SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Progetto SEPA: area industriale di Viaggiano (PZ) come area produttiva ed ecologicamente attrezzata STUDIO DI FATTIBILITÀ -1- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Sviluppo Basilicata S.p.A. Società per Azioni con unico socio Via Centomani, 11 – 85100 Potenza Studio realizzato nell’ambito del progetto SEPA Sustainable and equipped productive areas - Aree produttive sostenibili ed attrezzate. Progetto cofinanziato dal programma di cooperazione transnazionale Sud Est Europea 2007 – 2013 REDATTO DA: -2- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità INTRODUZIONE ......................................................................................... 5 I SVILUPPO SOSTENIBILE E AREE INDUSTRIALI........................................... 10 1.1 Sviluppo Sostenibile ......................................................................... 10 1.2 L’impresa sostenibile ........................................................................ 11 1.3 Sviluppo e aree industriali: APEA e SEPA ............................................ 14 II ANALISI DEL SITO, LOCALITA’, COMPLESSO DI RIFERIMENTO DELLO STUDIO 19 2.1 La Val D’Agri ................................................................................... 19 2.1.1 Il sistema socio-economico ......................................................... 19 2.1.2 Il sistema produttivo ................................................................. 23 2.1.3 Habitat, paesaggio e ambiente antropizzato ................................. 26 2.1.4 Il Parco naturale dell’Alta Val d’Agri ............................................. 32 2.2 Area industriale di Viggiano ............................................................... 34 2.2.1 Inquadramento geografico dell’area ............................................. 34 2.2.2 Vincoli ambientali e paesaggistici ................................................ 39 2.2.3 Quadro normativo, programmatico dell’area ................................. 40 2.2.4 Trasporti mobilità e logistica ....................................................... 50 2.2.5 Analisi delle aziende insediate ..................................................... 52 2.2.6 Infrastrutture, servizi e consumi dell’area..................................... 55 III ANALISI DI MERCATO .......................................................................... 66 3.1 Indagine sui servizi dell’area ............................................................. 66 3.2 Altre criticità ................................................................................... 69 3.3 Swot analysis area industriale ........................................................... 70 3.4 Analisi dell’area in relazione alla vocazione produttiva e alla sua possibile strutturazione in area ecologicamente attrezzata ....................................... 71 3.4.1 Il centro oli Val d’Agri ................................................................ 71 3.4.2 I rischi dell’attività petrolifera ..................................................... 75 3.4.3 Le emissioni in atmosfera ........................................................... 76 3.4.4 Sostenibilità ambientale e attività estrattiva ................................. 79 -3- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità IV ANALISI DI FATTIBILITA’ DELLA RICONVERSIONE DEL SITO IN AREA APEA 80 4.1 Caratteristiche di un’area Apea .......................................................... 80 4.2. Analisi dei rischi e fattibilità dell’implementazione dell’area APEA presso il sito industriale di Viggiano ...................................................................... 84 4.2.1 La base dati e la condivisione del progetto ................................... 84 4.2.2 Le aziende insediate processi produttivi e quadro regolatorio .......... 86 4.2.3 Dimensioni del sito e sviluppo ..................................................... 87 4.2.4 Applicabilità degli obiettivi Apea al sito ......................................... 91 4.3 Rappresentazione della proposta progettuale e fattibilità finanziaria e procedurale .........................................................................................110 4.4 Analisi di sensitività ........................................................................115 4.5 Analisi delle ricadute sul sistema locale..............................................115 4.6 Verifica della fattibilità amministrativa e procedurale del soggetto gestore 116 4.6.1 La struttura del Soggetto Gestore ..............................................119 4.6.2 I compiti del Soggetto Gestore ...................................................122 4.6.3 I costi del Soggetto Gestore ......................................................124 V ANALISI DELLA FATTIBILITA’ DI AREA SEPA ............................................130 5.1 Caratteristica dell’area SEPA ............................................................130 5.2 Sostenibilità sociale .........................................................................130 5.2.1 Lavoro ....................................................................................131 5.2.2 Sicurezza e salute ....................................................................135 5.2.3 Partecipazione .........................................................................139 5.3 Sostenibilità economica ...................................................................140 5.3.1 Le potenzialità future dell’area ...................................................145 CONCLUSIONI ........................................................................................148 -4- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità INTRODUZIONE Il presente documento si inserisce nell’ambito del progetto sperimentale europeo SEPA, “Sustainable and equipped productive areas”, che vede la Regione Basilicata, attraverso la società Sviluppo Basilicata, partecipare insieme ad altre 9 organizzazioni di sette Paesi europei, ad iniziative volte a riqualificare aree produttive secondo parametri di sostenibilità. Il presente lavoro ha come obiettivo l’analisi di fattibilità per la trasformazione dell’area industriale di Viggiano in un’area che presenti le caratteristiche di sito SEPA (area produttiva sostenibile). Tale definizione, come avremo modo di spiegare ampiamente nel corso del presente lavoro, va ben oltre il concetto più noto di area ecologicamente attrezzata perché, oltre all’introduzione di fattori gestionali e infrastrutturali atti ad ottimizzare l’impiego delle risorse (sostenibilità ambientale), si pone in un’ottica allargata di sostenibilità, comprendendo anche le ricadute sociali ed economiche che le attività produttive hanno sul territoriale di riferimento. Il documento è stato organizzato in tre macro sezioni. La prima, comprende i primi tre capitoli: il primo capitolo introduce da un punto di vista teorico il concetto di sostenibilità e differenzia le caratteristiche di un’area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) da un’area produttiva sostenibile (SEPA); nel secondo e terzo capitolo vengono rappresentate le caratteristiche socioeconomiche, produttive e naturalistiche dell’area e i principali fattori di competitività, al fine di delineare il quadro complessivo entro il quale è posizionato il sito produttivo. La seconda sezione (capitolo 4) è stata invece dedicata alla verifica delle condizioni di sostenibilità ambientale necessarie al fine di poter organizzare l’area industriale come area ecologicamente attrezzata (APEA). L’ultima sezione, (capitolo 5), verifica infine l’esistenza anche degli elementi di sostenibilità sociale, ed economica, necessari per la riconversione dell’area in un progetto più complesso di area produttiva sostenibile (SEPA). -5- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Lo studio di pre fattibilità Il presente studio è stato preceduto da un’analisi di pre-fattibilità che ha individuato, fra le aree industriali della Basilicata quale fosse il sito più idoneo a poter divenire un’area APEA/SEPA. L’analisi è stata redatta valutando, sui diversi siti industriali della Regione, i valori dei seguenti indicatori: - impatti potenziali attuali e futuri della produzione sull’ambiente; - accessibilità al sito; - potenzialità insediative. Tali indicatori, sono stati pesati e calcolati in modo da premiare l’area produttiva con minori costi ambientali per la collettività e maggiori capacità attrattive per la localizzazione delle imprese1. A nostro giudizio, e senza voler cadere in polemiche infruttuose, l’analisi presenta degli evidenti e macroscopici errori, tali da provocare una sbagliata individuazione del sito sulla base degli stessi parametri assunti dallo studio. In particolare, come si evince dalle tabelle riportate di seguito, i calcoli si sarebbero dovuti svolgere suddividendo l’indicatore di ciascuna area rispetto agli addetti della stessa area (es. Carico Organico in Acque Viggiano/Numero Addetti Viggiano). In realtà lo studio, per evidente errore, è stato condotto suddividendo tutti gli indicatori di ciascun sito rispetto al numero di addetti dell’area di San Nicola di Melfi determinando risultati assolutamente fuorvianti. Nella tabella è stato evidenziato in rosso il valore reale che si sarebbe ottenuto per l’area di Viggiano applicando in modo esatto la formula. 1 Studio di pre fattibilità - pag. 42 par. 6.1.3. Indicatori sintetici di performance ambientale. -6- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Impatti potenziali attuali San Nicola di Melfi Viggiano La Martella Val Basento Addetti esistenti Carico Organico in Acque (El) Rifiuti Prodotti (t/anno) Consumo idrico (mc/anno) Consumo Energetico (MWh/anno) Emissione in atmosfera (t CO2/anno) 9.270 61.443 22.874 5.932.531 362.923 123,5 6.850 5.427 41.877 19,6 23.514 13.766 1.883.052 80.339 31,6 18.219 38.368 5.464.452 391.621 74,8 464 2.100 1.863 797.065 Indicatori di impatto attuali Carico Organico in Acque (E/addl) Rifiuti Prodotti (t/anno*add) Consumo idrico (mc/anno*add) Consumo Energetico (MWh/anno*add) Emissione in atmosfera (tCO2/anno*add) 6,628 2,468 639,971 39,150 0,013 San Nicola di Melfi 0,739 Viggiano 0,585 85,983 14 11 4,517 1717 0,002 90 0,04 La Martella 2,537 1,485 203,134 8,667 0,003 Val Basento 1,965 4,139 589,477 42,246 0,008 Impatti potenziali futuri Addetti futuri Carico Organico in Acque (El) Rifiuti Prodotti (t/anno* add) Consumo idrico (mc/add/anno) Consumo Energetico (MWh/anno) Emissione in atmosfera (t CO2/anno) San Nicola di Melfi 10.160 106.138 33.488 7.578.953 408.721 159,7 Viggiano 969 31.759 14.976 2.477.099 42.065 37,1 La Martella 3.732 38.075 27.543 3.805.152 194.011 72,0 Val Basento 2.954 26.725 47.640 6.381.102 430.096 105,8 -7- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Indicatori di impatto futuro Carico Organico in Acque (E/addl) Rifiuti Prodotti (t/anno*add) Consumo idrico (mc/anno*add) Consumo Energetico (MWh/anno*add) Emissione in atmosfera (tCO2/anno*add) 10,447 3,296 745,960 40,228 0,016 3,126 1,474 243,809 4,140 0,004 San Nicola di Melfi Viggiano 33 15 2.556 43 0,04 La Martella 3,748 2,711 374,523 19,096 0,007 Val Basento 2,630 4,689 628,061 42,332 0,010 L’errore è particolarmente rilevante se si considera che il punteggio attribuito a tali indicatori è pari al 30% dell’intero punteggio. Altro aspetto da sottolineare è, a nostro giudizio, la valutazione fatta nello stesso studio sul grado di attrazione dell’area misurata non in termini assoluti di superficie disponibile ma in termini percentuali (tale indicatore incide per il 20% sull’intero punteggio). Ciò ha portato al paradosso di indicare più attrattiva l’area industriale di Viggiano con 22 ha disponibili (11,6 % sull’intera area) rispetto a quella di San Nicola con 100 ha disponibili (10,2 % dell’intera area)2. Area disponibile [ha] Area industriale [ha] Percentuale di area disponibile San Nicola di Melfi 100 979 10,2% Viggiano 22 190 11,6% La Martella - Matera 124 470 26,4% Val Basento 551 4.205 13,1% Risulta doveroso pertanto sottolineare tale increscioso aspetto proprio perché, a nostro giudizio, oltre ai suddetti errori, che ne hanno totalmente capovolto il risultato finale, l’analisi non ha assolutamente preso in esame l’opportunità di realizzare degli audit preventivi sui siti oggetto di studio al fine di valutare per ciascuno di essi ove vi fossero almeno i pre requisiti organizzativi (informazioni di base, organizzazione dei dati, disponibilità delle aziende al progetto), di business 2 Pag. 46 Studio di pre fattibilità -8- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità (aziende con processi produttivi idonei) e normativi (leggi e accordi) che potessero permettere l’implementazione di un’area produttiva APEA/SEPA. -9- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CAPITOLO I SVILUPPO SOSTENIBILE E AREE INDUSTRIALI 1.1 Sviluppo Sostenibile Viviamo in un’epoca in cui si passa da una visione idilliaca dello sviluppo industriale e della globalizzazione, intesa come circolo virtuoso, all’atteggiamento opposto di chi predica il catastrofismo e l’impoverimento generale. Su un punto c’è convergenza e unanimità di posizioni: il sistema terra vive un costante depauperamento delle risorse naturali ed un continuo peggioramento delle qualità ambientale dei suoi ecosistemi. Una possibile linea d’azione è stata proposta dal vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile del 2002 che ha indicato gli obiettivi e gli strumenti per l’integrazione della dimensione ambientale nelle strategie di sviluppo, riconoscendo il ruolo necessario e positivo delle imprese per coniugare crescita economica e protezione dell’ambiente e per porre fine al conflitto tra ambiente e crescita industriale. Ciò richiede studio e applicazioni di processi e metodi che permettano alle imprese di affrontare le sfide in campo ambientale e di utilizzarle per avere maggiore vantaggio competitivo facendo dell’ambiente un’opportunità. Solo guardando all’area industriale come un “sistema” è possibile proporre strategie, metodi e strumenti efficaci per la tutela ambientale e la sicurezza della popolazione, in grado di rispondere alle esigenze di tutti i portatori di interesse presenti su un determinato contesto territoriale. Le aggregazioni industriali rappresentano un considerevole vantaggio rispetto alle imprese individuali, in quanto possono usufruire di servizi ambientali comuni con risparmi in termini di costi e di gestione. Per favorire l’accrescimento e lo sviluppo degli impianti produttivi di beni e servizi, in armonia con il territorio, l’ambiente, la salute e la sicurezza, e quindi per applicare nei fatti lo sviluppo sostenibile, si sono individuate negli ultimi anni le seguenti principali linee alternative d’azione: - semplificare ed unificare le procedure autorizzative degli impianti produttivi; - 10 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - dotare delle necessarie infrastrutture i siti dell’industria italiana minimizzandone il grado di frammentarietà e la distanza dai mercati; - sviluppare aree ecologicamente attrezzate, per gli impianti e le tecnologie ad alta efficienza ambientale ed in grado di attirare investimenti tecnologicamente avanzati e competitivi anche a livello internazionale; - arricchire la dotazione infrastrutturale del Paese per favorire l’integrazione fra le diverse aree a livello nazionale ed europeo, anche ai fini di un riequilibrio Nord-Sud; - valorizzare i comportamenti volontari e prevedere incentivi anche normativi per le imprese che adottino procedure volte a garantire la compatibilità ambientale, la salute e la sicurezza, instaurando, di fatto, un nuovo tipo di rapporto tra amministrazione e imprese. Per questo motivo accanto agli strumenti amministrativi basati sulla regolamentazione diretta, di cui si è constatato se non il fallimento almeno l’insufficienza, si stanno diffondendo strumenti di tipo economico come le tasse (o le tariffe) ambientali, le misure di incentivazione per l’introduzione di tecnologie pulite ed a minor impatto ambientale quali sgravi fiscali, contributi in conto capitale, ecc. e strumenti di tipo volontario come l’EMAS (Reg. CE 1221/2009) o percorsi come quelli delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, basati su dinamiche di mercato, dirette a favorire un rapporto nuovo tra imprese, istituzioni e pubblico, che sia fondato sulla trasparenza, sul supporto reciproco e sulla collaborazione. 1.2 L’impresa sostenibile Lo sviluppo di un’economia, nel suo significato macroeconomico, non può essere sostenibile se le attività delle imprese che operano in essa non è sostenibile. Lo sviluppo viene definito “sostenibile” quando riesce a soddisfare i bisogni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i loro bisogni. Da questa definizione emerge con chiarezza che l’obiettivo della sostenibilità dello sviluppo è un obiettivo di lungo periodo che poggia su un fondamento etico, in quanto si basa su un principio di equità applicato - 11 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità innanzitutto alla distribuzione intergenerazionale delle risorse. In altre parole, anche alle generazioni future deve essere applicato il principio di “pari opportunità” con riferimento in primo luogo alle risorse naturali ed ambientali a loro disposizione da cui dipenderà in modo cruciale la loro sopravvivenza, la qualità della loro vita, nonché la capacità di raggiungere gli obiettivi che riterranno opportuno proporsi. Questo principio si basa sull’assunto che le generazioni presenti non hanno la proprietà delle risorse naturali ed ambientali ma soltanto il loro temporaneo possesso. Ovviamente il principio di equità applicato alla distribuzione intergenerazionale delle risorse deve essere applicato anche alla distribuzione del reddito e delle risorse all’interno di ciascuna generazione. Pertanto l’impresa deve dare il suo contributo al rispetto dei suddetti requisiti ambientali e sociali e quindi al consolidamento della sostenibilità dello sviluppo. Definiamo un’impresa come sostenibile quando riesce ad ottenere livelli soddisfacenti e stabili di redditività media nel lungo periodo e crea valori duraturi per tutti gli stakeholders. Questa definizione si articola in due parti che sottolineano aspetti indipendenti, anche se connessi e complementari, della sostenibilità aziendale. La prima parte della definizione si riferisce all’obbiettivo tradizionale dell’impresa, la massimizzazione del saggio di profitto, ma precisa che per la sostenibilità dell’impresa contano i valori medi di lungo periodo. La seconda parte della definizione si riferisce ai soggetti destinatari della creazione di valore da parte dell’impresa. Secondo la concezione tradizionale, l’impresa deve preoccuparsi soltanto di creare valore per gli azionisti. L’impresa invece, dovrebbe preoccuparsi di creare valore non solo per gli azionisti (shareholders) ma anche per tutti gli altri soggetti interessati all’attività dell’impresa e ai suoi risultati (stakeholders), in particolare i dipendenti, i clienti e la società civile del territorio ove operano. I risultati infatti confermano che le imprese che sono sopravvissute più a lungo e che hanno ottenuto indici di redditività medi più elevati sono proprio quelle che hanno dato maggiore importanza agli interessi di tutti gli stakeholders in un’ottica lungimirante. Nel passato, anche recente, le tematiche ambientali sono spesso state percepite come un ostacolo allo sviluppo economico ed una minaccia all’occupazione in - 12 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità conseguenza dei divieti e degli interventi repressivi delle autorità pubbliche. Tuttavia negli ultimi anni la percezione di questo conflitto si è molto attenuata per una serie di motivi. Vi è innanzi tutto una crescente pressione del mercato nella direzione di una maggiore attenzione per la qualità ambientale dei prodotti e dei processi produttivi. Ciò deriva in particolare da una crescente sensibilità ambientale dei consumatori e degli utenti. A questi stimoli si aggiungono quelli che derivano da una legislazione ambientale che negli ultimi tre decenni è diventata sempre più rigorosa al fine di incentivare il rispetto dell’ambiente e disincentivare lo spreco di risorse e l’inquinamento. Negli ultimi anni un numero crescente di imprese si è impegnato attivamente a rielaborare il tradizionale concetto di efficienza trasformandolo nel criterio più evoluto di ecoefficienza. Il tradizionale concetto di efficienza perseguito dalle imprese è di per sé pienamente compatibile con la sostenibilità dello sviluppo. Produrre in modo efficiente vuol dire produrre beni e servizi a costi minimi, il che implica il minimo uso di risorse umane e naturali, nonché minimo inquinamento dato che quest’ultimo, a parità di altre condizioni, è proporzionale alle risorse consumate come input produttivo. Tuttavia il criterio tradizionale di efficienza economica è insufficiente perché non tutti i costi e benefici ambientali sono registrati dal mercato (in quanto corrispondono ad esternalità positive o negative).Di qui l’esigenza di elaborare un criterio di ecoefficienza che tenga conto in modo compiuto dei costi ambientali impliciti, prima ancora che questi ultimi vengano esplicitati dalla progressiva presa di coscienza dei consumatori e degli interventi di politica ambientale. Infine, l’ambiente viene percepito sempre più dalle imprese come opportunità di investimento, piuttosto che come semplice costo implicito oppure vincolo. Ad esempio gli investimenti che consentono una certificazione/registrazione ambientale riconosciuta (ISO 14000 /EMAS) stanno diventando sempre più imprescindibili per le imprese italiane che vogliono continuare ad esportare nei paesi con una legislazione ambientale più severa. Inoltre, sempre più importanti stanno diventando le opportunità di investimento proattivo diretto a progettare e commercializzare nuovi prodotti in nuovi mercati. Molte imprese stanno scoprendo che - 13 - essere all’avanguardia nel campo SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità ambientale conferisce un vantaggio competitivo decisivo per l’attività dell’impresa; consolida la propria reputazione riducendo il rischio di perderla, il che è tanto più importante in quanto la reputazione è difficile da conquistare e facile da perdere; costituisce un efficace strumento di marketing. Alla luce di queste considerazioni, il conflitto tra obiettivi ambientali ed obiettivi aziendali si è ridotto ad un aspetto del conflitto tradizionale implicito in qualsiasi strategia di investimento dato che i costi di un investimento in capitale fisico e nuove tecnologie devono essere sostenuti subito mentre i benefici sono distribuiti su diversi esercizi futuri. Ciò è ancora più vero per gli investimenti ambientali, in quanto i benefici si rendono visibili su orizzonti temporali molto lunghi, e molto spesso l’azienda pone in essere investimenti i cui ritorni in termini monetari e non potranno essere apprezzati solo dalle generazioni future. 1.3 Sviluppo e aree industriali: APEA e SEPA La nozione di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata è stata introdotta nell’ordinamento legislativo italiano dal D.Lgs. n. 112/98 (Bassanini), prevedendo all’art. 26 che le Regioni disciplinino, con proprie leggi, le aree industriali e le aree ecologicamente attrezzate, dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente. Devono altresì essere previste forme di gestione unitaria delle infrastrutture e dei servizi delle aree ecologicamente attrezzate da parte dei soggetti pubblici o privati. Si segnala che la Regione Basilicata non ha ad oggi ancora tradotto il decreto legislativo in un proprio intervento normativo. L’obiettivo posto alla base delle Aree Ecologicamente Attrezzate è dunque la sostenibilità ambientale intesa come la garanzia della tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente da raggiungere attraverso: • la progettazione e realizzazione di contenuti urbanistico-territoriali di qualità; • la realizzazione di condizioni di gestione ambientale di qualità; • l’individuazione di un Soggetto Gestore delle reti e dei servizi, unico per l’area. - 14 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Quest’approccio integrato deve perseguire il raggiungimento di benefici collettivi superiori a quelli che si avrebbero dalla somma dei benefici individuali che ciascuna impresa otterrebbe dall’ottimizzazione delle proprie performance. Il tema focale della problematica è fondato, pertanto, sul presupposto di spostare l’oggetto di interesse dalla singola azienda, o dal singolo sito, all’intera area industriale; Fattore fondamentale per il successo delle APEA è quindi l’organizzazione del processo decisionale. La protezione ambientale, elemento centrale della programmazione di un’area APEA, costituisce solo uno dei tre pilastri su cui poggia lo sviluppo sostenibile ed ulteriori elementi debbono pertanto essere presi in considerazione perché si possa parlare di sviluppo sostenibile di area (SEPA). Difatti, la presenza di un’area industriale in un territorio genera modifiche agli elementi che compongono il sistema ambientale, il sistema economico ed il sistema sociale. I tre sistemi sono spesso interdipendenti e le modifiche che subiscono possono essere negative su un sistema e positive su un altro e manifestare sullo stesso sistema effetti diversi nel tempo. Un ruolo fondamentale delle aree SEPA è di permettere uno sviluppo sostenibile della competitività territoriale cercando di combinare in modo ottimale: competitività sociale intesa come la capacità dei soggetti di intervenire insieme, efficacemente in base ad una stessa concezione di progetto, incoraggiata da una concertazione tra i vari diversi livelli istituzionali; competitività ambientale intesa come la capacità dei soggetti di valorizzare l’ambiente quale elemento distintivo del loro territorio, garantendo al contempo la tutela ed il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio (caratteristica comune con le aree APEA); competitività economica intesa come la capacità dei soggetti di produrre e mantenere all’interno del territorio il massimo del valore aggiunto, consolidando i punti di contatto fra i vari settori e combinando efficacemente le risorse al fine di valorizzare la specificità dei prodotti e dei servizi locali. L’area industriale sostenibile deve ricercare i benefici anche per le comunità limitrofe al fine di assicurare che l’impatto netto del suo sviluppo sia positivo. - 15 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Gli elementi che caratterizzano la gestione sostenibile di un’area industriale sono: 1. L’introduzione del concetto di “accettazione” dell’Area Industriale da parte del Sistema Locale, quale elemento da considerare in tutti i momenti della vita di Area Industriale, dalla scelta della zona dove essere ubicata alla sua riqualificazione. Questo elemento deve consentire, agli enti istituzionalmente coinvolti di fare delle scelte, di individuare il territorio più “adatto” per ricevere gli impatti positivi e negativi in termini economici, sociali ed ambientali dell’Area Industriale sul Sistema Locale; 2. La presenza e la gestione di infrastrutture comuni che consentano di ottimizzare i comportamenti in campo ambientali, economico e sociale delle singole imprese insediate nell’area industriale; 3. Una visione sistemica della gestione dell’Area e delle singole aziende insediate che consenta di affrontare con continuità le criticità presenti e potenziali secondo la metodologia nota come PDCA Plan-Do-Check-Act (pianificare, attuare, verificare, agire). La metodologia PDCA applicata alla gestione di un’Area Industriale può essere brevemente descritta nel modo seguente: A. – Pianificare: stabilire gli obiettivi di miglioramento dell’Area considerata come unica entità ed individuare i programmi che consentono di raggiungere gli obiettivi definiti con il coinvolgimento di tutti gli attori che possono per attribuzione di compiti istituzionali e volontari effettuare scelte per l’area industriale; B. - Attuare i processi e le attività necessarie per migliorare le prestazioni ambientali, economiche e sociali dell’Area Industriale; C. - Sorvegliare e monitorare le prestazioni dell’area e delle singole aziende per tenere sotto controllo le interazioni tra l’Area Industriale ed il Sistema Produzione – Territorio e Popolazione; D. - Intraprendere le azioni necessarie per migliorare, a seguito dell’analisi dei risultati del monitoraggio, le prestazioni dell’Area Industriale. 