_18.htm Fonte http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a670aebedddc 3695802566f900650ae6/43b8b6656b04cbd7c 1256d4a003c20cc?OpenDocument Regione Campania 1. Inquadramento generale La strategia di progettazione integrata e le relative fasi di programmazione attuativa sono rintracciabili nei seguenti documenti ufficiali: Strategia regionale • Programma Operativo Regionale (POR) 2000-2006 Campania, approvato dalla Commissione Europea con Decisione n. 2347 dell'8 agosto 2000, • Testo coordinato del Complemento di Programmazione (CdP) del POR Campania 2000 – 2006 approvato DGR n° 3937 del 30 agosto 2002 e successivamente integrato. • Protocollo quadro per l’individuazione e la promozione di progetti integrati e l’istituzione del tavolo di coordinamento tra la Regione Campania e le province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, e Salerno. (CdP, parte generale, capitolo e.2). Le Linee Guida regionali • Linee Guida alla progettazione integrata; DGR n. 5247 del 12/10/2001. • Delibere della Giunta Regionale di presa d’atto del parere del NVVIP e approvazione. • Documento relativo ad Esito finale da parte del NVVIP dei Progetti Integrati valutati. 2. La strategia regionale Il POR della Campania definisce i Progetti Integrati come “complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario”. La concentrazione degli interventi è, quindi, l’aspetto caratterizzante dei Progetti Integrati. Nel POR sono previste due tipologie di progetto integrato: il PI “Tematico” e il PI “Territoriale”: • Il "PI Tematico" integra in filiera attività di un unico comparto o riferite ad un unico tema su territori anche diversi, che possono, ma non devono necessariamente, comprendere l’intero territorio regionale. • Il "PI Territoriale" integra settori di intervento, temi ed attività diversi di un medesimo ambito territoriale. 90 Il PI si configura, in entrambi i casi, come un progetto complesso, costituito da una serie di interventi, ciascuno dei quali, pur trovando specifico spazio di finanziamento nelle Misure del POR, va pensato, progettato, attuato e gestito in modo coordinato con tutti gli altri interventi previsti nelle misure . La prospettiva è creare, operando in una logica di sistema, un valore aggiunto rispetto alla somma dei benefici netti prodotti dai singoli interventi. Pertanto, conformemente alle indicazioni contenute nel QCS ob.1, all’interno del Programma operativo e del Complemento di programmazione, il Progetto Integrato non si traduce in una articolazione ulteriore che si affianca ad Assi e Misure, bensì in una modalità operativa che si sceglie di adottare perché una serie di azioni, che fanno capo ad Assi e Misure diverse siano esplicitamente collegate tra loro e finalizzate a un comune obiettivo. Al tempo stesso, il Progetto Integrato è anche un progetto definito che ha necessità di dotarsi di risorse finanziarie, da quantificare complessivamente e distribuire tra le Misure del POR che contribuiscono alla realizzazione del progetto. Le singole Schede di Misura specificano di conseguenza la loro connessione con i Progetti Integrati e, nel Complemento di Programmazione, la quota di risorse ad essi dedicata. 3. Le Linee Guida regionali Le linee guida emesse dalla Regione, rivolte alla compilazione della documentazione richiesta per la valutazione dei progetti integrati, sono finalizzate a: chiarire i criteri ispiratori e le regole di funzionamento per tutti gli attori coinvolti; attraverso le linee guida si vuole contribuire a prevenire il sorgere di problemi operativi, amministrativi, procedurali e strategici, che potrebbero rallentare il processo di realizzazione dei PI. indicare gli elementi sostanziali che devono caratterizzare un PI, qualunque sia la procedura attivata per la sua identificazione; tali elementi sono verificati dal Nucleo di Valutazione anche per i PI per i quali, alla data di approvazione delle Linee Guida, sia stato già istituito il Tavolo di concertazione. I quattro principali “argomenti” trattati dalle linee guida riguardano: - scopo ed ambito di applicazione; - condizioni essenziali per il ricorso alla progettazione integrata; - iter procedurale di definizione tecnica della progettazione integrata; - modalità di gestione finanziaria delle singole operazioni dei progetti integrati: 91 4. Definizione delle modalità procedurali Il POR e il CdP della Regione Campania indicano in maniera puntuale le modalità generali di attuazione degli strumenti di progettazione integrata. Descriviamo di seguito gli elementi trattati. Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata La costruzione del progetto può essere realizzata secondo due modalità: • Direttamente dalla Regione. Si tratta di quei progetti che per loro caratteristica richiedono un’assunzione di responsabilità diretta della Regione nella fase di costruzione. Ciò non preclude che essi siano composti da operazioni con più beneficiari finali. Gli ambiti oggetto di PI, se non già individuati dal POR e/o dal CdP, sono individuati, secondo le procedure specifiche di asse, dal Tavolo Istituzionale Regione-Province, ovvero, nel caso di filiere e/o di ambiti settoriali, direttamente dalla Giunta Regionale. • L’idea forza sulla quale costruire la strategia del PI è elaborata dall’Ufficio PI con gli eventuali responsabili di Asse e di Misura e attraverso una procedura di concertazione con le parti economiche e sociali, sulla base delle schede tecniche allegate al CdP. • dal Tavolo di concertazione tra gli Enti pubblici nel caso in cui la promozione del PI non sia di competenza regionale. Gli ambiti oggetto di PI, se non già individuati dal POR e/o dal CdP, sono individuati, secondo le procedure specifiche di asse, dal Tavolo Istituzionale RegioneProvince. L’idea forza sulla quale costruire la strategia del PI è elaborata dai soggetti proponenti utilizzando le schede tecniche allegate al CdP. L’Ufficio PI, sentite le parti economiche e sociali, sulla base degli esiti della procedura di concertazione all’interno del Tavolo Istituzionale Regione-Province o sulla base della proposta degli eventuali soggetti capofila già individuati nel CdP, valida le schede. In entrambi i casi l’Autorità di gestione del PI è la Regione. L’iter procedurale successivo, identico per entrambi i casi, è il seguente: • Le schede sono sottoposte all’approvazione della G.R. che, contestualmente, individua il tetto indicativo di risorse all’interno del quale va contenuto il quadro finanziario del PI stesso; • con successivo DPGR viene nominato il Responsabile regionale del PI ed istituito il Tavolo di Concertazione; • il Tavolo predispone un documento di orientamento strategico per l’elaborazione del PI e definisce il PI ai fini della sua valutazione, sulla base di schede tecniche elaborate dal Nucleo per la valutazione. Il Tavolo di concertazione, ai cui lavori assiste il responsabile regionale del PI, è coordinato dal soggetto capofila se individuato dalla scheda tecnica allegata al CdP o dalla Provincia ovvero dal soggetto capofila ove già individuato dal CdP; 92 • I responsabili di misura procedono all’ammissione a finanziamento dei progetti approvati dalla giunta Regionale a seguito del parere del Nucleo, a condizione che essi siano coerenti con le condizioni attuative previste dal QCS, dal POR e dal CdP e siano cantierabili. In entrambe le modalità, dopo l’approvazione del PI da parte della Giunta Regionale, tra i legali rappresentanti degli enti pubblici e dei soggetti della programmazione viene sottoscritto un Protocollo d’intesa il cui schema viene approvato dalla Giunta Regionale. Mediante protocolli aggiuntivi, possono essere integrati ulteriori interventi al primo nucleo già individuato, con le stesse procedure di valutazione e verifica. Per entrambe le tipologie di Progetti Integrati, dopo la stipula del protocollo da parte della Giunta Regionale, la Regione mette a disposizione il contributo finanziario per le spese di completamento della progettazione e di coordinamento del Progetto Integrato. Il mancato rispetto del cronogramma determina la revoca della decisione di individuazione dell’idea forza o eventuali altre sanzioni, ferma restando la possibilità dell’esercizio di poteri sostitutivi da parte della Regione. Gli Ambiti territoriali di intervento dei progetti integrati sono prioritariamente costituiti dalle aree a maggiore potenzialità di concentrazione dello sviluppo, che il Programma Operativo individua con: • sistemi naturali, come i parchi nazionali Cilento e Vesuvio, dotati di un’adeguata massa critica in grado di sostenere processi autonomi di sviluppo; • distretti e “protodistretti” produttivi e turistici, città, giacimenti culturali; • progetti integrati di filiera / cluster / settore (agroalimentare, ciclo dei rifiuti, termale), che si concentrano su un comune obiettivo di sviluppo produttivo integrato, da conseguirsi anche su di un territorio diffuso; • progetti integrati infrastrutturali, che sono costituiti da un insieme di operazioni infrastrutturali che si concentrano sulla realizzazione di sistemi a rete in cui convergono più tipologie infrastrutturali (intermodalità). Le indicazioni di ambiti contenute nel POR vengono successivamente articolate in: • ambiti territoriali: Parchi nazionali e regionali; città capoluogo; filiera termale; filiere agroalimentari; intermodalità (Interporti), filiera della materie prime seconde, i 7 Distretti industriali della regione; • ambiti tematici: sistemi locali a vocazione industriale o turistica; grandi attrattori culturali; poli e filiere produttive; itinerari culturali regionali; territori interessati da problemi di miglioramento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza; piani di zona sociali. 93 L’individuazione degli ambiti specifici in cui realizzare un PI sarà compiuta, attraverso la concertazione tra le istituzioni coinvolte, nazionali e regionali, e sulla base delle procedure indicate per ciascun asse, con atti della Giunta Regionale. Per i Piani di zona sociale gli ambiti sono stati individuati dalla D G.R. n. 1824/2001. Nell’attuale fase operativa, l’analisi dei progetti presentati indica che gli ambiti attuativi dei PIT Campania fanno riferimento a: Grandi Attrattori Città Parchi Nazionali Parchi Regionali Distretti industriali Itinerari Culturali Sistemi di Sviluppo Locale Itinerari Turistici Obiettivi/Assi/misure di riferimento Gli Assi e Misure di riferimento sono indicati nella Tavola sinottica allegata. Modalità di attuazione La valutazione ed approvazione del PI si articola nelle seguenti fasi, stabilite con atto del responsabile dell’Autorità di gestione: • La proposta progettuale viene sottoposta a processo valutativo della fattibilità e della coerenza interna, rispetto al POR e al QCS, da parte del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica (NRV); • Il NRV potrà eventualmente modificare la metodologia operativa per la redazione dei PI in relazione a condizioni specifiche e ad esigenze che si dovessero manifestare in sede di applicazione; • L’Ufficio PI, acquisito il parere vincolante del Nucleo, sottopone il progetto all’approvazione della Giunta regionale che approva il progetto di PI e assume l’impegno finanziario programmatico • Il Nucleo, dopo l’approvazione del PI da parte della Giunta regionale, trasmette le schede afferenti alle singole operazioni approvate, al Responsabile del PI, anche per il loro inoltro ai Responsabili delle Misure interessate. L’organizzazione delle procedure è attuata da una specifica unità (interna al Dipartimento regionale per l’economia) per il coordinamento dei progetti integrati con il compito di coordinare e supportare il processo di identificazione, progettazione, approvazione e attuazione dei PI. 94 Risorse finanziarie La Regione Campania ha attribuito grande importanza ai Progetti integrati (PI) quali strumenti di attuazione delle strategie di sviluppo regionale, decidendo di destinare ad essi il 40% delle risorse del POR. Il CdP assegna a specifiche decisioni della Giunta Regionale il compito di definire l’entità minima dei progetti in relazione all’asse di riferimento e l’articolazione delle risorse fra i diversi ambiti specifici d’intervento. 5 Lo stato della programmazione attuativa al gennaio 2004 Alla data attuale risultano approvati 20 progetti, che vengono elencati con gli estremi della DGR di approvazione del parere del nucleo di valutazione. 95 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE CAMPANIA 96 Fase 97 CDP http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/compl ementi/indice_complementi.htm Complemento di Programmazione POR Campania 2000-2006 - DGR n° 3937 del 30/08/2002; Succesivamente modificato con: DGR n° 4079 del 20/09/2002; DGR n° 4451 del 27 /09/ 2002, DGR n° 4452 del 27/09/2002; DGR n° 5238 del 31 /10/2002, DGR n° 325 del 31/01/ 2003 DGR n° 3207 del 07/11/2003 http://www.regione.campania.it/ra pporticee/por/index_analitico.htm Fonte Programma Operativo Regionale Campania 2000- http://www.regione.campania.it/ra pporticee/por/por0.htm 06 - Decisione della Commissione Europea C (2000) 2347 dell'8/8/ 2000 Valutazione ex-ante del POR Campania 20002006 Documento POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Linee guida per la valutazione exante dei POR e/o PI Sottofase REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase Definizione delle modalità generali della procedura Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/linne_ guida/del5247.htm http://www.regione.campania.it/b urc/pdf02/burc17or_02/del555_0 2.PDF Fonte 98 http://www.regione.campania.it/b urc/pdf02/burc25or_02/del1374_ 02.PDF Perentorietà - DGR n.711 20/02/2003 http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/progett i_integrati/Assets/images/delibere pdf/711_03.pdf Revoche o sostituzioni in caso di mancato rispetto http://www.regione.campania.it/b del cronogramma. Approvazione della Scheda per urc/pdf03/burc17or_03/del844_0 il controllo di gestione dei P.I. con relative linee 3.PDF guida - DGR n.844 07/03/2003 Ammissione dei soggetti della programmazione negoziata - DGR n.1374 12/04/2002 Sottofase Documento Formalizzazione delle indicazioni Piano finanziario P.I. - DGR n. 3500 del 20/07/2001 dei POR e/o dei CdP Linee Guida Progetti Integrati - DGR n. 5247 del 12/10/2001 Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI Integrazioni alle Linee Guida dei P.I. - DGR n.555 del 28/02/2002 REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Sottofase Definizione delle modalità procedurali del singolo PI Fase 99 Integrazione alle DGR n. 5247/2001 “Linee Guida alla Progettazione integrata” e n. 711/2003 “Perentorietà dei tempi nelle linee guida alla progettazione integrata”. Procedure per il Progetto Integrato “Portualità turistica” - DGR n.1763 16/05/2003 Deliberazione n. 2419 del 1 agosto 2003 POR Campania 2000-2006 - Progetti Integrati Delibera 844/03 - Proroga tempi di consegna cronogrammi - DGR n.2419 01/09/2003 Documento Procedura per la selezione dei progetti contenuti nei P.I. relativi a misure integrabili diverse da quelle minime. DGR n.845 07/03/2003 Disciplinare recante disposizioni in materia di rapporti tra la Regione Campania e i Beneficiari del POR nel campo delle infrastrutture (opere pubbliche) - DGR n.1235 28/03/2003 Rettifica delibera di G.R. 1235/03 - DGR n.1366 04/04/2003 REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) http://www.regione.campania.it /burc/pdf03/burc42or_03/del24 19_03.pdf http://www.regione.campania.it /burc/pdf03/burc26or_03/del17 63_03.pdf http://www.regione.campania.it /burc/pdf03/burc20or_03/del13 66_03alldisciplinare.pdf http://www.regione.campania.it /burc/pdf03/burc20or_03/del12 35_03.pdf Fonte http://www.regione.campania.it /burc/pdf03/burc17or_03/del84 5_03.PDF Fase Valutazione Sottofase 100 Pit Penisola Amalfitana e Sorrentina Pit Filiera Termale Pit Agro Monti Picentini Pit Borgo Terminio - Cervialto Pit Isole del Golfo Documento Pit Distetto Solofra Pit Distetto Calitri Pit Distetto S.Agata - Casapulla Pit Distetto Grumo Nevano - Aversa Pit Distetto Nocera Inferiore Pit Itinerario Culturale Litorale Domizio Pit Itinerario Culturale Monti Trebulani - Matese Pit Itinerario Culturale Regio Tratturo (BN) Pit Portualità Turistica REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale Fonte Sottofase Valutazione Fase 101 Documento Pit Piana del Sele Pit Ravello - Città della Musica Pit Filiera Enogastronomica Pit Polo Orafo Pit SS Appia ex Pianura interna Pit Valle dell'irno Pit Area Giuglianese Pit Area Nolano-Clanio Pit Città del fare Pit Protofiliere provinciali Pit Parco Regionale del Partenio Pit Parco Regionale del Matese Pit Parco Regionale Roccamorfina-Foce Garigliano Pit Parco Regionale del Taburno-Camposauro Pit Parco Regionale dei Monti Picentini REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Fonte Sottofase Approvazione dei singoli PI Fase Fonte 102 http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/progetti Pit Distretto Industriale S.Giuseppe Vesuviano; Parere _integrati/approvati.htmhttp://db.f ormez.it/fontinor.nsf/0/B9D5A614 Nucleo - DGR n.2541 06/08/2003 22AD3DEFC1256D5D003B298C Pit Pietrelcina; Parere Nucleo - DGR n.2292 11/07/2003 /$file/Bevilacqua.pdf Pit Grande Attrattore Culturale Napoli; Parere Nucleo http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/progetti DGR n.1748 9/05/2003 _integrati/approvati.htm Pit Grande Attrattore Pompei-Ercolano e sistema http://www.regione.campania.it/di Archeologico Vesuviano; Parere Nucleo DGR n.1747 partimento%20_economia/pornew 9/05/2003 s/pit_scheda_anagrafica.xls Pit Grande Attrattore Campi Flegrei; Parere Nucleo DGR n.710 20/02/2003 Pit Parco Nazionale del Vesuvio; Parere Nucleo DGR n.709 20/02/2003 Pit Itinerario Culturale Valle dell'Antico Clanis; Parere Nucleo - DGR n.708 20/02/2003 Documento Pit Parco Regionale dei Campi Flegrei Pit Distretto Industriale S.Marco Dei Cavoti; Parere Nucleo - DGR n.2542 del 06/08/2003 REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Sottofase Approvazione dei singoli PI Fase 103 Pit Citta' di Caserta; Parere Nucleo - DGR n.6206 18/12/2002 Pit Grande Attrattore Paestum-Velia; Parere Nucleo DGR n.6205 18/12/2002 Pit Itinerario Culturale Valle dell'Ofanto; Parere Nucleo - DGR n.704 20/02/2003 Pit Itinerario Culturale Antica Volceìj; Parere Nucleo DGR n.705 20/02/2003 Pit Itinerario Culturale Regio Tratturo AV; Parere Nucleo - DGR n. 706 20/02/2003 Documento Pit Itinerario Culturale Antica Capua; Parere Nucleo DGR n.707 20/02/2003 REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Fonte Fase Rapporti di valutazione intermedia Rapporti Annuali di Esecuzione Relazioni sullo stato di attuazione Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Sottofase 104 Comitato di Sorveglianza - "Stato di attuazione del POR Campania 2000-2006" - Gennaio 2003 Pit Salerno Citta' dell'eccellenza; Parere Nucleo DGR n.6203 18/12/2002 Pit Citta' di Avellino; Parere Nucleo - DGR n.6202 18/12/2002 Pit Grande Attrattore Certosa di Padula; Parere Nucleo - DGR n.6201 18/12/2002 Pit Grande Attrattore Reggia di Caserta; Parere Nucleo - DGR n.6200 18/12/2002 Pit "Benevento: il futuro nella storia"; Parere Nucleo - DGR n.6199 18/12/2002 Documento Pit Citta' di Napoli; Parere Nucleo - DGR n.6204 18/12/2002 REGIONE CAMPANIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) REALIZZAZIONE http://www.regione.campania.it/di partimento%20_economia/Sorveg lianzapor/documenti/Stato_Attuaz ione_POR_Campania_2000_2006 .pdf Fonte POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Argomento Contenuto 105 Caratteristiche generali Il Progetto Integrato si configura come un progetto complesso, costituito da specifici interventi nell’ambito del Programma Operativo Regionale, che richiedono una forma di attuazione e di gestione integrata, caratterizzata per aspetti di innovazione nei contenuti e nelle modalità, ma che non comporta necessariamente la costituzione di un nuovo soggetto (ad esempio Progetti Integrati promossi da parchi nazionali o regionali), né tanto meno un istituto di natura negoziale. Il Progetto Integrato punta a soddisfare una duplice esigenza: - assicurare adeguato riconoscimento agli interventi che rispondano a un principio di integrazione e di concentrazione, sia funzionale che territoriale, e siano quindi basati su di una idea guida di sviluppo, esplicitata e condivisa secondo le procedure partenariali della programmazione e della concertazione socio-istituzionale, ed attuata secondo il principio della sussidiarietà e della valorizzazione del ruolo delle autonomie locali e territoriali; - fare in modo che alla maggiore complessità di realizzazione di queste azioni facciano riscontro modalità gestionali unitarie, organiche e integrate, in grado di consentire l’effettivo conseguimento degli obiettivi nei tempi prefissati. Gli elementi identificativi che caratterizzano i Progetti Integrati sono: - individuazione dell’idea-guida e della strategia del progetto, che si traduce nella definizione e nel perseguimento di obiettivi concreti riferiti al progetto stesso; - identificazione di un ambito territoriale o tematico specifico (inteso nel senso individuato al punto precedente) che REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA POR Sottofase Contenuto 106 rappresenta il contesto di riferimento; - identificazione del soggetto responsabile del progetto; - identificazione delle modalità gestionali e procedurali più opportune a rendere effettiva la realizzazione dei Progetti Integrati, sia all’interno della Regione, sia nei rapporti di integrazione con i soggetti esterni; - definizione di un adeguato sistema di monitoraggio e valutazione dei Progetti Integrati, che consenta di effettuare aggiustamenti in itinere, nonché di verificare i risultati in coerenza con gli obiettivi che il Progetto si propone. Le tipologie di progettazione integrata - Progetti integrati di filiera (PIF). Permettono di concentrare e integrare l’azione di politica strutturale su alcune filiere produttive locali tra quelle più significative nel panorama regionale. Gli interventi programmati in tale ambito sono finalizzati al potenziamento ed all’ammodernamento delle strutture produttive, sia della fase agricola che della fase di trasformazione e commercializzazione. Tipologie e caratteristiche - Progetti integrati nelle aree rurali in ritardo (PIAR. Risponono alla finalità di attivare della progettazione integrata meccanismi autopropulsivi di sviluppo integrato in quelle aree regionali dove i fenomeni di ritardo sono più preoccupanti. Interventi orizzontali (I.Or) Hanno una duplice finalità: sostenere le strutture produttive agricole e agro-industriali diffuse sul territorio regionale le quali, pur non ricadendo in specifici contesti di filiera e/o locali, hanno in ogni caso valide prospettive di sviluppo; sostenere gli interventi infrastrutturali per la valorizzazione del territorio e per la tutela delle risorse naturali. Argomento REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata POR Contenuto Asse I – Risorse Naturali (non sono specificate le misure) Asse II – Risorse Culturali - Misura 2.1 – promozione e valorizzazione integrata del sistema dei beni culturali - Misura 2.2 – sostegno allo sviluppo di imprese della filiera dei beni culturalimisura 2.3 – sviluppo delle competenze , del potenziale umano e dell’imprenditorialità nel settore della cultura e del tempo libero Asse III Risorse Umane (non sono specificate le misure)Asse IV Sistemi locali di sviluppo Misura 4.2 - sostegno allo sviluppo produttivo del tessuto imprenditoriale regionale. Misura 4.4 - rafforzamento del potenziale umano finalizzato allo sviluppo localemisura 4.5 - sostegno allo sviluppo ad alla riqualificazione deisistemi turistici locali e alla realizzazioni di itinerari turisticimisura 4.6 - infrastrutture e strutture complementari allo sviluppo dei sistemi turistici locali e degli itinerari turistici. Asse V Città Misura 5.2 – sostegno alla riqualificazione del tessutoimprenditoriale nell’ambito di programmi di recupero e sviluppo urbano-Misura 5.3 – sostegno allo sviluppo di programmi integrati dicooperazione fra enti locali territoriali: Asse VI Reti e nodi di servizio (non sono specificate le misure) 107 Gli ambiti di applicazione dei progetti integrati saranno prioritariamente costituiti dalle aree di concentrazione dello sviluppo che il Programma Operativo individua con maggiori potenzialità quali: sistemi naturali definiti, come i parchi nazionali Cilento e Vesuvio, dotati di un’adeguata massa critica in grado di sostenere processi autonomi di sviluppo; Individuazione dei Progetti distretti e “protodistretti” produttivi e turistici, città, giacimenti culturali; Integrati e ambito territoriale i progetti integrati di filiera / cluster / settore (agroalimentare, ciclo dei rifiuti, termale), che si d'intervento concentrano su un comune obiettivo di sviluppo produttivo integrato, da conseguirsi anche su di un territorio diffuso; i progetti integrati infrastrutturali, che sono costituiti da un insieme di operazioni infrastrutturali che si concentrano sulla realizzazione di sistemi a rete in cui convergono più tipologie infrastrutturali (intermodalità). Argomento Sottofase REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA POR Sottofase 108 Argomento Contenuto Entità complessiva e Il POR Campania individua nel 40% del proprio piano finanziario l’ammontare delle risorse distribuzione orientativamente attribuite al complesso dei Progetti Integrati, che saranno redatti secondo le priorità temporale delle e le strategie del POR. risorse destinate ai Progetti Integrati Il POR definisce i compiti degli organi preposti alla programmazione/attuazione della progettazione integrata. Il Dipartimento per l’Economia detta indirizzi unitari per quanto attiene ai tempi, alle procedure, al monitoraggio ed al controllo delle azioni attuate dai responsabili delle singole misure e dei Progetti Individuazione delle Integrati. modalità o procedure Il Comitato di Coordinamento definisce le caratteristiche dei Progetti integrati (tenuto conto di di attuazione/gestione quanto stabilito nel POR), le loro procedure di predisposizione e attuazione e la loro dotazione (modalità di finanziaria. partenariato, L'Unità Progetti Integrati, deve: valutazione, - istruire, sotto il profilo tecnico, le pratiche inerenti i Progetti Integrati; costituzione uffici - assicurare la puntuale esecuzione delle procedure di concertazione, di stesura dei protocolli regionali, ecc.) d'intesa, di ausilio per il superamento delle difficoltà eventuali riscontrate nell'attuazione delle azioni previste dai Progetti Integrati; - sorvegliare e verificare l’implementazione e l’avanzamento dei progetti integrati. Inoltre, il POR indica che dovranno essere assicurati alcuni requisiti attinenti alle modalità di realizzazione dei Progetti Integrati. REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA POR Sottofase 109 Contenuto Il primo requisito riguarda la capacità di assicurare un monitoraggio efficace e tempestivo degli effetti e delle trasformazioni reali che l’attuazione del progetto via via produce. Il secondo requisito è la previsione di un soggetto, il project manager, che avrà la facoltà di agire per risolvere i problemi che insorgono rapidamente ed in modo efficace. Il project manager, sarà dotato di adeguati poteri per tutta la durata dell’intervento. Il terzo requisito riguarda la capacità di gestire in modo efficace la rete di relazioni con altri soggetti Individuazione delle istituzionali che possono avere un ruolo più o meno significativo in fase di attuazione, e dunque modalità o procedure prevedere forme e procedure di raccordo che ne assicurino la cooperazione. di attuazione/gestione Il quarto requisito riguarda la valutazione ex ante del progetto; è infatti essenziale identificare, in sede di definizione del progetto, indicatori di risultato e di impatto pertinenti e significativi che (modalità di permettano di verificare se e quanto alcuni effetti attesi hanno realmente luogo. partenariato, Le modalità specifiche di organizzazione ed attuazione della programmazione integrata sono valutazione, costituzione uffici disciplinate dal complemento di programmazione, che individua anche le modalità per dare sostegno e supporto alle attività di costituzione e di progettazione dei programmi. regionali, ecc.) Argomento REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CDP POR Sottofase Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Argomento Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Contenuto 110 - Progetti Integrati che integrano settori di intervento, temi ed attività diversi di un medesimo ambito territoriale; - Progetti Integrati che integrano in filiera attività di un unico comparto o riferite ad un unico tema, su territori anche diversi, che possono addirittura, ma non necessariamente devono, ricomprendere l’intero territorio regionale In entrambi i casi, e chiunque sia il soggetto proponente, i P.I. devono riguardare ambiti territoriali o settori tematici individuati sulla base di una idea guida di sviluppo direttamente collegabile ad un obiettivo specifico del POR e quindi ad un asse di sviluppo. I PI si configurano come progetti complessi, costituiti da una pluralità di azioni e di operazioni, individuate sulla base di un ampio partenariato istituzionale e sociale, che attengono a soggetti e competenze molteplici, enfatizzate dall’ampio processo di decentramento introdotto nell’ordinamento dalla L. 59/97, e che vanno attuate secondo principi di integrazione territoriale e temporale. Il CdP ritiene pertanto che l’attuazione dei PI debba essere perseguita attraverso l’utilizzo di istituti negoziali quali, in particolare l’accordo di programma ex legge 142/90, in quanto conforme ai principi di sussidiarietà e di responsabilità. Gli istituti negoziali da utilizzare andranno scelti in funzione del progetto e dell’efficienza ed efficacia che lo specifico istituto potrà offrire. L’Autorità di gestione del PI è in ogni caso la Regione. REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CDP Sottofase Individuazione dei Progetti Integrati e ambito territoriale d'intervento Argomento Assi/obiettivi/misure/a zioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata 111 Contenuto I PI si caratterizzano per la previsione di operazioni integrate, che cioè fanno capo ad assi e/o misure diverse, fra loro esplicitamente collegate e finalizzate ad un unico obiettivo di sviluppo. Asse 2 - risorse culturali : Misura 2.1; Misura 2.2; 2.3 Asse 3 - risorse umane: Misura 3.16; 3.17 Asse 4 -sistemi locali di sviluppo: Misura 4.2 (azione A, C, D, E, F, H); Misura 4.3; Misura 4.4; Misura 4.5; Misura 4.6; Misura 4.7 Asse 5 - Città: Misura 5.1; Misura 5.2; Misura 5.3 Asse 7 - assistenza tecnica: Misura 7.1 (sottomisura 7.1.1, azione D) Il CdP identifica i possibili ambiti di realizzazione dei PI : a) Recependo le indicazioni prioritarie di ambiti specifici già contenute nel POR.Trattasi in particolare : - dei Parchi nazionali e regionali; - delle città capoluogo; - della filiera termale; - delle filiere agro-alimentari; - dell’intermodalità (Interporti) - della filiera della materie prime seconde - dei 7 Distretti industriali. b) Recependo le indicazioni del POR in merito a riferimenti tematici e territoriali sulla base dei quali l’individuazione degli ambiti specifici di realizzazione dei PI richiede una procedura di specificazione/articolazione Si tratta di: - sistemi locali a vocazione industriale o turistica; - grandi attrattori culturali; - poli e filiere produttive; - itinerari culturali regionali; REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CDP Sottofase 112 Contenuto - territori interessati da problemi di miglioramento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza ; - piani di zona sociali; L’individuazione degli ambiti specifici in cui realizzare un PI sarà compiuta, attraverso la Individuazione dei concertazione tra le istituzioni coinvolte, nazionali e regionali, e sulla base delle procedure di Progetti Integrati e seguito indicate per ciascun asse, con atti della Giunta Regionale. ambito territoriale La procedura d’individuazione terrà conto della progettualità esistente coerente con gli ambiti d'intervento di riferimento sopra indicati e con il POR (PRUSST, Studi di fattibilità, PRU, URBAN2, ecc.) . Le schede dei Progetti Integrati saranno inserite nel Complemento di Programmazione via via che gli stessi saranno elaborati e posti in attuazione. Entità complessiva e Il CdP conferma l’obiettivo di dedicare ai PI almeno il 40% delle risorse finanziarie assegnate al distribuzione P.O.R. Tali risorse saranno quantificate ed articolate per misura in relazione all’avanzamento dei temporale delle risorse processi di identificazione-costruzione dei PI. destinate ai Progetti Integrati Argomento REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA 113 La progettazione del progetto viene realizzata: A. Direttamente dalla Regione, ove la promozione del PI resta in capo ad essa. Gli ambiti oggetto di PI, se non già individuati dal POR e/o dal CdP, sono individuati, secondo le procedure specifiche di asse, dal Tavolo Istituzionale Regione-Provincie, ovvero, nel caso di filiere e/o di Individuazione delle ambiti settoriali, direttamente dalla G.R. modalità o procedure B. dal Tavolo di concertazione tra gli Enti pubblici ove la promozione del PI non sia in testa alla di attuazione/gestione Regione. (modalità di Gli ambiti oggetto di PI, se non già individuati dal POR e/o dal CdP, sono individuati, secondo le partenariato, procedure specifiche di asse, dal Tavolo Istituzionale Regione-Provincie. valutazione, La valutazione ed approvazione del PI si articola nelle seguenti fasi, stabilite con atto del costituzione uffici responsabile dell’autorità di gestione: regionali, ecc.) A. Il progetto di PI viene sottoposto a processo valutativo della fattibilità e della coerenza interna, rispetto al POR e al QCS, da parte del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica (NRV) B. Il NRV potrà eventualmente modificare la metodologia operativa per la redazione dei PI in relazione a condizioni CDP Sottofase 114 Contenuto specifiche e ad esigenze che si dovessero manifestare in sede di applicazione; C. L’Ufficio P.I., acquisito il parere vincolante del Nucleo, sottopone il progetto all’approvazione della Giunta regionale che approva il progetto di PI e assume l’impegno finanziario programmatico D. Il Nucleo, dopo l’approvazione del PI da parte della Giunta regionale, trasmette le schede afferenti alle singole operazioni approvate, al Responsabile del PI, anche per l’inoltro ai Responsabili delle Misure interessate. L'attuazione del PI si articola nel seguente modo: Per i P.I.T. di cui al punto A della progettazione, la procedura è specificata nel progetto di PI in relazione a quella prevista dalla misura di riferimento. Per i P.I.T. di cui al punto B della Individuazione delle progettazione, gli enti locali partecipanti al tavolo di concertazione, prima della firma del modalità o procedure protocollo d’intesa, devono individuare all’interno di una convenzione, il cui schema viene di attuazione/gestione approvato dalla Giunta Regionale, il capofila della fase di attuazione. La concertazione e il (modalità di partenariato si atterranno, in linea generale, ai seguenti principi: partenariato, A. L’individuazione dell’idea forza e dei progetti portanti dei PI, attraverso un processo di valutazione, concertazione che potrà coinvolgere sia Amministrazioni Centrali sia Amministrazioni Locali; costituzione uffici B. la Regione realizza con le Province le più opportune intese per l’individuazione e la promozione regionali, ecc.) dei PI mediante la sottoscrizione di un protocollo quadro C. La costruzione e l’attuazione dei PI sono perseguiti sia attraverso la concertazione che mediante il partenariato istituzionale e sociale. Organizzazione: Il Dipartimento regionale per l’economia, che sovrintende all’attuazione del POR, dispone di una specifica unità per il coordinamento dei progetti integrati con il compito di coordinare e supportare il processo di identificazione, progettazione, approvazione e attuazione dei PI. Argomento REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR CDP Sottofase 115 Contenuto Nell’allegato 3 del CdP - Valutazione ex ante delle Misure – è riportato il quadro complessivo Indicatori di degli indicatori di programma articolato per assi, obiettivi, misure relativo a Impatto, Risultato, realizzazione riferiti ai Realizzazione Progetti Integrati Seduta 16 novembre 2000 - Il Comitato conferma il complemento di programmazione presentato, sottolineando le esigenze di completamento Seduta 28 giugno 2001 - In relazione alle proposte di adeguamento del Complemento, il Comitato procede all’approvazione di integrazioni, adattamenti e inserimenti relativi a vari capitoli. La Commissione fa presente la necessità che la nuova versione del Complemento che le sarà trasmessa tenga conto delle osservazioni inviate con lettera del 1.6.01, Seduta 14 dicembre 2001 - In relazione alle proposte di adeguamento del Complemento, il Comitato Implementazioni e procede all’approvazione di integrazioni, adattamenti e inserimenti relativi a vari capitoli. modifiche al CDP Seduta 20 giugno 2002 - In relazione alle proposte di adeguamento del Complemento, il Comitato procede all’approvazione di integrazioni, adattamenti e inserimenti relativi a vari capitoli. Seduta 22 gennaio 2003 - Il Comitato di Sorveglianza approva modifiche al CdP riguardanti le misure 1.8; 1.11; 2.2; 3.8; 3.9; 3.15; 4.5; 4.18, 5.3, 6.5, 7.1. Il piano finanziario delle misure 3.2.; 3.3; 3.5; 3.8; 3.9; La modifica al Capitolo I.e.1 Progetti Integrati. Seduta 11 luglio 2003 - Il CdS approva modifiche al Complemento di Programmazione nei punti che riguardano il documento (capitoli I.D e I.E.5), le misure ed allegati. Argomento REGIONE CAMPANIA- LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Regione Molise 1. Inquadramento generale I seguenti documenti ufficiali contribuiscono alla definizione del modello regionale di programmazione attuativa di Progettazione Integrata in Molise che prevede l’attuazione attraverso procedura di emanazioni di bandi. Strategia regionale • Programma Operativo Regionale Molise 2000-2006, approvato con delibera di Giunta regionale n.755 del 12/6/2000 e dalla Commissione con decisione C (2000) 2371 dell'8/8/2000 • Complemento di Programmazione del POR Molise 2000-2006 – Il CdP (aggiornamento 07/2002) riporta le modifiche conseguenti alle decisioni del Comitato di Sorveglianza di gennaio 2002 e all'attivazione della procedura scritta del 29 marzo 2002. Formalizzazione/implementazione delle indicazioni dei POR e CdP • Linee guida e criteri per l'attuazione dei PIT Regione Molise: DGR n. 235 del 28 febbraio 2001, pubblicata sul Bollettino della Regione Molise n. 9 del 14 aprile 2001. • Bando pubblico per la seleziona delle proposte di PIT (Supplemento Straordinario n.1 del BURM del 16 febbraio 2002, n. 3) Definizione delle modalità procedurali del singolo PI • Accordi esecutivi di attuazione sottoscritti tra la regione Molise e i Soggetti Responsabili; 2. La strategia regionale Il POR della Regione Molise definisce la tipologia di Progetti integrati territoriali (PIT) come progetti complessi costituiti da singoli progetti che si integrano reciprocamente e corrispondono a un circoscritto ambito territoriale intercomunale, promossi da attori locali. Il Complemento di Programmazione stabilisce che ciascun PIT dovrà far riferimento ad un responsabile regionale individuato, al momento dell’approvazione del singolo PIT, tra i responsabili delle misure integrate, tramite la stessa delibera di Giunta di approvazione del PIT. Il responsabile regionale avrà il ruolo di coordinamento degli altri responsabili di misura ed avrà facoltà di convocare conferenze di servizi e di assumere tutte le iniziative che consentano di velocizzare la realizzazione del PIT. 116 Le procedure descritte dal CdP demandano alla proposta di PIT, quale specifico elemento da valutare, la descrizione dell’ipotesi organizzativa e gestionale del PIT e dell’attribuzione di responsabilità con indicazione del soggetto capofila responsabile del partenariato. La programmazione regionale prevede una procedura a bando, attraverso la quale i soggetti promotori sono chiamati a presentare le proposte di PIT con la descrizione sia della strategia locale (idea forza), sia del dettaglio delle operazioni. Secondo quanto previsto dalle procedure regionali, sono stati chiamati a rispondere al bando (pubblicato in Supplemento Straordinario n.1 del BURM del 16 febbraio 2002, n. 3, con scadenza 17 maggio 2002, prorogata al 17 luglio), i seguenti soggetti: - Capofila Pubblico nominato da un raggruppamento di enti locali territoriali (art. 30 del Testo Unico Enti Locali) - Rappresentante legale di società di capitali a prevalente partecipazione pubblica espressione del partenariato organizzato sul territorio (artt. 113 e 116 del TU EELL) - il soggetto rappresentante del Contratto d'Area per il PI previsto in supporto alle azioni del Contratto stesso Le Province hanno avuto facoltà di aderire come partner ai PI di iniziativa degli attori locali ricadenti negli ambiti di rispettiva competenza e/o di svolgere un ruolo di promotore per la redazione di PI. Il bando ha previsto anche la possibilità di aderire in qualità di partner ai PIT di rispettivo interesse per l’Università del Molise e il Parco Scientifico e Tecnologico. Inoltre, l’art. 10 del bando indica che nell’Accordo Esecutivo di attuazione del PIT si preveda l’istituzione di un Comitato di coordinamento, presieduto dal Presidente della Regione e composto dai rappresentanti designati dalla Regione Molise, dall’Autorità ambientale, dai rappresentanti del partenariato locale e dalle rappresentanze delle OOSS dei lavoratori e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative. L’art. 10 del bando specifica anche che alla stipula dell’Accordo esecutivo di attuazione debba essere individuato il rappresentante (del capofila pubblico o della società di capitali a prevalente partecipazione pubblica) che assuma le funzioni di coordinatore del PIT e di coordinamento dei soggetti attuatori dei singoli interventi. Le proposte, redatte secondo il formato allegato al bando, sono state sottoposte ad un’istruttoria di ammissibilità e ad una successiva valutazione di merito, in base agli esiti della quale è stata stipulata una graduatoria, per sistema territoriale, dei PI finanziabili. La procedura regionale di valutazione, esplicitata nel bando, prevede un processo articolato in 2 fasi sequenziali interne alla Regione: 117 1) "Ammissibilità delle proposte", svolta dal Nucleo di Valutazione per gli aspetti di completezza del contenuto della proposta e dai responsabili di misura per gli aspetti di ammissibilità. 2) "Istruttoria, Valutazione e Selezione dei PI prioritari". Dopo aver concluso la propria valutazione, il Nucleo provvede alla comunicazione alla Regione (Direzione Generale I, Autorità di Gestione Regionale) dei risultati della valutazione, sulla base dei quali la Regione provvede a definire le quattro graduatorie di merito, una per ogni macroarea, in base alle quali verranno assegnate le risorse disponibili. Prima di emanare la delibera di approvazione, la Giunta si riserva la facoltà di integrare la procedura di valutazione con una fase negoziale, tramite la quale apporre eventuali modifiche alla proposta di PI positivamente istruita dal Nucleo, al fine di ricondurre a coerenza il complesso dei PI da finanziare, il quadro finanziario complessivo per misura e la tempistica generale di attuazione. L’identificazione degli ambiti territoriali e/o tematici dei Progetti Integrati ha preceduto l’identificazione degli ambiti tematici (funzione degli obiettivi di sviluppo e/o riequilibrio territoriale degli ambiti territoriali di riferimento) ed è contenuta nel CdP del POR Molise, assumendo quale riferimento programmatico la lettura socio-economica del territorio svolta in funzione del PRS in fase di redazione: - sistema di Isernia Venafro - sistema dell'Alto Molise - sistema del Molise Centrale - sistema del Basso Molise Ai 4 sistemi territoriali identificati, il CdP aggiunge anche, l’identificazione tematica, oltre che territoriale, di un ulteriore ambito di realizzazione di PI, relativo ad un progetto complesso da realizzare quale supporto alle iniziative del Contratto d’area Molise Interno. I settori/ assi prioritari interessati, totalmente o parzialmente, a progetti integrati sono in particolare: Asse I - Risorse naturali: misure 1.6, 1.7 Asse II - Risorse culturali: misure 2.1, 2.2, 2.3 Asse III – Risorse umane: misure 3.2, 3.3, 3.4, 3.8, 3.9, 3.11 Asse IV - Sistemi locali: 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5, 4.6,4.7,4.11 Successivamente alla pubblicazione della delibera di approvazione, il referente della Regione per il PI provvederà, previa convocazione del soggetto promotore, alla definizione dell'Accordo Esecutivo di Attuazione del PI, sottoscritto dal presidente della Regione e dal rappresentante legale del soggetto proponente del PI. 118 L’Accordo esecutivo di attuazione deve riportare tutti gli elementi necessari alla realizzazione del PIT, compreso il quadro finanziario definitivo, la tempistica e le modalità attuative, con l’indicazione dei soggetti responsabili e attuatori. Le modalità di attuazione dei PI sono pertanto da definire; la procedura regionale demanda infatti alla definizione dell’Accordo Esecutivo di attuazione la progettazione delle specifiche modalità attuative. Il Complemento di Programmazione indica l’elenco delle misure integrabili e, per ciascuna di esse, la quota percentuale destinata ai PIT da realizzare sui sistemi territoriali identificati e al PIT da realizzare quale supporto alle iniziative del Contratto di area Molise Interno. Il complesso delle risorse attribuite a titolo programmatico, alla progettazione integrata è stato ripartito ex-ante fra i sistemi territoriali sulla base dei seguenti criteri: - la dimensione delle aree in termini demografici - la dimensione delle aree in termini di superficie - il livello di disagio sociale per il quale si è assunto il tasso di disoccupazione (divario rispetto alla media regionale) - la tendenza allo spopolamento - esclusione dalla deroga ex art.87.3c In base a tali criteri, le risorse pubbliche disponibili per le macroaree identificate risultano così ripartite: Alto Molise 15,28% 9,229 Meuro Basso Molise 25,10% 15,228 Meuro Molise Centrale 41,65% 25,160 Meuro Isernia - Venafro 17,87% 10,795 Meuro Totale 4 sistemi territoriali 60,413 Meuro Ai fondi di spesa pubblica destinati ai PIT il CdP aggiunge 3,904 Meuro per il PIT di supporto al Contratto d'Area Molise Interno. 3 Le Linee Guida regionali Le linee guida ed i criteri per l’attuazione dei PIT Regione Molise sono state deliberate dalla Giunta regionale e pubblicate sul Bollettino della Regione Molise. 4 Definizione delle modalità procedurali L’iter procedurale per definire le modalità di formulazione dei P.I. e per individuare le priorità e le iniziative finanziabili nell’ambito di tale strumento è il seguente: 119 - - allestimento, entro il 31.10.2001, del bando pubblico per l’individuazione delle proposte di P.I. finanziabili; il bando sarà pubblicato sul B.U. e sul sito Internet della Regione Molise; presentazione delle candidature dei P.I., nonché i conseguenti adempimenti, (istruttoria, valutazione e selezione), secondo le modalità e le date da definirsi in apposito bando, concernente anche la presentazione del P.I. relativo al Contratto d'area "Molise Interno"; definizione, entro 60 giorni dalla selezione da parte della G.R. dei P.I., di corrispondenti accordi di programma da stipulare con i soggetti proponenti dei P.I. finanziabili; acquisizione dei P.I. selezionati al CdP quali parti integranti dello stesso. 