IPSIA “A. Pacinotti” Pistoia – Piano dell'offerta formativa – a.s. 2015-2016
Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Al fine di armonizzare le attività dei Consigli di Classe, il Collegio dei Docenti conviene quanto
segue:
 la situazione iniziale dell’allievo è rilevata ogni anno (test di ingresso/livello per ogni asse
culturale);
 gli interventi di eventuale recupero devono essere definiti, programmati e conclusi con un test
di valutazione dell’intervento stesso.
1 - METODOLOGIA DIDATTICA
Nella programmazione il Collegio si pone come punti di riferimento la professionalità e la
laboratorialità.
Professionalità: si tratta di concepire il lavoro come cultura, un insieme di operazioni, procedure,
simboli, linguaggi e valori che riflettono una visione della realtà ed un’etica ovvero un modo di agire
in essa per scopi buoni.
Laboratorialità: il valore del lavoro si estende dallo scopo del percorso degli studi (imparare a
lavorare) al metodo privilegiato che consente di apprendere in modo attivo, coinvolgente,
significativo e valido (imparare lavorando).
L’approccio che il Collegio si propone è di natura mista:
1. arricchire la didattica per discipline selezionando i nuclei portanti del sapere rendendo vitale e
formativo l’insegnamento;
2. introdurre esperienze di didattica attiva per ricerca e scoperta, aperte al contesto esterno, così
che gli studenti siano protagonisti del loro cammino di apprendimento;
3. valorizzare la comunità dei docenti come ambiente di lavoro cooperativo;
4. valutare attraverso evidenze reali e adeguate producendo sia voti sia certificazione delle
competenze.
Sono utilizzate metodologie didattiche di tipo attivo che alternano analisi di casi, lezioni frontali,
esercitazioni individuali e di gruppo, lettura e interpretazione di schemi e procedure. Grande
importanza è riconosciuta all’esperienza diretta; in tale ottica le lezioni itineranti, le visite guidate, i
viaggi d’istruzione, l’alternanza scuola-lavoro costituiscono occasioni irrinunciabili di
apprendimento attivo.
L’utilizzo del gruppo è da interpretare come strumento di lavoro privilegiato, in quanto ambito di
apprendimento individuale e di rapporto interpersonale e sociale.
1.1 – Primo biennio
L’impostazione curricolare del primo biennio consente allo studente di acquisire, oltre alle
competenze chiave di cittadinanza relative all’obbligo di istruzione, le abilità e conoscenze
fondamentali della filiera specifica di settore, soprattutto attraverso una articolata didattica
laboratoriale che favorisce anche l’orientamento verso la prosecuzione negli studi di indirizzo.
L’etica della manutenzione comporta una cultura giuridica ed economica sufficiente per sostenere
il diplomato nel continuo aggiornamento sulle normative tecniche e giuridiche relative ai rispettivi
settori, sui temi della sicurezza dei dispositivi, del risparmio energetico e dei danni prodotti
dall’inquinamento dovuto all’uso ed abuso dei prodotti tecnologici e allo smaltimento dei rifiuti e dei
dispositivi dismessi.
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Nelle materie scientifiche (Matematica, Fisica, ecc.) sono utilizzate lezioni frontali, con
coinvolgimento degli alunni, stimolati anche con domande e/o lettura; il lavoro di gruppo è inserito
in Laboratorio e in Informatica. Le prove, finalizzate alla verifica formativa ed alla valutazione, sono
di tipo “a risposta aperta”, di tipo “strutturate” e “semi-strutturate” con domande Vero/Falso, a
risposta chiusa e multipla, da completare (anche graficamente). È utilizzato lo strumento della
ricerca. È considerato rilevante l’uso del linguaggio specifico. La valutazione delle prove è motivata
e rispecchia i criteri di valutazione contenuti nel presente P.O.F..
Nelle materie dell’area linguistica (Italiano ed Inglese) sono adottate strategie analoghe in aggiunta
alla produzione scritta e orale finalizzata alla costruzione di una buona competenza comunicativa.
Nelle materie dell’area storico-economico-giuridica è posta particolare attenzione ai seguenti
aspetti: uso di un linguaggio appropriato, semplice ma non approssimativo; attività induttiva nel
campo delle abilità; acquisizione della dimensione spazio-temporale riguardo ai fatti storicogiuridici nel campo delle competenze.
Sia per l’area linguistica che per quella storico-giuridico-economica, largo spazio esigono, in
questa fase, anche le conoscenze, come pietre su cui poggiare lo sviluppo delle abilità e la
crescita delle competenze.
Sono utilizzati audiovisivi e computer
.
Nell’area d’indirizzo si tende a fare l’analisi dei casi, la lettura e l’interpretazione di schemi e
procedure individuali e di gruppo; sono utilizzate: lezioni frontali con coinvolgimento della classe
stimolata da domande e/o lettura; esercitazioni individuali e di gruppo in laboratorio (le
esercitazioni possono essere di tipo “aperto, strutturato, semi-strutturato, grafico” anche al
computer).
1.2 – Secondo biennio
Il secondo biennio ha il compito di approfondire e potenziare le conoscenze e le competenze
acquisite dai ragazzi, con l’obiettivo di elevare qualitativamente la professionalità nei rispettivi
settori e di facilitare l’eventuale inserimento nel mondo del lavoro attraverso attività di alternanza
scuola-lavoro.
Gli strumenti didattici individuati per il raggiungimento di questi obiettivi utilizzano metodologie che
favoriscono l’approfondimento personale e una proficua interazione col gruppo. Sono
programmate lezioni frontali e lezioni interattive, esercitazioni, analisi di casi, lettura e
interpretazione di schemi. Le prove da sottoporre agli alunni, anche al fine della valutazione, sono
di tipo “aperto”, “strutturato” e “semi-strutturato”.
.
1.3 – Quinto anno
Le competenze tecnico-professionali acquistano una progressiva specificazione, soprattutto
operativa e laboratoriale, consentendo, al temine del quinto anno, il possesso di una
professionalità idonea all’esercizio della professione in relazione ai requisiti individuali ed alle
aspettative di inserimento lavorativo, sia a livello locale che nazionale o internazionale.
Coerentemente con gli interventi professionali richiesti sul campo del lavoro, l’approccio allo studio
è di tipo sistemico, incentrato su metodologie di problem solving, con l’assunzione di atteggiamenti
operativi e anche disciplinati da norme tecniche, giuridiche e da procedure protocollate.