4. la condivisione delle scelte con le parti interessate presenti nel Sistema Locale che consente di affrontare le criticità presenti con l’accettazione e la sinergia di tutti i responsabili individuati (pubblici e privati). In particolare è destinata a - 16 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità fallire l’organizzazione strutturata secondo una visione top-down, che non prevede la condivisione/concertazione con le imprese che compongono il parco industriale, e in cui le misure volte al raggiungimento della sostenibilità sono stabilite univocamente dagli organi di governo. Un processo bottom up o condiviso, pur determinando tempi più lunghi e maggiore complessità gestionale, può invece evitare la mancanza di supporto da parte dei soggetti che effettivamente dovranno realizzare la riqualificazione dell’area. È quindi importante offrire a tutti gli stakeholders la possibilità di essere coinvolti nel processo, in modo tale da evitare l’emergere di problemi o contrasti futuri. Occorre cioè definire un nuovo percorso logico che, partendo dagli elementi che contraddistinguono le Aree Industriali e, dove esistenti, le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), conduca alle Aree Produttive Sostenibili (SEPA). SEPA APEA AI Elementi Protezione e prevenzione gestionali ambientale Sviluppo economico Migliormaneto sociale INFRASTRUTTURE Economico Sociale Ambientale ACCETTAZIONE SISTEMA LOCALE - 17 - Sistema di gestione Condivisione con gli stakeholder GESTIONE SISTEMICA CONDIVISA SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CARATTERISTICHE APEA OBBIETTIVO DI SOSTENIBILITA’ - Sistema di governance AMBIENTALE - Infrastrutture - Sistema di governance SEPA AMBIENTALE - Infrastrutture SOCIALE - Accettazione sistema locale ECONOMICA - Gestione sistemica condivisa - 18 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CAPITOLO II ANALISI DEL SITO, LOCALITA’, COMPLESSO DI RIFERIMENTO DELLO STUDIO 2.1 La Val D’Agri 2.1.1 Il sistema socio-economico Il territorio della Val d’Agri è ubicato nell’area sud-ovest della Regione Basilicata ed è costituito dai 21 Comuni: Armento, Castelsaraceno, Castronuovo S.A., Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano. La popolazione è concentrata nei nuclei urbani (circa il 73%), mentre la restante parte risiede nei nuclei rurali e nelle case sparse presenti abbastanza diffusamente, specie nel fondovalle, a riprova di marcati caratteri di utilizzo del territorio per finalità agricole produttive. La superficie amministrativa dei 21 Comuni dell’Ambito, è pari a 1.244 Kmq (tabella 1). L’estensione territoriale di ciascun Comune è sensibilmente differenziata, infatti, va dai 101 Kmq di Marsico Nuovo ai 22,3 Kmq di Missanello; in particolare: • 1 Comune (Marsico Nuovo) registra un’estensione superiore ai 100 Kmq; • 4 comuni hanno una superficie compresa fra i 97 Kmq e i 75 Kmq (Moliterno; San Chirico Raparo, Sant’Arcangelo, Viggiano); • 7 comuni si attestano su una superficie compresa fra i 75 Kmq e i 50 Kmq (Castelsaraceno, Armento, Grumento Nova, Roccanova, Guardia Perticara, San Martino d’Agri); - 19 - Montemurro, SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • 8 comuni Missanello, (Castronuovo Sarconi, Sant’Andrea, Spinoso, Paterno, Gallicchio, Marsicovetere, Tramutola) presentano dimensioni inferiori ai 50 Kmq. I Comuni hanno una modesta dimensione demografica, con popolazione variabile tra i 577 e i 6548 abitanti; complessivamente la popolazione residente nel comprensorio è pari a 49.158 unità (Istat, 2009), con una densità territoriale di 39,51 abitanti per kmq, inferiore alla densità territoriale media regionale pari a 59,40 abitanti per Kmq, che a sua volta risulta inferiore a quella del Sud Italia oltre che al dato nazionale. Per maggiore esaustività nella tabella seguente è rappresentata la densità demografica di ciascun Comune, rapportata ai valori medi della Regione Basilicata, del Sud Italia e dell’Italia. Densità territoriale Nello specifico si riscontra una densità territoriale superiore alla media regionale e compresa tra 139 abitanti per Kmq e gli 88 in quattro Comuni (Marsicovetere, - 20 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Tramutola, Sant’Arcangelo, Paterno); al di sotto della media regionale e compresa tra i 46 abitanti per Kmq e 30 in sette Comuni (Corleto Perticara, Gallicchio, Marsico Nuovo, Moliterno, Sarconi, Spinoso, Viggiano); al di sotto della media territoriale e compresa tra i 29 abitanti per Kmq e i 12 in 10 Comuni (Armento, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant’Andrea,Grumento Nova, Guardia Perticara, Missanello, Montemurro, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri). Inoltre si registrano forti squilibri demografici, con piccoli centri in strutturale crisi demografica e con una progressiva diminuzione del numero degli abitanti. Andamento demografico e variazioni % dal 1961 al 2009 Al primo Gennaio 2009 il saldo demografico annuale risulta pari a -0,46% corrispondente a –225 residenti, distribuiti tra tutti i comuni ad eccezione di: Marsicovetere (+47) , Sarconi (+10), Viggiano (+10) (anomalo appare il dato di Castronuovo Sant’Andrea (+ 22)). Tra i Comuni maggiormente interessati dal calo demografico si evidenziano: Marsico Nuovo (- 70), Paterno (-35), Spinoso (-28), San Chirico Raparo (- 27), Gallicchio (-26), Grumento Nova (-21). - 21 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Di seguito si riportano i dati, su base comunale, della popolazione residente per classi di età e sesso, nuclei familiari e stato civile dei comuni di Viggiano e di Grumento Nova in cui ricade l’area industriale di studio. Popolazione residente a Viggiano al 2009 – Fonte ISTAT Popolazione residente a Grumento Nova al 2009 – Fonte ISTAT - 22 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 2.1.2 Il sistema produttivo Il sistema produttivo locale, fatta eccezione per l’industria petrolifera, è caratterizzato da una forte concentrazione nei settori tradizionali e dalla prevalenza di microimprese. In base agli indicatori socioeconomici, il comprensorio si configura come un’area in ritardo di sviluppo rispetto alla media nazionale e regionale. Il tasso di disoccupazione è superiore al 25%. L’80% dei centri urbani presenta una struttura demografica e insediativa rarefatta, aggravata da un’elevatissima tendenza migratoria e dalla notevole incidenza dei pensionati sulla popolazione attiva. Il numero di unità locali registrate presenti sul territorio rappresenta l’11,2% del totale regionale, mentre gli addetti extragricoli, nello stesso anno, rappresentano il 10,1%. Entrambi i valori sono inferiori all'incidenza demografica del comprensorio che, come detto, è pari all'11,5%. La dimensione media di impresa, in termini di addetti, è piuttosto ridotta: le unità locali extragricole hanno in media 3,3 addetti, a fronte di una media regionale di 4 addetti e di un dato nazionale pari a 4,5 addetti per unità locale. La vocazione produttiva tipica dell'area è quella agricola. Infatti Il 37% delle unità locali registrate nel 2001, nella zona, effettua attività agricola: zootecnia, cerealicoltura, silvicoltura. Vi sono anche alcune produzioni tipiche di alta qualità, che potrebbero essere maggiormente valorizzate sui mercati nazionali ed internazionali. Le attività industriali sono meno diffuse (il tasso di industrializzazione è pari al 6%, a fronte di una media regionale del 7,7%) e si concentrano, prevalentemente, nell'edilizia e nel suo indotto (lavorazione della pietra, produzione di calce e calcestruzzo, carpenteria metallica e in legno) ed in piccole attività manifatturiere a carattere artigianale. Fa eccezione ovviamente l'attività di estrazione petrolifera. Si riscontra poi un polo, di dimensioni medie, nel comune di Grumento Nova, attivo nella produzione di articoli in plastica. Alcune attività produttive, come in - 23 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità particolare l'industria alimentare, quella del legno e l'abbigliamento risultano piuttosto diffuse sul territorio, anche se sono frammentate in un certo numero di piccole e piccolissime imprese. In termini localizzativi, il comparto industriale appare concentrato nell'area sud occidentale del comprensorio (nei comuni di Viggiano, Marsicovetere, Marsico Nuovo, Grumento Nova, Moliterno, Tramutola). Detti comuni concentrano il 56,5% del totale degli addetti all'industria del comprensorio. Sul versante dei servizi, il comparto del commercio appare piuttosto diffuso sul territorio (il 24% delle imprese registrate è dedita a tale attività), non esistono poli di concentrazione significativi nel terziario e i servizi più avanzati alla persona ed alle imprese sono rari. Infatti: • solo il 3,5% delle unità locali registrate opera nel settore "trasporti, magazzinaggio e comunicazioni"; • appena lo 0,8% opera nel settore "intermediazione bancaria e creditizia"; • solo il 2,7% è presente nel settore "intermediazione immobiliare, noleggio, informatica e ricerca"; • il 3% appena opera nei servizi alla persona. Anche il turismo appare sottodimensionato rispetto alle possibilità di espansione, dato che nel settore "alberghi e ristoranti" opera solo il 5% delle unità locali registrate nell'area. Tale settore è tuttavia caratterizzato, nell'area in questione, da notevoli potenzialità di sviluppo, che lo rendono un'attività piuttosto interessante per il futuro. In primo luogo, va sottolineata la ottima qualità dell'ambiente, in un territorio incontaminato e caratterizzato da numerosi biotopi, piante e specie botaniche di pregio, tanto da costituire la base per la realizzazione di un parco naturale nazionale che attraversa, da sud a nord, l'intera area. Tale Parco, costituisce una preziosa base per la realizzazione, con opportune politiche di valorizzazione, di un polo del turismo ambientale. Peraltro, Grumento Nova, Armento e Guardia Perticara costituiscono anche interessanti centri archeologici. - 24 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il quadro del Comprensorio, che emerge dall'analisi effettuata, può dunque così riassumersi: • una struttura insediativa rarefatta, composta da una molteplicità di microComuni, con una pressione antropica sul territorio modesta e minacciata da rilevanti flussi migratori in uscita, particolarmente acuti nell'area meridionale ed in quella settentrionale del Comprensorio; • una popolazione in via di senilizzazione, con evidenti ricadute sul fabbisogno di servizi alla persona (socio-assistenziali e sanitari); • una struttura produttiva frammentata in piccole e piccolissime unità, concentrate in settori tradizionali (edilizia e relativo indotto, artigianato tradizionale) e nell'agricoltura, che costituisce la vera vocazione economica del territorio, oltre che nel settore pubblico (Comuni ed altri enti locali), che assorbe una rilevante quota degli addetti. Fuoriescono da questo quadro le attività estrattive petrolifere e la presenza di un polo di medie dimensioni attivo nella lavorazione della plastica a Grumento Nova. Inoltre l'agricoltura e la zootecnia possono contare su produzioni di alta qualità (il fagiolo di Sarconi, olio, vino, pecorino e altri prodotti caseari) che, opportunamente valorizzate, possono rappresentare opportunità di sviluppo competitivo per le aziende agricole locali; • il turismo rappresenta una potenzialità di sviluppo ancora tutta da valorizzare, che si basa sull'eccellente livello di qualità ambientale, sulla presenza di notevoli risorse ecologiche, archeologiche ed enogastronomiche che il territorio della Val d'Agri è in grado di offrire ad un turista; • l'area è caratterizzata da scarsa qualità delle relazioni interne e da carenze della rete stradale; • il commercio è caratterizzato da una estrema polverizzazione degli esercizi di vendita, con una superficie media molto ridotta e una scarsa presenza della GDO; • nell'insieme, i livelli occupazionali non sono sufficientemente elevati da compensare l'alta incidenza della popolazione inattiva; • la diffusione dei servizi sociali ed alla persona è ancora modesta, tanto da pregiudicare la qualità della vita complessiva, in particolare per quanto riguarda - 25 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità le strutture del tempo libero e dello svago, dell'istruzione, creditizie e del commercio e pubblici esercizi. Il gap in termini di servizi sanitari e socio assistenziali è invece in corso di attenuazione, grazie agli interventi regionali previsti dal Piano Socio Assistenziale e dalla legge regionale 21/99 in materia di sistema dell'emergenza/urgenza. 2.1.3 Habitat, paesaggio e ambiente antropizzato Caratteri geomorfologi e idrogeologici Da un punto di vista geologico la Val d’Agri è una valle intermontana di età quaternaria a impostazione tettonica, delimitata da faglie bordiere dirette ad andamento appenninico, colmata da materiale detritico-alluvionale. La valle è definita da rilievi costituiti da formazioni geologiche di natura calcarea appartenenti alle Unità di Piattaforma Carbonatica in sovrapposizione alle Unità Bacinali Lagonegresi, costitute da formazioni calcareo-silico-marnose, e dalle Formazioni terrigene di natura arenaceo-conglomeratica e silico-marnosa che testimoniano lo smantellamento della neocatena appenninica e la deposizione dei sedimenti in posizione di avanfossa provenienti dal nascituro arco peninsulare. La successione stratigrafico-sedimentaria del Bacino della Val d’Agri è il frutto dei processi deposizionali ed erosionali, con la possibile formazione di paleosuoli. Il modellamento dei paesaggi è caratterizzato da una fluttuazione ciclica delle oscillazioni climatiche, che hanno portato alla creazione di fasi di alluvionamento dalla diversa durata intervallate da lunghe fasi di stabilità in cui si sono creati i suoli. La morfologia dell’Alta Val d’Agri è prevalentemente pianeggiante; la sua regolarità è interrotta da conoidi di deiezione e incisioni fluviali, a testimonianza dell’attività di sollevamento dell’area e dell’erosione dei versanti, e da colline e rilievi di modeste dimensioni prevalentemente calcarei del substrato emergenti dalla piana, resti delle antiche strutture sedimentarie. La porzione dell’alta Val d’Agri situata in prossimità della soglia di sbarramento del paleolago si presenta pianeggiante, ma incisa con terrazzi i cui bordi sono alti anche alcune decine di - 26 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità metri. È proprio su uno di questi terrazzi completamente bordato da un ciglio di scarpata che si colloca il sito archeologico di Grumentum. Per quanto riguarda l’idrogeologia, caratteristiche di notevole importanza dell’Alta Val d’Agri sono la presenza di una falda acquifera piuttosto rilevante ma profonda e la disposizione lungo i versanti orientali dei Monti della Maddalena di sorgenti con portate considerevoli. Esse hanno costituito già ai tempi dei Romani, e costituiscono ancora oggi, un apporto considerevole per ciò che riguarda una delle risorse naturali più importanti per lo sviluppo di qualsiasi iniziativa antropica, l’acqua. La circolazione idrica del bacino dell’alta Val d’Agri può essere suddivisa in due tipi principali di circolazione: il primo attribuibile agli acquiferi fessurati e/o carsici alloggiati nel suo substrato roccioso pre-quaternario e il secondo ad acquiferi porosi impostatisi nella sequenza sedimentaria quaternaria che costituisce il deposito di riempimento. Gli acquiferi fessurati presenti prevalentemente nelle dorsali carbonatiche ricoprono un ruolo più importante rispetto agli acquiferi porosi, che sono alimentati spesso dai primi e costituiscono comunque un importante sistema di immagazzinamento idrico sotterraneo. Lo sfruttamento delle risorse idriche nel passato è testimoniato dalla presenza dell’acquedotto romano ben conservato, che convogliando le acque di alcune sorgenti poste a valle del rilievo su cui sorge il centro abitato di Moliterno e il vicino centro abitato di Sarconi, alimentava il sito urbano di Grumentum. Lo sviluppo idrografico dei diversi assi fluviali che confluiscono tutti nell’asse principale del fiume Agri costituisce un importante sistema di alimentazione idrica superficiale, di sfruttamento ittico e forse anche come via di comunicazione e trasporto. L’idrografia dell’area La zona in cui si inserisce l’area industriale oggetto di studio ricade all’interno del bacino idrografico del fiume Agri da cui dista circa 1,5 Km. Il bacino del Fiume Agri si estende su una superficie di 1.686 Km2 e si sviluppa nei territori delle province di Potenza e Matera, presenta altitudine media di 781 - 27 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità m s.l.m. e confina da NW a SE con i bacini idrografici dei fiumi Basento e Cavone a Nord, Sele ad Ovest, Sinni e Noce a Sud. Il corso del fiume Agri è stato sbarrato all’altezza del centro abitato di Spinoso a formare l’invaso del Pertusillo, che ha una capacità di circa 150 milioni di acqua ed una superficie di circa 7 kmq . Altro sbarramento, di ben più piccole dimensioni e non ancora riempito, è stato realizzato poco a monte del centro abitato di Marsico Nuovo, nel tratto montano dello stesso fiume Agri. Il bacino dell’Alto Agri ha una superficie di circa 60.000 Ha ed è formato da una zona pianeggiante di fondovalle a quota 600 m. s.l.m., circoscritta dai rilievi montuosi di: Monte Maruggio (1576 m), Serra di Calvello (1699 m), Monte Volturino (1835 m), Monte di Viggiano (1725 m), Monte S. Enoc (1476 m) in sinistra Agri e di Monte Fontanalunga (1385 m), Serra del Monaco (1388 m), Il Fisciolo (1334 m), Serra Grumenta (1518 m), Monte Raparo (1764 m), in destra Agri. Il corso d’acqua di una certa importanza più vicino all’area industriale oggetto di studio è a 900 metri ad est ed è rappresentato dal torrente Casale, affluente di sinistra dell’Agri. Aspetti naturalistici Per l’area in esame è stata fatta una descrizione complessiva della vegetazione dal punto di vista fisionomico-strutturale. Nell’ambito di questo quadro si è fornita anche una descrizione degli aspetti floristici più significativi. Vegetazione e flora Le situazioni di maggior pregio sono legate all’area umida del lago Pertusillo, al corso del fiume Agri ed alla dorsale appenninica. Relativamente agli aspetti floristici e vegetazionali sono da segnalare le emergenze già individuate dal gruppo Conservazione Natura della Società Botanica Italiana: - 28 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - faggeta di Moliterno che si estende per circa 350 Ha in agro di Moliterno tra i rilievi montuosi di Monte Spagnoletta e Monte Calvarosa e per la quale è stata proposta l’istituzione di una riserva naturale orientata; - sorgente Fabbricata, in agro di Moliterno estesa per circa 8 Ha, interessante per la presenza di vegetazione tipica degli ambienti ripariali e rupestri, costituita essenzialmente da Ontano nero (Alnus glutinosa) e Salice bianco (Salix alba) a livello arboreo, con un sottobosco abbastanza ricco di specie; - monte Volturino esteso in agro di Marsicovetere e Marsico Nuovo per 1400 Ha, caratterizzato dalla presenza di cerrete, faggete d’alto fusto e praterie culminali nelle quali sono state censiti endemismi floristici. Per quest’area è stata formulata una proposta di riserva naturale orientata. Oltre a queste emergenze segnalate dalla Società Botanica Italiana sono da annoverare le seguenti formazioni: - boschi di Viggiano, caratterizzati dalla presenza di maestose faggete d’alto fusto e di interessanti endemismi floristici; - massiccio del monte Raparo, interessante per i fenomeni di carsismo, per la valenza paesaggistica e per la sua posizione ampiamente panoramica; - valle dell’Agri con interessanti lembi di vegetazione igrofila (saliceti, ontaneti, pioppeti); - bosco ripariale igrofilo: la vegetazione ripariale è quella che interessa le rive dei corsi d’acqua, originariamente una fascia estesa e continua, attualmente ridotta ad una sottile striscia a causa delle pratiche agricole; - il nucleo più interessante è riscontrabile nella parte a monte del Torrente Casale, costituito essenzialmente da Ontano nero (Alnus glutinosa) e Salice bianco (Salix alba) a livello arboreo, con un sottobosco abbastanza ricco di specie; - 29 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - bosco termofilo: le cenosi miste (Cerro e Farnetto) sono ubicate in particolare in corrispondenza del Bosco dell’Aspro, in parte avviato ad alto fusto; - boschi e boscaglie termoxerofile a dominanza di roverella: sono ubicati sui versanti esposti a sud, con terreni poveri di humus. A livello arboreo domina la roverella, con presenza di pero selvatico, sorbo, orniello; - vegetazione lacustre: nell’area di studio essa è tuttavia poco estesa ed è ubicata in tratti delle sponde del lago del Pertusillo; - rimboschimenti di conifere o misti di conifere e latifoglie: i rimboschimenti di conifere sono presenti sulle sponde del Lago del Pertusillo, costituiti da pino d’Aleppo, Cipresso comune, Abete greco, ecc con la funzione di proteggere le sponde dall’erosione. Ambiente antropizzato Accanto alle caratteristiche di origine naturale, non sono trascurabili le risorse ambientali di origine antropica, rappresentate per esempio da rimboschimenti realizzati a partire dai primi anni del secolo e proseguiti successivamente per scopi di difesa e conservazione del suolo. Molti di questi popolamenti, che coprono complessivamente una superficie di circa 1000 Ha, sono costituiti da Pino d’Aleppo, Cipresso comune, Abete greco, ecc soprattutto lungo le sponde del lago Pertusillo per frenare l’erosione delle sponde. Non bisogna dimenticare l’importanza dell’invaso del Pertusillo, che rappresenta con la sua superficie di circa 70 Ha, un’area umida di grande interesse, meritevole di appropriate forme di tutela. Fauna La varietà riscontrata indica l’esistenza di un territorio molto differenziato, in grado di offrire buone possibilità di alimentazione e riproduzione per specie ecologicamente anche distanti. - 30 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Mammiferi Ad una valutazione globale, la ricchezza del comparto teriologico risulta notevole (sono presenti 39 specie); va segnalata, come elemento di particolare valenza naturalistica, la presenza di ben 9 specie appartenenti all’Ordine dei Carnivori, tra cui la frequentazione dell’ambiente del lupo (saltuarie presenze), e in particolare della lontra, tra i mammiferi più minacciati di estinzione in Italia. In particolare il Fiume Agri rappresenta una tra le più importanti stazioni di presenza per la specie in Italia. (Per la conservazione della specie in futuro è di fondamentale importanza preservare i tratti ancora integri dei corsi d’acqua da qualsiasi intervento di alterazione a carico della struttura fisica dell’alveo e della vegetazione ripale e della qualità idrica Uccelli Sono presenti ben 146 specie, appartenenti a categorie fenologiche diverse e quindi aventi un diverso grado di legame con il territorio. Di queste 66 sono sedentarie (S), cioè rimangono sul territorio tutto l’anno; 38 sono estive (E), cioè presenti solo durante il periodo della nidificazione. Il lago del Pertusillo è una delle poche stazioni di nidificazione della Basilicata dello svasso maggiore, una specie acquatica nidificante. L’ornitocenosi attuale è molto vicina a quella potenziale, con varie specie a ristretta valenza ecologica e quindi molto esigenti, e ciò è indicativo delle buone condizioni ambientali del territorio. Per molte specie migratrici gioca un ruolo importante il bacino del Pertusillo ed il tratto del Fiume Agri. Pesci, Anfibi e Rettili Nonostante l’ittiofauna abbia una distribuzione territoriale limitata, ovviamente localizzata nei soli corpi idrici, essa presenta una buona ricchezza qualitativa; devono essere considerate 5 specie (Trota di torrente e iridea, Alborella, Cavedano, Rovella). (In generale si può dire che gli ambienti acquatici ricadenti nell’area considerata presentano per l’ittiofauna delle ottime potenzialità.) La qualità dell’acqua è mediamente buona, non essendovi macroscopici fenomeni di inquinamento legati ad attività di tipo industriale. - 31 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Tra gli anfibi devono essere considerate 10 specie, tutte autoctone; da segnalare due endemismi del settore appenninico e peninsulare del nostro Paese: la salamandrina dagli occhiali e il tritone italiano. (Da una analisi complessiva della composizione della fauna anfibia si evince che essa si presenta estremamente strutturata, tanto da comprendere tutte o quasi le specie della Basilicata. Questa è una testimonianza del grado di integrità ambientale del territorio) 2.1.4 Il Parco naturale dell’Alta Val d’Agri Il Parco ha un'estensione di 68.996 ettari lungo l'Appennino lucano, sul territorio di 29 comuni della Basilicata e 9 comunità montane. Il territorio del parco si suddivide in tre zone, secondo quanto indicato dall'art.1, comma 5, allegato A del D.P.R. 8-12-2007[2]: zona 1: di elevato interesse naturalistico e paesaggistico con inesistente o limitato grado di antropizzazione; zona 2: di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato grado di antropizzazione; zona 3: di rilevante valore paesaggistico, storico e culturale con elevato grado di antropizzazione. Il suo perimetro si staglia su una larga parte dell'Appennino Lucano, lungo un articolato confine che dalle vette dei monti Volturino e Pierfaone si estende fino al massiccio del Sirino, che comprende alcune delle maggiori cime dell’Appennino meridionale. Tra questi due complessi, imponenti e frastagliati, si aprono a ventaglio le cime più dolci del massiccio della Maddalena, una catena montuosa, dal profilo dolce e meno elevato, che racchiude l’alta valle del fiume Agri. La sua posizione geografica ne fa un perfetto corridoio ambientale tra le due grandi riserve naturali del Parco nazionale del Pollino e del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, al centro del sistema regionale delle aree protette. Il delicato equilibrio ambientale e paesaggistico descritto hanno elevato gli standard con cui è stato condotto il presente studio, al fine di poter validare la coerenza fra un sito a forte connotazione naturalistica e la presenza di attività industriali con elevato impatto ambientale. - 32 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Come si evince dalle mappe riportate infatti l’area oggetto di studio, si trova nelle immediate vicinanza del parco naturale dell’Alta Val d’Agri. Parco Naturale Val d’Agri – Comune di Viggiano – Area industriale - 33 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Parco Naturale Val d’Agri – Comune di Grumento Nova – Area industriale 2.2 Area industriale di Viggiano 2.2.1 Inquadramento geografico dell’area L’area Industriale oggetto di studio è ubicata nei territori comunali di Viggiano e di Grumento Nova; specificatamente dista dal centro urbano di Viggiano circa 2,8 Km e da quello di Grumento Nova circa 3 Km. - 34 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Posizionamento geografico dell’area industriale di Viggiano - 35 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Inquadramento geografico dell’area industriale oggetto di studio Gli strumenti di pianificazione e programmazione per l’area in esame sono costituiti dal Piano Regolatore (PRG) del comune di Viggiano e dal Nuovo Piano Regolatore Generale dell’area industriale dell’Alta Val d’Agri. In particolare il PRG del Comune di Viggiano, adottato con delibera consiliare 13 maggio 1986 n. 84 ed approvato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 29 settembre 1987 n. 1186 identifica l’area in oggetto come appartenente alla zona D1 “ Zona produttiva per insediamenti industriali”. Per quanto riguarda invece il Nuovo Piano Regolatore Generale dell’area industriale dell’Alta Val d’Agri, esso è stato redatto dal Consorzio Industriale di Potenza ed approvato con D.G.R. 15/02/2005 n. 926 secondo quanto disposto dalla L.R. 41/98 dal titolo “Disciplina dei Consorzi per lo Sviluppo Industriale” con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e produttivo mediante la progettazione di spazi per insediamenti industriali commerciali e di servizio. Il Piano definisce la zona insediativa delle aree produttive esistenti ed individua le possibili aree di espansione. Il Piano ad oggi non è stato ancora adottato dai comuni interessati di Viggiano e Grumento Nova. - 36 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Nell’area oggetto dello studio sono state previste delle aree di espansione immediatamente ad est e a sud dell’area che attualmente è occupata dal centro Oli ed interessano tanto il territorio di Viggiano che quello di Grumento Nova. Inoltre è presente un’area con vincolo di inedificabilità ubicata in corrispondenza dell’oleodotto che si sviluppa a Nord e ad Est del centro Oli. La maggior parte del territorio che circonda l’area industriale è vocato a seminativo e si riscontra anche la presenza di frutteti; in prossimità invece della viabilità di accesso al perimetro dell’area sono presenti zone governate a bosco ceduo e a bosco d’alto fusto. L’area industriale si estende per complessivi 1.3 mln di mq per un totale di 53 lotti assegnati, con 32 aziende insediate, 6 in costruzione, 8 in programma e 7 inattive. Il numero complessivo dei lavoratori è pari a circa 600 unità. La superficie di 134 ha, ampliata a complessivi 190 ha con l’approvazione del Nuovo Piano Regolatore (non ancora formalmente recepito dai comuni coinvolti) sarebbe così ripartita: - 37 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - Area di espansione 33,90 ha - Verde pubblico 16,25 ha - Area non edificabile (oleodotto) 6,00 ha - Area industriale esistente 134,00 ha TOTALE AREA INDUSTRIALE 190,00 ha - 38 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità La nuova area di espansione e le popolazioni locali La caratteristica del sito produttivo e la presenza del centro oli hanno determinato negli anni nella popolazione locale diversi conflitti sociali sia nei confronti della Regione Basilicata che delle istituzioni locali a causa del disagio vissuto e dalla percezione del pericolo inerente alla produzione del petrolio. Alcuni incidenti sul sito che in seguito riporteremo in dettaglio, insieme ad una cattiva informazione hanno alimentato una forte avversione verso lo sviluppo dell’area con attività inerenti alla produzione e ciclo degli idrocarburi oltre che a qualsiasi attività ad alto impatto ambientale. La valutazione dei sindaci dei comuni coinvolti è pertanto positiva sull’espansione dell’area ma condizionata allo sviluppo preminente di attività a bassissimo impatto ambientale. 2.2.2 Vincoli ambientali e paesaggistici L’area industriale oggetto di studio non ricade in zone vincolate né da un punto di vista paesaggistico né tanto meno da un punto di vista ambientale come di seguito meglio specificato. Il territorio nell’intorno dell’area industriale di Viggiano non ricade in alcuno dei sei Piani Territoriali Paesistici di Area Vasta. Tali piani identificano non solo gli elementi di interesse percettivo (quadri paesaggistici di insieme di cui alla Legge n. 1497/1939, art. 1), ma anche quelli di interesse naturalistico e produttivo agricolo “per caratteri naturali” e di pericolosità geologica; sono inclusi anche gli elementi di interesse archeologico e storico (urbanistico, architettonico), anche se in Basilicata questi piani ruotano, per lo più, proprio intorno alla tutela e alla valorizzazione della risorsa naturale. Il Piano Territoriale paesitico più vicino all’area industriale di studio è il P.T.P.A.V. Volturino-Sellata-Madonna di Viggiano da cui dista circa 4,2 km. Il Piano comprende i comuni di Abriola, Pignola, Anzi, Calvello, Marsiconuovo e Viggiano, con il Massiccio del Volturino. Il territorio interessato dal Piano rientra - 39 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità nel Parco Nazionale Val D’Agri e Lagonegrese, la cui situazione è definita dalla legge n. 496/98, all’art. 2, comma 5. La zona industriale inoltre non ricade in aree interessate dalla presenza di beni paesaggistici ed ambientali vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 e smi e non rientra all’interno di aree protette il cui riferimento normativo è costituito dalla Legge 6 dicembre 1991 n. 394 “Legge quadro sulle aree protette” pubblicata sul Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale del 13 dicembre 1991 n. 292, che costituisce uno strumento organico per la disciplina normativa delle aree protette. Nello specifico non ricade all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val D’Agri Lagonegrese da cui dista circa 2 km nè da altre aree protette. La zona Industriale di Viggiano non ricade in zone SIC e ZPS anche definite Aree Natura 2000. L’area non è soggetta a rischio idraulico o idrogeologico come individuati dal PAI (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico) o ai sensi del R.D. 3267/1923 e non è sottoposta a vincolo archeologico e /o storico – architettonico. La zona di interesse archeologico più vicina è quella di “Grumentum” ubicata a circa 2,2 Km dall’Area Industriale di Viggiano. 