CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – America Latina 2014 SCHEDA BOLIVIA- ASPEM Volontari richiesti : N 4 SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: TARIJA INTRODUZIONE FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro. DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO: BOLIVIA La storia di questo Paese è caratterizzata da continue guerre sia sul fronte esterno con gli altri Stati sudamericani per questioni di confine (si consideri l’ancora attuale disputa con il Cile relativa alla rivendicazione della Bolivia per riappropriarsi di uno sbocco sul Pacifico), sia sul fronte interno per una serie di golpe militari che lo hanno reso tra gli Stati più instabili della regione sudamericana. Le elezioni presidenziali del dicembre 2005 hanno portato alla guida del Paese Evo Morales, leader indigeno del Movimiento al Socialismo (MAS), che diede subito avvio alla nazionalizzazione delle riserve di gas, imponendo il controllo statale sulle imprese straniere attive in Bolivia, e a una riforma agraria in favore della parte più povera della popolazione, impegnandosi a far cessare ogni forma di sanzione contro i coltivatori di coca. Alla politica di nazionalizzazioni e di redistribuzione della ricchezza si sono opposte soprattutto le quattro province orientali, le più ricche del paese. Nel 2009 un referendum ha ratificato la nuova Costituzione, che amplia i diritti della popolazione indigena, impone il limite di 5000 ha per le proprietà terriere e cancella lo status di religione ufficiale per il cattolicesimo. Sul Paese ora convergono diverse aspettative: garantire maggiore riconoscimento ed autonomia ai popoli indigeni che rivendicano un diretto controllo del territorio e delle risorse naturali; definire un sistema di equa redistribuzione della ricchezza derivante dalle riserve di gas naturale; dare impulso a riforme in senso federalista. Settore trainante dell’economia del Paese è l’industria estrattiva, che produce soprattutto stagno. Questo ha reso il sistema economico boliviano particolarmente vulnerabile alla fluttuazione dei prezzi delle materie prime. L’agricoltura, invece, sta subendo una forte trasformazione causata dall’ultima riforma agraria, in base alla quale si sta cercando di riorganizzare e razionalizzare il settore agricolo, il cui sviluppo è stato limitato da strutture di tipo latifondistico. Ad ogni modo, è ancora molto diffusa l’agricoltura di sussistenza, che non riesce a soddisfare il fabbisogno nutrizionale di circa il 40% della popolazione, che risulta in condizione di insicurezza alimentare. La Bolivia continua infatti ad essere uno dei Paesi più poveri dell’America Latina, nonostante i numerosi sforzi compiuti: il 49,6% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Se si parla di popolazione indigena gli indici si alzano, in particolare per quanto riguarda la popolazione infantile, si stima infatti che l’84% dei minori di 5 anni e il 90% di quelli che hanno tra i 5 e i 13 anni vivano in povertà estrema. L’indice di sviluppo umano della Bolivia è pari a 0,675, dato che colloca il Paese al 108° posto nella classifica mondiale. Importanti conquiste sono state fatte nel campo dell’istruzione: il tasso di analfabetismo è inferiore al 4% e il tasso di iscrizione netto alla scuola primaria sfiora il 100%. Rimane da migliorare la qualità dell’istruzione. Per quanto riguarda la protezione dell’infanzia, i bambini continuano ad essere vittime di abusi sessuali (10%) e violenze (7 ogni 10, secondo le stime del Ministero dell’Educazione) e per questi reati si ricorre alle vie legali molto raramente. Si stima inoltre che circa 6000 bambini vivano nelle strade delle maggiori città. Infine, discriminazione e violenza di genere sono ancora problematiche rilevanti. DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG: ASPEM (Associazione Solidarietà Paesi Emergenti) nasce a Cantù nel 1979 da un’esperienza di comunità cristiana con un forte impegno sociale e civile, che identifica nella solidarietà tra i popoli del Nord e del Sud uno dei temi decisivi per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace. Dopo alcuni anni di intervento di cooperazione internazionale in Burundi, a partire dal 1987 ASPEm ha iniziato la sua esperienza in Perù, nei quartieri marginali di Lima. Proprio grazie al lavoro e ai relativi contatti maturati in Perù, ASPEm inizia la propria attività in Bolivia nel 2001 con progetti di promozione sociale. In risposta ad un contatto locale, ASPEm si avvicina alla realtà boliviana attraverso la Asociaciòn Solidaria PACHAMAMA – ASAP, e concentra la sua attenzione in particolare su due territori: la città di El Alto, capitale legislativa ed esecutiva della Bolivia in continua crescita demografica, e le comunità rurali nella regione di Tarija, al sud del Paese. Proprio a Tarija ASPEm trova terreno fertile per avviare un primo progetto sperimentale multipaese intitolato “TcomeLAVORO” e che vede coinvolti beneficiari sul territorio del Perù, della Bolivia e dell’Italia. Partendo dall’esperienza di ASPEm sul tema del lavoro e sulla salute riproduttiva, il progetto, che trova realizzazione nel 2004, si configura come un programma di formazione alla microimprenditorialità diretta a giovani e donne. Attraverso l’empowerment dei beneficiari