www.informatoreagrario.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. AGGIORNAMENTO TECNICO SPECIALE Potatura ramificata della vite Longevità del vigneto, miglioramento della produzione, riduzione dei costi grazie all’omogeneità delle piante che ha ripercussioni positive sulle operazioni colturali anche in termini di costi. Questi in estrema sintesi i vantaggi della potatura della vite secondo il metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva. Nello Speciale: la formazione del personale (articolo a pag. 37), come perseguire l’omogeneità delle piante (articolo a pag. 39) e, infine, i risultati economici ottenibili con l’introduzione del metodo (articolo a pag. 43). Coordinato da Clementina Palese [email protected] © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE POTATURA DELLA VITE ● OLTRE IL SISTEMA DI POTATURA Vite: potatura «virtuosa», applicazione e vantaggi La potatura «ramificata», secondo il metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva, investe tutta l’organizzazione aziendale e permette di prolungare la vita del vigneto, di renderlo omogeneo con ripercussioni positive sulle operazioni colturali, su qualità e quantità della produzione e al contempo di ridurre i costi di M. Simonit, F. Deledda, M. Giudici, L. Manfreda, M. Ostan, R. Turata, A. Zanutta L’ adozione nell’azienda viticola di questo metodo di potatura determina notevoli cambiamenti non solo sulla gestione dei tagli sulla pianta, ma nell’organizzazione aziendale e nel vigneto. Si innescano una serie di effetti positivi a catena. I due punti cardine sono, da un lato la formazione dei potatori, quindi l’innalzamento della loro capacità di intervento autonomo e uniforme secondo un metodo codificato, e dall’altro l’omogeneità che questo tipo di intervento determina nell’ambito della stessa vite e tra le piante del vigneto. In estrema sintesi il miglioramento della gestione manuale dei vigneti comporta la riduzione dei costi di potatura e scelta dei germogli e quella dei costi di gestione delle fallanze. Tutto questo unitamente al miglioramento quali-quantitativo delle produzioni determina un aumento della produzione lorda vendibile aziendale. • 36 Valorizzare il saper fare in vigna L’estate del 2012, forse tra le più calde e siccitose del decennio, ha messo in evidenza la grande fragilità della viticoltura italiana di fronte a un evento che probabilmente ci accompagnerà nei prossimi anni, ma ha anche permesso di valutare i comportamenti di reazione allo stress idrico molto differenziati. Perché non tutti i vigneti hanno sofferto allo stesso modo? Le differenze possono essere dovute a tipologia di terreno, combinazione vitigno-portinnesto, età della pianta, gestione del suolo, rapporto tra chioma e produzione, ma in condizioni analoghe alcuni vigneti hanno manifestato meno sofferenza di altri. In generale i vigneti con età media elevata e con un buon sviluppo vegetativo in primavera hanno mostrato di subire meno i danni della carenza idrica. Queste piante presentavano anche un minor numero di tagli sul fusto e di coni di disseccamento (zone di legno secco in corrispondenza del taglio), in sostanza avevano un sistema conduttore più integro. In poche parole erano state potate meglio. La formazione degli enotecnici e delle maestranze delle scuole professionali destinate alla conduzione pratica dei vigneti ha subìto in questo ultimo quarto di secolo un profondo cambiamento: le quasi quotidiane esercitazioni pratiche in vigneto e in cantina sono state sostituite da lezioni frontali in classe. Analogamente i corsi professionali organizzati dai sindacati agricoli, spesso tenuti di sera, non affrontano più da tempo gli aspetti della gestione dei vigneti con visite e prove in campo, ma si occupano soprattutto di sicurezza dei lavoratori, di un corretto impiego degli antiparassitari e di questioni di politica vitivinicola. Certo non è agevole spiegare a degli operatori spesso demotivati come si fa a potare correttamente. Inoltre, la presenza sempre più frequente di lavoratori provenienti da Paesi dove non esiste la viticoltura e la crescente incidenza dei danni da malattie del legno ripropongono il problema di una riqualificazione del personale addetto alla potatura. Ad avvertire per prime il problema le grandi aziende che hanno compreso il valore dei vigneti di età avanzata per la qualità dei vini e si sono affidate a un gruppo di esperti per la formazione delle loro squadre di potatori. Attilio Scienza Dipartimento di scienze agrarie e ambientali, produzione, territorio e agroenergia, Università di Milano L’Informatore Agrario • 37/2012 © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE POTATURA DELLA VITE ● FORMARE E VALORIZZARE IL PERSONALE Come introdurre il metodo di potatura La formazione deve trasmettere un metodo codificato e uniforme nella squadra di lavoro e rendere ogni potatore consapevole e autonomo nelle scelte di intervento specifici, gli stessi