2.2.3 Quadro normativo, programmatico dell’area In questo paragrafo cercheremo di menzionare le leggi, i programmi ed i piani che riguardano l’area industriale oggetto dello studio. Innanzitutto va segnalata la Legge Regionale per lo Sviluppo e la Competitività del Sistema Produttivo Lucano (Legge Regionale 16 febbraio 2009, n. 1). La Regione, in conformità alla normativa comunitaria e nazionale persegue lo sviluppo del sistema produttivo regionale e la crescita competitiva del medesimo, nonché del contesto territoriale e sociale. Le disposizioni della presente legge si applicano a tutti i settori afferenti il sistema produttivo lucano fatta eccezione per il settore agricolo ed agroalimentare. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e nel rispetto del principio delle pari opportunità, la Legge persegue i seguenti obiettivi: a) IMPRENDITORIALITA’, rispetto al quale promuove e sostiene: - 40 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 1. il rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria delle PMI; 2. il miglioramento delle condizioni insediative delle imprese; 3. l’insediamento, la rilocalizzazione, l’ampliamento, la ristrutturazione, la riconversione di imprese e impianti produttivi, nonché la diversificazione produttiva in aree caratterizzate dalla presenza di settori maturi mediante l’insediamento di imprese operanti in settori nuovi; 4. la cooperazione nei diversi settori, quale idoneo strumento per avviare processi di imprenditoria diffusa e partecipata, nonché per favorire la coesione sociale, lo sviluppo economico, l’occupazione e il radicamento territoriale; 5. l’aggregazione tra le imprese ed il rafforzamento di legami di collaborazione tra queste e gli altri attori del sistema economico regionale (associazioni di categoria, istituti creditizi e finanziari, ecc.); 6. la cultura e la formazione imprenditoriale. b) RICERCA ED INNOVAZIONE, rispetto al quale promuove e sostiene: 1. la qualificazione della domanda di ricerca e innovazione delle imprese; 2. la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale, nonché il trasferimento tecnologico, favorendo l’incontro ed il raccordo stabile tra domanda ed offerta di R&I; 3. gli investimenti in innovazione da parte delle imprese, in particolare le PMI; 4. lo sviluppo di capitale umano, la qualificazione delle competenze delle risorse umane, la loro mobilità interregionale ed internazionale, il rafforzamento dell’attrattività della Regione Basilicata nei confronti di studenti, studiosi e ricercatori italiani ed esteri; 5. la diffusione delle tecnologie ICT nel sistema produttivo per lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione aziendale, di gestione dei processi produttivi, di promozione e commercializzazione dei prodotti; 6. il rafforzamento della capacità delle imprese di fare rete attraverso l’attivazione ovvero il consolidamento di collaborazioni con altre imprese e con il mondo della ricerca in ambito nazionale ed internazionale. - 41 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità c) MERCATO, INTERNAZIONALIZZAZIONE E ATTRAZIONE INVESTIMENTI, rispetto al quale promuove e sostiene: 1. la capacità delle imprese di sviluppare e ampliare le proprie prospettive di mercato; 2. la tutela della proprietà intellettuale; 3. l’internazionalizzazione del sistema imprenditoriale, favorendo la collaborazione non delocalizzativa con le imprese straniere; 4. l’attrazione di investimenti ed iniziative imprenditoriali atte a consolidare i sistemi territoriali; 5. il potenziamento delle filiere e dei sistemi produttivi locali fortemente radicati nel territorio e, per questo, in grado di valorizzare le potenzialità e mobilitarne le risorse. d) GESTIONE DELLE CRISI, rispetto al quale promuove e sostiene: 1. il monitoraggio e la prevenzione di crisi aziendali e di settore; 2. il recupero dell’attività imprenditoriale e la salvaguardia dei livelli occupazionali; 3. la riconversione produttiva ed occupazionale. e) USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE AMBIENTALI, rispetto al quale promuove e sostiene: 1. la tutela e la valorizzazione delle componenti specifiche dell’ambiente regionale; 2. lo sviluppo e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, inclusa la micro generazione distribuita; 3. l’efficienza energetica; 4. il recupero ed il riuso dei siti inquinanti ed inattivi; 5. una cultura e comportamenti attenti alle problematiche ambientali ed orientati alla loro efficace gestione. f) EFFICIENZA E GOVERNO DEI PROCESSI DECISIONALI, rispetto al quale promuove: 1. la semplificazione delle procedure e delle modalità di relazione e comunicazione tra imprese e Pubblica Amministrazione; - 42 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 2. la valutazione sistematica dei risultati e degli effetti delle azioni e di una selezione delle buone pratiche, nonché quella della diffusione dei programmi, delle attività e dei relativi impatti; 3. la partecipazione attiva dei soggetti economici e sociali sia alla costruzione delle politiche per lo sviluppo e alla competitività del medesimo, che all’attuazione di tali politiche attraverso la sussidiarietà. 2. Nel perseguire gli obiettivi di cui al presente articolo, la Regione, al fine di contrastare ogni alterazione della libera concorrenza ed assicurare correttezza e rispetto delle regole di mercato: 1. attribuisce specifica attenzione al sostegno e allo sviluppo delle imprese locali attraverso la lotta contro il lavoro nero e sommerso; 2. promuove la vigilanza ed il monitoraggio sugli appalti pubblici, nonché la tutela delle imprese subappaltatrici; 3. contribuisce a ridurre rischi di infiltrazioni criminali. 3. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile ed attento alle esigenze, sociali, promuove la responsabilità sociale dell’impresa quale strumento atto a garantire la solidarietà sociale, un elevato livello di tutela dell’ambiente ed il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, con particolare riguardo alla qualità, alla sicurezza e alla regolarità delle condizioni di lavoro. A livello programmatico, i documenti regionali di riferimento sono costituiti da: • Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013; • Programma Operativo FSE 2007-2013; • Programma Operativo della Val d’Agri La strategia programmatica del Programma Operativo F.E.S.R 2007-2013, è orientata a qualificare la Basilicata e a sostenere la sua transizione verso l'obiettivo "Competitività ed occupazione". La programmazione comunitaria regionale FESR, per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013, si prefigge l'obiettivo di assicurare ai cittadini e alle imprese la qualità dei servizi, di garantire lo sviluppo della ricerca e la diffusione delle nuove tecnologie per fare della Basilicata una regione basata sull'economia della conoscenza. - 43 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità L'intento è promuovere l'imprenditorialità, rendere competitivo lo sviluppo turistico valorizzando i beni culturali e naturali del territorio regionale, potenziare le reti urbane per migliorare la qualità e la vivibilità dei cittadini, sostenere e garantire la qualità dei servizi sanitari collettivi, valorizzare le risorse energetiche per promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare la salute dei cittadini e delle imprese e qualificare le attività di gestione, sorveglianza e controllo delle pubbliche amministrazioni, al fine di garantire l'efficacia e l'efficienza dell'attuazione del PO FESR 2007-2013. Il Programma Operativo F.S.E. è volto a promuovere lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro, l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private, nonché l’integrazione sociale e le pari opportunità. Al fine di attuare tale strategia, individua sette Assi prioritari su cui finalizzare la politica regionale in tema di occupazione, formazione ed istruzione nel prossimo settennio: • accrescere l’adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, al fine di migliorare l’anticipazione dei cambiamenti economici; • potenziare il capitale umano, migliorando il sistema di istruzione, formazione e lavoro, con particolare attenzione all’esigenza di ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere e all’opportunità di promuovere la ricerca e l’innovazione; • migliorare l’accesso all’occupazione e l’inserimento sostenibile nel mercato del lavoro, prevenire la disoccupazione, sostenere il lavoro autonomo e l’avvio di imprese; • potenziare l'inclusione sociale delle persone svantaggiate e combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro; • promuovere partenariati, patti ed iniziative a livello transnazionale, nazionale, regionale e locale, volti a realizzare riforme nei settori dell’occupazione e dell’integrazione nel mercato del lavoro; • rafforzare l’efficacia e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni; - 44 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • rafforzare la capacità istituzionale e l’efficienza delle parti sociali e delle ONG, soprattutto nei settori economico, occupazionale, dell’istruzione, sociale, ambientale e giudiziario. Il Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra è lo strumento specifico a supporto dello sviluppo locale, attraverso il quale la Regione Basilicata re-investe nel territorio una quota parte delle risorse economiche che l’Eni paga per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Il Programma riguarda 30 comuni del territorio lucano per una superficie di 1.922 kmq, una densità abitativadi 34,02 ab/kmq, ed una popolazione di 65.397abitanti (2010) Il Programma Operativo, concepito e strutturato in coerenza con i principi e i modelli della programmazione comunitaria, mira al miglioramento delle condizioni di contesto e di vivibilità, nonché all’ampliamento e al miglioramento dell’offerta di beni e servizi per la collettività. Gli investimenti programmati ed attuati riguardano una pluralità di settori e sono basati sul protagonismo degli attori pubblici e privati del territori. Il Programma mira ad una crescita socioeconomica sostenibile, perseguibile mediante il potenziamento e la messa in rete delle opportunità locali mediante il metodo della concertazione programmatoria ed attuativa. Nel 2010 il Programma Operativo Val d’Agri ha avviato una seconda fase di programmazione che se da una parte punta al completamento repentino dei progetti messi in atto nella prima fase del Programma, dall’altra mira alla sistematizzazione e al consolidamento della programmazione in atto su azioni a valenza comprensoriale. l ruolo di promotore e facilitatore dei processi è svolto dalla Regione attraverso una sua struttura dedicata di livello dirigenziale, la Struttura di Progetto Val d’Agri. Per le misure inerenti gli aiuti alle imprese e il settore agroalimentare, la Regione Basilicata ha attuato in forma diretta mediante i Dipartimenti di competenza. I progetti attivati hanno puntato al miglioramento delle condizioni di contesto e di vivibilità, nonché all’ampliamento e al miglioramento dell’offerta di beni e servizi - 45 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità per la collettività, secondo le quattro linee di intervento e le rispettive tematiche individuate, come si evince dallo schema successivo. Per quanto riguarda la tematica B.3 “Aree industriali ed artigianali ed infrastrutture turistiche”, il Programma Operativo prevede il completamento, l’ampliamento e il miglioramento delle dotazioni nelle aree destinate all’allocazione di attività produttive e/o turistiche. Gli ambiti infrastrutturali scelti, allo scopo di concentrare le risorse e di allocarvi le attività produttive di scala sovra-comunale, sono stati individuati sulla base di un’analisi puntuale riguardante le aree disponibili. Il Comitato di Coordinamento e Monitoraggio ha deciso, nel corso del 2008 e nei primi mesi del 2009, di finanziare i lavori di urbanizzazione di alcune aree destinate alla localizzazione di attività produttive. Gli interventi concorrono anche a integrare i programmi d’investimento per la delocalizzazione produttiva delle imprese finanziati con le risorse della Tematica D. I diversi interventi di urbanizzazione delle aree industriali e artigianali del Comprensorio, servono a rafforzare il sistema dell’offerta di aree produttive e di localizzazioni a valenza comprensoriale. - 46 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Sono stati impegnati circa 5 milioni di euro per finanziare l’area industriale di Viggiano, le aree per gli insediamenti produttivi dei Comuni di Aliano, di Anzi, di Laurenzana. Per quanto concerna la missione D “sostegno alle imprese” sono state programmate risorse finanziarie per circa 121 milioni di euro volte a sostenere interventi e piani di investimento aziendali. Sono stati attivati circa 30 bandi e sono state finanziate circa 1.400 iniziative imprenditoriali, con l’obiettivo di rafforzare, attraverso lo strumento dei regimi di aiuto, il sistema economico e produttivo del comprensorio interessato dal Programma Operativo. Nel corso del 2010, per il sostegno alle attività produttive, si è registrato un incremento della programmazione finanziaria di circa 21 milioni di euro. È possibile stimare che, al 31/12/2010, sono stati finanziati, con risorse del Programma Operativo, programmi di investimento per almeno 160 nuove imprese per sostenere progetti di ristrutturazione, ampliamento, ammodernamento, delocalizzazione e formazione. Nel corso del 2010 sono stati approvati diversi progetti tesi a sostenere il tessuto produttivo del comprensorio interessato dal Programma Operativo, soprattutto in questo particolare momento di congiuntura economica negativa. Il primo tassello del complesso e articolato mosaico a sostegno di un settore ritenuto fondamentale per l'economia regionale è costituito dal nuovo bando “Procedura valutativa a sportello per la concessione di agevolazioni per lo sviluppo e l’innovazione delle piccole e medie imprese”. L’avviso pubblico, teso a favorire la crescita dimensionale, in termini produttivi e occupazionali, in attivi materiali o immateriali delle PMI, è rivolto, in particolare, a sostenere programmi di investimento riguardanti l’innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale, la sostenibilità ambientale, le certificazioni, la sicurezza sui luoghi di lavoro, l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC). Nel Programma Operativo Val d’Agri si sono originati una serie di iniziative progettuali di sistema fra le quali: • il progetto "R.E.T.I."con l’obiettivo di promuovere un'azione integrata sul territorio che, mettendo in rete i Centri di Ricerca di eccellenza operanti - 47 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità nella Regione, miri alla valorizzazione ambientale, turistica e storicoculturale; • il progetto integrato "Agri" finalizzato a promuovere la competitività della filiera agro-alimentare; • il progetto "MATCH" rivolto all’inserimento di soggetti svantaggiati e portatori di handicap nel mondo lavorativo; • il Progetto del "Grande Attrattore" con lo scopo di realizzare un grande attrattore turistico nel Comprensorio della Val D'Agri; • il Progetto PSI - Piano Strutturale intercomunale della Val d'Agri diretto alla presdispozione di uno strumento di pianificazione e governo del territorio per una migliore gestione urbanistica e strutturale condivisa. Per quanto riguarda l’energia ed il risparmio energetico il PIEAR (Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) fissa la strategia energetica che la Regione Basilicata intende perseguire, nel rispetto delle indicazioni fornite dall’UE e degli impegni presi dal Governo italiano, nonché delle peculiarità e delle potenzialità del proprio territorio. L’orizzonte temporale fissato per il conseguimento degli obiettivi è il 2020. In generale, le finalità del PIEAR sono quelle di garantire un adeguato supporto alle esigenze di sviluppo economico e sociale attraverso una razionalizzazione dell’intero comparto energetico ed una gestione sostenibile delle risorse territoriali. Le priorità di intervento afferiscono al risparmio energetico, anche attraverso la concessione di contributi per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici effettuati da soggeti pubblici e da privati, al settore delle fonti energetiche rinnovabili favorendo principalmente la “generazione distribuita” dell’energia elettrica nell’ambito dell’autoproduzione e l’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia termica, ed infine al sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla produzione di componentistica innovativa nel campo dell’efficienza energetica. Più in particolare, la Regione, attraverso un meccanismo di valutazione qualitativa, individuerà gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che dal punto di vista tecnologico, ambientale e produttivo, - 48 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità consentiranno di perseguire nel loro complesso gli obiettivi prioritari fissati dal piano con particolare riferimento alla riduzione dei costi energetici. Ulteriori iniziative saranno messe in campo per la semplificazione ed armonizzazione normativa. L’intera programmazione relativa al comparto energetico ruota intorno a quattro macro-obiettivi: 1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica; 2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; 3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili; 4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri. I temi fondamentali riguarderanno quindi oltre alle fonti energetiche rinnovabili l’efficienza ed il risparmio energetico attraverso l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e la mobilità sostenibile. Si ritiene doveroso richiamare gli obiettivi del quarto macro-obiettivo che ricade proprio sulla Val d’agri: • lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA, Agrobios, Fondazione Mattei etc.; • creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore; • l’insediamento nell’area di imprese produzione di materiali innovativi, innovative specializzate nella impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo; - 49 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione; • realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, anche con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata. Tali impianti saranno ubicati sul territorio regionale, in aree che presentino le migliori condizioni ambientali e logistiche per la loro realizzazione e non sono soggetti ai limiti di producibilità del presente Piano. • svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa; • attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali; • realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche realizzazione rinnovabili di un e dell’efficienza edificio energetica dimostrativo ad (anche emissioni con zero la ed energeticamente autosufficiente). Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner. 2.2.4 Trasporti mobilità e logistica La viabilità principale è costituita dalla fondovalle dell’Agri, la SS 598, che rappresenta il collegamento tra la strada litorale jonica SS 106 e l’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria. - 50 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il territorio oggetto di studio non è servito da alcuna linea ferroviaria; altre infrastrutture minori sono quelle che collegano i centri abitati di Viggiano e di Grumento Nova (SS 103) e la SS 276 che collega l’area industriale con Villa D’agri, frazione di Marsicovetere. Gli aereoporti più vicini sono quelli di Napoli Capodichino (185 km) e Bari Palese (198 km). Principali strade di servizio all’area industriale - 51 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Rete ferroviaria in Basilicata 2.2.5 Analisi delle aziende insediate Nell’area sono presenti 32 aziende attive, 6 sono in costruzione, 8 in programma e 7 sono chiuse. Solo 4 imprese hanno 50 o più dipendenti; due di queste sono impegnate nel settore petrolchimico. AZIENDE INSEDIATE – AREA INDUSTRIALE VIGGIANO – DATI CONSORZIO ASI 2011 N. NOME AZIENDA AREA ATTIVITA’ DIP. STATO DANDREA Angelo Carpenterie metalliche 50 In Attività S.I.P.E.A. S.r.l. Impianto calcestruzzo 6 In Attività ECO PETROL SERVICE Stoccaggio Rifiuti 5 In Attività F.lli CRISCUOLO C. & C Deposito Materiali cantiere ENI 5 In Attività IFIGEST S.r.l. (ex Vicap) Deposito Materiali cantiere ENI 5 In Attività LA BERSAGLIERA Bar Trattoria 1 Già Esistente - 52 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Impianti ITALFLUID SEFIM Speciali per Ricerche Petrolifere 6 In Attività In F.LLI MOSCOGIURI S.r.l. Raccolta imballaggi rifiuti 0 Costruzione GMC S.n.c. di Berardone Propspero Giuseppe riparazione macchinw ed attrezzature &C agri 8 In Attività ENI S.p.A. Divisione AGIP Estrazione e stoccaggio idrocarburi 75 In Attività B.R.D. LEGNO S.r.l. Legno lamellare e listellare 6 In Attività COGEVI Deposito Materiali Edili (bosco) - Già Esistente SPALBERG PRODUCTION Accessori per abbigliamento 0 C.I.G. L.AN.GIO ex LITOFORME Lavorazione marmo e pietre 11 In Attività BNG S.r.l. ex FAPAK Servizi per ambiente autospurgo 15 In Attività S & T Ingegneria Studio di Ingegneria ecc. 4 In Attività Chiusa Servizi per allestimenti fiere manuten. ELETTROMECCANICA TROTTA Imp 9 In Attività LA.MEK S.r.l. Lavorazione meccaniche di precisione 8 In Attività DUERRE S.n.c. Semilavorati in legno 13 In Attività FUTURA S.r.l. Imbottigliamento G.P.L. 0 Chiusa TUBIFOR - EURELETRIC s.r.l.(ex VILAME) Prodotti elettrici con tecnologia di estrus 3 In Attività MEDITERRANEA INGEGNERIA ex S.I.P.I. S.r.l. Servizi di ingegneria eAssoil school 19 In Attività SAIPEM ex T S ENGINEERING ITALIA 8 In Attività Uffici ingegneria In LI.BO di Bocca Vitina Ricarica di estintori a polvere e a CO2 0 Costruzione CTI S.r.l. ex METALLURGICA SUD Attività Speciali per Ricerche Petrolifere 0 Chiusa ELBE ITALIA SUD s.r.l. ex D.B.M. SUD Giunti cardanici 79 In Attività In F.lli CRISCUOLO s.n.c. ex INFORMA 0 programma INIZIATIVE INDUSTRIALI S.r.l ex G & B FERT Deposito Materiali cantiere ENI 37 In Attività S.I.P.E.A. S.r.l. Deposito Materiali cantiere ENI 4 In Attività S.I.P.E.A. S.r.l. Deposito Materiali cantiere ENI 2 In Attività VIBAC S.p.A. Film in prolipropilene 191 In Attività VIBAC S.p.A. ex LA BAIA Deposito Vibac 0 In Attività In TESAL S.p.A. ex C.I.A. NUOVA AZIMUT s.r.l. Centrale di cogenerazione 0 programma 0 In Attività Base logistica a servizio delle attività CISB ex IVIG ENI 0 Chiusa SVILUPPO ITALIA ex VALPORT Incubatore d'impresa 0 Chiusa AZIMUT s.r.l. Manut. installazione imp. ind. 3 In Attività ALIFRUITS S.n.c. Produzione di frutta secca 0 In - 53 - Costruzione SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità ELETT.R.A. S.r.l. Quadri Elettrici 25 In Attività EREDI DONADIO VINCENZO Proprietario 0 Chiusa MOSCOGIURI S.r.l. Locatario Logistica 4 In Attività IMPES SERVICE S.p.A. Deposito Materiali cantiere ENI 2 In Attività G.D.M. s.n.c. di Margherita Giuseppe, Donato e Ma In Manufatti in cemento e arredo urbano 0 Impianto di distribuzione carburanti e Costruzione In GRIFOGAS S.r.l. serv 5 Programma DSG RE ITALIA S.a.s. Parco Fotovoltaico 1 In Attività Polo logistico attività di manutenzione SUDELETTRA S.r.l. ecc In 0 Laboratorio per prove sui materiali da GAIA EMPRISE S.r.l. cos Programma In 0 Base logistica a servizio delle attività Costruzione In CO.M.M.I MONTE ALPI ENI 0 Programma DANDREA Angelo Carpenteria metallica in genere 0 In Attività Manufatti TERMOBLOC in cemento e pannelli prefabbricati In 0 Programma In SIMAR S.r.l. Produzione infissi in PVC 0 Costruzione In PRICOLI Antonio Autocarrozzeria 0 programma In MIDA S.r.l. Magazzinaggio e stoccaggio utensilerie 0 programma Per quanto riguarda la competitività e l’efficienza, come già sottolineato nello studio di pre fattibilità, si sottolinea la presenza quasi esclusiva di aziende appartenenti ai settori tradizionali e ad alta intensità di economie di scala. Le prime sono caratterizzate da una bassa qualità del prodotto e da scarsa innovazione del prodotto, basse barriera all’entrata, presenza di piccole e micro imprese e una competizione basata soprattutto sul prezzo e sul controllo dei costi di produzione. Le aziende caratterizzate dalla presenza di forti economie di scala sono quelle per lo più legate al settore petrolchimico. Sono caratterizzate da una bassa o media qualità del prodotto, da un’elevata innovazione tecnologica dei processi produttivi, presenza di medie e grandi imprese e strategie basate sul raggiungimento di elevate economie di scala. - 54 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 2.2.6 Infrastrutture, servizi e consumi dell’area L’obbiettivo del presente paragrafo è stato quello di mappare le infrastrutture presenti nell’area, verificare i consumi globali e analizzare possibili soluzioni integrate di ottimizzazione di gestione in un’ottica di area APEA/SEPA. Si sottolinea, come già evidenziato nei paragrafi precedenti, che uno dei requisiti fondamentali per la realizzazione di un’area APEA/SEPA è la condivisione delle informazioni e la volontà delle imprese di fare squadra dietro la regia di un soggetto gestore che possa ottimizzare i consumi, attraverso una migliore pianificazione e programmazione. Al fine di avere un quadro sui consumi delle imprese è stata realizzata una “scheda ambientale” ed inviata alle imprese3. I risultati hanno dimostrato un bassissimo tasso di risposta agli invii (4 su 32). Le motivazioni di tale risultato, sono risultate essere: - per le aziende più grandi: nessun interesse a rendere noti i dati aziendali; - per le aziende più piccole: interesse alla risposta ma basso know how e sistemi informativi inadeguati per l’elaborazione dei tabulati. Tale elemento rappresenta una prima criticità rilevante per la determinazione di un sistema gestionale di area in ottica APEA/SEPA. In particolare, se consideriamo che le aziende più grandi (Eni, Vibac, Elbe e Carpenterie metalliche) determinano circa il 95% del consumo di risorse dell’area, la mancanza di adesione volontaria di queste all’iniziativa, rappresenta un ostacolo insormontabile alla riuscita del progetto. Per la presente analisi si farà riferimento, ai dati pubblicati all’interno dell’Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA) del 2011 (dati 2008) da parte del maggior player dell’area, la società Eni che costituisce, da sola, oltre il 60% dei consumi, ad eccezione dell’acqua per la quale sono disponibili dati aggiornati al 2010 del Consorzio Industriale. 