5 Lo stato attuale della programmazione attuativa In risposta al Bando Pubblico per l’assegnazione di finanziamenti ai Progetti Integrati sono stati presentati sette progetti, due per la macroarea del Molise Centrale, due per la macroarea del Basso Molise, uno per la macroarea Alto Molise e uno per la macroarea Isernia – Venafro. Nel dettaglio: - PI “Sistema locale di offerta turistica dell’Alto Molise”, proposto dalla Alto Molise Sviluppo SCARL per la macroarea Alto Molise. - PI “Minoranze linguistiche storiche arbërësh e croata”, proposto dal Comune di Montecilfone per la macroarea Basso Molise. - PI “Ambiente, turismo, impresa. Un’integrazione possibile per uno sviluppo diffuso”, proposto dalla Matese per l’occupazione SCPA nell’ambito della macroarea Molise Centrale. - PI “Medio Trigno”, proposto dalla Comunità Montana Trigno Medio Biferno nell’ambito della macroarea Molise Centrale. - PI “Per uno sviluppo equilibrato ed armonioso” proposto da Innova SCARL nell’ambito della macroarea Basso Molise. - PI “E-Molise diffusione della new economy nel Molise interno” proposto da Molise sviluppo SCPA per il territorio del Contratto d’Area. - PI “Civiltà dell’acqua” proposto da Isernia Venafro Sviluppo SCARL nell’ambito della macroarea Isernia-venafro. Nel mese di marzo il NVIP ha formulato la relazione conclusiva in merito al processo di valutazione dei P.I. Con le Deliberazioni nn. 843 e 844 del 23 luglio 2003 la Giunta regionale ha approvato i PI “Minoranze linguistiche storiche arberesh e croata” e “Medio Trigno”. Per gli altri PI sono in corso le procedure di concertazione per la sottoscrizione degli Accordi. 120 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE MOLISE 121 CDP POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Formalizzazione delle PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a indicazioni dei POR e/o bando) dei CdP PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase 122 Programma Operativo Regionale Del Molise 2000-2006 Decisione della Commissione europea C(2000)2371 08.08.2000 Complemento di Programmazione ob.1 Giunta Regionale del Molise - Direzione generale I della programmazione Documento REGIONE MOLISE - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://europa.molisedati.it/molise/home.nsf/p ages/comitatosorveglianza www.regione.molise.it/PortaleRegioneMolis e.nsf?Open (Giunta:banche dati/delibere di giunta) http://europa.molisedati.it/molise/home.nsf/p ages/complementi?OpenDocument Fonte PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) Fase Valutazione dei PI Emanazione dei bandi Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Sottofase Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI 123 PIT “Per uno sviluppo equilibrato ed armonioso PIT “Ambiente, turismo, impresa. Un’integrazione possibile per uno sviluppo diffuso” PIT “Sistema locale di offerta turistica dell’Alto Molise” PI “Civiltà dell’acqua” Bando Pubblico della Regione Molise per il finanziamento dei P.I.T. (in Supplemento Straordinario n. 1 del B.U.R.M. n. 3 del 16/02/2002) http://europa.molisedati.it/molise/home.nsf/p ages/comitatosorveglianza Documento Fonte "Linee guida e criteri per l'attuazione dei Progetti integrati http://db.formez.it/ArchivioNews.nsf/0/a3b8 - Provvedimenti" DGR n.235 del 28/02/2001, BUR Molise 818d04b047c480256a45004c8ba7?OpenDoc n. 9 del 14 aprile 2001 ument REGIONE MOLISE - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA REALIZZAZIONE PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) Fase Relazioni sullo stato di attuazione Rapporti Annuali di Esecuzione Rapporti di valutazione intermedia Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Sottofase Valutazione dei PI 124 PIT "Medio Trigno" - DGR n. 844 del 23 luglio 2003 Documento PIT “E-Molise diffusione della new economy nel Molise interno PIT "Minoranze linguistiche storiche arberesh e croata" DGR n. 843 del 23 luglio 2003 REGIONE MOLISE - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Fonte POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase Linee guida per la valutazione exante dei POR e/o PI Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Argomento Contenuto 125 A partire degli elementi identificativi dei progetti integrati il CdP, come previsto al punto 6.4.7 del Qcs evidenzierà i seguenti aspetti: · Identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritari degliinterventi dei progetti integrati· Individuazione degli obiettivi dei progetti integrati · Indicazione della strategia di interventi . Procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate · Modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali · Identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati · Indicazione dei soggetti responsabili · Indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei progetti REGIONE MOLISE - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Argomento Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Sottofase POR 126 Contenuto · Modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali · Identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati · Indicazione dei soggetti responsabili · Indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del PORcoinvolte e della valutazione dei progetti integrati · Modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali · Eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile · Eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di sorveglianza · Integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità coerenti con leggi n. 112/98 (legge Bassanini) e n. 142/90 (concernente il coordinamento e l’accelerazione di procedure amministrative) · Eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale (Patti territoriali, ecc.) REGIONE MOLISE - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Sottofase POR Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati 127 Le strutture regionali responsabili dei vari aspetti dell'attuazione del POR saranno individuate sulla base delle specifiche materie di competenza. Nel Complemento di programmazione ne saranno precisate la composizione, i compiti, le responsabilità e le modalità operative. Individuazione dei Progetti Vengono individuate le macro aree di riferimento all'interno delle quali perseguire gli obiettivi di Integrati e ambito sviluppo: Il sistema locale di Isernia - Venafro; Il sistema locale di Isernia - Venafro; Il sistema locale territoriale d'intervento di Campobasso; Il sistema locale del Basso Molise Argomento Contenuto Assi/obiettivi/misure/azion I settori interessati ai P.I. sono quelli indicati nel QCS, vale a dire: la Rete ecologica per l'Asse I – i che contribuiranno alla Risorse naturali; tutto l'Asse II - Risorse culturali; per l'Asse IV - Sviluppo locale, la Misura 4.6: Aiuti realizzazione della agli investimenti delle imprese turistiche e turismo rurale progettazione integrata REGIONE MOLISE - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP Sottofase Contenuto Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati 128 Le risorse pubbliche destinate ai P.I. territoriali (pari a € 60.413.358) ammontano al 32 % della spesa pubblica relativa alle Misure coinvolte . Nello specifico le Risorse assegnate per macroarea sono: Alto Molise 15,28%, Basso Molise 25,21%, Molise Centrale 41,65%, Isernia - Venafro 17,87% Tipologie e caratteristiche L’iter procedurale per definire le modalità di formulazione dei P.I. e per individuare le priorità e le della progettazione iniziative finanziabili nell’ambito di tale strumento è il seguente: integrata - allestimento, entro il 31.10.2001, del bando pubblico per l’individuazione delle proposte di P.I. finanziabili; il bando sarà pubblicato sul B.U. e sul sito Internet della Regione Molise; - presentazione delle candidature dei P.I., nonché i conseguenti adempimenti, (istruttoria, valutazione e selezione), secondo le modalità e le date da definirsi in apposito bando, concernente anche la presentazione del P.I. relativo al Contratto d'area "Molise Interno"; - definizione, entro 60 giorni dalla selezione da parte della G.R. dei P.I., di corrispondenti accordi di programma da stipulare con i soggetti proponenti dei P.I. finanziabili; - acquisizione dei P.I. selezionati al CdP quali parti integranti dello stesso. Assi/obiettivi/misure/azion I settori/ assi prioritari interessati, totalmente o parzialmente, a progetti integrati sono in particolare i che contribuiranno alla l’Asse I-Risorse naturali; l’Asse II-Risorse culturali; l’Asse IV-Sistemi locali di sviluppo senza realizzazione della escludere la possibilità che per taluni progetti anche gli altri possano essere coinvolti; nella descrizione progettazione integrata delle misure viene inoltre specificato il possibile coinvolgimento con l’attuazione di P.I.. Non è consentito l’inserimento nelle proposte di P.I. insistenti anche sui comuni compresi nell'ambito del Contratto d'area azioni progettuali ricadenti nella riserva per il Contratto d'Area e dal medesimo attivati, fatta eccezione per eventuale accordo con il soggetto di gestione di detto Contratto d'area. Individuazione dei Progetti I quattro ambiti territoriali entro i quali intervenire con P.I., “la cui identificazione …. non costituisce Integrati e ambito una precisa indicazione programmatica, quanto una indicazione di metodo”, riguardano i sistemi locali territoriale d'intervento di Isernia-Venafro, dell’Alto Molise, di Campobasso (Centro Molise), del Basso Molise. Argomento Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati REGIONE MOLISE - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Sottofase CDP Implementazioni e modifiche al CDP Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Argomento Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) 129 Contenuto I progetti di P.I. saranno valutati dal Nucleo di Valutazione Regionale (N.V.R.) istituito ai sensi della L.144/99 e dall’Autorità Ambientale per gli aspetti di propria competenza. Nelle more dell'attivazione del N.V.R., i relativi compiti saranno svolti dalla struttura della DG I con l'ausilio del Nucleo di Valutazione del Ministero Economia e Finanze (cfr. POR). Il processo valutativo di pertinenza del predetto N.V.R. è il seguente: A. Istruttoria dei vari progetti pervenuti, con verifica dell’ammissibilità delle proposte in termini di completezza degli elementi formali, di rispondenza ai criteri di seguito definiti (Ia fase: ammissibilità delle proposte); B. Valutazione delle proposte pervenute (IIa fase: finanziabilità del progetto). Il progetto di P.I., approvato dalla G.R. con le eventuali modifiche apportate in fase d’istruttoria, costituirà parte integrante di accordo di P.I. da stipularsi fra la Regione Molise e i componenti del partenariato del P.I.. REGIONE MOLISE - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Regione Puglia 1. Inquadramento generale I documenti di riferimento analizzati per la fase di programmazione generale e per quella attuativa, sono: Valutazione ex ante • Valutazione ex ante dei PIT Strategia Regionale • Programma Operativo Regionale Puglia 2000-2006 - Decisione della Commissione europea C(2000)2349 - 08.08.2000 • Complemento di Programmazione del POR Puglia 2000-2006 - Approvato con D.G.R. n. 497 del 17.04.03. Linee Guida regionali Linee Guida per l'elaborazione del programmi integrati territoriali-Presa d'atto del NVVIP nella seduta del 12.07.02 # Appunti per guidare la progettazione dei PIS in Puglia-Unità di valutazione (UVAL) Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata # Indicazioni per l'integrazione della componente ambientale nei PIT (uno per ogni PIT)Presa d'atto del NVVIP nella seduta del 12.07.02 Il documento Linee Guida per la valutazione ex ante dei PIT” è stato formulato sulla base del Reg. CE 1260/99. Le principali componenti della valutazione ex ante in relazione ai PIT, riguardano nello specifico: # l’analisi dei punti di forza, dei punti di debolezza e del potenziale del sistema socioeconomico-territoriale dell’area PIT; # la valutazione delle motivazioni e della coerenza d’insieme della strategia; # la quantificazione degli obiettivi al fine di stabilire a quali risultati dovrebbe condurre il Programma; # le interazioni e la congruenza degli interventi previsti con i piani ed i programmi che interessano l’area di intervento; # la valutazione degli impatti socio-economici prevedibili; # la qualità della struttura organizzativa e gestionale. 130 2. La strategia regionale La Regione Puglia prevede due tipologie di progetti integrati quelli territoriali e quelli settoriali. Il Programma Operativo Regione Puglia24 già individua: • gli ambiti territoriali dei PIT; • una prima articolazione dell’idea forza funzionale ad orientare l’ambito strategico del progetto da promuovere. La zonizzazione dei PIT riguarda una pluralità di aree territoriali e prende le mosse dal riconoscimento di sistemi produttivi localizzati, caratterizzati non solo da problematiche comuni, quanto da condizioni di consolidamento dei sistemi di sviluppo locale. Inoltre esse coinvolgono tutti i settori produttivi ad esclusione del Turismo e dei Beni Culturali per i quali la Regione intende attivare i Progetti Integrati Settoriali. Questa modalità di aggregazione ha portato alla definizione dei seguenti i 10 progetti integrati territoriali: Alto Tavoliere, Area Nord Barese, Area metropolitana di Bari, Area della Murgia, Valle d’Itria, Taranto, Brindisi, Area Jonico-salentina, teritorio talentino leccese, Sub Appenino Dauno. Diversamente da quanto accade in altre regioni, l’individuazione dell’ambito e dell’idea forza procedono di pari passo e quest’ultima è comunque legata alla valorizzazione del sistema produttivo su cui il PI insiste. Le idee forza dei dieci PI pugliesi rimandano a quattro idee di sviluppo comune del territorio: • sviluppo e innovazione dell’economia rurale, agricola e agro-alimentare (PIT 1,4,8); • consolidamento e innovazione dei sistemi manifatturieri (PIT 2,4,5,9); • sviluppo e innovazione dell’economia del Sub Appennino Dauno (PIT 10). Nel POR viene inoltre esplicitata la scelta di distribuire in due trienni l’allocazione delle risorse complessive attribuite ad Assi e Misure finalizzate all’attivazione dei PIT: il primo triennio è dedicato alla “sperimentazione e dimostrazione”; il secondo al “consolidamento territoriale del modello di sviluppo intrapreso”. Il Complemento di Programmazione25 (C.d.P.) indica invece: • l’insieme degli assi e delle misure utilizzabili; • i confini geografici di riferimento per i PIT; • identificazione degli itinerari dei PIS; • l’entità complessiva e la distribuzione delle risorse destinate ai PIS e ai PIT. In relazione al rapporto tra misure comprese nei PI ed assi, sia i PIT che i PIS coprono tutti gli assi di riferimento del POR, tranne l’asse 5, non presente nei PIT. 24 25 Approvato con decisione della Commissione Europea n°2349 del 08.08.2000 Approvato con D.G.R. n. 497 del 17.04.03. 131 La delimitazione geografica dei PIT avviene attraverso l’indicazione dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali. Per i PIS invece l’individuazione è data dalle direttrici di cui alla misura 2.1 “valorizzazione e tutela del patrimonio culturale pubblico e miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi culturali” e da 5 itinerari: Barocco Pugliese, Itinerario Normanno Svevo Angioino, Habitat rupestre, Sud Salento, Gargano. Gli itinerari in questione riguardano però percorsi tematici per i quali non viene predeterminato il perimetro dell’area interessata. Questo verrà infatti definito dai singoli interventi che saranno inclusi nel progetto. In relazione alle risorse pubbliche destinate ai progetti integrati, sono destinate nel complesso circa 1281 Meuro dei quali: 730 circa per i PIT, 551 per i PIS. Nel febbraio 2003, al fine di semplificare e accelerare il completamento dell’elaborazione dei programmi e la fase di attuazione dei PI, nonché di ottimizzare la fase di gestione, il Comitato di Sorveglianza del POR ha approvato la modifica al C.d.P. relativa alle procedure di attuazione sia dei PIT che dei PIS. Le principali novità introdotte per i PIT sono: l’Accordo tra le Amministrazioni e la stipula della convenzione che istituisce l’Ufficio Unico Comune quale ente gestore del progetto integrato territoriale. L’accordo tra Amministrazioni, (previsto dalla Legge 241/90) diventa, previa stipula di apposita convenzione, lo strumento principale di attuazione dei PIT. Questo permette di individuare un unico rappresentante del territorio locale tra i soggetti ricadenti nell’area, di definire il cronogramma di attuazione dei progetti e i reciproci adempimenti assunti da ciascun soggetto pubblico coinvolto e indica il ruolo centrale dell’Ufficio Unico comune a tutte le Amministrazioni competenti. Esso, in capo all’Ente Locale delegato dalle autonomie locali nella suddetta convenzione, è unico centro di spesa e si occupa di predisporre e curare gli adempimenti per l’espletamento delle gare e l’esecuzione dei lavori in riferimento alle opere infrastrutturali individuate nell’Accordo fra le Amministrazioni, di effettuare il monitoraggio, di curare la relazione di esecuzione da inviare ogni sei mesi agli organi regionali responsabili, di verificare la coerenza con gli obiettivi del PIT delle proposte di progetto ricevute dai progetti. Altro elemento introdotto dalle procedure di attuazione riguarda l’elenco delle strutture regionali coinvolte nell’attuazione dei PIT. In relazione invece alle novità introdotte per i PIS, le nuove procedure di attuazione introdotte nel C.d.P. consentono la ridefinizione delle proposte dei soggetti locali tenendo conto delle peculiarità distintive dei PIS connesse alla presenza di ambiti territoriali più ampi rispetto ai PIT, nonché alla specializzazione derivante dalla prevalente caratterizzazione storicoarchitettonico-culturale individuata nei 5 itinerari previsti. In particolare le procedure definiscono: • modalità di presentazione delle proposte progettuali ; • costituzione del Comitato di coordinamento del PIS, ; • ruolo del Comitato di Coordinamento che può proporre eventuali modifiche ed adeguamenti alla proposta progettuale; • modalità di approvazione della proposta finale edl PIS da parte della Giunta Regionale; 132 • procedure e criteri di selezione dei progetti. 3. Le Linee Guida regionali Le “Linee guida per l’elaborazione dei programmi integrati territoriali” della Regione Puglia forniscono ai soggetti impegnati nell’elaborazione del programma, indicazioni al fine di: assicurare uniformità e omogeneità nella modalità di stesura dei programmi; assicurare la presenza dei contenuti indispensabili per una rapida prosecuzione dell’iter procedurale e per un’adeguata valutazione da parte dell’Amministrazione regionale; assicurare che i contenuti previsti nei Programmi siano tali da consentire la realizzazione degli obiettivi previsti dal POR, assicurare assistenza tecnica ai soggetti del territorio. Il documento in esame individua tre macro fasi in cui si struttura il processo di progettazione integrata: • predisposizione del Programma; • definizione dell’Accordo di Programma; • attuazione. Queste a loro volta si articolano in una serie di azioni che consentono di accompagnare la costruzione del progetto attraverso un processo articolato di successiva definizione. In relazione alla predisposizione del Programma, l’impulso regionale ha un forte ruolo nell’avvio del processo. Spetta infatti al Presidente della Regione convocare le parti interessate alla formulazione del PIT per dare vita ai Comitati per l’Accordo di Programma. Sarà poi il Comitato individuato per ciascun PIT ad attivare il partenariato socio-economico. Prima di arrivare alla definizione dell’Accordo di Programma, il Comitato redige un documento preliminare (proposta di accordo di programma con procedura negoziale) che verrà sottoposto all’Ufficio regionale di programmazione. La bozza di accordo ha due obiettivi principali: dimostrare il grado di intesa raggiunto tra i diversi soggetti e consentire al Nucleo di Valutazione (presente all’interno dell’Ufficio Unico) di valutare i progetti, sia all’Ufficio Programmazione di distribuire tra questi le risorse complessivamente a disposizione). Per definire i contenuti dell’Accordo di Programma si seguono due vie differenti per tipologia di intervento: attraverso procedura negoziale per quanto attiene gli interventi infrastrutturali,e attraverso pubblicazione dei bandi per gli interventi dei provati e le attività formative. L’accordo di Programma dovrà contenere, oltre al programma di attuazione degli interventi, gli Accordi tra amministrazioni precedentemente stipulati, la quantificazione del costo complessivo del progetto e il relativo piano finanziario, l’individuazione dell’Ufficio Unico come struttura pubblica responsabile dell’attuazione del PIT “Appunti per guidare la progettazione dei PIS in Puglia”, documento messo a punto dall’Unità di Valutazione del Ministero del Tesoro, consiste in un supporto metodologico per l’elaborazione dei PIS in cui sono delineate le linee di azioni su cui articolare la strategia di valorizzazione del patrimonio culturale locale al fine di promuovere un processo di sviluppo socio-economico. 133 Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Il documento “Indicazioni per l’integrazione della componente ambientale dei PIT”, (presa d’atto del NVVIP nella seduta del 12.07.02) fornisce indirizzi operativi, per ogni singolo PIT, sull’approccio valutativo proposto dall’autorità Ambientale della Regione Puglia. Sulla base di tali indicazioni sono state predisposte le integrazioni della componente ambientale tramite tre matrici: • matrice del contesto territoriale, compilata a cura del proponente con gli indicatori ambientali ritenuti pertinenti a descrivere il territorio di riferimento del PIT; • matrice delle criticità compilata dall’Autorità ambientale, contiene l’elenco degli indicatori/descrittori e i criteri per individuare i gradi idi criticità; • matrice delle indicazioni per la sostenibilità ambientale, compilata riportando semplicemente il grado di criticità in relazione all’aspetto indagato da un certo indicatore. 4. Definizione delle modalità procedurali Le modalità procedurali dei singoli PI vengono definite attraverso due documenti: 3. lo schema di convenzionamento tra le Amministrazioni; 4. i decreti del Presidente della Giunta Regionale di Costituzione dei singoli Comitati per l’Accordo di programma. Il primo sancisce l’impegno da parte delle Amministrazioni comunali alla costituzione dell’Ufficio Unico Comune per la gestione degli interventi previsti dal progetto integrato territoriale; il secondo è invece finalizzato all’attivazione del partenariato socio-economico e alla formulazione della proposta di programma. 5. Lo stato della programmazione attuativa al gennaio 2004 Le dieci proposte di programma dei PIT e le 5 dei PIS sono in fase di valutazione da parte del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Pertanto i documenti ufficiali disponibili riguardano solamente per ogni PI i decreti di costituzione dei Comitati per l’Accordo di Programma e le “provvisorie” schede anagrafiche. Quest’ultime sono costituite dalle seguenti variabili: • il riferimento territoriale • l’idea forza • il soggetto capofila • i comuni coinvolti • una breve descrizione socio-economica dell’area • le misure del POR attivabili • l’obiettivo generale. 134 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE PUGLIA 135 PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase Programma Operativo Regione Puglia 2000-2006approvato con Decisione della Commissione europea n. 2349-08.08.2000 Complemento di Programmazione Regione Pugliaapprovato con D.G.R.n.497 del 17.04.03 136 Decisioni assunte Procedure di attuazione dei PIT-Seduta del Comitato di dai Comitati di Sorveglianza del 04.02.2003 (modifica del par.G.4.1 del C.d.P) Sorveglianza POR CDP POR Valutazione exante dei POR e/o PI Documento Linee guida per la valutazione ex ante dei PIT formulate Linee guida per sulla base del regol. 1260/99 della Commissione Europea la valutazione e riletto in relazione alla specificità dei PIT ex-ante dei POR e/o PI Sottofase REGIONE PUGLIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a670aebedddc36958 02566f900650ae6/93f2faabf6454d53c1256d5100482 008?OpenDocument http://por.regione.puglia.it/../MAcrofunzioni/PUB/Pu b_ElencoDocumenti.asp?rubCercaHide=Documenti http://por.regione.puglia.it/../MAcrofunzioni/PUB/Pu b_ElencoDocumenti.asp?rubCercaHide=Documenti http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a670aebedddc36958 02566f900650ae6/5fe8ce89d05d37d9c1256d51004a 32f9?OpenDocument Fonte PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP Sottofase 137 Indicazioni per l'integrazione della componente ambientale nei PIT (uno per ogni PIT)-Presa d'atto del NVVIP nella seduta del 12.07.02 Appunti per guidare la progettazione dei PIS in PugliaUnità di valutazione (UVAL) Linee Guida per l'elaborazione del programmi integrati territoriali-Presa d'atto del NVVIP nella seduta del 12.07.02 Documento Procedure di attuazione dei PIS-Seduta del Comitato di Sorveglianza del 04.02.2003 (modifica del par.G.4.1 del C.d.P) REGIONE PUGLIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a670aebedddc36958 02566f900650ae6/753733f4f7207e45c1256d57003e 508b?OpenDocument http://db.formez.it/FontiNor.nsf/Fonti/12633E98256 CF4C3C1256D51004F727E?OpenDocument http://por.regione.puglia.it/../MAcrofunzioni/PUB/Pu b_ElencoDocumenti.asp?rubCercaHide=PIT Fonte http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a8613a7af263c3d3c 12569d90044c378/a0064aff2e195066c1256d4a004fd b38?OpenDocument PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale Fase Schema di convenzionamento tra Amministrazioni Documento 138 Definizione delle Costituzione del comitato per l'accordo di programma modalità (uno per ciascun PIT)-D.P.G.R. nn. 210; 564; 565; 566; procedurali dei 567; 568; 569; 570; 571; 572 singoli PI Costituzione del comitato per l'accordo di programma (uno per ciascun PIS)-D.P.G.R. nn. 563; 564; 565; 566; 567 del 04.09.03, pubblicato sul BURP n. 109 Definizione delle modalità generali della procedura Sottofase REGIONE PUGLIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://db.formez.it/FontiNor.nsf/43dd0d54788ea45cc 12569d90044e717/1a87c4fe6ad792b3c1256db2005c bcdc?OpenDocument http://db.formez.it/GuideUtili.nsf/e2cb12b4552524c9 c1256d510055e949/9b6e09a3256ced89c1256d56004 df77c?OpenDocument http://db.formez.it/FontiNor.nsf/Fonti/3B4CF9C926 D96F28C1256D51004BE9BD?OpenDocument Fonte PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura negoziale) Fase Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Valutazione dei PI Sottofase Fonte 139 Schede anagrafiche dei seguenti PIT: PIT n. 1 - Area TavolierePIT n. 2 - Area Nord baresePIT n. 3 - Area metropolitana di BariPIT http://db.formez.it/GuideUtili.nsf/e2cb12b4552524c9c1256d510055e949/1 n. 4 - Area della MurgiaPIT n. 5 - Valle 74208fc6041a7ddc1256d560032ba66?OpenDocument d'ItriaPIT n. 6 - TarantoPIT n. 7 - BrindisiPIT n. 9 - Territorio Salentino-leccesePIT n. 10 Sub Appennino Dauno Schede anagrafiche dei seguenti PIS: PIS n.11 - Itinerario turistico-culturale Barocco Pugliese PIS n. 12 - Itinerario turistico-culturale http://db.formez.it/GuideUtili.nsf/e2cb12b4552524c9c1256d510055e949/c Normanno-svevo-angioino afe8ca887db59eec1256d5700572a45?OpenDocument PIS n.13 - Itinerario turistico-culturale HabitatRupestre PIS n. 14 - Ambiente nel territorio del Sud Salento PIS n. 15 - Territorio del Parco del Gargano PIT n. 8 - Area Jonico - Salentina (delibera di approvazione?) Documento REGIONE PUGLIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA REALIZZAZIONE Fase Rapporti di valutazione intermedia Rapporti Annuali di Esecuzione Relazioni sullo stato di attuazione Sottofase 140 Stato di attuazione dei PIS (al mese di dicembre 02)-C.d.S.-seduta del 04.02.03 Documento Relazione sullo stato di attuazione dei PIT e proposta di ripartizione di risorse finanzarie destinate ai PIT-C.d.S.- seduta del 26.09.03 REGIONE PUGLIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://db.formez.it/FontiNor.nsf/a8613a7af263c3d3c12569d90044c 378/98bc64fe6a421b74c1256d5000486224?OpenDocument http://db.formez.it/ArchivioNews.nsf/53f7996894c5b50a802566f90 05cbeba/f68d0fc12a02dcb5c1256db9003dd81a?OpenDocument Fonte POR Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase Contenuto Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata 141 I Progetti Integrati Territoriali riguardano tutti i settori produttivi ad esclusione del Turismo e dei Beni Culturali per i quali la Regione intende attivare i Progetti Integrati Settoriali. L’attivazione dei PIT scaturisce dalla Tipologie e caratteristiche necessità di intervenire in maniera specifica ed integrata su alcuni dei sistemi locali presenti all’interno della della progettazione integrata regione, sia in relazione a quelli in via di consolidamento, sia rispetto alla capacità di riuscire a favorire lo sviluppo di nuovi sistemi connotati da elevate potenzialità di crescita (muovendo dalla valorizzazione di esperienze e di realtà già presenti, ma non ancora radicate sul territorio). Argomento REGIONE PUGLIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP POR Sottofase Contenuto 142 Nel CDP vengono individuate 2 tipologia di PI: a)i PIT(finalizzati al conseguimento di un comune obiettivo specifico attraverso la realizzazione di una pluralità- di interventi finanziabili nell'ambito di diverse misure Tipologie e caratteristiche contenute nel POR e con risorse provenienti da vari fondi comunitari) e i PIS (finalizzati al conseguimento di un della progettazione integrata comune obiettivo specifico attraverso la realizzazione di interventi che permettano di valorizzare e potenziare le sinergie e le interdipendenze tra settori produttivi con le risorse immateriali) Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Individuazione dei Progetti Vengono individuate le seguenti aree territoriali - Area Nord barese, -Area metropolitana di Bari,- Area della Integrati e ambito territoriale Murgia, - alle d'Itria, -Taranto,- Brindisi, - Area Jonico,-Salentina, -Territorio Salentino-leccese, -Sub Appennino d'intervento Dauno Argomento REGIONE PUGLIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP Sottofase Contenuto Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) 143 Al fine di semplificare ed accelerare il completamento dell'elaborazione e la fase di attuazione di PIT (definizione delle modalità di attuazione di ciascun PIT, individuazione di un modello di relazione tra i soggetti coinvolti; l'individuazione definitiva e le priorità degli interventi del PIT; la cronologia) viene individuato come strumento attuativo l'Accordo tra Amministrazioni previsto dall'art. 15 della L..n.241/90 Il riferimento territoriale è costituito dai distretti industriali e dai sistemi produttivi locali individuati a seguito di Individuazione dei Progetti specifici studi condotti nell'ambito del POP 94-99. L'individuazione degli ambiti territoriali dei PIT è stata già Integrati e ambito territoriale fatta in sede di POR. Gli ambiti dei PIS vengono invece individuati nel CDP. Essi sono i seguenti: - Itinerario d'intervento turistico-culturale Barocco Pugliese, - Itinerario turistico-culturale Normanno-svevo-angioino, - Itinerario turistico-culturale HabitatRupestre,- Ambiente nel territorio del Sud Salento, - Territorio del Parco del Gargano Entità complessiva e distribuzione temporale All'attuazione dei PIT e PIS sono destinate risorse pubbliche pari a circa 1281 Meuro dei quali: 730 circa per i delle risorse destinate ai PIT; 551 per i PIS. Progetti Integrati Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata Argomento REGIONE PUGLIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Argomento Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Implementazioni e modifiche al CDP Sottofase CDP Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR Contenuto 144 E' stato modificato dal Comitato di Sorveglianza il par.G. del CDP relativo alle procedure di attuazione. Le principali novità introdotte sono l'Accordo tra le Amministrazioni e la stipula delle convenzioni che istituisce l'Ufficio Unico quale ente gestore del PIT REGIONE PUGLIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Regione Sardegna 1. Inquadramento generale La strategia di progettazione integrata e le relative fasi di programmazione attuativa sono descritte nei seguenti documenti ufficiali. Strategia regionale • Programma Operativo Regionale 2000-2006 Sardegna approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2000) 2359 del 08/08/2000 e pubblicato in supplemento straordinario n. 2 al BURAS n. 4 del 30/01/01. • Allegato II al P.O.R. Sardegna - Valutazione ex-ante ambientale (Valutazione Ambientale Strategica - VAS) • Complemento di Programmazione approvato con DGR n. 28/50 del 09/08/02 • Bando pilota 2001: Bando pubblico di selezione per il finanziamento dei Progetti Integrati Territoriali, (Supplemento straordinario n.3 del BURAS n.22 del 26 luglio 2001) Le linee guida regionali Linee Guida Bando 2002 - DGR 29/11 del 29.08.2002 e successiva modifica (allegate alla delibera). Lo stato della programmazione attuativa • Accordi di programma sottoscritti tra la regione Sardegna e i Soggetti Responsabili. • Rapporto Annuale di Esecuzione al 31.12.2002 (Maggio 2003), Regione Sardegna, Centro regionale di programmazione • Relazione di Valutazione Intermedia (Bozza) presentata dal Valutatore Indipendente in occasione della riunione del Comitato di Sorveglianza del POR Sardegna del 14 e 15 luglio 2003; capitolo 8: i PIT La Valutazione ex ante La strategia di sviluppo del POR Sardegna, secondo quanto richiesto dall’articolo 41 del Regolamento 1260/1999, ha preso in considerazione i principali risultati dell’analisi di valutazione ex ante predisposta, a cura dal Centro Regionale di Programmazione della Regione sarda, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero del Tesoro. L’analisi ha riguardato: il quadro conoscitivo del fabbisogno, settoriale e territoriale, espresso in sede di concertazione dalle Parti economiche e sociali ed istituzionali; i risultati emersi dalla valutazione dei nodi e dei problemi, nonché delle opportunità da valorizzare che caratterizzano l’attuale contesto socioeconomico ed ambientale della Sardegna (analisi SWOT) e il relativo impatto della strategia in termini di sviluppo sostenibile; le indicazioni emerse dall’analisi dei risultati conseguiti nel precedente periodo di programmazione ed evidenziati dai rapporti predisposti dal Valutatore indipendente del POP Sardegna 1994 - 1999. 145 le tendenze del mercato del lavoro; la situazione, in termini di parità, tra donne e uomini; l’impatto previsto sul contesto socioeconomico del miglioramento delle condizioni dal lato dell’offerta e della domanda; la verifica in termini di coerenza interna del programma tra le indicazioni emerse dall’analisi SWOT e gli obiettivi specifici prescelti. La valutazione ex ante - Allegato II del P.O.R. Sardegna – è costituita da una Valutazione Ambientale Strategica – VAS; per l’illustrazione dei contenuti si riporta di seguito l’indice del documento. $ Analisi della situazione ambientale $ Emissioni atmosferiche $ Qualità dell’aria $ Rifiuti $ Acqua $ Rischi tecnologici $ Suolo $ Natura e biodiversità $ Pesca $ Principali Direttive in Materia Ambientale e Norme Regionali All’allegato II del P.O.R. si trovano le schede, suddivise per Assi e settori, che riportano: Principali problematiche - Stima dell'incidenza sull'ambiente (positiva, negativa). Obiettivi ambientali e di sostenibilità ambientale da perseguire in relazione al settore di intervento. Integrazione della dimensione ambientale Temi ambientali all'interno del settore o delle misure (esempio: azioni e/o misure a finalità ambientale) Disposizioni per l'integrazione all'interno del settore o delle misure (criteri di selezione, meccanismi premiali, specifiche modalità di attuazione) Indicatori 2. La strategia regionale Nel POR non si hanno consistenti indicazioni in proposito e la definizione degli interventi di Progetti Integrati viene rimandata al Complemento di Programmazione. Nel Complemento di Programmazione la filosofia di intervento è basata sui principi concentrazione delle risorse, dell’integrazione, della sussidiarietà e del decentramento, concertazione e del partenariato, delle pari opportunità; di conseguenza, oltre alle misure quali vengono date specifiche indicazioni, tutti gli Assi previsti nel POR Sardegna potenzialmente interessati dai progetti integrati. 146 della della nelle sono Una più puntale definizione dell’oggetto e delle finalità dei PIT si ricava dal Bando pilota 2001, all’articolo 2. I PIT costituiscono una modalità operativa di attuazione del POR per consentire che una serie di azioni – che fanno capo ad Assi e Misure diversi – siano esplicitamente collegate tra loro e finalizzate a un comune obiettivo di sviluppo. I PIT quindi devono essere strutturati in modo da costituire progetti di eccellenza e di innovazione in grado di incidere in maniera significativa sulle variabili di rottura del sistema socio-economico locale individuate nel QCS 2000/2006. I progetti integrati devono configurare un insieme di azioni pubbliche e private coerenti con le Misure e le linee strategiche del POR e che, con riferimento ad un determinato ambito territoriale assicurino la massima applicazione del principio di integrazione e di concentrazione, sia funzionale che territoriale, e siano quindi basati su di una comune idea-guida. Ogni ipotesi di Progetto integrato deve essere coerente con la strategia di sviluppo regionale espressa dai documenti generali e settoriali vigenti a cui fa riferimento il POR Sardegna, con le linee di intervento prioritarie definite negli Assi e nelle Misure e con le procedure di attuazione esplicitate nel POR. 3. Le Linee Guida regionali In primo luogo le Linee Guida 2002 prevedono di separare la fase di ottimizzazione dei 13 PIT approvati col Bando 2001 dalla fase di selezione 2002. La fase di ottimizzazione verrà realizzata attraverso una specifica procedura (espressamente prevista al punto 3.2 nelle Linee Guida) da realizzarsi attraverso l'individuazione di nuove operazioni con le quali integrare i singoli PIT e l'affiancamento ai soggetti proponenti di una qualificata assistenza tecnica. Per quanto riguarda la selezione 2002, per soddisfare l’esigenza di un riequilibrio territoriale, specificatamente richiesta dalla G.R., è stata individuata una metodologia che, oltre a garantire la necessaria concorrenzialità, basata non esclusivamente sul criterio di selezione ma, in particolare, sul premio delle eccellenze, introduce oggettivi criteri di premialità, al fine di privilegiare la qualità della programmazione e della progettazione, nonché l'efficienza e 1'efficacia nella attuazione del PIT. In tal senso, è prevista la territorializzazione dell’80% delle risorse assegnate: tali risorse sono destinate a finanziare le proposte progettuali provenienti dalle aree PIT e saranno ripartite sulla base dei criteri stabiliti dalla Legge Finanziaria Regionale 2001, che riserva alle aree deboli il 60% delle risorse disponibili per i PIT, tenendo conto del livello di sviluppo dei territori di riferimento attraverso l'individuazione di precisi indicatori di sviluppo. Da tale ripartizione saranno escluse le aree PIT che già con il 1° bando e l’ottimizzazione hanno percepito un ammontare di risorse superiore a quello che spetterebbe loro adottando la ripartizione stabilita dalla Legge Finanziaria 2001. Con riferimento al totale delle risorse così calcolate per la selezione 2002, le Linee Guida presentano un’ipotesi di riparto ex-ante fra le 29 aree territoriali subprovinciali. 147 Tale ipotesi è stata stimata sulla base di 7 parametri relativi allo spopolamento e al mercato del lavoro Il restante 20% delle risorse sarà attribuito sulla base di specifici criteri di premialità per quei PIT che presentano caratteristiche di particolare efficacia. 4. Definizione delle modalità procedurali Nel POR non si hanno in pratica indicazioni e la definizione delle tipologie e caratteristiche della progettazione integrata viene rimandata al Complemento di Programmazione, di seguito riportate per punti: Identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritariamente degli interventi dei progetti integrati. Individuazione degli obiettivi dei progetti integrati. Indicazione della strategia di intervento. Procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate. Modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali. Identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati. Identificazione del soggetto responsabile dei progetti integrati. Indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei progetti integrati. Modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali. Eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile. Eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di Sorveglianza. Integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità coerenti col D.lgs. n.112/98 e il D.lgs n.267/00. Eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale (patti territoriali, ecc.) I possibili temi o specificità che possono costituire generali obiettivi di sviluppo in ambito territoriale provinciale o sub-provinciale, sono stati identificati, a seguito di incontri di partenariato istituzionale, economico e sociale promosso dalla Regione con le Province, il cui esito ha condotto alla definizione di una proposta indicativa di zonizzazione collegata a specifici temi da sviluppare tramite PIT.( La proposta è esposta in allegato 1 dell’Annesso A al bando 2001). 148 La concertazione è stata portata avanti dalle 4 province con le parti economiche e sociali del territorio, con gli amministratori locali e con gli operatori privati. L’animazione territoriale promossa dalle Province ha consentito di presentare lo strumento PIT e dare tutte le informazioni necessarie per la sua formulazione. In tal modo è stato possibile individuare gli ambiti territoriali, i temi e le priorità strategiche per ogni ambito territoriale. Nel POR, all’interno di ciascun Asse, sono indicate le misure la cui attuazione può avvenire, solamente o parzialmente, tramite progetti integrati. Gli Assi prioritari e le misure interessati ai P.I. che si ricavano dal POR sono: ⇒ Asse I - "Risorse naturali": Misura 1.5 - Rete ecologica regionale ⇒ Asse II “Risorse culturali” : Misura 2.1 - Archeologia, percorsi religiosi e museali, recupero di centri storici in stato di abbandono a fini culturali e turistici; Misura 2.2 Archeologia industriale; Misura 2.3 - Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo ⇒ Asse IV - "Sistemi locali di sviluppo": Misura 4.4 - Sviluppo integrato d’area; Misura 4.5 - Potenziare e qualificare l’industria turistica della Sardegna ⇒ Asse V - "Città": Misura 5.1 - Politiche per le aree urbane Nel Complemento di Programmazione viene sostanzialmente confermato il complesso di azioni che interessano i progetti integrati. Gli interventi di P.I. sono considerati intersettoriali e potenzialmente estesi a tutti gli Assi previsti nel POR Sardegna. Nel bando pubblico 2001 “selezione per l’assegnazione di finanziamenti per i progetti integrati territoriali” (articolo 3, punto 3) sono validate le misure già individuate nel POR e nel CdP. Per quanto riguarda i PIT la Regione Sardegna ha pubblicato due Bandi di gara, nel 2001 e nel 2002. Nel bando 2001 le proposte di finanziamento potevano essere presentate da aggregazioni di almeno 10 comuni con popolazione residente non inferiore ai 30.000 abitanti per progetti in possesso dei requisiti minimi d’ammissibilità. Per il secondo bando, tenendo conto delle problematiche emerse con il bando del 2001, è stata ripensata la procedura regionale che si è caratterizzata, rispetto all’esperienza precedente, per due elementi: procedura valutativa di tipo interattivo/negoziale e non più a bando, articolata in più fasi operative. previsione di una attività di Assistenza Tecnica in favore dei soggetti proponenti per supportare l’attività di progettazione e quindi elevare la qualità delle proposte, facendo emergere la capacità progettuale del territorio stesso, in modo da pervenire all’elaborazione di progetti integrati, completi e competitivi. 149 Responsabili e strutture operative per l’attuazione dei PIT - Soggetto responsabile Per ciascun PIT, all’interno del protocollo d’intesa, viene designato un soggetto rappresentativo degli interessi di tutti gli attori del PIT. Tale soggetto è il responsabile unico nei confronti della Regione e di ogni interlocutore pubblico e privato. - Coordinatore regionale dei PIT Viene nominato dal presidente della Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore alla programmazione, di concerto con il presidente della provincia nel cui territorio ricade il PIT. Fornisce al gruppo regionale di coordinamento le informazioni relative allo stato di attuazione, interloquisce con i responsabili di procedimento delle amministrazioni. - Gruppo regionale di coordinamento - GRC E’ diretto dal Direttore del Centro Regionale di Programmazione. I componenti sono nominati dall’assessore alla programmazione previa delibera tra il personale qualificato del Centro regionale di programmazione e fra i dirigenti degli assessorati titolari di regimi di aiuti. Altri componenti sono i responsabili dei fondi FEOGA e FSE più un rappresentante delle strutture di programmazione delle provincie più un rappresentante del paternariato economico e uno di quello sociale, un componente del nucleo di valutazione regionale, un componente dell’autorità ambientale regionale, più esperti a convenzione. Il quadro finanziario del CdP (Allegato 4 “Le tabelle finanziarie del Complemento”) è stato elaborato seguendo l’impostazione metodologica del “ciclo di programmazione unica”, richiamata dal POR Sardegna, volta a realizzare un reale coordinamento dei flussi finanziari, quale che sia la fonte di provenienza, per conseguire gli obiettivi di sviluppo definiti dal QCS 2000-2006 per l’isola e per le altre aree territoriali del mezzogiorno. Per definire il quadro finanziario, pertanto, si è avuto riguardo all’insieme complessivo delle risorse finanziarie che si renderanno disponibili nel periodo considerato: ⇒ risorse proprie del Bilancio ordinario della regione; ⇒ quote assegnate all’Isola dal Bilancio ordinario dello Stato; ⇒ quote di risorse finanziarie Fondi Strutturali rinvenienti dal Bilancio dell’U.E.; ⇒ quote di risorse rinvenienti dal cofinanziamento nazionale (statale e regionale) dei programmi comunitari. ⇒ quote assegnate dalle deliberazioni del CIPE su fondi straordinari ed aggiuntivi in favore delle Regioni dell’Ob.1 e delle aree depresse del centro nord. Per quanto riguarda lo specifico dei “Progetti Integrati”, in conformità a quanto previsto dai Regolamenti comunitari per l’utilizzo dei fondi strutturali e le indicazioni contenute nel QCS 2000-2006 per le regioni Obiettivo l, nel CdP si stabilisce che il 40% (1.556.983.000 Euro) del totale delle risorse pubbliche (3.892.458.000 Euro) sia destinato al finanziamento dei PIT. 150 Il Bando 2001, nel quale sono state previste risorse pubbliche pari a 389.245.800 Euro (10% sul totale delle risorse del POR) si è concluso con l’approvazione della graduatoria comprensiva di 13 PIT per un ammontare presunto totale di 453.736.477 Euro. L’elenco è riportato al punto 10 di questo documento Da notare che la L.R. 24 aprile 2001 n. 6 (art. 1, comma 48) stabilisce che “al fine di realizzare la coesione economica e sociale dell’Isola, le risorse del Programma Operativo Regionale 20002006 riservate ai PIT sono destinate, nella misura non inferiore al 60% al finanziamento di programmi nei territori provinciali il cui prodotto interno lordo risulta inferiore al 75% del prodotto interno lordo europeo Con le risorse messe a disposizione dal Bando 2001 sono finanziate tutte le operazioni pubbliche dei 13 PIT approvati, a condizione che risultino coerenti in seguito all’esame dei responsabili di Misura. Nel caso in cui alcune operazioni considerate coerenti dal GRC nella fase di selezione, risultino successivamente non coerenti, le stesse saranno sostituite nella fase di ottimizzazione con operazioni similari. Le risorse residue, pari a 111.943.000,25 Euro, verranno destinate all’ottimizzazione degli stessi 13 PIT approvati dal bando 2001 sulla base di coefficienti di ottimizzazione scaturiti dai punteggi attribuiti dal GRC nella graduatoria 2001 a ciascuno dei 13 PIT approvati. Nella tabella di seguito riportata vengono indicati i valori percentuali ed assoluti delle risorse assegnate a ciascun PIT nel processo di ottimizzazione. Gli indicatori di realizzazione (e target al 30/06/2003) relativi ai quattro fondi strutturali e riferiti a ciascuna delle misure che ad essi fanno capo sono contenuti nell’allegato 3 del Complemento di Programmazione. 