I consigli di classe delle classi quinte, entro il 15 maggio elaborano per la commissione di esame
un apposito documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi ed i tempi del percorso
formativo, nonché i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti. Esso è
immediatamente affisso all’albo dell’Istituto ed è consegnato in copia a ciascun candidato.
Chiunque abbia interesse può estrarne copia nelle materie dell’area linguistica si usano i tipi di
prove scritte indicati nella normativa degli Esami di Stato.
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2 – ORIENTAMENTO IN INGRESSO
L’orientamento in ingresso ha lo scopo di fare acquisire consapevolezza di sé basata sulle
caratteristiche personali e sulle proprie inclinazioni e, quindi, rendere possibile l’attuazione di scelte
conseguenti.
L’attività di orientamento offre, agli alunni di terza media, la possibilità di:
 visitare l’Istituto (open day)
 frequentare i laboratori (fare per capire)
 frequentare le lezioni in aula, allo scopo di avere un’idea concreta dello svolgersi della vita
scolastica all’interno dell’Istituto.
2.a – ACCOGLIENZA IN INGRESSO
Si ritiene essenziale che gli studenti di un Istituto professionale conoscano a fondo sia le
caratteristiche socio-culturali del territorio in cui vivono, che le diverse attività lavorative e le
molteplici relazioni istituzionali e legislative che regolamentano il mondo del lavoro.
Fondamentali appaiono, inoltre, il rafforzamento delle motivazioni e l’eventuale riconoscimento
dell’errore nella scelta compiuta.
A questo scopo l’Istituto organizza una fase di accoglienza, nei primi giorni di scuola, per gli
studenti delle classi prime nella quale:
 sono presi in esame il Patto di corresponsabilità, il Regolamento d’Istituto, lo Statuto delle
studentesse e degli studenti”;
 si esaminano il profilo professionale e il quadro orario;
 si procede ad una prima ricognizione di ambienti di lavoro, nei quali gli studenti possono
verificare l’importanza della formazione e dell’istruzione che sono impartite nella scuola.
In questa fase una più stretta collaborazione tra le famiglie degli studenti e gli insegnanti è molto
importante per sottoporre a verifica le esigenze che hanno indotto alla scelta del percorso
formativo.
2.b – ACCOGLIENZA ALUNNI DSA, H, STRANIERI
Piano di accoglienza per alunni con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.)
Direttiva Ministeriale del 27.12.2102 «Strumenti d'intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica.»
Premessa
I principi che sono alla base del nostro modello di integrazione scolastica - assunto a
punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa e non solo - hanno contribuito a
fare del sistema di istruzione italiano un luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione
per tutti, sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che quelli selettivi. Forte di questa
esperienza, il nostro Paese è ora in grado, passati più di trent’anni dalla legge n.517 del
1977, che diede avvio all’integrazione scolastica, di considerare le criticità emerse e di
valutare, con maggiore cognizione, la necessità di ripensare alcuni aspetti dell’intero
sistema. Le risposte, che lo Stato italiano si è dato e a cui il nostro Istituto si attiene in
modo fedele, sono, oltre alla sopra citata Direttiva ministeriale, anche le successive note
che hanno reso concretamente operativa la stessa Direttiva:
 Circolare n. 8 del 6 marzo 2013
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Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni
operative
 Nota 1551 del 27 giugno 2013
Oggetto: Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013
Alunni con Bisogni Educativi Speciali
Secondo la normativa appena citata il concetto di Bisogno Educativo Speciale è una
macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educativeapprenditive degli alunni, sia le situazioni considerate tradizionalmente come disabilità
mentale, fisica, sensoriale, sia quelle di deficit in specifici apprendimenti clinicamente
significative, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo, ad esempio, e altre varie situazioni
di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto
socio-culturale, ecc. (Da Ianes, Macchia, «La didattica per i Bisogni Educativi Speciali»,
Erickson).
Quindi più schematicamente dalla Direttiva del 27 dicembre 2012 emerge la seguente
classificazione dei BES:
 Disabilità 1992 L.104 (vedi di seguito Protocollo A);
 Disturbi evolutivi specifici 2010 L.170 (vedi di seguito Protocollo B);
 Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale (vedi di seguito Protocollo C).
Le prime due categorie sono già state affrontate nelle pagine precedenti. La terza
categoria comprende più precisamente quegli alunni svantaggiati che hanno un hanno
un background socioeconomico problematico o semplicemente differente sotto l’aspetto
linguistico e/o culturale da quello delle classi di accoglienza (ad esempio gli alunni
stranieri).
Chi deve individuare un BES?
Gli studenti con bisogni educativi speciali sono individuabili da soggetti diversi a seconda
del tipo di difficoltà che il soggetto manifesta secondo il seguente schema:
 Disabili (individuati con certificazione medica con commissione medico-legale
come da legge 104/1992 e da DPCM 185/2006);
 DSA (individuati con diagnosi del servizio sanitario nazionale come da legge
170/2010 e Linee Guida regionali approvate con delibera n. 1159 del dicembre
2012);
 Altri BES Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di
classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base
di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.
Il bisogno educativo speciale può essere “temporaneo” come chiaramente specificato
nella premessa della Direttiva del 27 dicembre 2012:
ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni
Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici,
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sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata
risposta.
Strumenti d’intervento
Tenendo conto di quanto prescritto nella Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 il nostro Istituto
individua, come strumento privilegiato per supportare gli studenti con bisogni educatici
speciali, un percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico
Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo
un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più
idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.
È il Consiglio di classe che delibera l’attivazione di un percorso individualizzato e
personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali, dando luogo al PDP, firmato
dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e
dalla famiglia.
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (G.L.I.)
All’interno del nostro Istituto è stato individuato un Gruppo di Lavoro per l’Inclusione
con le seguenti funzioni:
 rilevazione in base alle segnalazioni dei vari Consigli di Classe dei BES presenti
nella scuola;
 raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche
in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in
rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione;
 focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle
strategie/metodologie di gestione delle classi;
 rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
 raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla
base delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge
296/2006, tradotte in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5
della Legge 30 luglio 2010 n. 122;
 elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli
alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di
Giugno).
Il Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.)