3 V. Par. 4.1 – Approcio metodologico - 55 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Acqua L’area dispone di rete idrica per acqua potabile e rete industriale per complessivi 4370 ml. Totale consumi 2010 Acqua potabile 447.700 mc Acqua industriale 275.150 mc Il sito è dotato di impianto di depurazione che si sviluppa su tre linee di trattamento ed è dotato di bilanciamento-equalizzazione, - 56 - coagulazione- SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità flocculazione, sedimentazione primaria, ossidazione a fanghi attivi, sedimentazione secondaria e vasca di contatto finale; il comparto disidratazione fanghi è invece composto dalla vasca di digestione aerobica, dall’ispessitore e da 2 nastropresse. L’impianto tratta, mediamente, solo 30.000 mc di reflui al mese per un totale annuo di circa 360.000 di mc, contro una capacità potenziale di 1.008.000 mc. Ciò rappresenta appena il 36% della sua potenzialità; il carico organico influente è di circa 50 Kg di BOD5 al giorno, valore che scaturisce dalla sommatoria dei valori giornalieri di BOD5 che vengono determinati nel laboratorio chimico, ed è pari al 6,25% della sua potenzialità. Attualmente i codici e le quantità autorizzate per l’impianto sono: CODICE CER 020299 020599 161002 190603 190703 200304 020399 MC 1600 1200 2000 2400 12000 1000 0 Il depuratore e il suo funzionamento rappresentano oggi una delle principali cause della bassa disponibilità di acqua nell’area industriale. Dall’analisi effettuata in loco è emerso che la bassa manutenzione della vasca e l’alta conducibilità dell’acqua limiti fortemente l’utilizzo dell’acqua industriale con un quasi esclusivo approvvigionamento di acqua potabile. In particolare le due maggiori entità produttive presenti, Eni e Vibac, utilizzano quasi esclusivamente acqua potabile per i loro cicli produttivi, data la bassa “purezza” dell’acqua industriale. Ciò comporta, nei mesi estivi, un forte picco sull’approvvigionamento e la scarsa disponibilità della risorsa per molte delle aziende presenti. Si segnala, inoltre, come punto di debolezza, l’elevato costo dell’acqua potabile venduta ad un prezzo di 0,92 €/mc. Interventi programmati - 57 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il consorzio ha sottoscritto un accordo di integrazione idrica con l’acquedotto lucano per 25 litri sec., che porterebbe la capacità complessiva della rete di acqua potabilea a circa 40 litri secondo; finanziato con fondi derivanti dal Piano Operativo Val d’Agri, l’intervento prevede lavori per oltre seicentomila euro la cui ultimazione è prevista entro giugno 2012. Nell’area industriale, entro il 2012, sono previsti anche due ulteriori interventi: • integrazione del ciclo trattamento terziario acque di riciclo mediante osmosi inversa per un importo complessivo di 300 mila euro; • integrazione impianto di depurazione con comparto di denitrificazione per un importo complessivo di 400 mila euro. Rete Fognaria L’area è fornita di reti fognarie per le acque bianche e nere con deflusso verso il depuratore. La rete fognaria acque nere ha una lunghezza totale di 4658 ml e la rete fognaria acque bianche di 7.134 ml. - 58 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Energia L’area è fornita di una rete interna (aerea) a 20 KV che serve praticamente tutto l'agglomerato. E’ presente inoltre una cabina di trasformazione interna 150/20 KV. - 59 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Per quanto riguarda i dati relativi ai consumi elettrici, come già sottolineato, l’unica informazione disponibile è quella relativa al centro oli dell’Eni perché inserita all’interno della Autorizzazione Ambientale Integrata. L’energia elettrica necessaria al funzionamento degli impianti del centro oli è assicurata dalla produzione interna eventualmente integrata dalla fornitura da parte dell’ENEL. Inoltre, generatori diesel di emergenza permettono di alimentare i servizi essenziali del Centro Olio Val d’Agri sia all’avvio dell’impianto che in caso di black-out generale. Nel corso del 2008, i consumi di energia elettrica sono ammontati a 136.862.650 kWh, dei quali: - 60 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • 136.195.450 kWh autoprodotti; • 667.200 kWh acquistati dall’ENEL. Per produrre l’energia termica ed elettrica necessaria all’impianto, sono stati consumati, nell’anno 2008, i seguenti quantitativi di fuel gas: • 43.871.778 Sm3/a per alimentare i turbogas; • 43.939.123 Sm3/a per alimentare le caldaie ausiliarie ed a recupero; • 4.934.400 Sm3/a per alimentare il forno ad olio diatermico. Inoltre, i seguenti quantitativi di fuel gas sono stati consumati nel 2008 per alimentare la combustione nei tre termodistruttori ed i piloti delle torce: • 4.223.099 Sm3/a per alimentare i termodistruttori; • 83.164 Sm3/a per alimentare la torcia acida AP; • 138.606 Sm3/a per alimentare la torcia a terra; • 83.164 Sm3/a per alimentare la torcia fredda AP; • 83.164 Sm3/a per alimentare la torcia acida BP. Il funzionamento dei tre generatori elettrici di emergenza e delle quattro motopompe antincendio ha determinato il consumo, nel corso del 2008, di 11,25 Sm3 di gasolio, dovuto, essenzialmente, a periodiche accensioni di prova della durata ognuna di 15 minuti circa. Il consumo complessivo di energia (termica ed elettrica) è riportato nella tabella seguente: Fase/Reparto Consumi energia Consumi termica energia elettrica [MWht] Varie utenze di tutto il Centro Oli [MWh] 135.231,75 Unità V210-stabilizzazione Unità V580-impianto di recupero 395.380,2 zolfo Unità V380-rigenerazione glicole Totale 395.380,2 - 61 - 135.231,75 SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Nell’area è presente inoltre una centrale elettrica a cogenerazione privata della Azimut srl che utilizza gas proveniente dal centro Oli. Interventi programmati Nel corso del 2011 il Consorzio ha aderito alla procedura attivata dalla Società Energia Lucana (SEL) per l’acquisto centralizzato di energia elettrica. La procedura ha comportato un risparmio di circa 145.000 per l’ASI che si dovrebbe tradurre in un minor costo energetico per le imprese dell’area. Rifiuti All’interno dell’area non sono presenti sistemi di riciclo dei rifiuti e sistemi di raccolta differenziata. I rifiuti liquidi non pericolosi, dopo opportuno trattamento delle aziende, finiscono nel depuratore consortile. I rifiuti liquidi pericolosi invece, sono a carico delle aziende che, con cisterne specializzate, li inviano presso i siti idonei allo smaltimento. Per quanto riguarda i dati relativi ai rifiuti gli unici dati disponibili, come per i dati energetici sono i quantitativi e i sistemi di gestione del solo centro oli dell’Eni. Nel complesso, nel corso del 2008 sono stati smaltiti i seguenti quantitativi di rifiuti: • non pericolosi: 5.112.690 kg; • pericolosi: 20.948.410 kg. Il Centro Olio Val d’Agri gestisce i rifiuti tramite il programma “Procedura Rifiuti” che permette di controllare il flusso operativo per la gestione dei rifiuti; in particolare: • inserimento delle posizioni di carico: quando un rifiuto viene prodotto deve essere preso in carico (nel registro dei rifiuti) riportandone il volume; • emissione formulari identificazione: è il documento in quattro copie che accompagna il trasporto del rifiuto prodotto dal - 62 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Produttore al Destinatario, tale documento riporta un codice alfanumerico di tre lettere e sei numeri corredato dall’anno di stampa; • gestione di tutte Trasportatori, le anagrafiche Destinatari necessarie, (si Rifiuti, Ditte, intendono gli smaltitori/recuperatori), Commesse, Colli, Composizioni, Rischi; • stampa di statistiche sui movimenti inseriti, necessarie per fornire dati ad altri sistemi e per ottemperare alla compilazione del M.U.D. (Modello unico di dichiarazione); • stampa del registro di carico/scarico rifiuti con la possibilità di stampa del registro ufficiale vidimato e stampa del registro di controllo. All’interno del Centro Olio Val d’Agri è presente un’area adibita alla raccolta ed al deposito temporaneo dei rifiuti opportunamente cordolata e pavimentata. L’area dispone di 8 cassoni in acciaio con dimensioni 1.05 m x 1.05 m, oltre che di una zona cordolata in cls con copertura di dimensioni 14.20 m x 5.20 m. Gli effluenti prodotti durante l’esercizio del Centro Olio, gestiti separatamente per tipologia, sono i seguenti: • acque semioleose con recapito finale, dopo trattamento dell’impianto di recupero olio, nella rete fognaria consortile; • acque bianche, con recapito nella rete fognaria consortile: • acque di processo, reiniettate in unità geologiche profonde dopo trattamento nell’impianto acque di processo; • acque nere (liquami civili) recapitate in fognatura consortile. I rifiuti pericolosi vengono trasportati su gomma e trattati presso il “Tecnoparco” della Val Basento (c.ca 10%) e presso il sito di Lamezia Terme (c.ca 90%). Gas La fornitura del gas rappresenta ancora una forte e paradossale criticità dell’area. Nonostante le enormi quantità di materia prima disponibile che potrebbe permettere alle aziende di avere gas a costi bassi, le aziende non possono - 63 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità usufruire di tale opportunità per un forte ritardo nell’ultimazione della rete che è stata consegnata solo negli ultimi mesi del 2011. Sarà ora necessario realizzare i singoli allacciamenti. Telecomunicazioni L’area non è fornita di rete a banda larga. Tale mancanza risulta essere una forte pregiudizievole per qualsiasi investimento di un potenziale investitore che abbia un mercato di riferimento non strettamente connesso alla manutenzione del centro oli. Per questo specifico aspetto, nello svolgere l’indagine sul campo abbiamo raccolto testimonianze di aziende (2 in particolare) che operano fuori i confini nazionali e la mancanza della banda larga costituisce un fattore di forte ridimensionamento in termini di opportunità. La velocità media di lavoro su internet è di 1 mb, velocità che non permette ne la videoconferenza e né l’utilizzo di posta elettronica per l’invio di file complessi in tempi ragionevoli. In presenza di una connessione lenta, diventano problematiche operazioni quotidiane come l'invio di un file di alcuni megabyte o l'apertura di una pagina Internet che non contenga solo testo. Le aziende non servite dalla banda larga subiscono una perdita di produttività, legata al tempo richiesto per svolgere attività che impegnano molto meno i concorrenti serviti da una connessione veloce. Servizi alle imprese Sono praticamente del tutto assenti i servizi finanziari e postali; è presente solo una postazione bancomat in tutta l’area. Manca un centro di primo soccorso, elemento questo abbastanza importante vista la pericolosità dei processi industriali presenti. Nell’area non sono presenti servizi consulenziali alle imprese e servizi di “sistema” propri di un consorzio industriale: promozione, marketing, consulenza evoluta, marketing territoriale. Si segnala comunque, che a breve dovrebbe essere disponibile l’incubatore di imprese creato da Sviluppo Basilicata. - 64 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il consorzio non realizza inoltre neanche una raccordo informativo in merito ai dati statistici di base sulle aziende insediate, occupazione, mobilità etc. etc. - 65 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CAPITOLO III ANALISI DI MERCATO 3.1 Indagine sui servizi dell’area Nel corso del presente studio è stata condotta un’indagine sulle aziende insediate in merito ai temi infrastrutturali e dei servizi dell’area. L’indagine è stata l’occasione per cercare di coinvolgere direttamente le aziende insediate e rilevare le informazioni utili ad elaborare gli approfondimenti tematici del documento. L’indagine è stata preceduta da una serie di incontri svolti con il Consorzio Industriale di Potenza, il Centro per l’impiego della Val d’Agri e le amministrazioni comunali con i quali si sono condivisi obiettivi e metodologie dello studio. L’indagine si è svolta attraverso i seguenti step: - predisposizione del questionario; - selezione delle imprese da coinvolgere; - invio della richiesta di collaborazione alle società insediate con allegato questionario; - assistenza ove richiesta alla compilazione del questionario; - elaborazione ed analisi dei documenti ricevuti. La selezione delle aziende è avvenuta attraverso il database fornito dal Consorzio Industriale e ricerche online degli indirizzi aggiornati. Una criticità emersa in questa fase è stato lo scostamento dei dati forniti dal Consorzio e alcune realtà aziendali presenti. L’anomalia è dovuta al fatto che spesso l’intestatario dei contratti di servizio con il consorzio risulta non coincidere con le imprese insediate perché spesso affittuarie. Questo determina un dato fuorviante sia dal punto di vista occupazionale (es. gli impiegati di un’azienda affittuaria risultano nelle statistiche in capo all’azienda locataria, così come anche gli oggetti sociali rispetto ai livelli occupazionali possono presentare divergenze rispetto alla realtà) che dal punto di vista del tipo di attività aziendale presente. - 66 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Per completare l’indagine e acquisire il punto di vista delle aziende in merito alla qualità dei servizi e dell’appropriatezza delle infrastrutture tecnologiche del sito è stato organizzato un incontro presso le stesse aziende. Dall’indagine realizzata è emerso un basso tasso di risposta (circa il 30% rispetto al campione selezionato di 30 imprese); si segnala un altissimo interesse delle piccole imprese ed un totale disinteresse delle aziende maggiori e più significative dell’area. Le aree d’indagine sono state sette: - Viabilità; - Sicurezza; - Infrastrutture tecnologiche; - Energia; - Acqua; - Rifiuti. Rilevanza dell'inefficienza per temi 100 80 Alta 60 Media 40 Bassa Acqua Rifiuti Energia Infrastrutture tecnologiche Sicurezza Viabilità 0 Altri Servizi 20 Dalla tabella di sintesi emerge che il livello dei servizi erogati alle imprese nell’area risulta essere, a giudizio delle stesse, poco soddisfacente: in particolare gravi sono le inefficienze sul servizio idrico e l’arretratezza delle infrastrutture tecnologiche. - 67 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Le aziende lamentano inoltre tariffe molto alte sui servizi ricevuti e una generale percezione di inefficienza organizzativa. In dettaglio i risultati mostrano le seguenti aree di criticità: 1. Viabilità 1.1 Manutenzione - Strade con scarsa manutenzione - Marciapiedi poco curati in particolare nei periodi estivi con presenza di erbacce che ne rendono difficile l’utilizzo 1.2 Traffico - Viabilità critica in alcune strade particolarmente congestionate di camion in alcune ore (strada che passa davanti alla Vibac Spa e al centro oli) 1.3 Toponomastica e segnaletica - Mancanza di toponomastica stradale in tutta l’area industriale - Mancanza della segnaletica orizzontale e verticale 2. Sicurezza - Assenza di un punto di controllo all’ingresso dell’area industriale - Mancanza di una recinzione di delimitazione - Assenza di un sistema di rilevazione degli accesi - Scarsa presenza delle forze dell’ordine 3. Infrastrutture tecnologiche - Assenza di banda larga per la connessione in rete 4. Energia - Approvvigionamento di energia elettrica a prezzi non competitivi - Potenziali vantaggi nella fornitura del gas neutralizzati sinora dalla mancanza dell’allaccio delle aziende terminata solo a fine 2011) 5. Acqua - Bassa qualità dell’acqua industriale - Bassa quantità dell’acqua potabile - 68 - alla rete (infrastruttua SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 6. Rifiuti e fognature - Non si segnalano particolari problemi 7. Altro - Mancanza di servizi finanziari nella zona industriale (banche, poste) - Mancanza di mensa - Mancanza di un punto di emergenza sanitaria - Scarsa qualità dei servizi ASI in loco (mancanza di uno sportello per le imprese realmente funzionante) - Scarsa informazione sulle opportunità alle imprese 3.2 Altre criticità Oltre alle criticità individuate attraverso l’indagine conoscitiva sul campo sono stati identificati altri fattori che determinano un forte gap dell’area come possibile attrattore di iniziative imprenditoriali. Governance Sull’area industriale intervengono diversi attori pubblici che spesso creano parcellizzazione del processo decisionale; in particolare gli attori individuati sono: il Consorzio ASI, il Comune di Grumento, il Comune di Viggiano, il Consorzio di bonifica. A titolo di esempio alcune strade di accesso all’area industriale sono di competenza di enti diversi, il che comporta indecisioni e un eccessiva ostruzione burocratica nei confronti delle imprese. Cabina di regia dell’area industriale L’analisi ha evidenziato che allo stato attuale il Consorzio industriale svolge una semplice azione di erogatore di alcuni servizi base senza fornire alle aziende assistenza a maggior valore aggiunto. A titolo esemplificativo, si sottolinea inoltre come nonostante ci sia un numero notevole di progetti e programmi sviluppati dalla Regione sull’area, come ampiamente descritto nel paragrafo relativo all’analisi normativa, non risulta - 69 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità essere ad oggi attivo nessuno sportello informativo nell’area industriale, con il rischio di perdere opportunità importanti. Squilibri dimensionali L’area è determinata dalla presenza di un grande attrattore, il centro oli dell’Eni, che, se da un lato costituisce una grande opportunità per il sistema locale attraverso il pagamento delle royalties, dall’altro, esercita la sua forza contrattuale sia verso le piccole imprese locali dell’indotto non specializzato che verso ogni iniziativa non imposta per legge o non direttamente governata dall’azienda stessa. 3.3 Swot analysis area industriale Punti di forza Punti di debolezza Presenza di risorse energetiche Area con pochi servizi alle imprese Presenza del centro oli Eni Arretratezza delle infrastrutture tecnologiche Presenza sull’area di centri di rierca Presenza imprese di un incubatore per Forti contrasti sociali nell’area a causa le della presenza dell’industria petrolifera Presenza di imprese piccole e sottocapitalizzate Mancanza di manodopera altamente qualificata tra i residenti Imprese operanti in settori maturi Governance dell’area non definita con chiarezza Presenza di un sito produttivo rischioso Alti oneri consortili - 70 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Opportunità Ampia possibilità pubblici Minacce di Presenza di numerosi sviluppo d’area finanziamenti Inasprimento del quadro regolatorio dell’Area progetti di Apertura del centro oli di Corleto Perticara (aumento dell’inquinamento e delle tensioni sociali) Creazione del distretto energetico della Val d’Agri Apertura del centro oli di Corleto Perticara (opportunità per l’indotto) 3.4 Analisi dell’area in relazione alla vocazione produttiva e alla sua possibile strutturazione in area ecologicamente attrezzata Vista la particolarità del sito e la sua forte caratterizzazione legata alla presenza del centro oli dell’Eni, ai fini del presente paragrafo si ritiene importante soffermarsi sulle caratteristiche dei processi produttivi del centro oli e ai principali fattori di rischio ambientali che rappresenta. 3.4.1 Il centro oli Val d’Agri La presenza su un territorio di stabilimenti industriali che detengono particolari sostanze utilizzate nei processi produttivi, espone l’ambiente e le popolazioni al cosiddetto “rischio industriale”. In Basilicata sono presenti 10 stabilimenti a rischio incidente rilevante, di cui 6 soggetti agli obblighi dell’art. 6 (debbono rispettare solo alcuni adempimenti previsti dal decreto) e 4 soggetti agli obblighi dell’art.8 (debbono rispettare tutti gli adempimenti previsti dal decreto) del D.Lgs. n. 334/1999 tra cui il centro oli di Viggiano. - 71 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - 72 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il centro Oli Val d’Agri si sviluppa su un’area di 171.700 mq. Le operazione svolte nel Centro Olio costituiscono Pertinenza Mineraria (Regio Decreto 29 luglio 1927 n.1443) codice ISTAT CA 11.10.0. La capacità nominale di trattamento dell’intero impianto è pari a 16.500 mq/g di olio e 3.100.000 Sm3/g di gas associato (al greggio), in particolare: - 1500 mq/g di olio e 300.000 Sm3/g di gas per la line di produzione Monte Alpi; - 3.000 m3/g di olio e 600.000 Sm3/g di gas per ognuna delle prime tre linee di produzione dell’impianto Val D’agri; - 6.000 m3/g di olio e 1.000.000 Sm3/g di gas, per la quarta linea di produzione dell’impianto Val d’Agri, entrata in funzione nel settembre 2004. L’olio prodotto è inviato alla raffineria di Taranto mediante oleodotto (20 pollici di diametro). Il gas prodotto è in parte utilizzato per autoconsumo. Il processo produttivo può essere così sintetizzato: Il greggio, arriva dai pozzi ad un sistema di collettori per poi essere inviato al processo; questo effettuato sulle quattro linee di trattamento Val d’Agri e sulla linea Monte Alpi, si basa sulla separazione trifase del greggio estratto in acqua, gas e olio greggio. L’olio all’uscita dei separatori è prima inviato alle colonne di stabilizzazione e poi stoccato in serbatoi a tetto galleggiante in attesa della spedizione in raffineria mediante oleodotto. Il gas di media e bassa pressione associato all’olio, separato all’ingresso in centrale e contenente idrogeno solforato (H2S), è convogliato ed inviato agli impianti di addolcimento (desolforazione), da cui si ottiene gas dolce. L’idrogeno solforato e l’anidride carbonica sono assorbiti mediante soluzione di Metildietanollamina (MDEA) e si liberano durante la fase di rigenerazione della stesa per il successivo invio al sistema di recupero zolfo, che ha lo scopo di trasformare l’H2S in zolfo liquido. Lo zolfo liquido è stoccato in apposito serbatoio che lo mantiene ad idonea temperatura fino alla successiva commercializzazione. Il gas dolce invece, dopo le opportune lavorazioni viene conferito alla società Snam Rete Gas. - 73 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità L’acqua di strato (acqua contenuta nel fluido estratto), separata dal greggio, viene trattata al fine di eliminare i gas, gli idrocarburi ed i solidi disciolti in essa e successivamente iniettata in unità geologiche profonde nei pozzi di estrazione. Il centro oli Val d’Agri nel corso del 2011 ha ottenuto l'autorizzazione integrata ambientale (AIA). L’AIA è il provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, che devono garantire la conformità ai requisiti di cui alla parte seconda, titolo III-bis, del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n.152. Lo scopo di tale norma è quello di conseguire un elevato livello di protezione dell’ambiente attraverso il coordinamento delle procedure di autorizzazione evitando che approcci distinti nel controllo delle emissioni in acque, aria, suolo favoriscano il trasferimento dell’inquinamento tra i vari settori ambientali. Gli impegni della Società necessari per ottenere l’autorizzazione Ambientale Integrata possono essere così riassunti: - sviluppare misure di prevenzione dell’inquinamento, applicando le migliori tecniche disponibili; - non si devono verificare fenomeni di inquinamento significativi; - deve essere evitata la produzione di rifiuti; in caso contrario i rifiuti devono essere recuperati o, ove ciò sia tecnicamente impossibile, essere eliminati evitandone e riducendone l’impatto sull’ambiente; - l’energia deve essere utilizzata in modo efficace; - deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva dell’attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e di ripristino ambientale; - devono essere prese le misure efficaci per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze. - 74 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 3.4.2 I rischi dell’attività petrolifera Quella petrolifera è sicuramente un’attività ad alto rischio e ad alto impatto su tutte le matrici ambientali (suolo, acque, aria) oltre che su flora e fauna, in tutte le fasi del processo, dalla perforazione sino al trasporto, e perciò sulla salute umana. Importanti rischi di contaminazione del suolo sono ascrivibili a fenomeni di natura accidentale, quali: - ingresso di fluidi di strato nel pozzo con conseguente eruzione incontrollata dello stesso (blowout); - perdita di circolazione, ossia l’immissione di fanghi negli strati impermeabili del terreno quando la pressione dei fanghi è superiore a quella dello strato in zone permeabili non ancora interessate dalla perforazione. Ciò è anche causa di inquinamento delle falde; - incendi ed esplosioni dai serbatoi; - incidenti durante il trasporto del greggio; rottura di condotte ed oleodotti; sversamenti accidentali da parte di mezzi di locomozione che transitano nelle aree pozzo per le operazioni di manutenzione; - errato stoccaggio di fluidi di vario genere (carburanti, acque industriali, fanghi di perforazione, ecc.); - problemi legati alla reiniezione delle acque di processo; - incidenti nel trasporto di reflui e rifiuti verso centri di trattamento autorizzati e/o discariche. Altro rischio da valutare è quello legato alla sismicità dell’area. La Val d’Agri è tra le aree appenniniche più attive sia sotto il profilo della frequenza degli eventi, sia sotto quello delle magnitudo. La valle del fiume Agri, infatti, è interessata da una serie di importanti lineazioni tettoniche attive con caratteri di trascorrenza che potrebbero essere interessate da attività sismica e che conferiscono una particolare delicatezza al territorio nel suo complesso. La particolarità del sito in questione e l’attenzione delle popolazione verso i rischi ad esso connessi, hanno determinato nel corso degli anni una proliferazione di - 75 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità associazione di carattere ambientalista molto attente alle problematiche inerenti alla produzione di idrocarburi e gli effetti di queste su ambiente e salute. Fra le principali associazioni presenti sul territorio: il WWF, Laboratorio Viggiano, Organizzazione Lucana Ambientalista (OLA), Onda Rossa, Associazione No Oil. Tali organismi sono stakeholder importanti nel processo di dialogo tra imprese, enti locali e cittadini, dialogo fondamentale per la definizione di un’area APEA/SEPA. Da un’analisi realizzata ai fini del presente studio le maggiori richieste avanzata dalle associazioni vertono da un lato verso una maggiore chiarezza dell’informazione e dall’altro verso l’istituzione di maggiori forme di tutela per la popolazione residente e gli operai che lavorano nell’area. 3.4.3 Le emissioni in atmosfera Le principali emissioni pericolose in atmosfera legate all’attività del centro oli sono causate dalle seguenti sostanze CO, SOx CO2, SO2, NO2, PM10, IPA, PCBPCP, H2S. Il danno provocato alla salute dalle presenti sostanze sono ampiamente dimostrate dalla comunità scientifica. INQUINANTE CO CO2 SO2 NO2 EFFETTI SULLA SALUTE Indebolisce le contrazioni del cuore riducendo la quantità di sangue pompato alle varie parti del corpo e perciò l'ossigeno disponibile per i vari tessuti ed organi; compete con l'ossigeno per il legame con l'emoglobina con riduzione della capacità del sangue di portare ossigeno ai vari tessuti ed organi (ipossia) con effetti secondari su sistema nervoso, cardiovascolare, muscolare; diminuzione della capacità di concentrazione, turbe della memoria, alterazioni del comportamento, confusione mentale, alterazione della p.a., accelerazione del battito cardiaco, angina pectoris, effetti perinatali e a concentrazioni elevate morte Effetti da cambiamenti climatici Tracheite, broncospasmo, bronchite, difficoltà respiratorie e a dosi elevate morte – a lungo termine alterazioni della funzionalità polmonare e aggravamento delle bronchiti cronic Ipotesi di grave danno alle membrane cellulari. Infiammazione delle vie aeree, decremento della - 76 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità PST (PM10) (particolato sospeso) IPA PCB – PCP (diossina) funzionalità respiratoria, edema polmonare per particolare sensibilità dell’apparato respiratorio. A lungo termine aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie, aumento della suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e forse anche virali Effetti sull’apparato respiratorio (aggravamento di patologie pre-esistenti come l’asma e compromissione della funzione respiratoria) Aggravamento di patologie cardiovascolari preesistenti Cancerogenicità Effetti tossici acuti: dermatiti (cloracne), congiuntiviti, riniti, bronchiti da effetto irritativo - Effetti in donne gravide: basso peso alla nascita, disturbi neuro-psicomotori nei nascituri - Pubertà precoce – Distiroidismo - Maggiore suscettibilità alle infezioni - Effetto cancerogeno documentato negli animali da laboratorio (non come cancerogeno completo ma come promotore – predisponente alla trasformazione neoplastica cellulare) Diversi studi epidemiologici ne hanno evidenziato una correlazione significativa con l’incremento di determinati tipi di tumore come il sarcoma dei tessuti molli, i linfomi, i tumori tiroidei e i tumori polmonari (anche mesoteliomi) - Disturbi dell’apprendimento (che sembrano correlati all’azione perturbante della diossina sul metabolismo degli ormoni tiroidei) - Caduta della fertilità – Diabete - Immunodepressione A titolo di esempio riportiamo la pericolosità dell’H2S (Idrogeno solforato). L’idrogeno solforato4 è una sostanza fortemente velenosa la cui tossicità è paragonabile a quella del cianuro. A temperatura ambiente ed alle basse concentrazioni l’idrogeno solforato è un gas incolore che emana un caratteristico odore di uova marce. Il gas è infiammabile e brucia con una fiamma bluastra a temperature superiori ai 260°C. Concentrazioni di H2S nell’aria superiori al 4% sono esplosive. I valori di H2S tipicamente immessi nell’atmosfera da processi naturali sono inferiori a 1 ppb. Metà della popolazione è capace di riconoscere l’odore acre dell’ H2S già a concentrazioni di 8 ppb ed il 90% riconosce il suo tipico odore a 50 ppb. L’H2S diventa però inodore a concentrazioni superiori a 100 ppm perché paralizza il senso dell’olfatto. L’effetto desensibilizzante 4 Studio dal titolo “Sorveglianza sanitaria in Val d’Agri” – Regione Basilicata Dip. Salute - 77 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità dell’odorato è uno degli aspetti più insidiosi dell’H2S perché alle più alte e potenzialmente mortali concentrazioni, la sostanza non è più percettibile ai nostri sensi. Tutte le operazioni di trattamento dei prodotti petroliferi a qualsiasi livello hanno la possibilità di emettere quantità più o meno abbondanti di H2S sia sottoforma di disastri accidentali, sia sottoforma di un continuo rilascio nell’ambiente durante le fasi di estrazione, stoccaggio, lavorazione e trasporto di petrolio. La possibilità di venire in contatto con l’H2S aumenta notevolmente per le popolazioni in vicinanza dei centri di lavorazione del petrolio. Il Centro Americano per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie detto CDC e l’Agenzia Americana per il Catalogamento delle Sostanze Tossiche e delle Malattie detta ATSDR riportano che i cittadini che vivono nelle vicinanze dei centri dove si lavora il petrolio sono in genere esposti a livelli di H2S più alti del normale e che la principale modalità di esposizione è la respirazione di aria che contiene livelli di H2S che spesso vanno oltre le 90 parti per bilione (90 ppb o anche 0,09 ppm), contro i valori tipici dei centri urbani che sono al massimo di 0,33 ppb e addirittura inferiori a 0,02 ppb in zone non urbanizzate. Nelle vicinanze di centri di lavorazione del petrolio, ed in particolare presso gli impianti di idrodesulfurizzazione, i livelli di H2S possono dunque essere 300 volte maggiori che in una normale città del mondo occidentale. Recentemente, a causa della progressiva presa di coscienza dei problemi ambientali e di salute connessi all’H2S, alcuni stati americani hanno abbassato la soglia massima di presenza di H2S nell’atmosfera. In un’intervista alla Dott.ssa Maria Rita D’Orsogna5 raccolta sui mezzi di informazione risulta quanto segue: “..l'Organizzazione mondiale della Sanita' consiglia di fissare il limite dell'idrogeno solforato a 0.005 ppm. Negli Stati Uniti ciascuno stato fa come vuole, ma il governo federale raccomanda un limite di 0.001 ppm. In Massachussetts, lo stato dove il livello è il piu' basso, il limite legale è di 0.0006 ppm, cioè diecimila volte più basso che in Italia”. 5 La dott.ssa Maria Rita D’Orsogna è docente presso la California State University di Los Angeles e autrice di numerosi articoli scientifici sugli effetti dell’H2S - 78 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 3.4.4 Sostenibilità ambientale e attività estrattiva Tutte le disposizioni normative analizzate in tema di aree APEA, inseriscono come obbiettivo principale il perseguimento della sostenibilità ambientale. Per meglio capire il significato di tale concetto, riprendiamo la definizione più usata in letteratura, secondo cui, l'economia sostenibile, dal punto di vista ambientale prevede che l'utilizzo delle risorse debba permettere alle stesse di potersi rigenerare in modo da fornire alle generazioni future lo stesso livello di risorse dei periodi precedenti. La sostenibilità ambientale è perciò intesa come la capacità di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali nel tempo. Il tema ambientale rappresenta per il sito in questione la principale criticità: la limitata disponibilità delle risorse sfruttate, la vulnerabilità del patrimonio naturalistico in cui il sito è inserito e le complesse relazioni con i cittadini rappresentano i maggiori punti di debolezza. Sottolineiamo ancora una volta come sia difficile sostenere la convivenza in uno stesso progetto dell’obbiettivo di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali nel tempo (sostenibilità ambientale) e l’attività petrolifera. Se dovessimo valutare la fattibilità sotto tale aspetto il progetto di area APEA a nostro parere non potrebbe essere preso neanche in considerazione perché presenta una contraddizione troppo forte per poter essere superata. Premesso tale aspetto di fondamentale importanza, lo studio ha tentato in ogni caso di valutare se vi fossero almeno le pre-condizioni che consentissero il raggiungimento di alcuni degli obbiettivi caratteristici di un’area APEA. - 79 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CAPITOLO IV ANALISI DI FATTIBILITA’ DELLA RICONVERSIONE DEL SITO IN AREA APEA Nei capitoli 4 e 5 si analizzerà in dettaglio la fattibilità della riconversione dell’area industriale di Viggiano in un’area sostenibile. Nel capitolo 4 saranno verificate le condizioni per lo sviluppo dell’area come area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA) attraverso l’introduzione di azioni che possano rendere il sito sostenibile da un punto di vista esclusivamente ambientale, nel capitolo 5 invece saranno verificate le condizioni per lo sviluppo di un’area SEPA (Area produttiva sostenibile), attraverso azioni mirate a favorire uno sviluppo sostenibile secondo una logica di triple bottom line: sostenibilità ambientale, sociale ed economica. 