5. Lo stato della programmazione attuativa al gennaio 2004 In risposta al bando regionale 2001, alla scadenza del 20 settembre sono stati presentati 30 progetti. Il GRC ha giudicato ammissibili 13 progetti. 151 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE SARDEGNA 152 PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase Fonte 153 http://www.regione.sardegna.it/europa/europa.htm l http://www.regione.sardegna.it/crp/complemento_ programmazione_luglio2003/complemento.htm http://www.regione.sardegna.it/crp/index.html Il Programma Operativo Regionale (POR) 20002006 Sardegna approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2000) 2359 del 08/08/2000 e pubblicato in supplemento straordinario n. 2 al BURAS n. 4 del 30/01/01. Documento La DGR n. 28/50 del 09/08/02 approva il Complemento di programmazione aggiornato a CDP luglio 2002 Il Comitato di Sorveglianza del 14-15/07/2003 approva il documento con le revisioni in evidenza. Approvazione del CdP aggiornato a luglio 2002 ( 9 Decisioni assunte dai Luglio 2002) Comitati di Approvazione del CdP aggiornato a luglio 2003 (15 Sorveglianza POR luglio 2003) POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP Documento http://www.regione.sardegna.it/crp/pit/pit.htm Fonte 154 Ulteriori strumenti di DGR 28/74 del 9/8/2002 - Direttive sui programmi d'investimento dei privati. supporto alla progettazione integrata Bando pilota 2001: Bando pubblico di selezione per Emanazione dei il finanziamento dei Progetti Integrati Territoriali, pubblicato in Supplemento straordinario n.3 del bandi BURAS n.22 del 26 luglio 2001 Relazione conclusiva Bando 2001 PIT (23/11/2001) http://www.regione.sardegna.it/crp/index.html Valutazione dei PI a cura del Gruppo Regionale di Coordinamento (GRC) Le linee guida 2002 sono state approvate con DGR Linee Guida 39/24 del 10.12.2002 regionali per l'elaborazione dei PI Sottofase Fase REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) REALIZZAZIONE Fase Relazioni sullo stato di attuazione Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Sottofase 155 REPORT SUI PIT (resoconti di incontri a livello provinciale) Provincia di Sassari Incontro del 19.032002 Provincia di Nuoro Incontro del 21.03.2002 Provincia di Oristano Incontro del 03.2002 Provincia di Cagliari Incontro del 3.4.2002 Approvazione della graduatoria definitiva dei PIT - Decreti Presidente della Regione:dal n.159 al numero169 del 18 dicembre 2002dal n.2 al numero 3 del 9 gennaio 20031) Qualità della vita a Cagliari.Cagliari città.2) Barigadu Ghilarghese Grighine Marmilla -C.M. Barigadu3) Sarcidano Barbagia di Seulo - C.M 13 Isili.4) Dalla Costa del Corallo al Lugodoro Mejlogu –Alghero5) Porta d'Europa terra dell'accoglienza –Olbia6) Margine Planargia -CM 8.Macomer7) Area Vasta Sud Est -CM 24 Sinnai8) Sulcis Iglesiente -CM 19 Iglesias9) Area Vasta Sud OccidentaleConsorzio 2110) Sassari Città11) Oristano 2 – Consorzio N.I. Oristanese12) Anglona Gallura -Tempio Pausania13) Medio Campidano Arburese Guspinese - CM 18 Guspini. Le delibere di approvazione dei 13 PIT selezionati riportano gli accordi di programma e i rispettivi quadri finanziari Documento REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.regione.sardegna.it/crp/index.html http://www.regione.sardegna.it/crp/index.html Fonte Fase Rapporti di valutazione intermedia Rapporti Annuali di Esecuzione Sottofase 156 Relazione del Comitato di Sorveglianza del POR Sardegna 2000-06 (Cagliari 15 luglio 2003): Rapporto semestrale sullo stato di attuazione del POR 2000/2006; Paragrafo 5: punto c: Stato di attuazione dei PIT Sardegna Documento Rapporto annuale di esecuzione (31.12.2002) REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Fonte http://www.regione.sardegna.it/europa/europa.html POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase Contenuto 157 Nel Complemento di programmazione verranno evidenziate il complesso di azioni intersettoriali, convergenti verso un comune obiettivo di sviluppo territoriale, che identificano i progetti integrati. Per essi verranno evidenziati: - Identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritariamente degli interventi dei progetti integrati; - Individuazione degli obiettivi dei progetti integrati; - Indicazione della strategia di intervento; - Procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate; - Modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali; Tipologie e caratteristiche della - Identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati; progettazione integrata - Identificazione del soggetto responsabile dei progetti integrati; - Indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei progetti integrati; - Modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali; - Eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile; - Eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di Sorveglianza; - Integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità coerenti col D.leg. n.112/98 e la L. .142/90; - Eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale Argomento REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA POR Sottofase Gli Assi prioritari interessati ai P.I. indicati nel POR sono: - Asse I - "Risorse naturali": Misura 1.5, - Asse II “Risorse culturali” : Misura 2.1, Misura 2.2, Misura 2.3, - Asse IV - "Sistemi locali di sviluppo": Misura 4.4, Misura 4.5, - Asse V - "Città": Misura 5.1 Contenuto Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati 158 La Regione provvederà a nominare con apposito atto formale il proprio soggetto interno responsabile del coordinamento di tutte le attività tra i vari responsabili di Misura del POR interessati al progetto integrato al fine di garantire unicità di azione e intervento per le competenze che restano in capo all’Amministrazione tra cui anche la valutazione ex-ante e in itinere del progetto integrato. Il Complemento di Programmazione stabilisce che il 40% (1.556.983.000 Euro) del totale delle risorse pubbliche (3.892.458.000 Euro) sia destinato al finanziamento dei PIT. Il Bando 2001, nel quale sono state previste risorse pubbliche pari a 389.245.800 Euro (10% sul totale delle risorse del POR) si è concluso con l’approvazione (Decreto del Presidente della Giunta 27 Novembre 2001, n.132 - BURAS 15.12.2001) della graduatoria comprensiva di 13 PIT per un ammontare presunto totale di 453.736.477 Euro. Le risorse residue, pari a 111.943.000,25 Euro, verranno destinate all’ottimizzazione degli stessi 13 PIT approvati dal bando 2001 sulla base di coefficienti di ottimizzazione scaturiti dai punteggi attribuiti dal GRC nella graduatoria 2001 a ciascuno dei 13 PIT approvati. L’identificazione degli ambiti territoriali e tematici dei PI è scaturita dal processo di concertazione coordinato dalle quattro Province, che ha condotto all’individuazione degli ambiti territoriali, delle aree tematiche e della priorità strategiche per ambito territoriale sulle Individuazione dei Progetti Integrati quali realizzare i PIT; l’esito di tale individuazione (19 macro aree territoriali individuate)è stato trasmesso dalle Province alla Regione il 30 giugno 2001 tramite un Documento di Indirizzi, approvato dal Comitato di Sorveglianza del dicembre 2001. e ambito territoriale d'intervento Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata Argomento REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CDP Sottofase Individuazione dei Progetti Integrati e ambito territoriale d'intervento Assi/obiettivi/misure/azioni che contribuiranno alla realizzazione della progettazione integrata Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Argomento Contenuto 159 Tutti gli Assi previsti nel POR Sardegna sono potenzialmente interessati dai P.I. 1. Identificazione dei contesti territoriali o tematici destinatari prioritariamente degli interventi dei progetti integrati.2. Individuazione degli obiettivi dei progetti integrati.3. Indicazione della strategia di intervento.4. Procedure di progettazione, approvazione e finanziamento dei progetti integrati e ammontare delle risorse complessive loro destinate.5. Modalità e criteri per la selezione dei singoli progetti e dei beneficiari finali.6. Identificazione delle misure che, all’interno dei vari Assi, contribuiscono alla realizzazione dei progetti integrati.7. Identificazione del soggetto responsabile dei progetti integrati.8. Indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione del soggetto interno alla Regione responsabile del coordinamento tra le varie misure del POR coinvolte e della valutazione dei progetti integrati.9. Modalità di coordinamento fra i diversi centri di responsabilità all’interno della Regione e con i soggetti locali.10. Eventuali procedure per l’attivazione di poteri sostitutivi da parte del soggetto responsabile.11. Eventuale modalità di partecipazione del responsabile del progetto al Comitato di Sorveglianza.12. Integrazione con gli altri strumenti di pianificazione territoriale secondo modalità coerenti col D.lgs. n.112/98 e il D.lgs n.267/00.13. Eventuale integrazione con gli altri strumenti di promozione dello sviluppo locale (patti territoriali, ecc.) Il CdS di luglio ha individuato gli indicatori di realizzazione e target relativi ai 4 programmi comunitari REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CDP Sottofase Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati Argomento Contenuto 160 Per quanto concerne le procedure riguardanti il partenariato, la progettazione, l’assistenza tecnica, la selezione delle operazioni, valgono le regole stabilite nelle presenti linee guida per la Selezione 2002.A tal fine, il Soggetto responsabile, avvalendosi della collaborazione del Coordinatore regionale del PIT, individuerà le operazioni coerenti col POR e con l’idea forza tendenti a migliorare l’efficacia del PIT rispetto all’obiettivo generale ed agli obiettivi specifici individuati in sede partenariale dai soggetti proponenti e presenterà le proposte al GLTR. Il GLTR attribuirà al PIT le operazioni aggiuntive ottimizzanti operando la scelta secondo il seguente ordine di priorità:- operazioni valutate positivamente, entrate in graduatoria ma non finanziate a seguito dell'insufficienza delle risorse messe a bando nelle procedure di attuazione ordinarie delle misure;- operazioni aggiuntive a titolarità o regia regionale ottimizzanti il PIT individuate dal GLTR coerenti alle misure del POR- ulteriori operazioni proposte dal Soggetto responsabile del PIT in sostituzione delle operazioni non considerate coerenti con il POR dal Responsabile di Misura nella fase di valutazione di cui all’art. 11, comma 2, del Bando 2001. In conformità a quanto previsto dai Regolamenti comunitari per l’utilizzo dei fondi strutturali e le indicazioni contenute nel QCS 20002006 per le regioni Obiettivo l, si prevede che: - una quota significativa di risorse finanziarie, non inferiore al 40%, venga riservata ad interventi attuati con approccio integrato territoriale, settoriale e/o istituzionale anche attraverso “Progetti Integrati” (PI), cioè pacchetti di interventi caratterizzati da un’elevata integrazione e tendenzialmente riferiti a specifiche aree del territorio regionale; - i progetti integrati debbano derivare dagli effettivi fabbisogni e/o potenzialità presenti sul territorio coinvolgendo al massimo i soggetti locali e le principali forze istituzionali e sociali operanti nell’area interessata dal progetto. La nuova Programmazione così definita basa la sua filosofia di intervento sui principi della concentrazione delle risorse, dell’integrazione, della sussidiarietà e del decentramento, della concertazione e del partenariato, delle pari opportunità. Coerentemente ai criteri summenzionati, il primo bando “pilota”, pubblicato il 27 luglio 2001, ha attribuito il primo 10% delle risorse POR destinate ai PIT (389.245.800 euro). REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Argomento Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati Implementazioni e modifiche al CDP Sottofase CDP Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR 161 Approvazione del CdP aggiornato (15 luglio 2003) Contenuto Nell'Annesso 1 alla DGR 29/11 sono indicati gli indicatori di realizzazione fisica, suddivisi per Assi, relazionati alle tipologie di progetto ed agli obiettivi del QCS REGIONE SARDEGNA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Regione Sicilia 1. Inquadramento generale La strategia di progettazione integrata e le relative fasi di programmazione attuativa sono descritte nei seguenti documenti ufficiali. Strategia regionale • Programma Operativo Regionale 2000-2006 Sicilia. Approvato con decisione della Commissione Europea n. 2346 del 08.08.2000 • Complemento di Programmazione Approvato con deliberazione n. 269 del 26 settembre 2003 Formalizzazione delle indicazioni fornite nella strategia regionale • Progetto integrato regionale (PIR) "Reti per lo sviluppo locale". Deliberazione della Giunta Regionale n 267 del 26 settembre 2003) • Regolamento interno dei collegi di vigilanza previsti dal CdP e dagli accordi attuativi sottoscritti tra la Regione siciliana ed i coordinatori dei PIT • Regolamento Interno del tavolo di confronto e proposta previsto dagli accordi organizzativi sottoscritti tra la Regione siciliana ed i coordinatori dei PIT. Emanazione bandi • Bando pubblico di selezione per l’assegnazione dei finanziamenti PI. GURS n.23 del 15.05.2001. Lo stato della programmazione attuativa • DGR n. 202 del 17.06.2002, approvazione del finanziamento dei singoli PIT 2. La strategia regionale Il Programma Operativo Regionale, predisposto dalla Regione Sicilia per il periodo 2000-2006, afferma esplicitamente che la strategia regionale potrà compiutamente realizzarsi mediante un approccio integrato che ancori le politiche settoriali alle specificità dei sistemi locali. Si enuncia anche che i PIT costituiscono lo strumento principale per la realizzazione di tale approccio programmatico. La definizione di Progetto integrato è quella standard presente nel Quadro Comunitario di Sostegno che parla di un “complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo e giustificano un approccio attuativo unitario”. Sempre nel POR si sottolinea come nella progettazione integrata possa attuarsi sia in forma concentrata, laddove siano presenti risorse 162 immobili, sia anche in forma diffusa quando vi è un obiettivo comune di sviluppo presente in aree non contigue (c.d. progetto integrato diffuso). In Sicilia pertanto non è stato adottato alcun metodo di individuazione preventiva delle aree territoriali da ammettere alla presentazione dei progetti integrati. E’ stato invece favorito un processo di aggregazione intorno ad obiettivi di sviluppo condivisi che avessero tuttavia a riferimento il territorio provinciale. Quanto alle modalità attuative, viene detto che i PIT si realizzano attraverso l’utilizzazione congiunta e l’integrazione di misure dello stesso Asse ovvero attraverso l’integrazione di misure appartenenti ad Assi diversi. Il POR prevede anche i PIR, ossia i Progetti Integrati Regionali, i quali , a differenza dei PIT rappresentano una specifica modalità operativa di attuazione del Programma diretta a consentire che una serie di azioni a titolarità regionale e/o a regia regionale che fanno capo a una o più Misure dello stesso Asse o di Assi diversi siano esplicitamente collegate tra loro e finalizzate ad un comune obiettivo di sviluppo. Il PIR costituisce un asse portante della politica regionale per lo sviluppo locale, volto a garantire un ruolo centrale per la Regione come "regista" dello sviluppo locale, capace di valorizzare la domanda di sviluppo dal basso, riconducendola a coerenza dentro un disegno strategico complessivo. In tal senso i PIR possono costituire riferimento programmatico e operativo per i PIT, sia in termini di valorizzazione delle risorse territoriali che in riferimento alle opportunità di concentrazione delle risorse finanziarie ed saltarne dunque il valore aggiunto apportato dal partenariato istituzionale e socioeconomico. La fase programmatoria dell’intervento viene ulteriormente dettagliata nel Complemento di Programmazione26 (CdP) nel quale si ribadisce l’importanza dell’integrazione e della concentrazione funzionale e territoriale degli interventi a partire dal concetto di idea forza e da modalità attuative e di gestione unitarie. Il CdP inoltre evidenzia i seguenti aspetti: • finalità particolari del PIT, quali la sostenibilità, la crescita occupazionale, gli effetti moltiplicativi; • ruolo dell’analisi a supporto dell’attività progettuale. I promotori devono dotarsi di strumenti di analisi in grado di dimostrare la necessità e la convenienza dell’intervento proposto; • quadro finanziario. Viene fissato un limite massimo dato dalle risorse territorializzate per provincia e asse e una quota definita per la prima fase, ossia poco più di 1400 Meuro; • specificazione dei possibili soggetti promotori in almeno due Enti locali territoriali siti nella stessa provincia e contigui oltre a città metropolitane e province regionali con il ricorso di un insieme di comuni; • Importanza del metodo della concertazione e del partenariato tra un insieme di enti e istituzioni, attestato dal Protocollo di Intesa che indica anche il referente del PIT; • apertura a schemi cooperativi in quanto viene considerato possibili un accordo provinciale volto all’individuazione delle migliori idee-forza; • strutturazione in fasi della procedura PIT che prevede una prima fase di orientamento seguita da una selezione preliminare per l’accertamento dei requisiti di ammissibilità ed, infine, 26 Approvato con deliberazione n. 269 del 26 settembre 2003 163 una fase di selezione definitiva durante le quali vengono individuati i PIT ammessi a finanziamento; • definizione dei requisiti di ammissibilità tra i quali: l’univocità del riferimento territoriale (un PIT per territorio); la soglia dimensionale (50000 abitanti), la responsabilizzazione degli Enti locali (ciascun comune partecipa ad un solo PIT), la coerenza con le misure del POR, il limite finanziario di ciascun PI (non oltre 200 miliardi di lire); la presenza di investimenti infrastrutturali e regimi di aiuto; • identificazione dei criteri da adottare per la valutazione definitiva; • esplicitazione del dettaglio di alcune procedure attuative. In particolare il CdP afferma che il Dipartimento della programmazione curi, insieme ai responsabili di misura, la fase di valutazione di ciascun PIT per la selezione definitiva. Successivamente l’approvazione della graduatoria avviene, per ciascuna provincia, per decreto del presidente della Regione che decide anche sulla conseguente ammissione a finanziamento. A seguito di tale decreto viene sottoscritto, da parte di ciascun PIT, un Accordo di programma che contempli gli obiettivi di sviluppo locale, le attività e gli interventi da realizzare, il piano finanziario e i piani temporali di spesa, l’identificazione della struttura responsabile dell’attuazione, le caratteristiche del soggetto coordinatore, la ricognizione e/o individuazione di sportelli unici per lo svolgimento di eventuali conferenze di servizi, le garanzie per l’eventuale finanziamento dei privati, le modalità ei tempi per la realizzazione dei regimi di aiuto, i soggetti responsabili del monitoraggio e la verifica. Il CdP inoltre prevede l’attivazione del PIR “Reti per lo Sviluppo Locale” come la modalità più appropriata per rafforzare l’approccio integrato, al fine di garantire il rispetto dei criteri di integrazione e concentrazione delle operazioni da esso finanziate. Nell’ambito delle indicazioni previste dalla strategia regionale, vengono formalizzati tre documenti. Il primo è relativo all’approvazione del progetto integrato regionale (PIR) "Reti per lo sviluppo locale".(con Deliberazione della Giunta Regionale n 267 del 26 settembre 2003) Nel progetto PIR vengono individuati i seguenti obiettivi: • coordinare e ricomporre, attraverso azioni di sistema, gli strumenti di sostegno allo sviluppo locale • rafforzare la capacità di azione del partenariato locale, al fine di pervenire alla creazione della rete tra tutti i soggetti che operano a vario titolo o che gestiscono strumenti di sviluppo locale, coordinando le rispettive azioni e favorendo le sinergie ed evitando sovrapposizioni e/o conflitti nella promozione e gestione dei rispettivi interventi. Il secondo documento è relativo al regolamento interno dei collegi di vigilanza previsti dal CdP e dagli accordi attuativi sottoscritti tra la Regione siciliana ed i coordinatori dei PIT. Il regolamento esplicita come nell’ambito di ogni Accordo viene previsto un apposito Collegio di Vigilanza, costituito da rappresentanti dell’Amministrazione regionale: funzionari del Dipartimento della Programmazione e responsabili dell’attuazione delle misure interessate all’attuazione degli interventi ricadenti all’interno del PIT e dal Soggetto coordinatore del PIT. Nel documento viene sottolineato il ruolo del Collegio, ossia quello di garantire la gestione 164 unitaria del PIT e quello di effettuare il controllo e la vigilanza sull’attuazione del PIT; ad esso sono anche attribuiti poteri sostitutivi in caso di eventuale inerzia da parte dei soggetti sottoscrittori dell’Accordo. Nell’Accordo sono inoltre previste modalità operative per consentire al soggetto coordinatore di attivare tutte le risorse finanziarie ed il cofinanziamento di altre risorse pubbliche nonché per assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati da trasferire alle Unità di monitoraggio e controllo dei singoli dipartimenti. Il terzo documento è relativo al regolamento Interno del tavolo di confronto e proposta previsto dagli accordi organizzativi sottoscritti tra la Regione siciliana ed i coordinatori dei PIT. Esso prevede la costituzione di: un rappresentante per ciascun PIT, dei rappresentanti dell’Autorità di Gestione e dei responsabili di misura, con lo scopo di esaminare eventuali soluzioni alla stessa Autorità e ai Collegi di vigilanza dei singoli PIT. 3. Linee guida regionali Come evidenziato dal CdP, la Regione Sicilia ha scelto di definire il pacchetto dei PIT da ammettere a finanziamento attraverso una procedura fondata su bando pubblico. Il bando pubblico di selezione per l’assegnazione di finanziamenti per i PIT27 ha richiesto esplicitamente che le iniziative si “strutturino in modo da costituire progetti di eccellenza e innovazione in grado di incidere in maniera significativa sulle variabili di rottura individuate nel QCS”. Vengono inoltre ribadite, da un lato, l’opportunità che i PIT concorrano al conseguimento degli obiettivi trasversali e, dall’altro, la necessità di assumere come riferimento i contesti di programmazione nazionale, europeo, regionale e locale. Ristabilisce altresì che la strategia di sviluppo locale del PIT debba far riferimento agli obiettivi specifici degli Assi e delle misure del POR e debba possedere immediati elementi di sostenibilità territoriale, socio-economica e istituzionale, prefigurando esplicitamente le nuove linee di sviluppo e crescita dell’economia locale e prevedendo un uso concentrato delle risorse e una molteplicità di apporti finanziari per la sua realizzazione. Tale strategia viene sintetizzata in un’idea forza che, da un lato, deve riferirsi alle vocazioni e peculiarità del territorio e, dall’altro, deve costituire un’intuizione originale e innovativa circa le modalità di valorizzazione delle risorse ambientali, culturali, umane, produttive, infrastrutturali, in grado di incidere su alcune variabili di rottura. Il bando esplicita anche alcune caratteristiche relative alla procedura di valutazione impostata su due fasi. Nella fase di selezione preliminare vengono presi in esame le condizioni ed i requisiti di ammissibilità, questi ultimi estesi anche ad una prima valutazione dell’idea forza; nella fase di selezione definitiva, vengono esplicitati i criteri di valutazione e spiegato l’iter processuale: dopo le eventuali integrazioni richieste al soggetto rappresentante e completata l’istruttoria, vengono indicate per ciascun PIT le azioni ritenute essenziali per la sua attuazione e il conseguimento dei suoi obiettivi di sviluppo e viene stilata la graduatoria provinciale. L’ammissione a finanziamento avviene fino ad esaurimento delle risorse finanziarie destinate ai PIT in ciascun territorio provinciale. 27 Pubblicato sulla GURS n. 23 del 15.05.01 165 Infine il bando in esame definisce rispettivamente le caratteristiche dell’Accordo di programma e le modalità di gestione. In relazione all’Accordo si specifica quanto previsto nel CdP, mentre, in relazione alle modalità di gestione, queste vengono elencate nel dettaglio e viene definito il ruolo del soggetto coordinatore. Successivamente a tale bando sono stati emanati altri provvedimenti relativi agli interventi specifici, ricadenti nelle diverse misure e sottomisure comprese nei PIT approvati. Tali avvisi pubblici hanno come oggetto: • l’affidamento di un servizio di assistenza, di supporto tecnico ed amministrativo necessario alla predisposizione dei PIT28; • realizzazione degli interventi, per misura e sottomisura, attivabili attraverso azioni pubbliche al fine di garantire la coerenza degli interventi di ausilio, di competenza dei vari Dipartimenti regionali interessati, con le strategie e gli obiettivi integrati dei PIT, e di assicurare la gestione unitaria delle attività29; • l’accesso, nell’ambito delle misure 4.01a/a1 (PIT 3,9,8,10), al regime di aiuto (previsto dall’art. 27 della L. regionale del 23.12.00) per le PMI30; • la concessione di contributi alle PMI per realizzare attività strettamente collegate alle finalità della misura 1.13 (PIT 3,16,31,32,33)31; • le modalità di attuazione e le direttive per la presentazione di progetti esecutivi a valere sulla misura 4.18. 4. Definizione delle modalità procedurali Le modalità procedurali e di gestione dei PI sono definite nel bando. In particolare si stabilisce che il Dipartimento regionale della Programmazione e i soggetti promotori dei PIT ammessi a finanziamento definiscono le modalità e le necessità per l’attuazione del PIT e che qualora si identifichi l’opportunità di procedere alla definizione di un Accordo di programma, il Dipartimento Regionale per la programmazione propone al Presidente della Regione la convocazione di una conferenza con tutti i soggetti interessati per l’esame al fine di attivare l’Accordo di programma relativo all’attuazione del PIT. Alla convocazione della conferenza ed alla partecipazione ai suoi lavori può essere delegato il Capo del Dipartimento regionale della Programmazione. Le modalità e i contenuti per la definizione dell’Accordo di programma saranno definiti in maniera esemplificativa dal Dipartimento Regionale per la programmazione sulla base del Complemento di Programmazione e delle specifiche caratteristiche degli interventi previsti dai PIT ammessi a finanziamento. 5. Lo stato attuale della programmazione attuativa 28 29 30 31 “Bando di gara per pubblico incanto per l’afffidamento del servizio di accompagnamento nell’attività di redazione dei PIT”.GURS N.26 del 29.06.01 “Avviso pubblico multasse e multimisura per interventi attivabili attraverso azioni pubbliche” –GURS n.44 del 20.09.02 “Bando misura 1.13-Aiuto a PMI”. DDG del 14.04.03 Si fa riferimento ai due avvisi: “Avviso pubblico per la presentazione delle domande per l’accesso, nell’ambito dei PIT nn.8 e 10 al regime di aiuto previsto dall’art. 27 della L. regionale del 23.12.00”-DDG. n.820 del 23.07.03;e Avviso pubblico per la presentazione delle domande per l’accesso, nell’ambito dei PIT nn.3 e 9 al regime di aiuto previsto dall’art. 27 della L. regionale del 23.12.00”-DDG. n.889 del 08.08.03 166 Con la deliberazione di Giunta n. 202 del 17.06.02, in relazione alla graduatoria di merito dei PIT, articolata per territorio provinciale, è stato approvato il finanziamento di ciascun PIT. Successivamente il DPR n. 94/02 ha decretato la graduatoria definitiva dei PIT e contestualmente l’ammissione a finanziamento di ciascun PIT utilmente collocato in graduatoria e il DPR N.175/02 l’approvazione delle schede riassuntive per ciascun PIT e la rideterminazione degli importi da ammettere a finanziamento. Dei 35 PIT presentati nella fase preliminare, 27 sono stati ammessi alla fase di selezione definitiva. Gli ambiti territoriali riguardano tutte le 9 Province siciliane. Graduatorie successive fanno riferimento: • ai progetti presentati a valere dell’Avviso pubblico n.5/02 del 18.09.02; • alle domande ammissibili alle agevolazioni previste dall’art. 29 della L. regionale 23.12.02 n.32, dei progetti ricadenti nelle sottomisure 4.03b, 403a, 404b e della misura 4.19 (sottomisura a). 167 TAVOLE SINOTTICHE DELLA REGIONE SICILIA 168 PROGRAMMAZIONE REGIONALE Fase 169 http://www.euroinfosicilia.it Complemento di Programmazione-approvato con Deliberazione n.269 del 26 settembre 2003 CDP Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR http://www.euroinfosicilia.it/sicilia/por_sicilia/ass i_pors.htm Fonte Programma Operativo Regionale Sicilia-appprovato con decisione della Commissione europea n. 2346-08.08.2000 Documento POR Valutazione ex-ante dei POR e/o PI Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Sottofase REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) Fase Emanazione dei bandi Ulteriori strumenti di supporto alla progettazione integrata Linee Guida regionali per l'elaborazione dei PI Formalizzazione delle indicazioni dei POR e/o dei CdP Sottofase Fonte 170 Bando di gara per pubblico incanto per l'affidamento del servizio di accompagnamento nell'attività di redazione dei PIT-GURS n.26 del 29.06.01 http://www.euroinfosicilia.it Bando pubblico di selezione per l'assegnazione di http://www.euroinfosicilia.it finanziamenti per i PIT-GURS n. 23 del 15.05.01 Regolamento interno del tavolo di confronto e http://db.formez.it/FontiNor.nsf/840f6e2e87ee4d6ac1256d02004ab proposta-Regolamento del Tavolo di Confronto e 7d8/d39475ddbb7ec40ac1256ce60043374f?OpenDocument Proposta Regolamento interno dei collegi di vigilanzahttp://db.formez.it/FontiNor.nsf/840f6e2e87ee4d6ac1256d02004ab Regolamento del Tavolo di Confronto e Proposta 7d8/1d00474f7c1172efc1256ce60042bc25?OpenDocument Documento REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) Fase Valutazione dei PI Emanazione dei bandi Sottofase 171 Bando misura 1.13-Aiuto a PMI-D.D.G del 14.04.03 Avviso pubblico per la presentazione delle domande per l'accesso , nell'ambito dei PIT nn. 3 e 9 al regime di aiuto previsto dall'art. 27 della L.regionale 23/12/02-D.D.G. n.889 dell'08.08.03 Avviso pubblico per la presentazione delle domande per l'accesso nell'ambito dei PIT nn. 8 e 10 al regime di aiuto previsto dall'art. 27 della L.regionale 23/12/02-D.D.G.n.820 del 23.07.03 Bando pubblico per l'attuazione dei PIT a valere sulla misura 4.18-modalità di attuazione e direttive per la presentazione dei progetti esecutivi Avviso pubblico multiasse e multimisura per interventi attivabili attraverso azioni pubblicheGURS N.44 del 20.09.02 Documento REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it Fonte Sottofase Approvazione dei singoli PI Fase PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a bando) http://www.euroinfosicilia.it Graduatorie delle domande ammissibili alle avocazioni previste dall'art.29 della L. regionale 23 dei progetti ricadenti nell'ambito territoriale dei PIT misura 4.19-sottomisura aD.D.G nn-590-591-592-593-594-595-596-597-598-599-600601-602-603-604-605-606 172 http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it Graduatorie delle domande di riserva finanziaria PIT-misura 4.15 Azione A)Agriturismo Graduatorie delle domande ammissibili alle avolazioni previste dall'art.29 della L. regionale 23 dei progetti ricadenti nell'ambito territoriale dei PIT sottomisura 4.04b http://www.euroinfosicilia.it Approvazione della graduatoria dei progetti presentati IN in risposta dell'Avviso pubblico n.5702 del 18.09.02D.D.G.n.2371 del 13.08.03 http://www.euroinfosicilia.it http://www.euroinfosicilia.it Approvazioni schede riassuntive per ciascun PIT e della idetreminazione degli importi da ammettere a finanziamento per ciascun PIT Graduatorie delle domande ammissibili alle avolazioni previste dall'art.29 della L. regionale 23 dei progetti ricadenti nell'ambito territoriale dei PIT sottomisura 4.03b-D.D.G .25.07.03 http://www.euroinfosicilia.it Graduatoria definitiva dei PIT-DPRS nn. 94 (del 18.06.02) pubblicato sul GURS N. 39 e 175 (del 04.11.02) Documento REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Fonte Sottofase PIT 9) Ecomuseo del Mediterraneo PIT 8) Valle del Torto e dei Feudi PIT 7) Palermo capitale dell’Euro-Mediterraneo PIT 3) Il comprensorio di Gela PIT 2) Quattro citta' ed un parco per vivere gli Iblei PIT 1) Tindari Nebrodi Approvazione del finanziamento di ciascun PIT-D.G.R. n. 202 del 17.06.02 Documento PIT 19) Alto Belice Corleonese 173 PIT 17) Torri e castelli: turismo integrato a nord ovest di Palermo PIT 16) Le economie del turismo Calatino Sud Simeto PIT 15) Demetra PIT 13)Dal turismo tradizionale ad un sistema turistico locale integrato PIT 14) Sistema turistico integrato della costa centrosettentrionale PIT 10) Sinergie per competere PROGRAMMAZIONE Approvazione dei singoli ATTUATIVA (procedura a PIT 11) Enna: turismo tra archeologia e natura PI bando PIT 12) Eolo, Scilla, Cariddi Fase REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.euroinfosicilia.it Fonte PROGRAMMAZIONE ATTUATIVA (procedura a band Fase Stipula degli accordi Approvazione dei singoli PI Sottofase 174 PIT 35) Catania citta’ metropolitana PIT 26) Aquae labodes PIT 28) Hyblon-tukles PIT 29) Bio-valley PIT 31) Sistema turistico integrato diffuso delle madonie PIT 32 ) Valle alcantara PIT 33) Nebrodi PIT 34) Valle dei templi Documento PIT 21) Polo turistico Tirreno centrale PIT 22) La via dell'argilla PIT 23) Magazzolo platani sicani dell’agrigentino PIT 24) Etna REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.euroinfosicilia.it Fonte REALIZZAZIONE Fase Rapporti di valutazione intermedia Rapporti Annuali di Esecuzione Relazioni sullo stato di attuazione Sottofase 175 Rapporto sui PIT siciliani-Progetto Sprint(Formez)del 23.06.03 Documento REGIONE SICILIA - LE FASI DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA http://www.euroinfosicilia.it Fonte POR Linee guida per la valutazione ex-ante dei POR e/o PI Valutazione exante dei POR e/o PI Sottofase Contenuto 176 Nel POR si sottolinea come la progettazione integrata possa attuarsi sia in forma concentrata, laddove siano presenti risorse immobili, sia anche in forma diffusa quando vi è un obiettivo comune di sviluppo presente in aree non contigue Assi/obiettivi/misure/azioni che I PIT si realizzano attraverso l'utilizzazione congiunta e l'integrazione di misure dello stesso Asse contribuiranno alla realizzazione ovvero attraverso l'integrazione di misure appartenenti ad Assi diversi della progettazione integrata Individuazione dei Progetti Integrati e ambito territoriale d'intervento Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati Tipologie e caratteristiche della progettazione integrata Argomento REGIONE SICILIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE CDP POR Sottofase Contenuto Individuazione dei Progetti Integrati e ambito territoriale d'intervento 177 Le tipologie individuate nel CDPsono a)PIT b) PIS c)progetto integrato per le isole minori"; d)progetto integrato " P.A.regionale e Società dell'informazione"; e)"progetto integrato"reti per lo Tipologie e caratteristiche della sviluppo"Il CDP ribadisce l'importanza del'integrazione e della concentrazione funzionale e progettazione integrata territoriale degli interventi a partire dal concetto dell'idea forza e da modalità di attuazione e di gestione unitarie. Al contempo si esplica che il PIT venga realizzato solo laddove presenta vantaggi comparati rispetto alle modalità ordinarie di attuazione del POR Assi/obiettivi/misure/azioni che Il CDP evidenzia finalità particolari del PIT (sostenibilità, crescita occupazionale, effetti contribuiranno alla realizzazione moltiplicativi) della progettazione integrata Argomento Individuazione delle modalità o procedure di attuazione/gestione (modalità di partenariato, valutazione, costituzione uffici regionali, ecc.) Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati REGIONE SICILIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE Decisioni assunte dai Comitati di Sorveglianza POR CDP Sottofase Contenuto Il quadro finanziario fissa un limite massimo, dato dalle risorse territorializzate per provincia e asse e una quota definita per la prima fase, ossia poco più di 1400 Meuro Implementazioni e modifiche al CDP Indicatori di realizzazione riferiti ai Progetti Integrati 178 1)specificazione dei possibili soggetti promotori (almeno 2 Enti territoriali siti nella stessa provincia e contigui oltre a città metropolitane e province regionali con il concorso di un insieme Individuazione delle modalità o di comuni; 2) importazione del metodo della concertazione attestato dal Protocollo di Intesa che procedure di attuazione/gestione indica il referente del PIT; 3) apertura a schemi cooperativi in quanto viene considerato possibile (modalità di partenariato, un accordo di programma volto all'individuazione delle migliori idee forza; 4)strutturazioni in fasi valutazione, costituzione uffici della procedura PIT (prima fase di orientamento, selezione preliminre per accertamneto dei regionali, ecc.) requisiti, e infine una fase di selezione definitiva nella quale vengono individuati i PIT ammessi a finanziamento); 5) definizione dei requisiti di ammissibilità; 6)identificazione dei critri da adottare per la valutazione definitiva Argomento Entità complessiva e distribuzione temporale delle risorse destinate ai Progetti Integrati REGIONE SICILIA - ANALISI DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE APPENDICE 179 Elenco dei PI per Regione e tipologia n° partner Regione Titolo PI Tipologia PI Priva Pubblic to Basilicata Basilicata Basilicata Basilicata Basilicata Basilicata Progetto Integrato Territoriale Alto Basento Progetto Integrato Territoriale Montagna Materana Progetto Integrato Territoriale Bradanica Progetto Integrato Territoriale Vulture-Alto Bradano PIT Lagonegrese - Pollino Progetto Integrato Territoriale Metapontino PIT - Progetto Integrato Territoriale 18 PIT - Progetto Integrato Territoriale 15 PIT - Progetto Integrato Territoriale 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 24 PIT - Progetto Integrato Territoriale 30 PIT - Progetto Integrato Territoriale 12 Basilicata PIT Marmo Platano - Melandro PIT - Progetto Integrato Territoriale Basilicata PIT Val D'Agri PIT - Progetto Integrato Territoriale Progetto Integrato Sviluppo Urbano PISU - Progetto Integrato di della città di Potenza Sviluppo Urbano Progetto Integrato di Sviluppo PISU - Progetto Integrato di Urbano della Città di Matera Sviluppo Urbano Calabria Rete ecologica Regionale PIS - Progetto Integrato Strategico Calabria PIT 3 - Area Pollino Basilicata Basilicata o 59 17 22 1 1 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 43 8 PIT - Progetto Integrato Territoriale 6 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 13 4 Pit 4 - Area Alto Jonio Cosentino: Calabria "Sibari, un marcatore d'indentità per avviare un processo di sviluppo locale integrato" Calabria Area PIT: 7 Basso Tirreno cosentino : "MEMORIE" Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine PIT - Progetto Integrato Territoriale 16 1 Calabria Area PIT 12 Sila crotonese PIT - Progetto Integrato Territoriale 18 13 Calabria PIT 13 Area di Crotone "PITAGORA" PIT - Progetto Integrato Territoriale 20 14 Calabria PIT 14 Lamezia PIT - Progetto Integrato Territoriale 11 26 180 segue (1) Elenco dei PI per Regione e tipologia PIT 15 - Valle del Crocchio: "la fruibilità delle risorse e Calabria l'organizzazione delle competenze PIT - Progetto Integrato Territoriale 7 5 PIT - Progetto Integrato Territoriale 11 28 PIT - Progetto Integrato Territoriale 2 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 9 6 esistenti per la competitività del territorio" PIT 16 Serre Calabresi: "un modello Calabria di sviluppo turistico ecosostenibile nelle Serre Calabresi" Calabria Campania Campania Area PIT 22 Stretto "Distretto Integrato" Pit Distretto industriale S. Giuseppe Vesuviano Pit Distretto industriale San Marco dei Cavoti PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "Grande attrattore Napoli" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania Pit "Pietralcina" PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT "Grande Attrattore Pompei Campania Ercolano e sistema archeologico PIT - Progetto Integrato Territoriale vesuviano" Campania PIT "Grande attrattore Campi Flegri" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "Parco Nazionale del Vesuvio" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania Campania Campania Campania Campania Campania PIT Itinerario culturale "Valle dell'Antico Clanis" PIT Itinerario culturale "Regio Tratturo (AV)" PIT Itinerario culturale "Antica Volceij" PIT Itinerario culturale "Valle dell'Ofanto" PIT "Città di Caserta" PIT "Grande attrattore PaestumVelia" PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale 5 PIT - Progetto Integrato Territoriale 6 3 Campania PIT "Città di Napoli" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT " Salerno Città dell'eccellenza" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "Città di Avellino" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "Grande attrattore Certosa di Padula" 10 PIT - Progetto Int. Territoriale 181 1 8 5 20 segue (2) Elenco dei PI per Regione e tipologia Campania PIT "Grande attrattore Reggia di Caserta" PIT - Progetto Integrato Territoriale 5 4 Campania PIT "Benevento: il futuro nella storia" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT Distretto industriali "Calitri" PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "Grumo Nevano - Aversa" PIT - Progetto Integrato Territoriale 8 Campania PIT "Piana del Sele" PIT - Progetto Integrato Territoriale 10 Campania PIT "Città del Fare" PIT - Progetto Integrato Territoriale 9 PIT - Progetto Integrato Territoriale 10 PIT - Progetto Integrato Territoriale 21 PIT - Progetto Integrato Territoriale 14 PIT - Progetto Integrato Territoriale 4 PIT - Progetto Integrato Territoriale 7 PIT - Progetto Integrato Territoriale 3 Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Progetto Integrato "Itinerario culturale "Città di Capua"" PIT "Borgo Terminio Cervialto" PIT "Parco Regionale del Taburno Camposauro" P.I.T. "Distretto Industriale di Solofra" P.I.T. -"Parco Regionale di Roccamonfina - Foce del Garigliano" PIT - "Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano PIT - Distretto Industriale di Nocera Inferiore - Gragnano PIT - Progetto Integrato Territoriale 8 1 6 3 Campania PIT - Parco Regionale del Matese PIT - Progetto Integrato Territoriale Campania PIT "S.S. APPIA" PIT - Progetto Integrato Territoriale 7 Campania PIT "Area Giuglianese" PIT - Progetto Integrato Territoriale 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 11 PIT - Progetto Integrato Territoriale 16 PIT - Progetto Integrato Territoriale 26 PIT - Progetto Integrato Territoriale 23 Campania Campania Campania Campania PIT "Filiera turistica Enogastronomica" PIT - Area Nolana - Clanio PIT - Penisola Amalfitana e Sorrentina PIT "Distretto Industriale Sant'Agata dei Goti" 182 segue (3) Elenco dei PI per Regione e tipologia Campania Campania PIT – Progetto Integrato Trebulani-Matese” Territoriale PIT – Valle dell’Irno Campania PIT “Portualità turistica” Campania PIT – Protofiliere Provinciali Molise Molise Molise Molise Molise Molise Territoriale PIT – Progetto Integrato 14 Territoriale PIT – Progetto Integrato Territoriale PIT “Regio Tratturo della Provincia di PIT – Progetto Integrato Benevento” Territoriale PIT – Progetto Integrato Progetto integrato “Medio Trigno” Territoriale Progetto Integrato “Minoranze PIT – Progetto Integrato linguistiche storiche arbërësh e croata” Territoriale P.I. “Sistema locale offerta turistica alto PIT – Progetto Integrato Molise” Territoriale PIT – Progetto Integrato P.I. “Civiltà dell’acqua” Territoriale P.I. E-MOLISE – diffusione della new PIT – Progetto Integrato economy nel Molise interno Territoriale P.I. Per uno sviluppo equilibrato e PIT – Progetto Integrato armonioso Territoriale Un’integrazione possibile per lo sviluppo diffuso Puglia 19 PIT – Progetto Integrato P.I. Ambiente, turismo e impresa. Molise 14 Territoriale PIT “Itinerario Direttrice Monti Campania Campania PIT – Progetto Integrato PIT “Agro Monti Picentini” PIT – Progetto Integrato Territoriale PIT N.3 – Area Metropolitana – s.p.l. PIT – Progetto Integrato Bari Territoriale 29 8 12 4 6 14 26 17 30 9 19 24 29 20 51 17 PIT N. 7 – Sviluppo di un sistema integrato di servizi di logistica e distribuzione in grado di favorire la Puglia connessione tra l’asse nord-sud interno alla regione e la comunicazione con le PIT – Progetto Integrato Territoriale 24 7 altre direttrici dei Corridoi internazionali n. 8 e n. 10 PIT n. 8 – Sviluppo ed innovazione dell’economia agricola e rurale Puglia attraverso l’integrazione e la diversificazione produttiva- Area PIT – Progetto Integrato Territoriale Jonico-salentina. 