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QUADERNI LARGA BANDA:
EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
RAPPORTI REGIONALI
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Questa iniziativa editoriale è stata realizzata
nell’ambito del Progetto CRC (Centri Regionali
di Competenza per l’e-government e la società
dell’informazione), promosso e finanziato
dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie (MIT).
Il Comitato di Direzione del Progetto CRC,
presieduto da Giulio De Petra del CNIPA, è composto
come segue: Carlo Buttari, Marco Cinquegrani,
Carlo Durante, Stefano Kluzer, Sandra Lotti,
Lucia Pasetti, Anna Picot, Luca Rigoni, Elena Tabet.
Il Formez, su incarico del MIT,
è il soggetto attuatore del Progetto CRC.
Responsabile dell’attuazione è Carlo Buttari.
Il volume “Quaderni Larga Banda:
Emilia-Romagna Opportunità e Strategie” è stato
realizzato a cura del CRC Emilia-Romagna
(Centro Regionale di Competenza per l’e-government
e la Società dell’Informazione) con il supporto
di Between, società che promuove e realizza
l’Osservatorio Banda Larga.
Coordinamento editoriale a cura di
Mauro Savini e Maria Beatrice de Camillis
(staff centrale Progetto CRC)
Impaginazione e stampa a cura di
PrePress Group
Via Breda, 120 - Milano
Finito di stampare nel mese di ottobre 2004
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Il Centro Regionale di Competenza Emilia-Romagna
Il 10 luglio 2002 è stata siglata la “Convenzione tra il
Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e il Presidente
della Regione Emilia-Romagna, per la costituzione del
Centro Regionale di Competenza Emilia-Romagna (CRC ER) per l’e-government e la società dell’informazione”. La
convenzione configura le caratteristiche e le modalità
operative, con particolare riferimento al coinvolgimento
attivo degli Enti Locali.
L’attività del CRC è strumento operativo del Tavolo
Tecnico regionale di e-government in cui sono rappresentati la Regione, le Province, i comuni capoluogo, ANCI,
UPI e UNCEM ed è coordinato dalla Direzione Generale
“Organizzazione Sistemi Informativi e Telematica”.
Il CRC Emilia-Romagna è impegnato a:
• supportare lo sviluppo del Piano Telematico regionale
e i progetti in esso contenuti che rappresentano il
modello di e-government condiviso dagli enti locali
della nostra regione;
• fornire ai decisori strumenti di comprensione dello sviluppo della società dell’informazione in regione e di
supporto alla definizione delle politiche;
• sviluppare attività di informazione, promozione e formazione su temi specifici, quali la qualità dei servizi
on line della Pubblica Amministrazione (accessibilità,
usabilità e gestione) e di supporto alle iniziative del
Piano Telematico regionale.
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è promosso e realizzato da Between, azienda che offre
servizi specialistici di consulenza strategica e tecnologica sull’ICT, con l’obiettivo di:
- monitorare la progressiva estensione territoriale delle
infrastrutture e dell’offerta di servizi a banda larga;
- valutare la dinamica del potenziale di mercato privato
e pubblico per la banda larga;
- segmentare il territorio in relazione all’estensione
della banda larga e misurare il gap tra le diverse
realtà locali;
- promuovere la conoscenza dei modelli di sviluppo relativamente a infrastrutture, servizi e contenuti, al fine
di accelerare lo sviluppo dei singoli mercati locali;
- misurare l’efficacia di interventi correttivi ed incentivi.
L’Osservatorio Banda Larga opera in sinergia con le attività del Comitato Esecutivo per la Larga Banda, istituito
dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e dal
Ministero delle Comunicazioni. Il sito dell’Osservatorio è
www.osservatoriobandalarga.it
Gli sponsor dell’Osservatorio, oltre alla Regione EmiliaRomagna, sono: Ministero delle Comunicazioni, Ministro
per l’Innovazione e le Tecnologie, ANCI, Centri Regionali
di Competenza, Formez, Confservizi, Postecom (Gruppo
Poste Italiane), Teledife (Ministero della Difesa),
Unioncamere, Alcatel, HP, Italtel, Sielte, Siemens,
Albacom, Elitel, Fastweb, Netsystem, Rai Way, Telecom
Italia, Wind.
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Indice
1.
PRESENTAZIONE
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CHE COS'È LA LARGA BANDA
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I quaderni larga banda
Definizione di larga banda
Perché la larga banda è importante
Le diverse tecnologie
Il digital divide
9
9
10
11
12
2.
LA LARGA BANDA IN EUROPA
12
2.1
Alcuni esempi internazionali
di interventi a livello locale sulla larga banda
14
3.
LA LARGA BANDA IN ITALIA
16
4.
LA LARGA BANDA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
18
4.1
4.2
4.3
18
22
4.4
I servizi e le applicazioni nella pubblica amministrazione
Le politiche e i progetti delle regioni per la larga banda
Le iniziative dei comuni e delle società
di servizi pubblici locali per il cablaggio del territorio
La competitività dei territori e i benefici per i cittadini
5.
LA LARGA BANDA IN EMILIA-ROMAGNA
30
5.1
La attuale dotazione di infrastrutture
e servizi a larga banda in Emilia-Romagna
Le iniziative locali per la larga banda nell'Emilia-Romagna
Il progetto Lepida “rete privata a larga banda delle pubbliche
amministrazioni” del piano telematico Emilia-Romagna
Primo stralcio - Bologna e Romagna
Secondo stralcio – “Montagna digitale”
Terzo stralcio – Modena
Quarto stralcio – Ferrara
Quinto stralcio - Reggio Emilia
5.2
5.3
5.3.1
5.3.2
5.3.3
5.3.4
5.3.5
24
28
30
31
34
37
40
40
42
42
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5.3.6
5.3.7
Sesto stralcio – Parma
Settimo stralcio – Piacenza
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43
6.
SEZIONE TECNICA: LE TECNOLOGIE PER LA LARGA BANDA
45
6.1
6.2
6.3
6.4
Fibra ottica
Tecnologie xDSL
Wireless Local Loop (Ultimo miglio via radio)
Sistemi satellitari
46
47
48
49
BIBLIOGRAFIA
53
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Presentazione
L’Emilia-Romagna ha le carte in regola per candidarsi ad
essere laboratorio nazionale per l’e-government; un
territorio digitale con un’infrastruttura di rete a banda
larga in grado di raggiungere ogni ente locale per una
Pubblica Amministrazione capace di sostenere il decollo
di servizi innovativi.
Cablare il territorio da Piacenza a Rimini sfruttando le
canalizzazioni di Romagna Acque e delle diverse aziende
multiservizi. Stendere la fibra dove non c’è infrastruttura
disponibile. Far correre la fibra ottica lungo i binari
delle ferrovie regionali, fino a centri minori dell’Emilia.
Utilizzare il satellite per collegare i comuni montani più
periferici.
Sono queste le principali direttrici attraverso cui si
sviluppa il progetto Lepida “Rete privata a banda larga
delle Pubbliche Amministrazioni dell’Emilia-Romagna”,
una delle iniziative più significative del Piano
Telematico regionale 2002-2005.
Assicurare, tra i diversi stralci realizzativi del progetto
(Bologna e Romagna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia Parma - Piacenza, la montagna), a tutti i territori
uguali opportunità d’accesso ai servizi che saranno
offerti costituisce una delle priorità maggiori dell’azione
regionale. Per questo sosteniamo da subito la creazione
di collegamenti verso quelle aree che, per ridotte
dimensioni o condizioni geografiche rischierebbero di
essere trascurate dagli operatori privati.
Allo stato attuale sono già stati stipulati tutti gli accordi
di programma fra la Regione e gli Enti Locali interessati ai
sette stralci che compongono il progetto Lepida, compreso
quello che porta il satellite a tutta la nostra montagna.
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In questo modo la montagna potrà caratterizzarsi come
un laboratorio per la diffusione delle tecnologie digitali
ed il loro utilizzo nella vita e nell’attività quotidiana di
queste comunità.
Con il progetto Lepida la Pubblica Amministrazione della
nostra regione potrà usufruire di Internet veloce e
servizi interattivi per tutti, contribuendo a migliorare la
competitività del nostro territorio.
Duccio Campagnoli
(Assessore alle Attività Produttive, Sviluppo Economico,
Piano Telematico Regione Emilia-Romagna)
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QUADERNI LARGA BANDA:
EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
1.
Che cos’è la larga banda
I Quaderni Larga Banda
Questo Quaderno Larga Banda è un materiale illustrativo che accompagna lo sviluppo del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna, ed in particolare del Progetto Lepida
“Rete Privata a Larga Banda per le Pubbliche Amministrazioni”.
Il volume si rivolge agli amministratori e ai decisori politici per spiegare le opportunità offerte dalla Larga Banda per lo sviluppo dei loro enti e dei cittadini e le imprese
dei loro territori. Con un linguaggio che vuole essere semplice ed efficace, vengono
descritti i vantaggi derivanti dall’adozione della Larga Banda, vengono confrontate tra
di loro le principali opzioni tecnologiche in termini di vantaggi e svantaggi e vengono
presentate le diverse opportunità disponibili nei vari ambiti territoriali.
I Quaderni Larga Banda sono degli strumenti di lavoro per chi si occupa di innovazione tecnologica nelle amministrazioni a livello territoriale, e verranno costantemente
aggiornati in funzione sia dello sviluppo del Piano Telematico della Regione EmiliaRomagna, sia dell’evoluzione tecnologica ed economica di contesto della Larga Banda
in Europa ed in Italia.
Definizione di larga banda
Il termine “larga banda” definisce un insieme di tecnologie che consentono di
aumentare la velocità di comunicazione in generale, e l’accesso ad Internet in particolare, sfruttando infrastrutture e/o tecnologie innovative rispetto a quelle tradizionali ed
offre l’opportunità di usufruire di servizi ad alta interattività.
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Perché la larga banda è importante
Le applicazioni informatiche ed i servizi in rete evolvono continuamente, richiedendo una sempre maggiore capacità della banda di trasmissione. Cresce anche la necessità di interagire e comunicare con altri soggetti, di lavorare in rete, di ricercare informazioni. Mano a mano che l’offerta di servizi in rete diviene sempre più ricca ed articolata, cresce l’esigenza di essere sempre connessi e di interagire in tempo reale.
La larga banda è importante:
• per le imprese, perché costituisce una condizione ineludibile per la crescita
economica, per l’ammodernamento dei modelli organizzativi e gestionali, per
il recupero di produttività in seguito all’integrazione delle reti tra loro e verso
l’esterno, per l’aumento della competitività delle imprese stesse;
• per i cittadini, perché rappresenta una opportunità di accesso ad una molteplicità di servizi in rete sempre più interattivi e multimediali;
• per le Pubbliche Amministrazioni, perché è la condizione essenziale per l’integrazione e l’interoperabilità tra gli enti e tra i sistemi informativi.
La larga banda rappresenta quindi per tutti i soggetti una condizione abilitante per
lo sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza in tutte le sue potenzialità.
Nella figura seguente viene riportata l’evoluzione nei prossimi anni delle applicazioni, della capacità di banda necessaria e delle relative dinamiche di mercato.
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QUADERNI LARGA BANDA:
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Le diverse tecnologie
Le infrastrutture a banda larga possono essere incentrate su diverse tecnologie:
dalla xDSL (Digital Subscriber Line) che utilizza il tradizionale doppino in rame, al collegamento via satellite, al collegamento wireless in radiofrequenza (WLL), alla fibra ottica
che, avendo capacità virtualmente infinita, consente completa interattività on line e fruizione qualitativamente ottimale dei servizi erogabili. L’elemento cruciale della banda larga
infatti, al di là della tecnologia impiegata, è il vantaggio legato ai servizi e alle applicazioni che ne sfruttano le potenzialità.
