ISTEROSCOPIA AMBULATORIALE. CONFRONTO TRA DUE MEZZI DI DISTENSIONE UTERINA: CO2 E SOLUZIONE SALINA. STUDIO PROSPETTICO RANDOMIZZATO VANTAGGI DIAGNOSTICI NELLA MICROPERATIVITA’ AMBULATORIALE INTRODUZIONE Definizione: L’isteroscopia è una procedura chirurgica endoscopica per la visualizzazione della cavità uterina e del canale cervicale sia a scopo diagnostico che terapeutico. Le principali indicazioni dell’ isteroscopia sono1: valutazione del sanguinamento uterino anomalo, diagnosi e trattamento delle lesioni focali intrauterine ( polipi, fibromi,etc.). diagnosi di sterilità / infertilià. valutazione pre-IVF abortività ricorrente diagnosi e trattamento delle aderenze intrauterine. sospetto di anomalie mulleriane diagnosi e trattamento del setto uterino. rimozione di lost IUD diagnosi di ispessimento endometriale per eventuale ablazione chirurgica . sterilizzazione isteroscopica. follow-up dopo trattamenti medici e/o chirurgici pianificazione della chirurgia (miomi sottomucosi, sindrome di Ashermann) valutazione di iperplasia e carcinoma endometriale valutazione embrionale(embrioscopia) dolore pelvico cronico Esecuzione di procedure chirurgiche mini invasive: – Biopsia mirata – Polipectomia – Miomectomia – Metroplastica – Adesiolisi - Sterilizzazione tubarica 2 STORIA DELL’ ISTEROSCOPIA L’isteroscopia è nata per lo studio diretto della cavità uterina. Essa ha aperto nuovi fronti diagnostici e terapeutici nel trattamento della patologia uterina e del canale cervicale, scoprendo i limiti del curettage e delle procedure diagnostiche ”alla cieca” fino ad oggi ancora spesso utilizzate. Per anni l’esame diagnostico e terapeutico sono stati affidati alla stessa procedura del curettage. La storia dell’endoscopia, ebbe il suo inizio nel 1805, quando Bozzini inventò un tubo attraverso cui osservare le cavità umane, come il naso, la vagina e il retto. La sorgente di illuminazione altro non era che la luce di una candela riflessa in uno specchio. Le prime descrizioni che si trovano sull’argomento sono dovute a Aubinais (1964). Nel 1866 Pantaleoni rimosse con successo un polipo nasale in una donna di 60 anni. Tre anni dopo la stessa donna fu curata da Pantaleoni per un polipo della cavità uterina che le causava sanguinamento in post-menopausa e cicatrizzò la ferita con nitrato d’argento. Si attribuisce quindi a lui l’invenzione del primo isteroscopio2. Nel 1879 Nitze costruì un cistoscopio con un sistema di lenti e di illuminazione interna al tubo endoscopico3. Tale innovazione rese possibile una visione migliore e un campo visivo superiore al precedente. 3 Nonostante questi primi progressi, l’isteroscopio rimase più che altro una curiosità negli anni a seguire. Gli isteroscopi moderni sono principalmente modifiche strumentali del citoscopio iniziale, apportate sia alle lenti che agli strumenti ottici. Solo negli anni ‘70 l’isteroscopia divenne un efficace strumento diagnostico. Tali anni videro infatti uno sviluppo nelle tecniche di distensione dell’utero ed in quelle di illuminazione che risolsero parte delle difficoltà presenti fino ad allora. Il problema della distensione della cavità uterina fu oggetto di continui studi. Già Heineberg nel 1914 introdusse l’acqua come mezzo di contrasto e Rubin4, nel 1925 l’anidride carbonica, entrambe abbandonate precocemente per difficoltà tecniche, ma poi riprese da altri autori nella seconda metà del secolo. Norment5 nel 1949 studiò per molti anni il problema utilizzando diversi modelli di isteroscopi. Tra questi c’era un modello ad acqua che permetteva di rimuovere sia il sangue che le secrezioni presenti ed un modello che sfruttava l’utilizzo di un palloncino di gomma rigonfio di aria posizionato nella parte distale dello strumento che distendeva la cavità uterina con discreta efficacia, ma senza alcuna possibilità di operare all’interno dell’utero. I risultati da lui ottenuti risultarono non molto soddisfacenti nella pratica clinica. Silander6 introdusse un isteroscopio che aveva un palloncino di lattice rigonfio di soluzione salina che distendeva la cavità uterina ; ottenne così una buona visione dell’utero, ma la cavità non era adatta per l’esecuzione di biopsie o interventi chirurgici. 4 Nel 1967 Menken7 tentò un approccio non traumatico nella tecnica isteroscopica attraverso l’uso di un citoscopio pediatrico . La distensione della cavità uterina avveniva attraverso un liquido colloidale detto Liviscol tramite un cono elastico inserito all’interno del canale cervicale che ne impediva la fuoriuscita. Tale metodo però procurava dolore alle pazienti. Nel 1970 Edstrom e Fenstrom8 utilizzarono come mezzo di distensione il destrano al 32%. Questo ha permesso un’eccellente visualizzazione e la possibilità di effettuare operazioni chirurgiche e biopsie. Successivamente Quinones9 e altri introdussero l’utilizzo del destrosio al 5% sotto pressione per distendere la cavità uterina. La tecnica fu migliorata da Lindemann10, con l’utilizzo della anidride carbonica. Nel 1970 Lindemann e Gallinat11,12 pubblicarono un articolo evidenziando i vantaggi dell’anidride carbonica durante l’isteroscopia. Si analizzarono per la prima volta non solo i benefici di questo nuovo metodo ma anche i possibili rischi e complicazioni che il gas poteva provocare. Lindemann, nel 1972, sviluppò un ingegnoso apparato insufflatore con un cono cervicale a tenuta che rese possibile la distensione per un periodo prolungato. Alla fine degli anni ’80, l’anidride carbonica venne da alcuni sostituita da una soluzione salina fisiologica o da soluzioni a bassa viscosità . Inoltre l’introduzione di un sistema di flusso continuo ha reso possibile al chirurgo la visione chiara della cavità anche in caso di sanguinamenti non eccessivi od in presenza di muco e/o secreti ghiandolari. 5 Una buona visione della cavità uterina, considerata essa uno spazio virtuale, e’ sempre stata legata alla capacita di allontanare tra esse le sue spesse pareti con un ideale mezzo di distensione. Dopo molti studi, si è arrivati alla conclusione che i principali mezzi di distensione sono l’anidride carbonica, destrano 70 ad alta viscosità, destrano a bassa viscosità, destrosio e soluzione salina; ognuno di questi ha propri vantaggi ,svantaggi e peculiarità. Un altro mezzo liquido è il polisaccaride viscoso Hyscon (destrano al 32%). Oggi la distensione si ottiene riempiendo la cavità uterina con mezzi liquidi o gassosi (CO2). La scelta del mezzo di distensione dipende dal tipo di procedura e dalle condizioni del paziente. Tali progressi resero possibile un uso sempre più frequente dell’isteroscopia che divenne uno dei metodi più usati per diagnosticare le patologie endouterine . Negli anni 80 miglioramenti riguardanti le tecniche di distensione cervicale resero possibile l’abbandono dell’anestesia durante l’indagine endoscopica. Nel 1986 e nel 1987 Cornier13 e Lin14 rispettivamente cercarono di migliorare le tecniche isteroscopiche e allo stesso tempo di ridurre i disturbi nelle pazienti attraverso l’introduzione di un isteroscopio flessibile. Un tubo estremamente flessibile che consente l’inserimento al suo interno di apparecchiature aggiuntive come ad esempio dei cavi laser. Il primo che utilizzò l’Nd-YAG laser (neodymium:yttrium aluminium garnet) fù Goldrath15 per l’ablazione 6 dell’endometrio nella terapia della menometrorragia severa. Un altro sostenitore di questa tecnica fu Loffer. La sterilizzazione attraverso l’isteroscopia fu realizzata con la cauterizzazione degli osti tubarici bilateralmente con risultati che hanno raggiunto il 90% di successo 16. Altre tecniche sperimentali, usate per la sterilizzazione, comprendevano il posizionamento per via isteroscopica di forme di silicone per ostruire l’ingresso nelle tube 17. Nel 1974 Edstrom18 realizzò per la prima volta tramite l’isteroscopia operativa la divisione del setto uterino trattato fino ad allora con la metroplastica addominale. Valle19 fu tra i primi invece che utilizzarono la tecnica dell’isteroscopia operativa per rimuovere le aderenze intracavitarie e il dispositivo IUD. Fino agli anni ottanta le difficoltà poste dalla cavità uterina e la ristrettezza del canale cervicale fecero sì che l’isteroscopia praticata non fosse accettata né diffusa . Fu Hamou20 che nel 1979, per superare l’ostacolo della cervice, creò il microisteroscopio utilizzando la tecnologia delle ottiche che l’azienda KARL STORZ poteva allora offrire (modelli HAMOU I e II). Nel modello Hamou I la capacità di ingrandimento del sistema ottico, con una riduzione del calibro a poco più di 4mm , permette una visione panoramica ed a contatto tale da realizzare un esame ‘vivo’ dell’architettura cellulare. Con il susseguirsi degli anni ed avanzamento della tecnologia un completamento ulteriore fu l’introduzione della fotografia che realizzò un importante supporto 7 per la documentazione della diagnosi e per il confronto tra operatori diversi riducendo così in modo significativo le possibilità di errore. Nel 1963 Clyman22 introdusse un nuovo panculdoscopio che aveva sia potenzialità fotografiche che operative. Le potenzialità fotografiche stavano nel fatto che tale strumento poteva effettuare sia foto in movimento che ferme grazie all’utilizzo di sistemi ottici e lampada incandescente. Kott23, nel 1978, rivoluzionò la fotografia in ambito isteroscopico, introducendo l’utilizzo del monitor. Nel tempo la videocamera ha sostituito la cinematografia e successivamente un piccolo chip elettronico con le funzioni di video camera ha rimpiazzato le video camere tubolari esistenti. Nezhat24 nel 1987 coniò la parola “videolaseroscopy” per descrivere il laser applicato al laparoscopio in visione diretta durante intervento, attraverso il monitor. Gli strumenti isteroscopici attuali, possono essere usati sia a fini diagnostici che operativi. L’endoscopio ha assunto dimensioni minime (4mm di diametro o addirittura 3,5 o 2,9mm) . Il semplice cambiamento della guaina esterna permette di passare da un isteroscopio diagnostico ad uno operativo. Attraverso parti accessorie della camicia operativa, strumenti come bisturi, forbici o fibre laser, possono essere introdotte nell’utero. Lo sviluppo delle tecniche endoscopiche ha avuto negli ultimi anni un forte impatto. Ha inoltre reso inutile il ricovero a cui erano obbligate le pazienti, rendendo così possibile l’isteroscopia anche in ambito ambulatoriale. 8 L’isteroscopia diagnostica e chirurgica sono ormai diventate “gold standard” nella pratica ginecologica riguardante la patologia uterina organica, disfunzionale e nello studio della sterilità. Gli interventi di isteroscopia operativa sono considerati tra i più importanti e diffusi nella pratica ginecologica; molte tra le patologie più comuni che prima erano di pertinenza della chirurgia convenzionale ora sono dominio delle tecniche isteroscopiche. L’isteroscopia è oggi tra le tecniche più conservative per l’integrità dell’apparato ginecologico. 9 EVOLUZIONE DELLE OTTICHE E STRUMENTAZIONE25 L’isteroscopio è costituito da 3 parti: l'oculare, l'obiettivo e la lente. L’angolazione della lente distale e’ importante per l’osservazione panoramica bilaterale. Le opzioni includono angoli di 0 °, 12 °, 15 °, 25 °, 30 ° e 70 °gradi. L’isteroscopio più utilizzato nella fase diagnostica ha un angolo distale di 30 gradi. Esistono isteroscopi flessibili e rigidi (i più comunemente utilizzati nella clinica ) sovente di differente diametro così come le guaine che li rivestono. Gli endoscopi rigidi consistono in un sottile tubo cilindrico di lunghezza definita, di un attacco a vite per la fibra ottica, di un oculare che si adatta al passo circolare di una minitelecamera. La lente trasforma l’oggetto in un’immagine intermedia. Un numero dispari di sistema di lenti sottili trasporta l’immagine intermedia sul piano focale dell’oculare. Nei primi endoscopi di questo tipo, l’ottica consisteva in un numero di lenti separate da lunghi spazi aerei. Tutto ciò fu nettamente migliorato dall’introduzione dal sistema rod-lens (lenti a barre) di HOPKINS. Tale sistema ha sostituito i lunghi spazi pieni d’aria con grandi e lunghe barre ”rods” di vetro e piccoli spazi aerei. Queste lenti quindi, con l’aumento combinato della trasmissione di luce, hanno una potenzialità di rilevazione 9 volte superiori rispetto alle precedenti 26,27. Gli endoscopi rigidi pertanto non usano un ‘ottica con fuoco variabile, per consentire di vedere oggetti a diverse distanze dall’obbiettivo. Lo strumento deve essere fornito di 10 una certa profondità di campo, quindi indipendente dall’accomodazione dell’occhio umano.28 Il vantaggio degli endoscopi flessibili rispetto a quelli rigidi è attribuibile alla maggiore maneggevolezza. Tuttavia, questi presentano una risoluzione inferiore a seconda dei princìpi dell’immagine e del numero di fibre che definisce il numero di elementi dell’immagine stessa. Questo da’ ragione dell’ aspetto a reticolato che si osserva sul monitor. L’isteroscopio flessibile