La C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 prevede che il Gruppo di lavoro per l’inclusione di ciascuna
istituzione scolastica elabori una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti
gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico. A tale scopo, il Gruppo
procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione
scolastica operati nell’anno appena trascorso . (vedi in allegato)
A. Protocollo accoglienza Alunni Diversamente Abili
Legge 104/1992 (Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate
Alunni Diversamente Abili (DVA)
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Protocollo per l’inclusione degli studenti diversamente abili
Finalità:
• garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni;
• inserire gli alunni diversamente abili nel contesto della classe e della scuola, favorendo i
successo scolastico, agevolando la piena integrazione sociale e culturale;
• ridurre i disagi formativi ed emozionali;
• assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità;
• adottare forme e tempi di verifica e di valutazione adeguati;
• sensibilizzare e preparare insegnanti e genitori nei confronti delle problematiche legate ai
DVA.
Fasi e tempi:
• orientamento in ingresso — nelle giornate di orientamento organizzate dalla scuola
secondaria di primo grado, in collaborazione con la scuola secondaria di secondo grado,
alunno e famiglia possono visitare la scuola;
• iscrizione — entro il termine stabilito da norme ministeriali (di solito a gennaio);
• preaccoglienza — entro maggio a seconda dei casi;
• raccolta dati — febbraio-giugno o fine anno scolastico;
• accoglienza — settembre (a seconda dei casi anche prima dell’inizio delle lezioni);
• inserimento — settembre e ottobre con l’analisi della situazione iniziale;
• progettazione dell’integrazione didattica — ottobre;
• Piano Dinamico Funzionale — al cambio di ciclo scolastico;
• GLI — quando ritenuto necessario;
• PEI — dopo il GLI iniziale e per novembre;
• verifiche e valutazione — al termine dei quadrimestri.
B. Protocollo accoglienza Alunni DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) Legge
170/2010
Premessa
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I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono difficoltà selettive in alcune competenze in
alunni che generalmente hanno capacità cognitive adeguate e che non presentano deficit
sensoriali e neurologici o disturbi psicologici primari, ma possono costituire una limitazione
importante per alcune attività della vita quotidiana.
Nell'interpretazione delle definizioni si tiene conto dell'evoluzione delle conoscenze
scientifiche in materia:
-si intende per DISLESSIA un disturbo che si manifesta con difficoltà nell’imparare a
leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella rapidità della
lettura;
-si intende per DISGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà
nella realizzazione grafica del segno;
-si intende per DISORTOGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in
difficoltà nei processi linguistici di transcodifica;
-si intende per DISCALCULIA un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà
negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.
Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia possono sussistere separatamente o
insieme.
Caratteristica comune a tali disturbi è il rallentamento dell’acquisizione delle conoscenze,
delle abilità e quindi delle competenze.
Si ricorda che i ragazzi con DSA spesso hanno provato senso di inadeguatezza, con
riflessi negativi sull’autostima e in genere sulla formazione della personalità, specialmente
in caso di tardiva diagnosi. Questo disagio può tradursi in disturbi di comportamento,
atteggiamenti di disinteresse per tutto ciò che può richiedere impegno, chiusura in se
stessi etc.
Per perseguire gli apprendimenti scolastici il soggetto con DSA può aver bisogno dell’aiuto
degli altri, vista l’incapacità ad accedere agilmente al codice scritto. E’ necessario pertanto
che l’alunno trovi accoglienza nella classe e rispetto per non vivere con eccessiva
frustrazione l’attività di apprendimento.
Protocollo di accoglienza DSA
Il protocollo definisce una serie di azioni che i soggetti coinvolti (scuola, famiglia, sanità) si
impegnano a mettere in atto per assicurare all’alunno con DSA gli strumenti adeguati per
conseguire il successo scolastico.
Obiettivi
Elemento primario di qualsiasi iniziativa é l’integrazione dello studente affetto da DSA.
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Ogni attività deve tendere alla sua crescita attraverso lo sviluppo di abilità cognitive,
comunicative e sociali in base alle sue capacita, al suo progetto personale e alle istanze
della famiglia.
La scuola riconosce alla famiglia una parte essenziale nella costruzione di ogni percorso
conoscitivo sullo studente e si pone, con lei, in un rapporto paritario per contribuire alla
crescita dello studente come persona.
Il docente referente DSA, il docente referente d’Istituto, i Coordinatori di Classe, i docenti
curriculari, curano ognuno per le mansioni che gli sono proprie, i rapporti con le famiglie,
con le strutture sanitarie, le associazioni e gli organi preposti, coordinandosi affinchè ogni
iniziativa possa avere buona riuscita e divenire patrimonio comune condiviso.
Procedure e Strategie

Condivisioni di comuni linee pedagogiche e di condotta tra insegnanti
curricolari nella gestione della classe.





Sensibilizzazione della classe all’accoglienza.
Definizione di procedure comuni e acquisizione di materiale specifico in
relazione alle misure
compensative e/o dispensative da adottare per le varie discipline.
Identificazione fra i docenti di un referente d’istituto ( per meglio seguire le
problematiche
connesse con le difficoltà di apprendimento degli allievi ) .
Soggetti Coinvolti
Dirigente Scolastico
Il Dirigente Scolastico, in qualità di garante del diritto all’istruzione ha tra le sue funzioni
quelle di attuare interventi specifici per promuovere il diritto all’apprendimento e al
successo scolastico.
In qualità di Capo d’Istituto deve:
- far rispettare la normativa vigente.
- Sollecitare il Collegio Docenti e il Consiglio d’Istituto ad attività e progetti
che considerino le esigenze specifiche degli allievi con DSA.
- Garantire all’interno dei Consigli di Classe la corrispondenza degli obiettivi e delle
valutazioni, in base a quanto fissato nei percorsi individualizzati degli studenti interessati.
- Individuare all’interno e all’esterno dell’Istituto, risorse adeguate per rispondere ai bisogni
di tutti gli studenti e in specifico di quelli con particolari esigenze.
- Mettere in bilancio l’acquisto di supporti informatici.
Ufficio di Segreteria
La scuola identifica tra il personale di segreteria un incaricato che si occupi di:
- accogliere la pratica d’iscrizione.
- Raccogliere e conservare il materiale con le notizie personali dello studente ( schede dati
anagrafici, diagnosi , informazioni fornite dalle scuole precedenti, strumenti compensativi e
dispensativi usati) .