studenti degli istituti enologici ricevono lezioni teoriche sulle procedure di cantina. Una volta in azienda il nuovo lavoratore è istruito sulle procedure interne. Di norma il personale addetto partecipa a corsi di formazione e riceve, inoltre, informazioni prima di ogni lavorazione. P er lavorare in cantina è necessario conoscere le diverse vasche, i diversi tipi di botti di legno, le tipologie di pompe, le diverse fasi di trasformazione dell’uva in vino. Fermentazione, svinatura, vinificazione, stabilizzazione e messa in bottiglia sono tutti processi ben analizzati e svolti seguendo precise istruzioni operative. Anche la pulizia delle vasche, dei tubi, delle pompe e degli stessi ambienti non è improvvisata. Ovviamente ogni azienda ha il proprio metodo operativo che tiene conto della realtà aziendale, del livello di tecnologia, del tipo di prodotto fi nale da ottenere. Per il personale addetto sono a disposizione corsi di formazione professionali FIGURA 1 - Piante ramificate e non ramificate a confronto Pianta ramificata Pianta non ramificata Sistema idraulico +++ + Quantità legno vivo +++ + Sostanza di riserva +++ + +++ +++ +++ + +++ ++ + ++ +++ + +++ + Osservazioni Pianta ramificata Pianta non ramificata Fusto Omogenità Fasi fenologiche Fertilità Produzione Fallanze Forme fusto Longevità Età Manca la formazione del potatore Per quanto riguarda l’approccio alla gestione manuale della vigna, invece, non esistono corsi specifici di formazione professionale. Quando un’azienda assume personale per la potatura cerca chi sa già potare. Spesso si assumono operatori autoreferenziati le cui uniche credenziali sono l’avere alcune piante a casa o semplicemente aver lavorato in vigna! A dimostrazione dell’esperienza maturata spesso i candidati potatori riportano gli anni di lavoro in vigneto, senza specificare le mansioni, non precisando il livello di esperienza nelle operazioni di potatura. In alcuni casi dichiarano soltanto le aziende in cui hanno lavorato puntando sul prestigio che esse potrebbero avere. L’azienda dal canto suo non ha né risorse umane né strumenti oggettivi per valutare le credenziali dei potatori. Poiché mancano le linee guida della potatura, l’esecuzione della stessa si basa su un input aziendale (spesso prettamente enologico) che decide il carico di gemme (numero di gemme produttive per ceppo/ettaro) e lascia la gestione del contenimento della pianta nello spazio alla soggettività del potatore. 37/2012 • L’Informatore Agrario © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 37 SPECIALE POTATURA DELLA VITE TABELLA 1 - Strategia di intervento (coaching) per l’introduzione facilitano la selezione del personale) e si ripercuotono positivamente sullo stato di salute dei vigneti e sui risultati economici aziendali (figure 2 e 3). del metodo di potatura Simonit&Sirch Acquisizione informazioni Visita conoscitiva Proprietà, vigneti, obiettivo enologico di ogni vigneto Questionario aziendale Classificazione dei vigneti, organizzazione dei lavori manuali, team di lavoro (schede personali) Il «lavoro di squadra» Fotografia dell’esistente Creazione di un database fotografico che terrà conto dell’evoluzione delle piante dopo ogni anno di applicazione del metodo. I concetti di potatura generali in questo modo saranno personalizzati alla casistica aziendale La tutela del patrimonio viticolo passa attraverso un lavoro di squadra che coinvolge: l’azienda, i collaboratori interni ed eventuali lavoratori stagionali. Adottare un metodo di lavoro ben codificato permette agli operatori di lavorare congiuntamente per il raggiungimento dello stesso obiettivo riducendo così l’interpretazione soggettiva. Se tutti i potatori eseguono le medesime istruzioni operative, le piante assumono con il passare degli anni una forma facilmente riconoscibile. Questo fatto ha un effetto diretto sulla velocità di esecuzione dei lavori manuali, quali la potatura invernale e la scelta dei germogli che «partiranno» in primavera, quindi sul contenimento dei costi. Un vigneto potato da mani esperte, inoltre, ha una prospettiva di vita decisamente più lunga. Se la vita media di un vigneto passasse da 20 a 40 anni avremmo effetti diretti sulle piante e sul bilancio aziendale: maggiore omogeneità della risposta vegeto-produttiva, migliore adattamento al terreno e al clima. Tutto ciò si traduce in una riduzione dei costi di ammortamento, di impianto e in produzioni più costanti; senza contare il miglioramento qualitativo dei vini ottenuti da vecchi vigneti. • Piano di azione Definizione dell’operatività Adattamento del metodo alle casistiche aziendali (priorità, obiettivi, metodo di taglio, tempi) Teoria, pratica e verifica risultati Istruzioni operative Avviamento dei cantieri e tutoraggio: lavoro di tutoraggio in vigneto per tutta la stagione invernale e primaverile e metodo di potatura Creazione di una reportistica aziendale per registrare gli sviluppi nel corso degli anni; individuazione