è più comunemente utilizzato per l’isteroscopia diagnostica. La punta che si incurva di 120-160 ° lo rende molto utile nelle irregolarità anatomiche uterine. Durante l'inserimento, il contorno flessibile si introduce nella cervice più facilmente di quanto non faccia un isteroscopio rigido di piccolo diametro. L’isteroscopio flessibile, è stato sviluppato per superare le difficoltà nella visione delle aree cornuali, e per ispezionare in modo accurato l’utero spiccatamente retroverso o antiverso flesso. L’isteroscopia flessibile può risultare talora meno dolorosa di quella con ottica rigida. La scelta dello strumento più adeguato per le necessità del medico è uno degli elementi fondamentali per la buona riuscita dell’esame isteroscopio. L’isteroscopista è spesso attratto dalla varietà di strumenti disponibili sul mercato e può rimanere confuso davanti alla molteplicità di endoscopi , di camicie e strumentario sempre più all’avanguardia offerto dalla tecnologia. Mai tentare l’isteroscopia con strumentazione di fortuna. Le procedure delicate che 11 richiedono una grande abilità, vanno assolutamente realizzate con una strumentazione di precisione di alta qualità. Gli elementi costitutivi dell’isteroscopio sono l’ottica (o lente) e la camicia. I componenti ottici importanti all’estremità prossimale del telescopio comprendono un prisma utilizzato per formare l’immagine dell’oggetto, una lente oculare per ingrandire questa immagine e una finestra ottica per la visualizzazione. Le caratteristiche di ogni endoscopio sono sia l’angolo visivo che il campo visivo, cioè la copertura periferica del sistema ottico ossia quanta parte dell’oggetto sia visibile ad una determinata distanza da esso. Il campo visivo varia a seconda dell’indice di rifrazione del mezzo impiegato per distendere le cavità. Vi sono tre sistemi ottici di base impiegati per gli endoscopi rigidi: lenti a grani, lenti a barre e il sistema ad indice graduato. Le lenti a grani sono di vetro con uno spessore che non supera la dimensione del loro diametro, nelle Hopkins lo spessore delle lenti è superiori al loro diametro, con spazi brevi tra una lente e l’altra. E’ un sistema di lenti con un angolo visivo maggiore e un immagine più luminosa . Il terzo sistema è quello a indice graduato che comprende un’asta di vetro e infine ci sono le fibre ottiche .31, 32, 33. Grazie a quest’ultime luci molto forti possono essere trasmesse da una adeguata fonte luminosa all’endoscopio senza produrre calore eccessivo e rischio di rottura della lente. La lunghezza dell’ottica standard varia da 30 a 40 cm ad eccezione del modello di HAMOU I. 12 La cannula che al suo interno contiene le lenti è di acciaio inossidabile. Attorno alle componenti ottiche si trovano fasci di fibre ottiche che trasmettono luce fredda che proviene da un generatore esterno. Il diametro esterno dell’ottica usualmente è di 4 mm. Vi sono anche diametri inferiori di 2 o 3mm, che però sono meno luminose ma offrono indubbi vantaggi per l’esecuzione dell’isteroscopia ambulatoriale. Camicie34- 35-31 Prima di essere inserita in un organo cavo come l’utero, l’ottica deve essere ricoperta da una camicia attraverso cui possa passare un mezzo di distensione per ottenere una visione a distanza . La comune camicia impiegata è quella di 5mm di diametro esterno, con una lunghezza che varia da 300-240 mm. L’abbinamento tra l’ottica di un determinato diametro e il diametro della camicia crea la possibilità di un canale di afflusso del mezzo di distensione di variabile ampiezza. Ciò permette all’operatore l’utilizzo del gas o del mezzo liquido,con diversa maneggevolezza, a seconda delle esigenze visive richieste e della considerazione che con il mezzo liquido si ottiene una migliore perfusione con canali di afflusso più ampi. L’ingresso del mezzo di distensione nella camicia è controllato da un rubinetto dotato di dispositivo LUERLOCK. Sono stati introdotti nuovi isteroscopi a flusso continuo ( BETTOCCHI SYSTEM) 36, con un diametro esterno da 4 a 5mm, che permettono l’ immissione in utero di fluidi a bassa viscosità. Le camicie operative sono di vario tipo a seconda del produttore con un diametro esterno tra 5-8 mm; le più comuni consistono in un tubo vuoto, fornito di 2 rubinetti di chiusura per 13 l’afflusso ed il deflusso del mezzo di distensione. Un condotto operativo viene montato sulla superficie posteriore o anteriore, con un rubinetto di chiusura e dotato di una guarnizione di gomma per impedire le fughe del mezzo liquido. Attraverso tale condotto e la sua guarnizione sono introdotti uno alla volta gli strumenti chirurgici per la minioperatività. Isteroscopi diagnostici Gli isteroscopi sono disponibili con diversi diametri. Gli endoscopi “in miniatura” sono meno invasivi e utilizzano ottiche da 2mm . Gli isteroscopi “small” hanno ottiche con un diametro di 2.9 mm e potrebbero essere usati sia per l’isteroscopia diagnostica che operativa, con mezzi di distensione fluidi (Bettocchi system) o con anidride carbonica, e possono essere a flusso singolo oppure continuo. Sorgente di luce 37, 39 Ogni isteroscopio è collegato a una sorgente esterna di luce . La qualità e la quantità di luce trasmessa all’endoscopio dipendono dal tipo di generatore e dal cavo di fibre ottiche. Il generatore di luce più semplice fornisce soltanto 150 W di potenza, sufficiente per una visione isteroscopica diretta quando non è prevista la fotografia. Ci sono anche generatori di luce più complessi che producono luce ad altissima intensità. Fonti di energia includono tungsteno (luce arancio-rosso), alogenuri metallici (luce bluastra), e xenon. Una fonte luminosa allo xenon con un liquido via cavo 14 è considerato l’opzione superiore. Di solito viene utilizzata una luce “fredda” alogena di 250 w di potenza. La luce viene trasmessa attraverso un cavo flessibile a fibre ottiche. Indipendentemente dal tipo di luce generata che giunge all’ottica la qualità e la buona manutenzione del cavo a fibre ottiche garantisce una luminosità ottimale. Strumenti chirurgici38 sono disponibili sia semirigidi che flessibili per essere inseriti attraverso il canale minioperativo degli isteroscopi. Tra questi: Microforbici per incidere un setto, un polipo o lisare sinechie Micropinze da biopsia Micrograsper da presa o rimozione corpi estranei Loop elettrico monopolare per polipi Ago elettrico monopolare per coagulazione L’utilizzo di elettrobisturi bipolare, contrariamente a quello monopolare, ha determinato una maggior sicurezza anche in campo ambulatoriale. Insufflatori 39 -Sistema a gravitazione: Sollevando una busta plastica ad un’adeguata altezza, si ottiene una pressione costante dovuta ala forza di gravità. Il tutto viene collegato a un tubo dell’ endoscopio. 15 -Pompa di pressione: è uno strumento che si applica intorno alla borsa contenente il liquido. Un’assistente mantiene il livello pressorio con una pompa manuale collegata ad un manometro.. -Pompa di irrigazione e aspirazione elettronica: tale strumento controlla l’irrigazione elettronicamente per mantenere il campo pulito durante l’operatività isteroscopica e mantenere costante la dilatazione (è più usato per l’isteroscopia operativa con resettoscopio) Telecamere Ci sono molte telecamere endoscopiche disponibili. Fattori determinanti per una buona camera sono: le dimensioni, la risoluzione di immagine, la sensibilità e la qualità del video di uscita. Recentemente la camera 3 CCD offre la maggior risoluzione e una riproduzione naturale per la stampa fotografica. Sistemi di registrazione e stampanti video sono inoltre molto utilizzati. 16 MEZZI DI DISTENSIONE40, 41 La distensione può essere ottenuta con insufflazione di gas CO2 od instillazione di un fluido elettrolitico o non elettrolitico. I fluidi non elettrolitici possono essere utilizzati sia per la diagnostica che per procedure operative. La CO2 è un utile mezzo di distensione che non consente l’allontanamento del sangue e dei detriti durante la procedura. Soluzioni elettrolitiche comprendo quelle che contengono cloruro di sodio (NaCl ), soluzione fisiologica e Ringer lattato. Nel 2000, l'American Association of Gynecologists Laparoscopists (AAGL) ha raccomandato l'uso di soluzioni elettrolitiche come mezzo di distensione in caso di isteroscopia diagnostica o operativa ove la procedura chirurgica sia condotta con mezzi meccanici, energia laser o corrente bipolare. Poiché tali fluidi sono in grado di condurre elettricità, non devono essere usati congiuntamente a dispositivi di elettrochirurgia monopolare 42. Le soluzioni non elettrolitiche, non contenendo anioni o cationi, eliminano i problemi di conducibilità elettrica, ma possono aumentare il rischio di iposodiemia per intravasazione. Tra queste soluzioni sono incluse quelle a base di glucosio, glicina, destrano, mannitolo, sorbitolo e mannitolo, sorbitolo miscela (Purisol). Fino alla fine del 1980, anche l'acqua è stata inclusa in questo elenco, tuttavia problemi di intossicazione da emolisi ne ha interrotto l'uso. 17 Ciascuno di questi fluidi e’ associato a modificazioni dell’omeostasi idroelettrolitica che devono essere considerate quando si seleziona il mezzo di distensione . Il glucosio è controindicato nei pazienti diabetici o con intolleranza glucidica. Sorbitolo e metaboliti del fruttosio nel fegato ed è controindicato nei pazienti con intolleranza al fruttosio.(?) Il destrano può dare complicanze fisiologiche e meccaniche,può cristallizzare sugli strumenti e ostruirne le valvole e i canali. Altri tipi di complicazioni comprendono :disturbi della coagulazione, reazioni allergiche e Sindrome da Distress Respiratorio (ARDS). I metaboliti della glicina e ammoniaca possono attraversare la barriera ematoencefalica causando agitazione, vertigini, vomito e coma. Essa può anche provocare una riduzione transitoria della acuità visiva. La AAGL raccomanda l'uso di mannitolo, invece di sorbitolo glicina quando si utilizza elettrochirurgia monopolare.(?) Il mannitolo 5% ha un effetto diuretico e ha provocato disturbi circolatori, ipotensione e collasso circolatorio. Il mannitolo quando è combinata con sorbitolo, il mannitolo / miscela di sorbitolo (Purisol) non deve essere utilizzato in pazienti intolleranti al fruttosio.43 Ora sottolineiamo in dettaglio i singoli mezzi di distensione. Anidride carbonica.44 18 L’anidride carbonica è considerato il mezzo di distensione più adatto all’isteroscopia panoramica diagnostica ambulatoriale con l’utilizzo di camicie di 3mm. Questo è l’unico gas attualmente utilizzato. E’ innocuo ed incolore. Ha essenzialmente lo stesso indice di rifrazione dell’aria e consente una visualizzazione chiara dell’endometrio , inoltre non è conduttore di corrente e non è infiammabile. Esso è solubile in acqua. Le sue proprietà lo rendono un eccellente mezzo di distensione. I suoi vantaggi comprendono l’alta reperibilità, la sua storia in campo di sicurezza, il rapido assorbimento, l’eccellente trasmissione di immagini e la non solubilità col sangue. 45 Uno svantaggio dell’anidride carbonica, è però l’alto costo dell’insufflatore, che comunque si è ridotto con il tempo. Un secondo svantaggio è che le perdite ematiche talora presenti non sono facilmente eliminabili .Il sanguinamento può essere evitato invece, selezionando le pazienti durante la fase proliferativa del ciclo mestruale. Il dolore alle spalle è normalmente dovuto a una diffusione del gas nella cavità peritoneale attraverso le tube di Falloppio. Tale dolore si presenta quando la paziente si solleva. L’insufflatore serve a controllare il flusso e la pressione del gas poiché un non corretto valore di questi fattori, determina un eccessiva presenza di anidride carbonica nella circolazione sanguigna. L’insufflatore è inoltre utile per evitare l’embolismo da gas. 19 Dopo una corretta visualizzazione delle caratteristiche dell’utero, mantenendo il flusso e la pressione nell’insufflatore tra i valori di tra 30 e 50 ml per minuto soprattutto nelle fasi iniziali dell’esecuzione e 100 mmHg (flusso max), si introduce dentro la portio la guaina dell’isteroscopio. E’ essenziale usando la CO2 introdurre l’isteroscopio con delicatezza onde evitare di creare dei solchi nella mucosa che produrrebbero un sanguinamento tale da rendere la visione non ottimale e/o l’esame non dirimente. 