Prodotti di qualità, servizi di elevato livello. 2 “Sì” al costruire eco-compatibile! 3 L’unione fa know-how. 4 6 Sinergie per il presente e per il futuro. A 100 anni dalla laurea della prima donna ingegnere. FORCUST Anno 2009 | n° 2 Tempo di vacanza anche in tempi di crisi? Sembrerebbe di sì! All’insegna del risparmio ma pur sempre vacanze. Viaggi più brevi, la ricerca di un miglior rapporto qualità/prezzo, la casa di parenti e/o amici ed una nuova tendenza: lo scambio casa. Pare proprio che l’iniziativa di scambiarsi la casa per le vacanze tra privati stia prendendo sempre più piede, anche in Italia. Quindi all’affitto o all’acquisto di appartamenti in località di villeggiatura si affianca una sorta di “baratto dell’immobile” per un periodo limitato di tempo. Con questo nuovo metodo di viaggiare si sostiene solo il costo dei mezzi di trasporto per giungere a destinazione. Sarà che la crisi aguzza l’ingegno? Sarà che le difficoltà ci sono e si cerca di superarle: è quello che facciamo con i nostri prodotti, ogni volta che troviamo soluzioni ad hoc a specifiche problematiche applicative, come abbiamo fatto ad esempio nei cantieri dell’Ospedale S. Anna di Como e di Porta Nuova, di cui parliamo in questo numero di Forcust. Simona Cardone [email protected] È prevista per il 30 novembre la chiusura del cantiere aperto nel 2007 per la costruzione del nuovo ospedale Sant’Anna di Como. La Struttura Sanitaria di nuova concezione, sorge in località Tre Camini, nel Comune di S. Fermo della Battaglia, alle porte della Città di Como. Si tratta di una delle opere più importanti di questi anni, realizzate e in realizzazione nella Provincia di Como. Nato intorno al concetto secondo il quale il cittadino deve essere al “centro del sistema sanitario” il nuovo complesso ospedaliero, oltre ad un occhio di riguardo verso le nuove tecnologie, pone notevole attenzione alle esigenze di personalizzazione, umanizzazione, comfort e sicurezza delle prestazioni sanitarie. I principali obiettivi del nuovo ospedale S. Anna sono: • rispondere alle più avanzate esigenze nella cura dei pazienti; • integrare le funzioni di alta complessità tecnologica sanitaria con risultati ottimi sul piano assistenziale. Viene da sé come, per ottenere questi scopi, sia necessaria una struttura fortemente all’avanguardia. continua a pag. 5 Periodico di informazione trimestrale di Holcim (Italia) S.p.A. - Reg. Trib. di Milano N°77 del 13 febbraio 2006 Nuovo Ospedale Sant’Anna “SÌ” al costruire eco-compatibile! Holcim diventa socio di GBC Italia. Holcim (Italia) S.p.A. ha recentemente deciso di aderire a Green Building Council (GBC) Italia, testimoniando pienamente il suo impegno nel campo dell’edilizia sostenibile. Si tratta di un’associazione volontaria di imprese, enti e strutture, basata sul consenso e sulla valorizzazione dell’integrazione tra competenze tecniche scientifiche e competenze operative. Promossa dalla Società Consortile Distretto Tecnologico Trentino, GBC Italia nasce con l’obiettivo di: • favorire e accelerare la diffusione di una cultura dell’edilizia sostenibile; • sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sull’impatto delle modalità di progettazione e costruzione degli edifici sulla qualità della vita dei cittadini; • fornire chiari parametri di riferimento agli operatori del settore. Progetto Porta Nuova a Milano. Porta Nuova, attraverso la ricomposizione di tre progetti, Garibaldi, Varesine e Isola, si estende GBC propone, infatti, di introdurre in Italia il sistema di certificazione indipendente LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) i cui parametri stabiliscono precisi criteri di progettazione e realizzazione di edifici salubri, complessivamente per oltre 290.000 mq. Gli edifici saranno certificati Leed da USGBC. Fonte rendering: Hines Italia S.r.l. energeticamente efficienti e a impatto ambientale contenuto. In questo modo si crea un network delle più competitive imprese italiane ed internazionali operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile, facilitando il dialogo tra le comunità professionali più qualificate. Diventa, inoltre, possibile certificare gli edifici sulla base dei più avanzati standard internazionali, che saranno trasposti all’interno del sistema normativo nazionale e adattati alle peculiari caratteristiche dell’edilizia italiana (GBC Italia è infatti parte integrante di un movimento più ampio partito negli Stati uniti nel 1993. La costituzione del primo GBC ha segnato l’avvio di un grande