coinvolti, il progetto cerca di promuovere il dialogo interculturale, lo scambio di buone prassi, capacità organizzative e gestionali nell’ambito della microimprenditorialità. Attraverso la sperimentazione di forme creative di lavoro di gruppo e comunicazione tra giovani e donne, il progetto non punta solo a fornire competenze tecniche nell’ambito delle microimprese, ma a sostenere i giovani e le donne nel loro cammino verso l’indipendenza umana ed economica. Durante questo progetto, gruppi di donne residenti nelle comunità di Ancòn Grande, Tucumilla e San Agustin Norte, situate nel dipartimento di Tarija, sviluppano le proprie conoscenze nell’organizzazione produttiva in campo agricolo. Come risultato ottenuto, dal lavoro di rafforzamento delle capacità tecniche e umane, di costruzione di strutture partecipative e condivisione di metodi lavorativi, si è avuto un incremento del numero di produzioni di ceci, vino e semi di patate gestite direttamente dalle beneficiarie. Dal 2008 ASPEm amplia il proprio raggio di azione sia a livello territoriale sia a livello di tipologia di intervento. Da quell’anno inizia ad occuparsi delle tematiche relative alla violazione dei diritti umani dei minori nella comunità de El Alto, con focus specifico sulla violenza, lo sfruttamento sessuale e il maltrattamento dei minori perpetrato all’interno e all’esterno delle mura domestiche. A partire dall’esperienza sviluppata in Perù sul tema dell’infanzia e della tutela dei minori, viene attivato in Bolivia il progetto Wawitanaka, volto alla promozione del “buen trato” e all’educazione sui diritti fondamentali dei bambini in due distretti di El Alto. Coerentemente con le linee programmatiche della Cooperazione italiana allo sviluppo che mette l’accento sulla priorità di lavorare sul tema della sicurezza alimentare e lotta alla povertà rurale, ASPEm ha cominciato a concentrare i propri sforzi nella lotta contro la denutrizione e la promozione dell’educazione alimentare i cui beneficiari sono particolarmente minori e comunità indigene. Attualmente ASPEm è presente nella regione di Tarija con un progetto di intervento in dodici comunità rurali con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare dei loro abitanti attraverso il consumo dell’amaranto, pianta affine ai cereali (pseudo cereale come la quinoa e il grano saraceno) i cui chicchi sono ricchi di proteine e fibre. Il progetto vuole inoltre contribuire allo sviluppo locale e alla lotta alla povertà accompagnando le famiglie dei produttori nella produzione, trasformazione e vendita del prodotto. A El Alto e La Paz, dove è presente il rappresentante locale che coordina la pianificazione e l’esecuzione delle attività con la sede italiana e con le controparti locali, ASPEm continua a seguire attività d promozione della salute e della tutela dei minori, in maniera integrata, lavorando con i propri partner per rendere i beneficiari liberi dalla violenza e fornire un’educazione alimentare. Per realizzare il proprio progetto in Bolivia nella sede TARIJA l’ASPEM collabora con le seguenti organizzazioni locali: ¾ RENACC: Organizzazione non governativa costituitasi nel luglio del 2003 che attraverso la facilitazione di processi di sviluppo economico e di gestione di microimprese agricole ha lo scopo di ¾ ¾ innalzare il livello di auto sostentamento delle popolazioni rurali e urbane di Tarija. Renacc cerca di coordinare sul territorio le organizzazioni di piccoli produttori, unità produttive di quartiere, produttori, imprenditori, consumatori ed entità di appoggio per promuovere e implementare spazi per il commercio equo e solidale. La mission dell’associazione è quella di promuovere e facilitare il coordinamento tra produttori organizzati, sia urbani che rurali, con i consumatori tramite il sistema di mercati di quartiere, comunali, regionali, stabilendo l’accesso al mercato equo e solidale, rafforzando le condizioni socioeconomiche per contribuire a migliorare la qualità di vita dei settori meno abbienti. Gli obiettivi di Renacc sono la promozione delle microimprese nel sistema di commercio equo e solidale, in ambito locale, nazionale e internazionale, oltre allo sviluppo e implementazione del mercato equo e solidale per la distribuzione di prodotti agricoli freschi, secchi e artigianali, con un approccio di sicurezza alimentare. Renacc si orienta principalmente nelle comunità rurali e nei quartieri urbani più poveri e marginali dell’area di Tarija, dove promuove l’utilizzo sostenibile del suolo, dell’acqua e delle sementi e rafforza le capacità delle comunità locali ed in particolare dei giovani affinché diventino protagonisti del miglioramento della propria vita attraverso l’accesso al cibo ed alimenti sani. ECAM: Organizzazione non governativa costituita nell'ottobre del 1993 per spinta di gruppo di donne studentesse universitarie che si organizzano per rivendicare i diritti delle donne e dar visibilità al problema della discriminazione di genere. L'associazione mira prima di tutto a creare uno spazio di comunicazione aperto alle donne che si traduce nella produzione di materiali comunicativi, tra cui la rivista “La voce della Donne”, programmi radiofonici e formazioni dirette a giornaliste/i sul tema della violenza di genere. ECAM - Equipo de Comunicaciòn Alternativa con Mujeres (Gruppo di Comunicazione Alternativa con le Donne) utilizza la proposta metodologica della comunicazione alternativa come strumento per dare visibilità alla condizione femminile e promuovere l'equità di genere. ECAM si presenta oggi come un'organizzazione privata senza fini di lucro che promuove e sviluppa processi di advocacy, rafforzamento organizzativo e della leadership collettiva, basandosi sempre sull’equità di genere, l'interculturalità e la coscienza critica sociale, affinché le donne di tutte le età, delle aree urbane e rurali del Dipartimento di Tarija possano esercitare i loro diritti per il raggiungimento di una cittadinanza piena e completa. ECAM attualmente svolge attività di formazione dirette a funzionari municipali e regionali, tra cui membri delle forze della polizia in un’ottica di sensibilizzazione al tema della violenza di genere e per garantire un’adeguata preparazione nell’affrontare situazione di violenza sessuale e domestica. ECAM fornisce inoltre servizi di consulenza a enti e istituzioni su temi quali advocacy, processi di partecipazione cittadina e formazione ai diritti umani, oltre ad essere uno dei nodi forti e promotori della rete di Ong attive sul tema dei diritti della donna. MUJERES EN ACCION: E’ un’organizzazione che opera sul territorio della regione di Tarija a partire dal 1993 con progetti di supporto alle vittime di violenza sessuale, fisica e psicologica perpetrata all’interno delle mura domestiche. Si rivolge in particolare a donne emarginate, molto spesso di origine Aymara, e svolge attività di promozione dei diritti delle donne sia in ambito urbano sia in quello rurale. Mission dell’organizzazione è promuovere e rinforzare il recupero dell’autostima delle donne vittime di violenza e sostenere, attraverso processi formativi, il loro re-inserimento nella società civile come protagoniste del proprio stesso sviluppo economico e umano. In particolare, nella città di Tarija, Mujeres in Acciòn gestisce una comunità con una capacità di accoglienza di circa 1518 posti letto ed offre sostegno psicologico ed accoglienza diurna a una decina di altre ragazze. Le beneficiare della struttura sono bambine in media di 15-16 anni vittime di violenza sessuale in ambito famigliare con un figlio a carico. Spesso entrano all’interno dei progetti di sviluppo delle capacità individuali proposti da Mujeres in Acciòn minori che, in seguito all’atto di violenza, vengono ripudiate o escluse dalla propria famiglia, nonostante abbiano un figlio a carico. Il nome Mujeres en Acciòn nasce dal desiderio delle tre socie fondatrici di rimarcare il ruolo delle donne nella società e la loro capacità di sfidare gli stereotipi sociali. NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5 MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi. EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO: Ai volontari in servizio si richiede: ¾ elevato spirito di adattabilità; ¾ flessibilità oraria; ¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana; ¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute; ¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto; ¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria; ¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali; ¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione; ¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero; ¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi; ¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero. ¾ partecipare alla valutazione finale progettuale Inoltre, per la sede di attuazione si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi: BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) ¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale durante la permanenza all’estero; ¾ realizzare un progetto con una realtà locale italiana, per raccontare la propria esperienza durante la permanenza all’estero ¾ rientrare in Italia al termine del servizio ¾ di osservare le indicazioni dei referenti in Italia in particolar modo riguardo a salute e sicurezza ¾ disponibilità alla condivisione degli obiettivi, delle finalità ed i valori dell’ente ¾ la disponibilità a un periodo di formazione intermedia ¾ di vivere in case da condividere con altri volontari ¾ di guidare mezzi propri solo con la necessaria documentazione (patente internazionale, assicurazione) PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio: Rischi di ordine pubblico ¾ MANIFESTAZIONI DI PROTESTA: rischio di manifestazioni politiche, con possibili improvvisi scioperi, blocchi stradali, ferroviari ed aeroportuali (tale tipo di manifestazioni in Bolivia non sono eventi a termine ed hanno una durata che varia in funzione dello stabilimento di una trattativa con il Governo centrale); possibili scontri tra forze dell’ordine e coltivatori di coca nella zona del Chapare. ¾ MICROCRIMINALITÀ: rapine violente e sequestri-lampo a scopo di estorsione a danno di stranieri e turisti (Lago Titicaca, La Paz e S.Cruz), furto di denaro e documenti sui mezzi pubblici che effettuano la tratta da e per La Paz-Oruro-Salar de Uyuni. Rischi sanitari ¾ Dengue nei dipartimenti orientali (in particolari in quello del Beni e in quello di Santa Cruz); in aumento casi di influenza AH1N1 (in tutti i Dipartimenti territoriali boliviani in particolare