I vari servizi si differenziano molto tra di loro in termini di caratteristiche e requisiti di interattività, multimedialità, bi-direzionalità della comunicazione, e così via.
Conseguentemente richiedono banda diversa e possono più o meno efficientemente essere
utilizzati attraverso le varie tecnologie disponibili.
Nella figura seguente vengono messi a confronto servizi e tecnologie di accesso.
Ad esempio il video ad alta qualità e la connessione LAN richiedono le più elevate prestazioni, per cui alcune tecnologie, come l’ADSL, possono risultare non sufficienti in tutte
le condizioni di utilizzo. La fibra ottica ed il satellite sono invece tra le tecnologie che
consentono le maggiori prestazioni.
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QUADERNI LARGA BANDA:
EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Il digital divide
Se da un lato la banda larga rappresenta un’occasione per lo sviluppo di nuovi
servizi ed applicazioni, dall’altro va sottolineato che questa tipologia di infrastrutturazione avviene, contrariamente a quelle del passato, in regime non di monopolio, ma di
competizione guidata da logiche di mercato. E’ inevitabile quindi che si venga a creare
una disparità tra zone che già incominciano a disporre della banda larga, zone che ne
disporranno progressivamente nel prossimo futuro, realtà territoriali che ne potranno
disporre nel medio periodo ed infine zone alle quali la logica economica negherà questa opportunità. E’ quindi evidente come anche all’interno di un territorio industrializzato abbia preso sempre più spessore politico il problema del digital divide e siano già
stati avviati, a livello sia nazionale che locale, interventi tesi a ridurre il divario esistente tra le diverse aree del paese.
2.
La larga banda in Europa
Quasi tutti i maggiori paesi europei hanno avviato iniziative per diffondere la larga
banda nel loro territorio.
Nei Paesi industrializzati infatti la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni, a livelli più o meno avanzati, ha introdotto logiche di mercato in un settore
dove l’infrastrutturazione del territorio avveniva con logiche monopolistiche e di servizio universale.
I Paesi, anche i più avanzati, hanno infatti territori svantaggiati, remoti o a bassa
densità, in cui le dinamiche del mercato non consentono di portare in tempi brevi infrastrutture di telecomunicazioni avanzate.
La maggior parte dei Paesi ha elaborato una politica e a volte dei piani specifici
per la larga banda nel loro ambito territoriale. Questo fatto sottolinea l’importanza che
viene attribuita a questo tema per lo sviluppo delle economie locali e nazionali.
L’Unione Europea ha posto tra gli obiettivi prioritari dello sviluppo della società
dell’informazione la diffusione della larga banda, come riportato nel piano di azione
“eEurope 2005”, che mira a garantire a tutti i cittadini la possibilità di partecipare alla
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Società dell’Informazione globale promuovendo servizi, applicazioni e contenuti sicuri
basati su un’infrastruttura a banda larga ampiamente disponibile.
Al fine di consentire lo sviluppo di infrastrutture e servizi a banda larga anche
in aree economicamente più svantaggiate, la Commissione Europea ha previsto di rendere ammissibile l’utilizzo dei fondi strutturali per lo sviluppo di progetti di infrastrutturazione TLC nel rispetto dei seguenti criteri:
• Necessità di una quadro strategico di riferimento: L’utilizzo dei fondi deve essere
collegato a obiettivi regionali di sviluppo economico (es. crescita economica,
competitività regionale, etc);
• Obiettivi geografici: I fondi possono essere impiegati a favore di aree rurali
che non dispongono di adeguate infrastrutture e le cui condizioni economiche non permetterebbero al mercato di intervenire direttamente con progetti
di infrastrutturazione;
• Neutralità tecnologica: I progetti così finanziati non devono a priori favorire
una specifica tecnologia a scapito di altre senza un adeguato studio delle esigenze effettive del territorio ed una analisi costi benefici;
Più in generale i piani per lo sviluppo di infrastrutture a banda larga nei vari paesi
seguono approcci molto differenti essendo diverso il contesto economico generale, l’ambito regolatorio e di mercato del settore delle telecomunicazioni, il contesto istituzionale e di poteri tra pubblica amministrazione centrale e locale.
Le iniziative vengono portate avanti lungo differenti assi di intervento:
• intervento sull’offerta o intervento sulla domanda: alcuni interventi mirano
a favorire gli investimenti degli operatori nello sviluppo delle reti e dei servizi, tramite iniziative di vario tipo, dagli incentivi fiscali a misure normative
che favoriscono la posa di infrastrutture per gli operatori TLC; altri interventi
hanno invece lo scopo di incentivare la domanda di larga banda, sia essa privata (ad es. contributi per l’ammodernamento della strumentazione informatica delle aziende o, come successo in Italia, per la sottoscrizione di abbonamenti a larga banda per le famiglie) o pubblica (ad es. aggregando l’acquisto di connettività per più amministrazioni insieme);
• interventi a livello centrale o a livello locale: alcuni paesi si sono caratterizzati per l’avvio di grandi piani nazionali diretti allo sviluppo della larga banda
(es. Francia e Norvegia), con interventi coordinati su vari aspetti, altri invece
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
(es. Regno Unito) hanno lasciato che i singoli territori esprimessero le loro
esigenze, la loro progettualità e le loro priorità, limitando l’intervento del
governo nazionale ad alcune iniziative mirate;
• interventi sulle infrastrutture o sui servizi: alcuni paesi hanno avviato iniziative per favorire il cablaggio del territorio, altri hanno promosso e finanziato programmi di sviluppo e diffusione di servizi particolarmente multimediali e interattivi in settori tipicamente pubblici e considerati trainanti, come
l’istruzione, le biblioteche, i beni culturali o la sanità.
Non esiste a priori un intervento ottimale, ma un mix di interventi fortemente
dipendenti dal contesto nazionale in oggetto.
2.1
Alcuni esempi internazionali di interventi
a livello locale sulla larga banda
Francia: il progetto Mégalis
Il progetto Mégalis si sviluppa nella seconda parte degli anni ‘90 e diventa operativo in Bretagna nel 2000 ed è stato successivamente esteso anche alla regione della
Loira (2001). Mégalis è un consorzio pubblico che nasce per offrire servizi a banda larga
ai principali soggetti pubblici delle due Regioni coinvolte, nonché per promuovere lo
sviluppo di servizi innovativi in rete.
La rete consente collegamenti a Banda Larga (superiori a 2 Mbps) a circa 200
soggetti (siti) che possono scambiare dati e accedere a servizi condivisi grazie ad
un backbone interregionale. Tra i servizi offerti vi sono: connettività, accesso a Internet;
messagistica avanzata; web services, servizi verticali (ad es. telemedicina, servizi documentali, turismo).
La rete è realizzata sia mediante collegamenti in fibra ottica che circuiti diretti.
La rete primaria collega i capoluoghi di provincia (13) con una capacità compresa tra
155 e 622 Mbps, mentre le altre città principali (rete secondaria) sono collegate a velocità comprese tra 8 e 155 Mbps. La rete primaria è gestita da France Télécom, mentre
nel 2002 è stato definito un secondo livello di accesso più distribuito per soggetti
a minor fabbisogno di banda e più distribuiti sul territorio, che ha condotto ad una
gara per l’offerta di accessi alternativi.
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L’offerta per i servizi ADSL è stata aggiudicata a France Télécom, mentre per l’accesso via satellite delle zone rurali sono stati selezionati altri due operatori. Mentre
nel primo caso il rapporto con il fornitore dei servizi di connettività è mediato dal consorzio, i rapporti contrattuali per gli accessi a minore capacità vengono gestiti direttamente da France Télécom.
Alla rete possono accedere esclusivamente soggetti appartenenti a 8 comunità
di utenti: Università e Ricerca, Sanità, Amministrazioni locali, Istruzione pubblica o privata, Formazione professionale, Cultura, Turismo, Camere di Commercio.
Regno Unito: Derwentside
Il progetto di creazione di una infrastruttura a larga banda nel Derwentside ha
origine nella metà degli anni ‘90 ed ha portato alla realizzazione di una “Wide Area
Network” fin dal 1996, che rese possibile la connessione a banda larga (155 Mbp/s) di
numerose istituzioni e strutture pubbliche, quali: uffici pubblici, scuole, biblioteche, etc
nel distretto di Derwentside.
L’infrastruttura realizzata permette di erogare prodotti/servizi “Windows Based”
e accesso ad Internet attraverso tutto il distretto e ha consentito di sviluppare un nuovo
progetto denominato Stanley Infonet con l’obiettivo di accrescere tra i cittadini le necessarie competenze ICT e diffondere e condividere una cultura “ICT oriented”. Alla fine degli
anni ‘90 Teesdale e Wear Valley hanno sviluppato un progetto “Rural Challenge” con l’obiettivo di estendere l’accesso ad Internet anche nelle aree rurali e remote.
Lo stanziamento di 4 milioni di sterline ha permesso la realizzazione di una infrastruttura in fibra e l’accesso ad Internet anche in località remote.
Derwentside è divenuto un centro di competenza e un ISP per le istituzioni pubbliche vicine, ciò ha permesso la raccolta di ulteriori fondi sia per la prosecuzione che
per l’estensione dei servizi in aree limitrofe.
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3.
La larga banda in Italia
Anche in Italia il Governo si è proposto di affrontare il problema della diffusione
della banda larga, costituendo fin dall’autunno 2001, ad opera del Ministro per
l’Innovazione e le Tecnologie ed il Ministero delle Comunicazioni, una Task Force (divenuta in seguito Comitato Permanente) dedicata alla Larga Banda, con l’obiettivo di istruire
la problematica, ascoltando tutti i soggetti coinvolti, ed arrivare entro il 2003 a predisporre un Piano Nazionale per la Larga Banda.
Collegato all’iniziativa governativa sulla Larga Banda è il monitoraggio della sua
diffusione sul territorio nazionale, tramite un apposito Osservatorio Banda Larga condotto da Between.
I dati mostrano l’esistenza anche in Italia di un consistente digital divide, come
mostrato nella figura.
Il territorio viene suddiviso in tre fasce, a seconda della disponibilità della larga
banda e del grado di competizione tra più operatori.
LARGA BANDA: IL DIGITAL DIVIDE A FINE 2003
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Le tre fasce si differenziano per la numerosità delle tecnologie disponibili e le
prestazioni associate alle diverse tecnologie, nonché per il livello di competizione (tra
tecnologie, ma di fatto anche in termini di operatori presenti):
• la prima (fascia verde - 25% popolazione), nella quale sono presenti diverse
offerte tecnologiche in un contesto altamente competitivo. In particolare, il
livello competitivo e di innovazione di servizio viene innalzato dalla presenza
di offerte basate sull’ULL (Unbundling Local Loop), che si aggiungono alle
offerte xDSL (dell’operatore Telecom Italia e degli altri operatori che utilizzano il servizio wholesale fornito da Telecom Italia), alle offerte satellitari e,
su territori più ristretti, alle modalità di accesso in fibra ottica (a fine 2003
disponibile per circa il 15% della popolazione) o WLL (Wireless Local Loop);
• la seconda (fascia gialla - 50% popolazione) è costituita dai territori dove
di fatto non sono ancora presenti offerte ADSL di altri Operatori alternative
all’offerta ADSL dell’operatore Telecom Italia (e degli altri operatori che utilizzano le modalità wholesale), oltre alla copertura satellitare. Ad oggi vi sono
una cinquantina di operatori che configurano la propria offerta sulla base dell’offerta wholesale di Telecom Italia;
• la terza (fascia rossa - 25% popolazione) si contraddistingue per una copertura del territorio che si limita alle tecnologie satellitari e un livello di competizione relativamente limitato.