progetto, radicato in oltre 40 paesi, in tutto il mondo) Infine, il sistema di certificazione legato al marchio LEED stabilisce un valore di mercato per gli edifici a basso impatto ambientale (chiamati “green building”), stimola la competizione tra le imprese sul tema delle performance ambientali degli edifici e incoraggia comportamenti di consumo consapevole anche tra gli utenti finali. I Soci di GBC Italia, condividendo tutto questo, scelgono di impegnarsi attivamente per: • sviluppare e proporre prodotti e edifici sostenibili; • promuovere i vantaggi tangibili e intangibili dei “green building”; • rafforzare LEED come lo standard delle attività riguardanti i “green building”; • sostenere GBC Italia nella sua attività di diffusione della cultura LEED. Gli standard LEED, con i quali Holcim si è già confrontata in occasione della fornitura di calcestruzzo per il cantiere di Porta Nuova a Milano, indicano i requisiti per costruire edifici ecocompatibili. L’utilizzo di materie prime alternative o combustibili alternativi nella produzione del clinker, così come l’impiego di materiali derivanti da altri cicli produttivi nel cemento (ad es. ceneri volanti di centrale termica), o di aggregati di riciclo nella miscele di calcestruzzo, sono infatti particolarmente premianti. Progettisti e imprese sono così incoraggiati ad utilizzare prodotti a contenuto energetico inferiore, a vantaggio dell’ambiente e della comunità. Il sistema si basa sull’attribuzione di punti per ciascuno dei requisiti che caratterizzano la sostenibilità dell’edificio. Tali requisiti sono raggruppati in sei categorie, che unite, definiscono il punteggio finale dell’edificio: • Siti sostenibili (14 punti): minimizzare la produzione di rifiuti e massimizzare l’impiego di materiale riciclato o prodotto localmente. • Gestione efficiente dell’acqua (5 punti): garantire la massima efficienza nel consumo di acqua. • Energia ed atmosfera (17 punti): minimizzare la bolletta energetica degli edifici. • Materiali e risorse (13 punti): utilizzare materiali naturali, rinnovabili e locali, come il legno; allo stesso modo è premiato l’uso di cementi a base di materiali riciclati (ceneri volanti, scorie, loppe). • Qualità degli ambienti interni (15 punti): consentire una sostanziale parità del bilancio energetico e favorire il massimo confort abitativo per l’utente finale. • Progettazione ed innovazione (5 punti): impiegare tecnologie costruttive migliorative rispetto alle buone pratiche, creando così valore aggiunto utile ai fini della certificazione LEED. Sommando i crediti, ovvero i punti conseguiti all’interno di ciascuna delle sei categorie, si ottiene uno specifico livello di certificazione che attesta la prestazione raggiunta dall’edificio in termini di sostenibilità ambientale. I livelli di certificazione sono: • Base (26-32 punti) • Argento (33-38 punti) • Oro (39-51 punti) • Platino (52-69 punti) Entro fine 2009 sarà operante il sistema di certificazione LEED Italia, con ICMQ come ente certificatore, dando così un impulso maggiore al costruire sostenibile ed un innegabile vantaggio competitivo alle società certificate. L’adesione al GBC Italia ha permesso ad Holcim di trovare non solo uno sbocco naturale delle azioni intraprese nel campo del rispetto per l’ambiente e la promozione dell’edilizia sostenibile, ma anche un modo efficace per promuovere ulteriormente concetti innovativi e virtuosi del costruire. Diego Rosani 2 Holcim Forcust | 02 2009 L’unione fa know-how Si chiude il ciclo di presentazione delle funzioni che prendono parte mensilmente al Comitato Tecnico: un’ottica organizzativa all’insegna di una sinergia sempre più tangibile. Setacciatura degli aggregati in laboratorio per le analisi granulometriche. I nostri prodotti sono caratterizzati da aspetti tecnici intrinseci che rendono fondamentale il ruolo di tutti i nostri professionisti impegnati proprio nel miglioramento e nel monitoraggio della qualità e delle proprietà dei prodotti. Dagli aggregati ai cementi fino ad arrivare al calcestruzzo si effettuano svariate prove, test, analisi e ricerche: i nostri prodotti sono tutti distinti ma allo stesso tempo complementari e sinergici. Così come lo sono le diverse funzioni tecniche legate alle specifiche aree di business. Nei diversi numeri di Forcust abbiamo avuto modo di conoscerle meglio e capirne struttura, attività e interazioni. Ora, a chiusura di questo percorso, abbiamo potuto identificare due aree fondamentali di supporto tecnico ai clienti: la Direzione Qualità