Comune di Bologna
Assessorato Scuola formazione e politiche delle differenze
Indagine sui motivi di rinuncia
all’asilo nido delle famiglie del
Comune di Bologna
Maggio 2007
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Servizio Studi per la programmazione – Provincia di Bologna
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Comune di Bologna
Scheda sintetica della metodologia di indagine
224 interviste telefoniche
Unità oggetto di indagine:
- famiglie residenti a Bologna
-Indagine censuaria
- con bambini minori di 3 anni
-Interviste svolte in Aprile 2006
- a maggio 2005 hanno presentato
domanda di iscrizione al nido e poi
vi hanno rinunciato
-E’ stato intervistato il componente della
famiglia che fosse informato su entrambi i
genitori e riguardo la cura del bimbo
Popolazione di riferimento:
Bambini rispondenti a questi criteri: 296
Nominativi utili da intervistare (con numero
telefonico e senza duplicazioni): 286
2
Tasso di risposta per classe di età dei bimbi
tasso di
contattati intervistati
risposta
grandi
120
88
73,3
medi
51
41
80,4
piccoli
115
95
82,6
TOT
286
224
78,3
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Comune di Bologna
Indice
1. Caratteristiche strutturali della famiglia
2. Condizione occupazionale e strategie di conciliazione
dei genitori
3. Situazione economica della famiglia
4. Gestione e cura del bambino
5. Motivi di rinuncia al nido e intenzioni per il futuro
6. Conoscenza e opinioni sui servizi all’infanzia del
Comune di Bologna
3
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Comune di Bologna
1. Caratteristiche strutturali della
famiglia
4
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Comune di Bologna
Tipologia del nucleo familiare
(valori percentuali; n=224)
genitore
singolo con 2 o
più figli
genitore
singolo con 1
figlio
coppia con 2 o
più figli
coppia con 1
figlio
5
Le famiglie coinvolte dal
sondaggio sono di
dimensioni contenute
(prevalgono le coppie con 1
figlio), scarsamente intaccate
da fenomeni di disgregazione
familiare quali divorzi e
separazioni.
0,9
4,5
31,7
Nel complesso sono presenti
316 figli; il numero medio di
figli per famiglia è 1,41,
confermando (per il momento,
data l’età non avanzata delle
62,9 coppie) il problema della
fecondità italiana dovuto
soprattutto all’arresto delle
seconde nascite.
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Età dei genitori (valori percentuali; n=224)
45 e oltre
8,7
1,3
Le caratteristiche socio anagrafiche dei genitori
risultano omogenee, in relazione soprattutto all’età e
al titolo di studio
70,2
35-44
63,8
21,2
25-34
16-24
6
34,4
0,0
0,4
padre
madre
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Titolo di studio dei genitori (valori percentuali; n=224)
Grado di istruzione
estremamente elevato
per entrambi i genitori:
circa il 90% possiede
un titolo di studio
superiore.
Per i laureati differenze
ancora più marcate
rispetto alla
corrispondente
porzione di
popolazione del
Comune di Bologna
(dati del Censimento
2001), da cui emerge
che il 27,3% delle
donne e il 23,5% degli
uomini è laureato.
7
100%
0,9
8,9
1,4
10,1
licenza
elementare
80%
33,5
43,3
60%
licenza di
scuola media
inferiore
40%
diploma di
scuola media
superiore
56,7
45,2
20%
0%
madre
padre
laurea/diploma
universitario
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2. Condizione occupazionale e
strategie di conciliazione dei
genitori
8
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Condizione professionale dei genitori (valori percentuali; n=224)
MADRI INATTIVE: 100%
sono il 13% del totale,
90%
corrispondenti a 30
80%
individui (numero
esiguo che impedisce
70%
valutazioni statistiche).
L’80% delle madri non
occupate dichiara di
avere intenzione in
futuro di cercare un
lavoro.
0,0
0,5
0,4
6,7
5,8
altro inattivo/a
casalinga
74,5
60%
50%
disoccupato/a
69,6
40%
occupato/a
dipendente
30%
20%
10%
25,0
17,0
occupato/a
autonomo
0%
madre
MADRE
Il tasso di occupazione
femminile elevato (87%=+13%
rispetto al dato censuario).
40% delle madri occupate
lavorano nel settore pubblico.
9
un genitore
occupato
14%
padre
entrambi
occupati
86%
PADRE
Tutti i padri (tranne uno)
risultano occupati, i 2/3 alle
dipendenze e 1/3 in proprio.