In poco più di un anno (ottobre 2002-dicembre 2003) la zona rossa si è ridotta
in valore del 12% (copertura della popolazione) a favore della zona verde (zona gialla
invariata). Tuttavia, la situazione a livello provinciale appare problematica in quanto in
69 province la copertura della zona verde è cresciuta meno della media Italia ed in 56
province questa copertura è rimasta allo 0%.
L’ultimo periodo dell’anno ha mostrato un rallentamento nella crescita copertura,
ma alcune iniziative nazionali (in particolare nel Mezzogiorno) e regionali avviate lasciano
prevedere un’ulteriore riduzione della zona rossa.
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4.
La larga banda
nella Pubblica Amministrazione
4.1
I servizi e le applicazioni
nella Pubblica Amministrazione
La larga banda rappresenta, come visto, una evoluzione dell’accesso alle reti telematiche che diventerà inevitabile e di stringente attualità nel prossimo futuro per i settori ad elevata complessità di comunicazione come la Pubblica Amministrazione.
I benefici diretti dell’utilizzare collegamenti a larga banda consistono nei seguenti
elementi:
• la velocità nel ricercare informazioni, scambiare documenti e interagire a volte
anche in tempo reale con i propri interlocutori;
• la necessità di essere sempre connessi in rete, evitando i tempi di connessione tipici dei collegamenti cosiddetti “dial-up”;
• l’interattività delle applicazioni, che richiedono scambi bidirezionali di dati
tra più soggetti e tempi di risposta in rete molto bassi;
• la multimedialità (immagini fisse o in movimento) di alcune applicazioni,
che necessitano di una banda sufficientemente ampia per poter essere agevolmente svolte.
In particolare, vi sono alcuni trend legati ai processi di funzionamento della Pubblica Amministrazione che influenzeranno notevolmente le applicazioni nei prossimi anni:
• l’interoperabilità dei sistemi informativi delle amministrazioni, soprattutto
in ambito locale, trainata dai processi crescenti di decentramento e federalismo, che spostano i flussi di comunicazione sempre più in ambito locale e in
territori ristretti;
• la conseguente diffusione di nuove modalità di lavoro in rete anche per il
dipendente pubblico, che richiederanno l’essere sempre connessi (accesso a
banche dati remote, interazione all’interno e con l’esterno, presenza virtuale,
telelavoro, ecc.)
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• l’evoluzione dei sistemi informativi verso applicazioni network-centric, che
hanno cioè la rete al centro del loro funzionamento. L’esempio principale è
dato dalla diffusione di servizi ASP (Application Service Provider), che possono essere considerati un aspetto evoluto dell’outsourcing, in cui gli strumenti informatici software (e l’hardware che lo supporta) e le competenze professionali per la loro gestione non sono localizzate necessariamente nella sede
degli utilizzatori ma possono risiedere invece nella sede del fornitore del servizio. Gli utilizzatori si avvalgono dei servizi forniti in modalità ASP attraverso i propri elaboratori con un elevato grado di interattività. Secondo molti
osservatori, la modalità di erogazione ASP appare particolarmente indicata per
il contesto italiano, sia di piccole e medie imprese sia di piccoli Comuni, in
quanto permette a questi soggetti di avvalersi di servizi innovativi, di ultima
generazione e di elevata qualità senza dovere necessariamente dotarsi di strumenti e competenze onerose.
I servizi e le applicazioni nella Pubblica Amministrazione che richiedono una banda
elevata sono numerosi, favoriti e resi possibili dalla crescente digitalizzazione dei documenti e dei contenuti degli archivi pubblici, dall’aumento della capacità di calcolo dei
PC, dal diffondersi di progetti di comunicazione integrata tra gli enti.
Le applicazioni che avranno maggiormente impatto sulla Pubblica Amministrazione
sono:
• cartografia digitale e sistemi informativi territoriali: attraverso la costituzione di una mappa digitale del territorio, contenente tutte le informazioni
provenienti dai diversi livelli, del Catasto, delle carte regionali, provinciali e
comunali, è possibile razionalizzare notevolmente la gestione del territorio.
Occorre predisporre una infrastruttura informatica in grado di contenere o far
dialogare banche dati di enti diversi, per aumentare la quantità e la tipologia dei servizi che riguardano la conoscenza del territorio. Ne beneficeranno
le attività di pianificazione e controllo del territorio, come la gestione diretta
di alcune attività di competenza regionale (soprattutto nel settore dei contributi all’agricoltura e all’industria, attraverso la “georeferenziazione” delle
aziende e dei territori coinvolti), o come il controllo delle aree a rischio sismico.
Entrambe le applicazioni rendono possibile l’aggiornamento reciproco delle banche dati dei Comuni e delle Province, contenenti numerose informazioni, dalle
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statistiche sul territorio alle tavole dei piani regolatori, alla relativa normativa; tali dati possono poi essere resi fruibili direttamente dai cittadini, specialmente da categorie professionali interessate (geometri, ingegneri, architetti, notai, ecc.), minimizzando tempi e costi di accesso.
• e-learning: le nuove tecnologie possono innovare notevolmente la formazione,
e la larga banda può renderla fruibile a distanza in modo completamente interattivo e multimediale. Alcune applicazioni come la fruizione su richiesta dell’utente di contenuti audio-video con qualità televisiva o addirittura dal vivo
interagendo col docente sono possibili solo con tecnologie di accesso avanzate come la fibra ottica. A queste vanno aggiunti altri servizi in rete quali
la scelta e la personalizzazione di contenuti formativi (percorsi, crediti e ambiti
di approfondimento), la gestione dei curricula integrati con sistemi gestionali delle risorse umane, il collegamento con ambienti virtuali specializzati e
dedicati all’addestramento e alla formazione. Gli utilizzatori di larga banda per
tali servizi sono in primo luogo gli istituti formativi di tutti i livelli (dalle
scuole fino alle università ed agli enti di formazione professionale), per erogare nuovi servizi ai loro studenti. Ma tutte le amministrazioni, una volta che
sono collegate a larga banda, possono far seguire ai loro dipendenti corsi di
e-learning attraverso la rete, riducendo così gli spostamenti fuori sede per le
attività formative o aumentando notevolmente le opportunità di aggiornamento
professionale per il personale, accrescendo così sia la qualificazione che la soddisfazione e la motivazione delle risorse umane.
• telesorveglianza e sicurezza: la sicurezza in ambito urbano è un’esigenza sempre più sentita dai cittadini e dalle imprese, e che non riguarda più solo i
grandi ambienti pubblici come gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, le metropolitane, i grandi esercizi commerciali, ma ormai anche le scuole, i piccoli
negozi, i mezzi pubblici di superficie, i parchi e gli spazi ricreativi, i quartieri
residenziali, ecc. Ampliare la capacità di sorvegliare questi ambienti senza far
esplodere i costi è possibile implementando sistemi di videosorveglianza su
reti a larga banda, controllati da una centrale operativa e collegati a servizi
di allarme e pronto intervento. Se a questa esigenza si abbinano servizi analoghi come il controllo a distanza del traffico nei nodi critici della viabilità
per poter intervenire con rapidità, il controllo dell’accesso alle Zone a Traffico
Limitato, e così via, appaiono chiari i vantaggi di avere una rete a larga banda
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per poter implementare queste applicazioni. Infatti è indispensabile una notevole ampiezza di banda (superiore ai 2-4 Mbp/s a seconda della qualità dell’immagine voluta), ma diffusa sul territorio in modo omogeneo.
• telemedicina: il collegamento tra i numerosi e diversi soggetti del mondo sanitario (studi medici, ASL, ospedali, centri specialistici di ricerca, farmacie, ecc.)
sta diventando un obiettivo sempre più stringente, che consente l’integrazione
amministrativa tra le strutture e l’integrazione dei dati clinici del paziente,
che tradizionalmente sono dispersi negli archivi di varie strutture, ma il cui
reperimento in caso di urgenza, approfondimento o verifica clinica permetterebbe un più razionale uso delle risorse mediche ed un più facile contenimento
della spesa sanitaria. L’interoperabilità dei programmi e dei referti medici, avvalendosi di sistemi di interrogazione comuni, necessita di sistemi informativi
potenti e condivisi in rete, supportati da una banda molto ampia, data la mole
e la complessità del tipo di dati. Le tecnologie permettono infatti di concentrare
le risorse specialistiche pur mantenendo decentrato l’accesso ai servizi sanitari, grazie ad applicazioni come la telediagnosi e il teleconsulto, e in generale la telematizzazione delle varie specialità cliniche (teleradiologia, telecardiologia, ecc.). Un territorio decentrato può fornire ai propri operatori sanitari ed anche ai cittadini l’accesso a servizi di diagnosi e consulto specialistico di alto livello grazie alla messa a disposizione di tali servizi in remoto
da parte degli ospedali specializzati delle grandi città. La larga banda consente inoltre la trasmissione di referti e certificati tra i presidi sanitari ed i
medici di base, ed in prospettiva anche la fruizione di servizi medici da casa,
in videoconsulenza, oltre che attività più semplici già oggi possibili come prenotazioni e richieste di informazioni, che riducono comunque tempi e liste
d’attesa e congestioni nelle strutture ricettive.
• document management (protocollo informatico, interscambio dati tra PA):
l’evoluzione della semplificazione amministrativa nel verso del documento informatico appare un trend ineluttabile, ma anche uno sforzo organizzativo e tecnologico considerevole; tutte le applicazioni legate alla gestione del documento
informatico necessitano di sistemi informatici potenti e di reti ad alta capacità: i software per l’acquisizione di documentazione in origine cartacea, la
gestione delle fasi di archiviazione, classificazione e consultazione, i sistemi
di indicizzazione degli archivi creati, lo scambio e condivisione tra più enti
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per i procedimenti inter-amministrativi e l’acquisizione d’ufficio dei dati, i servizi in rete per la condivisione della conoscenza, ecc. ecc. Data la dimensione
che generalmente assumono tali archivi digitali, è necessaria la banda larga
per usufruirne in modo efficiente. Se si pensa poi che la gestione documentale potrebbe essere in futuro tranquillamente svolta in modalità di telelavoro, è evidente che la diffusione capillare delle reti a larga banda diverrà un
requisito essenziale affinché un territorio non sia vincolato nei suoi processi
di innovazione digitale.
• videoconferenza e lavoro cooperativo in rete: l’interazione virtuale, che permette lo svolgimento di riunioni a distanza e la condivisione di documenti e
strumenti tra le persone che compongono un gruppo di lavoro, oggi viene
ampiamente limitata dalla banda stretta, che consente applicazioni a basso
grado di interattività come la posta elettronica. La possibilità, offerta dalla
larga banda, di interagire in tempo reale a distanza permetterebbe di razionalizzare il tempo delle persone che devono lavorare insieme pur trovandosi
in sedi distanti, non costringendole allo spostamento fisico, e moltiplicherebbe le occasioni e l’efficacia della comunicazione interpersonale, con effetti
ancora maggiori di quanto è successo nel recente passato con la posta elettronica.
4.2
Le politiche e i progetti delle Regioni
per la larga banda
E’ un concetto ormai consolidato come il mercato non abbia da solo la forza per
dotare tutto il territorio di connettività a larga banda. Conseguentemente si sta facendo
strada in alcune pubbliche amministrazioni l’intenzione di svolgere un ruolo attivo nell’infrastrutturazione digitale del territorio.
Le Regioni sono oggi gli enti territoriali che si stanno maggiormente ponendo il
problema del digital divide della larga banda, anche se il problema viene attualmente
affrontato in modo molto differenziato.
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L’Emilia-Romagna è la prima Regione ad aver elaborato un piano preciso e
dedicato (anche in termini di investimenti finanziari previsti) alla diffusione della
larga banda sul proprio territorio.