nel Dipartimento e nella città di Santa Cruz, ad eccezione del Beni) e AH3N2 con alcuni decessi (in particolare nel dipartimento di La Paz). Considerando la situazione igienico-sanitaria dei luoghi di lavoro c’è il rischio di contrarre patologie legate all’apparato intestinale (salmonella, febbre tifoidea) o ritrovarsi a contatto con soggetti affetti da aids e/o tubercolosi ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE: Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico: RISCHIO MANIFESTAZIONI DI PROTESTA MICROCRIMINALITÀ ACCORGIMENTO ¾ ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l’esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche; ¾ La partecipazione a manifestazioni è ammessa solo qualora esse siano a carattere espressamente nonviolento; ¾ La partecipazione a manifestazioni, da parte del volontario, potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progetto ed in presenza di personale di riferimento; ¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili; ¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città. ¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro; ¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali. Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari: RISCHIO ACCORGIMENTO L’ente prima della partenza indica ai volontari di eseguire le vaccinazioni PROFILASSI prescritte e/o consigliate dall’OMS per minimizzare i rischi sanitari presenti nel E paese, con particolare attenzione a quelli legati alle condizioni igienicoVACCINAZIONI sanitarie della sede di lavoro. Il centro ospedaliero più vicino è: ¾ Dai luoghi dove verrà sviluppato il progetto l’ospedale più vicino si trova in Hospital Regional San Juan de Dios calle Santa Cruz y Junin – Tarija a 8 minuti di taxi dalla sede del progetto. PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nel presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio: ¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali; ¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..) ¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto ¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato. DESCRIZIONE SEDE DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE: BOLIVIA- TARIJA Tarija é una cittá del sud della Bolivia ed è capitale del distretto omonimo. Secondo i dati INEI 2012 il dipartimento di Tarija ha 482.196 abitanti e la città omonima ha 170.900 abitanti a maggioranza donne. L’età media della popolazione é molto bassa, pari a circa 21 anni. Tarija si trova nella valle centrale del distretto e confina a nord e a est con la provincia di Méndez, a est con la provincia O’Connor e al sud con la provincia Avilés, al confine con l’Argentina. É una realtà rurale, che si caratterizza per la sua produzione vinicola, ma anche per quella di grano e altri cereali, alcuni dei quali utilizzati nell’industria di birra. Anche il settore di prodotti di latticini è in crescita, ma la maggior parte della popolazione lavora nel settore dell’agricoltura. Secondo l’Instituto Nacional de Estadistica, in Bolivia il 36,61% lavora nei campi. Molto spesso i ragazzi aiutano le piccole imprese famigliari nelle coltivazioni. Questo fa sì che la percentuale di ragazzi che svolgono attività lavorative anziché procedere nel loro regolare percorso di studi sia, nel solo distretto di Tarija, pari all'11.48%. Secondo un report sul livello di sviluppo del distretto di Tarija pubblicato nel 2010, la percentuale di povertà estrema nelle comunità di riferimento è del 32,8% (dato 2001), il tasso di scolarizzazione con il compimento del primo ciclo di otto anni di studio è del 70,5% (dato 2007),anche se bisogna sottolineare che a livello assoluto sono 10.813 i bambini dai 6 ai 13 anni che non hanno terminato il primo livello di scolarizzazione. La percentuale di denutrizione dei bambini minori di tre anni è del 16,7% (dato 2003), ma a livello assoluto l’aggiornamento del 2008 ha messo in evidenza che ancora 7.288 bambini nel solo distretto di Tarija vivono una situazione di denutrizione cronica. Il tasso di mortalità materna è di 124 morti su 100mila nascite (dato 2000), mentre nell’anno 2008 sono stati 37 i bambini morti durante il parto su 1.000 nati vivi. Le lingue ufficiali sono lo spagnolo, ma anche il quechua che, secondo l’ultimo censimento, è parlato da 37.337 persone, l’aymara parlato da 7.219 persone e il guaranì lingua madre di 4578 abitanti del distretto. Le comunità indigene sono spesso vittime di discriminazione con reale difficoltà ad accedere a servizi di salute pubblica e adeguata educazione. Nel territorio di Tarija si interviene nei settori: Sicurezza Alimentare, Donne e Sviluppo. DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE: SICUREZZA ALIMENTARE Tra i problemi di salute pubblica più rilevanti nella popolazione del distretto di Tarija risaltano la denutrizione e le anemie nutrizionali di bambini e bambine, che sono conseguenza dell’esclusione sociale, economica e politica di segmenti vulnerabili della popolazione. Infatti chi vive in condizioni di povertà ha anche un basso accesso ai servizi di salute, educazione, acqua potabile, igiene base e produzione agro-zootecnica. La povertà condiziona anche l’accesso agli alimenti e si trasforma in una minore possibilità di fornire un’adeguata alimentazione