- Definire uno spazio apposito dove conservare i dati degli studenti curandone l’accesso,
per chi ne ha diritto , e facendo in modo che i documenti non escano al di fuori di un
ambito “protetto”.
- Garantire che le informazioni relative al funzionamento della scuola (orario didattico, orari
di ricevimento degli insegnanti ecc.) giungano in modo adeguato alla famiglia.
- In caso di iscrizione o passaggio ad altra scuola , comunicare la presenza del disturbo
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trasmettendo la documentazione in modo idoneo, con le informazioni riguardanti il
percorso didattico seguito favorendo la continuità tra i vari ordini di scuola .
Docente referente D.S.A.
Ha i seguenti compiti:
- Definisce le modalità del primo incontro con lo studente e la sua famiglia.
- Insieme al Coordinatore e agli altri insegnanti della classe stabilisce i contatti fra scuola e
famiglia
- Analizza i dati degli alunni, raccoglie le informazioni utili, cura l’inserimento dello studente
nella classe.
- Fornisce informazioni e consulenza ai colleghi.
- Elabora e definisce il Protocollo e tutti gli altri documenti con il Coordinatore del gruppo
H, i Coordinatori e gli insegnanti di Classe.
Gruppo di lavoro Inclusione - DSA
- Promuove e attua l’integrazione a livello scolastico seguendo le linee pedagogiche e
didattiche individuate a livello d’Istituto.
- Elabora, definisce e verifica l’adeguatezza del Protocollo apportando i cambiamenti
necessari sulla base delle esperienze fatte.
- Propone progetti relativi alle problematiche della commissione, raccoglie materiale
specifico allestendo un archivio d’Istituto.
- Definisce e propone i modelli di riferimento per l’elaborazione dei percorsi individuali.
Docente Figura Strumentale
- Controlla la documentazione, collabora con il docente referente DSA , partecipa alla
formazione delle classi in cui sono inseriti gli studenti affetti da disturbi dell’apprendimento,
predispone i materiali per i consiglio di classe.
- Cura i collegamenti con l’USP, Enti territoriali, Enti di formazione, cooperative, ASL e
famiglie.
Coordinatori di Classe
- Svolgono il ruolo di mediatori fra la famiglia, l’alunno e il Consiglio di Classe.
- Sensibilizzano la classe all’accoglienza del nuovo compagno e favoriscono l’integrazione
nella classe fornendo informazioni adeguate sui disturbi di apprendimento.
- Propongono al Consiglio di Classe i materiali preparati dalla commissione e dal Docente
Referente, analizzano la documentazione dello studente e collegialmente definiscono
Piano Educativo Personalizzato.
- Comunicano al Consiglio le informazioni sugli studenti ricevute dal referente.
- Comunicare ai colleghi le richieste della famiglia riguardo l’uso di strumenti compensativi
e dispensativi.
- Segnalano al Docente Referente eventuali casi sospetti non diagnosticati .
Insegnanti di Classe
- Devono acquisire conoscenza dei problemi connessi con i disturbi DSA .
- Devono analizzata la situazione del singolo studente , selezionare e modulare gli obiettivi
dei programmi in modo progressivo , in base al potenziale di sviluppo dell’alunno.
- Preparano il piano di apprendimento personalizzato per lo studente , definendone le
modalità, gli obiettivi e gli strumenti valutativi .
- Gli insegnanti del Consiglio di Classe sono tenuti a utilizzare gli strumenti compensativi e
dispensativi concordati con la famiglia ed eventualmente con lo studente (in accordo con il
Disegno di Legge N° 1006 – 1036-B “Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico “ del 29 Settembre 2010 .
- Incontrano il docente coordinatore e prendono conoscenza dei dati raccolti.
- Programmano le azioni necessarie per favorire l’integrazione dell’alunno nel gruppo
classe.
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- Favoriscono l’interazione con i compagni promuovendo strategie di lavoro di coppia , per
piccolo gruppo .
- Segnalano al coordinatore eventuali casi sospetti.
- Ogni insegnante del Consiglio di Classe e tenuto a rispettare quanto scritto nel percorso
o piano educativo stabilito .
- Definiscono, con lo studente e la famiglia le modalità più adeguate per lo svolgimento del
lavoro in classe e a casa.
- Gli insegnanti definiscono i necessari incontri con la famiglia.
- Tutti gli insegnanti del Consiglio di Classe concorrono alla valutazione in chiave
formativa, secondo la normativa di riferimento.
La Famiglia
- Consegna la diagnosi in segreteria con lettera di trasmissione e facendola protocollare.
- Chiede al Coordinatore di Classe o ad un altro insegnante del Consiglio, di definire le
modalità più adeguate per informare la classe (in cui e inserito l’allievo) sulle
problematiche connesse ai disturbi di DSA.
- Richiede per iscritto l’utilizzo (o il non utilizzo) in classe degli strumenti compensativi e
dispensativi previsti.
- Propone suggerimenti per la stesura del piano didattico personalizzato redatto dal il
Consiglio di Classe e lo sottoscrive.
- Supporta lo svolgimento dei compiti a casa direttamente o tramite un tutor.
- Fa utilizzare il personal computer ed eventuali altri strumenti informatici concordati
- Fa presente la necessita dell’utilizzo dei libri di testo in versione digitale
- Mantiene regolari contatti con gli insegnanti.
- Fa effettuare una valutazione clinica dell’evoluzione del disturbo almeno ogni 5 anni.
Prassi condivise
 Accoglienza all’atto dell’iscrizione dal personale preposto di segreteria (Maggio Giugno).
 Scelta della classe in cui è più opportuno l’inserimento dello studente (il Dirigente
Scolastico, Coordinatore gruppo H , referente D.S.A).
 Definizione di un piano e/o percorso personalizzato per lo studente (fine Ottobre
inizio Novembre).
 I docenti di classe, l’insegnante referente DSA, l’insegnante figura obiettivo
presentano il Progetto Educativo Personalizzato ai Genitori (documento protocollato
consegnato a mano o a mezzo raccomandata).
 Gli obiettivi e i risultati raggiunti saranno verificati con scadenze riferite a metà
quadrimestre e alla fine
 Colloqui di fine anno, analisi dei risultati e ipotesi per il nuovo anno (Giugno).
INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ESPLETAMENTO DELLE PROVE DEGLI STUDENTI
CON D.S.A. AGLI ESAMI DI STATO .