Solo un’altra regione, il Piemonte, ha pubblicato un piano per la larga banda, altre
Regioni si limitano ad inquadrare l’importanza del tema nelle loro strategie, mentre vi
sono Regioni dove il tema invece non sembra essere stato ancora preso in considerazione.
Nella cartina seguente è riportata un’analisi che mette a confronto i piani regionali, evidenziando cinque differenti atteggiamenti e stati di avanzamento dei progetti.
1. nessuna politica per la larga banda e nessuna iniziativa programmatica;
2. politica per la diffusione della larga banda nella pubblica amministrazione, in
genere limitatamente alla rete regionale o alla RUPAR: alcune Regioni (Friuli,
Umbria, Marche, Molise) hanno avviato iniziative per potenziare gli accessi
alla rete regionale della pubblica amministrazione;
3. politica per la diffusione della larga banda sul territorio - iniziative programmatiche previste: alcune Regioni (Veneto, Sardegna, Puglia, Calabria) hanno
definito una serie di iniziative programmatiche per lo sviluppo della larga banda
nel loro territorio (studi di fattibilità, costituzione comitati o gruppi di lavoro,
ecc.), ma non hanno ancora avviato iniziative concrete;
4. politica per la diffusione della larga banda sul territorio - iniziative avviate:
un gruppo di Regioni (Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma
di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento) ha avviato iniziative concrete (confronto con gli operatori, nodi di rete locali, inglobamento di progetti metropolitani all’interno della rete regionale, partecipazione in società di servizi pubblici direttamente impegnate nel mercato come operatori TLC locali), ma ancora
senza un piano organico e con limitati impegni finanziari;
5. politica per la diffusione della larga banda sul territorio - piani dedicati: solo
l’Emilia-Romagna ed il Piemonte, come detto, hanno dedicato una parte consistente del proprio piano telematico alla diffusione concreta della larga banda,
operando scelte tecnologiche e finanziando adeguatamente il piano.
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INIZIATIVE PER LA LARGA BANDA NEI PIANI REGIONALI
Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003
4.3
Le iniziative dei Comuni e delle società
di servizi pubblici locali per il cablaggio
del territorio
Il cablaggio del territorio come asset competitivo è stato fin dalla metà degli
anni ‘90 all’attenzione delle cosiddette “città digitali”, sensibili all’innovazione tecnologica. Il processo fu favorito dalle prime iniziative in merito dell’allora gestore monopolista del servizio telefonico, Telecom Italia, che lanciò il progetto Socrate per il cablaggio delle principali città. I Comuni furono gli enti locali maggiormente coinvolti da questa iniziativa, che dopo una prima iniziale accelerazione fu bloccata e non proseguì. Tra
l’altro non prevedeva il cablaggio in fibra ottica fino all’utente finale, ma l’ultimo tratto
era coperto con un cavo coassiale adatto ad offrire servizi di TV via cavo più che servizi pienamente interattivi.
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A partire dal 1999, con la cosiddetta New Economy, e mentre la maggior parte
degli operatori TLC vecchi e nuovi stendevano fibra ottica all’interno dei principali territori urbani, molti Comuni hanno avviato strategie di intervento diretto nelle telecomunicazioni a livello locale, principalmente tramite le loro società di servizi, le ex-aziende
municipalizzate, facendo così nascere degli operatori locali.
La nascita di progetti di infrastrutturazione urbana di TLC, ed in particolare la
creazione di società locali per il cablaggio urbano, hanno avuto sostanzialmente quattro motivazioni:
1. la diversificazione delle società di servizi pubblici locali, nell’ottica delle multiutility, in un settore come le TLC a forte crescita ed all’inizio di un processo
di liberalizzazione, che offriva quindi nuove opportunità di business e di svolgere un ruolo a livello locale, in sinergia con gli altri servizi “a rete” gestiti
in ambito urbano (gas, elettricità, ecc.);
2. la valorizzazione delle società di servizi pubblici locali, spesso in vista della
quotazione in Borsa, soprattutto nel periodo della cosiddetta New Economy
(tra la fine del 1999 e la fine del 2000), ove l’esplicitazione di una strategia
di ingresso nel mercato TLC e di Internet costituiva un asset in grado di aumentare il valore dell’azienda;
3. la realizzazione, anche sotto il profilo infrastrutturale, e nell’ottica dello sviluppo locale, dei progetti delle città più innovative, le cosiddette “città digitali”, che già dalla metà degli anni ‘90 avevano dato origine a diversi progetti telematici di varia natura, dalle reti civiche alla sperimentazioni di applicazioni innovative quali la teledidattica, la telemedicina, il telelavoro, ecc.;
4. la pressione degli operatori TLC, che vedevano nei progetti di cablaggio urbano
un’opportunità di business, in termini sia di diversificazione (per gli operatori
nazionali già presenti sul mercato), sia di ingresso per nuovi entranti, alcuni dei
quali (2Net, Nodalis, ecc.) sono nati proprio per l’approccio a questi mercati.
Le città capoluogo di provincia in cui è stata creata una società di telecomunicazioni locale sono circa 40, e 36 di esse risultano attive ad aprile 2003, come mostrato
nella figura seguente. Il settore, per quanto nuovo, appare infatti già entrato in una
fase di selezione e consolidamento, dal momento che negli ultimi due anni, in quattrocinque città si sono verificate fusioni, acquisizioni, cessazioni, o comunque gli accordi
sono ritornati in una fase di negoziazione, finalizzata questa volta non alla creazione,
ma alla cessazione delle attività.
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Anche nel corso della seconda metà del 2003 la tendenza evolutiva del settore
ha continuato ad influire sulle scelte strategiche delle telecomunicazioni locali come
descritto più avanti.
INIZIATIVE TLC A LIVELLO LOCALE: SOCIETÀ TLC COSTITUITE NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA
Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003
Come si può notare la maggior parte delle iniziative sono localizzate nelle regioni
del Centro-Nord. Ciò è determinato non solo dal maggiore potenziale di mercato dei servizi TLC che le caratterizza, ma anche dalla presenza di multi-utility locali, molto maggiore rispetto al Centro-Sud, dove invece la penetrazione delle utility nazionali (Enel,
gruppo Italgas) è più alta.
La multi-utility locale è stata infatti in quasi tutti i casi l’attore principale di un
progetto TLC urbano, a volte in joint-venture con un operatore TLC nazionale, regionale
oppure con uno dei cosiddetti operatori multi-locali (2Net, Nodalis, ecc.), nati cioè espressamente per offrire servizi in ambito locale in alcune città.
La principale motivazione del coinvolgimento delle multi-utility è incentrata sulla
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possibilità di utilizzare le infrastrutture civili e i cavidotti di altre reti (elettricità, gas,
acquedotto, rete semaforica, illuminazione pubblica, ecc.) per posare fibra ottica e ridurre
i costi di scavo, che come è noto rappresentano una parte rilevante (fino al 70%) del
costo per la posa della fibra. Il conferimento dei diritti d’uso delle infrastrutture civili
rappresenta peraltro una delle strategie dei Comuni per favorire il cablaggio urbano, nella
maggior parte dei casi nei confronti della propria utility, a volte anche affittando i cavidotti a più operatori su richiesta.
Va comunque sottolineato che queste iniziative locali non hanno fino ad ora sortito gli effetti desiderati: solamente in pochissimi casi (in 5 città) queste società hanno
effettuato un cablaggio consistente e costituiscono una alternativa ai due maggiori operatori TLC nazionali presenti in tutte le città (Telecom Italia e Wind). Inoltre la loro solidità economica e finanziaria non appare ancora acquisita, non avendo ancora raggiunto
l’utile di esercizio, per cui la loro sopravvivenza non è scontata ed è legata al più generale processo di selezione e consolidamento degli operatori TLC oggi in atto in Italia.
Infatti, a fine 2003 tra le 36 società di telecomunicazioni locali identificate in
precedenza:
• 2 sono uscite dal mercato delle telecomunicazioni;
• 17 risultavano essere in una fase di “stand by”. In 4 città l’operatore di telecomunicazioni di riferimento (con cui gli attori locali avevano avviato il progetto)
è uscito dalla società (per scelta strategica o per chiusura delle attività proprie);
• 17 risultavano essere ancora operative. In una città è uscito l’operatore di riferimento, mentre in 3 città sono le aziende di servizi pubblici locali ad uscire
dalla joint venture.
Tra i progetti ancora in essere, che evidenziano una spinta strategica legata allo
sviluppo delle infrastrutture e/o all’evoluzione dell’offerta di servizi, si possono distinguere tre motivazioni che supportano il proseguimento delle attività:
• il progetto di sviluppo locale delle telecomunicazioni è legato ad un business
più ampio (regionale o nazionale) perseguito dall’operatore TLC azionista della
società locale. In questo caso le attività locali contribuiscono al raggiungimento della massa critica minima indispensabile per poter sopravvivere da un
punto di vista economico;
• il progetto di sviluppo locale è inserito in un disegno strategico più ampio
regionale o almeno provinciale; in generale ciò coinvolge società TLC locali
interamente pubbliche;
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• il progetto di sviluppo locale delle telecomunicazioni è stato rifocalizzato sulla
gestione, in outsourcing, dei servizi di TLC/IT della ex municipalizzata proprietaria o al massimo delle amministrazioni locali.
4.4
La competitività dei territori
e i benefici per i cittadini
La larga banda sta diventando e diverrà sempre più un elemento di competitività
per un territorio, in grado di condizionare in futuro l’economia locale (al pari della copertura della rete di telefonia mobile e dell’accesso a Internet). La disponibilità delle “autostrade dell’informazione” sarà molto probabilmente un fattore competitivo come le reti
di trasporto e la viabilità. Il digital divide avrà inoltre un impatto forte anche su quei
grandi progetti (pensiamo al Fisco Online, alle reti sanitarie e previdenziali, ecc.) che
coinvolgono un gran numero di piccole imprese e studi professionali, cioè i tradizionali
intermediari tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Ad esempio un progetto telematico con i commercialisti, i medici di base, i consulenti del lavoro, ecc., che preveda
L’IMPATTO DELLA VELOCITA’ DEL COLLEGAMENTO SULL’UTILIZZO
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grandi flussi di dati, non potrà essere calato su quei territori nei quali la larga banda
non arriva oppure non è adeguata alle prestazioni richieste, oppure ancora ha un costo
elevato perché è offerta da un solo operatore in monopolio. Questi territori saranno ovviamente svantaggiati sul fronte dello sviluppo locale.
I benefici della larga banda per i cittadini sono molteplici, e sono di diverso tipo:
• da un lato vi sono benefici indiretti, derivanti dal fatto che nel loro territorio le amministrazioni sono collegate tra di loro a larga banda, si scambiano
dati e informazioni e sono così in grado di erogare servizi integrati, semplificando la vita al cittadino;
• dall’altro vi sono i benefici diretti, legati ai servizi in rete ai quali i cittadini
e le imprese possono accedere grazie alla larga banda, e che sono sviluppati
dalle imprese e dalle amministrazioni del loro territorio; la figura sotto riportata mostra come in Italia le famiglie che sono dotate di un collegamento veloce
ad Internet si collegano molte più volte (63% in più), stanno connesse molto
di più (il 77% di tempo in più), e usufruiscono di più di tutti i vari servizi
disponibili: è la dimostrazione che la larga banda è un fattore abilitante.
IL RISCHIO DEL DIGITAL DIVIDE IN EMILIA-ROMAGNA
HDSL
ADSL + HDSL
ADSL + HDSL + ULL
FIBRA OTTICA
Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between
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5.