ai bambini e alle bambine durante il consumo di pasti in casa. L’insicurezza alimentare, la denutrizione, l’anemia nutrizionale e l’insufficiente assunzione giornaliera di micronutrienti adeguati pregiudica le fasce più vulnerabili della popolazione e in particolare lo sviluppo psico-fisico dei bambini minori di 5 anni. Alla fine del 2009, a Tarija, secondo dati dell’UNDP, il tasso di denutrizione cronica si registra intorno al 16,7%. I dati per il 2009 rivelavano che, nella regione, circa 7288 bambini minori di 5 anni si trovavano in condizione di denutrizione cronica. La responsabile del Consiglio Nazionale di Alimentazione e Nutrizione della Bolivia ha indicato che due bambini su dieci in età scolastica a Tarija sono sotto peso, soprattutto nell’area rurale e periferico-urbana. Le comunità rurali di Tarija sono fino ad ora state poco considerate dai programmi e progetti di cooperazione allo sviluppo, principalmente per i fuorvianti indicatori di sviluppo del dipartimento di Tarija che non tengono in considerazione l’effettiva distribuzione della ricchezza e l’accesso ai servizi sul territorio. Queste comunità sono caratterizzate da indicatori di sviluppo- nonostante la relativa vicinanza con la città di Tarija- preoccupanti tanto quanto quelli di zone tradizionalmente considerate tra la più povere della Bolivia. Nel corso del 2012 lo studio intitolato “Análisis y Mapeo de la Vulnerabilidad a la Inseguridad Alimentaria” (analisi e mappatura della vulnerabilità di fronte all’insicurezza alimentare), realizzato per richiesta del Ministero boliviano dello sviluppo rurale e della terre (MDRyT) e con l’appoggio finanziario dell’UE ha rivelato che 102 comuni della Bolivia si trovano in una situazione di elevatissima insicurezza alimentare. Tra questi 40 comuni situati nel dipartimento di Tarija. Chuquisaca e Pando sono entrati nelle priorità di azione del Programa Mundial de Alimentos (PMA) in quanto proprio in quelle zone sono stati registrati i più alti livelli di fragilità di fronte all’insicurezza alimentare, a livello di disponibilità, accesso e uso degli alimenti. Tra i comuni del dipartimento di Tarija che dimostrano una vulnerabilità nella capacità di acquisto degli alimenti, non solo a causa dei bassi ingressi economici delle famiglie, ma anche dell’oggettiva mancanza di rifornimenti alimentari si trovano le comunità di Sella Quebradas, Sella Candelaria, Cirminuelas, Chaupicancha, Taucoma. Alla scarsa quantità si combina un’inadeguata qualità e varietà degli alimenti approvvigionati : si predilige infatti la vendita e il consumo di alcuni alimenti a scapito di altri, inibendo la scelta e la disponibilità di tutti gli elementi nutritivi utili alla crescita, al buon sviluppo e al mantenimento dell’individuo A questo si aggiunge che la valle di Tarija, come altre zone della Bolivia, è stata sottoposta negli anni alla sostituzione delle colture andine tradizionali dell’amaranto e quinoa, ricche di componenti nutritivi, per fare posto a coltivazioni di prodotti non autoctoni e di massa come il grano e il riso che non solo sono importate, ma che spesso necessitano di fertilizzanti e prodotti chimici dannosi all’ambiente e che impoveriscono il suolo per fornire livelli di produttività alti. Il grano trattato e modificato chimicamente, oltre a non fornire i principi nutritivi adeguati alla crescita, è spesso causa di allergie alimentari e malattie collegabili al suo consumo. L’amaranto contiene la licina, amminoacido naturale che favorisce lo sviluppo fisico e intellettuale. Tuttavia la coltivazione di amaranto a Tarija ha subito una battuta d’arresto, evidente nella diminuzione delle superfici coltivate. Oltre ad una conseguente diminuzione di qualità nutrizionale, la sostituzione delle coltivazioni di amaranto con massive produzioni di riso e grano ha inibito la capacità produttiva dei piccoli produttori e le loro capacità di organizzarsi in maniera cooperativa per migliorare la struttura delle piccole e medie imprese di amaranto e posizionarsi sul mercato. DONNE E SVILUPPO La donna in Bolivia, soprattutto in ambiente rurale, è, suo malgrado, il perno di un conflitto sociale che la vede da un parte vittima di discriminazione, con difficoltà di accesso al sistema scolastico e sanitario, ma al contempo soggetto centrale dello sviluppo. La donna è l'elemento chiave dell'azione in cui si inserisce il progetto. La popolazione femminile del territorio è sulla strada verso una maggiore autonomia, e questo in vari settori (economico, fisico, di partecipazione attiva nella società), grazie all’aumento del loro livello di istruzione. Tuttavia permangono i problemi e i dati presentano una realtà difficile per le donne. Il loro livello di analfabetismo per esempio é ancora molto alto, soprattutto nelle zone rurali e indigene. I livelli di violenza di genere nel dipartimento di Tarija sono allarmanti: 9 donne su 10 subiscono una qualche forma di violenza sessuale, fisica o psicologica. Secondo i dati provenienti dall’Ong ECAM – nel 2011 si sono registrati in tutto il dipartimento di Tarija 337 delitti di tipo sessuale. Nel 42% dei casi si è trattato di violenza sessuale, nel 27% violenza sessuale profonda e diretta a esclusione del coito e nel 12% stupro. Il 95% delle vittime sono generalmente bambine e adolescenti. Si