e Sviluppo Prodotti che opera per l’area cemento, e l’Assistenza Tecnica Clienti che lavora trasversalmente per tutti i business. La Direzione Qualità e Sviluppo Prodotti svolge un ruolo fondamentale nel “progettare” nuovi prodotti e migliorare quelli in produzione, e far sì che tutti soddisfino le esigenze tecniche dei clienti ed i requisiti qualitativi imposti dalle normative vigenti. L’Assistenza Tecnica Clienti, appena riorganizzata attraverso l’individuazione di un unico responsabile che coordina sia l’area tecnica cemento che quella aggregati e calcestruzzo, funge da importante supporto tecnico e tecnologico al cliente sia nelle fasi di pre e post vendita che in corso d’opera. Il Comitato Tecnico, l’abbiamo visto, è il trait d’union tra queste funzioni, per le quali la necessità di input ed output condivisi, di scambio di informazioni tecniche, di sincronizzazione di dati e di ottimizzazione delle risposte, è sicuramente aumentata di pari passo con la crescita di Holcim nelle varie aree di business e con la crescita della complessità e delle esigenze dei cantieri e dei clienti stessi. Attivo da due anni, il Comitato Tecnico di Holcim Italia ha permesso in diversi casi di ottimizzare tempi e risultati: è stato possibile condividere e sincronizzare numerose e diverse prove condotte, per esempio sugli additivi utilizzati negli impasti di calcestruzzo e sui materiali alternativi; si sono meglio definite le caratteristiche e le tipologie di cementi da utilizzare per il confezionamento dei calcestruzzi speciali, migliorandone così caratteristiche e prestazioni, ed è stato possibile intraprendere percorsi di studio orientati alla progettazione di soluzioni innovative per rispondere a specifiche esigenze applicative dei diversi segmenti di clientela. Il confronto e la collaborazione permettono di crescere e di migliorare; per questo tutti i nostri tecnici lavorano a stretto contatto anche con i clienti stessi, per trovare insieme le migliori soluzioni. Uriel Cinti 2009 02 | Forcust Holcim 3 Sinergie per il presente e per il futuro Alberto Vanzo, Direttore Commerciale Aggregati Calcestruzzi e Responsabile dello sviluppo Progetti Expo 2015, ci presenta la nuova funzione Commerciale di Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l. Alberto Vanzo, Direttore Commerciale Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l. A pochi mesi dalla fusione societaria che ha portato alla costituzione di Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l., dal 1° febbraio 2009, sono stati attuati anche importanti cambiamenti organizzativi nella funzione Commerciale Aggregati Calcestruzzi. Ne parliamo con Alberto Vanzo. A quali esigenze hanno risposto questi cambiamenti? “In primo luogo vi era la necessità di completare lo staff commerciale per rispondere alle aspettative del mercato, ampliando e formando le competenze commerciali e le sinergie tra aggregati e calcestruzzo. Per questo abbiamo suddiviso il mercato del nord-ovest della Lombardia e quello del Piemonte in due aree distinte. La prima, sotto la responsabilità di Paolo Candiani, comprende i quattro impianti di calcestruzzo dell’area di Torino ed altrettanti impianti nell’area di Alessandria e Pavia, oltre alla nuova cava di aggregati di Spinetta Marengo. L’altra area è quella di Como e Varese che comprende 3 impianti di calcestruzzo preconfezionato ed è stata affidata alla responsabilità di Attilio Berrino, il quale opererà con me anche ai fini dell’acquisizione delle forniture di calcestruzzo, aggregati e cemento collegate alla esecuzione dei progetti di Milano Expo 2015. In questa ottica, Attilio Berrino completa lo staff commerciale rivolto ai “Grandi lavori” costituito da Ernesto Cappelletti, responsabile dell’acquisizione dei lavori pubblici di tutte le altre aree, e da Michele Alverdi che, oltre alla logistica, assicura il coordinamento operativo di tali commesse. Nell’ambito della Assistenza Tecnica l’esigenza era quella di riorganizzare compiti e competenze, cercando di ottenere una maggior sinergia tra le aree operative, per cui Uriel Cinti, mantenendo la responsabilità della Assistenza Tecnica Cemento, gestirà anche quella dell’area aggregati calcestruzzo, assicurando l’assistenza ai clienti durante il processo di vendita ed il mantenimento della attività di controllo qualitativo, mentre Lorenzo Casini, responsabile Assistenza Tecnologica, seguirà i prodotti e l’attività del laboratorio.” all’assegnazione dell’edizione 2015 dell’Esposizione Universale ed ai