183 66 segue (4) Elenco dei PI per Regione e tipologia PIT n. 6- Sviluppo di un Sistema Logistico Distributivo legato alle più importanti Puglia direttrici internazionali che muove dagli investimenti in corso di realizzazione PIT – Progetto Integrato 2 Territoriale nell’area di Taranto Puglia PIT. N. 10 – Monti Dauni Puglia PIT n. 2 – Nord Barese Puglia PIT n. 9 – Territorio Puglia PIT n.4 – Area della Murgia Puglia PIT n.5 – Valle D’Itria Sardegna lanaria PIT – Progetto Integrato PIT – Progetto Integrato –Leccese Sardegna Sardegna Sardegna Sardegna Sardegna 15 PIT – Progetto Integrato 9 Territoriale Progetto Integrato Territoriale CA4 Area PIT – Progetto Integrato vasta sud occidentale Territoriale 7 PIT – Progetto Integrato Capoluogo nella Città ambientale nel 5 Territoriale PIT – Progetto Integrato Qualità della vita a cagliari: città ambientale e turistica senza le perifierie Sardegna 11 Territoriale Territoriale Progetto Integrato Territoriale CA4 Sardegna PIT – Progetto Integrato PIT – Progetto Integrato Golfo dell’Asinara Sardegna 14 Territoriale Progetto integrato territoriale SS1 Il Sardegna 11 Territoriale Territoriale Progetto Integrato Territoriale SS7 Porta PIT – Progetto Integrato d’Europa terra dell’accoglienza Territoriale Progetto Integrato Territoriale OR3 PIT – Progetto Integrato Barigadu, Ghilarzese, Grighine, Marmilla Territoriale Progetto IntegratoTerritoriale CA1 PIT – Progetto Integrato Arburese Guspinese e Medio Campidano Territoriale Progetto Integrato Territoriale NU4 PIT – Progetto Integrato Sarcidano Barbagia di Seulo Territoriale PIT SS2 “Dalla costa del corallo al PIT – Progetto Integrato Logudoro Meilogu” Territoriale Progetto Integrato Territoriale “Oristano PIT – Progetto Integrato 2” Territoriale Progetto Integrato Territoriale CA4 “Area PIT – Progetto Integrato vasta Cagliari Sud Est” Territoriale 1 2 7 2 23 2 13 8 11 1 6 8 Progetto Integrato Territoriale NU1 Sardegna Marghine lanaria “Potenziamento della struttura imprenditoriale locale e sviluppo integrato del turismo delle zone interne” 184 PIT – Progetto Integrato Territoriale 1 4 segue (5) Elenco dei PI per Regione e tipologia Progetto integrato territoriale SS4 Sardegna Anglona Gallura "Dal turismo monoprodotto al turismo innovativo PIT - Progetto Integrato Territoriale 8 integrato" Sardegna Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Progetto Integrato Territoriale CA2 "Sulcis Iglesiente" PIT 1-Tindari Nebrodi PIT 2 - Quattro Città e un parco per vivere gli Iblei PIT 3 - Il comprensorio di Gela PIT 7 - Palermo capitale dell'EuroMediterraneo PIT - Progetto Integrato Territoriale 1 9 PIT - Progetto Integrato Territoriale 19 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 25 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 23 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 20 3 Sicilia PIT 8-Valle del Torto e dei Feudi PIT - Progetto Integrato Territoriale 15 1 Sicilia PIT 9-Ecomuseo del Mediterraneo PIT - Progetto Integrato Territoriale 22 1 Sicilia PIT 10-Sinergie per competere PIT - Progetto Integrato Territoriale 18 PIT - Progetto Integrato Territoriale 19 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 16 4 PIT - Progetto Integrato Territoriale 14 2 PIS - Progetto Integrato Strategico 14 6 PIT - Progetto Integrato Territoriale 15 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 13 2 PIT - Progetto Integrato Territoriale 15 Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura PIT 12-Eolo, Scilla, Cariddi PIT 13-Dal turismo tradizionale ad un sistema turistico locale PIT 14-Sistema turistico integrato della costa centro-settentrionale PIT 15-Demetra PIT 16-Le economie del turismo Calatino Sud Simeto PIT 17-Torri e castelli: turismo integrato a nord ovest di Palermo Sicilia PIT 19-Alto Belice Corleonese PIT - Progetto Integrato Territoriale 28 2 Sicilia PIT 21-Polo turistico Tirreno centrale PIT - Progetto Integrato Territoriale 26 3 Sicilia PIT 22-La via dell'argilla PIT - Progetto Integrato Territoriale 19 5 PIT - Progetto Int. Territoriale 13 8 Sicilia PIT 23-Magazzolo platani sicani dell'agrigentino 185 segue (6) Elenco dei PI per Regione e tipologia Sicilia PIT 24-Etna Sicilia PIT 26-Aquae labodes Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles Sicilia PIT 29-Bio-valley Sicilia PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT 31-Sistema turistico integrato PIT - Progetto Integrato diffuso delle madonie Territoriale Sicilia PIT 32-Valle alcantara Sicilia PIT 33-Nebrodi Sicilia PIT 34-Valle dei templi Sicilia PIT 35-Catania citta' metropolitana PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale PIT - Progetto Integrato Territoriale 17 4 17 3 21 4 8 23 3 24 4 28 7 17 5 28 3 Numero di soggetti pubblici per tipo di soggetto e Regione Regione Basilicata Tipo di soggetto n° Comune 135 Comunità Montana 11 Regione 1 Basilicata Totale Calabria 147 Agenzia di Sviluppo Locale 1 ASL 3 Autorità portuali, fluviali, di bacino, capitaneria di porto 1 Commissioni o altri organismi per le pari opportunità Comune 2 66 Comunità Montana 9 Enti per la tutela del patrimonio artistico-culturale 1 Enti per la tutela del territorio e dell'ambiente / Enti parco 2 Pro Loco / Apt 4 Provincia 6 Regione 1 Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali 2 Stato/Ministero 1 186 segue (1) Numero di soggetti pubblici per tipo di soggetto e Regione Università /parchi scientifici e tecnologici/ Istituti di Formazione superiore Università/parchi scientifici e tecnologici/Istituti di Formazione superiore Calabria Totale Campania ASL 1 Autorità portuali, fluviali, di bacino, capitaneria di porto 8 Comune Comunità Montana 7 Enti per la tutela del territorio e dell'ambiente / Enti parco 1 Enti per la tutela del territorio e dell'ambiente/Enti parco 1 Provincia 22 Regione 23 Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali 27 superiore Campania Totale 3 332 Comune 148 Comunità Montana 10 Organismi di rappresentanza autonomie locali 1 Prefettura 2 Provincia 8 Regione 1 Università /parchi scientifici e tecnologici/ Istituti di Formazione superiore Molise Totale 3 173 Autorità portuali, fluviali, di bacino, capitaneria di porto Commissioni o altri organismi per le pari opportunità Comune 2 1 136 Comunità Montana 2 Enti per la tutela del territorio e dell'ambiente / Enti parco 1 Imprese di servizi 1 Provincia 6 Università /parchi scientifici e tecnologici/ Istituti di Formazione superiore Puglia Totale Sardegna 2 237 Università /parchi scientifici e tecnologici/ Istituti di Formazione Puglia 1 111 Commissioni o altri organismi per le pari opportunità Molise 11 3 152 Comune 91 Comunità Montana 7 Provincia 11 Università /parchi scientifici e tecnologici/ Ist. di For. Superiore 187 2 segue (2) Numero di soggetti pubblici per tipo di soggetto e Regione Sardegna Totale Sicilia 111 Agenzia di Sviluppo Locale 1 ASL 1 Autorità portuali, fluviali, di bacino, capitaneria di porto 3 Commissioni o altri organismi per le pari opportunità 3 Comunità Montana 1 Enti di ricerca 3 Enti per la tutela del territorio e dell’ambiente / Enti parco Pro Loco / Apt 14 1 Provincia 15 Regione 2 Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali 11 Unioni e/o consorzi di enti locali 3 Università /parchi scientifici e tecnologici/ Istituti di Formazione superiore Sicilia Totale 26 84 Totale complessivo 1.110 Numero di soggetti privati per tipo di soggetto e Regione Regione Basilicata Tipo di soggetto n° Associazione a tutela dei diritti dell’uomo e dei cittadini (es ass. consumatori etc) Associazioni ambientaliste 4 Associazioni di categoria 6 Associazioni e enti religiosi 1 Associazioni ed imprese culturali e del tempo libero 23 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale Enti di formazione professionale Imprese di servizi e turismo 1 2 13 Non specificato 1 Organismi e consorzi di tutela e valorizzazione di prodotti 2 Sindacati, rappresentanti parti sociali 3 Basilicata Totale Calabria 4 60 ASI – Associazione sviluppo industriale Associazione a tutela dei diritti dell’uomo e dei cittadini (es ass. consumatori etc) Associazioni ambientaliste 5 4 9 Associazioni di categoria 60 Associazioni e enti religiosi 4 188 segue (1) Numero di soggetti privati per tipo di soggetto e Regione Associazioni ed imprese culturali e del tempo libero 18 Banche, istituti di credito fondazioni bancarie, consorzi fidi 3 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale 5 Enti di formazione professionale 3 Imprese di servizi e turismo 6 Ordini professionali 1 Organismi e consorzi di tutela e valorizzazione di prodotti 3 Organizzazioni no-profit e del terzo settore, imprese sociali 6 Sindacati, rappresentanti parti sociali 19 Società/ enti di gestione di Programmi di sviluppo locale (PT, Leader, contratti d’area etc) Calabria Totale Campania 147 Associazioni di categoria 8 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale 3 Sindacati, rappresentanti parti sociali Campania Totale Molise 8 19 ASI – Associazione sviluppo industriale 2 Associazioni ambientaliste 10 Associazioni di categoria 42 Associazioni e enti religiosi 2 Associazioni ed imprese culturali e del tempo libero 2 Banche, istituti di credito fondazioni bancarie, consorzi fidi 5 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale 6 Ente di gestione sevizi pubblici 1 Enti di formazione 1 Imprese di produzione 7 Imprese di servizi e turismo 1 Ordini professionali 3 Organismi e consorzi di tutela e valorizzazione di prodotti 1 Organizzazioni no-profit e del terzo settore, imprese sociali 1 Sindacati, rappresentanti parti sociali 11 Società/ enti di gestione di Programmi di sviluppo locale (PT, Leader, contratti d’area etc) Molise Totale Puglia 1 1 96 Associazione a tutela dei diritti dell’uomo e dei cittadini (es ass. consumatori etc) 3 Associazioni di categoria 2 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale 1 Ente di gestione sevizi 2 Ente di gestione sevizi pubblici 1 Enti di formazione professionale 3 189 segue (2) Numero di soggetti privati per tipo di soggetto e Regione Imprese di servizi e turismo 5 Sindacati, rappresentanti parti sociali 7 Puglia Totale Sardegna 24 Organismi e consorzi di tutela e valorizzazione di prodotti Società/ enti di gestione di Programmi di sviluppo locale (PT, Leader, contratti d’area etc) Sardegna Totale Sicilia 7 1 8 ASI – Associazione sviluppo industriale Associazione a tutela dei diritti dell’uomo e dei cittadini (es ass. consumatori etc) Associazioni ambientaliste 6 6 43 Associazioni di categoria 192 Associazioni e enti religiosi 12 Associazioni ed imprese culturali e del tempo libero 23 Banche, istituti di credito fondazioni bancarie, consorzi fidi 42 Cciaa e aziende speciali del sistema camerale 18 Ente di gestione sevizi pubblici 3 Enti di formazione professionale 14 Imprese di produzione 8 Imprese di servizi e turismo 16 Ordini professionali 18 Organismi e consorzi di tutela e valorizzazione di prodotti 23 Organizzazioni no-profit e del terzo settore, imprese sociali 5 Sindacati, rappresentanti parti sociali 67 Società/ enti di gestione di Programmi di sviluppo locale (PT, Leader, contratti d’area etc) Sicilia Totale 21 517 Totale 871 complessivo 190 Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Regione Basilicata Titolo PI Obiettivi specifici Progetto Integrato 1.migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone Territoriale Alto Basento il degrado/abbandono ed accrescendone la connessione in un’ottica di sviluppo compatibile, e favorire lo sviluppo di formule organizzative per la gestione delle attività ad esse connesse, nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territorio; 2.favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori dell’artigianato artistico, agricolo e di prodotti tipici anche attraverso il sostegno al miglioramento e alla valorizzazione e alla commercializzazione delle risorse agroalimentari e artigianali tipiche e loro attività; 3.accrescere e qualificare il sistema ricettivo esistente e favorire forme innovative e diversificate di ricettività turistica anche connesse al recupero di identità e culture locali; 4.migliorare la qualità della vita nelle aree rurali; 5. migliorare la qualità delle risorse umane operanti nei settori turistico e produttivo attraverso specifiche azioni (borse di formazione), in cui si articola il progetto. Basilicata Progetto Integrato 1. Migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale; Territoriale Montagna 2. Favorire lo sviluppo di iniziative imprenditoriali nei settori dell’artigianato Materana e di prodotti tipici; 3. Accrescere e qualificare il sistema ricettivo esistente e favorire forme innovative e diversificate di ricettività turistica anche connesse al recupero di identità e culture locali; 4. Migliorare la qualità della vita nelle aree rurali; 5. Migliorare la qualità delle risorse umane operanti nei settori turistico e produttivo; Basilicata Progetto Integrato 1. Potenziare e qualificare il sistema turistico-ricettivo locale: Territoriale Bradanica - elevando la fruibilità delle risorse ambientali e storico-culturali; - sostenendo principalmente le iniziative di specializzazione dell’offerta turistica (turismo rurale, giovanile, sociale, ecc.) e di diversificazione integrata dei prodotti; - sviluppando i servizi e le attrezzature complementari al turismo (rete di offerta ricreativa, sportiva, culturale e derenz fondata su pacchetti integrati di offerta turistica abbinata ad itinerari tematico-territoriali); 2. Migliorare la competitività del sistema agricolo secondo una logica di filiera e valorizzare il ruolo multifunzionale dell’impresa agricola, sostenendo, in particolare, l’agricoltura biologica e le produzioni tipiche e di qualità; 191 segue (1) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 3. Realizzare una rete delle opportunità locali e delle possibili partnerships con altri territori per sostenere lo sviluppo dell’area anche attraverso l’implementazione di complementarietà produttive in campo agricolo, turistico, artigianale e industriale; 4. Migliorare la qualità del capitale umano per l’occupabilità, la creazione di impresa ed il sostegno alla competitività del sistema turistico e produttivo (obiettivo trasversalmente collegato). Basilicata Progetto Integrato 1. Costruzione di nuclei di “Borgo Albergo” attraverso: Territoriale Vulture-Alto - recupero dei centri storici e trasformazione di abitazioni in centri ricettivi. Bradano Comuni interessati derenza, Barile, Venosa, Rionero e Melfi; - riqualificazione beni ambientali e riqualificazione aree urbane e rurali di particolare interesse storico turistico, comprese nuove iniziative tendenti a rivitalizzare l’offerta dei centri storici; - progetto pilota segnaletica; 2. Itinerari turistici. Valorizzazione dei beni culturali, monumentali, architettonici e dei siti archeologici; 3. Completamento e miglioramento strutture di supporto alle imprese attraverso: - miglioramento aree artigianali loro potenziamento con priorità nel Bradano e Montagna del Vulture; - potenziamento delle strade interpoderali al servizio di aziende; 4. Potenziamento del distretto delle acque minerali e dell’aglianico e realizzazione del distretto agroalimentare. Basilicata PIT Lagonegrese - Pollino 1) salvaguardare, manutenere e valorizzare il territorio 2) Utilizzare produttivamente le risorse agricolo-forestali 3) Valorizzare ed utilizzare le risorse ambientali a fini turistici 4) Facilitare la crescita delle professionalità e del tessuto imprenditoriale Basilicata Progetto Integrato 1. sostenere al qualificazione e la valorizzazione del territorio Territoriale Metapontino 2. contribuire alla riqualificazione e alla diversificazione dell’offerta turistica del sistema locale 3. supportare i processi di qualificazione, specializzazione ed integrazione dell’apparato produttivo agricolo e della filiera agroindustriale 4. facilitare la crescita delle professionalità e del tessuto imprenditoriale Basilicata PIT Marmo Platano - Recuperare e riqualificare funzionalmente il patrimonio storico-culturale ed Melandro ambientale dei centri storici e dei villaggi rurali ed attrezzare e rendere fruibile, al turista ed al cittadino, il patrimonio naturalistico; Promuovere interventi formativi delle risorse umane locali ed investimenti “mirati” allo sviluppo ed alla qualificazione di attività della filiera turistica e di servizi rivolti al cittadino ed alle imprese 192 segue (2) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Favorire il consolidamento e la crescita dell’offerta di servizi ai cittadini ed alle imprese e nel settore del turismo e delle attività a questo complementari e/o connessi, incoraggiandone l’organizzazione in rete; Favorire il consolidamento e la crescita di strutture e servizi intercomunali e di forme di partenariato stabili per la realizzazione e gestione di azioni ed interventi integrati di sviluppo del territorio. Basilicata PIT Val D’Agri Rafforzamento del ruolo di cerniera territoriale della Val d’Agri sia con l’esaltazione della diversificazione dell'economia del territorio, soprattutto delle piccole e medie imprese e dei servizi rurali, la gestione delle risorse naturali, la crescita delle funzioni ambientali e la promozione della cultura, del turismo e delle attività ricreative che devono affiancare la consueta attenzione alla agricoltura ed alla prospettiva della industrializzazione; Rafforzamento del ruolo di tutti i paesi come parte integrante del territorio e fattorichiave dello sviluppo di comunità nella prospettiva della costruzione di una "rete" in cui i valori degli insediamenti storici sono integrati con la struttura paesaggistico ambientale e produttiva locale; Raggiungimento di una più alta qualità dei servizi, che esalti le relazioni tra le risorse e l’uso del territorio a livello locale e sovralocale, attraverso un diffuso incremento della qualità e della quantità dei servizi all'ambiente, alla persona, al turismo, alla mobilità ed alle attività produttive. Valorizzazione permanente delle risorse immobili (la terra, il patrimonio naturale e culturale, le risorse naturali, le risorse legate alla posizione geografica, il capitale umano fortemente localizzato) per attirare e trattenere nell’area, aumentandone l’attrattività e la convenienza, le risorse mobili (capitale, lavoro specializzato, e imprenditoria); Attribuire a tutti gli interventi significati complementari a quelli specificamente produttivi, ricercandone la qualità formale, il senso estetico e di socialità, e non solo quella di utilità; e promuovendo gli strumenti progettuali e gestionali in grado di corrispondere alla aspettativa di qualità. Basilicata Progetto Integrato 1. Miglioramento del sistema della mobilità interna ed esterna al territorio Sviluppo Urbano della cittadino; città di Potenza 2. Riqualificazione e rifunzionalizzazione del tessuto edilizio urbano; 3. Piena soddisfazione dei bisogni di base e offerta di servizi avanzati; 193 segue (3) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 4. Sostegno e rilancio del sistema economico locale nell’ottica di armonico sviluppo sostenibile ed ecocompatibile Calabria Rete ecologica Regionale - Migliorare la qualità del asentino naturalistico e culturale, riducendoneil degrado/abbandono e accrescendone l’integrazione con le asentin locali in un’ottica di tutela, valorizzazionee sviluppo asentino e; - Migliorare la fuizione e lo sviluppo di attività connesse, come fa<ttore di mobilitazione e stimolo allo asentin locale; -Recuperare glia ambiti compromessi a seguito di usi impropri e conflittuali; -Regolare gli usi ela pressione sulle risorse; -Accrescere l’offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale ed alla corretta fruizione ambientale delle risorse, in un’ottica di promozione dello sviluppO; - Sviluppo delle capacità progettuali e gestionali, del sistema delle aree protette, da parte della Pubblica Amministrazione Calabria PIT 3 – Area Pollino 1. creare un sistema di relazioni tra aree urbane, aree rurali e aree naturali 2. rifunzionalizzazione e rivitalizzazione dei nuclei urbani 3. azioni finalizzate alla definizione dei ruoli strategici da attribuire ai nuclei urbani di antica formazione. 4. azioni che riguardano le caratteristiche paesaggistico-ambientali e storico-culturali puntuali. 5. valorizzazione del sistema dei nuclei storici. 6. azioni inerenti la diffusione della società dell’informazione . 7. rafforzare la coesione sociale all’interno del territorio oggetto del PIT, prevedendo azioni che mirano a facilitare l’inclusione delle fasce deboli nella società e ricomporre il disagio all’interno della dimensione locale favorendo lo sviluppo dell’economia sociale. Calabria Pit 4 – Area Alto Jonio asentino: “Sibari, un RETE ECOLOGICA 10. Negli ambiti marginali con sottoutilizzazione delle risorse: migliorare la marcatore d’indentità per qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone il avviare un processo di degrado/abbandono ed accrescendone l’integrazione con le comunità locali sviluppo locale integrato” in un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di attività connesse, come fattore di mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale Medio Capacità di attrazione dei flussi turistici 11. Negli ambiti con sovrautilizzo delle risorse: recuperare gli ambiti compromessi a seguito di usi impropri e conflittuali; regolare gli usi e la pressione sulle risorse (anche attraverso sistemi di certificazione dell’equilibrio nell’uso delle risorse stesse); accrescere l’offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale ed alla corretta fruizione ambientale delle risorse, in un’ottica di promozione dello sviluppo locale Medio 12. In generale: promuovere la capacità della Pubblica amministrazione di intervenire per la conservazione e lo sviluppo; promuovere la rete ecologica come infrastruttura di sostegno dello sviluppo compatibile e come sistema di offerta di beni, risorse e valori Medio PATRIMONIO CULTURALE 194 segue (4) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 15. Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico, paesaggistico nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territorio Alto Capacità di attrazione del flussi turistici Grado di indipendenza economica 16. Migliorare la qualità dei servizi culturali e per la valorizzazione del patrimonio compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai fini dell’innalzamento della qualità della vita. Alto 17. Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione del patrimonio culturale. Creare le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta specializzazione per la gestione degli interventi di restauro. Sviluppare attività di formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze legate al patrimonio a alle attività culturali Alto FORMAZIONE & OCCUPAZIONE 18. Prevenzione della disoccupazione di giovani e adulti (Policy Field A) Medio Partecipazione della popolazione al mercato del lavoro Capacità di offrire lavoro regolare Condizioni di legalità e coesione sociale 19. Inserimento e reinserimento dei disoccupati di lunga durata (Policy Field A) 20. Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale (Policy Field B) 25. Adeguare il sistema della formazione professionale e dell’istruzione (Policy Field C) 26. Promuovere un’offerta adeguata di formazione superiore e universitaria (Policy Field C) 27. Promuovere l’istruzione e la formazione permanente (Policy Field C) 21. Sostenere le politiche di rimodulazione degli orari e di flessibilizzazione del MdL e sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI (Policy Field D) Basso 21. Sostenere le politiche di rimodulazione degli orari e di flessibilizzazione del MdL e sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI (Policy Field D) 22. Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego e l’emersione del lavoro regolare (Policy Field D) Alto 24. Accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro (Policy Field E) SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO – INDUSTRIA, ARTIGIANATO, COMMERCIO E SERVIZI 195 segue (5) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 34. Favorire lo sviluppo, l'aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti e sulle attività produttive connesse con l'uso di risorse naturali e culturali locali), favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS e Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e la pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti Alto Grado di indipendenza economica 35. Favorire la nascita e la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l'ambiente, in un'ottica di valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente Alto 35.bis Sostenere le imprese in modo organico ed articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all'innovazione tecnologica, all'accesso al credito, alla compatibilità ambientale, all'information technology, alla formazione professionale Medio SISTEMA LOCALI DI SVILUPPO - TURISMO 40. Accrescere e qualificare le presenze turistiche attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando gli strumenti di pianificazione territoriale in un'ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva. Alto Capacità di attrazione dei consumi turistici Grado di indipendenza economico 41. Accrescere l'articolazione, l'efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche attraverso la promozione dell'innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base (disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione) del territorio. Accrescere l'integrazione produttiva del sistema del turismo in un'ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l'uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante). Favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali; nonché la diversificazione e l'innovazione di prodotti turistici "maturi" in aree già sviluppate. Alto SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO - AREE RURALI 42. Migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in un contesto di filiera Medio Grado di indipendenza economica Capacità di attrazione dei consumi turistici Capacità di offrire lavoro regolare 43. Sviluppo rurale: Sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole, forestali, ambientali e storico-culturali SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO -PESCA 196 segue (6) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 44. Rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile, valorizzando in particolare la produzione ittica di allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche attraverso attività di riconversione degli addetti al settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e di assistenza). Ridurre il differenziale socioeconomico nel settore della pesca. Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche. Alto Grado di indipendenza economica Capacità di offrire lavoro regolare CITTÀ – RETI DEI PICCOLI COMUNI 47. Riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche con particolare attenzione al recupero dei centri storici e dei centri minori. Alto Condizioni di sviluppo di servizi sociali CITTÀ – SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITÀ 48. Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la riduzione del tasso di esclusione, la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la definizione di nuove figure professionali in ambito sociale, anche attraverso la qualificazione della P.A. Alto Condizioni di sviluppo di servizi sociali SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE 55. Sostenere e diffondere la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi. Alto Condizioni di sviluppo di servizi sociali Calabria Area PIT: 7 Basso 1.1 Individuare ed elaborare azioni attraverso il recupero e la salvaguardia Tirreno del pa-trimonio paesaggistico, architettonico, storico e artistico realizzando asentino : “MEMORIE” una serie di offerte complementari alla residenzialità turistica finalizzate a qualificare e mi-gliorare la fruibilità del patrimonio naturalistico e cultural dell’area. 1.2 Avviare processi di riqualificazione delle risorse presenti allo scopo di miglio-rarne e valorizzarne le potenzialità attraverso la realizzazione di micro-filiere nel-la condivisione dei processi economici tra la fascia costiera e l’area collinare e montana.. 1.3 Sviluppare la qualità della ricettività alberghiera di qualità da realizzare tramite il recupero di edifici nei centri storici, case padronali, “casini rurali”, etc. 1.4 Realizzare interventi di sensibilizzazione, anche con azioni immateriali, nei con-fronti della popolazione locale per la creazione di una diffusa cultura dell’ospitalità. 2.1 Prevedere interventi a favore del sistema produttivo locale in modo organico e articolato, individuandone i loro bisogni reali con riguardo alla formazione pro-fessionale attraverso l’offerta di Pacchetti Integrati di agevolazioni per la crea-zione, riconversione, ristrutturazione e sviluppo della PMI. 197 segue (7) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 2.2 Sviluppare le potenzialità del capitale sociale tramite la formazione finalizzata a soddisfare la richiesta determinata dalle nuove potenzialità di sviluppo program-mate; sviluppare la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mer-cato del lavoro; favorire il reinserimento dei disoccupati di lunga durata e primo inserimento lavorativo attraverso lo sviluppo del sistema produttivo esistente e programmato, con la realizzazione di strutture e servizi complementari all'offerta turistica e produttiva e con la realizzazione di servizi di supporto so-ciale alle fasce più deboli. 2.3 Promuovere la realizzazione e la gestione di un "sistema" di accoglienza in am-biente collinare allo stato non interessato dai flussi turistici dell'area. 2.4 Avviare processi di integrazione a sostegno degli operatori, anche con azioni immateriali, quali consorzi tra produttori e consumatori ( es. acquisizione unica di materiali, ecc.) Calabria Area PIT 8 Serre 1 -Recuperare gli ambiti compromessi, regolare gli usi e la pressione sulle Cosentine risorse ed accrescere l'offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale ed alla corretta fruizione delle risorse in un'ottica di promozione dello sviluppo Il conseguimento degli obiettivi viene perseguito privilegiando la valorizzazione e lo sviluppo delle attività economiche non agricole, attraverso la promozione delle attività produttive locali, la realizzazione di reti di promozione dell'offerta e la creazione di attività imprenditoriali "verdi" 2 -Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio architettonico, storico - artistico, paesaggistico e rurale nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale Valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico da utilizzare per attività culturali, ricettività diffusa, erogazione di servizi al turismo culturale e naturalistico, localizzazione di attività editoriali innovative e di artigianato tipico 3-Migliorare la qualità dei servizi culturali per la valorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai fini dell'innalzamento della qualità della vita Promozione e realizzazione di iniziative culturali innovative che valorizzino il patrimonio culturale e le identità locali, in particolare le attività artigianali di antica tradizione legate alla lavorazione delle fibre, ai prodotti tipici enogastronomici 4 -Accrescere l'integrazione produttiva del sistema del turismo in un'ottica di filiera e favorire la crescita di nuove realtà locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali Creazione di nuova ricettività di qualità attraverso il recupero di edifici nei centri storici, case padronali, etc…, all'interno delle reti e dei sistemi locali di offerta turistica 5 -Riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche, con particolare attenzione al recupero dei centri storici minori Sviluppo di reti di cooperazione tra piccoli centri per la riqualificazione urbana ed il recupero del tessuto insediativo dei centri storici 198 segue (8) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 6 -Sostenere le imprese in modo organico ed articolato, rispondendo ai loro bisogni reali con riguardo all'innovazione tecnologica e alla formazione professionale; favorire la creazione di nuova imprenditoria e dei servizi connessi, soprattutto in un'ottica di valorizzazione delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente. Offerta di Pacchetti Integrati di agevolazioni per la creazione e lo sviluppo delle PMI 7 -Favorire la nascita e la localizzazione d' iniziative imprenditoriali strategiche a scala territoriale e sostegno all'integrazione e potenziamento delle filiere produttive Attrarre iniziative imprenditoriali che garantiscano significative ricadute sul territorio anche in termini di integrazione con i sistemi produttivi locali (indotto, reti tra imprese, innovazione tecnologica, ecc..); sostegno ad interventi finalizzati ad integrare, completare e potenziare le filiere produttive attraverso la promozione di reti di cooperazione tra le imprese e lo sviluppo di servizi comuni 8 -Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la riduzione del tasso di esclusione, la promozione e l'economia sociale, la qualificazione dei servizi, la definizione di nuove figure professionali in ambito sociale; ristrutturazione, adeguamento e creazione di spazi e edifici per servizi sociali, culturali e formativi per le fasce deboli; potenziamento e miglioramento della dotazione strutturale di servizi volti a facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; sviluppo e/o creazione di infrastrutture per servizi finalizzati a specifiche categorie. 9 -Accompagnare e anticipare i processi di sviluppo ed innovazione che saranno indotti dall'attuazione delle azioni del PIT, con attività formative volte a: prevenire la disoccupazione di giovani e adulti; favorire il reinserimento dei disoccupati di lunga durata e primo inserimento lavorativo; adeguare il sistema della formazione professionale e dell'istruzione; promuovere un'offerta adeguata di formazione superiore e universitaria; promuovere l'istruzione e la formazione permanente; accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro 10 -Sostenere lo sviluppo dei territori rurali valorizzandone le risorse agricole, forestali, ambientali e storico-culturali. Migliorare la competitività dei sistemi agricoli e agroindustriali in un contesto di filiera Calabria Area PIT 12 Sila 1.1 Aumento offerta turistica. - Promuovere la Rete Ecologica sia come crotonese infrastruttura di sostegno dello sviluppo compatibile che come sistema di offerta di beni, risorse e valori. Favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa sia di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali, che promuovendo il turismo rurale. 1.2 Creazione e rafforzamento di strutture imprenditoriali di cosmesinaturale e biologiche, per il benessere. - Favorire la nascita e la localizzazione di nuove imprese. Creazione di una rete di servizi di accompagnamento allo sviluppo termale; network tra imprese Pub. e priv.; Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese e la loro connessione nelle logiche di filiera 199 segue (9) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 1.3 Marketing territoriale. – Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione del territorio); accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera. 1.4 Promozione di politiche innovative Pubbliche e Private, per favorire la cooperazione a scala intercomunale e interterritoriale. Favorire il rafforzamento dell’attività dell’agenzia di sviluppo locale dell’area. 2.1 Filiera del legno. – Migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in un contesto di filiera e in un’ottica di sviluppo integrato attraverso l’introduzione di innovazioni, il rafforzamento delle funzioni commerciali, la gestione integrata in tema di qualità, sicurezza ed ambiente. 2.2 Razionalizzazione del sistema produttivo con capacità di investimenti a lunga durata. – Favorire la nascita, la localizzazione e l’accompagnamento di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente; 2.3 Avvio di un processo di riconoscimento della buona gestione forestale, attraverso il controllo della rintracciabilità del prodotto legnoso lungo tutte le successive fasi della catena di trasformazione, la cui certificazione si ottiene attraverso la Catena di Custodia (o Chain of Custody). – Migliorare la qualità del patrimonio naturalistico, agricolo e culturale, riducendone il degrado/abbandono e accrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di attività connesse , come fattore di mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale. Realizzazione del “Polo Tecnologico del Legno”, inteso come: valorizzazione, qualificazione del patrimonio naturale, innovazione dei processi, certificazioni alle produzioni, R&S; 2.4 Valorizzazione del prodotto. – Ammodernamento, razionalizzazione e aumento del grado di innovazione del settore del commercio in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e di rete; 3.1 Porre in essere azioni volte a favorire sia il raggiungimento di un modello di sviluppo a sostenibilità ambientale, che la capacità di attrazione dei consumi turistici. – Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori delle produzioni tipiche, artigianato locale, turismo rurale e nelle fonti delle energie rinnovabili. Sostenere le innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e la pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti; Promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS e creazione di un marchio di qualità ambientale ecolabel inserendo il concetto di premialità a chi coniuga turismo ed ambiente. 200 segue (10) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 3.2 Sviluppare le attività economiche connesse all'elemento "cultura", intese come fattore di mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale, rivolto sia al miglioramento della qualità della vita che a favorire l'innalzamento dell'attrattività. - Sviluppare l'imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e rurale. Creare le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta specializzazione per la gestione degli interventi di restauro. Sviluppare attività di formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze legate al patrimonio e alle attività rurali, culturali e ambientali. 4.1 Favorire una cultura imprenditoriale capace di esportare le produzioni locali. - Favorire la nascita e la localizzazione sia di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con l'ambiente, in un'ottica di valorizzazione delle produzioni tipiche, l'artigianato tipico, i prodotti del sottobosco, ecc.., e sia i servizi per la promozione, l'internazionalizzazione e la penetrazione su nuovi mercati. 4.2 Iniziative imprenditoriali connesse alla valorizzazione della realtà locale. - Favorire nuove opportunità di lavoro attraverso il consolidamento del tessuto economico vitale, il recupero di strutture e la valorizzazione di alcune attività artigianali, nonché lo sviluppo dei servizi di supporto. 4.3 Creazione di network telematico integrato utile alla predisposizione di un borsino merci, ad una piazza virtuale ed ai servizi di supporto. Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all'innovazione tecnologica, alla compatibilità ambientale, all'information technology, alla formazione professionale; 4.4 Rete civica del PIT - e-governament; Diffusione della società dell'informazione nei sistemi produttivi; 4.5 Fornire assistenza nella scelta della migliore fonte di finanziamento rispetto al fabbisogno finanziario dell'impresa. Favorire la capitalizzazione delle imprese. Aumentare la capacità di finanziamento. Divulgare le informazioni. - Favorire il rafforzamento dei servizi finanziari alle imprese ed in particolare la loro connessione col Pit, focalizzando gli interventi sul lato della domanda; Calabria PIT 13 Area di Crotone 1 - Consolidare e qualificare le azioni di salvaguardia e di valorizzazione del “PITAGORA” patrimonio archeologico-culturale della Magna-grecia per l'istituzione di un distretto archeologico/turistico del Marchesato crotonese (Obiettivi POR CALABRIA n. 17, 18, 19) 2 - Favorire la crescita di nuove realtà ricettive nei comuni del litorale, sviluppando forme innovative e alternative, favorendo l'occupazione femminile e le categorie svantaggiate (Obiettivo POR CALABRIA n. 49) 3 - Sostenere lo sviluppo dei territori e del turismo integrato, stimolando le iniziative imprenditoriali artigianali ed agricole in una ottica di maggiore integrazione con il territorio e l'ambiente. (Obiettivo POR CALABRIA n. 53) 201 segue (11) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 4 – Conservare, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio naturalistico valorizzando le aree protette e le aree SIC, arrestando le situazioni di degrado ed abbandono attraverso la realizzazione della rete dei piccoli comuni per la gestione integrata della politica ambientale anche in applicazione dell’adesione della carta di Aalborg e alla sottoscrizione di Agenda 21 Locale (Obiettivo POR CALABRIA n. 11) 5 – Rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile, valorizzando anche la produzione ittica di allevamento; prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche (Obiettivo POR CALABRIA n. 55) 6 – (Obiettivo trasversale agli obiettivi 1, 2, 3, 4 e 5) Accrescere e qualificare le presenze turistiche attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici e delle attività connesse, rafforzando gli strumenti di pianificazione territoriale e in un’ottica di sostenibilità ambientale (Obiettivi POR CALABRIA n. 39, 46) Calabria PIT 14 Lamezia 1 – Rafforzare e promuovere lo sviluppo di iniziative che compongono filiere produttive; 2 – Promuovere iniziative di cooperazione per la realizzazione di servizi comuni (es. promozione, logistica, gestione amministrativa, formazione continua anche attraverso le moderne tecnologia della formazione a distanza) tra i singoli operatori che permettano di realizzare economie di scopo e di scala; 3 – Promuovere e valorizzare le sinergie connesse allo sviluppo di modelli di cooperazione stabili tra i diversi attori dello sviluppo locale (enti locali, patti territoriali, A.S.I., ecc.) anche attraverso la creazione di una moderna rete telematica di comunicazione e informazione rivolta sia all’interno, con l’obiettivo di migliorare il flusso di informazioni tra i protagonisti dello sviluppo locale, sia all’esterno, con l’obiettivo di inserire le informazioni utili allo sviluppo dell’area nei circuiti nazionali ed internazionali. 4 – Qualificare e sostenere i processi di sviluppo in atto intervenendo sulla qualificazione delle risorse umane per favorire lo sviluppo della logica dei servizi attorno alle spinte spontanee in atto sia nel settore turistico che manifatturiero; 5 – Potenziamento dell’accessibilità agli attrattori storico-culturali, delle tradizioni 6 – favorire lo sviluppo di centri servizi per stimolare la creazione di imprese nei settori dell’informatica e della telematica, delle nuove tecnologie e del terziario Calabria PIT 15 – Valle del 1.1 Promuovere la realizzazione di infrastrutture di base atte alla migliore Crocchio: “la fruibilità accessibilità della zona costiera e di quella montana; delle risorse e 1.2 Incentivare la realizzazione di alcuni centri che fungano da attrattori di l’organizzazione delle nuovi utenti ed investitori nel settore del turismo e dei servizi alla persona; competenze esistenti per 1.3 Promuovere la creazione di iniziative imprenditoriali, quindi la creazione la competitività del di maggior reddito, privilegiando i soggetti svantaggiati, che consentano territorio” una maggiore fruibilità delle risorse naturali, dei siti archeologici e dei beni culturali; 202 segue (12) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 1.4 Promuovere la realizzazione di iniziative volte alla condivisione dei processi economici dell’area costiera e di quella montana; 1.5 Migliorare la vivibilità dell’ambiente attraverso interventi che, risolvendo le emergenze presenti, le trasformino in opportunità di sviluppo e occupazione; 1.6 Migliorare la qualità ed incrementare la quantità della ricettività turistica sul territorio con specifico riferimento alla creazione di relazioni stabili tra il mare e la montagna; 1.7 Promuovere la realizzazione di iniziative rivolte al sociale attraverso l’utilizzo di siti storici e/o di pregio esistenti nell’area o attraverso l’aggregazione di organismi no profit ed enti pubblici presenti sul territorio; 1.8 Promuovere la realizzazione e la gestione di reti di accoglienza in ambiente rurale e anche in ambienti normalmente al di fuori dei classici servizi turistici; 2.1 Favorire l’organizzazione delle strutture private presenti nei vari settori (turistico, manifatturiero, della ceramica artigianale, del legno, dell’agroalimentare, dei tessuti artigianali, della seta e del vetro artigianali) in forme aggregative, privilegiando l’organizzazione in filiera, per facilitare la realizzazione di economie di scala e per migliorare i processi di marketing e commerciali; 2.2 Promuovere l’aggregazione delle aree industriali per la definizione di una più consistente massa critica e di una più adeguata organizzazione, utili in iniziative di marketing territoriale; 2.3 Favorire l’organizzazione del pubblico e del privato in organismi finalizzati alla definizione e alla messa a fattor comune di interessi, competenze e conoscenze, per realizzare iniziative di valorizzazione e di promozione di filiere, di marketing territoriale, di scambio e acquisizione di nuove competenze necessarie per la crescita delle risorse umane, per la diffusione di una cultura della programmazione e gestione del territorio, per una attività di monitoraggio del patrimonio naturale e paesaggistico da un lato e di quello imprenditoriale dall’altro al fine di definire specifici piani d’intervento di manutenzione, di salvaguardia e di valorizzazione; 2.4 Incentivare la realizzazione di iniziative in filiera prioritariamente nei settori prevalenti; incentivare iniziative volte al miglior utilizzo, lavorazione e commercializzazione di particolari materie prime oggi poco valorizzate (ad es.legno,castagna, feldspato); 2.5 Incentivare la realizzazione di iniziative imprenditoriali innovative ad alto contenuto tecnologico a servizio sia degli Enti pubblici e privati, sia delle imprese e dei cittadini; 2.6 Qualificare e inserire le risorse umane nel mercato del lavoro attraverso percorsi di formazione/lavoro innovativi, nei settori chiave per l’economia locale. 203 segue (13) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 2.7 Promuovere la collaborazione tra l’Università e gli enti pubblici e privati del territorio al fine di realizzare delle iniziative di alta formazione che rappresentino dei centri di eccellenza per tutto il territorio regionale, rilanciando, in termini innovativi, il ruolo strategico del capoluogo di Regione, quale sede di funzioni di valenza regionale a servizio dello sviluppo socio economico e culturale.(ad es. centro di ricerca e formazione per le fonti di energia rinnovabili , centro di ricerca per l’edilizia in Calabria). Calabria PIT 16 Serre Calabresi: Obiettivo 1: Tutelare e valorizzare l’intero comprensorio “un modello di sviluppo Obiettivo 2: Qualificare e diversificare l’offerta turistica locale turistico ecosostenibile Obiettivo 3: Migliorare la percezione dei sistemi urbani nelle Serre Calabresi” Obiettivo 4: Promuovere e valorizzare Obiettivo 5: Stimolare la dinamica socio-economico del tessuto produttivo Obiettivo 6: Favorire lo sviluppo integrato ed ecosostenibile del settore rurale Obiettivo 7: Innescare un processo virtuoso nel settore della gestione ed utilizzo del patrimonio boschivo Obiettivo 8: Garantire idonee attività di supporto Calabria Area PIT 22 Stretto “Distretto Integrato” 1. sviluppo di nuove imprese e di nuove attività, delle strutture di servizi ompetitivit e della dotazione di servizi di supporto; crescita delle opportunità di ompet nel settore turistico e della valorizzazione dei territori rurali; rafforzamento delle condizioni di fiducia, cooperazione e coesione sociale; aumento delle opportunità di sviluppo della ompetitività e redditività aziendale 2. Crescita dell’articolazione, efficienza e compatibilità ambientale delle imprese turistiche; incentivo alla diversificazione di prodotto e all’innovazione; miglioramento della qualità del servizio; sviluppo di azioni di promozione. 3. Sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali e locali; aumento delle connessioni e collegamenti tra imprese locali crescita e rafforzamento di clister imprenditoriali 4. Accrescimento dell’innovazione di prodotto; sviluppo delle attività di commercializzazione e delle strutture di supporto sul versante infrastrutturale edella logistica; 5. Aumento delle opportunità di nuova occupazione derivanti dall’irrobustimento della struttura produttiva locale, dell’aumento della domanda interna, dalla crescita degli investimenti esterni e dalle opportunità di sviluppo del territorio; 6. Sostegno allo sviluppo di nuove attività e nuove imprese; valorizzazione delle opportunità di filiera integrate; riduzione degli oneri burocratici di localizzazione; miglioramento delle infrastrutture; 7. Miglioramento della competitività dei settori e delle filiere, crescita dello spessore del sistema di finanziamento; semplificazione ed integrazione del sistema degli incentivi; 8. Azioni di promozione e marketing necessarie allo sviluppo delle imprese operanti nei settori dell’economia sociale. 