4.1 Caratteristiche di un’area Apea Le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) sono state introdotte nell’ordinamento italiano dall’art. 26 del D.Lgs 112/1998 che le definisce come aree industriali “dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”. Lo stesso articolo, oltre a conferire potestà normativa in materia alle RegionI, impone per queste aree la presenza di una gestione unitaria e stabilisce che “gli impianti produttivi localizzati nelle aree ecologicamente attrezzate sono esonerati dall'acquisizione delle autorizzazioni concernenti l’utilizzazione dei servizi ivi presenti”. Ad oggi, la Regione Basilicata non si è ancora dotata di una legislazione regionale che riconosca e regolamenti le aree Apea. Ai fini del presente studio, è stato quindi realizzato in via preliminare uno studio comparativo delle normative regionali in materia di APEA al fine di analizzare l’applicabilità delle best practice sul territorio regionale. L’analisi ha riguardato le seguenti Regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana. - 80 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Nell’analisi sono stati presi in esame e comparati i vari aspetti gestionali, autorizzativi e organizzativi delle APEA al fine di delineare un benchmark necessario ad individuare: - soggetti deputati a rilasciare ad un’area la qualifica di APEA; - soggetti che vengono coinvolti nei processi di attuazione; - soggetti preposti a svolgere ruoli istituzionali (soggetto gestore, comitato di indirizzo..); - metodi di coinvolgimento delle imprese; - modelli di Incentivi e semplificazioni; - dotazioni territoriali e standard prestazionali richiesti; - differenze per le aree produttive nuove e per quelle esistenti; - criteri utilizzati per il rilascio della qualifica di APEA; Tali valutazioni si sono rese necessarie al fine di sviluppare un’analisi circa la presenza dei pre requisiti necessari a sviluppare un’ipotesi progettuale. Dall’analisi delle realtà già esistenti sul territorio nazionali e dalle caratteristiche normative, territoriali e produttive dell’area industriale di Viggiano si è poi cercato di verificare le condizioni per l’applicabilità di un modello APEA al sito oggetto di studio. Dall’analisi effettuata sui quadri regolatori regionali, si evince che le Apea sono definite come “aree produttive industriali, artigianali, o miste, anche inserite in contesti ispirati alla multifunzionalità, dotate di un sistema di controllo delle emissioni di inquinanti e di riduzione dei gas climalteranti; le APEA sono caratterizzate dalla presenza e dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi idonei a garantire il rispetto dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, in conformità ai principi di prevenzione e controllo integrati dell’inquinamento, con la finalità di conseguire, unitamente alla competitività del sistema produttivo, la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza6”. L’art.18 della Legge Regionale Toscana 87/1998 ad esempio attribuisce alle APEA la finalità di promuovere e sviluppare “attività artigianali e industriali i cui 6 Art.18 della Legge Regionale Toscana 87/1998, D.P.G.R. 2-12-2009 n. 74/, D.G.R. 1245/2009. - 81 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità processi siano gestiti come sistema territoriale d’insieme, in modo da garantire una qualità ambientale complessivamente elevata, unitamente al sostegno, consolidamento e miglioramento della competitività del sistema produttivo regionale, in una prospettiva di sviluppo sostenibile”. In particolare, le aree così definite devono essere attrezzate con un adeguato sistema di controllo delle emissioni di inquinanti, e sono caratterizzate altresì dalla presenza e dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi idonei a garantire: a) la prevenzione dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo; b) la tutela della salute e della sicurezza; c) la riduzione delle pressioni ambientali, ivi comprese la corretta gestione dell'intero ciclo dei rifiuti, l'uso sostenibile delle risorse, nonché il risparmio e l'efficienza energetica; d) modalità sostenibili per la logistica, l'accessibilità e la mobilità interna ed esterna. Le funzioni caratteristiche di APEA possono quindi essere declinate in obiettivi di carattere generale così identificabili: 1) assicurare un efficace inserimento paesaggistico dell’insediamento; 2) ridurre le pressioni ambientali del sito produttivo; 3) massimizzare l’efficienza energetica delle reti, degli impianti, dei processi e il ricorso a fonti di energia rinnovabili; 4) ridurre il prelievo di acque superficiali, di falda e di rete (massimizzando l’utilizzo di acque recuperate); 5) massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei processi di depurazione e regolazione del deflusso delle acque reflue e meteoriche; 6) ridurre la produzione e l’avvio a smaltimento dei rifiuti; 7) controllare e ridurre le emissioni in atmosfera; 8) ridurre le pressioni ambientali indotte dai trasporti e dal traffico veicolare sulla viabilità di collegamento e sulla rete viaria interna; 9) ridurre il rischio di incidenti ambientali derivanti dalla gestione delle sostanze pericolose e dalla presenza di processi a rischio di incidente; - 82 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 10) massimizzare la qualità energetico-ambientale ed il comfort interno ……..dell’edificato; 11) garantire la qualità del clima acustico degli spazi interni ed esterni. Approccio metodologico Lo studio, iniziato nel mese di ottobre era stato pianificato per raggiungere l’obbiettivo attraverso una serie di step operativi di studio e ricerca così sintetizzabili: - studio dei modelli nazionali APEA esistenti; - individuazione delle best practice; - analisi dell’area, del sito industriale e delle realtà produttive esistenti; - analisi delle informazioni esistenti presso i principali stakeholder7 del sito e delle aziende insediate; - analisi dei consumi aggregati e individuazione delle principali azioni di intervento - condivisione degli interventi possibili con gli stakeholder; - sviluppo delle proposte progettuali. Il criterio attraverso il quale era stato sviluppato il modello di analisi si è basato sulla consapevolezza che fossero stati accertati attraverso lo studio di pre fattibilità, almeno i requisiti di base per lo sviluppo di un piano di fattibilità quali: - la condivisione del progetto con le aziende dell’area in particolar modo con i due principali player Eni e Vibac; - la disponibilità delle aziende “rilevanti” a condividere informazioni e dati - la disponibilità e fruibilità di dati di base indispensabili per qualsiasi progettazione in particolar modo quelli relativi agli impatti ambientali delle aziende presenti (consumi, rifiuti, emissioni…). Tali considerazioni, partono dalla consapevolezza che la disponibilità del dato è fondamentale in analisi ove, dallo studio quantitativo di alcuni fenomeni, ne derivino scelte programmatiche propedeutiche alla realizzazione di investimenti. 7 (Consorzio Asi, Provincia Potenza, Regione Basilicata, Comune Viggiano, Comune Grumento, Centro per l’impiego Val d’Agri, Aprab) - 83 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Per tale motivo, e sin dall’inizio del nostro lavoro, è stato evidenziato che la disponibilità dei dati e la partecipazione delle aziende rilevanti sarebbe stato un pre-requisito fondamentale per analizzare la situazione dell’area finalizzata a sviluppare le proposte di intervento. 4.2. Analisi dei rischi e fattibilità dell’implementazione dell’area APEA presso il sito industriale di Viggiano 4.2.1 La base dati e la condivisione del progetto Ai fini dell’individuazione delle proposte progettuali si è proceduto alla richiesta, presso le Strutture/Enti che a vario titolo svolgono la loro attività di governo/controllo sull’area di Viggiano, di dati che potessero fornire un quadro esaustivo dei consumi e dei rifiuti prodotti. La prima forte criticità è emersa proprio dalla constatazione che sull’area in oggetto ad oggi esistono poche e insufficienti informazioni sulle aziende presenti. Dalla mappatura dei dati effettuata emerge il seguente quadro: TIPOLOGIA DI DATO DISPONIBILITA’ IMPORTANZA DATO AGGREGATO Consumi energetici Consumi NON DISPONIBILE ALTA idrici – Acqua DISPONIBILE ALTA idrici – Acqua DISPONIBILE ALTA potabile Consumi industriale Rifiuti prodotti – Assimilabili DISPONIBILE BASSA urbani Rifiuti prodotti – Speciali NON DISPONIBILE ALTA Rifiuti prodotti – Pericolosi NON DISPONIBILE ALTA dati NON DISPONIBILE ALTA Principali movimentazione merce e trasporti - 84 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Occupazione nell’area presente NON DISPONIBILE produttiva ALTA e principali statistiche Dopo le prime verifiche sui documenti e le informazioni disponibili presso i vari stakeholder, si è reso necessario, vista l’esiguità di dati disponibili, realizzare direttamente un’indagine sul campo finalizzata alla raccolta dei dati e delle informazioni mancanti. Nelle prime settimane di novembre si è quindi proceduto a: - informare le aziende dell’importanza dei dati per il progetto e chiedere un supporto nella creazione di una banca dati; - preparare i formulari per la raccolta delle informazioni relative ai consumi di energia, acqua, emissioni e produzione rifiuti presso le aziende; - elaborare i risultati. A ciascuna azienda sono state inviate delle schede informative su supporto informatico per tentare di raccogliere direttamente le informazioni e costruire una prima banca dati necessaria per lo sviluppo di indicatori economici, sociali e ambientali dell’area. Le schede, sono state organizzate in tre sezioni: - economica: contenente indicatori economico-finanziari dell’impresa; - sociale: contenente indicatori occupazionali; - ambientale: contenente indicatori di performance ambientale (consumi, emissioni, rifiuti, informazioni su politiche ambientali dell’azienda). Le schede informative sono state inviate nelle prime settimane di novembre e l’invio è stato seguito da una serie di comunicazioni via fax e via telefono. Nonostante la presentazione alle aziende della potenzialità rappresentata dal progetto e i vari solleciti per la compilazione dei questionari, la risposta da parte delle stesse è stata pressoché irrilevante dal punto di vista statistico sia per la caratteristica dimensionale delle poche imprese che hanno fornito le informazioni, sia per le caratteristiche delle attività da queste svolte. I dati ottenuti non sono stati presi in considerazione perché rappresentativi di realtà - 85 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità produttive che rappresentavano meno del 3% in termini di impatto economico, sociale ed ambientale sul territorio. 4.2.2 Le aziende insediate processi produttivi e quadro regolatorio Dall’analisi effettuata sul sito produttivo e come già descritto nel capitolo secondo, emerge che il sito industriale è caratterizzato dalla presenza di due grossi player: la società Eni SpA, che svolge attività estrattiva, e la società Vibac SpA, che svolge attività chimica legata alla produzione di film in polipropilene. Ad oggi, nonostante una totale assenza di monitoraggi sui consumi presenti nell’area che possano far comprendere le dinamiche legate all’uso delle risorse, si può affermare che le attività dei due principali player costituiscono circa il 90% dell’impatto ambientale, sociale ed economico sull’area. E’ quindi evidente che qualsiasi progetto di sviluppo di area legato ad una logica APEA/SEPA non può essere credibile se non coinvolge attivamente nel processo le due principali aziende. La criticità, diventa ancor più rilevante se consideriamo in termini di potere contrattuale, da un lato la dimensione sovranazionale delle due aziende e dall’altro la realtà economica e sociale dell’area in questione. Tale quadro, determina un forte squilibrio contrattuale fra i soggetti privati e le Istituzioni che portano alla considerazione che senza un’unità e condivisione di intenti ogni iniziativa è destinata al fallimento. Altro aspetto rilevante che pone forte dubbi circa l’applicabilità in tali condizioni di un qualsiasi modello di area Apea è legato alla caratteristica dell’attività svolta dall’Eni e al quadro regolatorio complessivo. In particolare, i dubbi emergono dalla considerazione che tutti i rapporti esistenti fra l’Eni e il territorio sono contraddistinti da accordi firmati in sede regionale e relativi ad un’attività definita dal Governo nazionale ad alto valore strategico. Tale aspetto, evidenzia la difficoltà di poter immaginare un nuovo sistema di governance dell’area che risponda a logiche di Apea e che, ad accordi già sottoscritti e validi fra le parti sostituisca una gestione unitaria e la condivisione di risorse e infrastrutture. - 86 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Tale aspetto, delicato e complesso, sarà affrontato specificatamente nel paragrafo relativo al Soggetto Gestore. Altro fattore che riteniamo possa difficilmente conciliarsi con uno sviluppo di area in ottica Apea è che nel corso di questi anni nel sito produttivo sono state avviate attività economiche che mal si concilierebbero con una gestione di servizi centralizzata ed affidata ad un soggetto terzo. In particolare si fa riferimento alle aziende private presenti nell’area che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti pericolosi e principalmente legati al settore petrolifero. Si ricorda come la gestione dei rifiuti pericolosi prodotti dal centro oli richiedano competenze e tecnologie specifiche e sono di conseguenza demandati ad aziende specializzate protette da contratti vincolanti. La necessità di una gestione unitaria non si concilia di conseguenza con la presenza di un player così importante con un potere contrattuale probabilmente anche maggiore di un soggetto gestore terzo che comprenda tutte le realtà produttive dell’area. 4.2.3 Dimensioni del sito e sviluppo Come evidenziato nel secondo capitolo, l’area industriale si estende per complessivi 1.3 mln di mq per un totale di 53 lotti assegnati, con 32 aziende insediate, 6 in costruzione, 8 in programma e 7 inattive. Le aree oggi disponibili per una possibile collocazione di interventi sono limitate agli attuali lotti disponibili e soggette a forte vincolo localizzativo che ne limitano considerevolmente le scelte di tipo gestionale. I lotti che risultano attualmente disponibili per l’insediamento di infrastrutture sono individuate dalle aree di colore arancio scuro. - 87 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Da tale considerazione si evidenzia un limite al progetto determinato sia dalla dimensione degli spazi disponibili e sia per il fatto che i lotti maggiori sono collocati in un’area molto decentrata. - 88 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Il limite appena evidenziato potrebbe però essere superato se consideriamo che dal 2005 è stato approvato il nuovo piano regolatore dell’area che ha individuato una nuova zona di espansione per complessivi 33 ha che potrebbe fornirebbe la giusta dotazione in termini di spazio all’iniziativa. Se la nuova area costituisce sicuramente un’opportunità valida, restano però irrisolti una serie di interrogativi a cui è necessario trovare risposta prima dello sviluppo di un qualsiasi progetto: 1) la nuova area, visti i limiti del sito attualmente disponibile, deve essere considerata esclusivamente come “area dedicata” per lo sviluppo di infrastrutture a servizio della vecchia area o essere un nuovo insediamento produttivo sviluppato in ottica Apea?; 2) se il nuovo sito deve essere considerato sia come area dedicata alle infrastrutture che rappresentare un nuovo insediamento produttivo realizzato in ottica Apea, bisogna evidenziare quanto già detto nel - 89 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità paragrafo 2.2.1: le popolazioni locali e di conseguenza le relative amministrazioni pongono un forte ostacolo allo sviluppo di nuove attività produttive legate al settore estrattivo. Se tale considerazione viene assunta come un punto imprescindibile per la pianificazione della nuova area, bisogna considerare che tale aspetto limita notevolmente le potenzialità attrattive del sito ad oggi caratterizzate esclusivamente dalla presenza di aziende attive nel settore petrolifero. Tale aspetto sarà affrontato nel capitolo 5 nel paragrafo sostenibilità economica; 3) come conciliare le nuove regole insediative e le forme contrattuali già in essere per le aziende già insediate. In particolare i dubbi vengono espressi dal fatto che, anche se si assumesse che lo sviluppo della nuova area fosse realizzata in ottica APEA, il mancato coinvolgimento nelle dinamiche di gestione e regolatorie dei soggetti con maggiore impatto sui consumi, sull’inquinamento presenti sul vecchio sito comprometterebbe qualsiasi iniziativa. Sarà quindi necessario a nostro giudizio, come pre requisito di sviluppo di qualsivoglia progetto di tale portata, far precedere lo sviluppo della nuova area da un percorso di concertazione fra le popolazioni locali, le amministrazioni e le imprese che individui un percorso condiviso di sviluppo sostenibile, requisito che al momento non risulta essere soddisfatto. SCHEMA DELLE PRINCIPALI CRITICITA’ Criticità/Rischio Business principale del sito Livello di rischio per Azioni da intraprendere per progetto ridurre/eliminare il rischio Alto Nessuna Alto Opportunità dal progetto di non conciliabile con presupposti di sostenibilità ambientale Dimensioni sito produttivo ampliamento dell’area industriale Partecipazione al progetto Alto Attivazione di piani di - 90 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità delle aziende a maggiore sviluppo congiunto e impatto concertazione Quadro regolatorio già Medio Possibile modifica definito per le aziende concordata degli accordi insediate. Assenza di una legislazione Basso Sviluppo di un disegno di regionale in materia di aree legge Apea Assenza dei principali dati Medio Avvio di un progetto sui consumi dell’area condiviso di raccolta informazioni 4.2.4 Applicabilità degli obiettivi Apea al sito Il presente paragrafo ha come obiettivo la verifica dell’applicabilità al sito industriale dei principali obiettivi di un’area Apea. Come già evidenziato nei paragrafi precedenti, l’indisponibilità dei dati e la mancanza di partecipazione delle aziende alla raccolta delle informazioni non hanno permesso nella gran parte dei casi un’analisi puntuale necessaria per la formulazione di ipotesi progettuali. Utile pertanto ai fini del presente paragrafo è stato l’utilizzo dei dati ufficiali presentati dal gruppo Eni all’interno della richiesta di Autorizzazione Ambientale Integrata quali unico riferimento dell’area. Per quanto riguarda i dati relativi alle emissioni sono stati presi in considerazione i dati ufficiali pubblicati dall’ARPAB (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata) e dalla società Metapontum Agrobios. 4.2.4.1 Acqua Obiettivo di un’area APEA dovrebbe essere quello di ridurre il prelievo di acque ad uso industriale da corpi superficiali o da falda, favorendo il ricircolo delle acque depurate. La gestione delle acque e il ricircolo, consente anzitutto un vantaggio ambientale, poiché consente una riduzione del prelievo dal ciclo idrologico ai fini produttivi consentendo una maggior disponibilità per usi diversi, - 91 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità con conseguente miglioramento della qualità delle acque, quindi con un evidente vantaggio sociale. I possibili vantaggi economici possono derivare dall’istituzione delle suddette infrastrutture convenientemente realizzate in funzione dell’indirizzo produttivo. Applicabilità Dalle rilevazioni effettuate il parametro acqua attualmente presenta un basso grado di sostenibilità a causa dello sbilancio di consumo dei due principali player (Eni e Vibac) di acqua potabile rispetto all’acqua industriale. La ragione di tale fenomeno è da imputare principalmente alla bassa qualità dell’acqua proveniente dal ciclo di depurazione. Ciò comporta, in particolare nei mesi estivi, un forte picco sull’approvvigionamento e la scarsa disponibilità della risorsa per molte delle aziende presenti. Come evidenziato nei paragrafi precedenti, il consorzio industriale attraverso i fondi derivanti dal Piano Operativo val d’Agri ha posto in essere investimenti per cercare di migliorare tale parametro. In più, attraverso l’accordo con l’acquedotto Lucano il Consorzio ha accresciuto la disponibilità di acqua potabile. Bisogna sottolineare che questo intervento pur migliorando gli approvvigionamenti di acqua nel breve periodo è poco compatibile con il principio di sostenibilità che vorrebbe destinare tale risorsa non a scopi di tipo industriale. In definitiva bisognerà attendere almeno gli interventi previsti (integrazione del ciclo di trattamento terziario delle acque di riciclo mediante processo di osmosi inversa – integrazione dell’impianto di depurazione con comparto di denitrificazione) per giudicare la sostenibilità nell’utilizzo di tale risorsa, pur non essendo di principio ostativa alla creazione di un area APEA. 4.2.4.2 Energia Nello sviluppo di un’area industriale sostenibile, sono due i parametri fortemente determinanti in ambito energetico: la domanda (quindi i consumi) e l’offerta (ovvero i punti di approvvigionamento). In un’economia d’area si dovranno affrontare in modo sinergico entrambi gli aspetti: da un lato il contenimento dei consumi (ad esempio: interventi sulle tecnologie di produzione orizzontali e - 92 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità verticali, agendo distribuzione e sulla dispersione illuminazione), energetica dall’altro degli prevedere edifici, delle un’adeguata reti di fonte di approvvigionamento, che favorisca le tecnologie cogenerative e combustibili a ridotte emissioni (gas, biomasse) o prodotti d’area (ad esempio rifiuti). Sono inoltre da considerare le fonti rinnovabili, quali la produzione eolica, solare (fotovoltaica e termico), idroelettrico e altre, che dovrebbero affiancare le produzioni tradizionali in funzione della loro efficienza ed efficacia nel contesto territoriale. Il settore energetico rappresenta ricadute economiche di rilievo nell’economia delle imprese: il raggiungimento anche parziale di una sufficienza energetica da parte dell’area industriale, soprattutto se caratterizzata da attività ad intenso utilizzo di energia, può comportare notevoli vantaggi economici; ne possono conseguire anche vantaggi ambientali e sociali in riferimento alle tipologie di produzione. Applicabilità Come evidenziato nel paragrafo in cui abbiamo trattato del tema dell’Energia, i soli dati a nostra disposizione, relativi ai consumi e approvvigionamenti del centro oli, mostrano un’altissima autosufficienza energetica attraverso l’utilizzo di turbine a gas che determinano un risultato positivo fra il totale dell’energia autoprodotta e il valore consumato. Non è stato possibile reperire dati sulle altre aziende. Da un punto di vista dei costi e quindi della competitività probabilmente il nuovo accordo con la Società Energetica Lucana dovrebbe consentire anche alle altre aziende un approvvigionamento a prezzi migliori rispetto agli attuali. Dal punto di vista delle rinnovabilità delle fonti, si sottolinea come lo spazio a disposizione per nuovi insediamenti limiti fortemente la possibilità di investimenti in tale direzione. In definita dal punto di vista energetico non si ravvedono comunque particolari ostacoli alla creazione di una APEA nell’area oggetto di studio. - 93 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 4.2.4.3 Rifiuti Il passaggio ad un sistema integrato d’area dei rifiuti, consente anzitutto un vantaggio ambientale, poiché si tende a ridurre progressivamente il volume del materiale di scarto a favore del riutilizzo; sono correlati a questi vantaggi sociali, poiché si va verso un miglioramento della qualità dell’ambiente di vita. Il ciclo dei rifiuti prodotti nell’area può essere schematizzato come segue: Rifiuti assimilabili ai solidi urbani – Raccolta indifferenziata Rifiuti solidi industriali – Smaltiti fuori sito Rifiuti Pericolosi – Smaltiti fuori sito e trasportati su gomma Applicabilità Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti la particolarità dei cicli produttivi delle aziende non consente un riutilizzo degli stessi. Un piccolo intervento potrebbe riguardare la creazioni di isole ecologiche per un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti assimilabili ai solidi urbani. 4.2.4.4 Trasporti La gestione del traffico veicolare nelle aree industriale con l’obbiettivo della riduzione del volume e delle emissioni dello stesso, comporta evidenti vantaggi ambientali, poiché si tende a ridurre le emissioni e limitare gli spazi dedicati alle infrastrutture; sono correlati a questi vantaggi sociali, poiché si va verso un miglioramento della qualità dell’ambiente di vita e la riduzione del problema del sovraccarico veicolare. Applicabilità L’area presenta un basso grado di sostenibilità a causa dell’assenza di una rete ferroviaria. Il 100% del trasporto merce è realizzato su gomma. Da segnalare comunque che in valore assoluto la quantità di traffico di mezzi pesanti sulle strade si è ridotta notevolmente dall’entrata in funzione dell’oleodotto che unisce il centro oli alle raffinerie di Taranto. - 94 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 4.2.4.5 Rumore La legge del 26 Ottobre 1995 n. 447 ed il successivo D.P.C.M. 14 novembre 1997 prevedono l’inquadramento del territorio comunale in sei classi acustiche in funzione della destinazione d’uso; nella fattispecie si fa particolare riferimento alla Classe VI: “aree esclusivamente industriali”. In riferimento a tale classificazione si definiscono i seguenti valori limite rispettivamente di emissione ed immissione: 65 db(A) sia diurno che notturno, 70 db(A) sia diurno che notturno. I limiti di riferimento per l’area oggetto di indagine, dal momento che il comune di Viggiano non ha provveduto alla zonizzazione acustica del territorio comunale, sono quelli del D.P.C.M. 1 marzo 1991 relativamente alla “Zona esclusivamente industriale” per i punti lungo il perimetro della proprietà ed a “Tutto il territorio nazionale” per l’ambiente esterno ed i ricettori più prossimi. Essi sono riportati nella seguente tabella: Classificazione Limite diurno Limite notturno Leq-db(A) Leq-db(A) Tutto il territorio nazionale 70 60 Zona esclusivamente industriale 70 70 Applicabilità Nel corso del 2009 è stata eseguita una campagna di monitoraggio acustico al fine di valutare se gli impianti esistenti del Centro Olio Val d’Agri rispettino i limiti di rumorosità previsti dalla normativa vigente. Si è proceduto ad effettuare, in periodo diurno e notturno, una serie di misure del rumore ambientale al confine di proprietà del Centro Olio e presso ricettori più prossimi all’impianto, confrontando poi i valori ottenuti con i limiti di immissione previsti dalla normativa. Sulla base dei risultati acquisiti, si evince un valore medio di circa 55 db perfettamente coerente con il dettato normativo. - 95 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 4.2.4.6 Emissioni Obbiettivo è quello della riduzione o limitazione delle emissioni in atmosfera, del monitoraggio della quantità e della qualità di tali emissioni e della trasparenza nella comunicazione dei risultati. Per quanto riguarda le emissioni del sito produttivo si farà riferimento principalmente al centro oli dell’Eni sia per la specificità del ciclo produttivo che per l’attenzione posta sulla pericolosità delle emissioni Il monitoraggio ambientale I soggetti deputati ai monitoraggi ambientali dell’area sono la società regionale ARPAB, l’Eni, e la società consortile Metapontum Agrobios. Oggetto della rilevazione sono l’aria, l’acqua, la terra, i vegetali, gli alimenti. La presenza delle attività estrattive del centro Oli rende il territorio di studio un’area potenzialmente esposta al rischio di inquinamento da idrocarburi. Le attività estrattive, infatti, oltre all’inquinamento atmosferico da polveri ed emissioni gassose già illustrate nei capitoli precedenti, possono provocare contaminazione delle acque superficiali e dei sedimenti fluviali, compromissione delle acque sotterranee (abbassamento di livello, deviazioni di sorgenti, contaminazioni da olio e da sostanze associabili alla composizione del greggio estratto) e modifiche più o meno sostanziali al paesaggio ed agli habitat. Un controllo continuo sull’evoluzione dello stato ambientale risulta pertanto indispensabile per avere piena cognizione dei processi in atto, per verificare gli effetti indotti da tali attività ed, infine, per predisporre azioni di intervento e di risanamento in caso di situazioni di allarme per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Nelle more della piena entrata in regime dell’Osservatorio Ambientale Regionale, le attività di controllo ambientale sono state svolte dalla società Metapontum Agrobios S.r.l. che ha avviato, nel 2005, un programma di costituzione della “Rete di monitoraggio ambientale nelle aree a rischio di inquinamento da idrocarburi”. - 96 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Nel biennio 2009-2010, la Metapontum Agrobios ha completato la seconda fase di attuazione del programma di monitoraggio nell’ambito del “Progetto Val d’Agri -Studio finalizzato alla valutazione dell’impatto delle attività estrattive nella Val D’Agri”, di cui si riporta di seguito una sintesi dei risultati. Acque superficiali L’area interessata ricade nel bacino idrografico del Fiume Agri che rappresenta uno dei cinque corsi d’acqua principali della Basilicata. Il Centro Olio di Viggiano, in aggiunta, si trova a monte della diga del Pertusillo che, con una capacità di invaso di 155 milioni di mc, destina le sue acque ad uso potabile, irriguo ed idroelettrico. Un altro invaso artificiale, di dimensioni più contenute, è ubicato nei Comuni