grandi interventi di riqualificazione. Qual’ è il posizionamento competitivo di Holcim (Italia) S.p.A. rispetto alle grandi opere previste? “Il nostro Gruppo può giocare un ruolo primario nel prossimo quinquennio nella preparazione del sistema infrastrutturale contemplato dal Dossier di candidatura all’Expo ed anche nello sviluppo di tutte le altre opere connesse, anche se non direttamente, all’evento. Come ho già ricordato la forza del nostro Gruppo è la completezza dell’offerta; nella provincia di Milano ed in quelle limitrofe (in particolare Como, Varese, Bergamo, Cremona e Pavia) disponiamo di 2 unità produttive cemento a ciclo completo, 9 cave di produzione aggregati e 19 impianti di produzione per calcestruzzo preconfezionato. Inoltre ci distinguiamo per la presenza massiccia nel settore degli aggregati, marcia in più in qualsiasi trattativa. La presenza di cave di aggregati ci permette infatti di offrire ai nostri clienti anche il trattamento del mistone scavato per il riutilizzo come aggregato da calcestruzzo, nel pieno rispetto dei moderni concetti di sostenibilità ambientale e minimizzazione degli impatti sul territorio”. Quali sono i punti di forza della nuova funzione Commerciale Aggregati Calcestruzzi? “Uno staff più articolato garantirà una migliore copertura in tutte le fasi del processo di vendita e l’esperienza consolidata da molti componenti dello staff potrà contribuire alla crescita formativa di futuri manager del Gruppo. Con tali presupposti si lavorerà ai fini di utilizzare ed implementare la sinergia tra i nostri principali punti di forza, costituiti da un portafoglio prodotti ampio e di qualità affermata e dal posizionamento strategico nel territorio dei nostri siti produttivi.” Quali sono quindi le opportunità da cogliere in tale contesto? “Una l’abbiamo già colta; mi riferisco all’acquisizione della commessa per la fornitura di calcestruzzo preconfezionato alla società Colombo Costruzioni S.p.A., general contractor, ovvero assegnataria del primo lotto del progetto Porta Nuova GaribaldiVaresine di Milano che, in questa fase, richiederà circa 150.000 m3 di calcestruzzo, mentre, per la realizzazione dell’intero complesso, interesserà oltre 400.000 m3. L’indotto generato da questa fornitura potrà interessare un quantitativo di 1.500.000 t di cemento e 900.000 t di aggregati, tutti prodotti nei nostri siti. A supporto di questa importante realizzazione abbiamo installato, in cantiere, un impianto di betonaggio tecnicamente all’avanguardia Come noto, il mercato è in una fase di recessione dalla quale l’area di Milano, ed in termini più ampi il Nord-Ovest, sembra essere lievemente meno influenzata in relazione 4 Holcim Forcust | 02 2009 realizzato in blocchi precablati e premontati con una capacità produttiva di 100 m3/h. Con il massimo riguardo alle indicazioni di Colombo Costruzioni S.p.A., stiamo procedendo con una media di circa 400 m3 al giorno, affiancando alle attente verifiche della committenza un controllo continuo e meticoloso di ogni carico e di ogni getto e una costante presenza in cantiere di almeno due tecnici. I lavori procedono come da programma: si sta costruendo il terzo piano degli edifici A e B, corrispondenti alle due torri più alte, da 22 e 33 piani. Impegnativi e imponenti soprattutto i getti delle platee, con punte che hanno raggiunto anche i 1600 mc/ giorno. Proprio per la realizzazione delle fondazioni delle torri A e B abbiamo fornito circa 11.000 m3 di calcestruzzo di classe C 30/37, che abbiamo formulato appositamente con il nostro cemento 32,5 R e i nostri aggregati, per garantire un basso calore di idratazione. Si tratta di un conglomerato con classe di consistenza a metà strada tra un S5 e un SCC realizzato con l’obiettivo di ridurre i gradienti che possono generare fessure di carattere termico sulla superficie. In generale, comunque, possiamo ritenere che il prodotto della nostra gamma maggiormente utilizzato nei progetti collegati all’Expo 2015 sarà il calcestruzzo preconfezionato. Oltre agli impianti esistenti, quando le commesse lo richiederanno, potremo quindi agire con la medesima soluzione utilizzata per Porta Nuova Garibaldi oppure, se vi saranno le condizioni, la scelta potrebbe essere quella di razionalizzare logisticamente qualche centrale di betonaggio spostandola nel nuovo cantiere. Una cosa comunque è certa: dopo un 2009 che si presenta in un panorama come mai incerto e problematico, le opportunità degli anni a venire saranno (o dovrebbero essere) molteplici; la vera