delle priorità per l’anno successivo e messa a fuoco delle criticità da risolvere Valutazione lavoro Strategia di intervento e formazione Oltre al metodo di potatura è importante la strategia di intervento (coaching) per introdurlo in azienda in modo da massimizzarne gli effetti migliorativi. Si tratta di un insieme di attività che inizia con l’acquisizione di informazioni sulla situazione esistente in particolare circa le condizioni di salute ed equilibrio delle piante (anche fotografandole); produce un piano di azione adeguato alla realtà aziendale; prevede la formazione del personale, l’applicazione del metodo di potatura e la verifica dei risultati (tabella 1). Attraverso il periodo di coaching l’operatore acquisisce consapevolezza del proprio lavoro e focalizza i diversi obiettivi del metodo di potatura: ● conservazione dei f lussi linfatici principali (efficienza idraulica della pianta); ● ramificazione della pianta; ● controllo dello sviluppo nello spazio della pianta; ● raggiungimento dell’equilibrio vegetoproduttivo della pianta. Questa strategia di intervento e l’adozione del metodo di potatura Simonit&Sirch - Preparatori d’uva migliorano la professionalità degli operatori (quindi FIGURA 2 - Caratteristiche del potatore formato OCCHI allenati FIDUCIA di far bene MANI abili AUTONOMIA nel lavoro capacità di CONFRONTARSI CONSAPEVOLEZZA sulle scelte eseguite e sugli obiettivi AUTOVALUTAZIONE si corregge da solo FLESSIBILITÀ/ ADATTAMENTO interpreta le diverse situazioni La formazione, trasferendo i principi su cui si basa il metodo di potatura Simonit&Sirch, rende il futuro potatore autonomo nelle scelte. 38 FIGURA 3 - Posizionamento strategico del Metodo Simonit&Sirch nel processo produttivo della azienda vitivinicola PIANTA ● Conservazione flussi linfatici ● Salute ● Equilibrio ● Ramificazione AZIENDA ● Produttività costante ●Raggiungimento obiettivi enologici ●Contenimento costi gestione manuale ●Selezione del personale METODO Simonit&Sirch Preparatori d’uva UOMO ● Affinare la tecnica di taglio ● Sviluppare sensibilità nell’interpretare le diverse piante del vigneto Il metodo di potatura è uno strumento pratico di sinergia tra i diversi obiettivi del processo produttivo Uomo-Pianta-Azienda. L’Informatore Agrario • 37/2012 © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE POTATURA DELLA VITE ● LONGEVITÀ, MIGLIOR PRODUZIONE, RIDUZIONE DEI COSTI Obiettivo viti omogenee I tagli devono preservare il sistema idraulico, prima garanzia di uniformità vegetativa e produttiva, base per ottenere tutti i vantaggi dell’applicazione della potatura «ramificata» V i sono cause di invecchiamento della vite, e di conseguente riduzione del potenziale vegetativo, erroneamente attribuite a funghi, che si manifestano con il disseccamento di ampie zone di xilema (cioè del sistema vascolare di trasporto di acqua e soluti) del tronco e delle branche. In queste condizioni l’interruzione della colonna di liquido nello xilema provoca una o più zone di cavitazione, cioè di discontinuità del flusso, che sono isolate dalla pianta con la produzione di numerose tille (estroflessioni che occludono i vasi) che negli anni si trasformano in ampie zone necrotiche, b a molto simili a quelle dovute al mal dell’esca e che sono alla base dei fenomeni di apoplessia. Mantenere il sistema idraulico integro Per evitare questi gravi inconvenienti, una prima avvertenza è di evitare le capitozzature (tagli sul fusto) riducendo i tagli al solo legno giovane (1-3 anni di età). Le viti ramificate che presentano al loro interno disseccamenti piccoli e posizionati correttamente hanno un sistema di trasporto più integro rispetto alle piante che hanno subìto una o più capitozzature (foto 1). a b Mantenere un sistema idraulico integro è garanzia di sanità delle piante e si traduce in maggior quantità di legno vivo. Nelle piante ramificate la quantità di legno vivo ed efficiente aumenta di anno in anno occupando sempre più spazio. Al contrario quelle non ramificate presentano notevoli porzioni di legno morto a causa dei coni di disseccamento. Legno vivo e, quindi, vasi di trasporto funzionanti permettono di aumentare l’accumulo di sostanze di riserva che diventano importantissime nei periodi di stress. Come conseguire l’omogeneità Le piante con il sistema di trasporto poco perturbato mostrano omogeneità nelle fasi fenologiche. Osservando le piante singolarmente si nota che il germogliamento è omogeneo e tutte le gemme della vite schiudono quasi simultaneamente. Si registra solo un leggero anticipo delle gemme distali dovuto all’acrotonia della vite, in cui i germogli nella parte apicale del tralcio si sviluppano prima di quelli alla base. Questa osservazione suggerisce che, anche nel caso di piante con un sistema idraulico integro, la sola potatura invernale non basta a ottenere risultati soddisfacenti e che è necessario anche un lavoro di scelta dei germogli in primavera. Operando un primo passaggio di