di Anzi e Laurenzana. Si tratta della diga della Camastra con una capacità di 32 milioni di mc le cui acque vengono utilizzate per uso potabile ed industriale. Le indagini hanno interessato, pertanto, il Fiume Agri e i Torrenti Sauro e Camastra, i loro principali affluenti, nonché gli invasi artificiali del Pertusillo e della Camastra. Sui campioni prelevati dai tali siti sono state eseguite analisi volte a determinare lo stato della qualità ambientale, la presenza di sostanze riconducibili alla classe degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), Poli Cloro Bifenili, alifatici alogenati e idrocarburi aromatici (Benzene, toluene, xileni, ecc.), idrocarburi a catena lineare e di metalli pesanti e test di ecotossicità. Come indicatori dello stato di qualità ambientale sono stati utilizzati: • il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) che consente di descrivere lo stato della qualità degli ambienti di acque correnti dal punto di vista chimicofisico e microbiologico e di valutarne le variazioni nello spazio e nel tempo. L’indicatore è rappresentabile in cinque livelli di qualità calcolati in base al valore del 75° percentile di 7 parametri detti “macrodescrittori” (Ossigeno Disciolto, BOD5, COD, NH4, NO3, Fosforo Totale ed Escherichia Coli) relativi al bilancio dell’ossigeno e allo stato trofico; - 97 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • l’Indice Biotico Esteso (IBE) che descrive lo stato della qualità biologica degli ambienti di acque correnti valutandone le variazioni spazio-temporali. Il controllo biologico, basato sull’analisi delle comunità di macroinvertebrati, rappresenta un approccio complementare consente giudizio di fornire un al controllo chimico-fisico sintetico sulla qualità e complessiva dell’ambiente e di stimare l’impatto che le diverse cause di alterazione determinano sulle comunità che colonizzano i corsi d’acqua. L’IBE classifica la qualità di un corso d’acqua: su di una scala che va da 12 (qualità ottimale) a 1 (massimo degrado), suddivisa in 5 classi di qualità; • lo Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici, della natura chimica e fisica delle acque e dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando prioritario lo stato della componente biotica dell’ecosistema. Nei corsi d’acqua questi ecosistemi sono strettamente interconnessi con gli ecosistemi circostanti e subiscono modificazioni continue lungo l’asta fluviale causate da mutamenti naturali e antropici; • lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) che consente di attribuire un giudizio sulla qualità complessiva dei corsi d’acqua che tenga conto delle caratteristiche ecologiche e della presenza di sostanze chimiche pericolose per gli ecosistemi. In definitiva, esso valuta lo scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento. Tali indicatori sono stati stimati integrando quanto riportato nell’ex D.Lgs. N. 152/1999 con le indicazioni contenute nel D.Lgs 152/06 e nella DIRETTIVA 2000/60/CEE. Di seguito si riporta una sintesi dei risultati analitici derivanti dall’attività di indagine svolte nel 2010 per ciò che concerne l’area di studio. - 98 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Generalmente il livello di qualità ambientale risulta essere buono tranne che in corrispondenza di alcune confluenze (tra il Fiume Agri ed i Torrenti Alli e Sauro) e di tratti fluviali prossimi a centri abitati o insediamenti industriali (Fiume Agri a Villa d’Agri e Canale depuratore zona industriale). Qui il livello dello stato ambientale risulta essere sufficiente. Le indagini sulla presenza di idrocarburi nei corpi idrici superficiali consentono di apprezzare in maniera significativa l’influenza delle attività estrattive in Val d’Agri sul contesto ambientale perché il parametro idrocarburi è legato direttamente ai composti che costituiscono il petrolio greggio e i suoi prodotti di raffinazione. La determinazione del parametro idrocarburi totali è stata effettuata secondo quanto previsto dal D.Lgs. 152/06 nella parte relativa alla tutela delle acque dall’inquinamento ed ha interessato gli idrocarburi alifatici che rientrano nel range di un numero di atomi di carbonio da 10 a 40. Le verifiche effettuate non hanno evidenziato superamenti dei valori soglia previsti dalla normativa. Inoltre, i confronti con campioni provenienti da una sorgente da cui sgorga naturalmente petrolio, hanno mostrato che la quantità di inquinante riscontrata rispecchia un andamento che è funzione della distanza dalla fonte sottolineando, conseguentemente, una scarsa mobilità dell’inquinante. Per valutare la contaminazione da idrocarburi volatili aromatici e alogenati, l’indagine è stata effettuata mensilmente su 21 stazioni di campionamento - 99 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità ricercando sia i parametri di natura idrocarburica previsti dalla legge sia quelli riportati nella letteratura scientifica che direttamente o indirettamente possono essere legati alle attività estrattive. La situazione dei corsi d’acqua è risultata complessivamente buona dal momento che nessuno dei parametri ricercati ha mai superato il valore medio di concentrazione su base annua (SQA-MA) o la concentrazione massima ammissibile fissate dal D.M. n.56/2009. La situazione dell’area di studio potrebbe comunque essere particolarmente meritevole di attenzione (fiume Agri nell’area compresa tra il Centro Olio e la diga del Pertusillo) perché il cloroformio, spesso in associazione al bromodiclorometano e al bromoclorometano, è stato riscontrato più di frequente o in concentrazione maggiore rispetto al 2009. Le indagini volte a rilevare la presenza di metalli pesanti hanno evidenziato che elementi tossici come Cadmio, Mercurio, Berillio e Tallio non hanno mai superato il limite di rilevabilità di 0,1 µg/L in tutti i siti di indagine riproponendo condizioni già riscontrate nel 2009 e nel 2008. Il Piombo raramente ha superato il limite di rilevabilità e solo nel 6% di tutti i campioni prelevati si sono osservati valori compresi tra 0,1 e 1 µg/L, ben al disotto del limite legale di 10 µg/L. Il confronto con i risultati ottenuti nel 2009 ha evidenziato assenza di impatti da metalli tossici, infatti non si riscontrano differenze sostanziali nei valori medi ed negli intervalli di variazione delle concentrazioni di Arsenico, Bario, Cobalto, Cromo totale, Rame, Nichel, Antimonio, Selenio, Stagno e Vanadio. Qualche differenza nel valore medio annuale si è riscontrato per Alluminio e Ferro e, con minor frequenza, per Zinco, Manganese e Boro. Ciò comunque solo per uno o al massimo due prelievi nel corso dell’anno. Aria Le indagini sulla qualità dell’aria sono state affrontate predisponendo: • una rete di biomonitoraggio costituita da 44 centraline distribuite su 30 Comuni. L’utilizzo delle biocentraline consente la stima dell’inquinamento dell’aria attraverso l’analisi della risposta di specifici organismi viventi. Si - 100 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità tratta, nello specifico, di bioindicatori, cioè organismi viventi che subiscono variazioni fisiologiche direttamente correlate al tipo di inquinante e di bioaccumulatori, cioè organismi viventi in grado di accumulare l’inquinante continuando a sopravvivere; • una centralina automatica fissa nel Centro Olio di Viggiano e centraline automatiche mobili per il rilevamento di Biossido di Zolfo (SO2), Biossido di Azoto (NO2), Ozono (O3) e Monossido di Carbonio (CO). I percorsi delle centraline mobili toccano i comuni interessati alle estrazioni petrolifere dell’ENI e della Total e i Comuni che si trovano nella zona del Centro Olio di Viggiano secondo quattro percorsi stabiliti: a) Saurina - Cirigliano – Gorgoglione - Guardia Perticara - Pozzi Total - Corleto Perticara; b) San Brancato – Centro Olio - Villa D’Agri – Marsicovetere – Paterno – Tramutola – Grumento – Moliterno – Sarconi; c) San Brancato – Montemurro - Pozzi ENI - Viggiano - Centro Olio - Villa D’Agri; d) Diga Camastra - Calvello - Pozzi ENI – Marsico Nuovo - Villa D’Agri - Centro Olio. • una centralina automatica mobile ed una rete di centraline fisse costituite da sistemi passivi di accumulo, per il rilevamento dell’idrogeno solforato (H2S). • un sistema automatico per il rilevamento degli odori definito “naso elettronico”. Sui campioni prelevati nelle stazioni biomonitoraggio sono state eseguite indagini volte a determinare la presenza di metalli pesanti, di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e di idrocarburi oltre ai test di ecotossicità. La capacità dei metalli pesanti rilasciati in atmosfera in seguito alle attività estrattive di depositarsi ed eventualmente accumularsi è stata studiata analizzando le matrici vegetali (licheni, muschi e piante vascolari) e il suolo nudo. Nello specifico, sono stati indagati i seguenti metalli: Arsenico, Boro, Bario, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo totale, Rame, Mercurio, Nichel, Piombo, Tallio, Vanadio, Zinco, Cromo (Cr-VI), Ferro, Manganese, Antimonio, Selenio e Stagno senza trovare tracce significative nelle matrici considerate. Anche per gli IPA e - 101 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità per gli idrocarburi non sono stati rilevati accumuli rilevanti ai fini della tutela della salute e dell’ambiente. I dati raccolti in continuo dalle due centraline nel Centro Olio di Viggiano e dalle centraline mobili hanno consentito, in aggiunta, di rilevare eventuali tracce di Monossido di carbonio (CO), Biossido di Zolfo (SO2), Biossido di Azoto (NO2), Ozono (O3) e l’Idrogeno Solforato (H2S). Facendo riferimento alle classi individuate dal Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002, i valori misurati generalmente si sono attestati tra il livello trascurabile a moderato e, soltanto nei mesi di febbraio e marzo, si è rilevata una percentuale, comunque bassa, del 3, 39% e del 2,22 % rispettivamente, di valori dell’ozono al di sopra di 240 µg/m3. Le emissioni di idrogeno solforato sono state monitorate anche con l’utilizzo dei radiello in 6 punti strategici nell’area del Centro Olio di Viggiano riscontrando sempre valori inferiori al valore soglia di 150 µg/m3 indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) contro gli odori molesti di 40 µg/m3 come media su 30 minuti corrispondenti a circa 100ppb come media giornaliera. Il grafico di seguito riportato, che mostra l’andamento temporale della concentrazione di H2S espressa in ppb, evidenzia come in corrispondenza del punto 2 siano stati riscontrati nel corso del 2010 valori maggiori rispetto agli altri punti. Nel periodo dal 17 maggio al 1 giugno, tuttavia, per tutti i punti è stato osservato un incremento della concentrazione. - 102 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità A partire da giugno 2010, l’impatto odorigeno è stato stimato attraverso le misure effettuate con il “naso elettronico”. La molestia olfattiva è stata quantificata prendendo a riferimento le linee guida tedesche GOAA (Guideline on Odor in Ambient Air/GOAA-1998). Nella figura seguente si riporta la frequenza della molestia olfattiva misurata come percentuale di giorni di ogni campagna nei quali c’è un superamento del 15%. Dall’istogramma si evince che la percentuale di giorni positivi, cioè caratterizzati da una molestia olfattiva, è maggiore nei mesi di novembre e dicembre. La presenza di una molestia olfattiva crescente a partire dalla seconda metà di agosto fino alla fine dell’anno conferma di fatto la sensazione di fastidio lamentata dalla popolazione. - 103 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Suolo Nelle aree interessate da attività di estrazione petrolifera, la matrice suolo rappresenta il primo recettore di inquinamento, soprattutto per il parametro idrocarburi. Le potenziali fonti di contaminazione del suolo sono attribuibili a perdite accidentali da serbatoi o da tubazioni interrate, ad eventuali spargimenti accidentali non controllati da impianti o dalle aree di carico e scarico oppure allo stoccaggio deliberato nel sottosuolo di materiali di scarto delle trivellazioni. Lo studio sulla matrice suolo è stato effettuato con un totale di 200 campioni per campagna annuale, prelevati nei primi 100 cm dello strato superficiale nelle zone di maggiore impatto, cioè l’area industriale di Viggiano e tutte le postazioni petrolifere censite e utilizzate per l’estrazione del greggio. La verifica sulle concentrazioni di inquinante è stata realizzata riferendosi ai limiti indicati nel D.Lgs.152/06 e ss.mm. e ii.; sui campioni prelevati sono stati eseguiti test di ecotossicità ed analisi volte a determinare la presenza di idrocarburi totali, policlorobifenili e idrocarburi policiclici aromatici e alogenati, clorobenzeni e metalli pesanti. I test di tossicità acuta con il batterio bioluminescente Vibrio bischeri e con il crostaceo Daphnia magna e i test di fitotossicità con Lactuca sativa realizzati su 100 campioni di terreni prelevati nelle vicinanze di pozzi con frequenza annuale non hanno evidenziato fenomeni di tossicità. - 104 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Relativamente al parametro idrocarburi, che senza dubbio rappresenta l’indicatore principale della contaminazione di origine petrolifera legata alle attività di estrazione, raffinazione e distribuzione del greggio, i campioni analizzati hanno presentato concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sempre sotto i limiti normativi e non hanno rilevato alcuna presenza di policlorobifenili. Gli idrocarburi alogenati e i clorobenzeni, sebbene non siano presenti nel petrolio, vengono usualmente utilizzati come solventi e agenti sgrassanti nelle attività di estrazione petrolifera. Le indagini condotte sui terreni limitrofi ai pozzi petroliferi hanno avuto, pertanto, l’obiettivo di verificare se siano state condotte pratiche di contaminazione della matrice suolo. I risultati ottenuti mostrano tracce, di gran lunga inferiori ai limiti di legge, di cloroformio, di benzene, toluene, etilbenzene, xileni, n-butilbenzene, secbutilbenzene e 1,2,4-trimetilbenzene nell’area oggetto di studio. Diossine e furani non sono mai stati riscontrati in tutta la campagna di studio. L’indagine finalizzata alla determinazione del tenore dei metalli pesanti non ha evidenziato fenomeni di contaminazione riconducibili ad attività estrattive. Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Rame, Nichel, Piombo, Antimonio e Selenio non superano il valore previsto dalla norma; il Vanadio mostra modesti superamenti del limite che si riscontrano costantemente nel comune di Viggiano. Gli occasionali superamenti osservati nel corso del 2009 per il Tallio nell’area oggetto di studio non si sono ripresentati nel 2010. Modesti sono stati i superamenti per il Cobalto che hanno presentato un andamento costante, tanto nel comune di Viggiano che di Marsico Nuovo. Lo Zinco, in alcuni siti del Comune di Viggiano, mostra valori medi più elevati (190 mg/Kg) del 2009 e 2008, superando il limite per uso verde pubblico, privato e residenziale che è di 150 mg/Kg. Il Berillio mostra costantemente valori vicini o superiori al limite, spesso in buon accordo col valore trovato nel 2009. E’ utile osservare, tuttavia, che questo elemento non è mai rilevabile nelle acque sotterranee dell’intera area di studio. Tra gli elementi non inclusi nel D.Lgs 152/2006, Boro, Ferro e Manganese - 105 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità mostrano valori medi con lo stesso ordine di grandezza ottenuto nel 2009 e 2008. Sviluppo sul monitoraggio Dopo oltre 12 anni dalla firma dell’accordo tra Eni e la Regione Basilicata del 1998, nel marzo del 2011 è stato inaugurato l’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, con sede a Marsico Nuovo. L’Osservatorio8 rappresenterà il “polo informativo sull’ambiente” presso il quale far confluire, raccogliere e rendere disponibili al cittadino tutte le informazioni di carattere ambientale relative all’area della Val D’Agri interessata dall’attività di coltivazione dei giacimenti petroliferi. Cuore dell’Osservatorio sarà il Sistema Informativo dei dati ambientali, ovvero una banca dati costantemente aggiornata e consultabile, in grado di produrre output di vario tipo e per utenti di differente livello (popolazione, stake-holders, tecnici, ricercatori, ecc..). L’Osservatorio anche sulla base dei risultati degli studi e delle analisi prodotte, formulerà proposte e promuoverà iniziative allo scopo di avviare attività necessarie alla valutazione dello stato dell’ambiente e della salute dell’ecosistema e delle popolazioni. Dunque non ricoprirà semplicemente il ruolo di “raccoglitore di dati” ma opererà come elemento attivo e propositivo per la loro individuazione, elaborazione, aggiornamento e diffusione e promuoverà iniziative sinergiche nel campo della pianificazione, gestione e divulgazione ambientale. L’Osservatorio è costituito da un Comitato di Rappresentanza Territoriale che ha il compito di fornire indirizzi di carattere generale per garantire il rapporto con le istituzioni e la comunità, e indirizzi di carattere specifico per la programmazione delle attività dell’Osservatorio e da un Comitato Tecnico Scientifico che svolge compiti di consulenza sulle tematiche scientifiche, tecniche, ambientali e sanitarie, potrà proporre studi, monitoraggi dell’Osservatorio. 8 Atti della Conferenza Petrolio e Ambiente, Matera 2011 - 106 - e quanto nelle finalità SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Applicabilità La presenza del centro oli e di un polo estrattivo così importante nella zona, è il fattore determinante di tutta l’area industriale, forse dell’intera Regione. Se dal punto di vista economico si possono riscontrare nel breve e medio periodo vantaggi per le imprese dell’indotto e per l’intera Regione a causa delle fees che l’Eni paga per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi, da un punto di vista ambientale sorgono diversi problemi sull’inquinamento prodotto causa anche di forti contrasti con i cittadini e le associazioni Interessante sulla questione lo studio condotto dal WWF e pubblicato il 10 settembre 2010 dal titolo “Il monitoraggio ambientale nell’area del centro olio di Viggiano”. L’analisi è stata condotta evidenziando alcune incongruenze sulle valutazioni dell’ARPAB e della società Agrobios e sottolineando attraverso prove fotografiche di supporto i posizionamenti delle centraline di rilevamento spesso molto lontane rispetto al punto di emissione. Si riporta di seguito un estratto di un articolo del WWF uscito a seguito dello studio: “si vuole premettere che la problematica delle attività petrolifere in Val d’Agri va ben al di là di singole questioni di carattere tecnico: essa è territoriale ed ambientale, riguarda gli uomini, i cittadini che vivono in questo contesto, la loro vita e le loro attività che sono messe in pericolo dalla presenza dei pozzi di estrazione e di un centro olio ubicato nei pressi del centro abitato di Viggiano; tale impianto infatti raccoglie circa 100 mila barili di petrolio al giorno che viene in parte raffinato e depurato dei suoi gas più nocivi quali i derivati dello zolfo, dell’azoto, del carbonio, che si disperdono copiosi nell’ambiente abitato circostante producendo certamente un notevole inquinamento. In questa situazione è più che legittimo rilevare che il sistema di monitoraggio operante non sia adeguato e sufficiente a descrivere tutto quello che succede dentro il centro olio e nelle immediate circostanze, né quello che succede nei pressi dei pozzi di estrazione” Si riporta anche uno stralcio dell’interrogazione parlamentare dell’On. Zamparutti in merito alla modalità con cui vengono condotte le indagini sullo stato dell’ambiente e sui report prodotti (settembre 2011): - 107 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità “….I dati pubblicati riguardano solo alcuni degli inquinanti monitorati e con modalità differenti che non consentono un confronto immediato e, soprattutto, i valori medi giornalieri e i valori medi semestrali non sono in grado di rappresentare le reali emissioni degli inquinanti nell’atmosfera. Basti considerare che Agrobios fornisce valori orari del Monossido di Carbonio, del Biossido di Zolfo, del Biossido di Azoto e dell’Ozono ma non degli altri inquinanti previsti dall’Autorizzazione ministeriale del 5 febbraio 1999; Arpab fornisce, a seconda degli inquinanti monitorati, il valore medio e/o il valore massimo registrato mentre l’ENI pubblica semestralmente i valori medi del periodo relativo solo al Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto e Ossido di Carbonio; sono escluse dal monitoraggio alcune sostanze come l’NMHC (idrocarburi non metano) indice di inquinamento da attenzionare come prevede ad esempio la Regione Sicilia in relazione all’inquinamento industriale di Milazzo o il PM25 e la maggior parte dei VOC (composti organici volatili); a fronte della recente intesa Stato-regione che prevede il passaggio dell’attività estrattiva del centro oli Eni di Viggiano da 80.000 barili a 120-130.000 al giorno, oltre alla realizzazione di un terzo centro oli a Tempa Rossa di Corleto Perticara (Total) e al centro oli dell’Eni già presente a Pisticci, le problematiche ambientali e sanitarie sono destinate ad aggravarsi”. Questi sono solo due esempi sui forti contrasti attualmente presenti nell’area tra cittadini, amministrazioni locali, associazioni e regione. Le testimonianze sulla questione sono sin troppo numerose: da interviste televisive (Anno Zero su RAI due) di cittadini disperati per i cattivi odori, la paura di inquinamento e la perdita di valore degli immobili dell’area, a contrasti tra il comune di Viggiano, l’Eni e la Regione per la concessione alla trivellazione dei due nuovi pozzi monte ENOC 6 e 7 ricadenti in un area a forte rischio idrogeologico, a moltissimi articoli di giornali su associazioni ambientaliste, cittadini e interrogazioni parlamentari. Con questo non si vuole sottolineare in modo pregiudizievole l’errore di sfruttare la risorsa petrolio in un determinato contesto ambientale, ma l’impossibilità di costituire un’area sostenibile proprio in tali aree vista la non rinnovabilità della risorsa, l’inquinamento prodotto e i possibili contrasti tra i vari attori coinvolti. - 108 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Si ricorda, tra l’altro, che la zona di nuova espansione è collocata proprio a ridosso del centro oli. Come risulta dai dati in nostro possesso, e comunque pubblici, l’ENI rispetta tutte le norme attuali e fa rientrare le emissioni dentro i limiti stabiliti dalla legge. Ciò nonostante si ribadisce che oggetto del presente studio non è la normativa vigente, ma l’opportunità di creare un area sostenibile nel distretto industriale di Viggiano. Il limiti di H2S registrati nel centro oli (2,67 ppb), per esempio, pur rispettando la legge italiana non rientrerebbero nei limiti consigliati dagli Stati Uniti d’America (1 ppb) ed imposti da uno stato come il Massachussetts (0,6 ppb). Vista la pericolosità dell’agente inquinante riteniamo doveroso applicare, per la creazione di un area sostenibile, i limiti esistenti più restrittivi. Tra l’altro proprio l’H2S è causa di cattivo odore (uova marce) confermato sia dai cittadini che dalle analisi effettuate. Pur contando l’area su importanti risorse pubbliche a disposizione per investimenti, molte delle quali derivate proprio dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi, riteniamo non possibile la creazione di un area APEA nel distretto industriale oggetto dello studio. Ciò non significa abbandonare l’area al suo destino, o che l’area non abbia dei punti di forza per una sua sostenibilità economica, soprattutto nel breve e medio periodo. Come sottolineato dal rapporto “Primi risultati secondo rapporto indotto Eni Val d’Agri: profilo delle imprese e impatto occupazionale”, l’Eni ha consentito un certo sviluppo delle aziende dell’indotto, che in alcuni casi hanno anche potuto iniziare un percorso di internazionalizzazione, ma come premesso nel primo capitolo, spesso lo sviluppo economico, lo sviluppo ambientale e lo sviluppo sociale non è detto che procedano di pari passo e/o nella stessa direzione. - 109 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 4.3 Rappresentazione della proposta progettuale e fattibilità finanziaria e procedurale Per quanto è stato esposto finora e premesso che: - non esiste una base di dati sufficiente a poter quantificare interventi strutturati e ben dimensionati sull’area; - esistono dubbi sulla completezza e puntualità dei dati ambientali dell’area pubblicati dai soggetti ad oggi deputati; - è stato istituito nel corso del 2011 l’Osservatorio ambientale della Val d’Agri con l’obbiettivo di divenire il punto di riferimento per i monitoraggi sulle emissioni dell’area e si attendono i primi dati ufficiali per meglio capire gli impatti delle attività sul territorio circostante; - l’area sarà soggetta ad ulteriore pressione ambientale a seguito dell’apertura del nuovo centro oli di Corleto Perticara a 35Km dal sito oggetto di studio e che gli effetti complessivi sul territorio sono ancora da valutare; - non esiste ad oggi una volontà da parte delle aziende principali dell’area a partecipare attivamente ad un progetto di sviluppo di area produttiva ecologicamente attrezzata. Riteniamo che al momento non possano esistere le condizioni per attivare un progetto di sviluppo di area ecologicamente attrezzata poichè le informazioni a disposizione non sono assolutamente sufficienti a valutare azioni ponderate. Ciò premesso, cercheremo di ipotizzare alla luce delle valutazioni fatte alcuni interventi strutturali che, in linea teorica possono portare ad un miglioramento dei servizi dell’area. Le proposte individuate, sono state formulate sulla base di esperienze di altri siti produttivi e pertanto prima di poterle considerare valide dovranno essere opportunamente dimensionate sulla base di un’esaustiva base di dati. I possibili interventi sono stati suddivisi in: - Interventi sull’area esistente (V) - Interventi per la nuova area (N) - 110 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Dal punto di vista procedurale, i percorsi di implementazione dovrebbero essere diversi tra la nuova area produttiva e l’area esistente: nella prima si possono attuare subito interventi per attrezzarla con principi in linea con un’area APEA; nella seconda potrebbe essere previsto invece, tramite un accordo tra istituzioni ed imprese presenti nel luogo, un programma di miglioramento progressivo delle dotazioni e delle prestazioni ambientali, finalizzato a far raggiungere alla zona gli standard più elevati dal punto di vista ambientale. Nella tabella seguente vengono elencate le aree di miglioramento e gli interventi necessari, previsti o da attuare, per la creazione di un’APEA nell’area oggetto di studio. - 111 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità PRINCIPALI LINEE DI INTERVENTO Area intervento Obiettivo Interventi Area N/V Intervento pianificato Governance Condivisione obbiettivi - Creazione di una politica N/V NO N/V NO Gestione integrata dei dati ambientale di area - Istituzione soggetto di raccordo delle informazioni e dei dati dell’area (consumi, occupazione, statistiche..) Sportello imprese Acqua Massimizzare i processi di depurazione - Manutenzione degli impianti e in V NO particolare delle vasche di accumulo Ridurre il prelievo di acque superficiali e di rete - Migliorare la qualità dell’acqua V SI V NO N NO N NO V/N NO V/N NO industriale - Manutenzione e gestione della rete Energia Massimizzare l’efficienza - Adozione di soluzioni energetica delle reti e impiantistiche centralizzate ad degli impianti e favorire alta efficienza il ricorso a fonti di energia rinnovabile - Produzione di energia da fonti rinnovabili - Introduzione figura dell’energy manager - Contabilizzazione dei consumi Trasporti Ottimizzare i flussi relativi ai trasporti e ridurre l’impatto sulle popolazioni e l’ambiente Emissioni Controllare e ridurre le emissioni in atmosfera Rifiuti Ridurre la produzione e lo smaltimento dei rifiuti - Costituzione di gruppi di acquisto V/N SI - Introduzione figura mobility V/N NO V/N NO V/N SI V/N NO V/N NO V NO manager - Programmazione attività manutenzione mezzi - Monitoraggio puntuale della qualità dell’aria - Raccolta differenziata per i rifiuti solidi assimilati agli urbani - Efficienza sistema di gestione dei rifiuti speciali Salute e sicurezza Ridurre il rischio di incidenti ambientali derivanti dalla presenza di aziende e processi a - Potenziamento impianti antincendio - Verifica e ampliamento delle fasce di sicurezza fra gli impianti - 112 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità rischio di incidente rilevante a rischio incidente rilevante e le altre attività produttive - Creazione di spazi idonei alle V ND V ND V NO V NO V ND V/N NO V NO l’efficienza - Manutenzione delle strade V SI - Pulizia erbacce V NO - Toponomastica stradale V NO - Miglioramento segnaletica V NO Massimizzare la qualità - Contenimenti dispersione V ND energetico-ambientale - Resistenza termica V ND V ND emergenze - Formazione - Creazione di un punto di presidio medico e primo soccorso - Referente di area per la sicurezza - Analisi periodica dei rischi - Informazione e sensibilizzazione delle imprese insediate Protezione dei siti e degli accessi esterni - Recinzione e controllo accessi Infrastrutture Fornire le imprese di una - Costruzione dell’infrastruttura tecnologiche rete a banda larga Viabilità Migliorare della rete stradale Edilizia ed il confort interno degli - Produzione di energia da fonti edifici rinnovabili - Consentire insediamenti solo di edifici ad alta efficienza energetica N - Razionalizzazione dei consumi illuminazione Qualità e confort V/N NO - Mensa - Sportello banca/posta e servizi finanziari N N Il dimensionamento delle opere/interventi individuati necessita di informazioni e dati che per quanto detto in premessa ad oggi non sono disponibili. Ad esempio per poter formulare un’ipotesi di infrastruttura atta a fornire soluzioni energetiche centralizzate occorre avere informazioni dettagliate da parte delle aziende su loro consumi reali, sulle infrastrutture di autoproduzione - 113 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità attualmente presenti nelle aziende … etc tutte informazioni richieste alle imprese attraverso questionari ma che non hanno avuto alcuna risposta. Gli unici interventi che ad oggi possono essere quantificati, oltre agli investimenti già previsti dal Consorzio e rappresentati nel capitolo secondo sono i seguenti: INTERVENTI PER L’AREA INDUSTRIALE ESISTENTE INTERVENTI IMPORTI Realizzazione della recinzione nell’intera € 1.500.000,00 zona, cancello di ingresso con sistema di rilevazione accessi e la predisposizione del sistema di video sorveglianza 24 ore su 24 Mezzi per la manutenzione e taglio erbacce € 50.000,00 per marciapiedi e cigli stradali Toponomastica area € 70.000,00 Realizzazione di Banda larga € 1.250.000,00 Isole ecologiche per la raccolta € 100.000,00 differenziata rifiuti assimilabili ai solidi urbani. INTERVENTI PREVISTI NELLA ZONA DI AMPLIAMENTO CON EDIFICI E STRUTTURE A IMPATTO ZERO Mensa € 700.000,00 Presidio medico e primo soccorso € 500.000,00 Sportello posta con servizi finanziari € 350.000,00 Infrastrutture per la nuova area € 800.000,00 (allungamenti e allacciamenti alle reti gas, acqua, fogne…..etc alla vecchia area) - 114 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 4.4 Analisi di sensitività Il modello economico-finanziario di un progetto è la costruzione e lo sviluppo dei flussi di cassa attesi dall'investimento in un determinato periodo di tempo. Obiettivo principale del modello è quello di stimare: • la redditività attesa dell’investimento; •il fabbisogno finanziario in termini di ammontare e caratteristiche di finanziamento; • la capacità del progetto di restituire il debito. Ogni modello è tanto più affidabile quanto più precise sono le informazioni utilizzate e deve seguire un processo di realizzazione che utilizza un rapporto dialettico con tutte le controparti del progetto. Il modello economico-finanziario risultante è il frutto di un processo di negoziazione e costruzione collettivo: deve essere corretto, utile e dinamico, e deve essere utile anche per la fase delle negoziazioni con tutti gli stakeholder. L’analisi di sensitività ha lo scopo di valutare la reattività degli indici principali del progetto a possibili mutamenti dello scenario di base, nonché di determinare le variabili che hanno una maggiore incidenza sui risultati del progetto. Come più volte sottolineato, i dati a nostra disposizione non hanno permesso lo sviluppo di un modello economico-finanziario di progetto. Pur avendo sottolineato e quantificato gli interventi infrastrutturali che potrebbero portare ad un miglioramento dell’area industriale e a conseguenti vantaggi alle imprese insediate, questi risultano ancora di difficile individuazione non avendo dati attendibili dalle imprese stesse. 