46 I mezzi di distensione liquidi, possono essere sia di alta che di bassa viscosità. L’ Hyskon è l’unico liquido ad alta viscosità . Esso ha una concentrazione del 32% di destrano 70, con destrosio al 10%. Il destrano 70 ha un eccellente qualità ottica, è incolore e ha un peso molecolare di 70,000, polisaccaride ramificato senza elettroliti. I vantaggi dell’Hyskon sono i seguenti: non richiede un insufflatore costoso, non si mischia con il sangue , trasmette bene la luce ed è un cattivo conduttore di calore. E’ il liquido più facile con cui imparare l’isteroscopia panoramica poiché dilata in maniera consistente e rapida il canale cervicale e la cavità uterina e diminuisce le probabilità di stravaso retrogrado caratteristico degli altri mezzi di distensione. In contrasto, i lati negativi sono i seguenti: richiede molta attenzione nell’uso degli strumenti e provoca reazioni allergiche , compreso lo shock anafilattico ed eventualmente la morte.47-48 Non è facile instillare Hyskon nella cavità uterina sopratutto attraverso camicie operative sottili, il modo più pratico è tramite una semplice pompa a mano. 20 Tale liquido è inserito lentamente attraverso l’utilizzo di una siringa. La siringa è connessa un tubo di plastica attorno alla guaina dell’isteroscopio, tutto ciò che viene instillato và monitorato, difatti volumi di 500-700 cc. dovrebbero indurre ad adottare misure di protezione , come sospendere la procedura e misurare la PVC e l’osmolarità ematica. Usualmente sono sufficienti 100 ml di Hyskon per eseguire l’isteroscopia. La reazione all’Hyskon è spiegabile in base all’esagerata azione fisiologica del destrano, infatti, oltre al notevole volume di espansione come caratteristica intrinseca, esso prolunga il tempo di emorragia ed influisce sulla coagulazione con azioni multiple sul fibrinogeno, sul Fattore VIII e sulle piastrine. Ha un’incidenza negativa anche sulla filtrazione glomerulare. La triade di edema polmonare, diatesi emorragica ed anuria rappresenta la peggiore reazione avversa all’Hyskon. Esso può rappresentare un ottimo mezzo per l’isteroscopia ambulatoriale da effettuare in tempi brevi e senza sporcare troppo, ma le complicanze suddette, seppure più rare in mani esperte, ne hanno di fatto annullato l’uso anche dopo l’introduzione delle miniottiche. Tra i liquidi a bassa viscosità, bisogna fare distinzione tra le soluzioni elettrolitiche e non elettrolitiche. Le soluzioni elettrolitiche includono quelle con il 5 o il 10% di destrosio, il 4 o il 6% di destrano e le soluzioni saline o fisiologiche, che possono essere utilizzate per distendere la cavità uterina, nei casi in cui non vi è l’utilizzo di elettricità. Esse sono maggiormente sfruttate nell’isteroscopia diagnostica. 49 21 Il Ringer lattato e la soluzione fisiologica presentano il grande vantaggio di essere sempre disponibili in sala operatoria o nei reparti. La loro via di somministrazione è agevole direttamente nel canale d’ingresso dell’isteroscopio sia per flusso gravitazionale che tramite sistemi a pressione con manometro. Queste soluzioni non devono essere usate quando si intende utilizzare la coagulazione monopolare, ma sono lecite con gli elettrobisturi bipolari. Poiché la soluzione fisiologica è elettrolitica ed iso-osmolare non si verificano problemi di iponatremia sebbene permanga un modesto rischio di edema polmonare solo a seguito di quantità elevate di soluzione introdotte.50 Le ipertoniche, ovvero le soluzioni non elettrolitiche, come la glicina , il sorbitolo e il mannitolo, poiché condividono alcune caratteristiche sono raggruppate assieme e sono indicate per l’isteroscopia operativa o resettoscopia. Esse non sono molto tossiche, non conducono elettricità, sono fluidi a bassa viscosità, miscelabili con il sangue e offrono una buona visione endoscopica. Il destrosio in H2O viene raramente utilizzato come mezzo di distensione, mentre la glicina 1.5 % e il sorbitolo al 3% vengono comunemente utilizzati per l’isteroscopia operativa e per gli interventi uroginecologici. Quando si utilizzano questi mezzi di distensione bisogna prestare attenzione ai volumi dei liquidi introdotti. La principale ragione per la scelta di un mezzo non elettrolitico è quella di utilizzare un bisturi monopolare sia per il taglio che per la coagulazione. Le complicazioni associate all’assorbimento delle soluzioni non-elettolitiche utilizzate nel campo dell’isteroscopia chirurgica, sono l’ipervolemia con 22 iponatremia, iperosmolarità, edema polmonare con il sovraccarico di liquidi e la sindrome intravasale con i difetti della coagulazione.51 Si è evidenziato che l’utilizzo della glicina isotonica all’1.5% ha riportato maggior sicurezza nella gestione delle eventuali complicanze. I suoi svantaggi includono una difficoltà a mantenere un campo visivo chiaro e grandi quantità per una singola procedura. Il campo visivo risulta infatti oscurato poiché tale liquido non e’ miscibile con il sangue. Per questo si deve utilizzare un flusso irrigazione continuo al fine di ottenere una visione più limpida possibile. E’ necessaria inoltre un pressione costante, per separare le parti uterine; essa deve essere mantenuta tra 100 e 80 mmHg. Invece il mannitolo al 5% è un mezzo per l’isteroscopia relativamente nuovo. Si utilizza con i coagulatori monopolari, ha proprietà simili a quelle della glicina e del sorbitolo. Il materiale è a bassa viscosità, miscelabile con il sangue e otticamente trasparente., si somministra sovente per gravità poiché è disponibile in flaconi di 4 litri. Il suo principale vantaggio è che è iso-osmolare a 285 mOsm e che ha anche un effetto diuretico osmotico. Quindi per quanto concerne l’iponatrenemia questo mezzo è più sicuro della glicina e del sorbitolo. Il materiale non contiene elettroliti pertanto si può verificare emodiluizione in caso avvenga un abbondante assorbimento intravascolare. 23 Il tasso di complicazione per la diagnostica e la isteroscopia operativa è pari al 2%, con gravi complicazioni che si verificano in meno di 1% dei casi In conclusione indipendentemente dal mezzo di distensione che si scelga di utilizzare è opportuno che l’isteroscopista abbia dimestichezza con un mezzo di distensione per la fase diagnostica ed altri per la fase terapeutica. Naturalmente l’operatore deve essere a conoscenza sugli effetti collaterali dei mezzi di distensione che utilizza. Inoltre il sistema di infusione è importante al pari del mezzo di distensione usato. 24 CONTROLLO DEL DOLORE NELLE PAZIENTI AMBULATORIALI 52 L’office hysteroscopy ha dimostrato un’accuratezza diagnostica sovrapponibile a quella delle pazienti sottoposte ad isteroscopia in regime di ricovero ordinario. Il ridotto rischio anestesiologico, il miglioramento del rapporto costo beneficio, una immediata ripresa delle pazienti alle attività quotidiane e lavorative rende oggi l’isteroscopia ambulatoriale una pratica routinaria-. Tuttavia oggi le statistiche riportano che ancora una percentuale di ginecologi esegue l’isteroscopia in anestesia generale. Il discomfort o il dolore vero e proprio rappresenta il principale limite all’esecuzione ambulatoriale di tale indagine. Il plesso nervoso inferiore ipogastrico giace lateralmente all’utero e alla vagina, all’interno del complesso legamentoso uterosacrale cardinale. Questo plesso contiene i nervi splancnici pelvici simpatici,che derivano dl tronco toracolombare, e il parasimpatico, che deriva dal tronco cranio sacrale. Esso si divide in tre porzioni: (1) il plesso vescicale anteriore, (2) il plesso utero vaginale (conosciuto anche come il plesso di Frankenhauser) , (3) il plesso rettale medio. Il plesso di Frankenhauser innerva la parte bassa del corpo uterino, la cervice e la parte superiore della vagina. Esso decorre sulla superficie dorsomediale dei vasi uterini. Ciò che causa dolore è la distensione della cavità uterina. Minore è la pressione della distensione uterina , minore sarà il disagio apportato. La pressione minima utilizzata per separare le pareti uterine , è di 30 mmHg. Nel paziente ambulatoriale la pressione dovrebbe essere tenuta a tale minimo. Uno studio 25 prospettico randomizzato, posto per confrontare l’anidride carbonica e la soluzione salina come mezzo di contrasto, ha evidenziato minor dolore addominale e minor dolore alla spalla con l’utilizzo della soluzione salina. (Litta , Bonora –Human reprod 2003) Una distensione media non adeguata, provoca maggior disagio nelle donne nullipare rispetto alle donne multipare. La dimensione dell’isteroscopio e della guaina ha un impatto sul dolore percepito e sul relativo successo. Si è evidenziato che l’utilizzo di diametri <3.5 mm sono ben tollerati nel campo ambulatoriale. Pare invece determinante, al fine di alleviare il dolore, il dialogo con la paziente. Ricordiamo che la maggior parte delle pazienti, nell’isteroscopia ambulatoriale, non necessitano di anestesia o analgesia. Ciò è richiesto solo se c’è da oltrepassare una serrata stenosi cervicale, o durante le procedure isteroscopiche operative. Per esempio, i polipi possono essere rimossi tramite energia bipolare, con un dolore quasi minimoLe tecniche anestetiche per la procedura isteroscopica ambulatoriale includono lidocaina topica, lidocaina intrauterina e il tradizionale blocco paracervicale o il profondo blocco paracervicale. 54 Analgesia, sotto forma di paracetamolo o anti-infiammatori non-steroidei, possono essere utilizzati per le operazioni di isteroscopia ambulatoriali; il più utilizzato è il dicoflenac sodium, che ha dimostrato una maggiore efficacia. 26 ISTEROSCOPIA AMBULATORIALE MODERNA 36 Le due principali tecniche isteroscopiche sono quella a contatto e quella panoramica. Il campo visivo in entrambe è ottenuto da una o più lenti poste nel canale dello strumento ottico. Nella tecnica a contatto l’ottica è a diretto contatto con l’area da esaminare, mentre in quella panoramica si mantiene ad una certa distanza. Hamou realizzò uno strumento in grado di utilizzare sia l’isteroscopia panoramica che quella a contatto per la quale coniò il termine “microcolpoisteroscopia”. L’isteroscopia può essere eseguita senza anestesia o può essere effettuata sotto anestesia generale, locale o regionale. Il momento ideale del ciclo mestruale per effettuare l’isteroscopia deve essere strettamente limitato alla fase follicolare, dopo la fine della mestruazione ; in questo momento l’endometrio è più sottile, il sanguinamento è più raro e la visualizzazione è ottimale. Sebbene l’isteroscopia si sia evoluta nel corso degli ultimi 35 anni, il suo uso ambulatoriale non è entrato nella pratica fino all’innovazione avvenuta agli inizi degli anni 80. L’introduzione di un isteroscopio di piccolo calibro, con un diametro esterno inferiore a 5 mm, ha semplificato l’esplorazione ambulatoriale della cavità uterina e, in associazione ai già precedenti ben affermati metodi di prelievo di campioni di endometrio, ha migliorato sensibilmente la valutazione ambulatoriale della paziente affetta da sanguinamento uterino anomalo. Sono 27 stati inoltre introdotti altri metodi di valutazione della cavità uterina, quali ecografia transvaginale, l’isterosonografia , la RMN, tutti capaci di offrire elementi specifici che si completano a vicenda e che sono utili per un’appropriata valutazione delle paziente selezionate. )E’ stato inoltre stabilito con chiarezza quali pazienti vadano sottoposte ad isteroscopia e definire i criteri di esclusione. 55 La selezione delle pazienti da sottoporre ad isteroscopia ambulatoriale è basata su indicazioni appropriate che tengano conto di una anamnesi adeguata ed un esame pelvico e , non di rado, anche di un recente Pap-test, tamponi colturali vaginali e cervicali ed eventualmente un test di gravidanza. Strumentazione attuale 56-1 Negli ultimi anni, lo sviluppo di isteroscopi di piccolo diametro, l’utilizzo di soluzioni saline e l’introduzione di un approccio atraumatico per l’ingresso dell’isteroscopio nell’orifizio uterino esterno (OUE) (approccio vaginoscopico o tecnica “no touch”) hanno reso l’isteroscopia una tecnica ambulatoriale quasi indolore, veloce e pressoché priva di complicanze: office hysteroscopy. Gli isteroscopi con diametro totale ≤3,5 mm vengono definiti ministeroscopi. La riduzione di 1-2 mm del diametro delle ottiche ha reso possibile non solo la produzione di camicie diagnostiche dal diametro ridotto (rendendo l’introduzione dell’isteroscopio nella cavità uterina più semplice e meno dolorosa),ma anche di camicie operative con diametro uguale o inferiore ai 5 28 mm, quale era il diametro delle originali camicie puramente diagnostiche. Questi moderni isteroscopi, dotati di canale operativo attraverso il quale introdurre una vasta gamma di strumenti 5 o 7 Fr, offrono all’endoscopista la possibilità non solo di visualizzare la cavità uterina, ma anche di eseguire biopsie e trattare ambulatorialmente patologie intrauterine benigne quali sinechie, polipi, miomi. Questa filosofia è stata definita “see & treat” (office operative hysteroscopy). Attualmente uno degli isteroscopi rigidi più utilizzati al mondo è l’isteroscopio “office” a flusso continuo 5 mm (Karl Storz), caratterizzato da un’ottica a visione foro-obliqua a 30° e un diametro totale di 5 mm. Recentemente è stata ideata una versione più sottile con un’ottica di 2 mm che riduce il diametro finale dell’isteroscopio a 4 mm (Karl Storz). Entrambi gli isteroscopi sono dotati di due camicie (una per l’irrigazione e una per l’aspirazione, che realizzano un sistema a flusso continuo per un ottimale lavaggio della cavità), un canale operativo di 5 Fr (di 1,6 mm circa) e sono caratterizzati da un profilo ovalare, ideale per un inserimento atraumatico dell’isteroscopio all’interno della cervice. 