evidenzia inoltre che in una società prettamente patriarcale e maschilista la quasi totalità delle violenze sono indirizzate a bambine e donne con un picco di vulnerabilità nel segmento di popolazione formato da donne tra i 12 e i 14 anni. Nel 66% dei casi analizzati, l’aggressore è una persona conosciuta, in particolare possono essere patrigni e amici. Secondo i dati del Ministero, su 311 casi presi in esame nel 2011, solo il 3% è stato non solo oggetto di investigazione ma è giunto a una condanna dell’aggressore. Questo dimostra le poche possibilità che ha la vittima che si faccia giustizia in caso di abuso sessuale, mettendo in evidenza come sia difficile accedere a una giustizia realmente imparziale, efficiente che permette a bambine, adolescenti e donne di rivendicare i propri diritti. La realtà delle donne di Tarija è visibilmente caratterizzata da condizioni di discriminazione e disuguaglianza anche e soprattutto nel mondo del lavoro dove sono obbligate a orari di lavoro disumani e degradanti. Il lavoro di queste donne é per la maggior parte di artigianato o di lavoro informale. Col termine “economia informale” si indica il lavoratore che non ha contratto e che non gode di sicurezza pubblica e sociale (venditori ambulanti di mercanzie, alimenti, artigianato, ai lavoratori del trasporto pubblico, prestatori di servizio ecc). A questo settore spesso attengono anche le attività illegali come l’evasione fiscale, la pirateria, la produzione o traffico di droga, l’usura, il commercio o trasporto di mercanzia di contrabbando. Oltre al problema del lavoro, le donne devono far fronte a una situazione di famiglia monoparentale, e per la maggior parte dei casi hanno più di 4 figli. Nel 2008 la percentuale di famiglie composte da sola madre con figli a carico è del 30%. Nelle famiglie meno abbienti la percentuale sale al 40 % (CEPAL,2009). Spesso le donne alternano le attività produttive in ambito rurale con le attività domestiche, a volte le realizzano simultaneamente, senza distinguere un lavoro dall’altro. Nonostante la loro importanza all’interno della società, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista famigliare, le donne in particolare nelle comunità rurali di Cercado sono escluse da qualsiasi processo di partecipazione politica. Il Governo non ha tra le sue priorità la produzione di documenti di politica pubblica orientati alle donne in un’ottica di diminuzione della discriminazione. Questo rende quindi sempre più forte la mancanza di ascolto delle istanze delle donne da parte del potere centrale che non prende nessuna posizione di fronte a problemi come la maternità precoce delle adolescenti e il connesso problema della mortalità materna. La copertura del parto istituzionale assistito è del 65,8%, dato che dimostra una difficoltà per le donne ad accedere a livelli sanitari che salvaguardino la vita delle madri e dei bambini. Nell’80% dei parti non istituzionali si verificano complicanze dovute a scarsi livelli di igiene. Se anche il parto va a buon fine, molto spesso le giovani madri, a volte anche vittima di violenza sessuale da parte di un componente della famiglia, sono ripudiate dalle proprie famiglie e, sole e senza un compagno, si trovano senza strumenti economici ed intellettuali per far fronte alla sussistenza proprio e dei propri figli. Nei settori Sicurezza Alimentare, Donne e Sviluppo si interviene nel territorio di Tarija con i seguenti i destinatari diretti e beneficiari. I destinatari diretti sono: ¾ 120 donne e 120 uomini afferenti alla comunità di Sella Quebradas, Sella Candelaria, Cirminuelas, Rumicancha, Chaupicancha, Taucoma del Municipio di Cercado- Dipartimento di Tarija ¾ 25 adolescenti inserite in una comunità per ragazze madre, 300 bambine/i di scuola primaria,19 educatori e 250 donne di zona rurale dirigenti di base. I beneficiari sono: ¾ 500 bambini figli dei destinatari del progetto e gli abitanti del distretto di Tarija che beneficeranno dell’acquisto dei prodotti inseriti nei mercati cittadini. ¾ 650 adulti, genitori dei minori inseriti nel progetto e 1200 persone famigliari delle donne provenienti da comunità rurali OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO: BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) ¾ Contribuire a promuovere la produzione, il consumo, la trasformazione e la vendita dell’amaranto attraverso la formazione di 120 donne e 120 uomini di 5 comunità del municipio di Cercado-Tarija ¾ Promuovere la formazione integrale di 250 donne provenienti da zone rurali del comune di CercadoTarija per favorire l’autostima personale, la coscienza critica e una partecipazione attiva nella società. ¾ Contribuire allo sviluppo di strategie educative e comunicative rivolte a 300 bambine di scuola primaria e 19 educatori sul tema della violenza sessuale contro i minori ¾ Rafforzare l’autostima e la genitorialità di 25 madri adolescenti vittime di violenza DESCRIZIONE DEL PROGETTO: Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) Azione 1. Realizzazione di attività per incrementare la produzione, il consumo, la trasformazione e la vendita dell’amaranto in 5 comunità rurali 1. Realizzazione di 5 momenti di formazione rivolti a 120 donne e 120 uomini per la coltivazione organica e sostenibile dell’Amaranto 2. Realizzazione di 4 