La Larga Banda in Emilia-Romagna
5.1
La attuale dotazione di infrastrutture e servizi
a larga banda in Emilia-Romagna
La regione Emilia-Romagna occupa, tra le regioni italiane, un posto di rilievo nello
sviluppo della larga banda, ma anch’essa soffre del rischio del digital divide per una larga
parte del proprio territorio.
In termini di dorsali e di reti metropolitane in fibra ottica, cioè le infrastrutture abilitanti rispettivamente per il collegamento delle principali città e per il trasporto
e l’accesso al cliente finale, l’Emilia-Romagna presenta una situazione a due facce:
a. da un lato, nel caso delle dorsali, l’Emilia-Romagna mostra una infrastrutturazione superiore alla media nazionale: la densità di infrastrutture realizzate è pari a 16 km fibra ottica/km2 superficie (contro un valore nazionale
pari a 13). Anche il livello di competizione è elevato, grazie alla presenza di
12 operatori con infrastrutture in fibra nella regione rispetto ai 19 censiti a
livello Italia (il valore regionale più alto, pari a 15 operatori, è stato riscontrato in Lombardia);
b. anche per quanto riguarda le reti metropolitane, il valore della densità di fibra
ottica posata nei comuni della regione rapportato alla loro superficie è superiore alla media valore nazionale: la densità di infrastrutture realizzate è pari
a 14 km fibra ottica/km2 superficie (contro un valore nazionale pari a 10). Anche
il livello di competizione è elevato, grazie alla presenza di 15 operatori con
infrastrutture in fibra nella regione rispetto ai 34 censiti a livello Italia (il valore
regionale più alto, pari a 17 operatori, è stato riscontrato in Lombardia). La
situazione è in rapida evoluzione, in quanto in tutti i capoluoghi di provincia
della regione ed in alcuni altri comuni i progetti di cablaggio avviati in passato sono in larga parte confluiti nel progetto Lepida (descritto più avanti).
Per quanto riguarda la diffusione delle tecnologie di accesso xDSL a giugno 2004,
la situazione vede un grado di copertura in termini di popolazione superiore alla media
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nazionale sia per l’ADSL (90% contro 78%), sia per l’HDSL (93% contro 86%).
La regione Emilia-Romagna occupa il primo posto nella classifica regionale per la
copertura ADSL della popolazione ed il secondo in quella per l’HDSL.
Risultano tuttavia scoperti dal servizio ADSL il 41% dei Comuni e dal servizio HDSL
il 30% dei Comuni.
Per quanto riguarda la diffusione dell’Unbundling del Local Loop (ULL), che consente agli operatori alternativi a Telecom Italia di gestire direttamente le linee telefoniche, stimolando così maggiormente la competizione e lo sviluppo di servizi innovativi, l’Emilia-Romagna appare un poco più avanti rispetto alla media italiana (31% di
popolazione coperta contro il 25% a livello nazionale), ma risulta pur tuttavia attivata
in un numero ancora limitato di Comuni (18, pari al 5%).
5.2
Le iniziative locali per la larga banda
nell’Emilia-Romagna
Le attività intraprese a livello locale per lo sviluppo delle infrastrutture TLC a larga
banda evidenziano in Emilia-Romagna un importante ruolo delle amministrazioni pubbliche locali. Infatti, a fronte dei progetti di cablaggio dei vari carrier nazionali (Fastweb,
Colt, Wind, ..), l’intervento pubblico a livello locale dal punto di vista amministrativo
si manifesta attraverso un’attenta attività di regolamentazione e coordinamento delle
attività TLC, mentre dal punto di vista progettuale e prettamente operativo si manifesta attraverso le iniziative intraprese dalle multiutility locali, che (unica regione italiana)
sono attive nei progetti di sviluppo TLC in tutti i capoluoghi di provincia della regione.
In particolare sono stati identificati cinque operatori di telecomunicazione (locali
o multilocali) che operano nei 9 capoluoghi di provincia, a cui va aggiunto SATCOM, che
opera nel distretto industriale di Sassuolo e Mo.Net nella provincia di Modena.
Acantho è l’operatore che opera a Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. E’
stato costituito dalle aziende di servizi pubblici locali operanti nelle relative città oggi
unificate in HERA, Holding finanziaria, che detiene la maggioranza del pacchetto azionario (circa il 70%), la cui restante quota è posseduta da Con.Ami. S.p.A. (Imola).
Recentemente Infracom è entrata nel capitale di Acantho acquisendone il 48%, la quota
residua si divide tra il 48% di Hera ed il 4% di Con. Ami.
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EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
GLI OPERATORI TLC LOCALI NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA
Albacom.Amps
Acantho
Mipiace.com
Tre.A.Web
Mo.Net
Agactel
Fonte: Osservatorio Banda Larga, Between
Tre.A.Web è l’operatore che opera a Modena e Ferrara. E’ stato costituito dalle
aziende di servizi pubblici locali operanti nelle relative città, insieme con la utility di
Rovigo. In particolare l’assetto azionario è composto al 35% da Meta S.p.A. (Modena),
al 29% da Agea S.p.A. (Ferrara), al 10% da ASM S.p.A (Rovigo), al 13% da Aimag S.p.A.
(Carpi e Mirandola) ed al 2% da altri azionisti minori. Al momento, a fronte dell’acquisizione da parte di Hera della multiservizi di Ferrara (AGEA), è stato avviato un progetto
di incorporazione di Tre.A.Web in Acantho.
Albacom.Amps Telecomunicazioni S.p.A. è l’operatore che opera a Parma: frutto di
una joint venture tra l’azienda di servizi pubblici locali (Amps S.p.A.) che detiene il 45%
del capitale ed Albacom (operatore full service nazionale) che possiede il 55% del capitale.
Mipiace.com S.p.A. è l’operatore che opera a Piacenza: frutto di una joint venture tra l’azienda di servizi pubblici locali (Tesa S.p.A.) che detiene il 97% del capitale,
2NET (operatore infrastrutturale nazionale) che deteneva il 46% delle azioni è uscito
dalla compagine azionaria, mentre si rilevano Banca di Piacenza con il 2% e Gruppo
Mazzoni con l’1%.
Agactel è l’operatore che opera a Reggio Emilia, costituito esclusivamente dalla
municipalizzata locale Agac S.p.A. che attraverso la controllata Agac IT detiene il 99,63%
delle azioni (la restante quota è di Agac stessa). Nel corso degli ultimi mesi si registra
una stasi sul fronte delle attività TLC, anche se si potrebbero auspicare delle sinergie
con Mipiace.com visto la recente acquisizione del 40% del capitale Tesa da parte di Agac
S.p.A. Va rilevata la possibilità che AGAC, AMPS e TESA giungano ad un accordo di fusione
(presumibilmente per l’inizio del 2005), generando così delle sinergie tra gli operatori
Albacom Amps, Agactel e Mipiace.com.
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
GLI OPERATORI TLC LOCALI IN EMILIA-ROMAGNA
OPERATORI
CON LICENZA
DATA
LICENZA
TIPOLOGIA
LICENZA
A
B
C
AREA DI COPERTURA
DELLA LICENZA
TARGET CLIENTELA
MODELLO
COSTITUTIVO
STATO DI
AVANZAMENTO
DEL PROGETTO
Albacom. Amps S.p.A.
29-02-2000
X
X
Parma
Business
Multiutility locale
+ Operatore TLC
Consolidato
Acanto S.p.A.
4-10-2000
X
X
Città e Province di Bologna,
Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini
Business, Residenziale
Aggregazione
di Multiutility
Avanzato
Mipiace. com S.p.A.
26-10-2001
X
Il comune di Piacenza,
e comuni limitrofi
Wholesale
Multiutility locale
+ Operatore TLC
Embrionale
Tre.A.Web S.p.A.
21-05-2002
Ferrara, Modena e Rovigo
Business, Residenziale
Aggregazione
di Multiutility
Avanzato
AGACTEL S.p.A.
21-06-2002
X
X
Diversi comuni della
provincia di Reggio Emilia
Business,(Residenziale) Multiutility locale
Embrionale
SATCOM S.p.A.
27-04-2001
X
X
Province di Modena
e Reggio Emilia
Business, Residenziale
Consolidato
X
Multiutility locale
+ Operatore TLC
Fonte: Osservatorio Banda Larga, Between
SATCOM è la società di telecomunicazioni che opera in particolare nel distretto
di Sassuolo, nata dalla joint venture tra la multiutility locale di alcuni Comuni consorziati della provincia di Modena (Sassuolo, Formigine, Fiorano, Maranello e Serramazzoni)
SAT S.p.A. che detiene circa il 60% del capitale e l’operatore Edisontel che detiene circa
il 40% del capitale. Nell’agosto del 2003 Edisontel è stata acquisita da Plug.it che di
conseguenza ha assorbito la partecipazione in SATCOM. Recentemente SAT ha rilevato la
quota residua di SATCOM da Eutelia (ex Plug-It).
Infine Modena Network (Mo.Net) è un operatore di recente costituzione (Novembre
2003) nato dal consorzio di quattro aziende multiservizio della provincia di Modena: Meta,
Aimag e SAT, che detengono ciascuna il 30% del capitale, e Sorgea che detiene il 10%
del capitale. Mo.Net ha siglato la convenzione con la Regione per la realizzazione dell’infrastruttura a larga banda nella provincia di Modena.
Analizzando le iniziative intraprese a livello locale tramite le multiutility locali
si possono distinguere tre diverse tipologie di intervento, riportate nella figura seguente.
In conclusione, l’Emilia-Romagna presenta delle situazioni locali che, seppure a
diverso grado di consolidamento e solidità di prospettive, costituiscono una condizione
di base molto favorevole per iniziative coordinate di infrastrutturazione del territorio
quale è il progetto Lepida di “Rete Privata a Larga Banda delle PA” lanciato dalla Regione.
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EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
MODELLI ADOTTATI DAGLI OPERATORI TLC LOCALI NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA
Multiutility e operatore (PC, PR)
Multiutility locale (RE)
Aggregazione di Multiutility
(Acantho, Mo.Net, Tre.A.Web)
Fonte: Osservatorio Banda Larga, Between
5.3
Il progetto “Lepida - Rete Privata a Larga
Banda delle Pubbliche Amministrazioni”
del Piano Telematico Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna, nel quadro del Piano telematico regionale (iniziativa 2.2) ha deciso di realizzare “Lepida“ una rete privata a larga banda, prevalentemente in fibra ottica ma anche con tecnologia satellitare, per le pubbliche amministrazioni. La nuova rete telematica a larga banda della regione sarà costruita per stralci geografici successivi e si propone i seguenti obiettivi:
• approntare, per le pubbliche amministrazioni locali, la sanità e le università
della regione (in particolare l’Università degli Studi di Bologna con le sue sedi
distaccate in Romagna), una struttura moderna ed efficiente di rete, in grado
di sostenere i servizi che, nella Società dell’Informazione, i cittadini si attendono dagli enti pubblici, con attenzione alle opportunità offerte dalle nuove
tecnologie per lo sviluppo di nuovi sistemi informativi;
• innescare un effetto di trascinamento sul mercato in modo che lo sviluppo dell’offerta di servizi di telecomunicazioni sul territorio sia rapido e armonico,
ponendo particolare attenzione sia alle aree produttive, sia alle aree più emarginate, in modo da assicurare alle imprese della regione vantaggi competitivi
almeno allineati, se non in anticipo, rispetto agli altri territori avanzati d’Europa.
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EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Il sistema delle amministrazioni pubbliche della regione, come grande generatore
(attuale e ancor più potenziale) di applicazioni, oltre che operare per il soddisfacimento
di esigenze specifiche delle varie amministrazioni, potrà costituire un traino per l’intero
sistema dell’Emilia-Romagna, aggregando una domanda che stimoli l’offerta, accelerando
il circolo virtuoso tra infrastrutture e servizi che sta alla base dello sviluppo economico.