29 Difatti l’orifizio uterino interno (OUI) è normalmente ovale con il maggiore asse traverso, del diametro approssimativamente di 4-5 mm. Una semplice rotazione di 90° dello strumento permette di allineare il maggiore asse longitudinale dell’isteroscopio con l’asse traverso dell’OUI, con minimo discomfort per la paziente. Lo scopo difatti è sempre di rendere minimo il dolore e il disagio del paziente. Il miglioramento della tecnologia a fibre ottiche ha reso possibile la realizzazione di un ministeroscopio semirigido (Versascope, Gynecare Ethicon), costituito da un’ottica di 1,8 mm con un angolo di visione a 0° e una singola camicia monouso esterna. Questa camicia è dotata di una guaina di plastica che permette l’afflusso del mezzo di distensione liquido e di un canale per il deflusso nell’ambito di un sistema a flusso continuo utilizzato per la distensione dell’utero. È inoltre presente un canale operativo che consente l’introduzione di strumenti semirigidi 7 Fr (pinze da biopsia o da presa, forbici) o di elettrodi bipolari 5 Fr (Figura: Versascope) TECNICA 30 Per l’esecuzione dell’isteroscopia la paziente viene posta in posizione litotomica. E’ opportuno eseguire la visita ginecologica per apprezzare la posizione dell’utero. Successivamente si può inserire lo speculum per visualizzare la portio oppure direttamente l’isteroscopio (vaginoscopia) se si utilizza il mezzo liquido per la distensione uterina. La CO2 e la soluzione salina sono i mezzi di distensione più utilizzati in Office hysteroscopy. Sebbene la CO2 sia generalmente ben tollerata, attualmente la distensione uterina con la soluzione salina si è dimostrata essere associata a una migliore compliance da parte delle pazienti, a un miglior rapporto costi-benefici e a una migliore visione in caso di sanguinamento intrauterino. Inoltre, la soluzione salina si rende imperativa nel caso di utilizzo di elettrodi bipolari. Un flusso del mezzo liquido tra 200 e 350 ml/min, associato a una pressione di aspirazione di 0,2 bar, è di solito sufficiente per ottenere una buona dilatazione della cavità uterina, approssimativamente a 30-40 mmHg. Questi valori, inferiori a 70 mmHg, prevengono il passaggio del mezzo di distensione in addome attraverso le tube, riducendo il rischio di reazione vagale. Oggi, grazie ai notevoli sviluppi tecnologici, il mezzo liquido di distensione viene normalmente erogato da una pompa elettronica di irrigazione/aspirazione; i differenti parametri sullo strumento (flusso, pressione, aspirazione) sono regolati in modo da ottenere una distensione media di 30-40 mmHg. Approccio vaginoscopico 57 31 L’approccio vaginoscopico, ideato da Bettocchi e Selvaggi nel 1995 per ridurre il discomfort e il dolore delle pazienti durante l’office hysteroscopy, non prevede l’utilizzo dello speculum e della pinza di Martin per visualizzare l’OUE e facilitare l’ingresso in esso dell’isteroscopio (tecnica tradizionale), rispetto al tradizionale approccio. La vagina può infatti essere distesa dal liquido erogato dall’isteroscopio, posizionato in vagina, alla pressione di 30-40 mmHg, analoga cioè a quella che servirà per distendere successivamente la cavità uterina. Una volta visualizzati la portio e l’OUE, l’isteroscopio va introdotto nel canale cervicale e poi in cavità uterina. Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’approccio vaginoscopico è capace di ridurre il discomfort delle pazienti, incrementando le possibili applicazioni dell’office histeroscopy, rendendo possibile l’esecuzione di tale indagine anche in pazienti vergini o postmenopausali che altrimenti avrebbero richiesto l’anestesia locale e/o generale. L’approccio vaginoscopico non richiede tempi più lunghi rispetto alla tecnica convenzionale. Difatti il tempo necessario per identificare l’OUE è pienamente recuperato alla luce del tempo risparmiato evitando l’impiego della strumentazione vaginale. Inoltre, l’esperienza e l’utilizzo di isteroscopi con ottiche a visione foro-obliqua facilitano la rapida individuazione dell’OUE. Questo approccio, tuttavia, richiede una buona conoscenza delle caratteristiche della strumentazione utilizzata e una certa destrezza da parte dell’operatore. Infatti la visione con ottica dotata di foro-obliquità a 12°-30°, particolarmente 32 utile per esaminare la cavità uterina, potrebbe rendere difficoltoso il passaggio dell’isteroscopio attraverso l’OUE e il canale cervicale se non si conoscessero alcune elementari regole fisiche. Infatti, ciò che l’endoscopista vede localizzato al centro dello schermo è, in realtà, sito a 30° più in basso rispetto all’isteroscopio nello spazio reale; indi l’immagine richiesta deve apparire nella metà bassa dello schermo (ore 6) e non al centro; in questo modo si potrà essere sicuri che l’isteroscopio è posizionato al centro del canale, perfettamente allineato con l’asse longitudinale del canale cervicale e si eviterà quindi la stimolazione delle fibre muscolari e dolore da parte della paziente . Pertanto la vaginoscopia permette una visione ottimale della fornice della vagina, dell’esocervice e del canale cervicale della cavità uterina e le diagnosi differenziali per perdite ematiche nelle neonate e nelle bambine che includono traumi, tumori ed infezioni. L’isteroscopio da 6 mm (?) può essere inserito in una neonata e si possono visualizzare fornici vaginali, la vagina, quando le bambine sono sveglie mediante una sedazione minima e con la posizione in decubito laterale o genu pettorale è quella che più si presta a una buona visione (Figura : approccio vaginoscopio). 33 Minioperatività nel tempo 1 Negli ultimi due decenni, con la comparsa di isteroscopi di calibro ridotto con canali operativi e sistemi a flusso continuo, è divenuta sempre più realistica la possibilità di trattare diverse patologie uterine, cervicali e vaginali in regime ambulatoriale senza analgesia e/o anestesia. Questa nuova filosofia (“see & treat hysteroscopy”) riduce o potrebbe anche eliminare la distinzione tra fase diagnostica e fase operativa, introducendo il concetto di una singola procedura in cui la parte operativa è perfettamente integrata con quella diagnostica. Gli strumenti operativi meccanici (forbici, pinza da biopsia e da presa, ecc.) hanno rappresentato per lungo tempo il solo modo per applicare tale filosofia in ambito ambulatoriale. L’avvento della tecnologia bipolare, con l’introduzione di elettrodi 5 Fr da poter inserire nei canali operativi dei moderni isteroscopi, ha notevolmente ampliato il numero di patologie endocavitarie da trattare 34 ambulatorialmente, riservando così l’uso del resettore e della sala operatoria a pochi casi selezionati. Il sistema Versapoint: Come già detto i vantaggi della tecnologia bipolare rispetto a quella monopolare, in ambito isteroscopico, sono rappresentati dalla possibilità di poter utilizzare soluzioni saline piuttosto che mezzi di distensione liquidi non ionici (glicina, sorbitolo- mannitolo, ecc.), così come dalla riduzione della dispersione di energia ai tessuti durante la resezione. Nel 1997 è stato introdotto sul mercato un sistema elettrochirurgico versatile dedicato per l’isteroscopia (Versapoint Bipolar Electrosurgical System) Esso consiste di un generatore bipolare ad alta frequenza e di elettrodi bipolari coassiali studiati per tagliare, coagulare e vaporizzare il tessuto. L’elettrodo bipolare 5 Fr (1,6 mm di diametro), lungo 36 cm e flessibile, può essere usato attraverso il canale operativo dei moderni isteroscopi. Sono a disposizione del chirurgo tre tipi di elettrodi: il Twizzle, specifico per la vaporizzazione controllata e precisa (taglio), lo Spring, usato per diffusa vaporizzazione tissutale, e il Ball, per coagulare i tessuti Il Twizzle viene preferito agli altri elettrodi perché più preciso nel taglio e in grado lavorare vicino al miometrio con livelli di potenza inferiori e quindi causando meno fastidio alla paziente. Esistono diverse modalità di erogazione della corrente. 35 l’elettrodo Twizzle era possibile produrre una dissezione del tessuto con ridotta produzione di bolle e un aumento della compliance da parte della paziente in regime ambulatoriale.(Figura : Versapoint). L’isteroscopia e quindi la sua minioperatività è stata utile per l’identificazione e il relativo trattamento di svariate patologie. Statisticamente si è notato che più del 20% delle pazienti hanno un sanguinamento uterino anomalo. E’ necessario sempre, prima di effettuare un endoscopia su donne in età fertile, capire se il sanguinamento è associato a un impianto di gravidanza, o all’uso di contraccezione ormonale (orale o impianti ), perdite da contracettivi intrauterini in sede o perdite da diatesi emorragiche, come von Willebrand, o perdite da cause infettive come cerviciti o endometriti. Sono frequenti le perdite di sangue anomalo nel periodo della perimenopausa. Queste includono: lesioni di tipo focale (come i polipi endometriali) o fibromi 36 sottomucosi, o lesioni di tipo diffuso come la adenomiosi , l’iperplasia endometriale e il tumore. 58 Sarebbe meglio eseguire tale rimozione previa isteroscopia, poiché il sanguinamento oscura la visione dell’isteroscopia. Sia sessili che peduncolati, possono essere rimossi con forbici e pinzette, e l’utilizzo di elettrodi bipolari. 59 Il tumore dell’endometrio è raro statisticamente prima dei 40 anni. La sua incidenza aumenta gradualmente tra i 45 e i 55 anni; tra il 5 e il 10% delle donne con una perdita anomala in postmenopausa, è associato alla diagnosi di tumore di endometrio. L’iperplasia endometriale è la lesione precancerosa del tumore all’endometrio. La profondità della mucosa è valutata da una semplice pressione della punta dell’endoscopio. Un aumento dello spessore dell’endometrio, e una vascolarizzazione e formazione polipoide, possono essere considerate caratteristiche visualizzate dall’isteroscopio nella diagnosi dell’iperplasia. La presenza di irregolarità mamillare e cerebroidi, escrescenze friabili, possono essere associate a caratteristiche di diagnosi di malignità; tutto questo inteso dal punto di vista anatomopatologico. Nell’investigazione dell’infertilità, l’isteroscopia risulta la metodica più chiarificatrice per evidenziare patologie intrauterine, in associazione a una isterosalpingografia precedentemente effettuata, i cui risultati siano negativi. 60 Le patologie più frequenti associate all’infertilità sono: i polipi endometriali, i fibromi sottomucosi e le aderenze intrauterine, come le sinechie e l’utero setto. 37 Il 10% delle pazienti, hanno presentato infertilità associata alla presenza di polipo endometriali; la loro rimozione, non è stata determinante per la risoluzione del problema di sterilità. I fibromi hanno dimostrato invece, essere delle possibili cause, sia dirette che indirette, dell’infertilità. Molti studi hanno rilevato percentuale di successo alta, nella possibilità di realizzazione di gravidanza e di nascite, con la rimozione di fibromi. Usualmente con la tecnica dell’isteroscopia vengono rimossi fibromi sottomucosi di tipo 0 e 1. Nell’isteroscopia ambulatoriale vengono rimossi solo fibromi con un diametro inferiore a 2 cm. Per quanto riguarda invece le aderenze uterine, tra la più frequente la sindrome di Asherman, riscontrata nel 13% delle donne con problemi di infertilità. L’isteroscopia ha in questo caso uno scopo puramente diagnostico; la risoluzione del problema necessita un approccio chirurgico. 38 CONTROINDICAZIONI 56 Gravidanza: Infezioni cervicali: Neoplasia del collo dell’utero: Le pazienti affette da tumore dell’utero dovrebbero essere escluse per la possibilità di diffondere la neoplasia. Le controindicazioni relative riguardo l’isteroscopia sono Perdite ematiche la stenosi cervicale e l’adenocarcinoma. COMPLICAZIONI DELL’ISTEROSCOPIA AMBULATORIALE 61-62 L’isteroscopia ambulatoriale è una procedura sicura. Complicazioni nell’isteroscopia sono poco probabili, e se avvengono, raramente mettono a rischio la vita del paziente. Un protocollo divulgativo del Royal College di Ostetrici e Ginecologi, afferma che solo l’8/1000 dei pazienti hanno avuto perforazioni uterine; la percentuale è addirittura inferiore se si considera l’isteroscopia ambulatoriale. Un campionamento di 25.000 paz. ha evidenziato 3/10000 casi di complicazioni gravi, come l’infezione pelvica, perforazione uterina, perforazione della vescica e precipitazione di ipocalcemia e angina. La procedura isteroscopica operativa, è invece molto più rischiosa, e la perforazione uterina è la complicanza più comune. Le altre procedure isteroscopiche, come la resezione di fibromi e l’utero setto, hanno dato una percentuale più alta di complicazioni, dovute ad intravasazione. 