sfida, sarà riuscire a concretizzare quelle maggiormente interessanti ai fini delle nostre potenzialità commerciali e produttive.” Laura Perego segue da pag. 1 Un edificio di cinque piani, con più di 1.000 parcheggi, che occupa una superficie lorda di 80.000 mq in cui trovano spazio: • 545 posti letto destinati a degenza ordinaria; • 55 posti letto destinati all’area critica; • 54 posti letto tecnici; • 16 sale operatorie; • 2.000 mq destinati a laboratori diagnostici; • 2.500 mq destinati a diagnostica radiologica; • 3.200 mq destinati ad attività di medicina nucleare e radioterapia; • 27 impianti elevatori. Cinque piani, di cui uno interrato, per 4 diramazioni. Il tutto inserito in un contesto naturale ricco di aree verdi, delle quali è previsto l’incremento con la piantumazione di idonee essenze a basso tasso allergologico. L’intero compendio del nuovo ospedale occupa 22 ettari di terreno. Il bando di concorso in project financing istituito da Infrastrutture Lombarde è stato vinto da Pirelli Re, che ha creato un’associazione temporanea di imprese per la progettazione e la realizzazione dell’ospedale e che si occuperà della successiva gestione dei servizi non sanitari per 22 anni, composta da Aster Associate Termoimpianti S.p.A., GDM Costruzioni, Telecom Italia S.p.A., Nelsa S.r.l. L’inizio dei lavori è stato difficoltoso e ha riservato alcune sorprese. Prima fra tutti la scoperta di ritrovamenti archeologici, per i quali è stato necessario modificare il progetto, durante gli scavi per le fondamenta. Diverse sono state le deviazioni dal progetto originale anche nelle fasi successive di lavorazione: nel corso dei lavori si è intervenuti infatti più volte con variazioni relative alle partizioni, alla predisposizione dei solai, alle caratteristiche stesse dei prodotti selezionati in fase di prequalifica. Tutti i materiali forniti hanno subito ovviamente un attento processo di controllo; i calcestruzzi in particolare sono stati oggetto di attente analisi di qualifica e la scelta tra i fornitori che potevano garantire le prestazioni richieste è stata effettuata attraverso una serie finale di prove affidate a un laboratorio esterno, a garanzia dell’ estrema affidabilità della qualità del prodotto utilizzato. La collaborazione con i fornitori selezionati è stata molto importante per la gestione delle problematiche riscontrate e proprio per agevolare ed ottimizzare la risoluzione dei frequenti imprevisti Stonehenge lariana Il nuovo Sant’Anna restituisce alla città di Como reperti archeologici rinvenuti nell’ambito degli scavi per la costruzione dell’ospedale. Si tratta di ritrovamenti databili tra il V e il VI secolo a.C.: il cerchio ritrovato ha un diametro di circa 70 metri, e ricorda il paesaggio archeologico situato nei pressi di Newgrange in Irlanda. È stato confermato che si tratta di una struttura utilizzata per lo studio della volta celeste e sembra essere la scoperta più importante, sul fronte dell’archeologia, in tutto il territorio della provincia comasca e unica in Italia. Ora si prevede la realizzazione di un sito archeologico aperto al pubblico, proprio accanto al nuovo presidio sanitario con la costruzione di una cupola di vetro che protegga tutto il ritrovato e che sia visibile e attraversabile sia dall’interno dell’ospedale che dall’esterno. è stato creato un ufficio tecnico in cantiere. Sulla base del capitolato iniziale sono state quindi proposte modifiche e soluzioni, elaborate in collaborazione con i fornitori, per risolvere le problematiche tecniche che man mano si riscontravano in corso d’opera. “In effetti l’ospedale ha anche una forma piuttosto complessa dal punto di vista architettonico, con molte sezioni angolari e allineamenti estremamente diversi l’uno dall’altro” spiega l’Ing. Robuschi, direttore tecnico del cantiere. Questa complessità ha causato ad esempio un lungo lavoro per la posa dei pannelli prefabbricati di facciata, realizzati da Zecca Prefabbricati S.p.A. con cemento Holcim 52,5 tipo I. “La qualità del prodotto è ottima” dichiara Robuschi, “ma non poca è stata la difficoltà di montare su una costruzione di notevoli dimensioni gettata in opera, 1015 pannelli di 456 tipologie diverse” Holcim Calcestruzzi S.r.l., oggi Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l., ha iniziato la sua fornitura a S.A.N.CO a maggio 2007. Nelle prime settimane la fornitura si è concentrata su calcestruzzi non strutturali per preparare il terreno di fondazione, particolarmente ricco d’acqua, alle successive