scelta dei germogli, eliminando quindi quelli superflui, quando hanno una lunghezza di 5-10 cm, si riduce la disomogeneità di crescita dovuta all’acrotonia. Il risultato, visibile in un paio di settimane, è l’uniformità di crescita con germogli simili tra loro in lunghezza e diametro. Vantaggi sull’omogeneità Foto 1 A sinistra sezione longitudinale di fusto di vite ramificata (Guyot a due canali orizzontali a e b). A destra fusto di vite non ramificata (Guyot). È visibile il cono di disseccamento (zona più scura) dovuto alla capitozzatura L’omogeneità di germogliamento così ottenuta (foto 2) si riflette successivamente in un’omogeneità di fioritura e allegagione (foto 3). Tutti i tralci lasciati per la produzione dell’anno portano grappoli che invaieranno e matureranno contemporaneamente. Inoltre l’omogeneità si registra anche sul peso medio del grappolo e nella sua composizione. Le piante ramificate, negli anni, mostrano costanti produttive 37/2012 • L’Informatore Agrario © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 39 SPECIALE POTATURA DELLA VITE migliori rispetto alle piante perturbate soprattutto quando raggiungono età maggiori ai 30 anni (foto 4). Con l’avanzare della stagione la vegetazione procede molto equilibrata, l’agostamento dei germogli (cioè la maturazione del legno dei germogli che da verdi diventano marroni) è contemporaneo e questo si traduce in una migliore lignificazione dei tralci. Nella stessa pianta si osserva anche omogeneità di sviluppo degli internodi (lunghezza media e diametro) facilmente valutabile e misurabile a inizio inverno (foto 5). Dalle nostre osservazioni queste piante mostrano nel tempo costanza di fertilità, probabilmente dovuta alle stesse ramificazioni ovvero ai canali (verticali, obliqui o orizzontali a seconda della forma di allevamento) che il potatore realizza anno dopo anno. I canali non sono altro che una sequenza cronologica di porzioni di branche che con il passare del tempo crescono in diametro fino a diventare un tutt’uno con il fusto. Il rispetto di questa cronologia (figura 1) ci sembra essere uno dei principali fattori della costanza di fertilità delle gemme. Inoltre numero e peso del grappolo regolari consentono di stimare e programmare meglio le produzioni. Foto 2 Uniformità di germogliamento di un vigneto ramificato Vigneti «in conversione» Ciò che si osserva nei vigneti perturbati dai tagli che hanno iniziato un percorso di conversione verso una forma ramificata è molto interessante. In questi vigneti si registra un generale aumento di vitalità delle singole piante: percentuale di germogliamento in aumento; riduzione dell’effetto «M» (tralci centrali del capo a frutto deboli), pareti fogliari più uniformi. La conseguenza diretta si osserva sulle produzioni che aumentano. Dopo qualche anno le piante in conversione raggiungono il grado di omogeneità già descritto per le piante ramificate (foto 6). Foto 3 Cordone speronato ramificato in verticale: omogeneità di sviluppo dei germogli di ciascun sperone Forma delle piante Altro parametro di omogeneità dei vigneti ramificati riguarda la forma delle piante. Attraverso l’applicazione di una potatura ben codificata seguita da una scelta germogli altrettanto precisa è possibile condurre le singole piante verso una forma facilmente riconoscibile. 40 Foto 4 Cordone speronato ramificato: omogeneità di maturazione grappoli L’Informatore Agrario • 37/2012 © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE POTATURA DELLA VITE Foto 5 Omogeneità di sviluppo in diametro e lunghezza internodi dei tralci FIGURA 1 - Guyot ramificato a due canali 1 2 3 4 5 6 F U S T O 8 7 6 5 4 3 2 1 Un metodo il cui risultato prevede la creazione di piante simili tra loro ha come ripercussione diretta la riduzione dei tempi che servono all’operatore per decidere come potare ottimizzando i tempi di intervento con conseguente riduzione delle ore di lavoro. Un altro vantaggio da evidenziare è che una parete fogliare uniforme con germogli che coprono lo spazio utile consente contemporaneamente di pianificare più efficacemente le operazioni di gestione della chioma come: convogliamento dei germogli manuale o meccanico, cimatura, rimozione delle femminelle e sfogliatura. Secondo la nostra esperienza l’efficienza e il mantenimento in salute dei vigneti si ottiene grazie a un buon lavoro di potatura che mira alla tutela dell’integrità del sistema vascolare delle piante. Con questi presupposti la prospettiva di vita della pianta aumenta considerevolmente. È da evidenziare che nei vigneti ramificati abbiamo registrato una riduzione delle fallanze (foto 7). Avere un vigneto costituito di piante coetanee e con poche fallanze comporta una diminuzione della variabilità nella loro gestione manuale. Inoltre un vigneto composto dal maggior numero possibile di piante adulte e coetanee ha evidenti vantaggi sia sulla costanza di produzione sia sulla qualità dei vini che se ne ottengono. • La