4.5 Analisi delle ricadute sul sistema locale Le aree produttive APEA, come evidenziato nei capitoli precedenti, rappresentano soluzioni tecniche e gestionali nell’ambito della gestione dei rifiuti, delle acque meteoriche e del risparmio energetico. Rappresentano pertanto un modello gestionale di un’area industriale che consente elevati standard ambientali. Le APEA rappresentano per le imprese un´opportunità d´insediamento di eccellenza in quanto offrono economie di scala, infrastrutture e servizi comuni, - 115 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità una gestione ambientale condivisa e partecipata, una riduzione dei costi per l´approvvigionamento idrico ed energetico. Allo stato attuale, si sottolinea ancora una volta, che la base dei dati disponibili sull’area e le informazioni sui consumi, non sono sufficienti per poter stimare gli impatti che una gestione in ottica APEA potrebbe avere sulle aziende in termini di risparmi ed efficienze aggregate. Questo aspetto è un elemento fondamentale per definire le possibili economie del sito e quindi il vantaggio competitivo dell’area determinato da una riconversione del sito in ottica APEA. Al momento, con i dati a nostra disposizione, l’introduzione di un sistema di governo dell’area che abbia le caratteristiche sopra evidenziate, non lascia presupporre impatti sociali ed economici rilevanti se non strettamente connessi alle strutture organizzative necessarie alla trasformazione dell’area industriale in APEA (soggetto gestore, mensa, primo soccorso, servizi finanziari, guardiania.) e limitatamente alla realizzazione delle infrastrutture. Per una valutazione più approfondita sull’attrattività futura dell’area e sulla sostenibilità economica del sito si rinvia al capitolo 5. 4.6 Verifica della fattibilità amministrativa e procedurale del soggetto gestore L’obiettivo posto alla base delle Aree Ecologicamente Attrezzate è, come già accennato nel primo capitolo, la garanzia della tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente, da raggiungere attraverso: • l’individuazione di un Soggetto Gestore delle reti e dei servizi, unico per l’area; • la progettazione e realizzazione di contenuti urbanistico-territoriali di qualità; • la realizzazione di condizioni di gestione ambientale di qualità. Il tema focale della problematica è fondato, pertanto, sul presupposto di spostare l’oggetto di interesse dalla singola azienda, o dal singolo sito, all’intera area industriale. - 116 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Fattore fondamentale per il successo delle APEA è l’organizzazione del processo decisionale. In particolare è destinata a fallire l’organizzazione strutturata secondo una visione top-down, che non prevede la condivisione/concertazione con le imprese che compongono il parco industriale, e in cui le misure volte al raggiungimento della sostenibilità sono stabilite univocamente dagli organi di governo. Un processo bottom-up o condiviso, pur determinando tempi più lunghi e maggiore complessità gestionale, può invece evitare la mancanza di supporto da parte dei soggetti che effettivamente dovranno realizzare la riqualificazione dell’area. È quindi importante offrire a tutti gli stakeholders la possibilità di essere coinvolti nel processo, in modo tale da evitare l’emergere di problemi o contrasti futuri. La gestione unitaria si dovrebbe comporre da un lato da attività espressamente mirate al miglioramento ambientale continuo nel tempo attraverso analisi e programmazione di azioni, e dall’altro da servizi rivolti alle imprese che possono riguardare temi ambientali, sociali, economici o connessi all’amministrazione ordinaria. La gestione unitaria risulta quindi una condizione indispensabile alla riuscita del progetto; sulla questione va sottolineata una prima difficoltà nel far convogliare nello stesso Soggetto imprese con interessi molto diversificati e con forze contrattuali profondamente disuguali. Il coinvolgimento delle imprese9 appare come una delle maggiori sfide che deve fronteggiare il Soggetto Gestore: come far partecipare le imprese all’attuazione del programma ambientale? Come incentivarle o “obbligarle”? Quali meccanismi attivare in caso di inerzia? Sicuramente piuttosto che ricercare l’adesione delle imprese ad un programma già elaborato, il SG dovrebbe prevedere la partecipazione delle imprese già nella stessa fase di programmazione, in modo tale che vengano selezionate solo le azioni realmente condivise e quindi si concentrino risorse su queste, aumentando la probabilità di successo nella loro realizzazione. 9 Fonte ETABETA Approach guidelines Consensus Building Draft (2011) - 117 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Un passaggio ulteriore per garantire il coinvolgimento delle imprese è che i rapporti tra queste e il Soggetto Gestore siano formalmente disciplinati con atto sottoscritto dalle parti, ad esempio una convenzione, un accordo o un disciplinare: nel documento dovrebbe essere riconosciuto il ruolo del gestore unitario, dovrebbe essergli conferito il mandato di agire in nome delle aziende insediate e dovrebbero essere stabiliti i reciproci obblighi. Una soluzione ancora più “estrema” in termini di coinvolgimento, e quindi auspicabile, è che le imprese entrino nella compagine sociale del Soggetto Gestore, dando vita ad esempio a dei consorzi; questa soluzione garantirebbe una perfetta connessione tra rilevazione fabbisogni – programmazione – attuazione. Mentre risulta più semplice l’adesione delle imprese che si devono ancora insediare nelle nuove aree (lo si può porre come clausola di insediamento), diverso è l’approccio per le imprese già insediate, che vedono modificato lo status quo della gestione dell’area e potrebbero non gradire o non capire la funzione di un gestore unitario, l’utilità di una programmazione ambientale, i vantaggi di un’APEA. In tutti i casi in cui il Soggetto Gestore o l’ente locale si trovano a svolgere un’azione di convincimento nei confronti delle aziende già insediate occorre mettere in evidenza i vantaggi della gestione unitaria, soprattutto in termini economici. Anche in questo caso è fondamentale un preliminare ascolto delle imprese e delle loro esigenze per riuscire a proporre servizi con un certo grado di attrattività proprio per le aziende insediate. Lo scarso interesse dimostrato in questa fase del progetto dalle diverse aziende, fa sì che il tentativo di ipotizzare un Soggetto Gestore Unico nell’area industriale risulti al momento più un’ipotesi dottrinale che una reale possibilità. Risulta infatti indispensabile ai fini della fattibilità dell’iniziativa, come più volte sottolineato nel presente studio, il coinvolgimento delle due realtà industriali più importanti dell’area, l’Eni in primis, che con il suo indotto rappresenta la realtà più importante, e la Vibac; senza la loro presenza e soprattutto senza la volontà da parte dell’Eni di andare oltre rispetto a quanto previsto da contratti già - 118 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità formalizzati e norme di legge, si priverebbe il Soggetto Gestore della possibilità di poter agire in maniera efficace nell’area. Occorre rilevare preliminarmente che, già nella fase di definizione del Soggetto Gestore, bisognerà inderogabilmente tener conto di due precondizioni essenziali: 1. massimo contenimento dei costi di funzionamento (fondamentale sarà l’apporto, in termini di risorse umane, competenze, sede, ecc, da parte dei soci fondatori del Soggetto Gestore); 2. immediata pianificazione dei servizi potenziali da erogare alle aziende (un Soggetto Gestore che non ha individuato il suo business plan non è in grado di “stare” sul mercato e di avere autonomia economica, in altre parole sarà destinato rapidamente a non essere operativo o peggio ancora a sciogliersi). L’individuazione del soggetto idoneo ad assumere tale ruolo in un definito ambito produttivo, è in definitiva condizionata da una serie di fattori: • contestualizzazione effettivamente nel erogabili, territorio specifico coinvolgimento (valutazione delle imprese, dei servizi volontà di governare il processo da parte degli enti locali interessati…); • vincoli e opportunità determinati dalla normativa vigente; • fattibilità economica. 4.6.1 La struttura del Soggetto Gestore Dal punto di vista della natura che il Soggetto Gestore può assumere, i casi possibili sono fondamentalmente tre: natura pubblica, natura privata, natura mista. Dall’osservazione delle esperienze passate emerge chiaramente come la presenza della “natura mista” sia predominante, anche se va sottolineato come nella maggior parte dei casi la componente pubblica sia maggioritaria. Diverse sono le spiegazioni a sostegno della prevalenza della componente pubblica tra i soggetti responsabili della gestione delle aree: • recentemente si assiste ad un processo di esternalizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, in particolare dei servizi aventi rilevanza economica (obbligo normativo); - 119 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • anche nel settore imprenditoriale privato si assiste da tempo ad un fenomeno di outsourcing, per esigenze da un lato di diminuire i costi delle dotazioni strumentali e di personale, e dall’altro la mancanza, all’interno della propria struttura, di conoscenze tecniche e professionalità specifiche; • il coinvolgimento determinante sia nella in compagine termini di sociale delle condivisione delle imprese, scelte risulta e delle responsabilità, che in termini finanziari; la forma consortile appare quindi auspicabile, poiché è propriamente rivolta a condividere risorse o servizi, secondo un approccio mutualistico; • la partecipazione diretta delle istituzioni è spesso la conseguenza delle loro stesse politiche di supporto allo sviluppo del territorio; • la presenza forte della componente pubblica rappresenta un fattore di garanzia a fronte di iniziative APEA, spesso di tipo sperimentale, che presentano forti margini di rischio e di indeterminatezza sulle tipologie di servizi e sulla redditività degli stessi; • è un elemento che favorisce la tenuta dell’iniziativa e della compagine sociale; • i soggetti pubblici coinvolti svolgono un ruolo di interlocutore tra imprese insediate, le istituzioni locali e autorità di controllo. Anche nel nostro studio verrà quindi scelta una natura mista pubblico-privato “forte” che preveda un ente con la partecipazione diretta di imprese e istituzioni pubbliche. La motivazione principale è proprio il coinvolgimento diretto nelle scelte dell’area delle imprese. Da questo punto di vista sarà importante la ricerca di vantaggi diretti e tangibili per imprese che appaiono molto eterogenee sia per quanto riguarda i processi produttivi che le dimensioni. Per quanto riguarda la forma societaria le formule più ricorrenti sono quelle che offrono una maggiore flessibilità, in termini di coinvolgimento dei soggetti interessati e di funzioni che possono essere svolte (forme di partenariato misto pubblico/privato, possibilmente consortili dato il carattere mutualistico di queste ultime forme, che si concretizza nello svolgimento di ogni attività sempre nell’interesse delle imprese associate). - 120 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità La forma giuridica del Soggetto gestore prescelta è la Società Consortile a Responsabilità Limitata. I soci che dovrebbero partecipare alla creazione di tale organismo sono: • il Comune di Viggiano; • il Comune di Grumento Nova; • la Regione Basilicata; • la Provincia di Potenza; • il Consorzio Industriale di Potenza; • le imprese insediate nell’are industriale di Viggiano. Mentre per le aziende già insediate nell’area l’adesione non potrebbe che essere volontaria (ed il successo dell’operazione dipenderebbe molto proprio dal numero e dalla qualità delle adesioni), per le nuove aziende insedianti l’adesione avrebbe carattere vincolante. A prescindere dalla forma giuridica prescelta, la costituzione del Soggetto dovrà avvenire attraverso la definizione di un accordo scritto ufficiale tra tutti i componenti. In termini operativi, la formalizzazione dell’accordo può concretizzarsi nella redazione di un atto costitutivo (statuto), contenente gli elementi minimi per l’istituzione del soggetto, quali: • scopo e responsabilità del soggetto; • elenco dei partecipanti; • modalità di loro nomina e durata; • eventuali cause e modalità di recesso dei partecipanti; • principali regole di funzionamento del Soggetto (quali modalità di riunione e di deliberazione, eventuali decisioni per le quali è richiesta l’unanimità, modalità di verbalizzazione delle riunioni). Una volta definite la composizione e le principali modalità di funzionamento del Soggetto, l’identificazione dettagliata delle funzioni che esso può svolgere può utilmente essere formalizzata attraverso la redazione di un apposito regolamento di funzionamento. Nell’ambito di tale atto, l’ampiezza dei poteri e delle responsabilità del Soggetto potrà variare sensibilmente in base alla capacità e - 121 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità alla volontà di delega di poteri allo stesso Soggetto da parte dei membri che lo compongono. Un cenno particolare merita il Consorzio Industriale di Potenza in quanto in un primo momento con la creazione di un Soggetto Gestore si verrebbero a creare duplicazioni di diverse funzioni oggi svolte dal Consorzio (che in tal caso andrebbero delegate al Soggetto Gestore). Una prima importante differenza però risiede nell’ambito geografico di competenza che nel caso del Consorzio riguarda l’intera Provincia. Il Soggetto Gestore invece avrebbe un ambito più ristretto e dovrebbe curare in maniera più puntuale gli interessi delle aziende appartenenti all’area industriale. Ovviamente dove più conveniente il Soggetto Gestore potrebbe aderire a contratti con ambiti territoriali più vasti (un esempio può essere il contratto stipulato dal Consorzio con la Società Energetica Lucana per la fornitura elettrica a prezzi più competitivi degli attuali) in accordo con il Consorzio stesso (la partecipazione alla compagine azionaria dovrebbe favorire tali accordi). Da un punto di vista giuridico il Consorzio di sviluppo industriale è un ente pubblico economico (previsti da apposita legge nazionale), vale a dire un istituto di cui si avvale la Pubblica Amministrazione per intervenire nel sistema economico, mentre la società consortile è una forma di consorzio e in quanto tale persegue uno scopo mutualistico cioè l’interesse dei consorziati. Gli organi sociali del Soggetto Gestore saranno l’Assemblea dei Soci e il Consiglio di Amministrazione con Presidente e Vicepresidente eletti tra i soci, e che potrebbero partecipare a titolo gratuito (prevedendo ovviamente un rimborso spese per i costi sostenuti al fine di svolgere la propria attività). 4.6.2 I compiti del Soggetto Gestore Al Soggetto Gestore è affidata la gestione complessiva dell’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (area attuale + area di espansione) e la generale responsabilità in merito a: - 122 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • l’analisi Ambientale iniziale dell’area di concerto con i dati prodotti dall’Osservatorio Ambientale quando questi saranno effettivamente disponibili; • l’elaborazione dei dati di area: (ambientali, produttivi, occupazionali forniti dagli uffici preposti a tali compiti); • la redazione del Programma Ambientale; • la progettazione e gestione dei servizi e delle infrastrutture comuni che insisteranno sull’area; • il monitoraggio delle attività previste per la corretta gestione ambientale dell’area. Le attività ed i servizi del Soggetto Gestore potrebbero essere svolti sia direttamente che attraverso soggetti terzi; in questo secondo caso il Soggetto Gestore ha il compito di individuare quei fornitori che forniscano il servizio migliore tenendo conto della qualità del servizio (anche da un punto di vista ambientale) così come dell’ economicità dello stesso. Secondo la prassi prevalente10 i servizi offerti dal Soggetto Gestore dovrebbero riguardare: • stipulare di accordi per l’organizzazione della raccolta dei rifiuti solidi urbani internamente all’area; • predisporre e aggiornare un data base (possibilmente georeferenziato) sulle informazioni ambientali d’area; • attivare una “borsa rifiuti” (al fine di perseguire la “chiusura del ciclo dei rifiuti”, nell’ottica dell’incremento del recupero e della riduzione della produzione di rifiuti da inviare a smaltimento); • costituire un gruppo per l’acquisto collettivo di energia elettrica e gas, anche gestendo le infrastrutture necessarie all’erogazione: • svolgere il ruolo di Energy Manager dell’Apea; • svolgere il ruolo di Mobility Manager dell’Apea (per le persone e le merci), con compiti di incentivazione dei comportamenti virtuosi e di “gestore logistico”; 10 Fonte Ipotesi Soggetto Gestore Distretto Pesarese – Comune di Pesaro Servizio qualità e Ambiente - 123 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • gestire i rapporti con i fornitori di servizi (es. servizi telematici, telefonici…); • gestire gli impianti di servizio dell’area (es. depurazione, impianto antincendio…); • gestire la manutenzione delle strade e del verde; • svolgere l’attività di marketing territoriale; • effettuare controlli ambientali nell’area (in modo da fornire alle imprese un servizio utile ai fini dei controlli previsti in sede autorizzativi, ma anche per valutare le condizioni dell’area durante la fase di analisi ambientale e a seguito degli interventi di miglioramento); • eseguire analisi di laboratorio (su emissioni e materiali di processo, sulla composizione dei rifiuti e delle acque reflue, ect); • operare una gestione unitaria della sicurezza (ad esempio organizzando un servizio di vigilanza e pronto intervento); • gestire servizi per gli addetti (ad esempio la mensa); • fornire supporto amministrativo per la predispostone di documentazione connessa a procedimenti amministrativi; • svolgere attività di formazione per gli addetti addetti; • promuovere presso le imprese l’adozione di strumenti volontari di certificazione ambientale. 4.6.3 I costi del Soggetto Gestore In questo paragrafo vengono analizzati i costi necessari per la costituzione ed il funzionamento del Soggetto Gestore. L’ipotesi e i relativi tempi di attuazione sono stati formulati prescindendo dall’attività più complessa e delicata che il progetto richiederebbe: il coinvolgimento delle aziende e la volontà dei soggetti pubblici a ridurre i livelli di controllo sull’area lasciando gran parte della gestione al nuovo soggetto (Soggetto Gestore). - 124 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Gli investimenti previsti per l’avviamento comprendono i costi per la costituzione della società (principalmente costi notarili) e le attrezzature materiali e immateriali necessari all’espletamento delle proprie funzioni Investimenti Immobilizzazione immateriali Costi costituzione società licenze software Immobilizzazione materiali 2 laptop 1 pc 1 monitor 1 stampante Arredo ufficio Totale Ammortamento ann uale 5.000,00 200,00 2.000,00 700,00 200,00 150,00 3.000,00 11.250,00 2.250,00 Inizialmente è previsto per i primi due anni (periodo necessario per portare a regime l’iniziativa) l’utilizzo di un ufficio di circa 100 metri quadrati e due dipendenti. Il primo dovrebbe essere il direttore generale con un profilo amministrativo/gestionale mentre il secondo dovrebbe essere una persona con un profilo più tecnico (es. ingegnere ambientale). Costi annuali (2012-2013) ipotesi a Salari e stipenti 100.000,00 Affitto ufficio 12.000,00 Utenze 3.600,00 Cancelleria 1.000,00 Pulizia ufficio 2.400,00 Consulenze 10.000,00 Contabilità 6.000,00 Altro 2.000,00 Totale 137.000,00 I costi pur se non esorbitanti potrebbero essere ulteriormente abbattuti utilizzando personale e locali già a disposizione dei soci (costi annuali ipotesi b). In particolare il Consorzio Industriale di Potenza potrebbe mettere a disposizione i locali ed un amministrativo dimezzando i costi operativi. - 125 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Costi annuali (2012-2013) ipotesi b Salari e stipenti 50.000,00 Utenze 3.600,00 Cancelleria 1.000,00 Pulizia ufficio 2.400,00 Consulenze 10.000,00 Contabilità 6.000,00 Altro 2.000,00 Totale 75.000,00 Dal punto di vista dei ricavi appare al momento difficile, visto lo scarso interesse dimostrato dalle aziende, ipotizzare una quota annuale da far versare alle imprese associate. Visto i costi non altissimi del Soggetto Gestore, questo potrebbe essere finanziato esclusivamente con fondi pubblici. Vista la presenza del centro oli, anche da un punto di vista di marketing, sarebbe auspicabile finanziare l’iniziativa con le royalties del petrolio. In tal modo sia i due comuni (dedicando parte delle royalties ricevute nell’iniziativa) che il Consorzio Industriale di Potenza (fornendo location e personale) sarebbero coinvolti in prima persona e darebbero il loro apporto all’iniziativa, rendendola anche più attrattiva per le imprese dell’area. Dal 2014, anno in cui è previsto che il Soggetto Gestore entri a regime, saranno necessari nuovi investimenti in attrezzature e beni immateriali. La voce principale (licenze software) è dovuta all’acquisizione di software customizzati per il sistema informativo territoriale, e per un piano di gestione ambientale e delle emergenze. Investimenti 2014 Immobilizzazione immateriali licenze software Immobilizzazione materiali 2 laptop 1 stampante Arredo ufficio Totale Ammortamento ann uale 40.000,00 2.000,00 150,00 2.000,00 44.150,00 8.830,00 - 126 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità L’aumento dei costi a regime è dovuto principalmente all’assunzione di due nuove persone e alla conseguente necessità di un ufficio di dimensioni maggiori. E’ prevista l’assunzione di un secondo ingegnere più giovane e di un impiegato in segreteria. Ovviamente rimane valida l’ipotesi che per abbattere i costi vengano utilizzati uffici e personale già alle dipendenze dei soci di natura pubblica che partecipano alla costituzione del Soggetto Gestore. Costi annuali a regime Salari e stipenti Affitto ufficio Utenze Cancelleria Pulizia ufficio Consulenze Contabilità Altro Totale 160.000,00 18.000,00 5.400,00 1.500,00 3.600,00 30.000,00 6.000,00 4.000,00 228.500,00 Solo in questo secondo momento, ed una volta dimostrata l’efficacia e l’efficienza del Soggetto Gestore, con benefici tangibili per le aziende dell’area produttiva, potrebbe essere introdotta una quota associativa anche per le imprese private o anche ipotizzata l’introduzione di servizi a pagamento per le imprese. Vista però la dimensione media delle aziende (escludendo le 2/3 di maggior importanza), la possibilità di fornire servizi in maniera gratuita (i costi come già detto potrebbero essere coperti facilmente dedicando parte delle royalties del petrolio) potrebbe aumentare considerevolmente l’attrattività della zona. Principali criticità nell’implementazione del Soggetto Gestore FINALITA’ SG Deve essere rappresentativo delle imprese insediate e riconosciuto dal sistema pubblico locale Deve essere riconosciuto dal sistema pubblico locale. CRITICITA’ Difficoltà nel far convergere nello stesso Soggetto imprese molto differenti tra loro per dimensioni attività e forza contrattuale. Resistenze pubbliche a cedere il controllo o parte di esso su aree industriali con grandi interessi - 127 - LIVELLO DI CRITICITA’ ALTO ALTO SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Deve documentare le regole di funzionamento dell’APEA/SEPA ed aggiornarle. L’aggregazione delle imprese sotto la figura del SG ne aumenta il loro potere contrattuale. Deve garantire, attraverso processi definiti, lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti insediati nell’APEA/SEPA al fine di garantire il funzionamento dell’Area. Deve adottare la politica di sostenibilità della APEA/SEPA. Tale politica deve essere misurabile attraverso opportuni indicatori e tendere all’ottimizzazione delle risorse ambientali, economiche e sociali e al miglioramento continuo delle prestazioni e dei singoli soggetti insediati. economici. Non abbia le necessarie deleghe per poter governare i processi decisionali. La presenza di imprese multinazionali di grandi dimensioni pone qualche dubbio sulla convenienza di queste ad aggregarsi con imprese più piccole sotto un SG per ottenere un maggior potere contrattuale. La società Eni ha mostrato spesso una forte riluttanza alla trasparenza e allo scambio di informazioni. Ad oggi non esistono documenti ufficiali sull’area rilasciati da Eni oltre quanto previsto obbligatoriamente per legge Interesse delle aziende verso le politiche di sostenibilità MEDIO ALTO MEDIO MEDIO/ALTO Conclusioni sul Soggetto Gestore Come già descritto nei paragrafi precedenti il Soggetto Gestore ha essenzialmente due obiettivi: la programmazione ambientale e la gestione accentrata dei servizi dell’area al fine di migliorare l’attrattività dell’area e la competitività delle imprese insediate. Dal punto di vista della programmazione ambientale si sottolinea ancora una volta come risulta indispensabile la partecipazione al progetto delle aziende più - 128 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità importanti, in primis dell’Eni che con il centro oli rappresenta la prima realtà imprenditoriale. Il nuovo Osservatorio Ambientale dovrebbe favorire una raccolta oggettiva dei dati sull’inquinamento prodotto dalle imprese, ma solo con la collaborazione delle imprese stesse si potranno mettere in moto interventi per rendere l’area più sicura e salubre. Per quanto riguarda invece la gestione accentrata dei servizi andrebbe risolta la conflittualità con il Consorzio Idustriale (che già svolge alcuni compi tipici del Soggetto Gestore), che potrebbe diventare la forza trainante dell’iniziativa. - 129 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CAPITOLO V ANALISI DELLA FATTIBILITA’ DI AREA SEPA 5.1 Caratteristica dell’area SEPA Obiettivo del presente capitolo è di provare a fare un ulteriore passo in avanti rispetto a quanto analizzato nel capitolo 4 ove si è tentato di delineare un quadro sulla sostenibilità ambientale dell’area in linea con gli obbiettivi e i principi di un’area APEA. Nel capitolo 5 tenteremo di analizzare la sostenibilità nella sua accezione più ampia, analizzata in una logica di triple bottom line: ove alla sostenibilità ambientale, già verificata nel capitolo sull’area APEA, si aggiungerà una valutazione sulla sostenibilità sociale ed economica del sito. Il principio a cui ci siamo attenuti nello studio per la valutazione dell’area sotto il profilo della sostenibilità è la definizione secondo la quale essere socialmente responsabili significa andare oltre il semplice rispetto della legge vigente, investendo di più nell’ambiente, nel capitale umano e nei rapporti con tutti gli stakeholder. Il documento quindi metterà in evidenza, non tanto il rispetto delle leggi e degli accordi da parte degli attori presenti nell’area, ma misurando la possibilità di andare oltre ad esempio fissando come riferimento non le leggi nazionali ma i migliori standard e le migliori best practice internazionali. 