39 In un largo studio(?)clinico, condotto in Italia, 501 donne sono state trattate per patologie intrauterine con l’isteroscopia ambulatoriale, senza anestesia o analgesia. Nessun fallimento o complicazione si è riscontrata durante la procedura. Complicanze della isteroscopia. Vi sono sette categorie di complicazioni associate alla procedura isteroscopica. 1. Complicanze meccaniche tra cui lacerazione cervicale e perforazione uterina. 2. Sanguinamento eccessivo per lacerazioni di vasi uterini che puo’ portare ad isterectomia. 3. Infezione (endometriti e/o peritoniti più a rischio nelle procedure prolungate). 4. Complicazioni anestetiche (allergie , shock anafilattico ) 5.. Edema da sovraccarico di liquidi. 6. Embolia di gas. Complicazioni intraoperative 63 -Riflesso vasovagale. -Trauma cervicale. -Perforazione uterina. -emorragia. Complicazioni medie: reazioni anafilattiche 1. Questo avviene durante la dilatazione della cervice o il passaggio dello strumento isteroscopico. L’incidenza della reazione vaso-vagale è 1/300 casi, e dipende all’abilità dell’endoscopista e del diametro del’isteroscopio. 40 2. Attualmente l’isteroscopia diagnostica non necessita della dilatazione cervicale. 3. L’utero può essere perforato dal dilatatore, dell’isteroscopio o da una sorgente di energia,ciò avviene poichè non c’è una visione nitida. I rimedi alla perforazione, variano a seconda della sede perforata , delle dimensioni e della presenza di organi circostanti. La perforazione avviene maggiormente a livello del fondo uterino, senza un sanguinamento significativo. 4. L’emorragia intra- o post-operativa, può essere causata da: -Tenacolo. -Perforazione uterina. -Metodica di procedura. La perdita ematica intrauterina, se avviene durante la procedura, deve essere bloccata da un coagulatore elettrico. Se ciò non è sufficiente, bisogna sospendere la procedura e tamponare con il posizionamento di un catetere Foley, e distendere il palloncino. La rimozione del catetere deve essere eseguita dopo 4/6 ore, nella speranza che il sanguinamento si sia fermato. 5. Le reazioni anafilattiche sono dovute al destrano e poi la massiva disseminazione intravasale di CO2 può determinare sia acidosi ipercarbia. Le aritmie possono avvenire se non sihanno precauzioni durante la procedura. La perfusione inappropiata di abbondante quantità di gas CO2 determina uno alterazione dell’equilibrio elettrolitico. 41 Complicazioni successive alla procedura -Infezioni. -Perdite vaginali. -Formazioni di aderenze 1. Un incidenza di 2/1000 infezioni è stata riportata su 4000 isteroscopie diagnostiche. Un’infiammazione pelvica acuta, a seguito dell’isteroscopia, è rara. Il trattamento più adeguato è la terapia l’antibiotica e le lavande vaginali. 2. Le perdite vaginali sono le più comuni dopo una metodica ablativa, e possono prolungarsi per 2/3 settimane, causando disagi. La paziente si deve allarmare e contattare il proprio ginecologo solo se riscontra rialzo piretico e perdite eccessive e maleodoranti. PREDISPOSIZIONE DELLA SALA 42 I requisiti necessari sono i seguenti: sala ampia e adeguata, check della strumentazione e della sua sterilità : insufflatore,sistema di deflusso continuo, generatore elettrico, sistema di videocamere. MODALITA’ DELLA PROCEDURA 64 Preparazione della paziente, dopo essere stati a conoscenza della sua anamnesi e informato la suddetta della procedura dei rischi e aver avuto il suo consenso. Posizionare la paziente in posizione ginecologica quindi litotomica ,con un ‘inclinazione favorevole per introduzione dell’isteroscopio per la giusta direzione del canale cervicale e della cavità uterina. Rassicurare la paziente e spiegarle in anticipo la natura del procedimento. Evitare di spaventare la paziente lasciandole di vedere gli strumenti disposti sul tavolo. Viene eseguito esame bimanuale per determinare forma , dimensione e posizione dell’utero. ( la paziente deve essere tra il 6 e 10 giorno del ciclo mestruale, poichè in questo momento l’istmo è ipotonico e il passaggio è reso più agevole) Gli strumenti sterili , tamponi batuffoli di cotone e coloranti dovrebbero essere a disposizione pronti su una superficie e su un carrello sterile. Introduzione dell’isteroscopio, previo collegamento di esso con la sorgente di luce e il gas(con adeguata pressione). E poi procedere all’esecuzione. La pressione intrauterina deve rimanere sotto 60/70 mmhg per evitare la sovra 43 distensione delle pareti uterine e il passaggio del mezzo di distensione nell’addome attraverso le tube. Il settaggio del sistema lavaggio aspirazione :progettato per lavorare con fluidi a bassa viscosità, consiste di una pompa e di un sistema di aspirazione variabile entrambi controllati con un meccanismo di feed-back,mantenendo una pressione di 50 mmHG. Qui evidenziamo i vari momenti: indipendentemente dal mezzo di distensione utilizzato. si utilizza una pinza da presa h 12. si avvia il flusso del mezzo di distensione mentre si passa la cervice. Attraversare l’endocervice sotto visione isteroscopica diretta. Entrare nella cavità uterina sotto una visione diretta. Se la visibilità non è buona, non avanzare con lo strumento, ma anzi ritornare ai passi precedenti dell’isteroscopia e ritentare di mettere a fuoco. Mantenere sia l’isteroscopio allineato al centro della cavità uterina e un infusione regolare di Hyskon. Esaminare con attenzione la parete anteriore, posteriore e il fondo e prendere nota dei reperti visualizzati. Al momento di rimuovere l’isteroscopio, riesaminare con cura la cervice smontare l’equipaggiamento e provvedere alla sterilizzazione della strumentazione. 44 MANTENIMENTO E STERILIZZAZIONE DELL’APPARECCHIATURA65 Subito dopo l’esecuzione dell’isteroscopia , si deve pulire la lente. Una sempilce pulizia serve a rimuovere la maggior parte dei batteri. Se non si esegue questa semplice precauzione , le secrezioni si possono seccare sulla lente, analogamente se la camicia non viene pulita, le secrezioni condensate richiederanno l’uso di spazzole e abrasivi. La procedura di sterilizzazione consta l’utilizzo di triossido di metilene per almeno la durata di 7 ore. Per una sterilizzazione a secco può essere usato l’adylene.Nel corso di una seduta operatoria la parte distale del telescopio dovrebbe essere immersa in glutaldeide per almeno 20 minuti. Dopo ciascun esame lo strumento dovrebbe essere pulito in acqua. Le lenti prossimali vengono pulite con cotone umido bagnato nell’alcool. L’attuale standard della sterilizzazione degli endoscopi è la sterilizzazione a gas con ossido di etilene. Inoltre ci sono sistemi di sterilizzazione a basse temperature come STERIS 1, in un primo tempo poi successivamente sostituita da STERRRAD 50 e STERRAD 100 che impiega il perossido di idrogeno e plasma di gas. La nuova generazione di disinfettanti è rappresentata dalle soluzioni Cidex OPA che ha sostituito l’utlizzo di glutaraldeide e accelerato pertanto la procedura di sterilizzazione. Questi metodi preservano non solo l’efficacia e la sicurezza , ma permettono anche la ripetizione rapida delle procedure. 45 La percentuale di fallimento per l’isteroscopia ambulatoriale varia tra il 2 % e l’8% nella letteratura (in media quindi circa il 4%). Tale dato, non è inferiore a quello riscontrato nella procedura eseguita nei pazienti interni (circa il 3%). La percentuale di fallimento, nelle donne in menopausa, non è inferiore a quella delle donne in pre menopausa. Consenso: Prima di praticare l’isteroscopia, vi è l’obbligo etico di assicurarsi che la paziente abbia dato il consenso, o per iscritto o verbale a tale procedura. 46 PARTE SPERIMENTALE Scopo dello studio I vantaggi della visione diretta e ingrandita delle cavità dell'organismo e del loro contenuto ha determinato negli ultimi due decenni un vertiginoso aumento delle tecniche endoscopiche, sia diagnostiche che terapeutiche. Ciò è stato consentito dalla rapida evoluzione tecnologica della strumentazione meccanica necessaria e, soprattutto, dagli sviluppi tecnici delle ottiche e dei sistemi di trasporto delle immagini. Lo studio endoscopico della cavità dell'utero (isteroscopia), in confronto all'endoscopia della cavità addominale (laparoscopia), ha sempre incontrato maggiori difficoltà di tipo anatomico (cavità virtuale, fragilità dell'endometrio, stenosi dell’OUI), che hanno richiesto uno sviluppo tecnico organo-specifico, rallentandone così la diffusione. A queste difficoltà dobbiamo aggiungere i problemi legati alla ricerca di un ideale "mezzo di distensione della cavità uterina" che minimizzasse gli effetti negativi della sua perdita transcervicale, tubarica e del riassorbimento vascolare e peritoneale. Più recentemente, una nuova generazione di isteroscopi, rigidi e a fibre ottiche, di calibro molto ridotto ma con la capacità di trasportare luce di immagini di qualità superiore, ha permesso di raggiungere livelli insperati. Infatti, l'allargamento del campo visivo e l'aumento della luminosità e della risoluzione delle nuove ottiche hanno incrementato l'uso di questi isteroscopi a calibro ridotto, permettendo un'esecuzione meno traumatica e con un maggior grado di accettabilità da parte delle pazienti nell'isteroscopia ambulatoriale. 47 Uno degli elementi che a nostro parere influisce in modo significativo nell'ottenere una migliore compliance delle pazienti, è stato l'uso di un mezzo liquido per la distensione. Lo scopo del nostro studio è di valutare l'accettabilità per le pazienti e la facilità di esecuzione dell'esame isteroscopico, mettendo a confronto il mezzo di distensione gassoso (CO2) con quello liquido (soluzione fisiologica allo 0,9% di Na Cl) e valutando quindi il dolore delle pazienti (VAS) attraverso uno studio prospettico randomizzato e verificando l’eventuale modificazione del grado di capacità diagnostica in relazione al sistema usato. 48 Sede e tipo dello studio Il nostro studio è stato eseguito presso l’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma ma l’esecuzione delle isteroscopie è avvenuta presso il Calvary Hospital , sede distaccata dello stesso. É stato utilizzato uno studio prospettico randomizzato. Gli studi clinici controllati randomizzati (randomized controlled trial, RCT) sono studi sperimentali che permettono di valutare l'efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione. Con il termine trattamento si intendono convenzionalmente non solo le terapie ma tutti gli interventi (diagnostici, di screening, di educazione sanitaria) e anche l'assenza di intervento. Questo tipo di studio si caratterizza per essere: - sperimentale: le modalità di assegnazione dei soggetti alla popolazione da studiare vengono stabilite dallo sperimentatore. Una volta reclutata la popolazione, sulla base di tutte le variabili di significato prognostico noto considerate dal ricercatore (natura e gravità della malattia, età, parità, ecc.), si verifica l'effetto di un trattamento o di una procedura confrontandolo con l’effetto di altro diverso trattamento. - controllato: i soggetti coinvolti nello studio sono suddivisi in due gruppi: il gruppo o braccio sperimentale che riceve il trattamento e il gruppo o braccio di controllo che riceve un diverso o nessun trattamento. Se la sperimentazione è eseguita correttamente i due gruppi risultano il più possibile omogenei, almeno per tutte le variabili considerate, e quindi 49 comparabili. - randomizzato: l'assegnazione del trattamento ai soggetti deve avvenire con un metodo casuale (random). La randomizzazione aumenta la probabilità che altre variabili, non considerate nel programma dello studio, si distribuiscano in maniera uniforme nel gruppo sperimentale e in quello di controllo. In tal modo, le differenze eventualmente osservate tra i due gruppi possono essere attribuite al trattamento. La randomizzazione da sola non garantisce però che i gruppi così generati siano perfettamente identici e che le differenze osservate non siano invece dovute a sbilanciamenti casuali tra i gruppi. L'analisi statistica tiene conto di questa possibilità e la quantifica nella presentazione dei risultati. La randomizzazione può essere eseguita con diverse modalità. Il metodo più rigoroso implica l'applicazione di protocolli precisi, in modo che lo sperimentatore non possa prevedere il trattamento assegnato a ciascun paziente. La randomizzazione può anche essere condotta per gruppi di pazienti; in questo caso si parla di randomizzazione per cluster. Quando possibile, né lo sperimentatore né i soggetti coinvolti sono a conoscenza del trattamento assegnato (cioè entrambi sono in cieco, da cui il termine "doppio cieco") onde ridurre la probabilità che essi ne risultino influenzati. I pazienti potrebbero infatti comportarsi in maniera diversa a seconda del gruppo al quale appartengono e gli operatori sanitari potrebbero valutare diversamente le loro condizioni. 