204 segue (14) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Molise Progetto integrato perseguire il recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali, “Medio Trigno” forestali e delle aree agricole, a scala di bacino, anche attraverso l’individuazione di fasce fluviali, promuovendo la manutenzione programmata del suolo e ricercando condizioni di equilibrio tra ambienti fluviali e ambiti urbani; migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone il degrado\abbandono ed accrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica di tutela e sviluppo compatibile; consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e paesaggistico; sviluppare l’imprenditorialità, in particolare nei nuovi bacini di impiego e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione e alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale; favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti; favorire lo sviluppo e l’aumento di competitività e di produttività del sistema imprenditoriale locale rispondendo ai loro specifici bisogni; sviluppo del settore commercio in un ottica di sviluppo territoriale integrato e di rete; favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali e al recupero di identità e culture locali. Molise P.I. “Sistema locale Aumentare il livello di reddito delle popolazioni locali in modo da ridurre il offerta turistica alto gap che attualmente esiste tra il reddito medio della macro area e il reddito Molise” del Mezzogiorno e del resto d’Italia. La strategia seguita per raggiungere tale obiettivo è quella di aumentare i flussi turistici dell’area e di generare maggiore visibilità dei prodotti locali all’esterno della macro area. In tal modo sarà possibile aumentare il numero di occupati ed a cascata questo dovrebbe permettere attraverso meccanismi di attivazione della domanda di tipo keynesiano un aumento del reddito dell’area. Molise P.I. “Civiltà dell’acqua” Gli obiettivi specifici sono: 1. migliorare il patrimonio naturalistico e culturale; 2. valorizzare il patrimonio archeologico, architettonico e storico-artistico, nonché sviluppare l’imprenditorialità e le attività formative legate alla valorizzazione del patrimonio; 3. migliorare l’occupabilità; 4. favorire le imprese turistiche; 5. favorire il manifatturiero; 6. migliorare la dotazione delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese; 205 segue (15) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 7. valorizzare il commercio; 8. favorire i servizi alle imprese. Molise P.I. E-MOLISE – Gli obiettivi specifici sono: diffusione della new - Prevenire la disoccupazione di giovani ed adulti; economy nel Molise - Favorire l’inserimento ed il reinserimento dei disoccupati di lunga durata; interno - Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale; - Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego e l’emersione del lavoro non regolare; - Accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro; - Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica, all’information technolgy e alla formazione professionale; - Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda. Molise Molise P.I. Per uno sviluppo qualificare la ricettività turistica; connotare il Basso Molise come distretto equilibrato e armonioso agro-alimentare, creare un “pacchetto turistico locale”. P.I. Ambiente, turismo e A livello operativo il progetto interviene in maniera integrata sui fattori che impresa. Un’integrazione condizionano lo sviluppo del territorio: (1) le risorse umane, (2) le dotazioni possibile per lo sviluppo diffuso Puglia ambientali, infrastrutturali e immateriali, (3) la capacità di investimento. PIT N.3 – Area 1) incrementare il livello di sicurezza nell’area; Metropolitana – s.p.l. 2) migliorare la mobilità dei cittadini e delle merci all’interno dell’area PIT; Bari 3) gliorare il livello di identità culturale dell’area; 4) sostenere lo sviluppo dei settori produttivi rilevanti dell’area; 5) incrementare l’efficacia delle politiche locali del lavoro; 6) migliorare l’efficacia del sistema di governance integrata del territorio. Puglia PIT N. 7 – Sviluppo di un 1. Potenziamento ed integrazione del sistema logistico intermodale sistema integrato di dell’area, identificato nell’adeguamento del nodo intermodale di Brindisi servizi di logistica e quale struttura forte dell’intero territorio provinciale in termini di distribuzione in grado di relazionalità interna ed esterna all’area, nonché come principale fattore di favorire la connessione internazionalizzazione dell’intero sistema produttivo locale. Connessione del tra l’asse nord-sud nodo intermodale di Brindisi – lungo l’asse nord-sud ed est-ovest – con le interno alla regione e la strutture periferiche della rete logistica per la raccolta e distribuzione delle comunicazione con le merci (Interporto di Francavilla Fontana, Centro Agro-alimentare di altre direttrici dei Fasano). Corridoi internazionali n. 2. Potenziamento delle aree di insediamento industriale negli agglomerati a 8 e n. 10 maggiore densità imprenditoriale (Fasano, nsedi, Brindisi, Francavilla Fontana), al fine di ampliare (soprattutto in qualità) il potenziale di offerta nsediativi dei principali agglomerati artigiani ed industriali del territorio provinciale. 206 segue (16) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 3. Promozione di uno sviluppo integrato dell'area PIT, attraverso la specializzazione dei centri urbani del territorio, per puntare a proposte di centralità distribuita tra capoluogo e periferia, attivando forme di sviluppo locale nei nodi urbani periferici attraverso il sostegno all'aggregazione e alla cooperazione intercomunale che sia di supporto allo sviluppo competitivo delle imprese e dei sistemi d'impresa sulla base delle specifiche vocazioni agricole, artigianali e turistiche delle specifiche aree. 4. Realizzazione delle condizioni di pari visibilità di tutto il territorio provinciale attraverso il massiccio ricorso all'innovazione informatica e telematica, per assicurare la promozione e la gestione dei flussi di informazione e comunicazione interna ed esterna all'Area, che garantiscano la crescita complessiva ed equilibrata dell'intero territorio provinciale, nonché adeguata visibilità ed accessibilità operativa a tutte le componenti del sistema territoriale; 5. Definizione delle condizioni di pari accessibilità di tutto il territorio provinciale rispetto alle infrastrutture per la diffusione delle conoscenze, intese quali elementi centrali di una strategia di innovazione permanente del sistema produttivo locale identificato nei suoi settori portanti (agricoltura, artigianato, turismo, PMI dei settori manifatturieri, logistica e trasporti), ai fini dell'aumento e del mantenimento della capacità competitiva complessiva del territorio; 6. Valorizzazione del capitale umano dell'area, attraverso investimenti in capitale umano (formazione professionale) orientati alla costruzione di opportunità di professionalizzazione e di inserimento lavorativo (in particolare di donne e giovani), nonché all'accrescimento e alla diffusione sul territorio delle capacità di assorbimento ed uso intelligente della conoscenza nei settori di eccellenza del sistema produttivo locale. 1. Potenziamento ed integrazione del sistema logistico intermodale dell'area, identificato nell'adeguamento del nodo intermodale di Brindisi quale struttura forte dell'intero territorio provinciale in termini di relazionalità interna ed esterna all'area, nonché come principale fattore di internazionalizzazione dell'intero sistema produttivo locale. Connessione del nodo intermodale di Brindisi - lungo l'asse nord-sud ed est-ovest - con le strutture periferiche della rete logistica per la raccolta e distribuzione delle merci (Interporto di Francavilla Fontana, Centro Agro-alimentare di Fasano). 2. Potenziamento delle aree di insediamento industriale negli agglomerati a maggiore densità imprenditoriale (Fasano, Ostuni, Brindisi, Francavilla Fontana), al fine di ampliare (soprattutto in qualità) il potenziale di offerta insediativa dei principali agglomerati artigiani ed industriali del territorio provinciale. 207 segue (17) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 3. Promozione di uno sviluppo integrato dell'area PIT, attraverso la specializzazione dei centri urbani del territorio, per puntare a proposte di centralità distribuita tra capoluogo e periferia, attivando forme di sviluppo locale nei nodi urbani periferici attraverso il sostegno all'aggregazione e alla cooperazione intercomunale che sia di supporto allo sviluppo competitivo delle imprese e dei sistemi d'impresa sulla base delle specifiche vocazioni agricole, artigianali e turistiche delle specifiche aree. 4. Realizzazione delle condizioni di pari visibilità di tutto il territorio provinciale attraverso il massiccio ricorso all'innovazione informatica e telematica, per assicurare la promozione e la gestione dei flussi di informazione e comunicazione interna ed esterna all'Area, che garantiscano la crescita complessiva ed equilibrata dell'intero territorio provinciale, nonché adeguata visibilità ed accessibilità operativa a tutte le componenti del sistema territoriale; 5. Definizione delle condizioni di pari accessibilità di tutto il territorio provinciale rispetto alle infrastrutture per la diffusione delle conoscenze, intese quali elementi centrali di una strategia di innovazione permanente del sistema produttivo locale identificato nei suoi settori portanti (agricoltura, artigianato, turismo, PMI dei settori manifatturieri, logistica e trasporti), ai fini dell'aumento e del mantenimento della capacità competitiva complessiva del territorio; 6. Valorizzazione del capitale umano dell'area, attraverso investimenti in capitale umano (formazione professionale) orientati alla costruzione di opportunità di professionalizzazione e di inserimento lavorativo (in particolare di donne e giovani), nonché all'accrescimento e alla diffusione sul territorio delle capacità di assorbimento ed uso intelligente della conoscenza nei settori di eccellenza del sistema produttivo locale. L'individuazione degli obiettivi specifici permette di creare una relazione di complementarietà tra essi e l'IDEA FORZA/obiettivo generale secondo la rappresentazione grafica riportata. Puglia PIT n. 8 - Sviluppo ed innovazione 1) Miglioramento della competitività e dell'efficienza del sistema agricolo e dell’economia agricola e agroalimentare mediante l'ammodernamento e la razionalizzazione del rurale attraverso sistema; l’integrazione e la diversificazione produttiva- Area Jonico- 2) Sostegno integrato del territorio e sviluppo delle comunità rurali; salentina. 3) Multifunzionalità dell'agricoltura e salvaguardia e tutela dell'ambiente e del paesaggio rurale. 208 segue (18) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Puglia PIT n. 6- Sviluppo di un Gli obiettivi che è possibile traguardare, attraverso l’intervento organizzato Sistema Logistico secondo gli indirizzi del PIT, attengono principalmente, ma non Distributivo legato alle esclusivamente, all’area tematica individuata nel Complemento di più importanti direttrici programmazione. L’assorbimento delle risorse specifiche di alcune misure internazionali che muove consente di sviluppare un’articolazione strategica integrata che risulta in dagli investimenti in sintonia con lo strumento programmatorio generale. corso di realizzazione Gli obiettivi che qualificano gli specifici settori di intervento, sono in nell’area di Taranto particolare: o completamento e sviluppo dell’accessibilità ai sistemi produttivi; o completamento infrastrutturale dei sistemi produttivi; o sostegno allo sviluppo delle relazioni e delle sinergie economiche e produttive intraregionali ed interregionali; o sostegno allo sviluppo del sapere e della diffusione dell’informazione; o sostegno allo sviluppo dell’innovazione e della ricerca e sviluppo tecnologico; o miglioramento della sicurezza. Puglia PIT. N. 10 – Monti Dauni Ob. 1 – Garantire disponibilità idriche adeguate (quantità, qualità, costi) per la popolazione civile e le attività produttive, in accordo con le priorità definite dalla politica comunitaria in materia di acque, creando le condizioni per aumentare l’efficienza di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa idrica e di economicità di gestione. Ob. 2 – Migliorare il livello di competitività territoriale garantendo un adeguato livello di sicurezza “fisica” delle funzioni insediativa, produttiva, turistica e infrastrutturale esistente attraverso il recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali, forestali e delle aree agricole. Ob. 3 – Accrescere la sicurezza attraverso la previsione e prevenzione degli eventi calamitosi nelle aree soggette a rischio idrogeologico incombente e elevato (con prioritaria attenzione per i centri urbani, le infrastrutture e le aree produttive) e nelle aree soggette a rischio sismico. Ob. 4 – Negli ambiti marginali con sottoutilizzo delle risorse: migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone il degrado/ abbandono ed accrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di attività connesse, come fattore di mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale. Ob. 5 – Risanare le aree contaminate rendendole disponibili a nuovi utilizzi economici, residenziali o naturalistici e migliorare le conoscenze, le tecnologie, le capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché la capacità di valutazione e controllo della Pubblica Amministrazione per la bonifica dei siti inquinati. Ob. 6 – Promuovere la rete ecologica come infrastruttura di sostegno delle sviluppo compatibile e come sistema di offerta di beni, risorse e valori. 209 segue (19) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Ob. 7 – Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico, paesaggistico, archivistico e bibliografico delle aree depresse, nonché quello relativo alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo qualificato ed equilibrato.Ob. 8 – Migliorare la dotazione e la funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione e la logistica delle imprese e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile. Ob. 8 – Migliorare la dotazione e la funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione e la logistica delle imprese e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile. Ob. 9 – Favorire la creazione ed il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda, anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali, sviluppare pacchetti integrati di agevolazioni (PIA) per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo ed innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e ambientale. Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego. Migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali. Ob. 10 – Sostenere lo sviluppo dei territori e delle economie rurali e valorizzare la risorse agricole ambientali e storico-culturali Ob. 11 – Accrescere e qualificare le presenze turistiche nell’area, attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando gli strumenti di pianificazione territoriale, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di diversificazione e integrazione produttiva in un’ottica di filiera. Ob. 12 – Favorire la nascita e la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente in un’ottica di valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente. Migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali. Ob. 13 – Migliorare la competitività dei sistemi agricoli e agroindustriali regionali in un contesto di filiera anche attraverso la valorizzazione delle risorse agricole ambientali e storico – culturali Ob. 14 – Sostenere e diffondere la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi, nonché favorire l’internazionalizzazione delle imprese e la promozione dell’integrazione economica transfrontaliera e transnazionale Ob. 15 – Promuovere un’offerta adeguata di formazione superiore e universitaria (Policy field C), sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego e sostenere e diffondere la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi. 210 segue (20) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici Ob. 16 – Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione e alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale. Creare le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta specializzazione per la gestione degli interventi di restauro e valorizzazione. Sviluppare attività di formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze legate al patrimonio e alle attività culturali Ob. 17 – Sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI ed alla PA, accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro, migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali. Puglia PIT n. 2 – Nord Barese Gli obiettivi specifici , discendenti dall’idea forza/obiettivo globale e connessi alle attività oggetto del programma, sono così individuati: 1. Crescita del livello di integrazione industriale di filiera (nel T.A.C. e nella meccanica di precisione) e innalzamento dei livelli di qualificazione delle risorse umane; 2. Riallineamento verso produzioni a maggiore valore aggiunto (soprattutto certificate), sostegno alla diversificazione produttiva knowledge based, promozione di profili e competenze specialistiche; 3. Riqualificazione tecnica di settori specializzati ma a basso tenore tecnologico, con avvio di procedure di certificazione, diffusione di innovazione e ricerca applicata, promozione dell’alta formazione; 4. Potenziamento e consolidamento dei flussi di esportazione dei prodotti di filiera ad alta specializzazione e sostegno ai processi di internazionalizzazione del tessuto produttivo locale; 5. Insediamento di servizi produttivi specializzati ( di secondo e terzo livello) nell’export e nelle tecnologie innovative; 6. Potenziamento della rete economica esterna (esternalità d’area) per lo sviluppo dei prodotti del Nord Barese; 7. Sperimentazione di nuovi modelli gestionali innovativi nelle aree di insediamento produttivo e nel sistema delle utilities di area, miglioramento delle professionalità dedicate; 8. Attivazione di nuovi sistemi e modelli di sicurezza degli insediamenti produttivi; 9. Sviluppo di un percorso strategico verso la Società dell’Informazione attraverso la messa a punto di prodotti, servizi e innovazioni in grado di competere nella nuova dimensione del mercato globale, sia in riferimento al sistema delle imprese, sia nella offerta di servizi efficienti da parte della Pubblica Amministrazione Puglia PIT n. 9 – Territorio articola –Leccese - riqualificare in maniera decisa il capitale sociale locale, al fine di rendere più competitiva l’intera area territoriale attraverso precise azioni formative; - sviluppare e consolidare il settore manifatturiero caratterizzante l’area, con articolare riguardo alle produzioni di qualità, alla ricerca tecnologica e all’internazionalizazione e creare, nello stesso tempo, le condizioni per la nascita di nuove iniziative; 211 segue (21) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - attrezzare sul territorio attraverso il miglioramento dell’efficacia ed efficienza della P.A , l’infrastrutturazione (materiale e immateriale), la logistica, i trasporti, la formazione, la ricerca; - attuare azioni mirate di MKTG territoriale finalizzate alla promozione del territorio e all’attrazione di investimetni anche in considerazione di ciò che avviene nel settore TAC, dove a livello nazionale, si stanno ripensando le strategie in termini di decentramento e delocalizzazione; - spingere il territorio ad assumere un ruolo da protagosnista all’interno dello scenario rappresentato dai paesi del mediterraneo. Puglia PIT n.4 - Area della 1.1 Potenziamento delle aree produttive attraverso il completamento delle Murgia infrastrutture primarie e l'offerta strutturata di servizi innovativi alle imprese. 1.2 Sostegno alla diffusione degli strumenti offerti dalle nuove tecnologie per favorire l'accesso alle informazioni ed ai servizi erogati dalle Amministrazioni e dalle imprese. 2.1 Promuovere la collocazione di più attività produttive, favorendo l'aggregazione d'imprese in un ottica di settore e di filiera 2.2 Sostenere la popolazione che vive in ambiente rurale attraverso il potenziamento e la diversificazione delle attività agricole 3.1 Sostenere e favorire investimenti ed occupazione per l'innovazione tecnologica, l'ampliamento ed il consolidamento delle attività produttive delle PMI, favorendo il completamento delle filiere produttive lunghe con priorità per la produzione di semilavorati e di macchinari funzionali al ciclo produttivo del salotto 3.2 Sostenere e favorire investimenti e potenziare le capacità produttive agricole tradizionali, incentivando l'adeguamento delle strutture di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli all'interno delle stesse aziende per realizzare e consolidare le filiere corte. 4.1 Promuovere un'offerta adeguata di formazione Superiore, mirata alle esigenze delle imprese, con le quali proseguire nel percorso avviato attraverso il partenariato, attivando forme di cooperazione necessarie per definire e soddisfare la domanda di figure professionali necessarie, rendendo disponibili risorse economiche finalizzate a favorire l'accumulazione di competenze specialistiche sul territorio del PIT 4.2 Favorire il ritorno del capitale umano formato altrove ed impegnare nuove risorse per incentivare la ricerca connessa ai processi produttivi locali ed alla riduzione dell'impatto ambientale di molti cicli produttivi, individuando e promovendo linee di ricerca innovative e mirate alle esigenze del sistema economico locale ed alla riduzione dell'impatto ambientale. 4.3 Ricercare sul territorio i percorsi più adeguati per incentivare l'emersione del lavoro nero e dell'economia sommersa, con le opportunità offerte dal completamento delle filiere produttive già presenti sul territorio e realizzando nuove occasioni di emersione. 5.1 Garantire maggiore efficienza al mercato del lavoro locale 212 segue (22) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 6.1 Sostenere la promozione commerciale della produzione dell'area anche attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici ed il sostegno di marchi di "qualità" nonché di servizi per l'attrazione di investimenti ed il marketing territoriale con articolazioni su base di sistema territoriale, ai fini della valorizzazione delle potenzialità locali all'interno di una logica di promozione complessiva del sistema "Murgia". Puglia PIT n.5 - Valle D’Itria 1. Potenziamento delle aree produttive attraverso il completamento delle infrastrutture primarie e l'offerta strutturata di servizi innovativi alle imprese dell'intero "distretto" industriale multisettoriale. 2. Sostegno alla diffusione degli strumenti offerti dalle nuove tecnologie per favorire il cablaggio delle aree e l'accesso alle informazioni ed ai servizi erogati dalle Amministrazioni e dalle imprese. 3. Favorire iniziative finalizzate al potenziamento dell'offerta formativa, con priorità all'alta formazione nei servizi innovativi e nel terziario avanzato e alla formazione di figure specialistiche per la qualificazione delle produzioni tessili-abbigliamento, per la ottimizzazione dei cicli produttivi connessi alla trasformazione dei prodotti agricoli, oltre che alla loro commercializzazione. 4. Sostenere la formazione continua del personale inserito per accompagnare i processi di innovazione e di diversificazione dei processi produttivi locali, e incentivare la flessibilità nel rapporto di lavoro nelle PMI (con particolare riferimento alle produzioni del tessile, dell'abbigliamento, dell'agroindustria) e nelle amministrazioni pubbliche locali. 5. Promuovere la qualificazione della classe imprenditoriale per il potenziamento di nuove modalità e strumenti di gestione di impresa. 6. Ricercare sul territorio i percorsi più adeguati per incentivare l'emersione del lavoro nero e dell'economia sommersa (in particolare nei settori in cui più presente è la produzione in conto terzi,), in coerenza con gli indirizzi assunti dalla normativa nazionale di riferimento e con le opportunità offerte dal completamento delle filiere produttive già presenti sul territorio. 7. Rendere disponibili le risorse economiche necessarie per favorire l'accumulazione di competenze specialistiche sul territorio, favorire il ritorno di capitale umano formato altrove e impegnare nuove risorse per incentivare la ricerca connessa ai processi produttivi locali 8. Favorire la capacità innovativa, l'aumento di competitività e di produttività del sistema manifatturiero leggero, con particolare riferimento al tessile-abbigliamento e all'agroalimentare, che devono percorrere la strada della costruzione e promozione di marchi collettivi per le produzioni di qualità. 9. Favorire l'azione di penetrazione commerciale sui mercati, in particolare quelli esteri, anche attraverso la progettazione e l'implementazione di un marchio comune. 10. Fornire sostegno finanziario alle PMI attraverso aiuti per l'innovazione tecnologica volti in particolare alla salvaguardia dell'ambiente , alla sicurezza delle strutture produttive, alla sicurezza dei processi e dei prodotti. e sostegno all'autoimprenditorialità per favorire i processi di gemmazione e spin - off di impresa. 213 segue (23) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici 11. Fornire sostegno finanziario alle PMI, anche in forma associata, attraverso aiuti volti in particolare a favorire, l'ampliamento, la delocalizzazione dai centri urbani e il consolidamento delle attività produttive e la promozione di uno sviluppo più ordinato in alcuni settori produttivi, in una logica di filiera che ancora stenta ad affermarsi (tessileabbigliamento ed agroindustria). 12. Ricercare sul territorio i percorsi più adeguati per incentivare l'emersione del lavoro nero e dell'economia sommersa, con le opportunità offerte dal completamento delle filiere produttive già presenti sul territorio e realizzando nuove occasioni di emersione. 13. Garantire maggiore efficienza al mercato del lavoro locale. 14. Sostenere la promozione commerciale della produzione dell'area anche attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici ed il sostegno di marchi di "qualità" nonché di servizi per l'attrazione di investimenti ed il marketing territoriale con articolazioni su base di sistema territoriale, ai fini della valorizzazione delle potenzialità locali all'interno di una logica di promozione complessiva del sistema "Valle d'Itria". Sardegna Sicilia Progetto integrato 1. valorizzazione risorse ambientali; territoriale SS1 IL 2 . incrementare le capacità della città di Sassari di: Capoluogo nella Città - erogare servizi di eccellenza, ambientale nel Golfo - di migliorare la qualità della vita dei cittadini. dell’Asinara - di potenziare i settori produttivi, in particolare quello turistico PIT 1-Tindari Nebrodi 1. Potenziare il sistema di offerta di beni e servizi culturali e il sistema di offerta turistica 2. qualificare le competenze professionali e creare nuove figure professionali 3. stimolare la nascita di nuove imprese nel settore turistico-culturale secondo il principio delle pari opportunità 4. valorizzazione dei prodotti agricoli e commercializzazione delle produzioni agro-alimentari 5. migliorare la disponibilità e la qualità delle risorse idriche sia in relazione all'uso che riguardo ai reflui strumenti di sviluppo territoriale Sicilia PIT 2 - Quattro Città e - Preservare e tutelare le risorse che concorrono a formare l'identità un parco per vivere gli ambientale, culturale e sociale del territorio attraverso l'estensione del Iblei sistema dei parchi ed il suo inserimento nella rete ecologica siciliana accrescendo l'offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale ed alla corretta fruizione delle risorse; - conservare e valorizzare il patrimonio storico-archeologico e l'identità culturale locale attraverso la creazione di itinerari integrati collegati ai circuiti regionali dei beni culturali - - promuovere la ricerca e l'innovazione per la valorizzazione delle risorse naturali, storico-artistiche e produttive del territorio 214 segue (24) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - promuovere le attività produttive in ambito PIT sviluppando quelle iniziative che assicurano buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e che sono in grado di generare nuova occupazione (asse 4) ovvero azioni di: produzione dell'agricoltura e della zootecnia tradizionale presente negli altopiani degli Iblei in maniera da consolidare il patrimonio e le attività forestali e controllare i processi di abbandono; - promozione del turismo facendo leva sulle risorse storico-ambientali presenti in maniera da valorizzare e rivitalizzare i centri urbani ed integrare il reddito agricolo; - promozione delle pmi e dell'artigianato locale con priorità nei settori dell'ambiente, del turismo e dell'agricoltura in maniera di rafforzare e sviluppare il sistema produttivo; - sostenere la costruzione di una rete di città quale infrastruttura di supporto all'affermazione dei processi di sviluppo di un territorio diffuso (asse 5); - promuovere una rete telematica che supporti le amministrazioni pubbliche e gli operatori locali nei loro rapporti sia al'interno del "Sistema Locale" che verso l'esterno del "Sistema Locale" Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Incentivare il settore della produzione agricola al fine di un potenziamento di Gela e innovazione di processi produttivi nel settore orticolo e serricolo esistenti nel comprensorio favorendo l'introduzione di produzioni a maggiore valore aggiunto accrescendo l'integrazione produttiva del sistema agro-industriale in un'ottica di filiera; - incentivare la realizzazione di prodotti di qualità e di prodotti ottenuti attraverso tecniche rispettose dell'ambiente privilegiando le produzioni tipiche; - accrescere la dotazione di servizi material e immateriali (es. globalizzazione e internazionalizzazione) e la propensione all'innovazione nelle PMI del comprensorio; - favorire niziative di riqualificazione e recupero di ambiti urbani tesi alla rivitalizzazione socio-economica attraverso il miglioramento della qualità funzionale delle infrastrutture e dell'ambiente urbanizzato, il miglioramento della qualità dei servizi sociali e culturali; - consolidare e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio architettonico naturalistico e paesaggistico per una maggiore fruizione da parte della collettività ; - promozione di una cultura della legalità per innescare un virtuoso processo di miglioramento socio economico e di sviluppo del territorio migliorare la competitività del comparto agricolo/agroindustriale attraverso il rafforzamento del concetto di cooperazione ed il concetto di "PRODURRE PER IL MERCATO"; - accrescere l'articolazione e l'efficienza delle imprese turistiche attraverso la promozione dell'innovazione di prodotto di processo ed organizzativa, nonchè agendo sulle condizioni di base del territorio sostegno e sviluppo del terzo settore attraverso la qualificazione delle imprese sociali, implementazione dei centri di servizio, ridefinizione di nuove professionalità, incentivi alle nuove imprese; 215 segue (25) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - favorire percorsi di formazione professionale innovativi e collegati alle reali esigenze del tessuto imprenditoriale locale. Sicilia PIT 7 - Palermo capitale - Rafforzamento dei sistemi produttivi anche in ottica di dell'Euro-Mediterraneo internazionalizzazione del tessuto produttivo, attraverso l’organizzazione di un sistema in grado di favorire l’attrazione di nuove imprese e il potenziamento di quelle esistenti, che prenda il via dalla messa in comune di infrastrutture e servizi ad alta resa tecnologica, di sistemi di monitoraggio della domanda/offerta di r&s e di promozione di ogni forma di innovazione che sia funzionale alla loro qualificazione sullo scenario internazionale; - Miglioramento delle condizioni di contesto indispensabili per garantire lo sviluppo competitivo del territorio, sia attraverso la creazione delle infrastrutture a supporto dello sviluppo imprenditoriale sia attraverso azioni indirizzate ad aumentare la competitività dei sistemi produttivi e migliorare la qualità di vita dei cittadini ; Organizzazione di un sistema di supporto alla crescita ed all’internazionalizzazione del sistema produttivo, andando a creare le condizioni economiche, gestionali ed infrastrutturali che favoriscano lo sviluppo di un sistema pienamente condiviso e partecipato di cooperazione ed integrazione nell’area euro-mediterranea; - Affermazione di un polo della cultura euromediterranea che rappresenti il riferimento dell’offerta della città in termini di servizi ed attività culturali e favorisca lo sviluppo di un sistema integrato di promozione ed incentivazione dell’industria della cultura (agenzia di sviluppo della cultura) ed il sostegno alla creazione di nuove opportunità occupazionali nel settore; Valorizzazione del patrimonio artistico–monumentale della città identificando un circuito di fruizione che esalti l’immenso patrimonio e le diverse culture storiche presenti in città e che qualifichi pienamente uno dei più ricchi centri storici in termini artistico-monumentale ; - Diversificazione e potenziamento del sistema turistico locale al fine di adattarlo a cogliere le opportunità di destagionalizzazione che si stanno determinando sul territorio; - Riqualificazione dei sistemi produttivi artigianali e rilancio dei mercati storici come spazio di valorizzazione del settore artigianale e del recupero delle tradizioni culturali e manifatturiere del territorio; - Creazione di sistemi stabili di collegamento funzionale e strutturale tra formazione e lavoro in grado di facilitare l’inserimento lavorativo (anche dei livelli professionali cd. “deboli”) soprattutto nei settori ritenuti strategici per il decollo economico del territorio (beni culturali,turismo, telecomunicazioni), nonché il monitoraggio dell’organizzazione dei percorsi formativi necessari a sostenere lo sviluppo messo in atto; - Incentivazione delle forme di coesione sociale che consentano di agevolare il processo di mediazione ed integrazione culturale tra etnie nel centro storico e di recuperare quelle forme di lavoro oggi svolte solo in forma sommersa ; 216 segue (26) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - Realizzazione di un sistema informativo di “GOVERNANCE” dello sviluppo urbano di potenziamento alla rete civica, mirato a creare le condizioni necessarie a sostenere la competitività della città nel nuovo contesto euromediterraneo; - Azioni mirate alla diffusione della cultura della legalità e all’integrazione cultura etra le diverse etnie del centro storico e promozione di un “PATTO PER LA LEGALITÀ” volto ad aumentare le condizioni di sicurezza per lo sviluppo economico ed imprenditoriale della città al fine di aumentare l’attrattività di nuove imprese e creare migliori condizioni per lo sviluppo di quelle esistenti Sicilia PIT 8-Valle del Torto e - Ridurre la compromissione ambientale; dei Feudi - assicurare la fruibilità delle risorse naturali e culturali del comprensorio; -creare le condizioni economiche per lo sviluppo imprenditoriale in un contesto di distretto rurale, puntando su prodotti di qualità ed assicurando la sostenibilità ambientale dello sviluppo produttivo; a tale fine, è individuato come strumento principale la politica di marchio dei prodotti e di certificazione di qualità ed eco-compatibilità delle imprese; - aumentare la competitività sui mercati del sistema economico locale; - migliorare il livello di formazione delle risorse umane; - valorizzare le risorse femminili; ridurre la marginalità sociale; - migliorare le condizioni di contesto (sicurezza) per lo sviluppo territoriale; - favorire i processi di recupero della fiducia sociale Sicilia PIT 9-Ecomuseo del - Riqualificare, valorizzare e rifunzionalizzare le risorse storiche, Mediterraneo architettoniche e naturalistiche che testimoniano la cultura e l’identità dei luoghi ; - qualificare e rafforzare il sistema dell’accoglienza dei centri storici dell’area ; - promuovere e sostenere lo sviluppo di un sistema di imprese dell’ecomuseo; - rafforzare la coesione sociale e qualificare il sistema delle competenze Sicilia PIT 10-Sinergie per - Sviluppare un sistema di servizi integrati alle imprese; competere - valorizzare le risorse umane locali ed incrementare le opportunità occupazionali ; - aumentare la competitività delle imprese; - migliorare l’attrattività dell’area al fine di aumentare nuovi insediamenti Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra - Valorizzazione e difesa delle risorse naturali valorizzazione; archeologia e natura - manutenzione e gestione delle risorse culturali; - qualificazione e sviluppo dell’offerta ricettiva e di accoglienza turistica ; - valorizzazione e difesa dell’identità culturale locale Sicilia PIT 12-Eolo, Scilla, - Accrescere le presenze turistiche nell’area; Cariddi -Accrescere la diversificazione dei prodotti turistici locali e la qualità delle imprese turistiche; 217 segue (27) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici -Sviluppare l’offerta dei servizi complementari alla ricettività turistica realizzare nuovi fattori di attrazione turistica nel territorio di Messina e nelle Isole Eolie per la valorizzazione e il potenziamento delle sinergie tra distretto turistico consolidato delle Eolie e l’area turistica della sponda messinese; - Sviluppare e potenziare le connessioni tra il modello turistico integrato e la cantieristica navale messinese; - Favorire la riconversione dell’industria cantieristica navale e la espansione della filiera produttiva correlata; - Riqualificare le aree strategiche della città di Messina, e dei centri urbani delle Isole Eolie, per lo svolgimento di nuove funzioni e servizi legati al turismo; - Riqualificare le aree strategiche della città di Messina per potenziarne le funzioni all’interno dei flussi di merci e persone, nazionali ed internazionali, nell’area dello Stretto Sicilia PIT 13-Dal turismo - Recuperare e riqualificare il patrimonio ambientale; tradizionale ad un - Recuperare e riqualificare il patrimonio culturale; sistema turistico locale - Riqualificare l’offerta ricettiva nel settore del turismo tradizionale; - Potenziare l’offerta ricettiva nel settore del turismo culturale, termale, naturalistico ed escursionistico; - Potenziare le infrastrutture complementari al turismo; - Promuovere la diversificazione dell’attività agricola; - Sostenere gli investimenti nel settore delle produzioni agricole locali; - Promuovere le produzioni agricole di qualità; Incentivare la formazione continua delle pmi turistiche, artigiane ed agricole; - Sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti e agevolare la creazione di nuova imprenditorialità; - Incentivare la formazione superiore ed universitaria nel settore turistico; - Garantire un miglioramento dei servizi di orientamento informazione; - Inserimento nel mercato del lavoro per la disoccupazione di lunga durata Sicilia PIT 14-Sistema turistico - Conservazione delle risorse naturali e riqualificazione di aree soggette a integrato della costa sovrautilizzo al fine di promuoverne la fruibilità turistica; centro-settentrionale - Recupero di risorse culturali e di infrastrutture di valore storico da utilizzare quali contenitori di attività turistiche e culturali; - Promozione di nuove figure professionali legate ai temi del turismo, dell’ambiente e della qualità della vita; Messa in rete di risorse naturali, culturali e servizi turistici nell’ottica della creazione di percorsi turistici collegati al patrimonio naturale e culturale; - Valorizzazione del centro storico di Trapani, attraverso interventi di recupero dei principali assi viari del centro storico; - Miglioramento della qualità dell’offerta turistica e della vita dei residenti attraverso interventi volti a risolvere alcuni tra i principali problemi di mobilità interna; - Promozione di nuova imprenditorialità legata all’offerta di servizi innovativi nella valorizzazione delle risorse naturali e culturali; 218 segue (28) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - Sostegno allo sviluppo di servizi di commercializzazione dei prodotti dell’artigianato tradizionale dell’area; - Collaborazione e attuazione di strategie territoriali di sviluppo turistico; - Miglioramento della qualità dei servizi ricettivi attraverso la promozione di percorsi di avvicinamento a nuove forme di certificazione ambientale delle strutture e dei servizi Sicilia PIT 15-Demetra - Sviluppo della produzione e del commercio delle produzioni agricole e agro-alimentari di qualità, biologiche e biodinamiche; - Potenziamento della dotazione idrica delle colture protette e orticole valorizzazione dei beni naturalistici, culturali ed ambientali; - Utilizzazione al meglio del patrimonio archeologico; - Creazione parchi naturalistici; Potenziamento dell’articolazione dell’attività alberghiera; - Costruzione reti informatiche per l’internazionalizzazione del “SISTEMA”; - Riqualificazione dei giovani in relazione alle linee di sviluppo economico individuate e promosse dal PIT; -Valorizzazione del potenziale occupazionale ed imprenditoriale femminile Sicilia PIT 16-Le economie del - Qualificare, organizzare, mettere in rete e rendere pienamente fruibili le turismo Calatino Sud risorse culturali, archeologiche, storico-architettoniche e ambientali; Simeto - Qualificare la dotazione ambientale in termini di biodiversità e migliorare le modalità di gestione e fruizione delle aree protette; - Promuovere e sostenere interventi di riqualificazione urbana finalizzati alla creazione delle “CITTÀ OSPITALI DEL CALATINO”; - Sostenere il rafforzamento competitivo e la diversificazione dell’offerta turistica, agroalimentare e delle produzioni artigianali tipiche; - Valorizzare il capitale sociale; - Favorire il posizionamento del sistema locale sul mercato turistico Sicilia PIT 17-Torri e castelli: - Potenziare e differenziare l’offerta turistica per catturare maggiori turismo integrato a nord segmenti di domanda; - Recuperare e valorizzare le risorse ambientali; ovest di Palermo - Recuperare e valorizzare le risorse culturali; - Messa a sistema delle risorse culturali ed ambientali, realizzando opere infrastrutturali necessarie per garantire la fruibilità delle risorse e creando itinerari turistici idonei a sviluppare una domanda di turismo verso il territorio piuttosto che verso la singola struttura ricettiva; - Intervento sul capitale umano e di conoscenza; - Azioni di sostegno al sistema delle imprese Sicilia PIT 19-Alto Belice - Migliorare la qualità ambientale attraverso il completamento dei servizi a Corleonese rete, l’adeguamento dei livelli di sicurezza fisica degli insediamenti residenziali, produttivi e infrastrutturali, il recupero di qualità dei sistemi naturali; - Valorizzare il patrimonio naturale, recuperare i beni monumentali, migliorare la qualità dell’offerta di beni e servizi ambientali e culturali, entro un’ottica di tutela e salvaguardia, aumentando il livello di fruizione, di integrazione con le comunità locali, di promozione delle attività connesse, anche realizzando un sistema di offerta turistica con servizi e attrezzature per lo sport e il tempo libero; 219 segue (29) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - Promuovere le pari opportunità per l’accesso al mercato del lavoro, favorire la formazione continua, aiutare la qualificazione e il rafforzamento del capitale umano al fine di realizzare nel contesto locale una forza lavoro qualificata, competente e adattabile, disponibile all’innovazione; - Favorire la crescita di nuove realtà produttive, migliorare la struttura di filiera dei sistemi agricoli e agro-industriali, sostenere le attività orientate alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti tradizionali entro un quadro di promozione della competitività locale e di aumento di produzioni e consumi turistici; - Promuovere il territorio attraverso azioni relative alla diffusione della società dell’informazione, al sostegno delle imprese locali rispetto a nuovi contesti e mercati, a migliorare la fiducia sociale, a sviluppare la cultura della legalità. Sicilia PIT 21-Polo turistico - Potenziamento quali-quantitativo dell’offerta di strutture e infrastrutture Tirreno centrale di turistico; - Riqualificazione professionale degli operatori turistici e degli addetti alla P.A.; - Valorizzazione del patrimonio archeologico, mprend dell’archeologia industriale, storico culturale. Sicilia PIT 22-La via dell’argilla - Aumentare la dotazione di servizi infrastrutturali ed immateriali a servizio del sistema produttivo locale; - Sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti e agevolare la creazione di nuova mprenditorialità; - Incentivare la formazione a servizio del sistema produttivo locale; - Garantire la rivitalizzazione commerciale ed artigianale dei centri storici; - Ampliare e riqualificare l’offerta ricettiva, migliorare l’attrattività turistica dell’area risparmiare e salvaguardare l’ambient.e Sicilia PIT 23-Magazzolo platani - Preservare l’ambiente; sicani dell’agrigentino - Valorizzare la qualità delle produzioni agricole ed agro-industriali locali; - Valorizzare i beni culturali esistenti attraverso il loro inserimento in circuiti turistici; - - - Sviluppare la domanda di turismo naturalistico; - Favorire con apposite azioni formative, promozionali e di supporto alla nascita di iniziative consortili ed associative, il superamento delle attuali condizioni di sottosviluppo economico dell’area; - Miglioramento delle condizioni infrastrutturali per lo sviluppo dell’area PIT Sicilia PIT 24-Etna - Strutturare il Sistema-Etna in un modello ecosistemico-territoriale; - Dare un rilievo centrale alla cultura ed il modus vivendi locale; - Salvaguardare e valorizzare le risorse storico-culturali, monumentali ed archeologiche; - Sostenere la diversificazione e la qualificazione dell’offerta imprenditoriale nei settori turistico, artigianale, agricolo/agrituristico; - Favorire il posizionamento del Sistema-Etna Sicilia PIT 26-Aquae labodes - Valorizzazione delle risorse agricole disponibili; - Qualificazione e sviluppo del patrimonio turistico e diversificazione dei percorsi di tutela e sfruttamento delle risorse ambientali; - Riqualificazione urbanistica di città ad alta rilevanza turistica; 220 segue (30) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - Promozione del territorio, dell’ambiente, della cultura e delle produzioni locali; - Sviluppo delle integrazioni tra il sistema agricolo ed il sistema manifatturiero (attività agro-alimentari). Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles - Valorizzare e mettere a sistema il complesso delle valenze ambientali e storico culturali dell’area, in una prospettiva che coniuga salvaguardia e recupero con l’integrazione economica e sociale delle comunità locali, la messa in rete dei beni e dei manufatti, lo sviluppo del sistema dei servizi aggiuntivi; - Qualificare i sistemi produttivi dell’area e indirizzare le produzioni locali verso prodotti e servizi funzionali allo sviluppo delle valenze ambientali, produttive e storico culturali; - Riorganizzare e riqualificare le risorse umane del territorio, anche in prospettiva di una maggiore integrazione sociale e di un aumento delle opportunità occupazionali. Sicilia PIT 29-Bio-valley - Promozione e sviluppo a favore delle filiere agricole e zootecniche nelle produzioni tipiche locali; - Promozione e sviluppo a favore delle attività dell’artigianato tipico e locale e complementari; - Incentivi per l’internazionalizzazione dell’economia e della cultura materiale della Biovalley; - Valorizzazione e gestione innovativa dell’ambiente urbano, del tessuto storico e del patrimonio edilizio degli EE.LL.; - Formazione professionale per lo sviluppo sostenibile delle PMI; realizzazione del S.I.T. (Sistema Informativo Territoriale Provinciale ) e connessione con il portale internet regionale; - Progetti per l’integrazione sociale della Biovalley; - Assistenza e supporto alla realizzazione degli interventi del PIT Biovalle. Sicilia PIT 31-Sistema turistico - Avviare e portare a completamento azioni e processi per lo sviluppo del integrato diffuso delle sistema turistico integrato, diffuso e sostenibile, a partire dalla madonie valorizzazione delle opportunità offerte dal territorio; - Creare nodi e reti territoriali di animazione e promozione dell’offerta del prodotto turistico integrato; - Creare nodi fisici di allocazione strategica delle risorse umane di conoscenza e di opportunità per lo sviluppo integrato avviare e consolidare i processi di filiera relativi al turismo, all’agricoltura ed all’artigianato; - Realizzare azioni e processi di integrazione e addizionalità rispetto a quelli già avviate dal Gal Leader II, dall’ente Parco delle Madonie, dagli altri enti locali in ordine alla salvaguardia delle risorse e dell’ambiente naturale; - Realizzare azioni di integrazione e promozione delle fasce deboli del mondo del lavoro, oltre che di regolarizzazione delle imprese. Sicilia PIT 32-Valle alcantara - Recuperare e riqualificare il patrimonio ambientale recuperare e riqualificare il patrimonio culturale; - Promuovere il territorio in maniera intergrata; - Incentivare la formazione per la qualificazione di professionalità nel settore della valorizzazione delle risorse culturali e turistiche diffondere la formazione alle fasce deboli della popolazione; 221 segue (31) Elenco dei PI per Regione ed obiettivi specifici - Sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti e agevolare la creazione di nuova imprenditorialità; - Migliorare la dotazione di infrastrutture complementari al turismo; - Promuovere i prodotti agricoli di qualità incentivare la diversificazione dell’attività agricola Sicilia PIT 33-Nebrodi - Aumento della capacità organizzativa della pubblica amministrazione; - Aumentare le opportunità del capitale umano attraverso azioni di formazione, educazione e nuove opportunità per l'economia; - Aumentare il capitale naturale attraverso interventi sull'ambiente e sul patrimonio storico Sicilia PIT 34-Valle dei templi - Recupero di alcuni contenitori museali e di interesse storico-culturale per completare l’offerta del sistema valle dei templi e la realizzazione del sit parco della valle; - Valorizzazione del circuito archeologico della valle dei templi con interventi relativi ad una maggiore fruizione e con l’offerta di servizi a sostegno delle visite; - Azioni per la formazione di eccellenza e per lo sviluppo della ricerca in collaborazione con il consorzio universitario per incentivare la conoscenza del sito; - Realizzazione di interventi nel settore teatrale e di animazione a sostegno di questo importante comparto della cultura per incentivare le concoscenze storiche e letterarie del territorio pit; - Valorizzazione delle aree costiere per consentire la fruizione di importanti aree naturalistiche e paesaggistiche esistenti sul territorio e che rappresentano punti cardine dell’offerta turistic.a Sicilia PIT 35-Catania citta' - Riqualificare complessivamente il tessuto urbano; metropolitana - aggiornare i processi e gli approcci allo sviluppo urbano; - modernizzare il sistema metropolitano; - sperimentare e sviluppare alcune funzioni di eccellenza. 222 Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Regione Titolo PI Idea forza/strategica Basilicata Progetto Integrato è quella di esaltare e mettere a sistema le rilevanti risorse ambientali, Territoriale Alto Basento rurali, storico-culturali presenti sul territorio puntando su nuovi modelli di presentazione e fruizione dello stesso al fine di accrescere il grado di competitività e di attrattività di uno specifico prodotto di turismo rurale e culturale. Basilicata Progetto Integrato Dalle analisi dell’ambito territoriale, del contesto socio-economico e Territoriale Montagna SWOT, emerge con sufficiente chiarezza come i tratti caratterizzanti Materana dell’are PIT siano attualmente rappresentati nell’ordine: - dall’integrità dell’ambiente, considerato come eco-sistema da salvaguardare nel suo insieme e nelle sue singole componenti territoriali - dalla ruralità, intesa nella sua accezione più ampia comprensiva delle dimensioni culturali produttiva e territoriale - dalla qualità delle risorse territoriali, riferibili sia ai beni storicoculturali che alle emergenze naturalistiche e paesaggistiche, attivabili ai fini di sviluppo. La messa a valore di tutti e tre gli elementi caratterizzanti sopra richiamati induce ad individuare l’idea forza nella progressiva trasformzione del comprensorio in un vero e proprio distretto rurale di qualità nel quale trovino le giuste forme di impiego ed utilizzazione le risorse direttamente produttive ( e segnatamente quelle agricole ed artigianali tipiche dell’area) e di destinazione e fruizione le risorse di tipo territoriale (in particolare, quelle ambientale-naturalistiche e storicoculturali). Basilicata Progetto Integrato Valorizzazione delle risorse agricole, ambientali e storico-culturali, Territoriale Bradanica sviluppate secondo una logica di filiera integrata in un territorio organizzato e concepito come una moderna area-sistema che sia in grado di elevare il livello di apertura e funzionalità dell’Area Bradanica verso i sistemi locali contermini, al fine di sviluppare complementarietà e sinergie di carattere produttivo, ambientale ed urbano, anche attraverso l’incentivazione delle iniziative di delocalizzazione produttiva. Basilicata Progetto Integrato L’ idea forza si colloca all’interno degli assi e delle misure del P.O.R. e Territoriale Vulture-Alto del C.d.P. della Regione Basilicata e tende a: Bradano - rappresentare un forte potenziamento del ruolo dei Comuni nel sostegno alle politiche di sviluppo locale, con specifico riferimento alla programmazione socio economica di area attraverso la concertazione interistituzionale; - rappresentare una svolta significativa nell’individuazione di azioni di riequilibrio territoriale con azioni dirette e coordinate nei settori delle infrastrutture, regimi di aiuto e della formazione per sottrarre le aree a minore sviluppo dai fenomeni di spopolamento e abbandono; - sollecitare un protagonismo responsabile delle forze economiche presenti sul territorio e mettere in rete ed in sinergia i soggetti già presenti ed operanti sul territorio per armonizzare gli interventi 223 segue (1) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica - divenire il momento di raccordo e snodo degli interventi evitando una dispersiva sommatoria delle risorse e del loro uso. Basilicata PIT Lagonegrese – Pollino La Natura che con le sue caratteristiche ha finora costituito il fattore limitante lo sviluppo dell’area, proprio perché è stata conservata intatta, asentino e un fattore di sviluppo determinante se si attuano azioni ed interventi capaci di offrire prodotti e servizi di qualità, che oggi sono considerati rari. Basilicata Progetto Integrato L’Idea-forza del PIT, perseguendo la finalità ultima di uno sviluppo Territoriale Metapontino territoriale equilibrato, omogeneo e ambientalmente compatibile, propone sostanzialmente l’integrazione delle polarità territoriali (area costiera e aree collinari interne) e la integrazione intersettoriale, oltre che la sostenibilità ambientale, dei comparti produttivi più significativi: turismo e agricoltura. Basilicata PIT Marmo Platano – Integrare e completare il modello globale di sviluppo dell’Area, Melandro introducendo azioni e percorsi di sviluppo maggiormente “ancorati” alle specificità, alle vocazioni ed alle risorse peculiari proprie del territorio (cultura, natura, produzioni tipiche e gastronomia). Riscoprire, recuperare e mettere a valore le risorse ed il patrimonio culturale, ambientale e naturalistico locale verso forme di turismo complementare e non concorrenziale (con quello di massa offerto dalle regioni limitrofe) e fortemente orientate a precise “nicchie” di mercato (turismo sociale, rurale, sportivo-naturalistico, didattico-ambientale, religioso, ecc.); Creare stabili ed adeguati servizi, per le imprese e per i cittadini, che favoriscano forme di sviluppo sostenibile e realizzino migliori condizioni di vita e, più in generale, sostengano le attività esistenti, promuovano l’insediamento di nuove iniziative imprenditoriali ed incoraggino la permanenza delle giovani generazioni sul territorio; Basilicata Basilicata PIT Val D’Agri Progetto Integrato Sviluppo Urbano della città di Potenza Calabria Rete ecologica Regionale Vedi l’obiettivo generale Crescita globale del sistema città e ricollocazione del Capoluogo nelle nuove dinamiche di sviluppo territoriale della Regione La Rete ecologica si configura come un’infrastruttura naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti territoriali che a vario titolo e grado presentano o dimostrano di avere una suscettibilità ambientale più alta di altre e modellare in funzione di una gamma di pressioni antropiche. Calabria Pit 4 – Area Alto Jonio asentino: “Sibari, un l’idea strategica del PIT si articola prioritariamente sul seguente sistema integrato di azioni: marcatore d’indentità per a) tutela e valorizzazione dei beni archeologici e culturali, con avviare un processo di particolare riferimento ad interventi di conservazione e sviluppo locale integrato” rifunzionalizzazione e allo sviluppo di iniziative imprenditoriali; b) promozione e fruizione dei prodotti turistici locali e realizzazione di reti integrate di offerta turistica; creazione di nuova ricettività turistica di qualità e qualificazione dell’offerta già esistenti; c) riqualificazione e rivitalizzazione del tessuto urbanistico dei centri storici minori; recupero di edifici di pregio storico e artistico; miglioramento della qualità degli spazi pubblici; 224 segue (2) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica d) potenziamento della competitività del sistema locale della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile; e) sostegno alla nuova imprenditorialità, con particolare riferimento alle iniziative condotte da giovani, donne e soggetti svantaggiati; f) valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive locali, anche attraverso la nascita e la localizzazione di nuove imprese con buone prospettive di crescita ed integrazione con il territorio e l’ambiente; g) promozione di interventi innovativi nel campo dell’organizzazione, della qualificazione dei servizi sociali, dell’inclusione sociale e lavorativa delle fasce a rischio di esclusione; h) sostegno e diffusione della società dell’informazione nel settore pubblico e nei sistemi produttivi . Calabria Area PIT: 7 Basso Tirreno onsentin : “MEMORIE” L’intera idea strategica del PIT Basso Tirreno onsentin si fonda sulla qualificazione del sistema economico locale: produzioni tipiche artigiane, produzioni tipiche agroalimentari, ambiente, paesaggio, offerta turistica (che individua i suoi elementi portanti nel recupero dell’identità culturale e nella valorizzazione del patrimonio architettonico, artistico, ambientale) ecc. Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine Una città storica di caratteristiche uniche – marcatore d’identità per tutta l’area, una catena di piccoli insediamenti storici di corona, un sistema onsentine vallivo che manifesta dinamiche produttive vivaci rispetto alla media regionale, un polo di RS&T di valenza sovraregionale, funzioni innovative e pregiate: il biglietto da visita dell’area del PIT Serre onsentine è tra i più peculiari e ricchi di potenzialità. La strategia del Progetto, agendo su un set identificato di punti di forza e su alcuni punti di debolezza dell’area, mira a qualificare e mettere in relazione le risorse territoriali, al fine di accrescere le qualità competitive e migliorare l’offerta di territorio nonché di rafforzare l’identità e la coesione sociale del sistema locale. Le linee d’azione principali sono: a) rafforzare, in un’ottica di rete corta territoriale integrata, l’identità culturale collettiva (luoghi, tradizioni, attività, stili di vita), migliorare la qualità ambientale e di vita, creare nuove capacità o qualificare le capacità attuali di apertura e relazioni con il mondo (le Serre onsentine come punto di incontro di una rete internazionale e di cultura mediterranea), aumentare la coesione sociale; b) potenziare e qualificare il sistema produttivo dell’area (anche con attrazione di risorse esterne) con interventi di miglioramento dei servizi alle imprese, investimenti in settori innovativi, ispessimento delle relazioni tra il sistema della ricerca e dell’innovazione e le imprese, integrazione dell’offerta culturale, messa in rete dei servizi connessi alla RS&T, al fine di promuovere un sistema distrettuale integrato di “knowledge”. 225 segue (3) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Calabria Area PIT 12 Sila crotonese L’idea strategica che si vuole conseguire è quella della valorizzazione, la tutela del patrimonio ambientale naturale e culturale legato ai tre elementi Terra – Acqua – Cultura, con l’introduzione di nuove pratiche innovative nel mondo rurale, nel settore dei servizi legati al “BenEssere”, alle Terme, e nel settore delle PMI a vocazione con miglioramento delle produzioni artigianali tipiche. L’idea forza si fonda sulla capacità di ricondurre gli elementi Acqua (laghi, fiumi, terme), Terra (monti, boschi, silvicoltura, collina, paesaggi, ambiente naturale e rurale), Cultura (identità storico, religiosa, artistica, tradizioni, produzioni artigianali tipiche locali), che esprimono il senso di appartenenza e di identità delle popolazioni della Sila Crotonese, in un sistema integrato che converge verso la valorizzazione e il coinvolgimento di tutte le risorse dell’Area PIT. Calabria PIT 13 Area di Crotone L’idea posta a base del PIT Crotone, maturata in seno all’Assemblea dei “PITAGORA” sindaci e condivisa dal partenariato, consiste nella creazione di un distretto archeologico-turistico della Magna-grecia nel Marchesato Crotonese. Essa è perseguita attraverso una strategia che, partendo dalla valorizzazione dell’archeologia e della cultura magno-greca, promuova una forma di turismo integrato in cui le potenzialità legate alle risorse archeologico-culturali sono associate con le espressioni di artigianato artistico (tradizione orafa, ecc.) e delle produzioni tipiche (pecorino crotonese, vino, pane, ecc.), in una sintesi economica positiva. Calabria PIT 14 Lamezia L’idea di sviluppo che attraverso il PIT si intende attuare, consiste nel recepire gli input di sviluppo che spontaneamente si sono generati nel territorio trasformandoli, da iniziative frammentate e non collegate, in un vero e proprio sistema locale integrato, attraverso l’irrobustimento aziendale, la formazione, la cooperazione e l’attrazione di investimenti. In sostanza, il progetto ha l’obiettivo di risolvere il paradosso che pone imprese ed imprenditori “troppo piccoli” di fronte a risorse e prospettive potenzialmente enormi, ma mal utilizzate dal singolo, inculcando e sostenendo il valore della cooperazione come strumento principale di sviluppo. Calabria PIT 15 – Valle del Crocchio: Il PIT Valle del Crocchio intendendo valorizzare le diverse vocazioni, “la fruibilità delle risorse e ritiene che lo sviluppo dell’area non possa essere disgiunto da due l’organizzazione delle fattori determinanti: competenze esistenti per la il primo è costituito dalla presenza nell’area di alcuni settori di attività competitività del territorio” per i quali si recepiscono segnali chiari di potenziale sviluppo, tra i quali emerge in maniera forte quello turistico ; il secondo fattore è costituito dalla presenza di una forte concentrazione, che fa capo alla Città capoluogo, di professionalità, di forme di aggregazione a diversi livelli e di fermento nel settore dei servizi. 226 segue (4) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica L’idea strategica che il PIT vuole portare avanti, facendo leva proprio sulle diverse vocazioni, consiste quindi nel mettere a sistema questi due fattori di potenziale sviluppo, sostenendo i settori economici trainanti per l’area, in particolar modo quello turistico, e, allo stesso tempo, incentivando e promuovendo una migliore organizzazione delle professionalità e delle competenze esistenti al fine di favorire lo sviluppo di nuove modalità di offerta di servizi, sempre più con connotazioni di punti di eccellenza e di qualità, facilitando le aggregazioni e le reti e promuovendo l’innovazione e la condivisione delle esperienze, possano fungere da stimolo e da lievito per lo sviluppo degli stessi settori produttivi. Calabria PIT 16 Serre Calabresi: “un L’idea-forza si fonda sul binomio “AMBIENTE-TURISMO” e si declina modello di sviluppo turistico mediante il programma di una serie di interventi integrati su quattro ecosostenibile nelle Serre macrosistemi: Calabresi” 1. Migliorare la percezione dei sistemi urbani; 2. Migliorare il sistema costiero; 3. Collegare le realtà collinari con il litorale; 4. Creare nodi di attrazione turistica. Calabria Area PIT 22 Stretto Il PIT in questione è organizzato intorno a un’idea guida che individua “Distretto Integrato” nello sviluppo intersettoriale e nella caratterizzazione delle peculiarità del sistema i fattori di successo sui quali si dovrà puntare. L’idea strategica sottintende la volontà di puntare prioritariamente allo sviluppo endogeno e alla valorizzazione delle risorse locali, umane, materiali e immateriali, reazione la reazione, il potenziamento e l’integrazione di quelli che già oggi possono essere considerati “bacini produttivi locali” nell’ottica dei sistemi locali di sviluppo. Campania Campania Pit Distretto industriale S. Tessile – abbigliamento all’ombra del Vesuvio: opportunità e sfida per Giuseppe Vesuviano l’intera economia regionale” PIT “Grande attrattore Il progetto mira alla: Campi Flegri” 1) strutturazione di un itinerario di visita architettonico – archeologico – paesistico di valenza internazionale, costituito da alcuni grandi poli di visita (Pozzuoli, Baia, isors, Monte di Procida – Cappella, lago Fusaro, Cuma, lago di Averno, Quarto) connessi da percorsi di varia natura: nuovi ed antichi tunnel scavati nel tufo; strade romane sommerse, sentieri archeologico – naturalistici, percorsi su ferro, vie del mare per innescare: 2) lo sviluppo di un sistema culturale, ricettivo e produttivo, strettamente collegato al grande patrimonio esistente. Campania PIT Itinerario culturale l’idea forzaconsiste nella costruzione di un itinerario culturale che punti “Valle dell’Ofanto” che punti alla valorizzazione del’intreccio tra gli aspetti storici, archeologici e naturalistici del territorio irpino. Campania PIT “Grande attrattore L’idea forza mira ad attribuire una funzione turistico culturale ai centri di Paestum-Velia” Ascea e di Capaccio nell’ambito della provincia di Salerno 227 segue (5) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Campania PIT “Città di Napoli” L’idea forza attorno al quale si sviluppa il PI della città di Napoli si sostanzia nel recupero, riqualificazione e valorizzazione dell’asse cittàmare e centro-periferia. Tale idea-forza si incentra su tre variabili di rottura individuate: - rottura con il degrado fisico per puntare alla riqualificazione urbana e territoriale migliorando l’accesso alla città e riqualificando le aree industriali dimesse ed i nodi lungo l’asse di accesso; - rottura con il degrado economico per puntare al rilancio qualificato e moderno dell’apparato produttivo riqualificando e rilanciando la tradizione artigianale e isorse azi dell’area; - rottura con l’emarginanazione sociale per puntare all’innalzamento della qualità della partecipazione alla vita collettiva, riqualificando il capitale umano rispetto alle direttrici di sviluppo Campania PIT “ Salerno Città Il programma del PI “Salerno città dell’eccellenza” rivela un bisogno dell’eccellenza” reale della città di trovare una sua dimensione specifica nel contesto dello sviluppo regionale: In isors senso il PIT, puntando al conseguimento dell’eccellenza dei servizi della città di Salerno, dà un ulteriore spinta alle dinamiche e alle politiche di riqualificazione e sviluppo già in atto nella città, rendendola più competitiva nel contesto europeo e mediterraneo, diventando il vero motore dello sviluppo sostenibile. Campania PIT “Città di Avellino” L’idea forza intorno al quale si sviluppa il PI della città di Avellino si sostanzia nel recupero, riqualificazione e isorse azione delle isorse storico-culturali e ambientali del territorio, intervenendo in maniera integrata e sistematica sui fenomeni di inutilizzo, degrado ed abbandono di risorse storiche ed ambientali strategiche sia per lo sviluppo del territorio che per il miglioramento della qualità della vita. Campania PIT “Grande attrattore l’idea forza è sinteticamente descritta dall’espressione: “Certosa di Certosa di Padula” Padula per un sistema turistico-culturale del Vallo di Diano. In dettaglio, essa consiste nell’utilizzare il progetto di valorizzazione e promozione della Certosa di Padula per i8nnescare un processo di sviluppo “integrato” e “sostenibile”, che si estenda all’interno del territorio del Vallo di Diano allo scopo di esaltarne le risorse e le potenzialità configurando il comprensorio come un’identità turistico-culturale. Campania PIT “Grande attrattore L’idea forza del PI “Reggia di Caserta” è rappresentata dalla volontà di Reggia di Caserta” recupererare alla città la sua tradizionale vocazione turistica nazionale e internazionale, promuovendo, al tempo stesso, il passaggio da un turismo “mordi e fuggi” ad un turismo stanziale, olfora ic non solo l’eleiminaziomne della “barriera” tra le Reggia e la Città, ma anche attraverso azioni rivolte al miglioramento della qualità ambientale (decongestionando il traffico, razionalizzando l’ubicazione dei servizi, incrementando la dotazione infrastrutturale) ed al potenziamento dell’offerta turistica, attraverso anche la olfora icazione dei suoi borghi. Il tutto, avendo una cura particolare anche per la “formazione al berne culturale”, patrimonio del passato e risorsa per il futuro 228 segue (6) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Campania PIT “Benevento: il futuro L’idea forza del progetto integrato si fonda sul recupero e sulla nella storia” riqualificazione del centro storico per lo sviluppo di attività culturali, congressuali e di servizi direzionali. E’ finalizzata alla rivitalizzazione dell’intero tessuto imprenditoriale (artigianato compatibile e commercio) in un’ottica di riorganizzazione urbanistica complessiva e rafforzamento del sistema turistico mediante la messa a rete, la valorizzazione e la messa in sicurezza dei beni storico-architettonico-ambientali. Il tutto in un’ottica di sviluppo coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale Campania PIT Distretto industriali L’idea forza ha come obiettivo lo sviluppo dell’area del distretto “Calitri” attraverso la crescita di un sistema di relazione tra le imprese del territorio sfruttando l’opportunità di crescita offerta dagli investimenti realizzati nell’area da investitori esterni. Ciò richiede l’attuazione di 4 linee d’azione con interventi che mirano : - al rafforzamento del capitale sociale, - al miglioramento della competitività delle imprese e del sistema territoriale, nonché dell’efficienza della PA, - alla crescita della qualità dell’imprenditoria locale e del numero degli imprenditori, - l’attivazione di un catalizzatore della crescita rappresentato dsal Polo del Denim, attraverso l’incentivazione alla localizzazione nell’area di alcune imprese della filiera TA Campania PIT “Piana del Sele” Riqualificazione ambientale tesa alla valorizzazione dell’area in chiave sostenibile, con particolare riferimento al corso del fiume Sele e alla messa in sicurezza, tenendo conto della originaria vocazione agricola ed in un quadro di sviluppo ordinato ed armonico del turismo balneare, di quello culturale e di quello rurale Campania PIT “Città del Fare” Rafforzamento della competitività del “sistema-territorio” della Città del Fare in quanto soggetto produttore complesso. Campania PIT “Borgo Terminio Creazione di un sistema integrato turistico mediante la realizzazione ed Cervialto” il recupero di infrastrutture finalizzate all’incremento dei flussi turistici dell’area del Laceno Campania PIT “Parco Regionale del Taburno Camposauro” Campania Realizzare un modello di sviluppo locale ecosostenibile P.I.T. “Distretto Industriale Promuovere la crescita e la competitività del tessuto produttivo di regionale mediante azioni di sostegno volte all’acquisizione di servizi olfora” reali, alla promozione della sostenibilità ambientale e agli investimenti materiali e immateriali nel settore industri Campania P.I.T. –“Parco Regionale di Roccamonfina – Foce del Realizzare un modello di sviluppo locale ecosostenibile Garigliano” Campania PIT – Parco Regionale del Matese Campania PIT “S.S. APPIA” Realizzare un modello di sviluppo locale ecosostenibile Ripristinare le condizioni di agibilità del territorio mediante la restituzione dei requisiti ambientali minimi di fruizione territoriale,ridisegnare la qualità delle area di insediamento produttivo mediante azioni di infrastrutturazioni ed urbanizzazione qualitativamente elevati 229 segue (7) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Campania PIT “Area Giuglianese” Realizzazione di poli integrati destinati alla creazione di attività industriali, artigianali e di servizio come veicolo di creazione di opportunità Campania Campania PIT “Filiera turistica Implementazione e promozione di una logica di tipo aggregativo delle Enogastronomica” risorse enogastonomiche, culturali presenti nel territorio campano PIT - Area Nolana - Clanio Realizzazione di un ecocomprensorio intercomunale caratterizzato da innovazione di gestione e dall'agglomerazione di risorse su cluster progettuali connessi, selezionati sulla loro capacità di innescare processi aggiuntivi di sviluppo e di garantire la filiera della sicurezza ambientale. Campania PIT - Penisola Amalfitana e Diversificazione dell'offerta turistica per lo sviluppo del turismo di qualità Sorrentina mediante azioni integrate volte al potenziamento e alla riqualificazione del sistema di accoglienza e della mobilità Campania PIT “Distretto Industriale Promuovere la crescita e la competitività del tessuto produttivo Sant’Agata dei Goti” regionale mediante azioni di sostegno volte all'acquisizione di servizi reali, alla promozione della sostenibilità ambientale e agli investimenti materiali e immateriali nel settore industriale di riferimento Campania PIT “Agro Monti Picentini” Creazione di un sitema turistico integrato: sviluppo e promozione del turismo culturale, scientifico e ambientale, attraverso il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale e ambientale esistente. Campania PIT “Itinerario Direttrice Recupero generalizzato dei centri antichi e dei caratteri individuali di Monti Trebulani-Matese” ciascun borgo, unitamente alla valorizzazione del patrimonio naturalistico Campania PIT - Valle dell’Irno Valorizzazione dell'Università degli Studi di Salerno che viene individuata come elemento attrattore in grado di stimolare promozione e sviluppo della ricerca scientifica Campania PIT “Portualità turistica” Riqualificazione e potenziamento del sistema portuale turistico per il diportismo nautico. Campania PIT - Protofiliere Provinciali Concentrare gli interventi per la creazione e la rifunzionalizzazione di aree attrezzate. Realizzazione di collegamenti materiali e immateriali per il sostegno alle attività industriali e di servizio Molise Progetto integrato “Medio Il patrimonio e la comunità nell’area PIT: un occasione per esaltare il Trigno” valore dell’equilibrio tra la natura e l’uomo. L’idea forza prevista nella proposta progettuale è in sintesi: “la realizzazione di un sistema di fruizione del patrimonio naturale dei siti comunitari e nazionali proposti per la Rete europea Natura 2000 e del patrimonio storico culturale dell’area; un sistema disegnato sia come strumento di tutela e valorizzazione, ma anche come fattore di mobilitazione per uno sviluppo compatibile e sostenibile del territorio”. Il “core project” del PIT è una rete di valorizzazione dei tre siti: Fiume Trigno (Confluenza Verrino / Castellelce), Torrente Rivo, Montemauro – Selva di Montefalcone. Molise Progetto Integrato Realizzare un sistema di ospitalità e fruizione del patrimonio culturale “Minoranze linguistiche connesso alle minoranze linguistiche arbëresh e hrvatski del Molise; un storiche arbërësh e croata” sistema che è sia uno strumento di tutela e valorizzazione, ma anche il fattore di mobilitazione per un sviluppo compatibile e sostenibile del territorio. Il core project del PI è una rete di caffè linguistico-etnografici; una rete di accesso al “museo linguistico”: il territorio del PI.” 230 segue (8) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Molise P.I. “Sistema locale offerta L’idea-forza del PI Alto-Molise intende valorizzare i caratteri di turistica alto Molise” omogeneità dell’area, frutto di un sistema economico e sociale che nel tempo si è sviluppato in funzione della natura montana del paesaggio, che, pur non essendo più conforme agli attuali stili di vita, conserva elementi di rintracciabilità facilmente percepibili da parte del visitatore esterno. L’idea – Forza del PI Alto – Molise pone il modello di S.L.O.T. come punto di riferimento nella strategia di sviluppo locale dell’area finalizzata ad incentivare le forme di turismo compatibili con gli aspetti vocazionali del territorio agendo sulla domanda in un’ottica integrata. Lo S.L.O.T., inoltre, è parte integrante del titolo dell’idea – forza a testimonianza della volontà del partenariato di individuare modelli differenziati di offerta turistica che abbiano nei caratteri di omogeneità del territorio di riferimento i fattori di univocità che, opportunamente strutturati, dovranno garantire la possibilità di attivare strategie di marketing del territorio basate sulla matrice ambientale e di azioni strettamente dipendenti da tale matrice. Molise P.I. “Civiltà dell’acqua” Il progetto integrato “Civiltà dell’acqua” propone la seguente idea-forza: “azioni volte ad individuare la cultura e i contenitori storicizzati presenti nell’area come nodi di diffusione della cultura in stretto rapporto con i sistemi produttivi”. Pertanto, il progetto: “pone particolare attenzione a tutte le filiere produttive presenti nel sistema d’area che offrono le maggiori possibilità di godere della visibilità offerta dalle infrastrutture culturali, anche per effetto della erogazione di servizi multimediali”. Il PI in oggetto intende, inoltre, riequilibrare le aree di insediamento produttivo e le aree marginali: “Il connubio tra i due aspetti è assicurato da un profilo di integrazione che vede nel turismo associato ai bisogni di un target peculiare la risposta in termini di effettiva funzionalità tra i due ambiti”. Infine, individua una “strategia d’intervento capace di integrare l’azione turistica rispetto alle esigenze di sviluppo dei comparti industriali con particolare riguardo a due aspetti di fondo: · l’incremento dell’offerta ricettiva a supporto dei bacini produttivi con un’offerta qualificata di strutture complementari per il turismo d’affari; · l’incremento di strutture ricreative volte a stimolare la traduzione del turismo d’affari in maggiore presenza”. Molise P.I. E-MOLISE - diffusione l'idea - forza del P.I. si basa sulla NEW-ECONOMY, quale modello di della new economy nel business capace di garantire una maggiore penetrazione commerciale e Molise interno una migliore organizzazione dei processi di produzione delle imprese P.I. Per uno sviluppo Riequilibrio fra aree costiere ed aree interne, attraverso l’attivazione di 4 equilibrato e armonioso direttrici di sviluppo: interessate nei vari comparti dell'economia. Molise - turismo; - filiera agro-alimentare; - ruralità; 231 segue (9) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica - attività produttive. Molise P.I. Ambiente, turismo e “Mettere a sistema le risorse ambientali, paesaggistiche, storiche e impresa. Un’integrazione culturali del territorio favorendo nel contempo lo sviluppo di processi possibile per lo sviluppo imprenditoriali in grado di creare “valore” da queste potenzialità in un diffuso contesto di costante attenzione al soddisfacimento dei nuovi fabbisogni PIT N.3 - Area Il Progetto Integrato Territoriale n.3 assume come idea forza il Metropolitana - s.p.l. Bari consolidamento del polo di reti e nodi di servizi presente nell'area della popolazione”. Puglia metropolitana sia rispetto alle infrastrutture di logistica e di trasporto, sia rispetto ai servizi innovativi di rete basati sull'offerta di prestazioni della Società della Conoscenza. In altri termini, l'idea forza del PIT n. 3 è quella di strutturare una rete integrata e suscettibile di espansione volta a costituire un'offerta di territorio come "sistema" in cui abbia premio la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture di base e della conoscenza come condizione permanente della qualità della vita dei cittadini e dello sviluppo del sistema produttivo e dove lo sviluppo sia orientato secondo logiche di rispetto e valorizzazione delle pari opportunità. Puglia PIT N. 7 - Sviluppo di un sistema integrato di servizi di logistica e distribuzione in grado di favorire la connessione tra l'asse nordsud interno alla regione e la comunicazione con le altre Sviluppo di un sistema integrato di servizi di logistica e distribuzione in grado di favorire la connessione tra l’asse Nord-Sud interno alla Regione e la comunicazione con le altre direttrici dei Corridoi internazionali n.8 e n.10. direttrici dei Corridoi internazionali n. 8 e n. 10 Puglia PIT n. 8 - Sviluppo ed L’idea forza del PIT 8 consiste nello “Sviluppo ed innovazione innovazione dell’economia dell’economia agricola e rurale attraverso l’integrazione e la agricola e rurale attraverso diversificazione produttiva” . Essa dunque identifica lo “spzio rurale ed l’integrazione e la agricolo”, vero motore dell’economia agriola de terrritorio, come “elemento di impresa”. diversificazione produttiva- Lo sviluppo del Distretto Agroalimentare di Qualità, risponderebbe ad Area Jonico-salentina. una esigenza che viene dal basso, dagli imprenditori agricoli, dai fruitori, da tutte le rappresentanze di categoria ed in generale ad tutto il tessuto produttivo. Puglia PIT n. 6- Sviluppo di un Sistema Logistico Distributivo legato alle più importanti direttrici internazionali che muove dagli investimenti in corso Sviluppo di un sistema integrato logistico-distributivo legato alle più importanti direttrici internazioni che muove dagli investimenti in corso di realizzazione nell’area. di realizzazione nell'area di Taranto 232 segue (10) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Puglia PIT. n. 10 - Monti Dauni Sviluppo ed innovazione dell’economia del Sub Appenino Dauno attraverso la messa in sicurezza del territorio, la tutela e la salvaguardia delle risorse ambientali e naturali, la valorizzazione e la promozione del binomio produzioni tipiche-turismo. Puglia PIT n. 2 - Nord Barese Favorire l'evoluzione del sistema manifatturiero da una fase di internazionalizzazione passiva ad una nuova fase di internazionalizzazione attiva, attraverso appropriati processi di innovazione prodotto/mercato. Puglia PIT n. 9 - Territorio L’idea forza del PIT n. 9 è sintetizzabiel nel “consolidamento ed Salentino -Leccese innovazione del sistema produttivo locale incentrato sulla presenza diffusa di imprese manifatturiere”. Ciò sarà possibile mettendo in rete le PMI del territorio, creando nuovi margini di competitività fondati sull’innovazione, sulla valorizzazione del capitale umano, sull’efficienza della Pubblica Amministrazione. Puglia PIT n.4 - Area della Murgia Potenziare i processi di sviluppo dell'Area promovendo e consolidando le dinamiche di sviluppo dei due sistemi locali presenti, nella direzione della integrazione della filiera agroalimentare e del completamento della filiera del mobile imbottito, non disgiunto dal rafforzamento in termini di innovazione ed utilizzo dei servizi reali che qualificano il prodotto, e degli altri settori produttivi presenti nell'area al fine di favorirne la permanenza sui mercati nazionali ed esteri in termini di competitività Puglia PIT n.5 - Valle D’Itria L'idea-forza si fondasul consolidamento del tessuto produttivo presente nell'area, che ha la sua forza nella diversificazione (settore tessile e abbigliamento, agro-alimentare, produzioni informatiche e servizi reali alle imprese) e che ha tra le sue priorità la necessità di: - trasferire la capacità competitiva verso fattori non di prezzo, sviluppando la commercializzazione diretta, il riallineamento delle imprese parzialmente o totalmente sommerse ed il potenziamento della capacità competitiva delle imprese presenti; - potenziare il settore attraverso la creazione di un sistema di offerta integrato, l'ampliamento delle capacità di innovazione tecnologica e la incentivazione del processo di internazionalizzazione del tessuto economico locale; - rafforzare l' identità di distretto, ancora oggi scarsamente avvertita, e di trasmetterla e renderla visibile ai mercati non solo di sbocco ma anche di approvvigionamento. Sardegna Progetto Integrato Territoriale CA4 Area vasta sud occidentale Sardegna Costruzione della città ambientale attraverso l’integrazione tra la ricerca ed i processi di sviluppo legati alle filiere e all’agricoltura Progetto integrato territoriale SS1 IL Capoluogo nella Città Rafforzare il sistema metropolitano di area vasta ambientale nel Golfo dell’Asinara 233 segue (11) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sardegna Progetto Integrato Territoriale CA4 Qualità della vita a cagliari: città Rendere Cagliari città della qualità ambientale ambientale e turistica senza le perifierie Sardegna Progetto Integrato Territoriale SS7 Porta d’Europa terra Sviluppo di un sistema turistico integrato dell’accoglienza Sardegna Progetto Integrato Territoriale OR3 Barigadu, Ghilarzese, Grighine, Incentivare le risorse presenti nel territorio Marmilla Sardegna Progetto Integrato Territoriale NU4 Sarcidano Barbagia di Seulo Sardegna Sviluppo integrato del sistema turistico e delle produzioni tipiche di filiera. Progetto Integrato Valorizzare, consolidare e sviluppare il ruolo della città per una logica di Territoriale “Oristano 2” espansione, modernizzazione e adeguamento dei servizi e delle infrastrutture Sardegna Sardegna Progetto Integrato Creazione di un circuito integrato di qualità che coinvolga insieme Territoriale CA4 “Area vasta specifici settori dell’agroalimentare con attività turistiche du fruizione del Cagliari Sud Est” patrimonio storico popolare. Progetto integrato territoriale SS4 Anglona Gallura “Dal turismo monoprodotto al turismo Sviluppare e riequilibrare il territorio passsando da un tipo di turismo tradizionale e monoprodotto ad un turismo innovativo di tipo integrato. innovativo integrato” Sicilia PIT 1-Tindari Nebrodi Avviare lo sviluppo di un sistema turistico-culturale partendo, da un lato dal potenziamento qualitativo e quantitativo dell’offerta turisticaculturale, dall’altro grazie alla vocazione agricola dell’area, dal rafforzamento delle filiere agro-alimentari relative alle produzioni agricole. Sicilia PIT 2 - Quattro Città e un L’idea forza consiste nel realizzare all’interno del sistema degli Iblei, parco per vivere gli Iblei individuato nel POR 2000/2006 come sistema ad alta naturalità da inserire nella rete ecologica siciliana, un parco suburbano nel quale sviluppare nuove attività economiche legate ad uno sviluppo sostenibile delle risorse presenti che rappresentano i punti di forza dell’ambito territoriale Sicilia PIT 3 - Il comprensorio di Passaggio da una industria prevalentemente petrolchimica/chimica, fino Gela ad oggi attore e dello sviluppo economico dell’area di Gela, ad uno sviluppo, multisettoriale, autopropulsivo e sostenibile del tessuto economico-sociale locale. sviluppo che deve condurre ad un nuovo e diverso equilibrio economico-sociale rispetto alla situazione fino ad oggi prevalente. 234 segue (12) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sicilia PIT 7 - Palermo capitale L’idea forza del PIT proposto parte dall’assunto che il territorio del dell'Euro-Mediterraneo Comune di Palermo, collocato in un’area a forte valenza strategica per lo sviluppo dell’economia del Mediterraneo, non è ad oggi attrezzato per sostenere concretamente questo ruolo mancando di un modello di sviluppo in grado di integrare tra loro tutti i punti di forza del territorio (la collocazione geografica che la pone al centro dell’euromediterraneo, il patrimonio culturale multifattoriale e multidisciplinare, la presenza di particolari fattori endogeni che rendono il territorio potenzialmente competitivo – quali la dorsale mondiale delle telecomunicazioni, le particolari condizioni ambientali e climatiche ed il fatto di essere il punto di snodo – anche per il trasporto aereo - per il turismo della sicilia occidentale, etc...) traendone un valore aggiunto di rottura all’attuale sistema socio-economico. lo sviluppo del modello di intervento delineato a partire dall’idea forza dovrà quindi riuscire a realizzare tutte le potenzialità offerte alla città di palermo dall’apertura dell’area di libero scambio, trasformandola da “corridoio” di connessione tra l’Europa ed il Mediterraneo a “centro strategico” dell’euromediterraneo e quindi affermandola quale luogo di attrazione di funzioni e servizi specializzati Sicilia PIT 8-Valle del Torto e dei L’idea forza del PIT consiste nel definire una forte immagine territoriale Feudi unitaria, così da facilitare il processo di identificazione dei prodotti e dei servizi offerti nell’area. l’intento è quello di costituire un distretto rurale di qualità coeso al suo interno e riconoscibile all’esterno, facendo di tale distretto lo strumento per perseguire uno sviluppo equilibrato e sostenibile sul territorio della valle del torto e dei feudi Sicilia PIT 9-Ecomuseo del Rafforzamento della capacità attrattiva dell’intero comprensorio, a Mediterraneo partire dai poli di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, attraverso la valorizzazione delle risorse storiche e culturali e il riconoscimento della cultura legata ai luoghi, ai mestieri, alle tradizioni. in tale prospettiva si intende quindi valorizzare l’insieme delle risorse locali mediante nuove forme organizzativa dell’offerta turistica secondo logiche di distretto, con potenziamento della vocazione internazionalistica del territorio e delle economie connesse turismo Sicilia PIT 10-Sinergie per Realizzare un sistema reticolare di servizi e di animazione economica, competere finalizzato allo sviluppo e consolidamento delle diverse realtà imprenditoriali e alla valorizzazione delle potenzialità insediative dell'area del PIT. In particolare gli interventi sono indirizzati ad alcuni comparti con buone potenzialità di crescita quali il tessile, gomma e plastica, agro-industria, filiera lattiero-casearia, definiti come distretti in embrione nei recenti studi del CENSIS. A tal fine si procederà al completamento, al potenziamento e alla riqualificazione delle aree produttive e alla creazione di un sistema di servizi alle imprese integrato e coordinato 235 segue (13) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra Realizzare un sistema turistico integrato, diffuso e multiprodotto nel archeologia e natura versante meridionale della provincia regionale di Enna. la creazione di tale sistema turistico poggia sull’idea e sulla volontà condivisa e partecipata di rafforzamento e valorizzazione dell’identità territoriale e di promozione e fruibilità delle risorse locali; un sistema di fruizione delle risorse territoriali, rappresentate dal patrimonio dei beni culturali ed ambientali e dalla ricchezza delle risorse gastronomiche e dell’identità locale, in grado di attrarre un flusso turistico stabile e di promuovere una complessiva valorizzazione integrata delle produzioni e delle risorse del territorio Sicilia PIT 12-Eolo, Scilla, Cariddi Eolo, Scilla e Cariddi, l’insularità e lo stretto portale del Mediterraneo. Messina da “CITTÀ DEGLI APPRODi” ad “AREA DEGLI SCAMBI” integrata con il distretto turistico delle Isole Eolie e con il sistema territoriale sovraregionale dello stretto Sicilia PIT 13-Dal turismo Creazione di un sistema turistico integrato, policentrico e multiprodotto tradizionale ad un sistema nel versante ionico della provincia regionale di Messina. lTale creazione turistico locale dovrà essere implementata attraverso il rafforzamento condiviso e partecipato dell’identità territoriale e la valorizzazione delle risorse locali già presenti sul territorio Sicilia PIT 14-Sistema turistico Innalzare la qualità dell’offerta turistica dell’area interessata, integrato della costa centro- migliorando i servizi esistenti e promuovendo la creazione di nuovi settentrionale prodotti turistici. Tale PIT intende creare le condizioni affinché il territorio sia in grado di presentarsi sul mercato internazionale come meta turistica non solo balneare, ma soprattutto ambientale Sicilia PIT 15-Demetra Sistema di alta qualità dell’offerta turistica e della produzione agricola ed agroalimentare della Sicilia centro meridionale, il modello, organico ed integrato, si sviluppa secondo quattro linee fondamentali: 1) la valorizzazione del patrimonio naturalistico, etnoantropologico, artistico ed architettonico; 2) la valorizzazione e l’incentivazione del ruolo svolto dalle produzioni agricole ed agroalimentari di qualità e biologiche e dalle piccole e medie imprese, artigianali e commerciali, collegate a questo settore; 3) la promozione di strutture, sistemi, spazi attrezzati, itinerari integrati e servizi aggiuntivi in una prospettiva di promozione turistica; 4) interventi trasversali incentrati su attività di formazione specializzata di medio ed alto livello nei settori della produzione agricola di qualità e nei settori dei beni culturali e del turismo 236 segue (14) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sicilia PIT 16-Le economie del Fare del territorio l’oggetto di un progetto di condivisione delle turismo Calatino Sud conoscenze, dei linguaggi e dei significati che produca identità, Simeto permettendo agli uomini in esso presenti di scoprire le ragioni e i vantaggi della loro vicinanza fisica ed elaborare la loro intelligenza collettiva per perseguire insieme uno sviluppo equo e duraturo. Ciò significa elaborare una progettualità nell'ambito della quale i soggetti locali e le istituzioni siano in grado di valorizzare l'ambiente nel suo complesso, di intervenire insieme, di creare punti di contatto fra settori diversi facendo in modo di mantenere in loco il massimo del valore aggiunto ed infine di entrare in contatto con altri territori e con il resto del mondo, ciò si deve necessariamente riflettere in un potenziamento della capacità attrattiva e della funzione ospitale dello stesso Sicilia PIT 17-Torri e castelli: Costruzione di un sistema turistico, creando un “PONTE” fra entroterra e turismo integrato a nord costa, superando le rigidità del passato e ogni possibilità di conflitto, e ovest di Palermo dare vita a un distretto turistico mari-monti. Il turista, al di là del posto dove risiede, potrà così individuare percorsi differenziati ed integrati, opportunamente sostenuti da una campagna di promozione e motivazione, e visitare sia le zone interne che costiere, distribuendo i benefici effetti della sua presenza su tutto il territorio. Il progetto realizzerà il passaggio del comprensorio da territorio turistico a sistema turistico. Sicilia PIT 19-Alto Belice Tra natura e prodotti tipici, un grande parco per il turismo e il tempo Corleonese libero, indica una possibilità suggestiva. l’idea forza del PIT riguarda la realizzazione di un sistema di offerta integrata - prodotti e sistema ospitale - per la fruizione compatibile del territorio, in un’ottica di integrazione amministrativa e di concertazione, favorendo le possibilità di crescita e di formazione di imprese di produzione legate alle tipicità locali e di servizi turistici.il Progetto Integrato Territoriale promuove la realizzazione di azioni ed interventi, secondo una logica di integrazione, per infrastrutture, funzioni e servizi destinati a segmenti specifici della domanda di fruizione del territorio. Il progetto interviene nel territorio per valorizzare e mettere a sistema risorse e beni disponibili, costituiti dal ricco patrimonio di aree di pregio naturalistico, dai siti archeologici e dalle emergenze monumentali, dall’articolato sistema delle produzioni locali. Il pit, pertanto, opera per valorizzare le risorse fisiche e umane del territorio Sicilia PIT 21-Polo turistico Tirreno L’ipotesi di PIT si incentra su un’idea forza che riguarda la creazione di centrale un polo turistico del Tirreno Centrale, rafforzando da un lato l’offerta di strutture e servizi turistici in termini quali -quantitativi e dall’altro valorizzando il patrimonio storico culturale - al fine di una fruizione integrata del territorio. L’obiettivo è quello di avviare lo sviluppo di un sistema turistico-culturale che veda l’integrazione delle zone dell’entroterra e le zone della fascia costiera al fine di potenziare l’attuale flusso turistico di tipo balneare e di sviluppare tipologie di turismo complementare (élite, rurale, culturale) 237 segue (15) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sicilia PIT 22-La via dell'argilla Il PIT disegna un insieme di interventi integrati e coordinati che, facendo leva sulla crescita quantitativa, qualitativa, tecnologica di un settore produttivo ad elevato grado di “VOCAZIONE” territoriale, avvii uno sviluppo autosostenuto dell’intera economia locale, tramite l’introduzione di elementi innovativi in grado di produrre effetti sull’intero comparto produttivo del territorio. Il fine ultimo e generale del PIT è quello di creare le condizioni per uno sviluppo economico e competitivo del territorio che assuma caratteristiche di compatibilità ambientale e riequilibrio territoriale. Il settore individuato è costituito dalle attività relative all’estrazione e lavorazione dell’argilla, alla produzione dei materiali per l’edilizia, dei materiali da costruzione e dei materiali compositi in generale Sicilia PIT 23-Magazzolo platani L’idea forza è rappresentata da un progetto di marketing territoriale sicani dell'agrigentino basato sulla comunicazione culturale e socio-economica delle peculiarità del “SISTEMA INTEGRATO AD ALTA NATURALITÀ DEI MONTI SICANI” e della Valle del Platani, area ad altissimo pregio ambientale Sicilia PIT 24-Etna Sviluppo equilibrato, tutela, e fruizione del territorio dell’etna e del suo parco sui diversi versanti: sul versante simeto, la fruizione turistico culturale e ambientale sinergica alla promozione anche dell’agricoltura tipica e biologica e dell’artigianato di qualità; sul versante nord, la fruizione turistica in raccordo con i due Parchi dei Nebrodi e dell’Etna e con il versante dell’Alcantara nonché con l’area costiera (e il suo porto turistico). Sicilia PIT 26-Aquae labodes Costruire una rete per puntare sulla crescita di alcuni settori economici ritenuti promettenti per dare un valore aggiunto al territorio. Si tratta, cioè, di realizzare un sistema integrato per la valorizzazione di AQUAE LABODES: terme, cultura e natura. Quindi un’ipotesi originale per lo sviluppo di un’economia territoriale fondata su un uso innovativo e sull’incremento delle risorse locali disponibili, come ad esempio la valorizzazione diella risorsa naturale delle terme. Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles L’idea forza del PIT è di “RICONQUISTARE CULTURALMENTE LE GENTI DI HYBLON E TUKLES”, per consentire loro di riappropriarsi dell’antica dignità derivante dalle radici storiche e culturali perché le stesse sentano il bisogno di “RIALLOCARSI NELL’ECO-VILLAGGIO IBLEO” e, stimolati dalle nuove condizioni di tipo sociale, culturale ed economico, innovino l’economia locale mediante una nuova forma di presidio e valorizzazione del territorio e attraverso il ripristino di funzioni ecologiche di interesse “ULTRA LOCALE”, che garantiscano uno sviluppo eco-compatibile dell’area. In particolare, l’attenzione si è concentrata principalmente sul sistema delle risorse ambientali e culturali dell’area, sulle eccellenze e le potenzialità che contraddistinguono i sistemi imprenditoriali e i relativi sbocchi occupazionali, sulle innovazioni istituzionali fondate sul protagonismo delle istituzioni locali, delle imprese e delle loro associazioni, della società civile. 238 segue (16) Elenco dei PI per Regione ed idea forza/strategica Sicilia PIT 29-Bio-valley L’idea forza ruota sull’ipotesi di “CREARE LE CONDIZIONI PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E DI QUALITÀ, ORIGINALITÀ ED INNOVATIVITÀ”. La capacità di innovatività è nella volontà comune e nell’approccio metodologico unitario: le amministrazioni locali ed il tessuto economico insieme per fare sistema e sviluppo perseguendo comuni obiettivi, puntando sulla forza d’impatto di un’idea unitaria, unificante e univoca di BIOVALLEY.si punta all’identificazione del marchio BIOVALLEY come sinonimo di prodotto biologico e di qualità, dal forte valore aggiunto, consapevoli e convinti che solo dalle sinergie tra i differenti sistemi si possa dare identità e qualità totali. Sicilia PIT 31-Sistema turistico L’idea forza del PIT Madonie consiste nella nascita e nel consolidamento integrato diffuso delle di un Sistema Territoriale Integrato, che fonda il proprio benessere madonie socio-economico sulla definizione di un’offerta turistica sostenibile e basata sulla valorizzazione dell’eccezionale patrimonio ambientale dell’area, che ha nel Parco Regionale delle Madonie il suo punto di eccellenza Sicilia PIT 32-Valle alcantara L’idea forza è incentrata sulla valorizzazione, riqualificazione e fruizione del territorio della valle Alcantara e mira a realizzare un modello di sviluppo sostenibile in combinazione congiunta e sinergica con altre azioni di programmazione negoziata presenti e già in vita nell’area Sicilia PIT 33-Nebrodi Rivalutazione patrimoniale del distretto turistico rurale integrato dell’area nebrodense. I macro progetti ordinatori sono tre e definiscono la filosofia generale e l'organizzazione di fondo degli interventi dal punto di vista fisico e gestionale: sistema di infrastrutture e servizi per la fruizione del parco; parco territoriale archeologico dell'Halaesa e riqualificazione del patrimonio rurale Sicilia PIT 34-Valle dei templi Il progetto integrato mira alla valorizzazione delle risorse culturali e dell’ambiente locale, principalmente per finalità di attrazione turistica ma, globalmente, per la determinazione di un modello di offerta fondato sulle risorse locali. La strategia si fonda sull’investimento per la costruzione dei sistemi di valorizzazione e qualificazione delle risorse che costituiscono il sistema ambiente locale e nel rafforzamento del sistema imprenditoriale che ne trae vantaggio, creando un’immagine positiva del sistema locale. Sicilia PIT 35-Catania citta' L'idea forza e' finalizzata a creare "una città metropolitana accogliente" metropolitana per la popolazione residente e per chiunque altro voglia fruirne ed inoltre strutturare "una città metropolitana della comunicazione e dello scambio", in considerazione della peculiare posizione geografica e della ricca tradizione culturale." 239 Interventi sulle risorse umane per PI Regione Titolo PI Progetto Integrato Basilicata Territoriale Montagna Materana Progetto Integrato Basilicata Territoriale Montagna Materana Titolo intervento Settore di intervento Formazione professionale ai giovani inoccupati disoccupati di breve periodo nei Politiche per il mercato del settori del turismo dell’agricoltura e lavoro dell’agroindustria Formazione professionale al lavoro di inoccupati e disoccupati di lungo periodo Politiche per il mercato del nei settori del turismo, dell’agricoltura e lavoro dell’agro-industria Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata Progetto Integrato Azioni formative e di tutoring per lo imprenditoriale, Territoriale Montagna sviluppo ed il consolidamento di imprese innovazione, informazione e Materana innovative tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Progetto Integrato Basilicata Territoriale Montagna Materana Operazione trasversale con operazioni Politiche per il mercato del collegate agli assi prioritari del POR lavoro Formazione professionale e accompagnamento al lavoro di giovani nella Basilicata Progetto Integrato fase di uscita dall’area scolastica e di Politiche per il mercato del Territoriale Bradanica disoccupati di breve periodo nei settori del lavoro turismo, dell’agricoltura e dell’agroindustria Formazione professionale e Basilicata Progetto Integrato Territoriale Bradanica accompagnamento al lavoro di uomini e donne fuori dal m.d.l. da più di 16 o 12 mesi - Settori turismo, agricoltura e agro - Politiche per il mercato del lavoro industria Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata Progetto Integrato Formazione continua a supporto della Territoriale Bradanica competitività delle imprese imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata Progetto Integrato Territoriale Bradanica Azioni formative e di tutoring per lo imprenditoriale, sviluppo ed il consolidamento di imprese innovazione, informazione e innovative tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 240 segue (1) Interventi sulle risorse umane per PI Azioni formative direttametne e Basilicata Progetto Integrato trasversalmente collegate all’attuazione Politiche per il mercato del Territoriale Bradanica degli assi e delle misure prioritari del POR – lavoro PIT Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata Progetto Integrato Sviluppo della flessibilità del MdL e della Territoriale Alto Basento competitività delle imprese private imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Basilicata Progetto Integrato Operazione trasversale con operazioni Politiche per il mercato del Territoriale Alto Basento collegate agli assi prioritari del POR lavoro Formazione professionale e Basilicata Progetto Integrato accompagnamento al lavoro di giovani Territoriale Vulture-Alto inoccupati e disoccupati di breve periodo Bradano nei settori del turismo, dell’agricoltura e Politiche per il mercato del lavoro dell’agroindustria Flessibilità delle forze di Progetto Integrato Basilicata Territoriale Vulture-Alto Bradano Formazione continua e fertilizzazione ambientale a supporto delle attività di innovazione e riqualificazione del sistema produttivo locale lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Progetto Integrato Basilicata Territoriale Vulture-Alto Bradano Attività sistemiche di formazione a Politiche per il mercato del sostegno degli assi prioritari del POR/PIT lavoro Formazione professionale e Basilicata PIT Lagonegrese – Pollino accompagnamento al lavoro di giovani inoccupati e disoccupati di breve periodo nei settori del turismo, dell’agricoltura e Politiche per il mercato del lavoro dell’agro-industria Formazione professionale e Basilicata PIT Lagonegrese – Pollino accompagnamento al lavoro di inoccupati e disoccupati di lungo periodo nei settori del turismo, dell’agricoltura e dell’agro- Politiche per il mercato del lavoro industria Flessibilità delle forze di Formazione continua e fertilizzazione Basilicata PIT Lagonegrese – ambientale a supporto delle attività di Pollino innovazione e riqualificazione del sistema produttivo locale lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 241 segue (2) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di Azioni formative e di tutoring per lo Basilicata PIT Lagonegrese - sviluppo ed il consolidamento di imprese Pollino innovative nei nuovi bacini di impiego collegati al PIT lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Basilicata PIT Lagonegrese - Attività sistemiche di formazione a Politiche per il mercato del Pollino sostegno degli assi prioritari del POR/PIT lavoro Formazione nel settore idrico per il sistema Politiche per il mercato del integrato delle Madonie lavoro PIT 31-Sistema turistico Sicilia integrato diffuso delle madonie Ente di formazione: corsi di formazione Sicilia PIT 1-Tindari Nebrodi rivolti a donne e finalizzati a formare Azioni positive per le donne operatrici di Bed & Breakfast e imprenditrici sul mercato del lavoro nel settore dell’artigianato artistico Sicilia Sicilia PIT 3 - Il comprensorio di Gela Centro di esperienza per la promozione e la gestione di attività di educazione ambientale Politiche per il mercato del lavoro PIT 3 - Il comprensorio Promozione della partecipazione femminile Azioni positive per le donne di Gela al mercato del lavoro sul mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Sostegno la lavoro regolare e all’emersione di Gela delle attività non regolari imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Sviluppo della competitività delle imprese di Gela con priorità alle PMI imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Promozione dell’istruzione e della di Gela formazione permanente PIT 3 - Il comprensorio Inserimento lavorativo e reinserimento di di Gela gruppi svantaggiati dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia Integrazione sociale Orientamento, informazione, inserimento e Sicilia PIT 3 - Il comprensorio reinserimento nel mercato del lavoro per la Politiche per il mercato del di Gela riduzione della disoccupazione di lunga lavoro durata 242 segue (3) Interventi sulle risorse umane per PI Campania Campania PIT “Grande attrattore Napoli” Laboratorio di formazione per il restauro PIT “Grande attrattore Creazione d'impresa per soggetti Napoli” svantaggiati Politiche per il mercato del lavoro Integrazione sociale Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Napoli” dell'istruzione e della Formazione restauratori formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Campania PIT “Grande attrattore Programma di formazione per lo sviluppo Politiche per il mercato del Napoli” del turismo culturale lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Napoli” Azione integrata di formazione e imprenditoriale, accompagnamento alla creazione d'impresa innovazione, informazione e nel settore della cultura e del tempo libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Napoli” dell'istruzione e della Animazione e sensibilizzazione formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Napoli” dell'istruzione e della Museolaboratorio "Città dei bambini" formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Campania PIT “Grande attrattore Napoli” Formazione per le arti applicate Politiche per il mercato del lavoro Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Formazione addetti gestione patrimonio Napoli” storico culturale dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Formazione addetti tecnologie e metodi Napoli” società informazione dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Formazione addetti sviluppo Napoli” documentazione integrata dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 243 segue (4) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Tutoraggio delle imprese nel settore della Napoli” cultura e del tempo libero imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 3 - Il comprensorio di Gela dell'istruzione e della Iniziative per la legalità e la sicurezza formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Interventi di formazione e sensibilizzazione di Gela nel settore idrico dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 3 - Il comprensorio Diffusione di competenze per la gestione e di Gela la salvaguardia del territorio dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 3 - Il comprensorio di Gela Promozione sociale Integrazione sociale Potenziamento Sicilia PIT 7 - Palermo capitale dell'Euro-Mediterraneo Laboratorio dell’immagine (Zisa): Azioni di dell'istruzione e della formazione per profili professionali ad alta formazione professionale qualificazione non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 7 - Palermo capitale dell'Euro-Mediterraneo dell'istruzione e della Iniziative per la legalità e la sicurezza formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 7 - Palermo capitale dell'Euro-Mediterraneo Primo inserimento lavorativo attraverso esperienze di lavoro guidate (work experiences) Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 7 - Palermo capitale dell'Euro-Mediterraneo Borse di studio finalizzate allo svolgimento imprenditoriale, di parti sperimentali di tesi di laurea presso innovazione, informazione e imprese tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 13-Dal turismo Orientamento, informazione, inserimento tradizionale ad un nel mercato del lavoro per la riduzione sistema turistico locale della disoccupazione di lunga durata. 244 Politiche per il mercato del lavoro segue (5) Interventi sulle risorse umane per PI Campania Pit “Pietralcina” S07 Assistente turistico (tre edizioni) Campania Pit “Pietralcina” S09 Marketing turistico e gestione eventi PIT 14-Sistema turistico Sicilia integrato della costa centro-settentrionale Sostegno ai soggetti a rischio di emarginazione sociale Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Integrazione sociale Potenziamento Campania Pit “Pietralcina” S12 Operatori di servizi turistici e commerciali dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 35-Catania citta' metropolitana Politiche per il mercato del diffusione lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 22-La via dell'argilla Formazione e Specializzazione per la ricerca scientifica e tecnologica imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Formazione IFTS di supporto per enti e Sicilia PIT 35-Catania citta' imprese della new economy (ex metropolitana Sperimentazione di metodologie per analisi bisogni formativi) Potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 35-Catania citta' metropolitana imprenditoriale, Diffusione informatica all'interno delle PPAA innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia Sicilia PIT 35-Catania citta' Iniziative a favore della legalità e della metropolitana sicurezza PIT 35-Catania citta' Iniziative a favore della legalità e della metropolitana sicurezza Integrazione sociale Integrazione sociale Orientamento, formazione, inserimento e Sicilia PIT 34-Valle dei templi reinserimento nel mercato del lavoro per la Politiche per il mercato del riduzione della disoccupazione di lunga lavoro durata – operatori di accoglienza turistica Potenziamento dell'istruzione e della Sicilia PIT 34-Valle dei templi Formazione per educatori ambientali formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 245 segue (6) Interventi sulle risorse umane per PI Formazione per disoccupati - Operatori Sicilia PIT 34-Valle dei templi turistici da inserire in strutture alberghiere ed extralberghiere Formazione per disoccupati - Operatori Sicilia PIT 34-Valle dei templi turistici da inserire in strutture alberghiere ed extralberghiere Diffusione 1delle competenze Sicilia PIT 34-Valle dei templi funzio464.nali allo sviluppo del settore turistico (Sportello unico) Programmi integrati di formazione e tutorship rivolti alle PMI del settore Sicilia PIT 34-Valle dei templi turistico, finalizzati allo sviluppo di competenze nell’ambito della gestione di processi produttivi innovativi ed orientati alla strategia della qualità Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Formazione professionale e Basilicata Progetto Integrato Territoriale Metapontino accompagnamento al lavoro di giovani inoccupati e disoccupati di breve periodo nei settori del turismo, dell’agricoltura e Politiche per il mercato del lavoro dell’agro-industria Potenziamento Sicilia PIT 22-La via dell'argilla Formazione professionale di giovani dell'istruzione e della diplomati nel campo della progettazione e formazione professionale realizzazione di prodotti ceramici non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 22-La via dell'argilla Formazione professionale di giovani dell'istruzione e della diplomati nel campo della progettazione e formazione professionale realizzazione di prodotti ceramici non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 22-La via dell'argilla Inserimento lavorativo e reinserimento dei Politiche per il mercato del gruppi svantaggiati lavoro Formazione professionale e Basilicata Progetto Integrato Territoriale Metapontino accompagnamento al lavoro di inoccupati e disoccupati di lungo periodo nei settori del turismo, dell’agricoltura e dell’agro- Politiche per il mercato del lavoro industria Campagna informativa di attività Sicilia PIT 15-Demetra educazione alla sicurezza ed ai programmi di educazione alla sicurezza 246 Politiche per il mercato del lavoro segue (7) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di Formazione continua e fertilizzazione Basilicata Progetto Integrato ambientale a supporto delle attività di Territoriale Metapontino innovazione e riqualificazione del sistema produttivo locale lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata Progetto Integrato Territoriale Metapontino Azioni formative di tutoring per lo sviluppo imprenditoriale, ed il consolidamento di imprese innovative innovazione, informazione e nei nuovi bacini d’impiego collegati al PIT tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Sicilia PIT 15-Demetra Formazione funzionari pubblici innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia Sicilia Basilicata PIT 15-Demetra PIT 15-Demetra Formazione per disabili per inserimento al Politiche per il mercato del lavoro lavoro Valorizzazione artigianato femminile Azioni positive per le donne siciliano sul mercato del lavoro Progetto Integrato Attività sistemiche di formazione a Politiche per il mercato del Territoriale Metapontino sostegno degli assi prioritari del POR/PIT lavoro Potenziamento dell'istruzione e della Sicilia PIT 15-Demetra Formazione per la legalità formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 247 Segue (8) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 33-Nebrodi Interventi di diffusione di competenze funzionali allo sviluppo nel settore pubblico imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 33-Nebrodi Sicilia PIT 33-Nebrodi Interventi di sostegno al lavoro regolare Interventi per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro L’emancipazione delle fasce deboli Sicilia PIT 32-Valle alcantara dell’Alcantara attraverso la formazione e Integrazione sociale l’orientamento Sicilia PIT 31-Sistema turistico Orientamento, informazione e integrato diffuso delle reinserimento nel mercato del lavoro per il madonie sistema turistico integrato PIT 31-Sistema turistico Sicilia integrato diffuso delle madonie Politiche per il mercato del lavoro Inserimento lavorativo e reinserimento dei Politiche per il mercato del gruppi svantaggiati lavoro Potenziamento Sicilia PIT 31-Sistema turistico Valorizzazione strategica del capitale dell'istruzione e della integrato diffuso delle umano e sociale della Madonie - formazione professionale madonie Formazione superiore e universitaria non collegata a un settore specifico (persone, aziende) PIT 31-Sistema turistico Sicilia integrato diffuso delle madonie Sostegno al lavoro regolare e all’emersione Azioni positive per le donne delle attività non regolari sul mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT 31-Sistema turistico Sicilia integrato diffuso delle madonie Formazione per la ricerca per il sistema turistico integrato imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 29-Bio-valley Sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 29-Bio-valley Promozione della partecipazione femminile Azioni positive per le donne al mercato del lavoro sul mercato del lavoro 248 segue (9) Interventi sulle risorse umane per PI Formazione di figure professionali esperte Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles sulle tematiche dell'internazionalizzazione, del project management, delle ITC e della valorizzazione delle risorse culturali Potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles Programmi innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles Sensibilizzazione, informazione e pubblicità dell'istruzione e della integrazioni tra sistemi, creazione e formazione professionale sviluppo reti/partenariati non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles Diffusione competenze per gestione e salvaguardia del territorio dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 26-Aquae labodes Sicilia PIT 24-Etna Sicilia PIT 24-Etna Promozione della partecipazione femminile Azioni positive per le donne al mercato del lavoro sul mercato del lavoro Orientamento e inserimento nel settore Politiche per il mercato del turistico lavoro Emancipazione fasce deboli Politiche per il mercato del lavoro Potenziamento dell'istruzione e della Sicilia PIT 24-Etna Prevenzione dispersione scolastica formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 24-Etna La formazione continua per l'idea forza dell'area Etnea imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 24-Etna Sicilia PIT 24-Etna Sicilia PIT 24-Etna Le pari opportunità e l’idea forza turistica Azioni positive per le donne dell’area Etnea sul mercato del lavoro La legalità per la fruizione turistica dell’area Etnea Patto per la legalità 249 Integrazione sociale Integrazione sociale segue (10) Interventi sulle risorse umane per PI Potenziamento Sicilia PIT 23-Magazzolo platani Formazione e informazione sulla gestione sicani dell'agrigentino sostenibile delle risorse idriche dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 23-Magazzolo platani sicani dell'agrigentino Formazione di esperti do comunicazione dell'istruzione e della multimediale nel settore della promozione formazione professionale del patrimonio culturale ed ambientale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia PIT 23-Magazzolo platani Formazione di professionalità nei settori Politiche per il mercato del sicani dell'agrigentino agroalimentare e lattiero caseario lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 23-Magazzolo platani sicani dell'agrigentino imprenditoriale, Formazione di agenti dello sviluppo locale innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 23-Magazzolo platani sicani dell'agrigentino imprenditoriale, Qualità ambientale e public management innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia Sicilia Sicilia PIT 23-Magazzolo platani Emersione dal lavoro nero e sostegno al Azioni positive per le donne sicani dell'agrigentino lavoro regolare sul mercato del lavoro PIT 23-Magazzolo platani sicani dell'agrigentino PIT 21-Polo turistico Tirreno centrale Centro per l’occupabilità femminile Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro Politiche per il mercato del Informazione lavoro Potenziamento Sicilia PIT 21-Polo turistico Promozione dell'istituzione della formazione Tirreno centrale permanente dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 21-Polo turistico Tirreno centrale imprenditoriale, Percorsi innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 250 Segue (11) Interventi sulle risorse umane per PI Diffusione di competenze funzionali allo sviluppo del settore pubblico in riferimento Sicilia PIT 21-Polo turistico alle opportunità di finanziamento di fonte Tirreno centrale comunitaria, nazionale e regionale, ed in relazione alle attività di supporto agli sportelli unici per le imprese Sicilia Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) PIT 19-Alto Belice Aiuti, alla creazione d’impresa e Politiche per il mercato del Corleonese all’autoimpiego dei soggetti svantaggiati lavoro Potenziamento Sicilia PIT 19-Alto Belice Corleonese dell'istruzione e della Formazione superiore ed universitaria formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 19-Alto Belice Corleonese imprenditoriale, Formazione per gli occupati innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 19-Alto Belice Adeguare le professionalità dei funzionari Corleonese degli enti locali imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 19-Alto Belice Informazione, orientamento e formazione Azioni positive per le donne Corleonese per l’imprenditorialità femminile sul mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 19-Alto Belice Corleonese imprenditoriale, Borse di studio e diffusione dell’innovazione innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 19-Alto Belice Corleonese dell'istruzione e della Patto per la legalità e la sicurezza formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Sicilia Sicilia PIT 8-Valle del Torto e dei Feudi Patto per la legalità e la sicurezza PIT 8-Valle del Torto e Aiuti, alla creazione d’impresa e dei Feudi all’autoimpiego dei soggetti svantaggiati 251 Integrazione sociale Integrazione sociale segue (12) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 8-Valle del Torto e dei Feudi imprenditoriale, Formazione per gli occupati innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia Sicilia PIT 8-Valle del Torto e Informazione, orientamento e formazione Azioni positive per le donne dei Feudi per l’imprenditorialità femminile sul mercato del lavoro PIT 9-Ecomuseo del Aiuti all'inserimento lavorativo, alla Mediterraneo ceazione di impresa, all'autoimpiego Integrazione sociale Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 9-Ecomuseo del Mediterraneo imprenditoriale, Riaqualificazione personale PMI innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 10-Sinergie per competere Formazione tecnica superiore per la dell'istruzione e della creazione di assistenti di prodotto e di formazione professionale processo nel settore dell’abbigliament non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 10-Sinergie per competere imprenditoriale, Formazione continua per le PMI innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sicilia PIT 10-Sinergie per Patti per la legalità - Azioni di formazione a competere favore della legalità dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 10-Sinergie per Incentivi alle PA per incrementare competere l’efficienza dello SUAP associato imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 252 segue (13) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 10-Sinergie per competere Interventi formativi rivolti ai dipendenti imprenditoriale, delle PA in materia di internazionalizzazione innovazione, informazione e delle PMI tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Servizi sociali a sostegno delle donne Sicilia PIT 10-Sinergie per lavoratrici e delle famiglie (voucher Azioni positive per le donne competere integrativi per la cura dei minori e degli sul mercato del lavoro anziani) Flessibilità delle forze di Azioni formative rivolte ad operatori Sicilia PIT 10-Sinergie per specializzati per la diffusione strumenti competere legislativi inerenti l’emersione lavoro sommerso lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia Sicilia PIT 10-Sinergie per competere Sostegno alla realizzazione di work experiences, stage, borse-lavoro per i disoccupati di lunga durata Politiche per il mercato del lavoro PIT 10-Sinergie per Sostegno alle PMI artigiane per Politiche per il mercato del competere l’assunzione di apprendisti ex L.R. 32/2000 lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Sicilia PIT 10-Sinergie per Informazione ed animazione economica per competere la disseminazione progetto integrato imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) PIT 16-Le economie del Sicilia turismo Calatino Sud Inserimento gruppi svantaggiati Integrazione sociale Simeto Potenziamento PIT 16-Le economie del Sicilia turismo Calatino Sud Simeto Formazione mirata e strumenti per la cooperazione dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) PIT 17-Torri e castelli: Sicilia turismo integrato a nord ovest di Palermo Processi di analisi territoriale, processi formativi, selezione di risorse umane per Politiche per il mercato del un centro polifunzionale di gestione e lavoro salvaguardia del territorio 253 segue (14) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di Azioni di sostegno progettuale e alle Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra competenze per la riorganizzazione delle archeologia e natura filiere produttive dei prodotti tipici locali (agricoltura e filiere collegate) lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di Azioni di sostegno progettuale e alle Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra competenze per la riorganizzazione delle archeologia e natura filiere produttive dei prodotti tipici locali (artigianato e affini) lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura Iniziative formative a supporto dell’occupazione nel settore turistico e turistico-rurale Politiche per il mercato del lavoro Iniziative formative e di accompagnamento Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra per l’occupabilità dei disoccupati di lunga Politiche per il mercato del archeologia e natura durata all’interno del settore turistico e lavoro turistico-rurale Sicilia Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura Iniziative locali per l’occupazione femminile per la promozione di iniziative nel settore della qualità della vita e servizi Flessibilità delle forze di competenze nella PPAA afferenti la lavoro, attività progettazione, gestione, promozione e imprenditoriale, informazione relativa alle politiche innovazione, informazione e comunitarie, ai programmi comunitari, con tecnologie delle particolare riferimento allo scambio di comunicazioni (persone, esperienze con PPAA e aree locali straniere aziende) formazione rivolto ai dipendenti della PPAA PIT 11-Enna: turismo tra per la gestione integrata delle risorse archeologia e natura naturali, reti di monitoraggio ambientale e sistema di informazione e animazione per lo sviluppo sostenibile Sicilia Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura PIT 11-Enna: turismo tra archeologia e natura sul mercato del lavoro Interventi formativi a supporto delle Progetto Green Networking, progetto di Sicilia Azioni positive per le donne Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Realizzazione di azioni formative e di Potenziamento accompagnamento allo start up rivolte alla dell'istruzione e della creazione di imprese giovanili finalizzate formazione professionale alla gestione, manutenzione e non collegata a un settore valorizzazione dei Beni culturali dell'area specifico (persone, aziende) Sostegno alle imprese artigiane e alle PMI impegnate nei settori dei prodotti tipici e locali per l’assunzione di apprendisti 254 Politiche per il mercato del lavoro segue (15) Interventi sulle risorse umane per PI Sostegno della cultura della legalità Sicilia PIT 11-Enna: turismo tra attraverso le associazioni che operano archeologia e natura contro il racket delle estorsioni, l’usura e la Integrazione sociale criminalità organizzata Formazione professionali di giovani Basilicata PIT Marmo Platano Melandro inoccupati e disoccupati di breve periodo nei settori della filiera turistica e delle attività connesse nel settore dei servizi alla Politiche per il mercato del lavoro comunità ed alle imprese Formazione professionali di disoccupati di Basilicata PIT Marmo Platano - lunga durata nei settori della filiera turistica Politiche per il mercato del Melandro e delle attività connesse nel settore dei lavoro servizi alla comunità ed alle imprese Interventi di formazione per l’acquisizione di know-how e l’aumento della Basilicata PIT Marmo Platano - competitività a favore delle aziende locali Melandro operanti nei settori della filiera turistica, dell’agricoltura e dei servizi alla persona, alla comunità e alle imprese Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata PIT Marmo Platano Melandro Interventi di formazione nei settori della imprenditoriale, filiera turistica e dei servizi alla persona, innovazione, informazione e alla comunità ed alle imprese tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Interventi formativi per la promozione e Basilicata PIT Marmo Platano - l’acquisizione di conoscenze e competenze Politiche per il mercato del Melandro funzionali allo sviluppo e per la costruzione lavoro di un modello di gestione del PIT Flessibilità delle forze di PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e sistema archeologico vesuviano” lavoro, attività Aggiornamento professionale per addetti imprenditoriale, delle imprese del comparto del turismo innovazione, informazione e culturale tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e sistema archeologico imprenditoriale, Animazione e sensibilizzazione innovazione, informazione e tecnologie delle vesuviano” comunicazioni (persone, aziende) 255 segue (16) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e Lapis laboratorio del progetto integrato di sistema archeologico sviluppo Pompei Ercolano vesuviano” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e sistema archeologico dell'istruzione e della Formazione restauratori non collegata a un settore vesuviano” PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e sistema archeologico vesuviano” specifico (persone, aziende) Potenziamento Azione integrata di formazione ed dell'istruzione e della accompagnamento alla creazione d'impresa formazione professionale nel settore della cultura e del tempo libero non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e Aggiornamento professionale per addetti sistema archeologico delle PPAA locali vesuviano” Campania sistema archeologico dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento PIT “Grande Attrattore Pompei - Ercolano e formazione professionale dell'istruzione e della Arte a scuola formazione professionale non collegata a un settore vesuviano” specifico (persone, aziende) PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e Formazione per operatori, manutentori ed Politiche per il mercato del sistema archeologico esperti nel settore dei beni archeologici lavoro vesuviano” Campania PIT “Grande Attrattore E- Village - Promotori del patrimonio Pompei - Ercolano e culturale Vesuviano mediante strumenti Politiche per il mercato del sistema archeologico multimediali di comunicazione e lavoro vesuviano” catalogazione Flessibilità delle forze di PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e sistema archeologico vesuviano” lavoro, attività Attività integrata a sostegno della imprenditoriale, creazione d'impresa sociale nel settore innovazione, informazione e della cultura e del tempo libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 256 segue (17) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e Sensibilizzazione e informazione sul sistema archeologico problema dell'emersione vesuviano” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) PIT “Grande Attrattore Campania Pompei - Ercolano e Programma di formazione per lo sviluppo Politiche per il mercato del sistema archeologico del turismo culturale lavoro vesuviano” Sicilia PIT 2 - Quattro Città e Incentivazioni per la creazione e la un parco per vivere gli competitività di piccole imprese, anche Iblei cooperative, nel settore della cultura PIT 2 - Quattro Città e Corsi di formazione per lingue straniere dell'istruzione e della un parco per vivere gli finalizzate prevalentemente formazione professionale Iblei all'internalizzazione e al turismo non collegata a un settore Politiche per il mercato del lavoro Potenziamento Sicilia specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT 2 - Quattro Città e Sicilia un parco per vivere gli imprenditoriale, Analisi dei fabbisogni formativi delle PMI Iblei innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PIT 2 - Quattro Città e Sicilia un parco per vivere gli Iblei Azioni di sostegno all'internazionalizzazione della pubblica amministrazione imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) PIT 2 - Quattro Città e Sicilia un parco per vivere gli Iblei PIT 2 - Quattro Città e Sicilia un parco per vivere gli Iblei Azioni di supporto alla formazione e al Azioni positive per le donne telelavoro sul mercato del lavoro Azioni di formazione e sensibilizzazione per la legalità e la sicurezza nei territori dei quattro comuni, compresi i soggetti del partenariato Potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 257 segue (18) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” imprenditoriale, Artescuola innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” Assistenza tecnica alle organizzazioni non imprenditoriale, profit nel settore della cultura e del tempo innovazione, informazione e libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Aggiormamento professionale per addetti Campi Flegri” delle PPAA locali dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” imprenditoriale, Formazione restauratori innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” imprenditoriale, Animazione e sensibilizzazione innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Lapis laboratorio del progetto integrato di Campi Flegri” sviluppo Campi Flegrei imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 258 Segue (19) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Formazione assistenza tecnica alle imprese Campi Flegri” nel settore della cultura e del tempo libero imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” Laboratorio di Formazione per il restauro Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” Attività integrata a sostegno della imprenditoriale, creazione d'impresa sociale nel settore innovazione, informazione e della cultura e del tempo libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Grande attrattore Programma di formazione per lo sviluppo Politiche per il mercato del Campi Flegri” del turismo culturale lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Sensibilizzazione e informazione sul Campi Flegri” problema dell'emersione imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Campi Flegri” Azione integrata di formazione ed imprenditoriale, accompagnamento alla creazione d'impresa innovazione, informazione e nel settore della cultura e del tempo libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Tutoraggio delle imprese nel settore della Campi Flegri” cultura e del tempo libero imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Aggiormamento professionale per addetti Campi Flegri” delle imprese del settore imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 259 segue (20) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Vesuvio” imprenditoriale, Sviluppo Sostenibile innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Valorizzazione delle risorse ambientali e Vesuvio” culturali II imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Corso di Formazione per operatori di Vesuvio” Sportelli Unici imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Valorizzazione delle risorse ambientali e Vesuvio” culturali I imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Vesuvio” Corso di formazione per l'implementazione imprenditoriale, di tecniche di valorizzazione e innovazione, informazione e commercializzazione dei prodotti tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Vesuvio” Formazione di nuove figure di "tecnico del imprenditoriale, nucleo di assistenza per la Strada dei vini e innovazione, informazione e dei Prodotti Tipici del Vesuvio" tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 260 segue (21) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Vesuvio” Riqualificazione degli operatori e degli imprenditoriale, addetti della Strada dei vini e dei Prodotti innovazione, informazione e Tipici del Vesuvio" tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Parco Nazionale del Esperti nella gestione ambientale e marchi Vesuvio” di qualità dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Parco Nazionale del Corso per creazione d'impresa ambiente - Vesuvio” cultura -tempo libero imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Parco Nazionale del Vesuvio” Imprenditoria femminile Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro Potenziamento Progetto Integrato Sardegna Territoriale CA4 Area dell'istruzione e della Formazione superiore vasta sud occidentale formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Antico Clanis” dell'istruzione e della Agenzia di sviluppo del territorio formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Antico Clanis” imprenditoriale, Promozione e ricerca innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Antico Clanis” Itinerari turistici culturali Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Clanis- Laboratorio del progetto integrato “Valle dell’Antico Clanis” di sviluppo antico Clanis imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 261 Segue (22) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Creazione d'impresa per il Turismo “Regio Tratturo (AV)” Culturale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Creazione d'impresa per il Turismo “Regio Tratturo (AV)” Culturale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT Itinerario culturale “Regio Tratturo (AV)” Agenti turistici europei Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Regio Tratturo (AV)” imprenditoriale, Agenti turistici europei innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Regio Tratturo (AV)” imprenditoriale, Esperto in didattica culturale territoriale innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Formazione dipendenti pubblici per i servizi “Regio Tratturo (AV)” di prima accoglienza. imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT Itinerario culturale Operatore dei beni culturali ed ambientali Politiche per il mercato del “Regio Tratturo (AV)” con specializzazione per disabili. lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Seminari in ambito della normativa “Regio Tratturo (AV)” turistica- culturale per Enti Pubblici. imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 262 segue (23) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Regio Tratturo (AV)” Qualificazione/ Riqualificazione degli edili in imprenditoriale, manutentori dei centri storici, unità di innovazione, informazione e paesaggio e aree archeologiche tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Imprese operanti siti culturali e “Antica Volceij” microricettività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” imprenditoriale, Laboratorio formazione restauro innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” imprenditoriale, Animazione e sensibilizzazione innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania Campania Campania Campania Campania PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” PIT Itinerario culturale “Antica Volceij” Promotore turismo culturale Guida turistica archeologica Guida naturalistica Addetto prima accoglienza Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro PIT Itinerario culturale Tecnico