corsi di formazione sulla condivisione e gestione delle conoscenze agricole 3. Avvio attività di produzione dell’amaranto biologico con criteri di sostenibilità ambientale 4. Realizzazione di 4 corsi di formazione sul tema della microimprenditorialità cooperativa 5. Formazione e costituzione legale di una associazione produttiva 6. Realizzazione di 2 corsi di formazione sulla definizione del regolamento, statuto, direttive 7. Realizzazione di 3 percorsi formativi per la trasformazione dell’amaranto 8. Realizzazione di piani di promozione e comunicazione per diffondere la conoscenza dell’amaranto e le coltivazioni di Tarija Azione 2. Esecuzione di attività di formazione integrale dirette a 250 donne proveniente da zone rurali, partendo dal lavoro sull’autostima per arrivare a implementare la loro partecipazione politica 1. Realizzazione di 18 eventi formativi, 9 nella zona urbana e 9 nell’area rurale sul tema della gestione pubblica e del bilancio partecipativo 2. Realizzazione di 4 attività formative in area rurale per identificare le necessità pratiche e strategiche delle donne 3. Realizzazione di 11 sessioni di assistenza tecnica a 4 unità produttive di donne di 12 partecipanti l’una in area urbana 4. Realizzazione di 11 sessioni di assistenza tecnica a 4 unità produttive di donne di 12 partecipanti l’una in area rurale 5. Realizzazione di 4 attività informative in area rurale per informare sul cancro all’utero, alla cervice e al seno 6. Realizzazione di 40 interventi in radio sul tema della discriminazione di genere 7. 1 Incontro con la municipalità di Tarija per elaborare l’inserimento delle istanze delle donne nel bilancio partecipativo municipale 8. Gestione di un ambiente municipale destinato all’esposizione dei prodotti elaborati dalle donne Azione 3. Realizzazione di attività di educazione e comunicazione che permettano a 300 bambine di scuola primaria di riconoscere e denunciare pratiche di violenza sessuale 1. Realizzazione di 6 spot e 6 annunci radiofonici, un pieghevole e una presentazione cartacea sul tema della violenza sessuale 2. Attuazione di attività di contatto e ricerca di educatori 3. Realizzazione di 4 eventi formativi per educatori sul tema della violenza sessuale nei confronti dei minori 4. Gestione di 3 giornate educative per ogni gruppo di bambine per un totale di 27 giornate 5. Realizzazione di attività di supporto psicologico ed ascolto per le bambine inserite nel progetto 6. Realizzazione di 6 fiere in coordinamento con gruppi universitari sul tema della salute e sicurezza delle bambine 7. Coordinamento con funzionari della Defensoría de la Niñez y Adolescencia y Seguridad Ciudadana Azione 4. Concretizzare attività di autostima e rafforzamento della genitorialità in 25 giovani madri vittime di violenza 1. Elaborazione di 5 laboratori sulla genitorialità per 25 donne inserite in una comunità per giovani madri 2. Elaborazione e creazione di un centro di educazione iniziale per i figli delle giovani madri inserite nella comunità 3. Ricerca di educatrici per i bambini 4. Somministrazione di 12 incontri di sostegno psicologico individuale rivolto alle giovani madri 5. Accompagnamento delle giovani madri nelle attività di reinserimento nella società: iscrizione a corsi formativi esterni di inserimento nel mondo del lavoro 6. Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla tematica dell’igiene personale e dei propri figli e il buen trato 7. Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla buona alimentazione attraverso l’attività pratica di cura dell’orto situato all’interno della comunità 8. Elaborazione di materiale didattico e di comunicazione sulla prevenzione delle gravidanze precoci 9. Somministrazione di 4 laboratori scolastici sul tema della prevenzione delle gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili. Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ 1coordinatore di programma – azione 1,2,3 e 4 2 coordinatori di progetto – azione 1,2,3 e 4 1 esperto di agronomia per supporto all’implementazione della coltivazione dell’amaranto – azione 1 1 esperto di microcredito e microimprenditorialità – azione 1 1 esperto di strategie comunicative – azione 1,2 e 3 3 educatori – azione 2, 3 e 4 1 amministratore di progetto – azione 1, 2, 3 e 4 1 logista per supporto tecnico all’organizzazione e pianificazione delle attività formative – azione 1, 2 e3 3 formatori – azione 1, 2 e 3 2 psicologi – azione 3 e 4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto: BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività: ¾ Affiancamento nella realizzazione di materiale didattico sul tema della coltivazione organica e sostenibile dell’amaranto ¾ Affiancamento logistico e motivazionale durante le formazioni rivolte a 120 donne e 120 uomini su tematiche agro-alimentari ¾ Accompagnamento dei destinatari del progetto nel processo di condivisone delle conoscenze attraverso l’organizzazione di dinamiche formative ¾ Affiancamento del personale tecnico nel reperimento dei materiali utili (sementi, strumenti e materiali) per la coltivazione dell’amaranto ¾ ¾ Ricerca di materiale didattico sul tema della microimprenditorialità Supporto nella realizzazione di un kit formativo sulla microimprenditorialità cooperativa in ambito agricolo ¾ Affiancamento nella realizzazione