50 Lo studio clinico controllato randomizzato è uno studio prospettico. Quindi la sperimentazione viene condotta parallelamente nei due gruppi e i risultati ottenuti vengono analizzati alla fine dello studio. E' importante che l'analisi dei dati venga effettuata su tutti i soggetti inizialmente reclutati e che nessun paziente sia escluso dallo studio. E' infatti possibile che alcuni pazienti ammessi allo studio e assegnati ad uno dei trattamenti manifestino sintomi o condizioni tali da ritenere necessari la sospensione o il cambio del trattamento (aggravamento della malattia, intollerabilità o tossicità del farmaco, ecc.). Anche le informazioni riguardanti chi non ha seguito il protocollo o chi si è ritirato dallo studio devono essere comprese nell'analisi finale dei dati. 51 Materiali e metodi I pazienti Dal 1995 al 31 dicembre 2007 sono state prese in considerazione 4076 isteroscopie eseguite nell'ambulatorio dell’Ospedale San Giovanni Addolorata. Sono stati costituiti quindi due gruppi di pazienti: - il gruppo A (soluzione salina) per un totale di 2168 esami in cui la procedura isteroscopica ha impiegato come mezzo di distensione una soluzione fisiologica allo 0,9% di Na Cl; - il gruppo CO2 di 1908 esami, nel quale è stato utilizzato il gas CO2. Le pazienti dei gruppi A e CO2 state arruolate in modo randomizzato, tramite il metodo precedentemente illustrato. Strumentazione Per l'isteroscopia con soluzione salina è stato utilizzato un'isteroscopio rigido con lente a 30° del diametro di 3 mm e camicia esterna di 4 mm (Olympus). Per il campionamento della mucosa uterina e l’asportazione di piccoli polipi è stata utilizzata una camicia esterna operativa a flusso continuo di 5,5 mm con canale operativo di 7mm. La soluzione salina, contenuta in sacche da 1 l, è stata posizionata a 1 m dal piano perineale in una spremisacca connessa ad un manometro a pompa, soffiato e regolato con valori pressori di 100 mmHg iniziali. Per l'isteroscopia a CO2 sono stati utilizzati i seguenti strumenti: un'isteroscopio rigido a 30° da 4 mm di diametro con camicia esterna di 4,5 mm (Hamou II 52 Storz), un isteroinsufflatore elettronico Hamou (Karl Storz) regolato con flusso di CO2 non superiore a 60 ml/minuto, pressione di insufflazione di 100 mmHg con controllo elettronico della pressione intrauterina minore o uguale a 80 mmHg. Entrambe le procedure hanno usufruito della stessa fonte di luce fredda alogena (250 W) condotta da cavi a fibre ottiche di uguale diametro, della stessa telecamera (telecamera Karl Storz e il videoregistratore Sony) per la trasmissione e riproduzione dell'immagine. Tecnica La maggior parte delle pazienti erano normomestruate che non assumevano alcun farmaco inibente l'ovulazione. L'esame è stato effettuato tra il quinto e il sedicesimo giorno del ciclo. Le pazienti, dopo il controllo dello screening HCV, HIV e HBV e dopo la spiegazione della procedura e la compilazione del consenso informato, sono state fatte adagiare sul lettino ginecologico in posizione litotomica o in quella riferita più comoda dalle stesse e tale da consentire loro di osservare attraverso il monitor le immagini trasmesse del proprio esame. Esse sono state prima visitate per valutare posizione e dimensioni dell'utero e poi, dopo l’applicazione di uno speculum sterile monouso di misura piccola, sono state sottoposte ad una detersione delle mucosità vaginali e alla disinfezione con soluzione acquosa tiepida antisettica (al 50%). Nessuna analgesia locale (creme anestetiche o blocco para cervicale) veniva somministrate prima o durante la procedura. 53 Molto raramente, in pazienti in menopausa o in altre con esiti cicatriziali sulla portio (conizzazioni, estese DTC, lacerazioni da parti, ecc.) laddove l’OUE non era ben visualizzabile, è stato necessario l'uso di tenaculum, che non veniva mai utilizzato routinariamente. Così come estremamente rari sono stati l'utilizzo di un dilatatore di Hegar di 3 mm (calibro sempre inferiore all'isteroscopio usato) e i casi ove la pervietà dell'OUI era occultata da esiti fibrosi con connettivali. In tali rari casi comunque il fastidio o il dolore riferito dalla paziente è stato registrato come relativo all'intero esame isteroscopico e non disgiunto da esso. Preparazione dell’OUI con atropina e simili, come EE suprostone o altre sostanze, non sono stati presi in considerazione sia per la scuola, sia soprattutto per non falsare,generando confusione, i dati del dolore riferiti dopo le diverse tecniche. Durante e alla fine della procedura sono stati presi in considerazione i seguenti parametri, che verranno esaminati singolarmente. - durata dell'esame (espressa in minuti) dall'introduzione dell'isteroscopio in vagina alla sua rimozione, esame seguito dall'inizio alla fine sempre osservando il monitor e mai in visione diretta; - qualità delle immagini endouterine: comprese in una scala di punteggi da 0 a 4 (zero = eccellente, 1 = buona, 2 = sufficiente, 3 = scarsa, 4 = molto scarsa) assegnata dall'operatore, da un altro specialista presente e dall'infermiere assegnato; - dolore. A circa 15 min di distanza dalla fine dell'esame alle pazienti veniva chiesto di riferire il dolore avvertito utilizzando una scala numerica del dolore da 54 zero a 10 (intendendo zero nessun disturbo sino a provare con 10 il massimo dolore sopportabile). E’ stato chiesto alle pazienti titubanti nella compilazione di non specificare i seguenti sintomi (nausea, vomito, dolore addominale basso, dolore alle spalle, senso di svenimento, ecc.) ma di collocarli nella scala attribuendo ad essi un valore globale, sì da evitare, per esempio, che il dolore alla spalla non presente nell’isteroscopia con la soluzione fisiologica, potesse influire più o meno del dovuto nella valutazione finale. 55 Risultati Analizzando i risultati osserviamo che tra le pazienti del gruppo A (soluzione salina) e del gruppo C ( anidride carbonica) non sono state registrate differenze statisticamente significative per ciò che riguarda i dati epidemiologici clinici (età media, parità, ecc.). Infatti abbiamo suddiviso le pazienti in relazione alla parità e alla menopausa. Figura 1: modalità di parto La parità è un fattore importante per individuare in maniera più chiara la soglia del dolore. Difatti, se le pazienti avevano in precedenza avuto un espletamento del parto solo tramite taglio cesareo, il dolore si manifestava significativamente più acuto, poiché era assente una dilatazione del collo dell’utero. Per lo stesso motivo anche la nulliparità è un elemento prognostico sfavorevole. Il seguente grafico mostra la prevalenza della menopausa nella popolazione delle pazienti in esame, altro fattore questo di rilievo sia per capire la difficoltà di esecuzione dell’isteroscopia a causa della stenosi fisiologica, sia per sottolineare la dolorabilità che essa evoca. 56 Figura 2: prevalenza di menopausa nella popolazione in esame L’indicazione all’esame, il tipo e la frequenza di patologia rilevate dall’isteroscopia a cui le nostre 4076 pazienti sono state sottoposte, indifferentemente dal tipo di mezzo di distensione utilizzata, sono espresse dai seguenti grafici. 57 Figura 3 : indicazioni patologie pazienti Figura 4: Findings delle patologie rilevate dall’isteroscopia 58 Oltre ad osservare le motivazioni per le quali le pazienti hanno eseguito questa indagine diagnostica, abbiamo ritenuto utile valutare per maggiore completezza anche, pur non rientrando tra gli scopi primari del nostro studio, le scelte terapeutiche conseguite alle patologie rilevate. Figura 5: Orientamento terapeutico delle pazienti Difatti a una parte delle pazienti (29%) è stata suggerita una resettoscopia (comparsa di parecchi polipi o miomi), mentre a circa il 42% viene suggerito un controllo a distanza di follow up nel tempo. Possiamo notare con questo ulteriore grafico la percentuale e il numero delle pazienti che si sono sottoposte per la prima volta ad un esame isteroscopico, quelle che si sottopongono a controllo a distanza e infine quelle a cui è stato effettuato un controllo post intervento cioè dopo resettoscopia. controllo 8.3% (340/4076) 8.3% Isteroscopia successiva 1.2% (48/4076) 1.2% prima isteroscopia 90.5% (3688/4076) 90.5% 59 Figura 6: esame diagnostico Figura 7: Classificazione di pazienti sottoposte ad isteroscopia dipendente dal mezzo di distensione La durata dell’esame è stata significativamente più alta nel gruppo C (3.8 min +/- 1.27 DS) rispetto al gruppo A ( 2.9 min +/-1.34 DS). L’Intervallo di confidenza è pari al 95%, p<0.001: 60 Anidride carbonica Soluzione salina Gruppo C(1908) Gruppo A (2168) 3.8 min (1.27) 2.9 min (ds 1.34) Di seguito riportiamo una tabella ed un grafico che classificano gli esami isteroscopici effettuati in base alla visibilità e alla qualità dell’immagine. Infatti abbiamo ritenuto importante esplorare la differenza in termini di qualità d’immagine determinata dall’uso del mezzo di distensione: anidride carbonica o soluzione salina, differenza rilevata dall’operatore stesso e riassunta con i seguenti grafici. Qualità visiva:0= eccellente,1= buono, 2= sufficiente, 3= scarso,4= molto scarso Tabelle: qualità d'immagine in relazione all’esecuzione isteroscopica eccellente (2532/4076) 62.1% buono (680/4076) 16.7% sufficiente (436/4076) 10.7% scarso (112/4076) 2.7% molto scarso 1.4% (56/4076) 1.4% NA 6.2% (260/4076) 6.2% Figura 8: quality vision 61 Nel 6,2% dei casi non è stato possibile eseguire l’esame per la serrata stenosi cervicale e il forte dolore riferito. E’ da ricordare che, per non falsare in alcun modo i dati riferiti al dolore, abbiamo scelto di non utilizzare alcuna preparazione dell’OUI, nè alcun tipo di anestesia locale e di non forzare più del dovuto con lo strumento per non alterare la percezione del massimo dolore. In caso di sanguinamento modesto le bolle di gas riducevano in modo significativo la visibilità sopratutto nel gruppo che utilizzava come mezzo di distensione l’anidride carbonica; invece la soluzione salina garantiva una buona visibilità e qualità d’immagine, come mostrato dai dati sottoriportati. Per la valutazione delle differenze sulla qualità di visione fra i due mezzi di distensione, è stato utilizzato, nel caso di variabili categoriche, il test non parametrico1 del chi-quadrato. Tutti i metodi che si basano su distribuzioni probabilistiche dei dati, quali la distribuzione normale, sono detti parametrici. In contrapposizione, le tecniche non parametriche sono quelle che non sono basate su alcuna distribuzione probabilistica. In generale i test non parametrici dovrebbero essere preferiti quando i dati non si distribuiscono secondo una normale, o comunque non si è in grado di dimostrarlo. Ad esempio, per numerosità ridotta.Il test del chi-quadro è un test statistico non 1 62 Pertanto, tramite il seguente grafico osserviamo come nel gruppo A (soluzione salina come mezzo di distensione) ricorrano con maggiore frequenza rispetto al gruppo C (CO2 come mezzo di distensione) giudizi eccellenti/buoni circa la qualità di visione. Al contrario, nel gruppo C risultano più frequenti giudizi sufficienti/scarsi. Quindi, l’isteroscopia effettuata con soluzione salina come mezzo di distensione risultava in maniera statisticamente significativa una migliore qualità di visione rispetto a quella eseguita con la CO2. L’ eventualità di mancata esecuzione della procedura è risultata sempre più frequente con il mezzo di distensione della CO2. La p risulta sempre <0.05 quindi statisticamente significativa. parametrico atto a verificare se i valori di frequenza ottenuti tramite rilevazione sono diversi in maniera significativa dalle frequenze ottenute con la distribuzione teorica. Questo test ci permette di accettare o rifiutare una data ipotesi. 63 Figura 9: comparazione della qualità di immagine in relazione al mezzo di distensione usato. Nelle successive tabelle e grafici riportiamo la valutazione del dolore riferito dalle pazienti secondo una scala quantitativa verbale (numerica o analogica da zero al più forte dolore possibile dichiarato). Pertanto eseguiamo di seguito l‘analisi retrospettiva sulla tollerabilità dell’isteroscopia mediante CO2 vs soluzione fisiologica. L'analisi statistica è stata effettuata mediante programma R (versione 2.7.0) con l’utilizzo del test statistico: test di Wilcoxon per distribuzioni non parametriche2. 2 Il test di Wilcoxon è un test non parametrico (e costituisce una valida alternativa al t-student,nel caso in cui si vogliano evitare le ipotesi di quest’ultimo). per verificare, in presenza di valori ordinati 64 Figura 10: scala di dolore percepito dalle pazienti (indipendentemente dalmezzodidistensione) La normalità del campione è stata valutata mediante rappresentazione grafica. È stata considerata come significativa una p inferiore a 0.05. Si è potuto pertanto osservare che il dolore è differente nelle rilevazioni con la CO2 e con la soluzione salina, essendo minore in quest’ultima e, quindi, esse non appartengono alla stessa popolazione. Pertanto il test è statisticamente significativo poichè ha un p< 0.05. Figura 11: rapporto differenziale tra VAS con CO2 e con NaCl provenienti da una distribuzione continua, se i due campioni statistici indipedendenti provengono dalla stessa popolazione. 