- Nel documento del Consiglio di Classe del 15 Maggio si devono riportare tutte le
informazione sugli strumenti compensativi e dispensativi usati nel corso dell’anno con
riferimenti alle verifiche, ai tempi e al sistema valutativo utilizzato durante l’anno.
- Si ricorda che l’alunno potrà usufruirne all’esame solo se li avrà normalmente usati nel
corso dell’anno.
- La commissione d’esame terrà in considerazione per la predisposizione della terza prova
scritta e per la valutazione delle altre due prove di :
- tempi più lunghi;
- utilizzo di strumenti informatici (es. sintesi vocali, dizionari digitali);
- di un insegnante,membro della commissione, per la lettura dei testi delle prove.
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C. Protocollo accoglienza alunni stranieri
a.s. 2015/16
Premessa
Il Protocollo di Accoglienza è il documento che contiene criteri, principi, indicazioni
riguardanti l'iscrizione e l'inserimento degli alunni stranieri, che definisce i compiti e i ruoli
degli operatori scolastici, traccia le diverse fasi dell’accoglienza e
delle attività di
facilitazione per l'apprendimento della lingua italiana. La sua adozione consente di attuare
in modo operativo le indicazioni contenute nell'art. 45 del D.P.R. n. 394 del 31.08.1999.
Tale articolo attribuisce al Collegio dei Docenti compiti deliberativi e di proposta in merito
all'inserimento degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti è necessario che in ogni
scuola si istituisca la Commissione di Accoglienza, intesa come gruppo di lavoro e
articolazione del Collegio.
Finalità






Sostegno degli alunni neoarrivati nella prima fase di adattamento al nuovo contesto
iieFdFaisFrlciscddlFlzcaFnclariciraFclainclariscidFiid llFizaailFcaF
Definizione delle pratiche condivise all’interno di ogni istituto in tema di accoglienza
degli alunni stranieri
Sviluppo di un adeguato clima d’accoglienza
Comunicazione con le famiglie immigrate
Creazione di una rete di comunicazione e collaborazione tra scuole, tra istituzione
scolastica e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione interculturale
nell'ottica di un sistema formativo integrato
PRASSI CONDIVISE
Il protocollo d’accoglienza:

CONTIENE

Definisce le fasi e le modalità dell’accoglienza a scuola, stabilendo compiti e ruoli
CRITERI ED INDICAZIONI RELATIVE ALLA
INSERIMENTO NELLE CLASSI DEGLI STUDENTI STRANIERI
PROCEDURA
D’ISCRIZIONE
ED
degli operatori scolastici e di coloro che partecipano a tale processo

Propone modalità d’intervento per l’apprendimento della lingua italiana e dei
contenuti curricolari
La commissione accoglienza
La Commissione Accoglienza è formata:


Dirigente scolastico
Docente referente per gli alunni stranieri
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

Docenti dell’Istituto
La C.A., come gruppo di lavoro e articolazione del collegio, è aperta alla collaborazione
con gli studenti della stessa nazionalità dell'alunno da accogliere poiché essi possono
assistere positivamente il nuovo compagno nel percorso di inserimento scolastico,
facilitando altresì i contatti con la famiglia di origine grazie alla conoscenza della lingua.
Per detti studenti, in veste di veri e propri tutor, sarà prevista l’attribuzione di crediti
scolastici aggiuntivi.
La C. A. ha il compito di progettare azioni comuni, monitorare i progetti esistenti e operare
un raccordo tra le diverse realtà, seguendo le varie fasi dell’inserimento degli alunni di
recente immigrazione sin dal momento della richiesta di iscrizione all'istituto scolastico.
La C.A., in collaborazione con i Consigli di Classe, si occuperà in particolare delle attività
destinate agli alunni stranieri, delle difficoltà da loro incontrate e dei risultati ottenuti.
La C. A. si occuperà inoltre di individuare i materiali adatti all’apprendimento dell’Italiano
L2, fornendo apposita bibliografia ai Consigli di Classe.
LA COMMISSIONE DI ACCOGLIENZA











raccoglie una serie di informazioni sul ragazzo, sul suo percorso scolastico, sulla
sua biografia linguistica
compila un'iniziale biografia scolastica degli alunni
facilita la conoscenza della nuova scuola
effettua tempestivamente un primo colloquio con le famiglie, possibilmente alla
presenza di un mediatore linguistico e i C.d.C che accoglieranno i nuovi iscritti
calendarizza gli interventi di supporto linguistico L1 L2
fornisce le informazioni raccolte al C.d.C
concorda con i docenti curricolari linee guida sul PEI e sui parametri di valutazione
finale per gli alunni neoarrivati
propone ai C.d.C le possibili attività di intercultura
monitorizza in itinere l'inserimento e l'integrazione degli alunni nel gruppo classe
crea e mantiene una rete di comunicazione e collaborazione tra scuole, scuole e
territorio
crea e mantiene una rete di comunicazione e collaborazione scuola/famiglia.
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
MATERIALI

elenco dei mediatori linguistici locali
elenco dei docenti disponibili ad effettuare corsi di L1 e L2
questionario in più lingue per i neoarrivati
schede per la rilevazione di abilità e competenze (verbali e non verbali)
modulistica di rendicontazione delle attività e dei corsi frequentati dagli alunni
PROCEDURE
ISCRIZIONE
NELLA FASE DI
ISCRIZIONE SI SOTTOLINEA L'IMPORTANZA DI UNA CORRETTA E FACILE INFORMATIVA
SULLA SCUOLA DA FORNIRE AI GENITORI DEGLI ALUNNI NEOARRIVATI AL FINE DI FACILITARE LA LORO
COMPRENSIONE DELLA NUOVA REALTÀ SCOLASTICA. LA CONSEGNA DI DOCUMENTAZIONE IN LINGUA
D'ORIGINE O BILINGUE, COSÌ COME L'ESPOSIZIONE DI AVVISI E INDICAZIONI IN LINGUA ALL'INTERNO
DELL'EDIFICIO SCOLASTICO PROPONGONO UN VOLTO ACCOGLIENTE E BENEVOLO DELLA SCUOLA. IN
QUESTA FASE È POSSIBILE PREVEDERE L'INTERVENTO DI MEDIATORI LINGUISTICI MESSI A
DISPOSIZIONE DA ENTI LOCALI E ASSOCIAZIONI SULLA BASE DI SPECIFICI ACCORDI E CONVENZIONI.