ramificazione è una successione cronologica di porzioni di branche. I tralci di un anno (in blu) sono inseriti sul legno di 2 anni a sua volta inserito su legno di 3 e così via fino al fusto Foto 6 Guyot adulto in fase di conversione alla potatura ramificata. Si nota l’unifirmità della produzione già acquisita Foto 7 Cordone speronato adulto convertito alla potatura ramificata da più di 15 anni. Da notare che le piante sono coetanee per mancanca di rimpiazzi di fallanze 37/2012 • L’Informatore Agrario © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 41 Esempi di disomogeneità su piante non ramificate 8 9 10 11 12 13 14 15 Foto 8 Effetto «M»: sulla parete fogliare della pianta i tralci centrali del capo a frutto restano deboli. Foto 9 Impianto allevato a Doppio capovolto: stentato sviluppo dei tralci sui capi a frutto e difficoltà di germogliamento di alcune gemme. Foto 10 Cordone speronato: disomogeneità di lignificazione e di sviluppo in diametro dei germogli. Con la potatura invernale sono stati lasciati troppi speroni e in primavera non è stato fatta la scelta germogli. Foto 11 Impianto allevato a Guyot al quinto anno. Disomogeneità di sviluppo dei tralci sul capo a frutto: in cinque anni le piante non hanno ancora raggiunto una produzione soddisfacente. Foto 12 Gemme cieche e mancato germogliamento della porzione centrale del capo a frutto (pianta a sinistra). Diversa altezza dei fusti tra le due piante. Foto 13 La scelta dei germogli non corretta influisce sul germogliamento del capo a frutto: in questo caso sono rimasti troppi germogli sulla testa del Guyot. Foto 14 Disomogeneità di sviluppo dei tralci e delle gemme basali del capo a frutto e presenza di forti tagli di ritorno. Foto 15 Cordone speronato con piante di età diversa © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE POTATURA DELLA VITE ● I RISULTATI OTTENUTI IN TRE AZIENDE Potatura ramificata, vantaggi in cifre D urante la potatura invernale e la scelta dei germogli in primavera, la presenza costante nei vigneti di una figura esterna, come quella di un tutor, garantisce una valutazione continua dell’avanzamento dei lavori e soprattutto un’opera di «pronto intervento in campo» per risolvere dubbi e incertezze. Le aziende vitivinicole che iniziano il percorso formativo decidono di raggiungere due obiettivi primari di valorizzazione: ● delle risorse umane, che si rivelano essenziali per garantire la qualità del vigneto; ● del patrimonio viticolo aziendale, da conservare e mantenere efficiente e produttivo nel tempo. Tuttavia la costante concorrenza globale ha portato le aziende (grandi o piccole) necessariamente a lavorare molto anche sulla riduzione dei costi, a partire dal vigneto. Non si può, infatti, dimenticare come la potatura secca manuale incida per circa il 30-40% sui costi di produzione dell’uva da vino. Oggi poter risparmiare sui costi annuali, oltre che aggiornare la professionalità delle maestranze e mantenere più a lungo efficienti i nostri vigneti, è un obiettivo ugualmente importante da perseguire. I dati riportati, relativi a riduzione dei tempi di potatura, recupero della vitalità del vigneto, aumento di produzione e riduzione dei costi per il rimpiazzo delle fallanze, danno conto dell’efficacia del sistema proposto Riduzione dei costi Da una decina di anni attraverso la raccolta dei dati presso le aziende che stanno adottando il metodo, si può dire che la riduzione delle ore di lavoro è raggiungibile senza modificare in alcun modo le tecniche agronomiche, ma preparando il personale a mettere in pratica una metodologia di intervento ripetuta nel tempo e pianificando in modo efficace la gestione della chioma. Risultati positivi possono essere raggiunti a patto che l’azienda abbia una figura altamente specializzata che operi a stretto contatto con gli operatori in vigneto per tutto il periodo che va dall’inizio della potatura secca fino alla fine dei lavori in verde. Il sostegno, in primo luogo pratico, che tale figura riesce a fornire con la risoluzione delle problematiche direttamente in vigneto e anche psicologico, che genera un ambiente positivo e non repressivo nella squadra di lavoro, dà la necessaria tranquillità operativa. Il tutto si traduce in una contrazione delle ore di lavoro e quindi anche dei costi. Gli operatori hanno bisogno di vedere con i propri occhi i risultati del loro lavoro e per questo non è necessaria una sola stagione agraria, ma almeno un periodo che va dai 3 ai 5 anni. Presentiamo di seguito i risultati conseguiti da 3 aziende che applicano il metodo di potatura Simonit&Sirch - Preparatori d’uva da diversi anni. 37/2012 • L’Informatore Agrario © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 43 SPECIALE POTATURA DELLA VITE TABELLA 1 - Manodopera Variazione scelta germogli (%) 54 – 55 – 42 37 –31 53 –4 44 34 –37 51 –7 52 30 –44 53 –4 40 29 –46 50 –9 38 29 –46 47 –15 38 26 –52 49 –11 37 n.d. = dati non disponibili. Scelta germogli (ore/ha) Storico 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Variazione piegatura e legatura (%) Piegatura e legatura (ore/ha) Variazione stralcio sarmenti (%) Stralcio sarmenti (ore/ha) Variazione potatura secca (%) Anno Potatura secca (ore/ha) necessaria per le principali operazioni manuali e variazioni rispetto allo storico – 5 24 –5 –10 –10 –12 51 42 52 47 42 41 n.d. – –18 2 –8 –18 –20 n.d. Per tutte le operazioni si registra una riduzione delle ore/ha necessarie a partire dal primo anno di applicazione del metodo e, quindi, dei costi. 