Dal punto di vista logico il progetto è strutturato in tre fasi:
• la prima fase, di infrastrutturazione del territorio, sarà coordinata direttamente
dalla Regione che si pone l’obiettivo di servire con tecnologie in fibra ottica
almeno l´85% della popolazione residente, garantendo comunque al resto del
territorio connessioni a larga banda su tecnologie alternative. Le dorsali di
collegamento saranno cofinanziata in parte dalla Regione (che acquisirà la fibra
per la propria rete), e in parte dalle aziende di servizi pubblici locali, che
costruiranno e gestiranno la rete, offrendo anche servizi sul mercato. Sulla rete
primaria i diversi Gestori distribuiranno (finanziati dalla Regione) servizi di
base: connettività IP on-net, accesso verso Internet e sottoreti logiche tra
enti (VPN). Sarà compito della Regione realizzare e gestire l´interconnessione
delle sottoreti realizzate dai Gestori, nonché garantire le attività di controllo
dei servizi offerti.
• la seconda fase, di infrastrutturazione locale, sarà coordinata dagli Enti locali.
Obiettivo è costruire le MAN comunali, tramite cui interconnettere alla nuova
rete le sedi degli Enti presenti sul territorio cittadino. La Regione parteciperà
economicamente alle MAN delle aree comunali dove vi siano sedi proprie o
delle ASL, per le quali provvederà finanziariamente. Le MAN saranno realizzate dal Gestore locale già individuato nella prima fase, con cofinanziamento
tra gli Enti pubblici interessati. I servizi di rete garantiti saranno gli stessi
della fase precedente, con l´aggiunta almeno del servizio di fonia.
• la terza fase, di ulteriore sviluppo della rete primaria, sarà coordinata dalla
Regione, che intende raggiungere con fibra ottica anche le aree comunali precedentemente escluse. Saranno valutate le possibilità di cofinanziamento
offerte dalle normative nazionali e comunitarie (es: incentivi per le aree "obiettivo 2").
La prima fase del progetto è già stata avviata (a maggio 2003 e terminerà presumibilmente nel 2005), mentre la seconda viene avviata localmente, territorio per territorio, via via che l’infrastruttura primaria sarà costruita e operativa.
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Dal punto di vista geografico il progetto è strutturato in 7 stralci:
• Primo stralcio - Bologna e Romagna;
• Secondo stralcio - Territori montani di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza;
• Terzo stralcio – Modena;
• Quarto stralcio – Ferrara;
• Quinto stralcio - Reggio Emilia;
• Sesto stralcio – Parma;
• Settimo stralcio – Piacenza.
PIANO TELEMATICO EMILIA-ROMAGNA- STRALCI DEL PROGETTO LEPIDA
In ciascuno degli stralci i soggetti pubblici condividono l’impianto complessivo
del progetto e cioè la creazione di una infrastruttura di proprietà della Regione (e degli
Enti locali), articolata in:
• dorsale: infrastruttura di base che serve a veicolare il trasporto delle informazioni;
• rilegamenti: i collegamenti tra la dorsale e un punto del territorio di ogni
comune;
• Man (o rete cittadina): i collegamenti, all’interno di un comune, di tutti gli
enti interessati alla iniziativa (ciascuno dei quali ha la sua Lan o rete interna).
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EMILIA-ROMAGNA
OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
5.3.1 Primo stralcio - Bologna e Romagna
Il primo stralcio del progetto interessa i territori delle province di Bologna,
Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 142 (128
Comuni, 9 Comunità montane, 4 Province e la Regione), ed è inoltre prevista la realizzazione di una sottorete per l’Università di Bologna (collegamenti tra la sede centrale
e le sedi distaccate). I soggetti attuatori del progetto sono Romagna Acque ed Hera. La
prima dovrà consegnare alla Regione le dorsali nel territorio romagnolo, la seconda completerà la dorsale, realizzerà i rilegamenti e gestirà l’intera rete.
Le aree comunali servite da tecnologia in fibra saranno 74, ed interesseranno l’89%
della popolazione totale in essa residente; mentre altre 25 aree comunali, complessivamente il 6% della popolazione, saranno servite da tecnologie xDSL. Alle restanti 25 aree
comunali sarà garantita una connessione in tecnologia satellitare.
Per la realizzazione della di Lepida, la Regione farà posare e acquisterà in proprietà 705 Km di nuovi cavi ottici, di questi, 460 Km saranno cavi di dorsali primarie e
245 Km cavi per interconnessioni, rilegamenti e MAN. Complessivamente saranno posate
80.274 Km di nuove fibre ottiche, di cui 18.040 Km diventeranno di proprietà della Regione.
In Romagna, l´incarico per la realizzazione delle dorsali primarie è stato affidato
a Romagna Acque (che dispone già di una propria rete di telecomunicazioni in fibre ottiche). In questo senso, la Regione finanzierà interventi di manutenzione straordinaria
delle opere civili già esistenti e la posa di nuovi cavi ottici. In provincia di Bologna e
in piccole porzioni della Romagna, l´incarico per il completamento della dorsale primaria è stato affidato ad Hera che dovrà inoltre realizzare tutte le tratte di interconnessione e di rilegamento.
Nei confronti di Hera, l´impegno economico della Regione è di due tipi:
• quello relativo agli investimenti, ossia l´acquisto in proprietà esclusiva delle
fibre ottiche costituenti la nuova rete privata a banda larga;
• quello relativo ai servizi erogati sulla rete, per i quali la Regione pagherà ad
Hera canoni mensili per tutta la durata della Convenzione.
Nei confronti di Romagna Acque, l’impegno della Regione si articola in:
• contributo in qualità di valore riconosciuto agli interventi di manutenzione
straordinaria in programma;
• corrispettivo relativamente alle fibre ottiche che la Regione acquisterà in proprietà esclusiva.
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Complessivamente, i costi di investimento per la Regione relativi alla porzione in
fibra della nuova rete sono pari a 12,8 milioni di Euro, di cui 4,6 milioni per la realizzazione delle dorsali primarie e 8,2 milioni per il resto (tratte di interconnessione, rilegamento, Man di Cesena e Ravenna). In rapporto alla popolazione residente nei territori del primo stralcio, il costo di investimento per abitante è pari a 7,3 Euro. I costi
di esercizio per la Regione, comprensivi anche dei servizi HDSL e satellitari, sono pari a
7,9 milioni di Euro all’anno per tutta la durata della Convenzione con Hera ed in rapporto alla popolazione residente nei territori del primo stralcio, il costo di esercizio per
abitante è pari a 4,5 Euro all’anno.
I lavori sono partiti il 1 agosto 2003 e gli Enti interessati dal primo stralcio dovrebbero essere tutti collegati entro l’estate del 2005. In termini di aree comunali, e rispetto
al piano di consegne previsto il 35% dei Comuni doveva essere coperto entro il 2003, il
60% entro il 2004 ed il restante 5% entro il 2005. La stipula dell’Accordo di Programma
Quadro è avvenuta nel maggio del 2003 e le prime tratte sono state consegnate alla fine
dello stesso. A marzo 2004 Romagna Acque ha consegnato alla Regione le tratte di dorsale in fibra ottica Forlì-Faenza-Russi e Cotignola-Lugo, mentre Hera ha consegnato alla
Regione la tratta di dorsale Russi-Ravenna. Nel mese successivo (aprile) Hera ha consegnato altre porzioni di rete: la dorsale Russi – Ravenna, e le connessioni di rilegamento
verso i Comuni di Forlimpopoli, Cotignola, Lugo, Russi, Ravenna e Rimini.
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
In particolare a fine luglio 2004 gli Enti connessi erano i seguenti:
Fonte: Elaborazioni Fondazione Guglielmo Marconi, 2004
Nell’ambito degli accordi con l’Università di Bologna, sono stati consegnati (ad
aprile 2004) i collegamenti geografici a 1 Gbit tra la sede di Bologna e le sedi decentrate di Ravenna e Rimini; mentre a maggio 2004 è stata consegnata la rete geografica
cittadina che collega tra loro le otto sedi dell’Università. Tutte le sedi universitarie sono
collegate a a 1 Gbit: l’infrastruttura è già in uso per quanto riguarda le applicazioni amministrative, didattiche e di ricerca.
I tempi preventivati per la consegna delle infrastrutture dipendono dalla concessione ad Hera dei permessi di scavo e posa, e possono pertanto subire dei leggeri
ritardi. Inoltre, sul presente stralcio sono già al vaglio diverse varianti che porteranno
presumibilmente ad una revisione della convenzione relativamente alle scelte tecnologiche in termini di collegamenti (satellite, Hdsl o fibra) di alcuni comuni.
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
5.3.2 Secondo stralcio – “Montagna digitale”
Il secondo stralcio del progetto interessa i territori collinari e montani delle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 87 (74 Comuni, 9 Comunità montane e 4 Province).
Per la connessione delle aree comunali del secondo stralcio del progetto saranno
utilizzate soprattutto tecnologie alternative alla fibra ottica (HDSL, satellite o ponte
radio). La scelta del tipo di connessione per ciascuna area comunale viene effettuata
congiuntamente con il Gestore della rete per il territorio di competenza. I Gestori del
secondo stralcio saranno cinque:
• Hera per la rete satellitare dell’intero secondo stralcio;
• Modena Network per la rete HDSL del territorio provinciale di Modena;
• AGAC per le reti HDSL e ponti radio del territorio provinciale di Reggio Emilia;
• Nel corso del 2004 saranno definiti i Gestori per le reti HDSL e ponti radio
dei territori provinciali di Parma e Piacenza.
Relativamente alla scelta delle tecnologia di accesso per area territoriale, a fine
agosto 2004 erano state definite le tipologie di intervento solo per i territori delle province di Modena e Reggio Emilia (circa 30 comuni) compresi nel secondo stralcio del
progetto. Relativamente alle 30 aree comunali identificate il 50% sarà coperto attraverso tecnologia satellitare, il 47% attraverso HDSL ed il restante 3% tramite ponte radio.
Il ricorso alla fibra non è previsto nelle fasi iniziali ma non è escluso in un secondo
tempo o in presenza di particolari circostanze.
Nel marzo del 2004 è avvenuta la stipula dell’Accordo di programma quadro tra
la Regione e 87 Enti firmatari (distribuiti nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma
e Piacenza). Successivamente, nel mese di aprile 2004 c’è stata l’emanazione da parte
del Presidente della Giunta regionale del decreto per l’attuazione del secondo stralcio
“montagna digitale”.
5.3.3 Terzo stralcio – Modena
Il terzo stralcio del progetto riguarda il territorio di pianura della provincia di
Modena e le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 30 (29 Comuni e la Provincia).
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Il soggetto attuatore che è stato individuato è Modena Network, che realizzerà
la rete fisica e gestirà i servizi attivi.
Le 29 aree comunali oggetto del terzo stralcio saranno collegate alla nuova rete
a banda larga con tecnologia in fibra ottica. Tale area in termini di popolazione residente rappresenta circa il 90%, le restanti aree comunali della provincia di Modena saranno
collegate con tecnologia xDSL o satellitare nell’ambito del secondo stralcio del progetto.
Per la realizzazione del terzo stralcio della Rete privata delle Pubbliche
Amministrazioni, la Regione farà posare e acquisterà in proprietà 336 Km di nuovi cavi
ottici. Di questi, 106 Km saranno cavi di dorsali primarie e 230 Km cavi per dorsali secondarie (interconnessioni e rilegamenti). Complessivamente saranno posate 25.350 Km di
nuove fibre ottiche, di cui 7.600 Km diventeranno di proprietà della Regione.
L´impegno economico della Regione è di due tipi:
• quello relativo agli investimenti, ossia l’acquisto in proprietà esclusiva delle
fibre ottiche costituenti la nuova rete privata a banda larga;
• quello relativo alla manutenzione della rete e ai servizi attivi erogati, per i
quali la Regione pagherà a Modena Network canoni mensili per tutta la durata
della Convenzione.
Complessivamente, i costi di investimento per la Regione (per la costruzione della
rete in fibra ottica) sono pari a 6,5 milioni di Euro, di cui 0,7 milioni di Euro per la realizzazione delle dorsali primarie e 5,8 milioni relativi alle tratte di interconnessione e
rilegamento. In rapporto alla popolazione residente nei territori del terzo stralcio, il costo
di investimento per abitante è pari a 11,2 Euro. I costi di esercizio per la Regione sono
pari a 1,6 milioni di Euro all’anno per tutta la durata della Convenzione; mentre il costo
di esercizio per abitante è pari a 2,8 Euro all’anno.
I lavori sono partiti il 23 dicembre 2003 e gli Enti saranno presumibilmente tutti
collegati alla nuova rete a banda larga entro il 2005. Entro il 2006 saranno realizzati
ulteriori tratti di rete, per garantire maggiore affidabilità tramite percorsi ridondati.
Relativamente al primo intervento pianificato, in termini di aree comunali, e rispetto al
piano di consegne previsto, il 35% dei Comuni dovrebbe essere coperto entro il 2004,
il 65% entro il 2005. Da rilevare che a giugno 2004 è stata attivata la connessione tra
Provincia e Comune, ora collegati tra loro ad un Gigabit, mentre nel periodo successivo
è stata collaudata la tratta per il Comune di Formigine.
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5.3.4 Quarto stralcio – Ferrara
Il quarto stralcio del progetto interessa l’intero territorio della provincia di Ferrara
e le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 27 (26 Comuni e l’Amministrazione
Provinciale), e per tutti è prevista la connessione alla nuova rete a banda larga in fibra
ottica.
All’interno del progetto il ruolo della Regione sarà quello di provvedere alla stipula di una Convenzione con l’azienda multiservizi locale o altri operatori, per affidare
l’incarico per la costruzione della rete e la gestione dei servizi concordati. Anche per il
quarto stralcio di progetto, la Regione provvederà finanziariamente ai canoni di gestione
dei servizi per tutta la durata della Convenzione con il Gestore.
Relativamente alle aree comunali:
• 19 aree comunali della Provincia di Ferrara saranno collegate in fibra ottica;
• 7 aree comunali della Provincia di Ferrara saranno collegate con tecnologia
xDSL o tecnologia satellitare.
A metà 2004 tutti gli Enti coinvolti stavano perfezionando gli atti per la stipula
dell’Accordo di Programma Quadro con la Regione Emilia-Romagna che aveva già provveduto ad approvare l’Accordo con propria delibera di Giunta nel marzo 2004.
5.3.5 Quinto stralcio - Reggio Emilia
Il Quinto stralcio del progetto interessa il territorio di pianura della provincia di
Reggio Emilia e le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 34 (33 Comuni e
l’Amministrazione Provinciale).
Gli Enti del quinto stralcio saranno collegati alla nuova rete a banda larga con
tecnologia in fibra ottica o alternativa. La scelta del tipo di connessione per ciascun
Ente sarà effettuata prima dell’avvio effettivo dei lavori. Sarà cura della Regione provvedere alla stipula della Convenzione con l’azienda multiservizi locale, per affidare l´incarico per la costruzione della rete e la gestione dei servizi concordati.
Anche per il quinto stralcio di progetto, la Regione provvederà finanziariamente
ai canoni di gestione dei servizi per tutta la durata della Convenzione con il Gestore.
A marzo 2004 la Giunta regionale ha approvato l’Accordo, che interessa gli Enti
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della pianura reggiana, avviando così il quinto stralcio del progetto, previa adesione degli
Enti all’Accordo, attraverso l’adozione di un proprio atto amministrativo.
Al momento sono in corso le prime consegne: in particolare quella del Comune
capoluogo.
5.3.6 Sesto stralcio – Parma
Il sesto stralcio del progetto interessa il territorio di pianura della provincia di
Parma e le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 24 (23 Comuni e l’Amministrazione
Provinciale).
Gli Enti del sesto stralcio saranno collegati alla nuova rete a banda larga con tecnologia in fibra ottica o alternativa. La scelta del tipo di connessione per ciascun Ente
sarà effettuata prima dell’avvio effettivo dei lavori. Sarà cura della Regione provvedere
alla stipula della Convenzione con l’azienda multiservizi locale, per affidare l´incarico
per la costruzione della rete e la gestione dei servizi concordati.
Anche per il sesto stralcio di progetto, la Regione provvederà finanziariamente
ai canoni di gestione dei servizi per tutta la durata della Convenzione con il Gestore.
Relativamente alle aree comunali:
• 17 aree comunali della Provincia di Parma saranno collegate in fibra ottica;
• 6 aree comunali della Provincia di Parma saranno collegate in fibra ottica o
tecnologie alternative.
A maggio 2004 la Giunta regionale ha approvato l’Accordo, che interessa gli Enti
della pianura parmense, concludendo la fase amministrativa del progetto per la nuova
rete a banda larga. Per l’avvio della fase operativa occorre attendere l’adesione all’Accordo
degli enti di riferimento attraverso l’adozione di un proprio atto amministrativo.
5.3.7 Settimo stralcio – Piacenza
Il settimo stralcio del progetto interessa il territorio di pianura della provincia di
Piacenza e le Pubbliche Amministrazioni interessate sono 30 (29 Comuni e
l’Amministrazione Provinciale).
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OPPORTUNITÀ E STRATEGIE
Gli Enti del settimo stralcio saranno collegati alla nuova rete a banda larga con
tecnologia in fibra ottica o alternativa. La scelta del tipo di connessione per ciascun
Ente sarà effettuata prima dell’avvio effettivo dei lavori. Sarà cura della Regione provvedere alla stipula della Convenzione con l’azienda multiservizi locale, per affidare l´incarico per la costruzione della rete e la gestione dei servizi concordati.
Anche per il settimo stralcio di progetto, la Regione provvederà finanziariamente
ai canoni di gestione dei servizi per tutta la durata della Convenzione con il Gestore.
Relativamente alle aree comunali della Provincia di Piacenza:
• 20 aree comunali saranno collegate in fibra ottica;
• 9 aree comunali saranno collegate in fibra ottica o tecnologie alternative.
IMPATTO DELLA RETE PRIVATA A LARGA BANDA DELLA PA IN EMILIA-ROMAGNA
HDSL
ADSL + HDSL
ADSL + HDSL + ULL
FIBRA OTTICA
A maggio 2004 la Giunta regionale ha approvato l’Accordo, che interessa gli Enti
della pianura piacentina, concludendo la fase amministrativa del progetto per la nuova
rete a banda larga. Per l’avvio della fase operativa occorre attendere l’adesione all’Accordo
degli enti di riferimento attraverso l’adozione di un proprio atto amministrativo.
A fronte di un incremento della fibra ottica in Italia stimato pari a circa il 10%
l’incremento in Emilia-Romagna dovrebbe essere di circa 33%, contribuendo così in modo
significativo all’infrastrutturazione del territorio. Ciò le permetterà di consolidare la propria posizione ai primi posti tra le Regioni italiane per densità di fibra ottica. Naturalmente
anche le previsioni nazionali sono suscettibili di variazioni; sia perché alcuni operatori
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stanno ridimensionando i loro piani di intervento, sia perché sono in corso di definizione piani nazionali e locali aventi l’obiettivo di infrastrutturare alcune zone del Paese.
6.
Sezione tecnica:
le tecnologie per la larga banda
Le tecnologie di accesso a larga banda considerate si basano:
• sull’utilizzo di collegamenti in fibra ottica fino alla sede del cliente o fino
all’edificio (architetture FFTH o FTTB rispettivamente);
• sulla preesistente rete di accesso telefonica in rame (doppino telefonico)
attraverso le tecnologie xDSL;
• sull’utilizzo di frequenze radio (Wireless Local Loop)
• sul collegamento via satellite.
La tabella seguente effettua una comparazione tra le diverse tecnologie sulla base
di diversi parametri prestazionali.
TECNOLOGIE DI ACCESSO A BANDA LARGA A CONFRONTO
Tecnologie
xDSL
ADSL
HDSL/
SHDSL
FTTH*
FTTH/
GbEthernet
FTTH/SDH
WLL
Satellite
Mezzo
Doppino
Doppino
Fibra
Fibra
Radio
Radio
Standard
Maturo
Maturo
Standard
Maturo
Emergente
Emergente
Accesso
Dedicato
Dedicato
Condiviso
Dedicato
Condiv./Ded.
Condiviso
Simmetria
A
S
S
S
S/A
A
Velocità max.
(Mb/s)
downstream
8
2
1.000
40.000
34.000
0,3
upstream
1
2
1.000
40.000
34.000
0,06/0,12
Velocità commerc.
(Mb/s)
downstream
2
2
10
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NA
0,3
upstream
0,5
2
10
feb-34
NA
0,06/0,12
FiberToTheHome
Fonte: Between
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6.1
Fibra ottica
I sistemi in fibra ottica rappresentano per la rete di accesso, così come per la
rete di trasporto, la miglior soluzione attualmente possibile dal punto di vista della
banda complessiva e dell’affidabilità.
La fibra ottica viene oggi utilizzata da tutti gli operatori principali per garantire
l’accesso a grandi imprese ed alle pubbliche amministrazioni, la cui spesa in servizi TLC
giustifica l’investimento in cablaggio da parte degli operatori stessi, che è in genere
molto elevato.
Le tecniche trasmissive utilizzate sono due: la prima è SDH, che può fornire all’utenza una banda compresa tra i 2 Mb/s e 10 Gbit/s; la seconda è Ethernet (o Gigabit
Ethernet), che consente di condividere la banda disponibile tra gli utenti collegati a
seconda dell’utilizzo (e quindi in modo più flessibile) e non in maniera semipermanente
come la rete SDH.
La rete di accesso realizzata totalmente o parzialmente in fibra ottica viene di
solito classificata in tre tipologie a seconda del punto raggiunto in fibra:
• FTTH (Fiber To The Home) se la fibra raggiunge l’unità abitativa del singolo
utente;
• FTTB (Fiber To The Building) se la fibra raggiunge l’edificio realizzando l’ultimo tratto di collegamento con altre tecniche (LAN, WLAN o VDSL);
• FTTC (Fiber To The Curb o Fiber To The Cabinet) se il cablaggio arriva nelle
vicinanze dell’edificio.
Attualmente è ben delineato il trend di aumento di capacità di trasmissione della
fibra sia in termini di velocità di cifra su una singola lunghezza d’onda, sia in termini
di numero di lunghezze d’onda differenti utilizzabili contemporaneamente sulla stessa
fibra. L’insieme dei due tipi di avanzamento tecnologico consentirà di disporre di capacità dell’ordine del terabit/s (1012 bit/s) e delle decine di terabit/s. La realizzazione
di reti di accesso completamente in fibra permetterà quindi di soddisfare le esigenze di banda nel medio periodo negli scenari più ottimistici di consumo.
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6.2
Tecnologie xDSL
L’acronimo xDSL indica la famiglia tecnologica Digital Subscriber Line, ossia l’insieme delle tecnologie sviluppate a partire dagli anni ‘70 per permettere la trasmissione
digitale ad alta velocità su uno o più doppini telefonici sfruttando le caratteristiche trasmissive del mezzo. All’interno della famiglia la x viene sostituita da una o più lettere che
caratterizzano le singole tecnologie (ADSL, HDSL, VDSL, etc.). Lo sviluppo delle tecnologie xDSL permette di riutilizzare la rete in rame come sistema di accesso a banda larga.