La segreteria, sentita la Commissione Accoglienza, stabilisce una data per un colloquio
con i genitori e trasmette anticipatamente alla commissione stessa il materiale raccolto.
La Segreteria terrà un apposito elenco degli alunni stranieri e lo aggiornerà in base alle
nuove iscrizioni, unitamente ad altre informazioni utili.
Il dirigente scolastico individuerà una figura tra il personale di segreteria che si occupi in
modo continuativo dell’iscrizione degli alunni stranieri in modo da fornire un servizio di
qualità.
I colloqui con i genitori ed il ragazzo saranno condotti dalla Commissione Accoglienza
coadiuvata, se necessario, da un mediatore linguistico.
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
GLI UFFICI DI SEGRETERIA
ISCRIVONO I MINORI,
RACCOLGONO LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALLA PRECEDENTE SCOLARITÀ
-
acquisiscono l'opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica
avvisano tempestivamente i coordinatori delle scuole, al fine di favorire le successive fasi
dell'accoglienza
individuano tra il personale ATA un incaricato del ricevimento delle iscrizioni con abilità
comunicative e relazionali
forniscono ai genitori materiale in più lingue per una prima informazione sul sistema
scolastico italiano.
MATERIALI
-
MODULI DI ISCRIZIONE IN PIÙ LINGUE
scheda di presentazione della scuola italiana in più lingue
scheda di presentazione dell'Istituto
calendario scolastico
PRIMA ACCOGLIENZA
La prima conoscenza può effettuarsi tramite incontri con i genitori e un colloquio con
l'alunno, eventualmente alla presenza di un mediatore linguistico. In questa fase si
raccolgono informazioni sulla storia personale e scolastica dell'alunno, sulla sua situazione
familiare, i suoi interessi, abilità e competenze. Dagli incontri emergerà quindi una prima
biografia scolastica dell'alunno necessaria per consentire ai docenti di adottare decisioni
adeguate sia sulla classe in cui egli deve essere inserito, sia sulla necessità di
intraprendere percorsi di facilitazione del suo inserimento scolastico. A tal fine all'alunno
verranno proposti test d'ingresso, per la rilevazione dei diversi livelli di competenza,
facilmente comprensibili, prevedendo, qualora ce ne sia bisogno, anche l'utilizzo di
tecniche non verbali.
PROPOSTA DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE
Tutti gli elementi raccolti nelle fasi relative all'iscrizione e alla prima conoscenza
dell'alunno permettono di decidere in merito alla classe di inserimento, tenendo conto che i
criteri di riferimento per l'assegnazione devono essere deliberati dal collegio docenti sulla
base di quanto espressamente previsto dall'art.45 del D.P.R. n. 394 del '99. I minori
stranieri soggetti all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all'età
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anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa,
tenendo conto:
a. dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno, che può determinare
l'iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella
corrispondente all'età anagrafica;
b. dell'accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell'alunno;
c. del corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel paese di provenienza;
d. del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno.
PER UNA DECISIONE CORRETTA E RESPONSABILE OLTRE ALLE INFORMAZIONI ACQUISITE NELLE FASI
PRECEDENTI È NECESSARIO AVERE UN'ADEGUATA INFORMAZIONE SUI SISTEMI
SCOLASTICI DEI
PAESI DI PROVENIENZA, SULLA TIPOLOGIA DEI CURRICOLI, SULLA DURATA, SUL CALENDARIO
SCOLASTICO
,
SUL TIPO DI VALUTAZIONE. IN QUESTA FASE SI RILEVA NECESSARIO L'INTERVENTO
DEI MEDIATORI CULTURALI, ANCHE PER COADIUVARE I DOCENTI NEL DECIDERE IN ORDINE
ALL'INSERIMENTO DELL'ALUNNO E PER PREPARARE LA CLASSE PRESCELTA AD ACCOGLIERE
ADEGUATAMENTE IL NUOVO ARRIVATO.
NELL'OTTICA
DI UN PROFICUO INSERIMENTO OCCORRE
ALTRESÌ RIPARTIRE GLI ALUNNI NELLE CLASSI EVITANDO LA COSTITUZIONE DI SEZIONI CON
PREDOMINANZA DI ALUNNI STRANIERI O DI ALTRE SITUAZIONI DI DISAGIO.
E'
IMPORTANTE IN OGNI
CASO CHE LA SCUOLA SI CONCEDA IL TEMPO NECESSARIO PER PREDISPORRE E PORTARE A
COMPIMENTO SPECIFICI INTERVENTI DI FACILITAZIONE DELL'APPRENDIMENTO DELLA LINGUA
ITALIANA
Inserimento nella classe
Compiti del Consiglio di classe


FAVORISCE L’INTEGRAZIONE NELLA CLASSE DEL NUOVO ALUNNO CON LE SEGUENTI
MODALITÀ :
INSERISCE NEL CONTRATTO FORMATIVO I PROPRI CRITERI DI PROGRAMMAZIONE, VERIFICA E
VALUTAZIONE MIRATI ALL’INSERIMENTO DELLO STUDENTE STRANIERO NELL’ATTIVITÀ
DIDATTICA DELLA CLASSE

INDIVIDUA
I TEMPI DI PROGETTAZIONE MIRATI ALLA SEMPLIFICAZIONE E FACILITAZIONE
LINGUISTICA PER OGNI DISCIPLINA.
Prende atto dei percorsi di alfabetizzazione o consolidamento della lingua italiana a cui lo
studente è stato preventivamente indirizzato dalla C.A. e si impegna a sostenerne i
contenuti
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Nomina un tutor, docente appartenente al consiglio di classe, che svolga ruolo di
formazione informativa tra Consiglio di Classe e docente referente della C.A.
Individua gli studenti- tutor della stessa nazionalità o italiani
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI E PERCORSI INDIVIDUALIZZATI.
IL CONSIGLIO
DI
CLASSE
DOVRÀ PREVEDERE PER L'ALUNNO NON ITALOFONO UN PERCORSO
DIDATTICO INDIVIDUALIZZATO IN OGNI DISCIPLINA (VEDI ART.
45
DEL
D.P.R. 394/99)
CHE PUÒ
CONTEMPLARE ANCHE LA TEMPORANEA ESCLUSIONE DAL CURRICOLO DI ALCUNE MATERIE CHE
PRESUPPONGONO UNA PIÙ SPECIFICA COMPETENZA LINGUISTICA. IN LORO LUOGO VERRANNO
PREDISPOSTE ATTIVITÀ DI ALFABETIZZAZIONE O CONSOLIDAMENTO LINGUISTICO.
NATURALMENTE
LA VALUTAZIONE DI QUESTI ALUNNI VERRÀ FATTA IN BASE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
SPECIFICATI NEL PROGRAMMA DIDATTICO OPPORTUNAMENTE PERSONALIZZATO PER L'ALUNNO NON
ITALOFONO.
Peraltro anche il lavoro svolto dagli alunni nei corsi di alfabetizzazione o di sostegno
linguistico diventerà parte integrante della valutazione di Italiano (intesa come materia
curricolare) o anche di altre discipline nel caso in cui durante tale attività sia possibile
l’apprendimento di contenuti.
L’attività di alfabetizzazione, come anche il lavoro sui contenuti disciplinare sarà oggetto di
verifiche orali e scritte, (da svolgere in classe) predisposte dal docente di alfabetizzazione
e concordate con l’insegnante curricolare.
Quando sarà possibile affrontare i contenuti delle discipline curricolari essi dovranno
essere opportunamente selezionati, individuando i nuclei tematici irrinunciabili e
semplificati in modo da permettere almeno il raggiungimento degli obiettivi minimi previsti
dalla programmazione individualizzata.
Si precisa inoltre che nelle materie i cui contenuti sono più discorsivi e presentano una
maggiore difficoltà a livello linguistico ( come diritto, economia aziendale, scienze,
storia,etc.) qualora alla fine del primo quadrimestre gli alunni non abbiano raggiunto
competenze linguistiche sufficienti ad affrontare l’apprendimento di contenuti anche
semplificati, e pertanto non possono essere valutati, solo in tal caso sarà possibile mettere
N.C. sulla scheda di valutazione spiegandone poi la motivazione nel verbale.
Nel caso in cui gli alunni stranieri abbiano una buona conoscenza di una lingua straniera
(inglese, francese o spagnolo) essa, almeno in un primo tempo, potrà essere utilizzata
come lingua veicolare per l’acquisizione dei contenuti e l’esposizione degli stessi, previa la
predisposizione di opportuni materiali.
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Si precisa che per tutti gli alunni stranieri, come per ogni altro alunno, il voto non può
essere la semplice media delle misurazioni rilevate con le varie prove ma deve tenere
conto del raggiungimento degli obiettivi trasversali che sono comunque disciplinari
(impegno, partecipazione, progressione nell’apprendimento) e di eventuali condizioni di
disagio.
PER
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI È OPPORTUNO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LA
SITUAZIONE DI EVENTUALE SVANTAGGIO LINGUISTICO E RISPETTARE I TEMPI DI APPRENDIMENTO
DELL’ITALIANO COME
L2. INFATTI
È IMPORTANTE TENER CONTO DEL FATTO CHE L'ACQUISIZIONE
DELLA LINGUA PREVEDE STEP DI APPRENDIMENTO, CHE DEVONO ESSERE RISPETTATI, E CHE ANCHE
QUALORA L'ALUNNO ABBIA ACQUISITO LA LINGUA PER LA COMUNICAZIONE DEBBA ANCORA FAR
PROPRIA LA LINGUA PER LO STUDIO DELLE DISCIPLINE CHE PRESUPPONE COMPETENTE
LINGUISTICHE E METALINGUISTICHE MOLTO ALTE.
COMMISSIONE
D'ACCOGLIENZA DÀ ANCHE LA
POSSIBILITÀ DI RIMANDARE LA VALUTAZIONE NELLE VARIE MATERIE DEGLI ALUNNI NON ITALOFONI
ALLA FINE DEL BIENNIO INIZIALE PER CONCEDERE A QUESTI ALUNNI PIÙ TEMPO PER ACQUISIRE UNA
MAGGIORE PADRONANZA DELLA LINGUA ITALIANA PER LO STUDIO E L'APPRENDIMENTO DELLE
DIVERSE DISCIPLINE.
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
ALLEGATO A
SCHEDA DI PASSAGGIO MEDIE - SUPERIORI
DA COMPILARE A CURA DEL CONSIGLIO DI CLASSE
UNITAMENTE ALL’ATTESTATO
DELLA
SCUOLA MEDIA
E TRASMETTERE
DENOMIMAZIONE ISTITUTO
ALUNNO
Cognome …………………………………….. Nome……………………………………….
Data di nascita………………………………..
Iscritto all’Istituto Superiore……………………………………………………………………..
1. dati personali
●
NAZIONALITÀ………………………………………………..
SE NEOARRIVATO
dati di arrivo in Italia
COMPOSIZIONE DEL NUCLEO FAMILIARE(*)
DATA DI NASCITA DOMICILIO
TITOLO DI
PROFESSIONE
STUDIO
PADRE
MADRE
FRATELLI/SORELLE





(*) FACOLTATIVO
STORIA SCOLASTICA DELLO STUDENTE
●
SCUOLE E CLASSI FREQUENTATE NEL PAESE DI ORIGINE.
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………..
●
LOCALITÀ, SCUOLA E CLASSE EVENTUALMENTE FREQUENTATE IN PRECEDENZA IN
ITALIA (ELEMENTARE- MEDIA)
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………..
SITUAZIONE LINGUISTICA
●
LINGUA D’ORIGINE…………………………………………………………………..
PRATICHE LINGUISTICHE QUOTIDIANE
●
LINGUA USATA DALLO STUDENTE PER COMUNICARE
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
..erliFiiclFaraFccccccccccccccccccccccccccccccc
con i fratelli……………………………………………………………………………………..
con altri…………………………………………………………………………………………
●
LO STUDENTE SEGUE CORSI DI MANTENIMENTO DELLA LINGUA D’ORIGINE IN ITALIA?
SI
NO
SE SI, DA CHI SONO ORGANIZZATI, IN QUALE SEDE, CON QUALI ORARI?
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………..
●
ALTRE LINGUE CONOSCIUTE
2.
QUALI?………………………………………………………………………….
LIVELLO DI CONOSCENZA………………………………………………………………………………
DURANTE LA FREQUENZA DELLA SCUOLA MEDIA, PER L’ALUNNO È STATA ATTIVATA UNA
PROGRAMMAZIONE INDIVIDUALIZZATA?
SI
NO
E’ STATO UTILIZZATO UN INSEGNANTE “FACILITATORE”?
SI
NO
SE SI, :
PER QUANTE ORE SETTIMANALI?
IN QUALI MATERIE?…………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
QUALI SONO STATI GLI OBIETTIVI LINGUISTICI PREFISSATI?
……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………..
L’alunno è stato seguito da un mediatore culturale?
SI
NO
Se si, per quante ore?…………………………………………………
Allegare copia della programmazione individualizzata indicando anche il livello di
raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
SI PREGA DI SPECIFICARE IL LIVELLO LINGUISTICO DELL'ALUNNO SECONDO IL
QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO DELLE LINGUE (A1, A2, B1, B2, C1 e C2)
ALLEGATO ALLA PRESENTE: ___________
L’alunno ha seguito corsi di insegnamento di italiano L2?
SI
NO
Se si, presso quale ente o
organizzazione?……………………………………………………………
Per la Valutazione finale si è fatto riferimento ad obiettivi minimi?
SI
NO
Se si, specificare per quali materie
……………………………………………………..………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………..…………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
Visto il Dirigente scolastico
…………………………..
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per il Consiglio di Classe
Il Coordinatore Prof.
…………………………………………
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
ALLEGATO B
SCHEDA DI RILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE INIZIALE, RELATIVAMENTE ALLE ABILITÀ
LINGUISTICHE DI COMUNICAZIONE
(DA COMPILARE A CURA DELLA COMMISSIONE ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE ALUNNI
STRANIERI)
COGNOME E NOME……………………………………………………………………...
Luogo ed anno di nascita……………………………………………………………………...
Anno di arrivo in
Italia………………………………………………………………………...
CARRIERA SCOLASTICA:
●
ALL'ESTERO: N° ANNI DI FREQUENZA SCOLASTICA E TITOLI DI STUDIO……………………
………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
●
in Italia: scuole frequentate e titoli di studio.………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
PROBLEMI RILEVATI
RELAZIONALI.
………………………………………………………………………………………………
Linguistici
…………………………………………………………………………………………………………
INADEGUATA
PARZIALMENT
E ADEGUATA
ADEGUATA
Comprensione orale:
linguaggio quotidiano
istruzioni di lavoro
spiegazione termini specifici
Capacità comunicativa espressione orale
linguaggio quotidiano
utilizzo termini specifici
Comprensione del testo scritto:
manuale
testo letterario
Scrittura
uso del lessico
Competenze grammaticali sintattiche
Altro……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………...........
LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
ALLEGATO C
RELAZIONE DI PRESENTAZIONE
A CURA DELLA COMMISSIONE ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI
DA SOTTOPORRE AL DIRIGENTE SCOLASTICO PER L’ACCOGLIMENTO DELLA
ISCRIZIONE
DOMANDA DI
ALUNNO..……………………………………………………………………………………………
LUOGO E DATA DI NASCITA..…………………………………………………………………
LINGUA MADRE…………………………………………………………………………………….
ATTUALE RESIDENZA……………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
DOCUMENTAZIONE CONSEGNATA
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
INFORMAZIONI SUL SISTEMA SCOLASTICO DEL PAESE D’ORIGINE
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
CARRIERA SCOLASTICA PRECEDENTE
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
VALUTAZIONE ULTIMO ANNO DI STUDI
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
CONOSCENZA LINGUA ITALIANA
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
PROPOSTA DI INSERIMENTO DELLA COMMISSIONE CON VALUTAZIONE DELLA
POSSIBILITA’ DI SUCCESSO SCOLASTICO
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………….............................
LA COMMISSIONE
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Sezione V – PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
3 – ORIENTAMENTO IN ITINERE
Nelle classi prime, seconde e terze sono proposti interventi di orientamento e riorientamento che
offrono allo studente la possibilità di:
1. completare l’obbligo scolastico previsto dalla legislazione italiana (v. All.2);
2. conseguire un diploma di qualifica regionale di II livello europeo (corsi IeFP o corsi FSE);
3. completare il quinquennio con il conseguimento del diploma di Stato.
L’ottenimento del diploma di qualifica non esclude il proseguimento del percorso di studi.
3.a – ORIENTAMENTO AL LAVORO E SUCCESSIVI GRADI DI
ISTRUZIONE
Per la realizzazione delle attività dell’orientamento sono stipulate convenzioni con Enti locali, con
l’Amministrazione provinciale, con le organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori, con
l’Università. L’Istituto svolge la sua funzione educativa, aiutando i giovani a compiere scelte
ponderate e consapevoli sia sul piano personale sia sul piano scolastico/universitario e
professionale. Per questa finalità l’Istituto organizza moduli formativi e informativi sulle diverse
tipologie del lavoro nel mondo contemporaneo, sulla formazione permanente, sui doveri ed i diritti
dei lavoratori, sulla sicurezza nei posti di lavoro, sul tessuto produttivo regionale.
L’Istituto, inoltre, si attiva per rendere palese agli studenti la conoscenza delle possibilità offerte
dalla realtà produttiva circostante e dal mercato del lavoro in generale e le possibilità offerte dai
successivi gradi di istruzione (corsi IFTS, ITS, laurea).
3.b - SOSTEGNO E RECUPERO
- Attività di sostegno e recupero
Per superare eventuali stati di disagio che per vari motivi limitano il rendimento di alcuni alunni e
compatibilmente con le disponibilità delle risorse finanziarie e professionali, ogni anno i singoli
Consigli di classe programmano interventi straordinari di “sostegno” e “recupero” sia in orario
scolastico (in itinere) che in orario pomeridiano o al termine dell’anno scolastico.
I corsi possono essere richiesti anche direttamente da gruppi di alunni, anche di classi diverse.
- Laboratorio linguistico per alunni stranieri neo-arrivati
È prevista la realizzazione di laboratori linguistici da attuarsi in orario curricolare ed extracurricolare
per alunni stranieri provenienti da classi diverse (singolarmente o in piccoli gruppi). L’Istituto si
avvale della collaborazione di mediatori culturali per facilitare l’inserimento e integrazione degli
alunni stranieri (progetti Italbase e Italstudio).
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Sezione V: La programmazione - Ipsia "Antonio Pacinotti" Pistoia