Stesso rapporto, 2 a 1, tra il
settore privato e il settore
pubblico
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Tipologia contrattuale (valori percentuali)
padre
1,2
lavoro
occasionale
1,9
6,7
a tempo
determinato
12,3
90,9
a tempo
indeterminato
85,8
Lavoro
Tempo
pieno
Lavoro
Part time
Turni
10
Anche la tipologia contrattuale conferma una
condizione socio-economica delle famiglie
intervistate positiva: la maggioranza dei genitori
lavora a tempo indeterminato.
madre
87,4
50,0
1,4
28,4
9,2
14,4
padre
madre
Le posizioni professionali maggiormente diffuse
sono quelle impiegatizie tra i dipendenti (valori più
elevati per le madri) e la libera professione nel caso
dei lavoratori autonomi. Nel caso dei padri, le quote
di dirigenti, quadri e imprenditori non sono affatto
trascurabili.
Il tempo lavorato dalle madri è inferiore a quello dei
padri sia in termini assoluti che percentuali: il 46%
delle madri lavora meno di 30 ore settimanali,
contro un 4% dei padri, le rimanenti madri
raramente superano le 40 ore. Di contro oltre la metà
dei padri lavora per circa 40 ore alla settimana e il
39% supera tale soglia.
Questo scenario è da imputare sia alla struttura del
mercato del lavoro, che ai modelli familiari
maggiormente diffusi in Italia.
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Conciliazione lavoro famiglia (valori percentuali)
Può assentarsi dal lavoro:
49,3
molto/abbastanza
facilmente
POSSIBILITA’ DI ASSENTARSI
Pur essendo il campione estremamente
professionalizzato, dalle risposte emerge
che il lavoro non frappone impedimenti
insormontabili alla gestione familiare.
56,6 Risultano godere di una maggiore libertà
di movimento le madri che lavorano parttime.
poco/per niente
facilmente
Astensione facoltativa
MADRE
67,9
PADRE
9,3
11
49,3
40,7
Incrociando la flessibilità sul lavoro
delle madri e dei padri, nel 30% dei casi
entrambi godano di una buona libertà,
mentre nel 64% dei casi almeno uno dei
due genitori può lasciare il posto di lavoro
in caso di necessità.
Il 41% delle madri ha dichiarato che non esistono aspetti della loro attività che le
rendono difficile conciliare famiglia e lavoro.
STRUMENTI PER CONCILIARE FAMIGLIA LAVORO:
L’astensione facoltativa è uno strumento molto utilizzato dalle madre anche per
periodi medio-lunghi (3-6 mesi).
I congedi di paternità vengono utilizzati in modo selettivo, per periodi ridotti,
esclusivamente al fine di colmare una temporanea impossibilità della madre a
svolgere il proprio ruolo naturale di accudimento dei figli.
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3. Situazione economica della
famiglia
12
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Autovalutazione della condizione economica della famiglia
(valori percentuali; n=224)
fate molta fatica
a tirare avanti
8,5
fate abbastanza
fatica
43,8
37,5
fate poca fatica
8,5
non fate fatica
non sa/
non risponde
13
I 2/3 degli intervistati che
denunciano qualche problema
economico ritengono che la
nascita del bimbo abbia
gravato in modo significativo
sul bilancio familiare
1,8
Le dichiarazioni sulla propria condizione economica
rispecchiano valori rilevati da precedenti indagini del
MeDeC attribuibili al totale della popolazione bolognese.
Il 68% delle famiglie possiede la casa in cui abita (incluso un
40% che è costretto a pagare il mutuo); il 20,5% risulta in
affitto.
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4. Gestione e cura del bambino
14
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Gestione e cura del bambino durante la settimana
lavorativa (valori percentuali; n=224)
36,2
madre
21,0
nonni
padre
1,8
asilo
privato
28,6
7,6
babysitter
parenti/
amici
altro
15
1,3
3,1
La madre si conferma la figura centrale
nella cura del bambino, grazie anche alla
struttura dell’occupazione femminile;
anche i nonni risultano fondamentali.
In caso di impedimento della persona che
solitamente si cura del bambino, sono
ancora le risorse della rete famigliare ad
attivarsi nella stragrande maggioranza dei
casi (madre 45%, nonni 38%, padre 25%).
I motivi di un mancato aiuto da parte dei
nonni sono attribuibili a fattori contingenti
quali la lontananza, l’età avanzata,
problemi di salute o l’attività lavorativa.
Il 37,5% delle famiglie si affida a risorse
esterne.
Fanno maggiormente ricorso all’asilo
privato le famiglie la cui madre è occupata
a tempo pieno.
Nella maggioranza dei casi la baby sitter
viene trovata tramite conoscenti.
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Grado di soddisfazione relativo alla cura e gestione del
bambino (valori percentuali; n=224)
Solo il 14,3% annovera insoddisfazione. Sono soprattutto le famiglie che hanno una condizione
economica più precaria a lamentarsi. Tra i motivi di insoddisfazione prevalgono la preferenza verso
un asilo pubblico e il maggior costo delle alternative ad esso, ma anche una difficile conciliazione fra
lavoro e cura dei figli, che per un caso si traduce nell’impossibilità di lavorare.
poco
11,2%
abbastanza
50,0%
16
per niente
3,1%
non sa
0,9%
molto
34,8%
Più dell’80% delle famiglie dichiara di
essere soddisfatto. La rinuncia
all’inserimento del bambino al nido, per
una propria scelta ponderata o per motivi
fortuiti, non sembra gravare sulla
maggioranza delle famiglie intervistate.
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5. Motivi di rinuncia al nido e
intenzioni per il futuro
17
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Principali motivi di iscrizione al nido
(valori percentuali; n=224; più risposte possibili)
46,4
lavoro, senza familiari disponibili
12,9
lavoro, con familiari disponibili
sgravare i familiari
3,1
10,3
ambiente socializzante
6,3
ambiente educativo
ubicazione e sicurezza
30,8
7,1
costo inferiore agli altri servizi
18
Risposte a supporto del nido quale
agenzia educativa e socializzante nella
motivazione dell’iscrizione.
2,7
averne l'pportunità, all'occorrenza
avere accesso agli altri servizi
Motivi riferiti alla tradizionale mission del
nido come luogo di custodia sicuro dove
lasciare il bambini, supporto alla madre
lavoratrice.
2,2
Motivazioni di
iscrizione al nido legate
alla ricerca di più
alternative
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Principali motivi di rinuncia al nido (valori percentuali; n=224)
preferenza del supporto
familiare
preferenze ambiente familiare
1,8 7,1
5,4
motivi di salute
troppo piccolo
accoglienza della domanda
5,4
7,1
già affidato a babysitter
14,7
ritardo accettazione domanda
già inserito in struttura privata
retta troppo elevata
10,7
retta troppo elevata
orario poco flessibile
non gradito nido assegnato
caratteristiche del nido
4,5
9,4
19,2
ubicazione nido
nuova gravidanza madre
cambiamenti nelle condizioni
familiari
3,6
17,9
11,2
disponibilità nonni
cambia condiz. lavorativa
19
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Commento ai motivi di rinuncia al nido
- Cambiamenti nelle condizioni familiari. Più del 30% delle risposte concerne una rinuncia
dovuta o a una modifica nelle proprie condizioni lavorative o a una disponibilità dei nonni ad
occuparsi del bambino o a una nuova gravidanza della madre. Vengono per cui a cadere le
motivazioni iniziali.
- Caratteristiche del nido e retta elevata. Coprono circa il 30% delle risposte. Pur avendo
avuto, nella domanda di iscrizione, la possibilità di scegliere fra diverse offerte, alcune
famiglie in seguito disconoscono le opzioni scelte, poichè in alcuni casi la rinuncia avviene per
il non gradimento del nido assegnato. Si aggiungono le risposte relative ad un’organizzazione
strutturale dei nidi poco flessibile e alla retta del nido pubblico troppo elevata.
- Accoglienza della domanda di iscrizione. In attesa dell’accettazione del bambino
probabilmente le famiglie si organizzano sperimentando altre modalità di gestione e di cura
che non si sentono in seguito di abbandonare. Un 14,7% delle famiglie motiva infatti la
rinuncia con il fatto che il bambino era già stato inserito in una struttura privata, un 7,1%
indica esplicitamente che il posto si è liberato in ritardo e un 5,4% che il bambino era già stato
affidato a una babysitter. Emerge dunque una questione di continuità con la risorsa già
utilizzata.
- Preferenza del supporto familiare. Una minoranza delle risposte (7,2%) riguarda motivi di
salute del bambino o considerazioni in merito ad una età che ha ancora bisogno di un grosso
supporto familiare.