5.2 Sostenibilità sociale La sostenibilità sociale può essere definita come la capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e per genere all’interno di un sistema territoriale. Il presente paragrafo ha come obiettivo di analizzare le peculiarità dell’area oggetto di studio nei campi del lavoro, della salute e della sicurezza al fine di verificarne la fattibilità della trasformazione in un’area SEPA. - 130 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 5.2.1 Lavoro L’analisi dei livelli occupazionali dell’area è stata tentata attraverso la raccolta delle informazioni presenti nei sistemi informativi delle comunità locali e sulle informazioni disponibili presso i centri per gli impieghi provinciali (CPI). Tali dati, fondamentali per poter valutare gli effetti e le dinamiche del lavoro sul tessuto sociale, non sono disponibili in maniera strutturata sia per l’assenza di coordinamento da parte delle diverse strutture predisposte sia per un’organizzazione dei database informatici che non permette un’analisi puntuale. Nessun monitoraggio in questo senso viene inoltre realizzato dai comuni e dal consorzio, anche a fini statistici per la pianificazione di interventi finalizzati al benessere degli occupati. Unico documento di una certa rilevanza è lo studio pubblicato nel 2009 dalla CGIL di Potenza. L’analisi ha stimato che, complessivamente, le aziende operanti nell’indotto del Centro Olio di Viggiano e dei pozzi di estrazione gestiti dall’ENI sono circa 80, di cui solo 24 locali, suddivise fra 7 aziende della provincia di Matera e 17 della provincia di Potenza che impiegano complessivamente 550 addetti. Le aziende coinvolte nell’indotto sono prevalentemente aziende del centro nord, con un numero significativo di imprese lombarde e abruzzesi, un dato che oltre ad essere spiegato dalla diversa specializzazione produttiva di queste regioni risente anche del tradizionale indotto industriale collegato all’ENI come nel caso della Lombardia. Sono localizzate, inoltre, in questa regione (e in altre, come l’Emilia-Romagna) la maggiore parte delle aziende del settore che operano con livelli di altissima tecnologia nel campo dell’estrazione petrolifera e della manutenzione degli impianti di trattamento greggio e di raffinazione e di tutte le altre attività connesse. - 131 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Distribuzione delle imprese appaltatrici e dei dipendenti che rappresentano il bacino di lavoro utilizzato per i lavori di appalto presso il Centro Olio e i pozzi di estrazione, per regione in cui ha sede legale l’impresa e numero di addetti – (v.a. e %) Fonte: studio CGIL 2009 Il maggior numero di addetti è coinvolto nei lavori di manutenzione meccanica (22%) e nella manutenzione in generale (elettromeccanica, strumentale, ecc.); in numero rilevante sono anche gli addetti impegnati nei servizi ambientali e in quelli di controllo e sicurezza. Un dato a parte riguarda le imprese e i relativi addetti impiegati nelle attività di autotrasporto, legata principalmente al trasporto di prodotti utilizzati nel primo processo di trattamento o ancora con riferimento a quelle imprese che effettuano il trasporto dei residui di estrazione (acqua, fanghi, ecc.). L’aspetto interessante che emerge dall’analisi è che la maggior parte delle aziende sembra collocarsi nell’ambito delle attività tradizionali del ciclo di estrazione e trattamento dell’olio e quindi di quelle con più basso valore aggiunto. - 132 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Distribuzione del totale delle imprese e addetti dell’indotto ENI Fonte: studio CGIL 2009 L’analisi ci porta dunque a sostenere che la struttura produttiva dell’area e le dimensioni delle aziende presenti determina fortissimi squilibri fra i player di grande dimensione, principalmente Eni e Vibac, e le imprese dell’indotto. Il basso valore aggiunto fornito dalle aziende locali comporta pressioni sia dal lato dei margini che sulle remunerazioni media degli occupati. Rapporto imprese operai - Il Caso Valteco A titolo di esempio si riporta la vicenda della società Valteco. Alla scadenza dell’appalto di una parte della manutenzione degli impianti del Centro affidato alla società Valteco, che all’epoca occupava 36 addetti, ENI indice una nuova gara che vede vincente la società materana Sudelettra S.r.l., già impegnata presso altri insediamenti dell’ENI, come Gela e Taranto. Il 3 aprile 2007 la Valteco colloca in mobilità tutte le maestranze, ed il giorno 5 aprile, 29 di queste sono assorbite da Sudelettra e le rimanenti 7 dalla società COSMI S.p.a., da sempre presente negli indotti dell’ENI. - 133 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità La Sudelettra vince la gara di appalto dell’ENI per la manutenzione elettromeccanica del Centro Olio con un forte ribasso. Considerato che questa stessa azienda ha assorbito una buona parte dei lavoratori collocati in mobilità da parte della Valteco, il forte ribasso è stato reso probabilmente possibile per effetto del minore costo del lavoro, poiché la legge prevede per l’impresa che assume lavoratori collocati in mobilità uno sgravio sugli oneri e sui contributi per la durata di 18 mesi. La Valteco tuttavia era riuscita ad assicurare ai propri dipendenti, in accordo con ENI, un premio di risultato all’incirca di 1.200 euro, premio che la nuova società ha rifiutato di corrispondere alla fine del primo anno di attività. Questa è stata una delle motivazioni che hanno poi condotto all’intervento della Fiom e delle altre organizzazioni di categoria. In seguito ad un successivo accordo raggiunto in sede di contrattazione sindacale, gli ex dipendenti della Valteco ora assorbiti dalla società Sudelettra hanno visto ristabilito un premio di produzione di 600 euro. Applicabilità Al momento, non risulta previsto nei contratti di assunzioni clausole di salvaguardia sociale sugli operai dell’indotto. Si ritiene pertanto che il parametro di sostenibilità sociale tipica delle aree SEPA sia difficilmente realizzabile sul sito in questione per i seguenti motivi: - oltre il 50% degli occupati dell’area industriale è impiegato in commesse Eni; - le principali commesse riconosciute alle aziende dell’area sono commesse a basso valore aggiunto e quindi altamente sostituibili con un basso potere contrattuale; - tali commesse, sono limitate nel tempo perché collegate allo sfruttamento di una risorsa naturale non rinnovabile. Nonostante la situazione attuale sia condizionata dalla forza contrattuale dell’Eni, diverse politiche possono essere intraprese per far rientrare, dal punto di vista del lavoro, l’area come socialmente sostenibile. - 134 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Innanzitutto si potrebbe pensare a nuove regolamentazioni regionali per i lavoratori dell’indotto, che attraverso contratti d’area riescano a sanare alcune delle problematiche riscontrate sulla precarietà; favorire la riqualificazione e/o una maggiore qualificazione dei lavoratori locali attraverso la formazione (in merito si segnala l’iniziativa già avviata dell’ Assoil School); incrementare gli aiuti, non solo di ordine finanziario, alle imprese fuori dall’orbita Eni al fine di incrementarne competitività e internazionalizzazione. 5.2.2 Sicurezza e salute La sicurezza sul luogo di lavoro consiste in tutta quella serie di misure di prevenzione e protezione (tecniche, organizzative e procedurali), che devono essere adottate dal datore di lavoro, dai suoi collaboratori, dal medico competente e dai lavoratori stessi. Le misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori hanno il fine di migliorare le condizioni di lavoro, ridurre la possibilità di infortuni ai dipendenti dell'azienda, agli altri lavoratori, ai collaboratori esterni ed a quanti si trovino, anche occasionalmente, all'interno dell'Azienda. Misure di igiene e tutela della salute devono essere adottate al fine di proteggere il lavoratore, da possibili danni alla salute come infortuni sul lavoro e malattie professionali, nonché la popolazione generale e l'ambiente. Sicurezza L’area non risulta essere fornita né di punto di primo soccorso né di un centro collegato con la protezione civile. Dal lato della formazione, nonostante la pericolosità legata alla produzione, non risultano attivi corsi per i lavoratori delle aziende dell’area, sulla sicurezza e la gestione dell’emergenza. Al fine di sottolineare l’alta rischiosità che il sito costituisce per operai e cittadini dei comuni limitrofi si riportano alcuni episodi che hanno creato fortissima apprensione nella popolazione11: 11 Tratti dal documento: SORVEGLIANZA SANITARIA DELLE POPOLAZIONI RESIDENTI NELLE AREE REGIONALI DI ESTRAZIONE PETROLIFERA - Regione Basilicata Dip. Salute. - 135 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • Gennaio 2001 - Alcuni cittadini di Viggiano che abitano nelle vicinanze del pozzo “Monte Alpi 1 Ovest” riferiscono che a gennaio del 2001 sono stati spettatori di un incidente a carico del pozzo: “Abbiamo sentito un rumore fortissimo che ha fatto vibrare i vetri delle case, ci siamo recati nelle vicinanze del pozzo e abbiamo visto del materiale che fuoriusciva da un tubo raggiungendo un’altezza di oltre 10 metri. Abbiamo subito chiamato Vigili del Fuoco e Carabinieri. E’ intervenuta anche una squadra di pronto-intervento. Alcuni di noi, dopo un po’, sono stati male accusando mal di testa e vomito.” L’incidente non sarebbe mai stato denunciato alle Autorità competenti. • 17 marzo 2002 - Dalle condotte del Centro Olio di Viggiano, secondo ENI per errore, 3.000 lt di greggio vengono scaricati nella notte: il petrolio si riversa in un bacino naturale per la raccolta delle acque piovane e in parte in una vasca del Consorzio di Bonifica (utilizzata per l’irrigazione dei campi limitrofi) della Val d’Agri. I cittadini di Viggiano, che abitano a 100 metri del Centro riferiscono “abbiamo subito chiamato i carabinieri e i Vigili del Fuoco”. La gente del luogo ha riferito che nel laghetto sostavano diversi tipi di uccelli che dall’avvenuto incidente non vi sono ritornati … Non vengono forniti dati esaurienti sull’inquinamento provocato nei corpi idrici superficiali, nelle sorgenti e presso il depuratore consortile che è in collegamento con l’impianto di potabilizzazione dell’invaso del Pertusillo … • 4 ottobre 2002 - Grave incidente presso l’impianto di desulfurizzazione del Centro Oli di Viggiano da cui l’ordinanza di sospensione dell’attività a firma del Presidente della Regione. Sono stati immessi nell’atmosfera notevolissimi quantitativi di gas inquinanti e persino mortali … • 6 giugno 2002 - Nei pressi di Grumento Nova salta valvola del condotto del pozzo 2 monte Alpi 1 Est”: nebulizzati 500 lt di greggio secondo ENI … - 136 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità • 21 novembre 2008 - L’episodio viene bollato da ENI come normale funzionamento dell’impianto (impianto del Centro Oli di Viggiano). Gli abitanti del posto riferiscono un forte boato, fiamma alte fino a 40 metri e olio nebulizzato e gas in uscita per diverso tempo dalle torce dell’impianto (successivamente impianto evacuato e intervento di squadra di pronto-intervento con maschere antigas) … La OLA chiede all’Assessore regionale all’Ambiente di conoscere le quantità e le tipologie degli inquinanti immessi nelle matrici ambientali e come mai non è stato attuato il piano di emergenza con evacuazione della popolazione residente intorno al Centro che potrebbe essere stata esposta a gas venefici … Applicabilità Attualmente non esistono le condizioni per la fattibilità di un’area SEPA per l’elevata pericolosità alla quale quotidianamente gli addetti del sito sono esposti, rischio aggravato dalla mancanza di corsi di formazione sulla gestione del rischio, dalla assenza di un centro di primo soccorso e di un piano condiviso di evacuazione. Mentre su formazione, soccorso e piano di evacuazione si possono effettuare correttivi per raggiungere una sicurezza maggiore, la pericolosità dell’attività del centro oli è un fattore non modificabile che limita fortemente anche l’attrattività dell’area a potenziali nuovi investitori. Come evidenziato fra le linee di intervento proprie di un’area APEA tale fattore di rischio potrebbe essere ridimensionato con un considerevole allargamento della fascia di sicurezza intorno agli impianti Eni. Salute12 I rischi degli effetti che l’attività estrattiva ha nel lungo periodo sulla salute di operai e abitanti determina nelle popolazioni locali apprensione e inquietudine. Dall’analisi epidemiologica (ultima disponibile sull’area), condotta dalla Regione Basilicata nell’area, sulle schede di dimissione ospedaliera (SDO) del triennio 12 Ralazione sanitaria 2000. Rapporto 5 – - 137 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 1996-1998 riferite a pazienti con ricovero in regime ordinario urgente, emerge un trend preoccupante. I risultati indicano che il tasso di ospedalizzazione (TO) per 10.000 residenti dovuto a infezioni/infiammazioni polmonari risulta pari a 44.4 e il rischio relativo di ospedalizzazione pari a 2.3, a fronte di una media regionale per i due indici pari a 19,3 e 1,0. Altrettanto significativo è apparso il dato per i tassi di ospedalizzazione per asma, dove a fronte di una media regionale di 5.5 si è osservato un valore di 10.4, con un rischio relativo di ospedalizzazione di 1.9 contro 1.0 della media regionale. Lo studio analizzato conclude asserendo che nelle aree considerate a “più alto rischio ambientale” della Regione Basilicata, si erano osservati tassi di ospedalizzazione per eventi sentinella cardiorespiratori mediamente più elevati rispetto ai livelli medi regionali. In particolare, l’area nella quale ricade il centro oli mostra tassi più elevati (dal 50% a 250%) per asma, altre condizioni respiratorie acute, ischemie cardiache e scompenso cardiaco. Non risultano, ad oggi, essere disponibili altri studi che indicano un trend epidemiologico della popolazione delle aree interessate dalle attività oggetto di studio e che possano fornire un quadro scientificamente valido dell’impatto. La presenza di un basso livello di monitoraggio degli effetti dalla produzione di idrocarburi sulla salute pubblica è stato oggetto negli anni di varie iniziative da parte delle associazioni e dei comuni coinvolti preoccupati per le ricadute sul territorio. Tali iniziative hanno portato all’attivazione di una serie di progetti pilota fra cui: - l’indagine disposta nel 2009 dalla Regione Basilicata attraverso il monitoraggio dei medici di famiglia dei comuni del comprensorio della Val d’Agri; - il progetto VIS (Valutazione dell’impatto sanitario) del 2010; - il progetto LIFE+ENV/IT – Politica e Goverance Ambientali “Shared impact assessment of an oil extraction and processing plant in Val D’Agri: an integrated approach” (HIAOil) nel 2011. - 138 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Applicabiltà Tali iniziative ad oggi non hanno ancora prodotto risultati su cui poter sviluppare analisi scientifiche atte a determinare gli impatti dell’attività estrattiva sulle popolazioni locali e sui lavoratori dell’area. Gli unici dati disponibili, sembrerebbero però indicare un trend non in linea con gli obiettivi di un’area sostenibile. Sotto tale aspetto, e come evidenziato anche per il tema relativo alla completezza e affidabilità dei dati ambientali, si auspica che la chiarezza dei trend di impatto sia totale prima di sviluppare ipotese progettuali relative ad ogni forma di ampliamento e potenziamento dell’area. 5.2.3 Partecipazione Come premesso nel primo capitolo, la condivisione delle scelte con le parti interessate presenti nel Sistema Locale consente di affrontare le criticità presenti con l’accettazione e la sinergia di tutti i responsabili individuati (pubblici e privati). Come più volte sottolineato, in un’ottica APEA/SEPA è destinata a fallire l’organizzazione strutturata secondo una visione top-down, che non prevede la condivisione/concertazione con le imprese che compongono il parco industriale, e in cui le misure volte al raggiungimento della sostenibilità sono stabilite univocamente dagli organi di governo. Un processo bottom up o condiviso, pur determinando tempi più lunghi e maggiore complessità gestionale, può invece evitare la mancanza di supporto da parte dei soggetti che effettivamente dovranno realizzare la riqualificazione dell’area. È quindi importante offrire a tutti gli stakeholders la possibilità di essere coinvolti nel processo, in modo tale da evitare l’emergere di problemi o contrasti futuri. Applicabilità Come già descritto nei paragrafi precedenti, dal punto di vista della partecipazione alle scelte dell’area esistono diversi problemi e forti contrasti sociali sulle scelte effettuate e sugli effetti che hanno prodotto. - 139 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità La presenza di un player così dominante quale l’ENI rende difficile ipotizzare la presenza di una politica di sostenibilità condivisa e di una gestione comune delle infrastrutture e dei servizi dell’area produttiva. Attualmente alcuni dei compiti spettanti dottrinalmente al Soggetto Gestore vengono svolti dal Consorzio Industriale di Potenza, ma più con una logica topdown che in maniera collegiale con tutte le imprese del distretto. Tra l’altro essendo il Consorzio un ente a valenza provinciale probabilmente non presidia il territorio nei migliori dei modi. La condivisione delle scelte dovrebbe servire a portare armonia tra gli stakeholders dell’area. Attualmente le popolazioni sono in forte contrasto con le realtà produttive legate all’Eni probabilmente anche per la scarsa informazione sui fattori di rischio che coinvolgono direttamente e indirettamente i lavoratori, i cittadini e l’ambiente. Da questo punto di vista, da un lato, l’Osservatorio Ambientale potrebbe migliorare la percezione dei rischi sul territorio attraverso una comunicazione puntuale e affidabile dei dati e dall’altro, il Soggetto Gestore, le amministrazioni locali e l’Eni potrebbero attivare campagne di informazione ed educazione ai rischi. 5.3 Sostenibilità economica La terza sezione del presente capitolo è stata dedicata alla sostenibilità economica dell’area industriale al fine di verificarne l’esistenza di fattori competitivi che ne possano permettere uno sviluppo duraturo nel tempo. L’analisi è stata svolta seguendo due direttrici di analisi: 1. analisi temporale: - lo sviluppo e le opportunità nel breve e medio periodo; - lo sviluppo e le opportunità nel lungo periodo; 2. analisi spaziale: - lo sviluppo dei comuni direttamente coinvolti nell’area oggetto di studio (Viggiano e Grumento Nova); - lo sviluppo del territorio regionale. - 140 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Secondo i dati presentati da Nomisma alla prima Conferenza Petrolio e Ambiente (COMPAM 2011), la domanda stimata di energia sul mercato italiano al 2030 sarà pari a circa 220 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Le previsioni di produzione di petrolio in Italia vedono inoltre nei prossimi 20 anni la Basilicata rappresentare, con i siti produttivi della Val d’Agri e Tempa Rossa, la quasi totalità della produzione di idrocarburi sul territorio nazionale. Tali aspetti evidenziano la grande opportunità che tale risorsa costituisce sia per lo sviluppo locale che per lo sviluppo regionale, in particolare se analizzato alla luce di quanto esposto nel paragrafo “quadro normativo”, ove si presenta un’analisi delle opportunità create sul territorio attraverso il rimpiego delle risorse derivanti dalle royalties petrolifere. Gli accordi sottoscritti dalla regione, dai comuni interessati dalle esplorazioni e le società petrolifere vedono riconoscere agli enti locali una cifra pari al 7% del valore del greggio estratto. - 141 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità I dati regionali di sviluppo indotto ad oggi non sono esaltanti se confrontati con altre realtà nazionali. Basta vedere il dato che emerge dallo studio Nomisma nel rapporto fra il valore delle strutture realizzate (giacimenti o stoccaggi) e l’indotto dove emerge che ad esempio in Emilia Romagna su 1 mln di euro investito in infrastrutture si determinano 2 mln di euro in indotto, in Basilicata solo 0,5. Questo aspetto, se da un lato dovrebbe far riflettere sulle ragioni che non hanno portato ad uno sviluppo produttivo delle aziende locali, dall’altro evidenzia che il gap rispetto alle regioni più virtuose potrebbe essere un fattore di grande opportunità futura per le dinamiche di sviluppo dell’area. - 142 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Valore delle strutture realizzate Indotto sviluppato Il progetto Tempa Rossa All’analisi presentata nello studio occorre aggiungere, sia ai fini della valutazione di sostenibilità economica intesa come opportunità di sviluppo per le imprese locali e sia ai fini dell’analisi di sostenibilità ambientale intesa come crescita economica rispettosa dei limiti ambientali il progetto Tempa Rossa. Il progetto prevede, la realizzazione nel raggio di circa 35 km dal sito oggetto di studio di un nuovo centro oli al servizio dei giacimenti petroliferi situati nell'alta valle del Sauro, principalmente sul territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ). Il centro sarà servito dai 5 pozzi già perforati nel territorio del Comune di Corleto Perticara, mentre il sesto pozzo, di cui i lavori di perforazione sono in corso, si trova nel Comune di Gorgoglione. Altri due pozzi saranno perforati a partire dal 2012 sempre nell'area di Corleto Perticara. L'area dove verrà realizzato il centro di stoccaggio GPL si trova invece nel Comune di Guardia Perticara. A regime l'impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 250.000 m³ di gas naturale, 267 tonnellate di GPL e 60 tonnellate di zolfo. - 143 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Lo sviluppo del progetto Tempa Rossa riunisce due grandi gruppi petroliferi mondiali. Centro Oli Tempa Rossa – Progetto in fase di realizzazione. Se da un punto di vista economico si ribadiscono le grandi opportunità che potrebbero nascere per l’indotto petrolifero, dal punto di vista sociale ed ambientale tale aspetto determinerebbe un sicuro incremento della pressione sulle dinamiche ambientali e sui contrasti sociali già presenti. Questi fattori potrebbero rappresentare un ostacolo all’attrattività dell’area per le aziende non collegate al settore prevalente. L’opportunità in questo senso di attivare un percorso di riconversione dell’area in ottica Apea sarebbe sicuramente positiva e potrebbe rappresentare un sistema di gestione che permette maggiore tutela e controllo delle dinamiche dell’area. Nell’ultimo paragrafo lo studio ha voluto evidenziare, sulla base delle opportunità attualmente presenti ed evidenziate nel capitolo II, alcuni possibili scenari che possano favorire un percorso di sostenibilità economica dell’area con lo sviluppo di attività non correlate al settore petrolifero. - 144 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità 5.3.1 Le potenzialità future dell’area La Conferenza Regionale sull’Energia con la presentazione della proposta di Piear (Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) ha delineato attraverso la costituzione del Distretto Energetico in Val d’Agri la strada per realizzare una crescita economica sostenibile dell’area. Il progetto è finalizzato a “mettere in rete” tutti gli elementi riferiti alla produzione energetica, e quindi non solo derivante dal petrolio e dal gas, ma anche all’eolico, al solare, all’idro-elettrico, all’agroenergia, e con essi a promuovere tra l’altro la ricerca, l’innovazione, la formazione e l’insediamento di imprese specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica. Il progetto in sé presenta sicuramente una valida scelta strategica collegata sia alle dinamiche dello sviluppo delle energie alternative e dell’efficienza energetica e sia alle dinamiche di ritorno occupazionale collegate a tali realtà economiche. Forti dubbi però vengono espressi sulla possibilità di trovare elementi comuni o sinergie fra l’estrazione di idrocarburi e i processi produttivi di imprese collegate al settore delle energie alternative. Tale premessa risulta fondamentale nella logica dell’analisi che vede il sito di Viggiano come potenziale attrattore, nell’ambito del progetto regionale del Distretto Energetico della Val D’agri, di aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili. I processi produttivi delle energie tradizionali (gas, petrolio…) e delle energie rinnovabili (eolico, solare, idro-elettrico…) non presentano sinergie tali da giustificare investimenti da parte di aziende del settore nell’area di Viggiano se non comunque al pari di altri siti produttivi. Si ritiene pertanto che allo stato attuale, l’attrattività dell’area verso un qualsiasi settore non collegato all’indotto petrolifero, debba essere giudicata secondo i criteri descritti nel capitolo II che evidenziano forti limiti di attrattività a causa di gap infrastrutturali e gestionali (che in alcuni casi potrebbero essere superati dagli interventi suggeriti nel capitolo IV). - 145 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Diverso invece il giudizio sull’opportunità che al momento può rappresentare lo sviluppo e incentivazione del settore della bioedilizia sull’area. Prescindendo da giudizi di ordine macroeconomico che in questa fase storica di recessione e bassa domanda trova applicazione per qualsiasi settore economico, si ritiene che la bioedilizia possa costituire una valida opportunità per l’area. La domanda di prodotti per la bioedilizia, in questi ultimi anni, è stata sostenuta da un sempre maggiore interesse. L’attenzione alle problematiche ambientali, al consumo energetico intelligente, sta portando il settore della bioedilizia verso una crescita prevista del 20% nei prossimi anni. Il rapporto 2011 dell'Onre (Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico), a cura di Legambiente e Cresme, presentato alla Fiera di Bologna nel corso del Saie, evidenzia che ben 839 centri abitati del nostro Paese, nel corso degli ultimi cinque anni (134 nei primi nove mesi del 2011), hanno modificato i propri regolamenti edilizi, improntandoli a criteri di sostenibilità del modo di costruire e di efficienza energetica. Diversi i parametri presi in considerazione nello studio Onre: isolamento termico, utilizzo di fonti rinnovabili, efficienza energetica degli impianti, orientamento e schermatura degli edifici, materiali da costruzioni locali e riciclabili, risparmio idrico e recupero acque meteoriche, isolamento acustico, permeabilità dei suoli e effetto isola di calore. Nel complesso crescono, dunque, i Comuni che costruiscono nel rispetto dell'ambiente e del risparmio di energia (oggi sono 839, nel 2009 e nel 2010 erano, rispettivamente, 557 e 705), per una popolazione totale coinvolta di 20 milioni di persone, in città grandi e piccole. Il trend del settore potrebbero essere fortemente amplificato sul territorio regionale se consideriamo che gran parte dei proventi delle royalties del petrolio vengono reimpiegati in ristrutturazioni e nuove costruzioni. Gli impieghi delle royalties insieme ad una modifica del quadro normativo regionale potrebbero da soli determinare una forte domanda potenziale per il settore. In particolare i fattori positivi individuati nell’area per lo sviluppo di tale ipotesi sono: - 146 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità - l’edilizia ed il suo indotto rappresentano nell’area l’attività industriale principale (fatta eccezione ovviamente per l’attività di estrazione petrolifera); - il programma PO Val d’Agri impegna gran parte delle risorse provenienti dalle royalties del petrolio in ristrutturazioni e riqualificazioni; - i comuni della Val d’Agri impegnano le risorse dirette provenienti dalle royaltie in urbanistica e ristrutturazioni; - l’area industriale insiste sul territorio di Viggiano e Grumento Nova che rappresentano i principali comuni beneficiari delle royalties; - presenza dell’Università in Basilicata e in particolare della facoltà di ingegneria; - il settore della bioedilizia presenta nel mondo alti tassi di crescita; - la riqualificazione delle aree con criteri di bioedilizia permetterebbe uno sviluppo del territorio di qualità e in linea con le dinamiche di sviluppo sostenibile; - forti incentivi comunitari e di conseguenza regionali sul risparmio energetico. - 147 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità CONCLUSIONI Oggetto del presente studio è stata l’analisi di fattibilità della riconversione dell’area industriale di Viggiano in un’area sostenibile (SEPA). La specificità del sito, caratterizzato da un lato dalla presenza di rilevanti bellezze naturalistiche rappresentate dal Parco naturale della Val d’Agri e dall’altro dalla presenza di attività produttive ad alto impatto ambientale quale l’estrazione petrolifera, ha fatto emergere da subito la difficoltà di poter declinare su tale sfondo un modello di sviluppo sostenibile. La sostenibilità è stata valutata attentamente sia dal punto di vista economico che da quello ambientale e sociale. Se dal punto di vista economico la presenza di una risorsa come il petrolio rappresenta un’incredibile opportunità per l’area per i prossimi 20-30 anni, lo sforzo maggiore da compiere è sicuramente quello di pianificare una politica industriale dell’area che vada oltre lo sfruttamento della risorsa naturale e ponga le basi per uno sviluppo duraturo per le generazioni future. La sostenibilità economica dovrà quindi essere individuata attraverso le scelte programmatiche dell’area. In tale direzione si è mossa la Regione Basilicata, attraverso il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale, ove sono state delineate le linee per la costituzione del Distretto Energetico in Val d’Agri come la strada per realizzare una crescita economica sostenibile dell’area. Il progetto in sé presenta sicuramente una valida scelta strategica collegata sia alle dinamiche dello sviluppo delle energie alternative e dell’efficienza energetica e sia alle dinamiche di ritorno occupazionale collegate a tali realtà economiche. Forti dubbi sono stati espressi sulla possibilità di trovare elementi comuni o sinergie fra l’estrazione di idrocarburi e i processi produttivi di imprese collegate al settore delle energie “verdi”. In alternativa a tale ipotesi il presente studio ha indicato il settore della bioedilizia quale possibile strada per uno sviluppo economico sostenibile dell’area. - 148 - SEPA - “Sustainable and equipped productive areas” Studio di fattibilità Gli altri due fattori oggetto dell’analisi sono state la sostenibilità sociale ed ambientale. Dall’analisi delle loro determinanti e delle dinamiche evolutive avute sul territorio sono emerse molteplici contraddizioni e difficoltà nell’implementare un’area dai requisiti di sostenibilità. Di seguito elenchiamo i punti principali che a nostro giudizio impediscono il raggiungimento delle caratteristiche di area SEPA: • sviluppo industriale legato ad una fonte naturale non rinnovabile; • presenza di cicli produttivi ad alto impatto ambientale; • scarsa condivisione delle scelte programmatiche tra tutti gli stakeholder; • scarso interesse delle due maggiori aziende dell’area ad una condivisione di informazioni e di dati; • difficoltà di ipotizzare un Soggetto Gestore unico per l’area vista la presenza di un player dominante e con accordi già in essere con la Regione e gli enti locali; • impossibilità di immaginare un nuovo distretto industriale nell’area di espansione non collegato al centro oli. Nonostante tali considerazioni lo studio ha individuato alcune azioni che, se applicate, possono permettere all’area di introdurre degli elementi atti a favorire una migliore gestione ambientale e una maggiore competitività delle aziende. - 149 -