65 Wilcoxon test (mediana e range degli interquartili) CO2 H2O P VAS 5 (IQR 2 - 8) 2 (IQR 0 - 4) IQR: interquartile (25%-75%) <0.05 Il suddetto grafico mostra la frequenza relativa del valore riferito dalle pazienti per il dolore avvertito con ognuna delle due tecniche La media dei punteggi riferiti al dolore per il gruppo nel quale è stata utilizzata la soluzione salina è più bassa rispetto a quella del gruppo dove è stata utilizzato come mezzo di distensione la CO2. 66 Alla luce del fatto che il comportamento dell’operatore è stato volto a contenere il dolore, non si è reso necessario alcun ricovero temporaneo in nessuno dei due gruppi: tutti gli episodi si sono infatti risolti nel giro massimo di 20 minuti. Fallimenti della procedura sono stati associati ad una visibilità molto scarsa e, nei casi in cui il dolore riferito era risultato non sopportabile, si è determinata la sospensione della procedura stessa. 67 Discussione Sebbene in questi ultimi anni siano apparsi in commercio micro isteroscopici con una diametro globale inferiore a quelli tradizionali, abbiamo preferito non utilizzarli nel nostro studio in modo che lo spessore dell'isteroscopio usato con la CO2 e quello con la soluzione salina fossero identici e tali quindi da non determinare che la diversa sensazione dolorosa fosse legata alla diametro dello strumento ma unicamente al mezzo di distensione usato, alla luce della percezione soggettiva del dolore. Gli studi per individuare il mezzo ideale per la distensione uterina risalgono a molti anni fa. La CO2 rimane ancora il mezzo di distensione più usato e gli iniziali timori di rischio sono stati fugati già nel passato dopo aver analizzato grandi numeri di isteroscopie. Evidenziamo che molte delle pazienti in esame non avevano mai eseguito un isteroscopia ambulatoriale. Nel nostro studio la qualità visiva delle immagini era sovrapponibile nei due gruppi di pazienti, salvo che nei casi in cui si fossero verificati sanguinamenti o presenza di bolle. Infatti la presenza di consistenti bolle di gas favorisce la distorsione dell'immagine cavitaria e determina consumo di tempo per cercare di eliminarle. Ciò in quanto la presenza eccessiva di bolle e/o sanguinamento porta la qualità visiva a valori bassi del gruppo C, con una frequenza nettamente superiore con differenze statisticamente significative rispetto al numero di casi con qualità del gruppo A. 68 Inoltre, a nostro parere le piccole e delicate strutture polipoidi nelle isteroscopie con CO2 spesso si appiattiscono sulla mucosa uterina. La loro presenza ci porta quindi a tentare di staccarle dal letto mucoso con la punta dello strumento, a volte determinando anche il solco della mucosa e comunque con dispendio di tempo. Invece nella isteroscopia .attraverso un mezzo liquido, come la soluzione salina, tali strutture si muovono liberamente nel mezzo stesso, evidenziandosi subito e permettendo una più accurata e veloce diagnostica. Il tempo medio di esecuzione della isteroscopia con soluzione salina (gruppo A) è risultato inferiore in modo statisticamente significativo rispetto al tempo utilizzato per la procedura con CO2. Anche i punteggi dolore riferiti alle due tecniche di dilatazione mostrano dei valori più bassi in modo significativo per la soluzione salina, con valore medio rispettivamente con Nacl =2, CO2 =5. Non è ben chiaro peraltro il motivo di tale differenza, che si verifica nonostante che nei due mezzi vi sia la stessa pressione di utilizzo. La nostra impressione è che la soluzione acquosa agisca come lubrificante naturale tra le pareti dell’OUI e la superficie esterna dello strumento, permettendo in molti casi di procedere senza alcun passaggio traumatico. Per contro, conclusasi la capacità dilatativa della CO2, il passaggio dell'isteroscopio è dovuto ad una mera dilatazione "strumentale" del canale cervicale con più spiccata stimolazione delle terminazioni nervose sensitive afferenti alla ganglio di Frankenauser. 69 È probabile inoltre che, come osservabile per la mucosa endometriale, la soluzione fisiologica penetri delicatamente nella mucosa del canale cervicale imbibendola tra le fibre elastiche e le terminazioni nervose con l'effetto di ridurre la rigidità delle fibre stesse e di aumentarne la compliance allo stiramento meccanico "strumentale". Il nostro studio è confrontabile con quello eseguito presso l’’Ospedale Leicester nell’ U.K (Art randomised comparison, meena shankar) che ha considerato le stesse caratteristiche, utilizzando il VAS e il PPI, dato quest’ultimo che non era in nostro possesso. In tale studio il dolore veniva valutato con il dolore alla spalla, il vomito, la nausea e lo svenimento con una scala analoga al nostro studio. Le conclusioni emerse dai due studi sono state le stesse e cioè che i mezzi di distensione utilizzati non hanno mostrato una significatività troppo marcata ed evidente sull’impatto del dolore della paziente, ma che sicuramente l’utilizzo della CO2 determina un dolore importante addominale e scapolare se si dovesse incorre al suo travaso rispetto alla soluzione salina (Nagaele). Anche la somministrazione di lidocaina o analgesie non varia la soglia del dolore. (Cicinelli e al Studio). La visione ottimale era sempre data dalla soluzione salina. Kremer e al. fecero ulteriori studi sul dolore, riscontrando che era determinante anche l’aspetto psicologico della paziente e il suo stato di ansietà. È da ricordare però che noi abbiamo utilizzato isteroscopi tradizionali e mai anestesie locali con farmaci atropino simili o ansiolitici. 70 In una piccola percentuale di casi, anche se questo non era tra i nostri obiettivi, è stato possibile procedere alla rimozione di piccoli polipi endometriali o peristimici o ti sinechie e di IUD con l'introduzione di micro forbici o micro pinze attraverso una camicia mini operativa dell'isteroscopio afflusso continuo. Infine dobbiamo segnalare la semplicità nell'uso della soluzione salina così come è stata utilizzata per questo studio nonché la sua economicità, non essendo indispensabile un apparecchio di insufflazione automatica, particolarmente costoso, che è invece necessario per l'isteroscopia a gas CO2. 71 Conclusioni La storia diagnostica ginecologica in passato necessitava del raschiamento o per l’eradicazione del problema dell’isterectomia, Attualmente invece l’isteroscopia, come abbiamo anche valutato nel nostro studio, offre la possibilità di individuare innumerevoli lesioni e patologie. Questa metodica ha anche mostrato un’alta sensibilità, specificità, e accuratezza diagnostica. Infatti, la comune indicazione per l’esecuzione dell’isteroscopia è stata anomala perdite sanguigne. Altre indicazioni sono le seguenti: polipi endometriali, fibromi, iperplasia endometriale e altre lesioni intrauterine. Si è inoltre evidenziato un importante fattore di correlazione fra l’incidenza della patologia e l’età avanzata. Difatti le patologie intrauterine sono maggiormente presenti nelle pazienti in età adulta. Ciò non toglie peraltro l’opportunità di indagare anche le pazienti in fascia di età più giovane qualora presentino una sintomatologia (2500 outpateint diagnostic hysteroscopies, Naeglae). Nonostante i numerosi studi eseguiti, permangono diverse perplessità riguardo al mezzo di contrasto preferibile per la distensione della cavità endometriale. I mezzi o agenti di contrasto sono sostanze in grado di modificare il modo in cui una regione analizzata appare in una immagine medica. Specificamente, essi alterano il contrasto di un organo, di una lesione, o di qualsiasi altra struttura rispetto a ciò che la circonda, in modo da rendere visibili dettagli che altrimenti risulterebbero non apprezzabili. 72 L’uso del mezzo di contrasto è fondamentale durante un’isteroscopia. Esso apre la cavità uterina. La pressione intrauterina necessaria per una visione adeguata dell’endometrio è proporzionale al tono muscolare e allo spessore dell’utero. L’indice di rifrazione di ogni mezzo di contrasto influisce sulla grandezza e sulla visualizzazione dell’endometrio. Per molti anni l’anidride carbonica è stato il mezzo di contrasto più utilizzato per l’isteroscopia diagnostica. Esso ha lo stesso indice di riflessione dell’aria e permette una visione ottimale della cavità indometriale in quanto il gas penetra facilmente nei canali dell’utero. Sfortunatamente però questo metodo non permette la pulizia della cavità uterina dal sangue. Gli svantaggi dell’utilizzo dell’anidride carbonica sono i seguenti: -provoca sanguinamento delle pareti endometriali al semplice contatto dell’isteroscopio; -provoca la creazione di bolle gassose; -inoltre, l’impossibilità di rimuovere il sangue e il muco, fa sì che il campo ottico sia molto limitato. Si è tentato di risolvere tali problemi introducendo l’uso di soluzioni liquide (come ad esempio una soluzione salina) e con l’introduzione di un flusso continuo che consenta di avere una visione accurata. I lati positivi nell’utilizzo di mezzi di contrasto liquidi stanno nell’immediata distensione dell’utero e nella proprietà che i liquidi hanno di pulire l’utero da eventuale sangue, mucose e bolle. Si possono usare sia liquidi molto viscosi che poco viscosi. La pressione adeguata per la distensione dell’utero è normalmente 75 mmHg. 73 Si è riscontrato che i vantaggi della soluzione salina sono innumerevoli: -la normale soluzione salina è di bassa viscosità ed è normalmente adatta sia per isteroscopie diagnostiche che per isteroscopie operative semplici (come ad esempio procedure chirurgiche utilizzanti laser meccanici e energia bipolare). L’alta conducibilità di tale soluzione ha però lo svantaggio di precludere procedure utilizzanti elettrochirurgia monopolare; -il basso costo della soluzione salina e la sua alta reperibilità hanno fatto sì che essa divenisse il mezzo di contrasto più utilizzato in ambito ambulatoriale; -la soluzione salina ha inoltre meno effetti collaterali. Ha quindi permesso di minimizzare il disturbo provato dalle pazienti; -un altro lato positivo nel suo uso è nel fatto che essa ha un indice refrattario superiore a quello dell’anidride carbonica, che porta a un ingrandimento delle zone da esaminare, e quindi a una visuale migliore. Nella letteratura, si trovano molti studi sul paragone tra l’uso della soluzione salina e quello dell’anidride carbonica. Al riguardo le opinioni sono diverse: Perez-Medina (2000) sembra preferire la soluzione salina per piccole procedure; Soderstorm (1992) preferisce invece l’uso dell’anidride carbonica per isteroscopie operative. Goldfarb (1996) rileva invece, che con l’uso di anidride carbonica, risulta a volte difficile determinare la percentuale della massa di mucose a causa dell’eccessivo sanguinamento. Sembra che non esisti un “Gold standard” di distensione uterina, ma che entrambi i mezzi di distensione debbano essere apprezzati per l’esecuzione 74 dell’isteroscopia ambulatoriale tenendo conto delle rispettive intrinseche caratteristiche, con vantaggi e svantaggi. Nei lavori di Litta (2003), Brusco e Pellicano, sempre riportati nel 2003, si sottolinea che entrambi i mezzi di contrasto possono essere validi, ma che la soluzione salina ha i suoi vantaggi per la tempistica di procedura, per la qualità di visione, per l’accettabilità e il discomfort delle pazienti, anche se usata per isteroscopie ambulatoriali. Infatti, viene osservato, l’isterescopia condotta con la CO2 determina maggior dolore e reazione vagale e inoltre la distensione con la soluzione fisiologica offre una visualizzazione più accurata delle lesioni subendoteliali (Paschpouluos- Selecting distending Medium). Questi dati mostrano quindi i vantaggi dell’utilizzo della soluzione salina rispetto alla CO2 e cioè un minor tempo di procedura dell’esame stesso, minor dolore, una maggior compliance della paziente. Inoltre, dal punto di vista tecnico si è osservato che i costi risultano inferiori e la qualità di visione è superiore sia per la riduzione delle bolle che per la maggiore luminosità, dando così la possibilità di eseguire un maggior numero di isteroscopie diagnostiche in campo ambulatoriale. Quindi la validità di questo mezzo di contrasto è data dalla facile reperibilità, metodica di procedura più agevole (insufflazione con una semplice sacca), rapido assorbimento dalla cavità peritoneale in caso di travaso, buona visione e buona solubilità con il sangue. (art. Carbon Dioxide versus normal – Pietro Litta, Dipartimento di Padova). 75 Si evidenziano numerosi studi che pongono a paragone l’uso della soluzione salina con la CO2 mostrando che la procedura effettuata con la soluzione salina ha un tempo di durata inferiore rispetto a quella con la CO2 e permette sempre una nitida visione con una buona distensibilità della cavità uterina. L’accettabilità del dolore è simile nei due mezzi di distensione, ma la soluzione salina determina una significativa riduzione del dolore addominale e scapolare, dolore che le pazienti riferiscono simile a un dolore di tipo mestruale. L’ accettabilità di tale dolore per le pazienti è dimostrata anche dal loro ritorno per eseguire l’isteroscopia di controllo, che fra l’altro evita l’ eventuale perdita di dati. Si rileva infine che la maggior parte degli autori in letteratura riportano dati che dimostrano come la soluzione salina debba essere considerata il più appropriato mezzo di distensione per l’esecuzione dell’isteroscopia ambulatoriale. (grimes d.a 2002- Consort). 