20
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Grado di accordo su alcune immagini relative al nido
(valori percentuali; n=224)
un diritto per i
bambini
e le famiglie
è un luogo
educativo,
utile per
socializzare
un luogo dove
parcheggiare
i bambini
un luogo dove il
bambino è
poco seguito
individualmente
21
92,0
2,2
5,8
molto/
abbastanza
poco/
per niente
88,4
6,7
4,9
17,4
76,8
5,8
15,2
67,0
17,9
non sa/
non risponde
La rinuncia al servizio
non sta a significare un
rifiuto o a una critica
alle strutture di cura
esterne alla famiglia.
Gli intervistati
riconoscono la
concezione del nido
come agenzia
educativa nei suoi
diversi aspetti.
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Intenzioni future sull’iscrizione del bambino al nido comunale
(valori percentuali; n=224)
non sa/non
risponde
4,9%
Sicuramente
no
40,2%
I motivi principali di non
iscrizione futura al nido sono
contingenti. Prevale l’inserimento
del bambino alla scuola materna
(68,7%) o alla sezione primavera
(4%) o il permanere della
disponibilità dei genitori o dei
parenti (8,1%) ad occuparsene.
Una parte delle famiglie motiva
con una continuità di frequenza
del nido privato (8,1%).
22
Probabilmente
no
4,0%
Sicuramente si
45,5%
Probabilmente
si
5,4%
Il 50,9% delle famiglie che sicuramente o
probabilmente l’anno prossimo iscriverà il
bimbo al nido adduce come motivi:
esigenze di lavoro (37,7%), crescita del
bimbo (30,7%), speranza di assegnazione
di un nido di proprio gradimento (19,3%),
necessità di sgravare i nonni/parenti
(14,9%), costo di un nido pubblico
inferiore al nido privato o alla babysitter
(14%)
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6. Conoscenza e opinioni sui servizi
all’infanzia del Comune di
Bologna
23
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Conoscenza di alcuni servizi per l’infanzia del Comune di Bologna
(valori percentuali; n=224)
Centri bambini-genitori
non risponde
0,9%
no
39,3%
Alle strutture tradizionali, il Comune di Bologna ha affiancato
altri servizi che sostengono la genitorialità, con specifiche
funzioni socio-educative.
Gli spazi lettura per i piccoli vantano una
conoscenza più diffusa sul territorio, rispetto ai
centri genitori-bambino.
Emerge comunque un deficit di conoscenza da
parte dei genitori intervistati sulle risorse per la
si
prima infanzia
59,8%
Spazi lettura per bambini
non conosce
23%
non risponde
1%
conosce e
frequenta
32%
conosce e non
frequenta
44%
24
Meno della metà di coloro che ne sono a
conoscenza (il 47,7%) ne usufruisce (nello
specifico, il 14,9% ne usufruisce spesso, il
24,6% talvolta, l’8,2% raramente).
Fra gli spazi lettura il più
“famoso” risulta essere la Sala
Borsa Ragazzi, che
evidentemente è un polo di
attrazione per tutta la città, più
frequentato anche delle
biblioteche di quartiere.
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
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Valutazione della rete dei servizi per l’infanzia
(valori percentuali; n=224)
sufficiente
20,5
sufficiente, ma
da potenziata
25
50,0
carente
21,9
non sa/non
risponde
21,9
Le proposte di chi è parzialmente o
totalmente critico vanno in direzione di un
aumento del numero dei nidi e dei posti a
disposizione (46,6%), di un potenziamento di
altri servizi per l’infanzia (11,8%), di un
miglioramento dei servizi nido già presenti in
termini di flessibilità (6,8%) o di strutture o
personale (7,5%), di una riduzione delle tariffe
(8,7%) o di un cambiamento delle modalità e
criteri di accesso (7,5%).
MeDeC - Centro Demoscopico Metropolitano
Comune di Bologna
dunque…
rinuncia ponderata, che non grava più di tanto sulla
maggioranza delle famiglie intervistate, collocabile all’interno
di una strategia complessa della gestione quotidiana
ma…
una rinuncia che ha ripercussioni:
- sul singolo servizio e sui sistemi dei servizi in generale in
termini amministrativi, gestionali, organizzativi, educativi e
didattici;
- sui bambini in lista di attesa;
- sulle stesse famiglie rinunciatarie accolte in seconda battuta;
-sulle famiglie i cui figli vengono inseriti in nidi di seconda,
terza o quarta scelta.
26
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