Le tecnologie xDSL si differenziano per vari fattori tecnici (potenza del segnale, banda
occupata, tipo di modulazione) che portano a un impiego differenziato a seconda di:
• Velocità massima di trasmissione;
• Distanza massima su doppino tra centrale e sede d’utente;
• Tipologia di clientela target.
In generale le tecnologie xDSL prevedono l’introduzione di un modem in sede di
utente e di un apparato equivalente all’interno dell’infrastruttura di rete.
Tutte le tecnologie xDSL presentano una distanza massima oltre la quale il servizio non può essere fornito, dell’ordine di qualche chilometro. Vi sono inoltre problemi
tecnici di interferenza che limitano i doppini effettivamente utilizzabili.
In alternativa alla posa di cavi in fibra ottica, e nell’ipotesi di poter sfruttare la
rete in rame esistente, la tecnologia DSL sembra ad oggi la soluzione che presenta il
miglior rapporto tra la banda offerta e l’investimento necessario in quanto, pur non avendo
una disponibilità di banda comparabile con quella dei sistemi in fibra ottica, rende comunque disponibile una velocità di collegamento in rame sufficiente a una parte delle applicazioni disponibili attualmente e non necessita dell’installazione di una nuova infrastruttura fisica di accesso.
La situazione attuale presenta tuttavia alcuni vincoli alla diffusione su larga scala
di questa tecnologia:
• Accesso all’infrastruttura dell’operatore dominante. Per poter realizzare un’infrastruttura di accesso a banda larga in xDSL gli operatori devono poter accedere al doppino già posato e agli spazi nei siti di Telecom Italia per poter colocare gli apparati. Le difficoltà nel reperire spazi utilizzabili all’interno dei siti
e i ritardi provocati dall’allestimento e dalle procedure di attivazione dei servizi
possono rallentare lo sviluppo della tecnologia da parte degli altri operatori.
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• Realizzazione di infrastruttura di distribuzione cittadina. L’utilizzo di tecnologie xDSL implica la disponibilità di un’infrastruttura di distribuzione cittadina a banda larga in grado di collegare i siti di Telecom Italia alle reti degli
altri operatori. In mancanza di tale infrastruttura proprietaria, gli operatori
sono costretti ad affittare capacità da Telecom Italia con aumento sostanziale
dei costi operativi.
6.3
Wireless Local Loop (Ultimo miglio via radio)
La possibilità di utilizzare la trasmissione radio nello spazio libero per la realizzazione di porzioni del collegamento tra utente e rete è alla base di molti differenti
sistemi, dalle reti locali (WLAN - Wireless Local Area Network) fino alle reti cellulari. Qui
considereremo solamente il Wireless Local Loop, per la sua rilevanza potenziale nello
sviluppo della larga banda.
L’utilizzo delle risorse radio ha in generale gli effetti di ridurre i costi per la
realizzazione dell’infrastruttura di rete ed i tempi di realizzazione del servizio di
connettività sul territorio. Inoltre la possibilità di condividere gli investimenti (eccetto
l’installazione degli apparati di utente) tra tutti i potenziali clienti nell’area, riduce il
rischio di mancato ritorno degli investimenti in caso di abbandono del cliente.
Per contro, la trasmissione via etere porta intrinsecamente con sè problematiche di risorse scarse (bande di frequenza limitata), di poca affidabilità del mezzo
trasmissivo a causa di disturbi ed interferenze, di riservatezza, di rispetto delle normative e di inquinamento elettromagnetico, che devono essere debitamente affrontate.
La realizzazione di collegamenti radio per la sostituzione della rete di accesso
fissa è allo studio da tempo, e le tecnologie utilizzate a questo scopo sono indicate con
il nome collettivo di WLL (Wireless Local Loop).
Con gli acronimi WLL (Wireless Local Loop) e WFA (Wireless Fixed Access) si indicano solitamente i sistemi di trasmissione radio operanti su determinate frequenze
che realizzano collegamenti punto-multipunto a livello di rete di accesso, ovvero che
permettono di connettere via radio gli utenti ad una stazione ricetrasmittente locale su
aree di raggio dell’ordine del Km o di alcuni Km a seconda della tecnologia, sostituendo
così la rete di accesso in fibra o rame.
La definizione di banda dello spettro radio a disposizione limita di fatto la banda
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massima a disposizione della stazione ricetrasmittente che deve condividerla tra gli utenti
appartenenti ad una “cella”.
Questo tipo di tecnologie non rispondono attualmente ad uno standard definito e le realizzazioni sono quindi tutte proprietarie. Le prestazioni, la qualità, il grado
di condivisione della banda tra gli utenti e i vincoli tecnologici imposti per la realizzazione del resto della rete variano quindi molto non solo con la frequenza utilizzata ma
anche con il fornitore di tecnologia prescelto.
Come tutte le tecnologie che operano sulle onde radio, l’uso di sistemi WLL è regolamentato e concesso solo su alcune frequenze tra quelle disponibili. Nel caso dell’Italia,
l’utilizzo del WLL è stato regolamentato tramite la concessione di licenze emesse
su base regionale. Le tecnologie utilizzate in Italia sono spesso indicate anche con l’acronimo LMDS (Local Multipoint Distribution System).
I sistemi LMDS sono realizzati con il principio delle celle: una Stazione Base (BS)
ricetrasmittente utilizza una certa banda di frequenze per realizzare i collegamenti
radio con le stazioni periferiche presenti nei siti di utente. Per aumentare la banda
disponibile la stessa frequenza può essere utilizzata in maniera direzionale su diversi
archi per servire differenti clienti (tipicamente una stazione genera una copertura divisa
in 4 quadranti di 90°).
A seconda delle tecnologie utilizzate possono essere disponibili velocità trasmissive dell’ordine dei 2 Mb/s per un numero limitato di utenti, o anche 34 Mb/s
condivisi tra tutti gli utenti di una stessa cella.
6.4
Sistemi satellitari
Storicamente, i sistemi di comunicazione via satellite sono stati utilizzati prevalentemente per la realizzazione di collegamenti a lunga distanza interni alle reti e successivamente per la diffusione di segnali televisivi analogici e digitali. Recentemente
hanno cominciato a diffondersi come sistemi per l’accesso a banda larga, sfruttando
anche la penetrazione dei servizi di TV digitale con i quali è possibile condividere alcune
parti dell’impianto di utente.
Le tecnologie che permettono di utilizzare il sistema satellitare differiscono notevolmente in prestazioni a seconda che il collegamento sia mono o bi-direzionale e a
seconda della banda di frequenza utilizzata.
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In generale il satellite permette di condividere la banda verso terra tra tutti gli
utenti presenti su una vasta area geografica (la copertura di un satellite geostazionario
può arrivare a superare il 40% della superficie terrestre). Sia la banda fornita che il costo
relativo ad un utente sono quindi indipendenti dalla sua localizzazione.
Allo stato attuale gli utenti condividono solitamente l’uso di un trasponder
satellitare con una banda complessiva di circa 34 Mb/s con una prestazione in termini di banda media all’utente finale residenziale che è al massimo di 400-800 Kbit/s
per il down-link.
Esistono sistemi in grado di realizzare collegamenti bidirezionali direttamente via
satellite, che forniscono una banda di fino a 2-40 Mbit/s in down-link e circa 50-150
Kbit/s in up-link. Nuovi sistemi bidirezionali, utilizzando satelliti geostazionari nella banda
Ka (20-30 GHz), dovrebbero fornire 10-100 Mbit/s in downlink e 2 Mbit/s in up-link.
I satelliti attualmente utilizzati sono quelli in orbita geostazionaria (GEO
Geostationary Earth Orbit con un raggio orbitale di 36.000 Km), il cui principale vantaggio è conservare costante la posizione nel cielo rispetto ad un osservatore e quindi
semplificare le operazioni di puntamento.
PRIMO SCHEMA
Il primo schema illustrato presenta il funzionamento di massima della tecnologia satellitare oggi maggiormente utilizzata, essa viene definita ibrida in quanto il
sistema satellitare viene utilizzato solamente per il down-link dei dati, mentre l’uplink avviene su una connessione dial-up e quindi a velocità che vanno attualmente dai
33 Kb/s a 64 o 128 Kb/s.
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Quando l’utente richiede l’invio di dati, come ad esempio la visione di una pagina
web, la richiesta passa attraverso Internet ad una stazione base di terra.
Il flusso dati viene trasmesso all’utente utilizzando il satellite, con velocità molto
maggiore.
Per utilizzare il servizio l’utente deve quindi essere dotato di una parabola per la
ricezione (questa tecnologia può essere quella utilizzata per la ricezione della TV digitale satellitare) e un apparato per la decodifica del segnale (PC con scheda o set top
box) oltre che naturalmente di modem. L’utente deve anche possedere una linea tradizionale per l’accesso ad Internet.
SECONDO SCHEMA
È anche possibile utilizzare servizi bidirezionali (seconda figura) con l’utilizzo
di parabole anche trasmittenti di dimensioni fino a 1,8 metri. Questi tipi di servizi permettono di realizzare accessi asimmetrici con bande in downlink che per l’utenza diffusa (PMI, microbusiness o residenziale) arrivano tipicamente a qualche centinaio di Kb/s
e in uplink fino a 150 Kb/s. In questo caso l’antenna deve essere comunque installata
(non è possibile, a differenza del servizio monodirezionale utilizzare i normali impianti
usati per la ricezione della TV satellitare digitale).
L’implementazione di una rete satellitare in una determinata area richiede, se si ipotizzano i satelliti già in orbita, una frazione del tempo impiegato per l’implementazione di
una rete terrestre.
I sistemi satellitari per la loro velocità e minor costo di implementazione in aree
remote e scarsamente popolate sono una valida alternativa ai sistemi terrestri.
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Esistono tuttavia una serie di circostanze che rendono il satellite una soluzione
relativamente costosa al problema dell’accesso a banda larga, limitando il suo utilizzo
come soluzione di massa per le zone altamente popolate e/o già raggiunte da servizi a
banda larga terrestri:
• gli alti costi di noleggio di un trasponder dovuti all’elevato costo di investimento nel lancio di un satellite;
• il costo relativamente elevato dell’infrastruttura di ricezione (in parte compensato, nel caso unidirezionale dalla possibilità di riutilizzare l’infrastruttura
per la ricezione della TV);
• la disponibilità di banda limitata da condividere tra tutti gli utenti del satellite;
• il tempo di latenza provocato dall’utilizzo di satelliti in orbita GEO che rende
impossibile fornire servizi real-time;
• la necessità di disporre di visuale libera verso il satellite e di poter installare
l’antenna (eventualmente di grandi dimensioni per il caso bidirezionale).
La forte asimmetria della banda disponibile e la loro intrinseca caratteristica di
sistemi per il broadcasting rendono i sistemi satellitari ideali per la diffusione della televisione, sia sotto forma di VoD, di TV interattiva o comunque per la distribuzione di contenuti multimediali. L’utilizzo dei sistemi satellitari può interessare anche aziende con
sedi remote in zone rurali mal connesse con le infrastrutture terrestri.
I sistemi satellitari di nuova generazione consentiranno di fornire servizi con una
banda in down-link compresa tra i 10 e 100 Mbit/s e soprattutto una banda di 2 Mbit/s
in up-link.
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Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Novembre 2001,
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Tecnologie, Novembre 2001,
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Benchmark della Società dell’Informazione in Emilia-Romagna, primo rapporto e-government e infrastruttura a larga banda in regione Emilia-Romagna,
Collana Emilia-Romagna Digitale, Gennaio 2003
www.regionedigitale.net
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secondo Quaderno Larga Banda