fasi di costruzione. Per questa operazione sono stati utilizzati in totale circa 9.500 mc di calcestruzzo di classe Optìmio X0 con classe di resistenza C 12/15 e circa 2.000 mc di calcestruzzo con classe di resistenza C 16/20 e C 20/25. Successivamente sono iniziate le fondazioni e le palificazioni per le quali sono stati utilizzati circa 66.000 mc di calcestruzzo Optìmio XC in classe di resistenza C 25/30 e C 28/35. Dopo le fondazioni si è passati alle strutture di elevazione: per i pilastri, i muri e i solai sono stati utilizzati circa 57.000 mc di calcestruzzo Optìmio XC con classe di resistenza C 30/37 e 12.000 mc di calcestruzzo con classe di resistenza C 32/40. Un quantitativo totale imponente: circa 167.000 mc di calcestruzzo. Rigorose prove sono state condotte sia in corso d’opera, come impone la normativa, che in contraddittorio con il fornitore, anche perché, proprio in relazione alle modifiche e ai cambiamenti che si sono resi necessari nel corso delle lavorazioni, si è dovuti intervenire con adattamenti dei mix design relativi a variazioni di granulometria degli aggregati per esigenze di pompaggio piuttosto che sostituzione della tipologia di cemento utilizzato per abbreviare i tempi di presa. Per la tipologia del cantiere e per i criteri di lavorazione scelti, oltre il 70% del calcestruzzo fornito è stato messo in opera tramite pompaggio. È evidente come un intervento di tale portata abbia richiesto una gestione attenta da parte di Holcim, sia dal punto di vista tecnologico, sia dal punto di vista dell’assistenza in cantiere. “Superate le piccole difficoltà iniziali, la partnership con Holcim è stata molto soddisfacente durante tutto il percorso” spiega il capocantiere, geom. Giuseppe Gentilini. “Abbiamo adattato il nostro lavoro e i prodotti necessari alle esigenze di cantiere e in questo Holcim ci ha supportato e coadiuvato. Man mano che i lavori procedevano abbiamo infatti avuto anche difficoltà logistiche legate agli spazi sempre più ristretti per il piazzamento delle pompe e per la gestione di più getti in contemporanea per tutto il cantiere. Abbiamo risolto passo dopo passo i diversi problemi e ora siamo giunti alla fase conclusiva; dal 1 dicembre, per 6 mesi, saremo impegnati con i collaudi finali.” Cantiere S. Anna Como - da sin Geom. Gentilini, capo cantiere e Ing. Robuschi, direttore tecnico operativo Simona Cardone 2009 02 | Forcust Holcim 5 Ingegneria al femminile: a 100 anni dalla laurea della prima donna ingegnere in Italia… Il 5 settembre 1908 si laureò, in Ingegneria Civile, Emma Strada, prima donna ad ottenere il titolo di Ingegnere nel nostro Paese e in Europa. Emma si presentò al Politecnico di Torino nel lontano ottobre 1903 chiedendo di essere iscritta per frequentare i corsi di ingegneria. Nonostante l’inevitabile stupore e la perplessità suscitata, la sua iscrizione venne accettata (anche perché il regolamento non lo vietava!). Emma Strada fu assistente alla cattedra di Ingegneria Sanitaria dal 1908 al 1914. Fino al 1940 si dedicò a progetti di edifici, come libera professionista, trascorrendo lunghi periodi in Calabria per monitorare la costruzione di linee ferroviarie e dedicandosi anche agli studi sulla fabbricazione del gas liquido.(1) Oggi, a 100 anni dalla laurea della prima donna ingegnere, l’economista e docente al Politecnico di Torino, Merceds Bresso, dice: “Occorre che le donne abbiano più fiducia nelle proprie capacità scientifiche. Bisogna che comincino le scuole superiori a farlo.” Pare che il vero problema per le donne oggigiorno non sia tanto l’accesso alle facoltà scientifiche, quanto il raggiungimento di importanti vette aziendali e universitarie.(2) Sicuramente dalla laurea di Emma Strada sono stati fatti grandi progressi: oggi le matricole donne alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino sono circa il 21%, pari a circa 1.000 ragazze contro le 33 del 1975, le 78 del 1985, le 387 del 1995 e le 623 del 2005.