di 4 corsi sul tema della microimprenditorialità ¾ Affiancamento nella realizzazione di materiale comunicativo (brochure, blog, sito internet, etc) per diffondere la conoscenza dell’amaranto e le coltivazioni dell’area rurale di Tarija Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività: ¾ Partecipazione a riunioni interne all’ong ECAM sul tema del bilancio partecipativo ed uguaglianza di genere ¾ Reperimento di materiale formativo sul tema del bilancio partecipativo e politiche pubbliche di inserimento delle istanze delle donne ¾ Affiancamento nella somministrazione di 18 eventi formativi sul tema della gestione pubblica e del bilancio partecipativo in zone urbane e rurali ¾ Supporto nell’organizzazione di dinamiche educative da inserire in 4 attività formative per identificare le necessità pratiche e strategiche delle donne ¾ Affiancamento nella gestione dei gruppi e delle dinamiche formative ¾ Affiancamento logistico nell’organizzazione di 22 sessioni di assistenza tecnica a unità produttive di donne in zona rurale e urbana ¾ Reperimento di materiale informativo sul cancro all’utero, alla cervice e al seno ¾ Affiancamento nella realizzazione di 4 eventi informativi sul cancro all’utero, cervice e seno in zone rurali ¾ Partecipazione a 1 Incontro con la municipalità di Tarija per elaborare l’inserimento delle istanze delle donne nel bilancio partecipativo municipale Il volontario/a in servizio civile n°3 sarà di supporto nelle seguenti attività: ¾ Realizzazione di un kit di materiale informativo e di comunicazione sul tema della violenza sessuale sui minori in Bolivia ¾ Affiancamento nella realizzazione di 4 eventi formativi per educatori sul tema della violenza sessuale nei confronti dei minori ¾ Supporto nell’elaborazione di una strategia comunicativa rivolta a minori sul tema della violenza sessuale in ambito famigliare, scolastico e lavorativo e dei rischi in cui possono intercorrere ¾ Affiancamento nella progettazione di dinamiche educative, anche attraverso l’uso del gioco, sul tema della violenza sessuale su minori ¾ Supporto logistico- tecnico nella gestione di 3 giornate educative per ogni gruppo di bambine per un totale di 27 giornate ¾ Affiancamento di educatori e psicologi nella realizzazione di uno sportello di ascolto psicologico rivolto alle bambine inserite nel progetto ¾ Affiancamento logistico e tecnico nella Realizzazione di 6 fiere i sul tema della salute e sicurezza delle bambine ¾ Supporto nella Gestione di attività di valutazione e misurazione dei risultati raggiunti durante gli incontri con le bambine e gli educatori Il volontario/a in servizio civile n°4 sarà di supporto nelle seguenti attività: ¾ Affiancamento nella realizzazione di 5 laboratori sulla genitorialità per 25 donne inserite in una comunità per giovani madri ¾ Supporto nell’elaborazione di materiale didattico da utilizzare nei laboratori ¾ Affiancamento nella programmazione di una piccola nursery per i figli delle giovani madri inserite nella comunità ¾ Supporto alle attività di cura e intrattenimento per i figli delle giovani madri ¾ Affiancamento ai 12 incontri di sostegno psicologico individuale rivolto alle giovani madri REQUISITI: I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari andranno ad implementare Generici: ¾ Esperienza nel mondo del volontariato; ¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi; ¾ Competenze informatiche di base e di Internet. Specifici: BOLIVIA- Tarija (ASPEM 53530) Volontario/a 1: ¾ Preferibile formazione in ambito ambientale e/o agronomico e/o educativo ¾ Buona conoscenza della lingua spagnola parlata e scritta ¾ Preferibile pregressa esperienza di studio sulla tematica della sicurezza alimentare ¾ Preferibile esperienza di studio nell’ambito delle strutture cooperative ¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina Volontario/a 2: ¾ Preferibile formazione in: scienze politiche, economiche e/o comunicazione, scienze sociali, scienze giuridiche ¾ Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta ¾ Preferibile esperienza di studio sul tema della violenza e discriminazione di genere ¾ Preferibile esperienza nello studio di politiche pubbliche e del funzionamento del bilancio partecipativo ¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina ¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di donne vulnerabili Volontari/e 3,4 ¾ Preferibile formazione in: scienze dell'educazione, comunicazione, psicologia, scienze sociali ¾ Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta ¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di bambini e di donne ¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina ¾ Preferibile esperienza di studio sul tema della violenza e discriminazione di genere ¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di momenti formativi, laboratori, corsi di aggiornamento. DOVE INVIARE LA CANDIDATURA ¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande) ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO ASPEm Como Via Dalmazia, 2 22063 Cantù (CO) 031-711394 www.aspem.org ¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM). Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC • è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale), • non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.