76 Riferimenti Bibliografici 1: Bettocchi S, Sassone C, Ceci O. Diagnostica e operatività office. In: Attualità in tema di isteroscopia diagnostica e operatività. Segiform, Programma di formazione in endoscopia ginecologica. Centro Scientifico Editore srl 2007. 2: Bakour SH, Jones SE, O’Donovan P. Ambulatory Histeroscopy: Evidence Based Guide to Diagnosis and Therapy. Best Practice & Research Clinical Obstetrics and Gynaecology 2006 Vol 20. No.6 953-975. 3: Chatman DL, Cohen MR. History of Endoscopy, Cap 1. In: Manual of Endoscopy pag 6. 4: Rubin IC. Uterine endoscopy, endometroscopy with the aid of uterine insufflation. Am J Obstet Gynecol 10:313, 1925. 5: Norment WB. The hysteroscope. Am J Obstet Gynecol 71:426, 1956. 6: Silander T. Hysteroscope through a transparent rubber baloon. Surg Gynecol Obstet 114:125, 1962. 7: Menken FC. A new technic of endocervicoscopy. Arch Gynakol. 1967;204 (2):168-9. 8: Edstrom K, Fenstron I. The diagnostic possibilities of a modified hysteroscopic technique. Acta Obstet Gynecol Scandin 49: 327, 1970. 9: Quinones R, Alvarado A, Ramo RA. Tubal cauterization: applications of a new technique. Am J Obstet Gynecol 114: 674, 1972. 77 10: Lindemann HJ. The use of CO2 in the uterine cavity for hysteroscopy. Int J fertil 17: 221, 197. 11: Lindemann HJ, Gallinat A. Physical and physiological principles of CO2 hysteroscopy (author's transl)Geburtshilfe Frauenheilkd. 1976 Sep;36(9):729-37. 12: Lindemann HJ, Mohr J, Gallinat A, Buros M. Experimental and clinical investigations on the effects of carbon dioxide gas during hysteroscopy (author's transl)Geburtshilfe Frauenheilkd. 1976 Feb;36(2):153-62. 13: Cornier E. Ambulatory hysterofibroscopic treatment of persistent metrorrhagias using the Nd:YAG laser] J Gynecol Obstet Biol Reprod (Paris). 1986;15(5):661-4. 14: Lin BL, Miyamoto N, Tomomatsu M, Horikoshi H, Nakamura H, Iwata Y. The development of a new flexible hysterofiberscope and its clinical Application. Nippon Sanka Fujinka Gakkai Zasshi. 1987 Apr;39(4):649-54. 15: Goldrath MH, Fuller TA, Segal S. Laser photovaporization of endometrium for the treatment of menorrhagia. Am J Obstet Gynecol. 1981 May 1;140(1):149. 16: Neuwirth RS. Tubal sterilization via laparoscopy and hysteroscopy. Acta Eur Fertil. 1975 Sep;6(3):265-9. 17: Reed TP 3rd, Erb R. Hysteroscopic tubal occlusion with silicone rubber. Obstet Gynecol. 1983 Mar;61(3):388-92. 18: Edström K, Fernström I. A partly new method of hysteroscopy with possibilities for surgical application. Nord Med. 1971 Aug 19;86(33):990. 78 19: Valle RF. Hysteroscopic evaluation of patients with abnormal uterine bleeding. Surg Gynecol Obstet. 1981 Oct;153(4):521-6. 20: Hamou J, Mencaglia L. Isteroscopia e microcolpoisteroscopia. Manuale di Istruzioni/Aspetti tecnici. Karl Storz Gmbh & Co D-7200 Tuttlingen West Germany. 21: Nordentoeft S. Uber Endoskopie Geschlossener Cavitaten mittels eines troKar-endoskops. Verh Dtsch Ges Chir 41(78): 412, 1912. 22: Clyman MJ. A new panculdoscope--diagnostic, photographic, and operative aspects. Obstet Gynecol. 1963 Mar;21:343-8. 23: Kott DF: Photography, cinematography and television in endoscopy. In Phillips JM (ed): endoscopy in gynecology in San Francisco, American Association of Gynecologic Laparoscopists, 1977. 24: Nezhat C, Crowgey SR, Garrison CP. Surgical treatment of endometriosis via laser laparoscopy and videolaseroscopy. Contrib Gynecol Obstet. 1987;16:303-12. 25: Baggish M S, Valle R F, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 26:Baggish Ms. Contat Hysteroscopy: a new tecnique to explore the uterine cavity. Obest Gynecol.1979; 54: 350 27:Baggish Ms, Barbot J.Contact Hysteroscopy for easier diagnosis. Contemp Obstet Gynecol. 1980; 16: 3 79 28:Heller J . Revising instrument processing practices. AORN J 2001; 74: 716721. 29:Normet WB. The hysteroscope. Am J Obstet Gynecol. 1956; 71:426 30: Parent B, Barbot J , Duvison J B et al. Hysteroscopie de contact. Encycl med chir Paris. 1978 ; 72- B- 10. 31: Kopp J, Gardner FM. Principi di Ottica dell’endoscopio. In : Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 32: Driscoll WG, Vaughn W, eds. Handbook of Optics. New York, Mc Graw Hill; 1987. 33: Smith WJ. Modern Optical Engineering; Mc Graw Hill; 1990. 34:Wulfsohn N.L. A Hysteroscope. J Obstet Gynecol Br Enp. 1958 ; 65 : 657. 35 :Parent B , Toubas C. Concouse Med. 1973 ; 95 : 1635. 36 : Bettocchi S. L’isteroscopia ambulatoriale Karl Storz Gmbh & Co D-78532 Tuttlingen West Germany. 37: Morrison DM. Disinfection, sterilization and maintanance of instruments: USA. In: Van Herendael BJ Valle RF, Bettocchi S, eds. Ambulatory Hysteroscopy. Diagnosis and treatment . Oxford, UK: Bladon Medical Pubishing 2004: 166-169 80 38: Valle RF . Mechanical Instruments for operative hysteroscopy. In: Van Herendael BJ Valle RF , Bettocchi S , eds. Ambulatory Hysteroscopy. Diagnosis and treatment . Oxford, UK: Bladon Medical Pubishing 2004: 13539: Mencaglia L, Hamou JE. Manual of Gynecological hysteroscopy – diagnosis and surgery. Endo-Press Tuttlingen, D-78532, Germany. 40: Baggish M S , Mezzi di distensione per l’isteroscopia panoramica. In: Baggish M S, Valle RF, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 41: Esposito JM. Hysteroscopic Techniques, Cap.27. In: Manual of Endoscopy. 42: Gimpelson RG: Preventing cervical reflux of the distention medium during panoramic hysteroscopy. J Reprod Med 31. 359, 1986. 43: Lindemann NJ : the use of CO2 in the uteris for hysteroscopy. Int J Fertil 17:221, 1972. 44: Gallinat A. Carbon dioxide hysteroscopy: priciples and physiology. In: Siegler AM , Lindemann HJ, eds. Hysteroscopy: Principles and practice. Philadelphia: JB Lippincott; 1984:45 45: Huang HW, Lee SC , Ho Wm et al. Complications of fluid overloading with different distention media in hysteroscopy--a report of two cases. Acta Anaesthesiol Sin.2003Sep;41(3):149-54. 46:Taylor PJ, Lewinthal D, Leader A. A comparison of Dextran 70 with carbon dioxide as the distention medium for hysteroscopy in patients with infertility 81 or requesting reversal of a prior tubal sterilization.Fertil Steril. 1987 May;47(5):861-3. 47:Rosenberg Sm, Board JA. High-molecolar- weight destran in human infertility surgery. Am J Obstet Gynecol. 1984; 148:380. 48:Mangar D, Gerson JI, Baggish MS et al. Serum levels of Hyskon during hysteroscopic procedures. Anesth Analg. 1992; 73:186. 49: Ruiz JM, Neuwirth RS. The incidence of complication associated with the use of Hyskon during hysteroscopy: experience 1793 consecutive patiens. J Gynecol Surg . 1992; 8:219. 50: Phillips AJ. Pertonitis from sorbitol distendig medium after hysteroscopy. Obstet Gynecol. 2003; 102: 1148-1149. 51:Goldenberg M, Zolti M, Seidaman DS et al, Transient blood oxygen desaturation, hypercpnia and coagulophaty after operative hysteroscopy with glycine used as the distending medium. Am J Obstet Gynecol. 1994; 170:25. 52:Bakour SH, Jones SE, O’Donovan P. Ambulatory Histeroscopy: Evidence Based Guide to Diagnosis and Therapy. Best Practice & Research Clinical Obstetrics and Gynaecology 2006 Vol 20. No.6 953-975. 53: Abbott J, Hawe J & Phillips G. A prospective evaluation of pain and acceptability during outpatient flexible hysteroscopy and endometrial biopsy.Gynaecol Endosc 2002; 11:37-41. 82 54:Tam WH &Yuen PM. Use of diclofenac as an analgesic in outpatient hysteroscopy: a randomized, double blind, placebo-controlled study. FErtil Steril 2001; 76(5):1070-1072. 55:Clark TJ, Bakour SH, Khan KS et al. Evalutation of outpatients hysteroscopy and ultrasonografy in the diagnosis of endometrial disease. Obstet Gynaecol 2002; 99: 1001-1007 56:Valle RF Isteroscopia ambulatoriale In: Baggish M S, Valle RF, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 57:Bettocchi S & Selvaggi L. A vaginoscopic approch to reduce the pain of office hysteroscopy. J Am Assoc Gynecol Laparosc 1997 Feb;4(2):255-258. 58:The managment of reccurent miscarriage, Royal college of Obstetrician and Gynecologists clinical Green Top Guidelines. N 17. RCOG Press, 2003. 59: Bakour SH, Khan KS & Gupta JK. The risk of premalignant and malignant pathology in endometrial polyps . Obstet Gynecol Surv 2000; 55(8): 486-487 60: Keltz M, Varasteh N, Levin B et al. Pregnancy rates following hysteroscopic polipectomy, myomectomy, and normal cavity in infertile patients. Prime care Update OB Gyns 1998; % (4):168-172 61: Siegler, AM: Adverse effects. In: Hysteroscopy. Principles and Practice . Siegler, AM, Lindemann, H.J Eds: p108-111, J.B. Lippencott. Philadelphia, London, New York, 1984._ 83 62:JereKin R, Olsfanger D, Kesseler I.Disseminated intravasular coagulopaty and adult respiratory distress Syndrome: life threatening complications of Hysteroscopy. Am J Obstet Gynecol. 1990; 162:44. 63: Baggish MS. Complicanze della chirurgia isteroscopica ambulatoriale In: Baggish M S, Valle RF, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 64: Baggish MS. Preparazione del ginecologo all’esecuzione dell’isteroscopia.In: Baggish M S, Valle RF, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. 65: Berter E, Hellman N, Kraft L. Assistenza infiermeristica e manutenzione degli isteroscopi.In: Baggish M S, Valle RF, Guedj H. Isteroscopia. Anatomia, fisiologia e patologia dell’utero. III ed 2008 Verduci Editore. Biblio parte sperimentale( elenco articoli, senza numerarli) - Shankar Meena, Davison A,Taub N.Randomised comparision of distension media for outpatient hysteroscopy In BJOG , January 2004. Vol111. pp57-62 - Nagele F, Bournas N, O’Connor H. Comparison of carbon dioxine and normal saline for uterine distension in outpatient hysteroscopy. Fertil Steril 1996: 65 (2): 305-309. - Cicinelli E , Didonna T, Ambrosi G. Topical anaesthesia for diagnostic hysteroscopy and endometrial biopsy in postmenopausal women: a randomised placebo controlled double blind study. Br J Obstet Gynaecol 1997: 104(3):316-319. - Kremer C, Duffy S, Moroney M. Patient satisfaction with outpatient hysteroscopy versus day case hysteroscopy: randomised controlled trial. BMJ 2000; 320 (7230):279-282. 84 - Kremer C, Duffy S, Barik S. Flexible outpatient hysteroscopy withut anaesthesia: a safe, successful and well tolerated procedure. Br J Obstet Gynaecol 1998: 105 (6): 672-676. - De Iaco P, Marabini a, Bovicelli L. Acceptability and pain of outpatient hysteroscopy. J Am Assoc Gynecol Laparosc 2000: 7 (1): 71-75 - Goldfarb Ha. Comparision of carbon dioxide with continuos flow tecnique for office hysteroscopy. J Am Assoc Gynecol Laparosc 1996; 3: 571-574. - Abbott J, Hawe j & Phillips K. A randomised prospective trial of rigid and flexible hysteroscopy in an outpatient setting. Gynaecol Endoscop 2002, 11(6): 357-364. - Paschoupoulos M, Kaponis A, Makrydimas G. Selecting distending medium for outpatient hysteroscopy. Does it really matter?.In Human Reproduction 2004 Vol 19, N 11, pp 2619-2625. - Brusco GF, Arena S, Angelini A . Use of carbon dioxide versus normal saline for diagnostic hysteroscopy. Fertil Steril 2003, 79, 993-997. - Pellicano M, Guida m, Zullo F. Carbon dioxide versus normal saline as a uterine distension medium for diagnostic vaginoscopic hysteroscopy in infertile patients: a prospective, randomized, multicenter study. Fertil Steril 2003, 79, 418-421. - Zullo F, Pellicano M, StiglianoCM. Topical anesthesia for office hysteroscopy.A prospective, randomized study comparing two modalities. - Soderstorm R. Distending the uterus: what medium is best? Clinic Obstet Gynaecol 1992, 35, 25-28 - Nagele F, O’Connor H, Davides A. A 2500 outpatient hysteroscopies. Obstet Gynaecol 1996, 88, 87-92 - Litta P, Bonora M, Pozzan et al. Carbon dioxide versus normal saline in outpatient hysteroscopy. Hum Reprod 2003 ; 11 : 2446-2449. ( alla fine , verso le conclusioni) 85 - Grimes, DA. The CONSORT guideliness for randomized controlled trials in obstetrics and gynecology. ObstetGynaecol 2002, 100, 631-632. - Mantha S, Thiest, Ross. A proposal to use confidence intervals for visual analog scale data for pain measurement to determinate clinical significance. Anesth Analg 1999, 77, 1041-1047 - Perez Medina, Bajo T, Martinez Cortez. Six thousand office diagnostic operative hysteroscopy. Int J. Gynaecol. Obstet 2000, 71, 33-38. - Quinones RG. Hysteroscopy. Choosing distending media. Int . J Fertil 1984, 29: 129-32. - ClarK TJ, Voit D, Gupta JK. Accuracy of hysteroscopy in the diagnosis of endometrial cancer and hyperplasia : a systematic quantitative review. JAMA 2002 b, 288(13):1610-1621 86