recupero e restauro manufatti Politiche per il mercato del “Antica Volceij” rilevanza storico- artistica lavoro Progetto Integrato Territoriale CA4 Qualità Sardegna della vita a cagliari: città ambientale e turistica Selezione, avvio e sostegno all’imprenditorialità senza le perifierie 263 Integrazione sociale segue (24) Interventi sulle risorse umane per PI Progetto Integrato Potenziamento Territoriale CA4 Qualità Sardegna della vita a cagliari: città dell'istruzione e della Centro polivalente territoriale non collegata a un settore senza le perifierie specifico (persone, aziende) Progetto Integrato Potenziamento Territoriale CA4 Qualità Sardegna formazione professionale ambientale e turistica della vita a cagliari: città dell'istruzione e della Formazione Manager ambientali formazione professionale ambientale e turistica non collegata a un settore senza le perifierie specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Creazione di Impresa per il turismo “Valle dell’Ofanto” culturale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale Creazione di Impresa per il turismo “Valle dell’Ofanto” culturale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” Agenti turistici europei Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” imprenditoriale, Agenti turistici europei innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” dell'istruzione e della Master in comunicazione dei beni culturali formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” dell'istruzione e della Esperto in didattica culturale territoriale formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 264 Segue (25) Interventi sulle risorse umane per PI Potenziamento Campania PIT Itinerario culturale Formazione dipendenti pubblici per i servizi “Valle dell’Ofanto” di prima accogleinza dell’istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Campania PIT Itinerario culturale Operatore dei beni culturali ed Ambientali Politiche per il mercato del “Valle dell’Ofanto” con specializzazione per disabili lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” imprenditoriale, Operatori e gestori di rete museale innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT Itinerario culturale “Valle dell’Ofanto” Qualificazione/riqualificazione degli edili in imprenditoriale, manutentori dei centri storici, unità di innovazione, informazione e paesaggio e aree archeologiche tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Città di Caserta” Campania PIT “Città di Caserta” Campania PIT “Città di Caserta” Campania PIT “Città di Caserta” Tecnico dell’organizzazione e gestione dell’impresa sociale Corso post diploma per operatori socioassistenziali Corso di aggiornamento per operatori socioassistenziali Integrazione sociale Integrazione sociale Integrazione sociale Attività di accompagnamento e consulenza Azioni positive per le donne e sostegno alle imprese femminili. sul mercato del lavoro Potenziamento Campania PIT “Città di Caserta” Corso di formazione per esperti della dell’istruzione e della Valutazione di progetti di Investimento formazione professionale Complessi non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Paestum-Velia” dell’istruzione e della Animazione e sensibilizzazione formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di Progetto di formazione specialistica per Campania PIT “Grande attrattore operatori dei beni culturali per facilitare Paestum-Velia” l’accesso alle risorse comunitarie (progettazione comunitaria) lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 265 segue (26) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Paestum-Velia” Formazione di operatori tecnici esperti nella imprenditoriale, valorizzazione e gestione economica innovazione, informazione e integrata dei beni culturali tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di Campania PIT “Grande attrattore Paestum-Velia” Qualificazione/riqualificazione del personale lavoro, attività delle imprese operanti nella microfiliera imprenditoriale, della valorizzazione e gestione dei siti innovazione, informazione e culturali e nei settori della microricettività e tecnologie delle della pararicettività comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Paestum-Velia” imprenditoriale, Formazione per il restauro innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di Formazione di operatori esperti nella Campania PIT “Grande attrattore gestione dei servizi al turismo sociale e Paestum-Velia” sostenibile sul territorio del Grande Attrattore Velia lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore LAPIS - Laboratorio delProgetto Integrato Paestum-Velia” di Sviluppo PAESTUMVELIA imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di Azione integrata di Formazione e Campania PIT “Grande attrattore accompagnamento alla progettazione per la Paestum-Velia” creazione d'impresa nel settore della cultura e del tempo libero lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Progetto Integrato Sardegna Territoriale SS7 Porta d’Europa terra dell'istruzione e della Formazione formazione professionale non collegata a un settore dell’accoglienza specifico (persone, aziende) 266 segue (27) Interventi sulle risorse umane per PI Campania PIT “Città di Napoli” Implementazione sistemi di qualità Campania PIT “Città di Napoli” Tempo dell'autonomia e vita sostenibile Integrazione sociale Integrazione sociale Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Napoli” Emersione innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Città di Napoli” franchising per artigiani, commercianti, imprenditori imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Città di Napoli” sistemi di qualità e internazionalizzazione dei prodotti per artigiani, commercianti, imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Città di Napoli” qualificazione di figure inerenti il mondo Politiche per il mercato del dello spettacolo lavoro Potenziamento Progetto Integrato Sardegna Territoriale SS7 Porta d’Europa terra dell'istruzione e della Formazione formazione professionale non collegata a un settore dell’accoglienza specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Napoli” microfranchising innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Città di Napoli” Azioni positive per le donne B&B sul mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Napoli” turismo integrato innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 267 Segue (28) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Napoli” artigianato artistico innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Città di Napoli” Politiche per il mercato del pizzaioli lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Città di Napoli” sistemi di qualità e internazionalizzazione imprenditoriale, dei prodotti per artigiani, commercianti, innovazione, informazione e imprenditori tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Città di Napoli” artigianato artistico per fasce deboli Integrazione sociale Campania PIT “Città di Napoli” burn out Integrazione sociale Campania PIT “Città di Napoli” CASBA Integrazione sociale Campania PIT “Città di Napoli” pony della solidarietà Integrazione sociale Campania PIT “Città di Napoli” pony della solidarietà Integrazione sociale PIT “ Salerno Città Interventi formativi degli operatori del dell’eccellenza” Palasalerno e Salerno Multixpo Campania Integrazione sociale Potenziamento Campania PIT “ Salerno Città dell’eccellenza” dell'istruzione e della Osservatorio mediterraneo della pesca formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “ Salerno Città Scuola di alta formazione per l'area dell’eccellenza” mediterranea dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “ Salerno Città Master Scuola di specializzazione medicina dell’eccellenza” (Progetto Interreg azione cofinanaziata) dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “ Salerno Città dell’eccellenza” dell'istruzione e della Giardini della Minerva formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Campania PIT “Città di Avellino” Esperti addetti alla gestione di Centri polivalenti 268 Integrazione sociale segue (29) Interventi sulle risorse umane per PI Riqualificazione, consolidamento e sostegno Campania PIT “Città di Avellino” allo sviluppo di imprese commerciali e Integrazione sociale artigiane esistenti Campania PIT “Città di Avellino” Giardiniere specializzato Campania PIT “Città di Avellino” Food and Beverage Manager Integrazione sociale ANIMATRICI PER L'INFANZIA E LA TERZA Azioni positive per le donne Campania PIT “Città di Avellino” ETA'. Integrazione sociale sul mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Avellino” Addetto/a al Front-office innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Avellino” Archivista bibliotecario innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Città di Avellino” Operaio specializzato interventi sul patrimonio imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Avellino” Tecnico audio-video innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività imprenditoriale, Campania PIT “Città di Avellino” Responsabile tecnico innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 269 segue (30) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Certosa di Padula” Agenzia per lo sviluppo - imprenditoriale, Formazione.Sviluppo sostenibile della filiera innovazione, informazione e turistico-culturale tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Aggiornamento professionale per addetti Certosa di Padula” delle imprese del settore dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Aggiornamento professionale per addetti Certosa di Padula” delle imprese del settore dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Agenzia per lo sviluppo - Formazione: Certosa di Padula” Valorizzazione delle risorse culturali imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania PIT “Grande attrattore Programma di formazione per lo sviluppo Politiche per il mercato del Certosa di Padula” del turismo culturale lavoro Potenziamento Progetto Integrato Sardegna Territoriale OR3 Programma intervento dispersione Barigadu, Ghilarzese, scolastica dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore Grighine, Marmilla specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Progetto Integrato Sardegna Territoriale OR3 Barigadu, Ghilarzese, imprenditoriale, Agenzia di sviluppo locale innovazione, informazione e tecnologie delle Grighine, Marmilla comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Campania PIT “Grande attrattore Reggia di Caserta” dell'istruzione e della Artescuola formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 270 segue (31) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Centri di servizi per lo sviluppo del turismo Reggia di Caserta” culturale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Reggia di Caserta” imprenditoriale, Formazione per Portale di Caserta innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Attività integrata a sostegno della Reggia di Caserta” creazione di imprese sociali imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Campania Campania PIT “Grande attrattore Programma di formazione per lo sviluppo Politiche per il mercato del Reggia di Caserta” turismo culturale lavoro PIT “Grande attrattore Reggia di Caserta” Laboratorio di formazione per restauro Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Formazione per operatore verde storico az. Reggia di Caserta” A imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Reggia di Caserta” Formazione ed assistenza tecnica alle imprenditoriale, imprese nel settore della cultura e del innovazione, informazione e tempo libero tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Campania PIT “Grande attrattore Attività di tutoraggio alle imprese nel Reggia di Caserta” settore della cultura e del tempo libero imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 271 segue (32) Interventi sulle risorse umane per PI Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania PIT “Benevento: il futuro Politiche per il mercato del nella storia” Valorizzazione risorse artistiche lavoro PIT “Benevento: il futuro COORDINATORE DI PROMOZIONE Politiche per il mercato del nella storia” TURISTICA lavoro PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” ESPERTO NEL TURISMOCULTURALE OPERATORE TECNICO DI CANTIERE NELLA REALIZZAZIONE E LA GESTIONE DI AREE VERDI ESPERTO NELLA CONSERVAZIONE E RESTAURO DI GIARDINI E PARCHI STORICI Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro PIT “Benevento: il futuro ORIENTATORI TURISTICI O PSICOLOGI Politiche per il mercato del nella storia” DEL TURISMO lavoro PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” OPERATORE IMPRESA TURISTICA ESPERTO IN CONTROLLO E MISURE DI PREVENZIONE SULLO STATO DI QUALITA' DELL'ARIA NEL TERRITORIO COMUNALE DONNE: IMPRENDITRICI ED ARTIGIANE RESPONSABILE DI VENDITA PIT “Benevento: il futuro FORMAZIONE PER LO SVILUPPO nella storia” IMPRENDITORIALE LOCALE PIT “Benevento: il futuro ADDETTO ALLA MANUTENZIONE DEL nella storia” VERDE URBANO PUBBLICO E PRIVATO Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro Azioni positive per le donne sul mercato del lavoro Integrazione sociale Integrazione sociale PROGETTISTA ED ESPERTO NELLA Campania PIT “Benevento: il futuro CONSERVAZIONE E RESTAURO DEL nella storia” PATRIMONIO ARCHITETTONICO E Integrazione sociale STORICO - ARTISTICO Campania Campania Campania Campania Campania PIT “Benevento: il futuro nella storia” PIT “Benevento: il futuro nella storia” ESPERTO NELLA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI MANUFATTI D'ARTE PROGETTISTA ED ESPERTO NEL RECUPERO E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ESPERTO IN GESTIONE AMBIENTALE E nella storia” SVILUPPO SOSTENIBILE nella storia” Integrazione sociale EDILIZIO PIT “Benevento: il futuro PIT “Benevento: il futuro Integrazione sociale CONTEMPORANEA Integrazione sociale ESPERTO DI TECNICHE E POLITICHE DI GESTIONE DEI SISTEMI DI MOBILITÀ Integrazione sociale SOSTENIBILE IN AMBITO URBANO PIT “Benevento: il futuro ESPERTO NELLA PROMOZIONE E nella storia” VALORIZZAZIONE TURISTICA 272 Integrazione sociale segue (33) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività Progetto Integrato Molise “Minoranze linguistiche storiche arbërësh e imprenditoriale, Intervento formativo innovazione, informazione e tecnologie delle croata” comunicazioni (persone, aziende) Potenziamento Sardegna Progetto Integrato Territoriale “Oristano 2” dell'istruzione e della Interventi dispersione scolastica formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento Progetto Integrato Sardegna Territoriale CA2 "Sulcis dell'istruzione e della Valorizzazione risorse artistiche Iglesiente" formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) 273 segue (34) Interventi sulle risorse umane per PI Potenziamento dell'istruzione e della Calabria Rete ecologica Regionale Misura 3.14 formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) FORMAZIONE PROFESSIONALE E ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO DI Basilicata PIT Val D’Agri GIOVANI INOCCUPATI E DISOCCUPATI DI Politiche per il mercato del BREVE PERIODO NEI SETTORI DEL lavoro TURISMO, DELL’AGRICOLTURA E DELL’INDUSTRIA FORMAZIONE PROFESSIONALE E ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO DI Basilicata PIT Val D’Agri INOCCUPATI E DISOCCUPATI DI LUNGO PERIODO NEI SETTORI DEL TURISMO, Politiche per il mercato del lavoro DELL’AGRICOLTURA E DELL’INDUSTRIA Flessibilità delle forze di Basilicata PIT Val D’Agri FORMAZIONE CONTINUA E lavoro, attività FERTILIZZAZIONE AMBIENTALE A imprenditoriale, SUPPORTO DELLE ATTIVITA’ DI innovazione, informazione e INNOVAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEL tecnologie delle SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Basilicata PIT Val D’Agri AZIONI FORMATIVE PER LO SVILUPPO ED imprenditoriale, IL CONSOLIDAMENTO innovazione, informazione e DELL’IMPRENDITORIALITA’ LOCALE tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) ATTIVITA’ SISTEMICHE DI FORMAZIONE A Basilicata PIT Val D’Agri SOSTEGNO DEGLI ASSI PRIORITATI DEL POR/PIT Politiche per il mercato del lavoro Potenziamento Sicilia PIT 17-Torri e castelli: Formazione per la gestione dei modelli di dell'istruzione e della turismo integrato a nord politica ambientale e certificazione di formazione professionale ovest di Palermo qualità non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PROGETTO INTEGRATO Campania “Itinerario culturale “Città di Capua”” Formazione agli operatori del sistema ricettivo dell’Antica Capua imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 274 segue (35) Interventi sulle risorse umane per PI Flessibilità delle forze di lavoro, attività PROGETTO INTEGRATO Campania “Itinerario culturale “Città di Capua”” Centri di servizio per lo sviluppo del turismo imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PROGETTO INTEGRATO Campania “Itinerario culturale “Città di Capua”” Attività integrata a sostegno della creazione di impresa sociale imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PROGETTO INTEGRATO Campania “Itinerario culturale imprenditoriale, Corso di formazione in BB CC “Città di Capua”” innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività PROGETTO INTEGRATO Campania “Itinerario culturale imprenditoriale, Master in alti studi storici “Città di Capua”” innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Sicilia PIT 28-Hyblon-tukles Agenzia locale polifunzionale Formazione per disoccupati - Operatori Sicilia PIT 34-Valle dei templi turistici da inserire in strutture alberghiere ed extralberghiere Politiche per il mercato del lavoro Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Molise Progetto integrato “Medio Trigno” imprenditoriale, Interventi formativi innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di PROGRAMMA PER LO SVILUPPO Calabria Area PIT 8 Serre ORGANIZZATIVO E TECNOLOGICO DELLE Cosentine AMMINISTRAZIONI LOCALI DELLE SERRE COSENTINE. lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 275 segue (36) Interventi sulle risorse umane per PI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE DI LABORATORI FORMATIVI (LAUREANDI, Calabria Area PIT 8 Serre DOTTORANDI) PER L'IMPRENDITORIALITÀ Cosentine E IL LAVORO AUTONOMO ATTRAVERSO LA CREAZIONE E IL FUNZIONAMENTO DI "JUNIOR ENTERPRISE" Potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine PERCORSO INTEGRATO DI imprenditoriale, ACCOMPAGNAMENTO AGLI SPIN OFF DI innovazione, informazione e RICERCA. tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine PERCORSO INTEGRATO DI imprenditoriale, ACCOMPAGNAMENTO ALLA CREAZIONE DI innovazione, informazione e MICRO IMPRESE PER GIOVANI LAUREATI tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine AZIONI DI FORMAZIONE A SOSTEGNO DEI imprenditoriale, PROGRAMMI DI INVESTIMENTI DELLE innovazione, informazione e IMPRESE INNOVATIVE E SPIN OFF tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) STAGE INTERNAZIONALI PER LA Calabria Area PIT 8 Serre FORMAZIONE E LO SCAMBIO DI Cosentine ESPERIENZE (RICERCATORI, IMPRENDITORI, QUADRI TECNICI) Potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine FORMAZIONE PER IL PERSONALE TECNICO imprenditoriale, DEI CENTRI PER L'EROGAZIONE DI innovazione, informazione e SERVIZI TECNOLOGICI tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di PROGRAMMA DI FORMAZIONE Calabria Area PIT 8 Serre 'ACCOGLIENZA E QUALITÀ DEI SERVIZI Cosentine DEL SISTEMA LOCALE DI OFFERTA TURISTICA DELLE SERRE COSENTINE' lavoro, attività imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) 276 segue (37) Interventi sulle risorse umane per PI Potenziamento Calabria Area PIT 8 Serre SCUOLE BREVI E LABORATORI TEMATICI Cosentine DI FORMAZIONE SUPERIORE dell’istruzione e della formazione professionale non collegata a un settore specifico (persone, aziende) PROGRAMMA DI FORMAZIONE Calabria Area PIT 8 Serre ‘LABORATORI DELL’ARTIGIANATO Politiche per il mercato del Cosentine ARTISTICO E TRADIZIONALE DELLE SERRE lavoro COSENTINE’ Flessibilità delle forze di lavoro, attività Calabria Area PIT 8 Serre Cosentine PROGRAMMA INTEGRATO PER LO imprenditoriale, SVILUPPO DELL’ECONOMIA SOCIALE innovazione, informazione e NELL’AREA DELLE SERRE COSENTINE tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Molise Molise P.I. “Sistema locale Inserimento e reinserimento nel mercato offerta turistica alto del lavoro di giovani ed adulti nella logica Molise” dell’approccio preventivo P.I. “Civiltà dell’acqua” P.I. “Civiltà dell’acqua” Politiche per il mercato del del lavoro di giovani ed adulti nella logica lavoro uomini e donne fuori del mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi Molise P.I. “Civiltà dell’acqua” lavoro Inserimento e reinserimento nel mercato Inserimento e reinserimento nel MDL di Molise Politiche per il mercato del Inserimento lavorativo e reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale Politiche per il mercato del lavoro Integrazione sociale Flessibilità delle forze di lavoro, attività Molise P.I. “Civiltà dell’acqua” “Sviluppo della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Molise P.I. “Civiltà dell’acqua” “Sviluppo dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Molise Formazione integrata delle azioni del POR – Politiche per il mercato del Rafforzamento degli interventi lavoro diffusione della new Inserimento e reinserimento nel mercato Politiche per il mercato del economy nel Molise del lavoro di giovani ed adulti nella logica lavoro P.I. “Civiltà dell’acqua” P.I. E-MOLISE – Molise interno 277 segue (38) Interventi sulle risorse umane per PI P.I. E-MOLISE Molise diffusione della new economy nel Molise interno Inserimento e reinserimento nel MDL di uomini e donne fuori del mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi Politiche per il mercato del lavoro P.I. E-MOLISE Molise diffusione della new Inserimento lavorativo e reinserimento di economy nel Molise soggetti a rischio di esclusione sociale Integrazione sociale interno Flessibilità delle forze di lavoro, attività P.I. E-MOLISE Molise diffusione della new Sviluppo della competitività delle imprese economy nel Molise pubbliche e private con priorità alle PMI" interno imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) P.I. E-MOLISE Molise diffusione della new Formazione integrata delle azioni del POR - Politiche per il mercato del economy nel Molise Rafforzamento degli interventi lavoro P.I. Per uno sviluppo Inserimento e reinserimento nel mercato Politiche per il mercato del equilibrato e armonioso del lavoro di giovani ed adulti nella logica lavoro interno Molise Molise P.I. Per uno sviluppo equilibrato e armonioso Inserimento e reinserimento nel MDL di uomini e donne fuori del mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi Politiche per il mercato del lavoro Flessibilità delle forze di lavoro, attività Molise P.I. Per uno sviluppo “Sviluppo della competitività delle imprese equilibrato e armonioso pubbliche e private con priorità alle PMI” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività Molise P.I. Per uno sviluppo “Sviluppo dell’imprenditorialità con priorità equilibrato e armonioso ai nuovi bacini di impiego” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione Inserimento e reinserimento nel mercato Politiche per il mercato del possibile per lo sviluppo del lavoro di giovani ed adulti nella logica lavoro diffuso P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione possibile per lo sviluppo diffuso Inserimento e reinserimento nel MDL di uomini e donne fuori del mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi 278 Politiche per il mercato del lavoro segue (39) Interventi sulle risorse umane per PI P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione Inserimento lavorativo e reinserimento di possibile per lo sviluppo soggetti a rischio di esclusione sociale Integrazione sociale diffuso Flessibilità delle forze di lavoro, attività P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione “Sviluppo della competitività delle imprese possibile per lo sviluppo pubbliche e private con priorità alle PMI” diffuso imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione “Sviluppo dell’imprenditorialità con priorità possibile per lo sviluppo ai nuovi bacini di impiego” diffuso imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) P.I. Ambiente, turismo e Molise impresa. Un’integrazione Formazione integrata delle azioni del POR – Politiche per il mercato del possibile per lo sviluppo Rafforzamento degli interventi lavoro diffuso Molise P.I. “Sistema locale Inserimento e reinserimento nel MDL di offerta turistica alto uomini e donne fuori del mercato del lavoro Molise” da più di sei o dodici mesi P.I. “Sistema locale Molise offerta turistica alto Molise” Inserimento lavorativo e reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale Politiche per il mercato del lavoro Integrazione sociale Flessibilità delle forze di lavoro, attività P.I. “Sistema locale Molise offerta turistica alto Molise” “Sviluppo della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) Flessibilità delle forze di lavoro, attività P.I. “Sistema locale Molise offerta turistica alto Molise” “Sviluppo dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego” imprenditoriale, innovazione, informazione e tecnologie delle comunicazioni (persone, aziende) P.I. “Sistema locale Molise offerta turistica alto Molise” Formazione integrata delle azioni del POR – Politiche per il mercato del Rafforzamento degli interventi lavoro 279 Comuni di localizzazione del PI n° di PI per Regione Comuni Basilicata Abriola 1 Accettura 1 Acerenza 1 Comune Albano di Lucania 1 Aliano 1 Anzi 1 Armento 1 Atella 1 Avigliano 1 Balvano 1 Banzi 1 Baragiano 1 Barile 1 Bella 1 Bernalda 1 Brienza 1 Brindisi Montagna 1 Calciano 1 Calvello 1 Calvera 1 Campomaggiore 1 Cancellara 1 Carbone 1 Castelgrande 1 Castelluccio Inferiore 1 Castelluccio Superiore 1 Castelmezzano 1 Castelsaraceno 1 Castronuovo di Sant'Andrea 1 Cersosimo 1 Chiaromonte 1 Cirigliano 1 Colobraro 1 Corleto Perticara 1 Craco 1 Episcopia 1 Fardella 1 Ferrandina 1 Filiano 1 Forenza 1 Francavilla in Sinni 1 Gallicchio 1 Garaguso 1 Genzano di Lucania 1 Ginestra 1 Gorgoglione 1 Grassano 1 280 N° Comuni segue (1) Comuni di localizzazione del PI Grottole 1 Grumento Nova 1 Guardia Perticara 1 Irsina 1 Lagonegro 1 Latronico 1 Laurenzana 1 Lauria 1 Lavello 1 Maratea 1 Marsico Nuovo 1 Marsicovetere 1 Maschito 1 Matera 1 Melfi 1 Miglionico 1 Missanello 1 Moliterno 1 Montalbano Jonico 1 Montemilone 1 Montemurro 1 Montescaglioso 1 Muro Lucano 1 Nemoli 1 Noepoli 1 Nova Siri 1 Oliveto Lucano 1 Oppido Lucano 1 Palazzo San Gervasio 1 Paterno 1 Pescopagano 1 Picerno 1 Pietragalla 1 Pietrapertosa 1 Pignola 1 Pisticci 1 Policoro 1 Pomarico 1 Potenza 1 Rapolla 1 Rapone 1 Rionero in Vulture 1 Ripacandida 1 Rivello 1 Roccanova 1 Rotonda 1 Rotondella 1 Ruoti 1 Ruvo del Monte 1 Salandra 1 San Chirico Nuovo 1 281 segue (2) Comuni di localizzazione del PI San Chirico Raparo 1 San Costantino Albanese 1 San Fele 1 San Giorgio Lucano 1 San Martino d'Agri 1 San Mauro Forte 1 San Paolo Albanese 1 San Severino Lucano 1 Sant'Angelo Le Fratte 1 Sant'Arcangelo 1 Sarconi 1 Sasso di Castalda 1 Satriano di Lucania 1 Savoia di Lucania 1 Scanzano Jonico 1 Senise 1 Spinoso 1 Stigliano 1 Teana 1 Terranova di Pollino 1 Tito 1 Tolve 1 Tramutola 1 Trecchina 1 Tricarico 1 Trivigno 1 Tursi 1 Vaglio Basilicata 1 Valsinni 1 Venosa 1 Vietri di Potenza 1 Viggianello 1 Viggiano 1 Acquaformosa 1 Basilicata Totale Calabria 131 Aiello Calabro 1 Aieta 1 Albi 1 Albidona 1 Alessandria del Carretto 1 Amantea 1 Amaroni 1 Amato 1 Amendolara 1 Andali 1 Argusto 1 Badolato 1 Bagnara Calabra 1 Belcastro 1 Belmonte Calabro 1 Borgia 1 282 segue (3) Comuni di localizzazione del PI Botricello 1 Buonvicino 1 Caccuri 1 Calanna 1 Campo Calabro 1 Canna 1 Caraffa di Catanzaro 1 Cardeto 1 Cardinale 1 Carlopoli 1 Cassano allo Ionio 1 Castelsilano 1 Castiglione Cosentino 1 Castrolibero 1 Castroregio 1 Castrovillari 1 Catanzaro 1 Cenadi 1 Centrache 1 Cerchiara di Calabria 1 Cerenzia 1 Cerisano 1 Cerva 1 Chiaravalle Centrale 1 Cicala 1 Civita 1 Cleto 1 Conflenti 1 Corigliano Calabro 1 Cortale 1 Cosenza 1 Cotronei 1 Cropani 1 Crotone 1 Curinga 1 Cutro 1 Davoli 1 Decollatura 1 Diamante 1 Dipignano 1 Domanico 1 Falconara Albanese 1 Falerna 1 Feroleto Antico 1 Firmo 1 Fiumara 1 Fiumefreddo Bruzio 1 Fossato Serralta 1 Francavilla Marittima 1 Frascineto 1 Gagliato 1 283 segue (4) Comuni di localizzazione del PI Gasperina 1 Gimigliano 1 Girifalco 1 Gizzeria 1 Grisolia 1 Guardavalle 1 Isca sullo Ionio 1 Isola di Capo Rizzuto 1 Jacurso 1 Laganadi 1 Lago 1 Laino Borgo 1 Laino Castello 1 Lamezia Terme 1 Lappano 1 Longobardi 1 Lungro 1 Magisano 1 Maida 1 Maierà 1 Marano Marchesato 1 Marano Principato 1 Marcedusa 1 Marcellinara 1 Martirano 1 Martirano Lombardo 1 Mendicino 1 Mesoraca 1 Miglierina 1 Montauro 1 Montegiordano 1 Montepaone 1 Morano Calabro 1 Mormanno 1 Motta San Giovanni 1 Motta Santa Lucia 1 Nocara 1 Nocera Terinese 1 Olivadi 1 Oriolo 1 Orsomarso 1 Palermiti 1 Paola 1 Papasidero 1 Pentone 1 Petilia Policastro 1 Petrizzi 1 Pianopoli 1 Plataci 1 Platania 1 Praia a Mare 1 284 segue (5) Comuni di localizzazione del PI Reggio di Calabria 1 Rende 1 Rocca di Neto 1 Rocca Imperiale 1 Roccabernarda 1 Roseto Capo Spulico 1 Rossano 1 San Basile 1 San Cosmo Albanese 1 San Fili 1 San Floro 1 San Giorgio Albanese 1 San Lorenzo Bellizzi 1 San Lorenzo del Vallo 1 San Lucido 1 San Mango d'Aquino 1 San Mauro Marchesato 1 San Nicola Arcella 1 San Pietro a Maida 1 San Pietro Apostolo 1 San Pietro in Amantea 1 San Pietro in Guarano 1 San Roberto 1 San Sostene 1 San Vincenzo La Costa 1 San Vito sullo Ionio 1 Santa Caterina dello Ionio 1 Santa Domenica Talao 1 Santa Maria del Cedro 1 Santa Severina 1 Sant'Alessio in Aspromonte 1 Sant'Andrea Apostolo dello Ionio 1 Santo Stefano in Aspromonte 1 Saracena 1 Satriano 1 Scalea 1 Scandale 1 Scilla 1 Sellia 1 Sellia Marina 1 Serra d'Aiello 1 Serrastretta 1 Sersale 1 Settingiano 1 Simeri Crichi 1 Sorbo San Basile 1 Soverato 1 Soveria Mannelli 1 Soveria Simeri 1 Spezzano Albanese 1 Squillace 1 285 Segue (6) Comuni di localizzazione del PI Stalettì 1 Strongoli 1 Taverna 1 Terranova da Sibari 1 Tiriolo 1 Torre di Ruggiero 1 Tortora 1 Trebisacce 1 Vaccarizzo Albanese 1 Vallefiorita 1 Verbicaro 1 Villa San Giovanni 1 Villapiana 1 Zagarise 1 Zumpano 1 Acerno 1 Calabria Totale Campania 185 Agerola 1 Agropoli 2 Ailano 2 Airola 1 Albanella 1 Alfano 1 Alife 2 Amalfi 2 Amorosi 1 Angri 1 Apollosa 1 Aquara 1 Arienzo 1 Ascea 1 Atena Lucana 1 Auletta 1 Avellino 1 Baronissi 2 Baselice 1 Bellona 1 Bellosguardo 1 Benevento 1 Bonea 1 Bracigliano 2 Bucciano 2 Buonabitacolo 1 Buonalbergo 1 Caggiano 1 Caiazzo 1 Calvanico 1 Calvi 1 Calvizzano 1 Camerota 2 Campolattaro 1 286 segue (7) Comuni di localizzazione del PI Campoli del Monte Taburno 1 Campora 1 Camposano 1 Cancello ed Arnone 1 Cannalonga 1 Capaccio 1 Capri 1 Capriati a Volturno 1 Casagiove 1 Casal Velino 2 Casalbuono 1 Casalduni 2 Casaletto Spartano 1 Casamarciano 1 Casamicciola Terme 1 Casapulla 1 Caselle in Pittari 1 Caserta 2 Casola di Napoli 1 Castel di Sasso 1 Castel Morrone 1 Castel San Giorgio 1 Castel San Lorenzo 1 Castelcivita 1 Castellabate 1 Castello del Matese 2 Castelnuovo Cilento 1 Castelpagano 1 Castiglione del Genovesi 1 Cautano 1 Cava de' Tirreni 1 Celle di Bulgheria 1 Centola 2 Ceraso 1 Cerreto Sannita 1 Cetara 1 Cicciano 1 Cicerale 1 Cimitile 1 Circello 2 Conca dei Marini 1 Conca della Campania 1 Controne 1 Corbara 1 Corleto Monforte 1 Cuccaro Vetere 1 Curti 1 Cusano Mutri 1 Dragoni 1 Dugenta 1 Durazzano 1 287 segue (8) Comuni di localizzazione del PI Ercolano 1 Faicchio 1 Felitto 1 Fisciano 1 Foglianise 1 Foiano di Val Fortore 1 Fontegreca 1 Forio 1 Formicola 1 Francolise 1 Frasso Telesino 1 Furore 1 Futani 1 Gallo Matese 2 Galluccio 1 Giffoni Sei Casali 1 Giffoni Valle Piana 1 Gioi 1 Gioia Sannitica 1 Giugliano in Campania 1 Giungano 1 Gragnano 2 Ispani 1 Laureana Cilento 1 Laurino 1 Laurito 1 Letino 2 Lettere 1 Liberi 1 Limatola 1 Liveri 1 Lustra 1 Macerata Campania 1 Magliano Vetere 1 Maiori 1 Marano di Napoli 1 Maria Capua Vetere 1 Marigliano 1 Marzano Appio 1 Massa Lubrense 2 Melizzano 1 Mercato San Severino 2 Meta 1 Moiano 2 Moio della Civitella 1 Molinara 1 Montano Antilia 1 Monte di Procida 1 Monte San Giacomo 1 Montecorice 2 Montecorvino Pugliano 1 288 segue (9) Comuni di localizzazione del PI Montecorvino Rovella 1 Montefalcone di Val Fortore 1 Monteforte Cilento 1 Montesano sulla Marcellana 1 Montesarchio 1 Montoro Inferiore 2 Montoro Superiore 2 Morcone 1 Morigerati 1 Mugnano di Napoli 1 Napoli 3 Nocera Superiore 1 Nola 1 Novi Velia 1 Ogliastro Cilento 1 Olevano sul Tusciano 1 Omignano 1 Orria 1 Ottati 1 Padula 1 Pagani 1 Paupisi 1 Pellezzano 1 Perdifumo 1 Perito 1 Pertosa 1 Petina 1 Piaggine 1 Piana di Monte Verna 1 Piano di Sorrento 2 Piedimonte Matese 2 Pietraroja 1 Pignataro Maggiore 1 Pimonte 1 Pisciotta 3 Polla 1 Pollica 2 Pompei 1 Ponte 1 Pontecagnano Faiano 1 Pontelandolfo 1 Pontelatone 1 Portico di Caserta 1 Positano 1 Postiglione 1 Praiano 1 Prata Sannita 1 Prignano Cilento 1 Puglianello 1 Qualiano 1 Ravello 1 289 segue (10) Comuni di localizzazione del PI Raviscanina 1 Recale 1 Reino 1 Roccadaspide 1 Roccagloriosa 1 Roccamonfina 1 Roccapiemonte 1 Roccarainola 1 Rofrano 1 Roscigno 1 Rutino 1 Sacco 1 Sala Consilina 1 Salento 1 Salerno 2 San Bartolomeo in Galdo 1 San Cipriano Picentino 1 San Felice a Cancello 1 San Giorgio del Sannio 1 San Giorgio La Molara 1 San Giovanni a Piro 2 San Gregorio Matese 2 San Lorenzello 1 San Mango Piemonte 1 San Marco dei Cavoti 1 San Martino Sannita 1 San Marzano sul Sarno 1 San Mauro Cilento 1 San Mauro la Bruca 1 San Nazzaro 1 San Nicola la Strada 1 San Paolo Bel Sito 1 San Pietro al Tanagro 1 San Potito Sannitico 2 San Prisco 1 San Rufo 1 San Valentino Torio 1 San Vitaliano 1 Santa Croce del Sannio 1 Santa Maria a Vico 1 Santa Maria Capua Vetere 2 Santa Maria la Carità 2 Santa Marina 1 Sant'Agata de' Goti 2 Sant'Agnello 1 Sant'Angelo a Fasanella 1 Sant'Angelo d'Alife 2 Sant'Antonio Abate 2 Sant'Egidio del Monte Albino 1 Sanza 1 Sapri 2 290 segue (11) Comuni di localizzazione del PI Sarno 1 Sassano 1 Saviano 1 Scafati 1 Scala 1 Scisciano 1 Serino 2 Serramezzana 1 Serrara Fontana 1 Sessa Aurunca 1 Sessa Cilento 1 Sicignano degli Alburni 1 Solofra 2 Solopaca 1 Sorrento 2 Sparanise 1 Stella Cilento 1 Stio 1 Teano 1 Teggiano 1 Tocco Caudio 1 Tora e Piccilli 1 Torchiara 1 Torre Annunziata 1 Torre Orsaia 1 Torrecuso 1 Tortorella 1 Tramonti 2 Tufino 1 Valle Agricola 2 Valle dell'Angelo 1 Vallo della Lucania 1 Vibonati 1 Vico Equense 2 Vietri sul Mare 2 Villaricca 1 Visciano 1 Vitulano 1 Vitulazio 1 Acquaviva Collecroce 1 Campania Totale Molise 325 Acquaviva d'Isernia 1 Agnone 2 Bagnoli del Trigno 2 Baranello 1 Belmonte del Sannio 2 Bojano 2 Bonefro 1 Busso 1 Campobasso 1 291 Segue (12) Comuni di localizzazione del PI Campochiaro 2 Campodipietra 1 Campolieto 1 Campomarino 1 Cantalupo nel Sannio 1 Capracotta 2 Carovilli 2 Carpinone 3 Casacalenda 1 Casalciprano 1 Castel del Giudice 2 Castel San Vincenzo 1 Castelbottaccio 1 Castellino del Biferno 1 Castelmauro 1 Castelpetroso 1 Castelpizzuto 1 Castelverrino 2 Castropignano 1 Cercemaggiore 1 Cercepiccola 1 Chiauci 2 Civitacampomarano 1 Civitanova del Sannio 2 Colle d'Anchise 1 Colletorto 1 Conca Casale 1 Duronia 1 Filignano 1 Forlì del Sannio 1 Fornelli 1 Fossalto 1 Frosolone 3 Gambatesa 1 Gildone 1 Guardialfiera 1 Guardiaregia 1 Guglionesi 1 Jelsi 1 Larino 1 Limosano 1 Longano 1 Lucito 1 Lupara 1 Macchia d'Isernia 2 Macchia Valfortore 1 Macchiagodena 2 Mafalda 1 Matrice 1 Mirabello Sannitico 1 Miranda 1 292 segue (13) Comuni di localizzazione del PI Molise 1 Monacilioni 1 Montagano 1 Montaquila 2 Montecilfone 1 Montefalcone nel Sannio 1 Montelongo 1 Montemitro 1 Montenero di Bisaccia 1 Montenero Val Cocchiara 1 Monteroduni 2 Montorio nei Frentani 1 Morrone del Sannio 1 Oratino 1 Palata 1 Pesche 1 Pescolanciano 2 Pescopennataro 2 Petacciato 1 Petrella Tifernina 1 Pettoranello del Molise 2 Pietrabbondante 2 Pietracatella 1 Pietracupa 1 Pizzone 1 Poggio Sannita 2 Portocannone 1 Pozzilli 2 Provvidenti 1 Riccia 1 Rionero Sannitico 2 Ripabottoni 1 Ripalimosani 1 Roccamandolfi 1 Roccasicura 2 Roccavivara 1 Rocchetta a Volturno 1 Rotello 1 Salcito 1 San Biase 1 San Felice del Molise 1 San Giacomo degli Schiavoni 1 San Giovanni in Galdo 1 San Giuliano del Sannio 1 San Giuliano di Puglia 1 San Martino in Pensilis 1 San Massimo 1 San Pietro Avellana 2 San Polo Matese 2 Santa Croce di Magliano 1 Santa Maria del Molise 1 293 segue (14) Comuni di localizzazione del PI Sant'Agapito 1 Sant'Angelo del Pesco 2 Sant'Angelo Limosano 1 Sant'Elena Sannita 2 Sant'Elia a Pianisi 1 Scapoli 1 Sepino 1 Sessano del Molise 3 Sesto Campano 2 Spinete 1 Tavenna 1 Termoli 1 Terrazzano 1 Torella del Sannio 1 Toro 1 Trivento 2 Tufara 1 Ururi 1 Vastogirardi 2 Venafro 2 Vinchiaturo 1 Accadia 1 Molise Totale Puglia 170 Acquarica del Capo 1 Acquaviva delle Fonti 1 Adelfia 1 Alberobello 1 Alberona 1 Alessano 1 Alezio 1 Alliste 1 Altamura 1 Andrano 1 Andria 1 Aradeo 1 Arnesano 1 Ascoli Satriano 1 Avetrana 1 Bagnolo del Salento 1 Bari 1 Barletta 1 Biccari 1 Binetto 1 Bisceglie 1 Bitetto 1 Bitonto 1 Bitritto 1 Botrugno 1 Bovino 1 Brindisi 2 Calimera 1 294 segue (15) Comuni di localizzazione del PI Campi Salentina 1 Candela 1 Cannole 1 Canosa di Puglia 1 Caprarica di Lecce 1 Capurso 1 Carlantino 1 Carmiano 1 Carosino 1 Carovigno 2 Carpignano Salentino 1 Casalnuovo Monterotaro 1 Casalvecchio di Puglia 1 Casamassima 1 Casarano 1 Cassano delle Murge 1 Castellana Grotte 1 Castelluccio Valmaggiore 1 Castelnuovo della Daunia 1 Castri di Lecce 1 Castrignano de' Greci 1 Castrignano del Capo 1 Castro 1 Cavallino 1 Ceglie Messapica 2 Celenza Valfortore 1 Cellamare 1 Celle di San Vito 1 Cellino San Marco 2 Cisternino 2 Collepasso 1 Copertino 1 Corato 1 Corigliano d'Otranto 1 Corsano 1 Crispiano 1 Cursi 1 Cutrofiano 1 Deliceto 1 Diso 1 Erchie 1 Faggiano 1 Fasano 2 Fragagnano 1 Francavilla Fontana 2 Gagliano del Capo 1 Galatina 1 Galatone 1 Gallipoli 1 Ginosa 1 Gioia del Colle 1 295 segue (16) Comuni di localizzazione del PI Giovinazzo 1 Giuggianello 1 Gravina in Puglia 1 Grottaglie 1 Grumo Appula 1 Guagnano 1 Latiano 2 Lecce 1 Leporano 1 Lequile 1 Leverano 1 Lizzanello 1 Lizzano 1 Locorotondo 1 Maglie 1 Manduria 1 Margherita di Savoia 1 Martano 1 Martignano 1 Martina Franca 1 Maruggio 1 Massafra 1 Matino 1 Melendugno 1 Melissano 1 Melpignano 1 Mesagne 2 Miggiano 1 Minervino di Lecce 1 Minervino Murge 1 Modugno 1 Mola di Bari 1 Molfetta 1 Monopoli 1 Monteiasi 1 Monteleone di Puglia 1 Montemesola 1 Monteparano 1 Monteroni di Lecce 1 Montesano Salentino 1 Morciano di Leuca 1 Motta Montecorvino 1 Muro Leccese 1 Nardò 1 Neviano 1 Noci 1 Nociglia 1 Noicattaro 1 Novoli 1 Oria 2 Orsara di Puglia 1 296 segue (17) Comuni di localizzazione del PI Ortelle 1 Ostuni 2 Otranto 1 Palmariggi 1 Palo del Colle 1 Panni 1 Parabita 1 Patù 1 Pietramontecorvino 1 Poggiardo 1 Poggiorsini 1 Porto Cesareo 1 Presicce 1 Pulsano 1 Putignano 1 Racale 1 Roccaforzata 1 Rocchetta Sant'Antonio 1 Roseto Valfortore 1 Ruffano 1 Rutigliano 1 Ruvo di Puglia 1 Salice Salentino 1 Salve 1 Sammichele di Bari 1 San Cassiano 1 San Cesario di Lecce 1 San Donaci 2 San Donato di Lecce 1 San Ferdinando di Puglia 1 San Giorgio Ionico 1 San Marco la Catola 1 San Marzano di San Giuseppe 1 San Michele Salentino 2 San Pancrazio Salentino 2 San Pietro in Lama 1 San Pietro Vernotico 1 San Vito dei Normanni 2 Sanarica 1 Sannicandro di Bari 1 Sannicola 1 Santa Cesarea Terme 1 Sant'Agata di Puglia 1 Santeramo in Colle 1 Sava 1 Scorrano 1 Seclì 1 Sogliano Cavour 1 Soleto 1 Specchia 1 297 Segue (18) Comuni di localizzazione del PI Spinazzola 1 Spongano 1 Squinzano 1 Sternatia 1 Supersano 1 Surano 1 Surbo 1 Taranto 1 Taurisano 1 Taviano 1 Terlizzi 1 Tiggiano 1 Torchiarolo 2 Toritto 1 Torre Santa Susanna 2 Torricella 1 Trani 1 Trepuzzi 1 Tricase 1 Triggiano 1 Trinitapoli 1 Troia 1 Tuglie 1 Turi 1 Ugento 1 Uggiano la Chiesa 1 Valenzano 1 Veglie 1 Vernole 1 Villa Castelli 2 Volturara Appula 1 Volturino 1 Zollino 1 Abbasanta 1 Puglia Totale Sardegna 232 Aggius 1 Aglientu 1 Ales 1 Alghero 1 Allai 1 Arborea 1 Arbus 1 Ardauli 1 Arzachena 1 Banari 1 Baressa 1 Barrali 1 Bolotana 1 Bonnanaro 1 Borore 1 Bosa 1 298 segue (19) Comuni di localizzazione del PI Busachi 1 Cagliari 1 Capoterra 1 Carbonia 1 Castelsardo 1 Cheremule 1 Curcuris 1 Decimoputzu 1 Dolianova 1 Domus de Maria 1 Domusnovas 1 Escalaplano 1 Fordongianus 1 Gesturi 1 Ghilarza 1 Golfo Aranci 1 Gonnoscodina 1 Gonnosfanadiga 1 Gonnosnò 1 Guspini 1 Iglesias 1 Isili 1 La Maddalena 1 Loiri Porto San Paolo 1 Luras 1 Macomer 1 Mandas 1 Mara 1 Marrubiu 1 Monserrato 1 Monti 1 Narcao 1 Neoneli 1 Norbello 1 Nurallao 1 Nuxis 1 Olbia 1 Oristano 1 Palmas Arborea 1 Porto Torres 1 Pozzomaggiore 1 Pula 1 Samassi 1 Samugheo 1 San Gavino Monreale 1 Sanluri 1 Santa Teresa Gallura 1 Sarroch 1 Sassari 1 Selargius 1 Semestene 1 299 segue (20) Comuni di localizzazione del PI Sennori 1 Serramanna 1 Serrenti 1 Settimo San Pietro 1 Seulo 1 Siamanna 1 Siligo 1 Sini 1 Soleminis 1 Sorso 1 Tempio Pausania 1 Terralba 1 Thiesi 1 Trinità d'Agultu e Vignola 1 Ulà Tirso 1 Vallermosa 1 Villa San Pietro 1 Villa Sant'Antonio 1 Villa Verde 1 Villacidro 1 Villamassargia 1 Villasor 1 Villaurbana 1 Aci Bonaccorsi 1 Sardegna Totale Sicilia 91 Acquaviva Platani 1 Acquedolci 1 Adrano 1 Agira 1 Agrigento 1 Aidone 1 Alcara li Fusi 1 Alessandria della Rocca 1 Alì 1 Alì Terme 1 Alia 1 Alimena 1 Aliminusa 1 Altofonte 1 Antillo 1 Aragona 1 Assoro 1 Avola 1 Balestrate 1 Barrafranca 1 Basicò 1 Belmonte Mezzagno 1 Belpasso 1 Biancavilla 1 Bisacquino 1 Bivona 1 300 segue (21) Comuni di localizzazione del PI Blufi 1 Bompensiere 1 Bompietro 1 Borgetto 1 Brolo 1 Bronte 1 Buccheri 1 Burgio 1 Buscemi 1 Butera 1 Caccamo 1 Calamonaci 1 Calascibetta 1 Calatabiano 1 Caltabellotta 1 Caltagirone 1 Caltanissetta 1 Caltavuturo 1 Camastra 1 Cammarata 1 Campobello di Licata 1 Campofelice di Fitalia 1 Campofelice di Roccella 1 Campofiorito 1 Campofranco 1 Camporeale 1 Camporotondo Etneo 1 Canicattì 1 Canicattini Bagni 1 Capaci 1 Capizzi 1 Capo d'Orlando 1 Capri Leone 1 Carini 1 Carlentini 1 Caronia 1 Casalvecchio Siculo 1 Cassaro 1 Castel di Iudica 1 Castel di Lucio 1 Castelbuono 1 Castellana Sicula 1 Castell'Umberto 1 Castelmola 1 Casteltermini 1 Castiglione di Sicilia 1 Castrofilippo 1 Castronovo di Sicilia 1 Catania 1 Catenanuova 1 Cattolica Eraclea 1 301 segue (22) Comuni di localizzazione del PI Cefalà Diana 1 Cefalù 1 Centuripe 1 Cerami 1 Cerda 1 Cesarò 1 Chiaramonte Gulfi 1 Chiusa Sclafani 1 Cianciana 1 Cinisi 1 Collesano 1 Comitini 1 Condrò 1 Contessa Entellina 1 Corleone 1 Delia 1 Enna 1 Erice 1 Falcone 1 Favara 1 Favignana 1 Ferla 2 Ficarra 1 Fiumedinisi 1 Fiumefreddo di Sicilia 1 Floresta 1 Floridia 1 Forza d'Agrò 1 Francavilla di Sicilia 1 Francofonte 1 Frazzanò 1 Furci Siculo 1 Gaggi 1 Gagliano Castelferrato 1 Galati Mamertino 1 Gallodoro 1 Gangi 1 Gela 1 Geraci Siculo 1 Giardinello 1 Giardini-Naxos 1 Giarratana 1 Giarre 1 Gioiosa Marea 1 Giuliana 1 Godrano 1 Grammichele 1 Graniti 1 Gratteri 1 Gravina di Catania 1 Grotte 1 302 segue (23) Comuni di localizzazione del PI Gualtieri Sicaminò 1 Isnello 1 Isola delle Femmine 1 Itala 1 Joppolo Giancaxio 1 Lascari 1 Leni 1 Lentini 1 Leonforte 1 Lercara Friddi 1 Letojanni 1 Licata 1 Licodia Eubea 1 Limina 1 Linguaglossa 1 Lipari 1 Longi 1 Lucca Sicula 1 Maletto 1 Malfa 1 Malvagna 1 Mandanici 1 Maniace 1 Marianopoli 1 Marineo 1 Mascali 1 Mascalucia 1 Mazzarino 1 Mazzarrone 1 Menfi 1 Messina 1 Mezzojuso 1 Milena 1 Militello in Val di Catania 1 Militello Rosmarino 1 Milo 1 Mineo 1 Mirabella Imbaccari 1 Mirto 1 Misterbianco 1 Mistretta 1 Moio Alcantara 1 Monforte San Giorgio 1 Mongiuffi Melia 1 Monreale 1 Montagnareale 1 Montalbano Elicona 1 Montallegro 1 Montedoro 1 Montelepre 1 303 Segue (24) Comuni di localizzazione del PI Montemaggiore Belsito 1 Monterosso Almo 1 Montevago 1 Motta Camastra 1 Motta d'Affermo 1 Motta Sant'Anastasia 1 Mussomeli 1 Naro 1 Naso 1 Nicolosi 1 Nicosia 1 Niscemi 1 Nissoria 1 Nizza di Sicilia 1 Noto 1 Novara di Sicilia 1 Oliveri 1 Pace del Mela 1 Pachino 1 Pagliara 1 Palagonia 1 Palazzo Adriano 1 Palazzolo Acreide 1 Palermo 1 Palma di Montechiaro 1 Pantelleria 1 Partinico 1 Paternò 1 Patti 1 Pedara 1 Petralia Soprana 1 Petralia Sottana 1 Pettineo 1 Piana degli Albanesi 1 Piazza Armerina 1 Piedimonte Etneo 1 Pietraperzia 1 Piraino 1 Polizzi Generosa 1 Pollina 1 Porto Empedocle 1 Portopalo di Capo Passero 1 Prizzi 1 Racalmuto 1 Raccuja 1 Raddusa 1 Raffadali 1 Ragalna 1 Ragusa 1 Ramacca 1 Randazzo 1 304 segue (25) Comuni di localizzazione del PI Ravanusa 1 Realmonte 1 Regalbuto 1 Reitano 1 Resuttano 1 Ribera 1 Riesi 1 Riposto 1 Roccafiorita 1 Roccalumera 1 Roccamena 1 Roccapalumba 1 Roccavaldina 1 Roccella Valdemone 1 Rometta 1 Rosolini 1 Sambuca di Sicilia 1 San Biagio Platani 1 San Cataldo 1 San Cipirello 1 San Cono 1 San Filippo del Mela 1 San Fratello 1 San Giovanni Gemini 1 San Giovanni la Punta 1 San Giuseppe Jato 1 San Marco d'Alunzio 1 San Mauro Castelverde 1 San Michele di Ganzaria 1 San Pier Niceto 1 San Piero Patti 1 San Pietro Clarenza 1 San Salvatore di Fitalia 1 San Teodoro 1 Santa Caterina Villarmosa 1 Santa Cristina Gela 1 Santa Domenica Vittoria 1 Santa Elisabetta 1 Santa Lucia del Mela 1 Santa Margherita di Belice 1 Santa Maria di Licodia 1 Santa Marina Salina 1 Santa Teresa di Riva 1 Santa Venerina 1 Sant'Agata di Militello 2 Sant'Agata li Battiati 1 Sant'Alessio Siculo 1 Sant'Alfio 1 Sant'Angelo di Brolo 1 Sant'Angelo Muxaro 1 Santo Stefano di Camastra 1 305 segue (26) Comuni di localizzazione del PI Santo Stefano Quisquina 1 Saponara 1 Savoca 1 Scaletta Zanclea 1 Sciacca 1 Sciara 1 Scillato 1 Sclafani Bagni 1 Scordia 1 Serradifalco 1 Siculiana 1 Sinagra 1 Siracusa 1 Solarino 1 Sommatino 1 Sortino 1 Spadafora 1 Sperlinga 1 Sutera 1 Taormina 1 Terrasini 1 Torregrotta 1 Torrenova 1 Torretta 1 Tortorici 1 Trapani 1 Trappeto 1 Trecastagni 1 Tremestieri Etneo 1 Tripi 1 Troina 1 Tusa 1 Ucria 1 Valderice 1 Valdina 1 Valguarnera Caropepe 1 Valledolmo 1 Vallelunga Pratameno 1 Venetico 1 Viagrande 1 Vicari 1 Villafranca Sicula 1 Villafranca Tirrena 1 Villafrati 1 Villalba 1 Villarosa 1 Vizzini 1 Zafferana Etnea 1 Sicilia Totale 331 TOTALE 1.465 306 L’“Osservatorio Istituzionale e Normativo” rappresenta uno strumento divulgativo ISSN (codice che è stato attribuito a garanzia dell’affidabilità tecnico-scientifica), che esce a cadenza trimestrale e che viene realizzato dall’Area Studi Istituzionali e Normativi a supporto delle attività di ricerca e di assistenza tecnica dell’Isfol. Vi sono contenuti atti normativi e documentali, nazionali, regionali e di rilevanza istituzionale, relativi alle materie dell’Istituto (istruzione, formazione, lavoro, politiche sociali, sviluppo locale, decentramento/federalismo ecc.). In particolare, la normativa selezionata che viene riportata è corredata da una sintetica analisi ragionata. A questa parte fondamentale si aggiungono sezioni specifiche dedicate ad interventi di esperti, recensioni a pubblicazioni interne o esterne, informazioni relative a norme citate o ad argomenti correlati reperibili sul Web, notizie e documenti inerenti le attività dell’Area, commenti ai principali atti normativi o documentali, i più importanti dei quali messi in primo piano ed, infine, un indice riassuntivo per facilitare il reperimento di tutta la normativa inserita. L’area SIN dell’ISFOL, invita ad esprimere suggerimenti volti ad individuare ulterirori fonti informative di particolare interesse (autori, collane, case editrici, fonti internet, ecc.) Questa linea editoriale, che crediamo sia di gradimento dei lettori, prevede anche la divulgazione di “numeri monografici”, destinati ad approfondire singole tematiche. MONOGRAFICO 4/2004 13