44 Storico 2007 2008 2009 2010 2011 2012 54 810 – – 37 555 –255 –48.450 34 510 –300 –57.000 30 450 –360 –68.400 29 435 –375 –71.250 29 435 –375 –71.250 26 390 –420 –79.800 (1) Il confronto viene eseguito tra la singola annata e lo storico. (2) Su tutta la superficie aziendale pari a 190 ha. La riduzione di costi è più importante man mano che gli effetti dell’applicazione del metodo dà i suoi effetti benefici. in mano, sono stati eliminati. Così come lo sforzo fisico per eseguire tale operazione. Eseguendo solo tagli di piccole dimensioni il rendimento giornaliero è aumentato. A parità di gestione agronomica aziendale, la selezione e la formazione professionale del personale e un razionale piano stagionale di interventi mirati di gestione della chioma si rivelano una carta vincente nell’abbattimento dei costi di produzione. TABELLA 3 - Costi della potatura secca prima e dopo l’introduzione del metodo e risparmio annuale e totale sui 6 anni Anno Riduzione costi potatura secca (euro/ 190 ha) Interessante è paragonare lo storico aziendale precedente all’applicazione del metodo di potatura Simonit&Sirch con i dati raccolti dal 2007 al 2012 riguardanti il periodo di conversione alla potatura ramificata. Già al primo anno di applicazione del metodo si è ottenuta una diminuzione delle ore di potatura: questo risultato è stato possibile perché sono stati abbandonati i tagli sul legno vecchio (tabelle da 1 a 4). Non dovendo più utilizzare il seghetto, tutti i tempi morti, quali quelli per mettere la forbice nella fondina, impugnare il seghetto e riprendere le cesoie 153.900 105.450 48.450 2007 153.900 96.900 57.000 2008 153.900 85.500 68.400 2009 153.900 82.650 71.250 2010 153.900 82.650 71.250 2011 153.900 74.100 79.800 2012 Totale 923.400 527.250 396.150 Il risparmio aumenta negli anni e in 6 annate ammonta a 396.150 euro sui 190 aziendali, pari a 2.085 euro/ha. L’Informatore Agrario • 37/2012 © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. Risparmio scelta germogli (euro/190 ha) Costo scelta germogli post (euro/190 ha) (2) TABELLA 4 - Risparmio annuale della scelta germogli Costo scelta germogli ante (euro/190 ha) (1) Riduzione costo superficie aziendale (euro/190 ha) (2) Anno Costo potatura secca post (euro/ 190 ha) SCHEDA DELL’AZIENDA 1 Anno inizio conversione a potatura ramificata: 2007 Superficie aziendale: 190 ha Forma di allevamento: Guyot con singolo capo a frutto Sesto di impianto: m 2,40 × m 0,90 Terreni: pianura con inerbimento a file alterne Costo orario: 15 euro/ora Costo potatura secca ante (euro/190 ha) Riduzione ore di potatura Potatura secca (ore/ha) Potatura secca (euro/ha) Riduzione costo/ha (euro/ha) TABELLA 2 - Riduzione annuale del costo della potatura secca nei 6 anni di applicazione del metodo (1) Anno Caso aziendale 1. 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale 145.350 119.700 25.650 145.350 148.200 -2.850 145.350 133.950 11.400 145.350 119.700 25.650 145.350 116.850 28.500 n.d. n.d. n.d. 726.750 638.400 88.350 (1) Tempo necessario per la scelta dei germogli: storico 51 ore/ha. (2) Ore/ha dopo l’applicazione del metodo: 42 nel 2007; 52 nel 2008; 47 nel 2009; 42 nel 2010; 41 nel 2011. n.d. = dati non disponibili. Caso aziendale 2. Recupero vitalità vigneto e aumento di produzione SCHEDA DELL’AZIENDA 2 Anno inizio conversione a potatura ramificata: 2007 Superficie aziendale: 400 ha Forma di allevamento: Guyot con singolo capo a frutto e cordone speronato Densità di impianto: 5.000 ceppi/ha Ore di potatura secca Guyot (storico aziendale): 15-20 h/ha Ore di potatura secca cordone speronato (storico aziendale): 35-40 ore/ha L’azienda, in questo caso specifico, richiedeva di aumentare la produttività delle vigne. Da alcuni anni, infatti, a causa del progressivo deperimento della struttura legnosa, il vigore generale stava diminuendo, con conseguenze anche sulla qualità e sulla produzione. Contenimento dei tempi di potatura Le ore di potatura aumentano all’inizio per la maggior attenzione ai particolari sulla tecnica di taglio e sulle nuove informazioni che vengono trasferite al personale. In seguito si riallineano alla media registrata prima della formazione dei potatori (tabella 5). SPECIALE POTATURA DELLA VITE Variazione potatura secca (%) – 25 10 –10 0 –5 20 Storico 25 2007 22 2008 18 2009 20 2010 19 2011 Dopo un aumento del 25% dovuto al periodo di formazione, le ore/ha di potatura si