(3) Emma Strada è anche tra le fondatrici di AIDIA, Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, nata il 26 gennaio 1957 come osservatorio della condizione femminile nel settore tecnico e come strumento di approfondimento nel campo socio-culturale. Manuela Castelletti 1) Da “La Stampa” 2 ottobre 1958 2) Fonte: Ansa 3) Da “Il Giornale dell’Ingegnere” N.7 del 15 Aprile 2009 LA PAROLA A... Paolo Zambianchi Responsabile Licenses & Permitting Holcim Aggregati Calcestruzzi Il settore delle costruzioni sta subendo direttamente, come ben sappiamo, le conseguenze della fase di recessione globale in corso. Esiste, però, un altro fattore che, seppur in modo indiretto, rischia di incidere negativamente sul settore dell’edilizia e delle opere civili: il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni estrattive per le cave di sabbia e ghiaia. Per quanto concerne la Regione Lombardia, l’iter di approvazione dei Piani Cave prevede un 6 Holcim Forcust | 02 2009 complesso percorso burocratico che si sviluppa sia a livello Provinciale sia Regionale. I ritardi registrati per l’approvazione dei nuovi piani cave, per le Province dove operiamo, ammontano a 3 anni per Pavia, circa 5 per Varese, 6 anni per Milano e 7 per Bergamo. Una volta approvato il Piano Cave Provinciale (che ha validità decennale) il titolare di una cava qui inserita può iniziare il complesso iter per il rilascio delle autorizzazioni all’escavazione vera e propria. Si tratta dell’approvazione del progetto di Ambito Estrattivo (con il relativo superamento della Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale) e l’approvazione del progetto esecutivo di escavazione e recupero ambientale (con eventuali autorizzazioni e atti connessi come lo svincolo paesaggistico, idrogeologico, convenzione con il Comune, ecc). Questo iter, che dovrebbe concludersi secondo i tempi previsti dalla normativa in pochi mesi (tra 6 e 9), in realtà si prolunga indefinitamente fino a durare anche più di 3 anni! Le conseguenze dei ritardi nel rilascio delle autorizzazioni sono molteplici e rischiano ora di amplificarsi ulteriormente in funzione della partenza in Lombardia delle “grandi opere” connesse all’EXPO di Milano del 2015. Le società che operano nel settore estrattivo per la produzione di inerti selezionati si trovano già ora, a dover fronteggiare le richieste del mercato, in assenza dei permessi di escavazione in cava, sopperendo, quando possibile, con l’acquisto di materiale naturale “grezzo” proveniente da scavi autorizzati (terre e rocce da scavo) connessi con la realizzazione di opere edili o civili. Il primo rischio concreto è, quindi, quello di una “scarsità” di materie prime (e di prodotti finiti) per fronteggiare le richieste dei cantieri connessi con le “grandi opere” quando questi saranno tutti operativi. Il materiale naturale “grezzo” proveniente da scavi, inoltre, è spesso più ricco in “scarti” (frazione fine) e presenta delle caratteristiche non costanti rispetto a quello del giacimento di cava. L’operatore deve essere,quindi, in grado di garantire, presso gli impianti di lavorazione in cava, accurati processi di gestione, lavorazione e controllo al fine di raggiungere gli standard qualitativi necessari per la fornitura di inerti selezionati per calcestruzzo. E’ per questo motivo che Holcim ha, da sempre, puntato sulla standardizzazione e qualità dei prodotti finiti. Uno dei nostri punti di forza, inoltre, è quello di essere un gruppo integrato. Solo così si possono garantire standard qualitativi e un controllo costante dei prodotti, partendo dalla produzione di cemento e aggregati selezionati fino ad arrivare alla produzione e fornitura di calcestruzzo. Forcustech Un cemento d’altri tempi “Non li fanno più i cementi di una volta”. Ma com’erano i cementi “una volta”? La storia dei leganti risale addirittura all’epoca egizia quando si riuscirono a produrre leganti aerei (capaci cioè di indurire all’aria) efficaci ma poco durevoli. È con la scoperta della pozzolana (polvere ricavata da rocce di origine vulcanica) che le cose cominciano a cambiare: gli antichi Romani, infatti, si accorsero che sostituendo la pozzolana alla sabbia e mescolandola con la calce, producevano una malta idraulica, ossia capace di indurire anche sott’acqua, con resistenza meccanica maggiore di quella ottenuta con l’uso della sola calce aerea. È proprio grazie alla pozzolana se noi, oggi, a distanza di secoli abbiamo il privilegio di ammirare opere architettoniche e di ingegneria di straordinaria bellezza (edifici religiosi, ponti, acquedotti ecc…). Ora, come allora, le inimitabili caratteristiche della pozzolana vengono ancora sfruttate nella produzione di calcestruzzi, ovviamente migliorati e resi più versatili dalle moderne tecnologie di produzione e messa in opera. Pur non avendo le conoscenze e i mezzi di cui disponiamo noi oggi, comunque, i nostri predecessori furono in grado di produrre calcestruzzi durevoli. Oggi sappiamo che la pozzolana è in grado di offrire una notevole resistenza agli attacchi solfatici, e alla penetrazione dei cloruri (acqua di mare, sali disgelanti) responsabili – questi ultimi – della corrosione dei ferri d’armatura oltre che dello sgretolamento della pasta cementizia. Inoltre il cemento pozzolanico è in grado di contrastare il dilavamento dell’acqua ed inibire la reazione alcali-silice che provoca, qualora ci si trovi in presenza di aggregati reattivi, sgraditi fenomeni espansivi. Il cemento pozzolanico, in aggiunta alle caratteristiche già elencate, ha anche un basso sviluppo di calore d’idratazione, proprietà assai apprezzata nei getti massivi quali platee con spessori considerevoli, dighe ecc…. In queste particolari costruzioni, infatti, la capacità di dissipare il calore verso l’esterno diminuisce all’aumentare dello spessore della struttura: cementi con sviluppo di calore elevati porterebbero a gradienti termici (differenza tra la temperatura interna e la superficie esterna del calcestruzzo) elevati. Quest’ultimo aspetto è molto rilevante, dato che qualora le sollecitazioni dovute all’effetto del gradiente termico superassero la resistenza a trazione del calcestruzzo provocherebbero fessurazioni sia sulla superficie delle strutture che al loro interno, rendendo i getti di calcestruzzo – ma soprattutto le armature – vulnerabili agli attacchi degli agenti chimici (anidride carbonica, cloruri, solfati ecc…) e compromettendone la durabilità, concetto fondante per le nuove norme tecniche per le costruzioni. È di primaria importanza, dunque, usare il cemento giusto nel modo giusto e nel momento giusto. Per un calcestruzzo durabile a basso calore di idratazione: CEM 32,5 R IV/B. Massimo Perizzolo Usa il CEM 32,5 R IV/B per confezionare calcestruzzi per getti massivi, come le fondazioni: avrai uno sviluppo inferiore del calore d’idratazione e quindi meno problemi di fessurazione. 2009 02 | Forcust Holcim 7 FORCUST® Periodico di informazione trimestrale di Holcim (Italia) S.p.A. Via Volta, 1 22046 Merone (CO) www.holcim.it www.holcimformarket.it Direttore responsabile: Andrea Dainese Redazione Interna: Simona Cardone Manuela Castelletti A questo numero hanno collaborato: Giuseppe Gentilini Uriel Cinti Laura Perego Massimo Perizzolo Diego Robuschi Diego Rosani Alberto Vanzo Paolo Zambianchi Studio Grafico: Contatto Febe S.r.l. - MI Stampa: Grafiche Ata snc - MI Misto Gruppo di prodotti provenienti da foreste correttamente gestite e da altre origini controllate www.fsc.org Cert no. SA-COC-001833 © 1996 Forest Stewardship Council dal mondo Il primo museo sottomarino del mondo Altezza: 7 m Diametro: 40 m Superficie: 22.000 m Capacità: 3 milioni di visitatori l’anno Sono le dimensioni di un’opera unica nel suo genere, che dovrebbe sorgere tra qualche anno in Egitto: un gigantesco museo sottomarino che sarà realizzato in parte sopra e in parte sotto l’acqua. Sembra, infatti, che importanti resti dell’antica città di Alessandria d’Egitto, come la biblioteca più grande del mondo con il palazzo di Cleopatra, Il progetto prevede che il museo venga costruito in parte sopra e in parte sotto la superficie dell’acqua. Le due parti saranno collegate attraverso un tunnel sottomarino tutti immersi nelle profondità marine a pochi metri dalla riva, potranno essere ammirati grazie al museo subacqueo progettato dall’architetto francese Jacques Rougerie. Oltre 140.000 milioni di dollari per una costruzione unica al mondo che possa permettere di passeggiare sott’acqua tra i reperti di una delle civiltà più affascinanti del pianeta, finiti sul fondo del Mediterraneo a causa di due forti terremoti del passato, che distrussero anche il palazzo reale di Cleopatra e il Faro d’Alessandria. Veri e propri tesori seppelliti negli abissi potranno finalmente essere accessibili a tutti, grazie ai tunnel e ai cunicoli del museo sottomarino, che rappresenterebbe, senza dubbio, un importante passo avanti nello sviluppo delle mostre del patrimonio culturale subacqueo. I lavori del progetto, affidato appunto all’architetto francese Jacques Rougerie, dovrebbero partire nel 2010 e concludersi nel 2012. Tra le infinite e importanti questioni da affrontare non mancheranno sicuramente la sicurezza dei visitatori durante la loro esplorazione delle sezioni subacquee del museo, e le limitazioni riguardanti la visibilità sott’acqua. L’Unesco (ente delle Nazioni Unite per l’educazione della scienza e della cultura) ha organizzato una commissione internazionale per il consulto scientifico, che ha lo scopo di aiutare il Governo Egiziano nella concretizzazione del progetto. Manuela Castelletti