allineano a quelle della situazione precedente. TABELLA 6 - Produzione prima e dopo l’applicazione del metodo di potatura A - Produzione (t/ha) prima dell’introduzione del metodo 9,5 2002 8,0 2003 6,9 2004 6,3 2005 6,2 2006 7,4 Media B - Produzione (t/ha) dopo l’introduzione del metodo 6,0 2007 6,8 2008 11,7 2009 11,5 2010 10,1 2011 9,2 Media C - Variazione della produzione media tra i due quinquenni 25 1,8 t/ha L’aumento della produzione media di 1,8 t/ha, con un prezzo medio dell’uva di 0,50 euro/kg, si traduce in un aumento della plv di 900 euro/ha all’anno, pari a 360.000 euro per i 400 ha vitati dell’azienda. Aumento della produzione Le rese a ettaro del quinquennio precedente all’applicazione del metodo sono state confrontate con le produzioni a ettaro dei successivi 5 anni (tabella 6). Si nota come la produttività media dei vigneti è aumentata del 25%: in 5 anni è stata recuperata la vitalità generale delle singole piante nel vigneto, raggiunto un migliore equilibrio vegeto-produttivo, una maggiore omogeneità nello svilup- Conto economico Al termine della fase di riconversione si ha un aumento della produzione media sui 5 anni pari a 1,8 t/ha che, considerando un prezzo medio dell’uva nella zona di 0,50 euro/kg, significa un aumento della plv di 900 euro/ettaro all’anno. Se moltiplichiamo questo dato per i 400 ettari di superficie vitata dell’azienda in questione si può calcolare un aumento annuo di plv di 360.000 euro (tabella 6). Caso aziendale 3. Riduzione delle fallanze SCHEDA DELL’AZIENDA 3 Anno inizio conversione a potatura ramificata: 2007 Superficie aziendale: 100 ha Forma di allevamento: Guyot con singolo capo a frutto Densità di impianto: 5.000 ceppi/ha Costo gestione rimpiazzo barbatella (estirpo e trasporto piante morte, scavo delle buche, messa a dimora barbatelle, protezione con tubo di plastica, concimazione, irrigazione, zappatura, legatura germogli, materiali, costo delle barbatelle, mancata produzione per 2 anni minimo): 16 euro/pianta Nei vigneti aziendali si determina un numero elevato di fallanze. La prassi aziendale è, infatti, quella di eliminare tutte le piante che evidenziano i sintomi tipici delle malattie del legno o dei fitoplasmi e rimpiazzarle con una nuova pianta. L’agronomo aggiorna annualmente la scheda delle fallanze specificando le cause che ne hanno determinato la morte, siano esse accidentali (macchinari, attrezzi interceppo, ecc.) o patologiche (malattie del legno, fitoplasmi, ecc.). In questo esempio teniamo conto soltanto delle fallanze dovute a piante che manifestavano i sintomi di malattie del legno. Anno Costo gestione (euro/100 ha) Potatura secca (ore/ha) TABELLA 7 - Costo di gestione delle piante sintomatiche (estirpo, reimpianto, mancata produzione) Piante estirpate (n./ha) Costo gestione (euro/ha) Anno po dei tralci della pianta e di maturazione delle uve. Questo risultato è stato possibile grazie alla maggiore sensibilità dell’operatore sulla tecnica di potatura e alla scelta del carico produttivo ottimale per ogni singola pianta. L’incremento maggiore, in questo caso, si è avuto nei vigneti di età compresa tra 10 e 20 anni (aumenti anche del 40%), mentre l’incremento minore nelle vigne più vecchie oltre i 20 anni di età. Piante estirpate (%) TABELLA 5 - Ore di potatura e variazione rispetto allo storico 2007 4,3 215 3.440 344.000 2008 4,2 210 3.360 336.000 2009 2,1 105 1.680 168.000 2010 3,3 165 2.640 264.000 2011 1,6 80 1.280 128.000 Costo gestione rimpiazzo barbatella: 16 euro/pianta (vedi scheda azienda). Dal 2007 al 2011 le fallanze si riducono dal 4,3 all’1,6%, con una riduzione dei costi per i rimpiazzi di 216.000 euro sui 100 ha dell’azienda. A partire dal primo anno di conversione al metodo di potatura Simonit & Sirch è evidente la diminuzione delle piante estirpate con conseguente risparmio economico (tabella 7). Al quinto anno dall’introduzione del metodo il costo dei rimpiazzi sui 100 ettari dell’azienda è passato da 344 mila euro a 128 mila. Questi dati, da confermare nei prossimi anni, ci danno una tendenza che ragionevolmente può mettere in luce quanto sia le modalità di potatura incidano sul contenimento delle piante sintomatiche. Vantaggi agronomici ed economici Abbiamo riportato 3 casi in cui sono evidenti i benefici non solo agronomici, ma soprattutto economici dell’investire nella formazione del personale in vigneto. Durante il percorso formativo nelle 3 aziende sono cambiate le consuetudini di lavoro degli operatori. Questo cambiamento è avvenuto anche nella visione aziendale dei lavori in vigneto. Per esempio nell’azienda 1 è cambiata la pianificazione dei lavori in vigneto: prima il potatore eseguiva la potatura e lo stralcio dei sarmenti in un solo passaggio. Adesso il gruppo è stato selezionato e quello che prima era visto come un lavoro unico ora è eseguito da due squadre differenti: una di potatori e una di stralciatori. I potatori hanno acquistato una maggiore sensibilità nell’interpretare le dif37/2012 • L’Informatore Agrario © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 45 SPECIALE POTATURA DELLA VITE Potatura ramificata e suscettibile alle malattie del legno della vite Le prime osservazioni in alcuni vigneti in cui sono iniziate indagini specifiche sembrerebbero indicare una minore incidenza della malattia delle foglie tigrate, nota anche come una delle sindromi del mal dell’esca, in vigneti potati da anni con il metodo Simonit & Sirch-Preparatori d’uva in confronto a vigneti del tutto analoghi, ma potati con metodo tradizionale. Di per sé il fatto non sorprende: è noto che la malattia delle foglie tigrate è favorita in vigneti nei quali si pratica una potatura che produce ferite di maggior superficie e dove si evitano interventi drastici su legno vecchio (foto A). Le osservazioni fatte sull’entità dei tagli mostrano concretamente che questo metodo determina una minore superficie legnosa esposta. Inoltre, nella prova in atto su cordone speronato, i tagli sono realizzati prevalentemente sul legno di 1 anno, tendenzialmente in grado di dare una più rapida risposta di difesa attiva da parte degli elementi strutturali. In effetti, i dati preliminari ottenuti sulla distribuzione del numero ed età delle ferite mostrano che il maggiore numero di ferite è su legno di 1 anno (pochissime su legno di 2) e che la superficie media per ferita esposta è uguale alla metà di quella rilevata nella potatura tradizionale. Accorgimenti per i tagli Osservazioni più specifiche sulla zona di taglio, realizzate tramite indagini istologiche, hanno evidenziato che la pianta non cicatrizza perfettamente e rapidamente le sue ferite. a Si limita a ostruire, mediante la produzione di tille e/o gel, solo una parte dei propri vasi mentre una percentuale variabile, ma comunque ampia, di trachee rimane facilmente accessibile alle infezioni. È risultato anche che la risposta di difesa della pianta tende gradualmente ad aumentare ed è maggiore nelle ferite inferte a marzo, vicino alla ripresa vegetativa, e nelle cerchie di legno più esterne e funzionali. La chiusura delle ferite da parte della pianta è comunque assolutamente insufficiente, in tutte le stagioni, per almeno 3 mesi dal taglio. Diventa quindi necessario: 1 ridurre la superficie esposta alle infezioni; 2 evitare di realizzare le ferite in concomitanza di piogge e temperature medie superiori ai 10 °C. In queste circostanze aumenta la probabilità di liberazione e diff usione di inoculo da parte dei patogeni del legno; 3 proteggere la ferita con mezzi chimici e biologici che restino efficaci per un tempo uguale o superiore a 3 mesi. Resta da valutare il ruolo nella suscettibilità alle infezioni di quello che alcuni indicano con il termine di «cono di disseccamento» e comunque restano da valutare il tipo e l’estensione delle barriere difensive che si formano con diverse tipologie di taglio, in particolare quelle formate in reazione ai tagli realizzati salvaguardando la gemma di corona. Laura Mugnai Dipartimento di biotecnologie agrarie - Sezione protezione delle piante Università di Firenze b c d Foto A Taglio piccolo (a e b) secondo il metodo Simonit&Sirch. Taglio grande (c e d) secondo il metodo tradizionale ferenze tra pianta e pianta, il risultato è stata una potatura calibrata sul vigore delle singole piante: far produrre di più una pianta vigorosa e di meno una pianta debole ha permesso all’azienda 2, per esempio, di migliorare l’equilibrio vegeto-produttivo delle piante negli anni aumentando le produzioni. Infine nell’ultimo caso presentato, l’azienda 3 ha valutato l’impatto dei ceppi malati di mal dell’esca nei vigneti analizzando i costi di estirpo, reimpianto e mancata produzione. L’analisi economica ha evidenziato il valore economico di un singolo ceppo di vite; pertanto anche salvaguardare l’1% di ceppi sintomatici 46 è un obiettivo primario ai fini del bilancio aziendale. Attraverso la formazione del personale, le aziende hanno acquisito gli strumenti e la criticità necessaria per redigere un bilancio più puntuale dei costi. Spostare il focus degli investimenti dalla cantina al vigneto, nello specifico alla formazione del personale di campagna (investendo quindi sulle risorse umane aziendali), ha permesso a queste aziende di aggiornare i propri obiettivi nei diversi comparti del processo produttivo (Uomo, Azienda, Pianta) migliorando l’efficacia della gestione manuale dei vigneti con risultati importanti quali la L’Informatore Agrario • 37/2012 © 2012 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. riduzione dei costi di potatura e scelta germogli, riduzione dei costi di gestione delle fallanze e determinando l’aumento di produzione lorda vendibile (plv). Marco Simonit Francesco Deledda, Massimo Giudici Lorenzo Manfreda, Marco Ostan Riccardo Turata, Alessandro Zanutta Simonit&Sirch - Preparatori d’uva Corno di Rosazzo (Udine) Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected]