CHIESA PASTAFARIANA ITALIANA sp e c dim is iale si o n i L'Osservatore Pastafariano è una rivista della Chiesa Pastafariana Italiana in collaborazione con Apsocus Associazione Pastafariana SOcio-CUlturale e Sportiva Questo testo sacro viene distribuito anche in formato elettronico sul web http://osservatorepastafariano.chiesapastafarianaitaliana.it/ https://www.facebook.com/pages/LOsservatore-Pastafariano/501 54331 9879264 Ogni Pirata Pastafariano si senta libero di ridistribuirlo, condividerlo, eventualmente stamparlo e diffonderlo in forma cartacea. Redazione: Alberto Mancini, Alessandro Corsi, Cristiana Pascutto, Donna del Ponte, Enrica Rota, Enrico Peduzzi, Francesco Dall'Ombra, Giorgio De Angelis, Gianpiero Agueci, Martina Oddo, Marco Statua, Marco Miglianti, Roberto Bonuglia, Stefano D'Addato, Tino Bombarda. Contatti: Redazione: [email protected] Direttore Editoriale: Roberto Bonuglia [email protected] Copertina di Luigi Lui, Locandina 2° Raduno Pastafariano di Francesco Vivona. 2 Pubblicità: HTTP://WWW.APSOCUS.IT Sommario Editoriale di Al Zarkawi Rosa e invisibile: i misteri della fede di Lady Lasagna Pirat Advisor di Roberto Bonuglia Articolo sul suicidio di Loris Bailini IL PASTAFARIANESIMO NELL'ARTE BAROCCA di Tino Bombarda Supersegretissimo manualino dell'esorcismo pastafariano Speciale dimissioni pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 11 pag. 14 3 Da quel 10 marzo del 2012, giorno memorabile in cui una ristretta e rumorosa ciurma di fedeli giunse a Roma per partecipare al 1° Raduno nazionale dei pastafariani italiani, durante il quale venne eletto il primo Supremo Capo della Chiesa Pastafariana Italiana (amichevolmente detto Pappa) e venne data lettura dello storico Atto di Autodeterminazione della Chiesa italiana, ne è stata fatta di strada. Nel settembre del 2012 la CPI è stata l'unica organizazzione religiosa presente alla commemorazione della presa di Roma del 20 settembre 1870, nota anche come Breccia di Porta Pia, grazie ad una rappresentanza pastafariana del Priorato Generale di Roma che era reduce di un impegno meno istituzionale e più goliardico: la 46° Sagra degli Spaghetti alla Amatriciana. E d i tori a l e d i Al Za rka wi AD MAIORA! Poco tempo dopo veniva data comunicazione del 1° Francobollo Pastafariano in Italia, che con l'importo di 0,66 cl. riportava l'effige del Pappa e venivano inviate delle missive ad alcuni Ministri di Culto che ora le costudiscono gelosamente come ricordo. Verso la fine del 2012 è stato divulgato il Calendario Pastafariano dell'anno 5008 (2013 per i non pastafariani) in risposta all'esposizione in un luogo pubblico di due diversi calendari di religioni obsolete. Ma le azioni della Chiesa Pastafariana Italiana sono state anche benefiche: il Priorato Generale di Roma ha prontamente risposto all'appello di un luogo veramente particolare che rischiava la chiusura: il ristorante 'La Locanda dei Girasoli' nel quale lavorano ragazzi Down: la cooperativa sociale I Girasoli da tempo sostiene e collabora con persone affette da Sindrome di Down. La prima azione degna di nota del 2013 è stata casuale; portata a segno dal Pappa e dal Frescovo di Roma i quali, usciti da un luogo di culto, un ristorante specializzato in piatti a base di pesce ed in piena fase etilica dopo un paio di bottiglie di un bianco veramente gradevole, notavano una esposizioni di ben 50 presepi. Mentre il Pappa occupava il primo posto davanti al cancello sbarrato, il Frescovo intratteneva delle donne vestite da pinguino che premevano alle spalle del Pappa ubriacandole di chiacchiere. Queste donne asserivano di essere delle suore e fremevano, ignare de ciò che le attendeva, dal desiderio di entrare nella chiesa che ospitava la mostra. Una volta all'interno, mentre il Pappa con azioni fulminee posizionava un liscafisso, il Frescovo fotografava tutti i presepi appena piratati e addirittura una suora che fotografava un presepe fatto di pasta: il massimo! 4 ROSA E INVISIBILE: I MISTERI DELLA FEDE !!! Difficile parlare bene di qualsiasi culto che non sia quello pastafariano, però bisogna ammettere che il culto dell'Invisibile Unicorno Rosa non è proprio niente male. La Profetessa April racconta di avere un giorno incontrato sulla spiaggia un cavallino che, dopo aver tentato di mangiarsi la mela che lei teneva in mano, le si è rivelato come il Divino Unicorno (o meglio Unicornessa), rosa e invisibile allo stesso tempo. La religione dell'Unicorno ‐ affermano i suoi seguaci – si basa, come tutte le altre, sia sulla logica che sulla fede: per fede credono che sia rosa, per logica sanno che è invisibile, dato che nessuno può vederlo. Questo culto è più antico del nostro, infatti è nato intorno al 1990. Sui suoi numerosi siti (p.es: www.theinvisiblepinkunicorn.com, www.pinkunicorn.net oppure anche http://invisibile.unicornorosa.org/ e http://www.palmyria.co.uk/humour/ipu.htm) si può leggere il loro “gospel”, il manifesto contenente i capisaldi della fede (redatto da Steve Eley, il “Promotore in capo e Portavoce” della religione), disquisizioni teologiche ecc. Troviamo anche il logo, il “tempio virtuale” e filmati di varie apparizioni: sul sito italiano, p.es., si può visionare un video che “testimonia” la prima apparizione italiana dell'Unicorno, avvenuta la notte di Pasqua 2011 in piazza San Pietro a Roma: il filmato si conclude, appropriatamente, con l'immancabile nitrito unicornesco. Vedere per credere! La fede dell'Unicorno prevede anche un “antagonista”, la terribile Ostrica Viola, la cui conchiglia i “peccatori” saranno destinati a lucidare per tutta l'eternità… Insomma, non manca proprio niente, all'Unicornismo! Bisogna purtroppo ammettere che questa fede elegante, ariosa, raffinata e “cerebrale”, dotata fra l'altro anche di una complessa teologia a suo sostegno, davvero molto bella, potrebbe attirare a sé molti pastafariani – essa infatti ad oggi rappresenta, di fatto, la nostra principale concorrenza. Però… Niente paura! Per bella e attraente che sia, sicuramente NON E' VERA, e quindi non deve affatto preoccuparci. L'unica vera fede, infatti, è ovviamente la nostra, il Pastafarianesimo. Ramen! (Lady Lasagna) Lady Lasagna 5 r o s i A d v nu g l i a t o a B r i o P ob e r t di R Era il 2005 quando Bobby Henderson chiese che al Pastafarianesimo venisse dedicato lo stesso tempo dato all’insegnamento del Creazionismo. Era la nascita di nuova religione parodistica fondata sul concetto di disegno intelligente nella quale si professa di credere in un creatore sovrannaturale molto somigliante a degli spaghetti con le polpette. Succedeva in America e tutto questo è già storia. Il 10 marzo 2012 anche in Italia nasce una appendice spaghettosa della religione pastafariana. E’ la Chiesa Pastafariana Italiana che in poco meno di un anno di attività grazie all’attivismo del suo Pappa Al Zarkawi e del suo manipolo di Ministri di Culto ha raccolto più di 1300 adepti sulla sua pagina di Facebook e compiuto una cinquantina di azioni pastafariane che presto anche Wikipedia annovererà nel suo database. A Roma uno dei nuclei più attivi è il Priorato Generale di Roma, animato oltre che dal Pappa da fedeli e ministri di culto attivissimi che si riuniscono il 16 di ogni mese. Perché proprio il 16? Perché è il giorno dell’ozio che si festeggia attraverso una funzione religiosa: una cena a base di spaghetti e sacri spiriti alcolici (birra e rum su tutti). E sempre a Roma tra Monteverde e Portuense esiste un locale pastafariano, un’enoteca‐ristorante gestita proprio da un Ministro di Culto pastafariano: Fabrizio. Il locale è L’Acino che Vola dove si possono trovare ogni giorno un menù diverso e tanti eventi: dai piatti della tradizione a quelli più creativi, dalla musica live al teatro, per trascorrere serate piacevoli e sempre nuove. Il locale nato nel 2007 come enoteca di vini di alta qualità è diventato dal 2008 un vero e proprio ristorante dove gustare piatti tipici della gastronomia italiana nel rispetto delle singole tradizioni regionali. Notevole spazio è stato dato poi all'intrattenimento, attraverso lo sviluppo di serate dal risvolto culturale dedicate a musica, teatro, arte e letteratura. Ma anche alla religione, per l’appunto. L’Acino che Vola ha infatti ospitato già molte delle cene organizzate dal Priorato Generale di Roma della Chiesa Pastafariana Italiana ed è l’unico ristorante che rassicura i Pirati Pastafariani del fatto che MAI e poi MAI si corra il rischio di mangiare carne di pinguino, animale immondo vietatissimo nell’alimentazione pastafariana. I primi sovente assumono le forme spaghettose del PSV e i sacri spiriti che scorrono sui tavoli dell’enoteca liberano dalle presenza negative di confessionalismi e intolleranze di vario genere, non solo alimentari ma anche e soprattutto religiose. Fabrizio inoltre è preparatissimo e può spiegare tra una portata e l’altra gli otto condimenti della religione pastafariana e dare informazioni su come divenire un vero e proprio pirata prastafariano. E scusate se è poco. Ottimi il tortino di patate e le fettuccine fatte in casa con funghi porcini, il filetto di maiale, il tonno scottato e tutti i vini: spesso etichette sconosciute ma da provare e conoscere proposti a prezzi onestissimi. Per questo PIRAT ADVISOR ha iniziato il proprio giro di recensioni proprio da questo locale in Via G. Rappini 23 C – 00149 Roma che ha anche una mail e un telefono da usare per prenotare il proprio posto 6 tra la ciurma di Pirati rispettivamente: [email protected] e +39 06 5577709. Il suicidio di Loris Bailini Mi trovo ad approfondire un argomento spinoso, quello del suicidio, che più approfondisco e più mi appare complesso, un atto con implicazioni non solo personali, ma sociali e culturali fortissime. L’ho fatto cercando di non cadere in banalità buoniste o astratte e non mi sono rivolto ai punti di vista delle religioni ufficiali, che ben conosciamo tutti. Ho deciso sotto quest’aspetto di azzardare la domanda circa il come si valutassero il suicido ai pastafariani. Ovviamente nulla di più lontano dalla visione goduriosa della vita che il pastafariano ha, ma anche, a mio avviso vicinissimo al concetto di libertà individuale proprio del Pastafarianesimo. Volevo vedere se da questa apparente contraddizione poteva scaturire qualcosa di interessante. Immagino lo stupore che il Reverendo Al Zarkawi deve aver provato leggendo la mia mail, la risposta gli fa onore anche perché ho scritto anche a “enti di competenza” e non ho trovato riscontri. Per quanto siamo in un paese di cultura cattolica che dovrebbe esaltare la vita, sembra che il suicida o aspirante tale sia in realtà in balia di se stesso. Non ci sono forme immediate o facilmente accessibili (come nel nord Europa ad esempio) per chiedere supporto. Forse perché la nostra cultura e la nostra sovrastruttura sono troppo insicure perché accettino sfide così grandi. Già perché il suicida togliendosi la vita anche senza volerlo, mette in discussione una serie di valori su cui la società si fonda o pretende di fondarsi. Personalmente mi sono convinto che esiste una questione sociale del suicidio, in quel punto che unisce personale e sociale, succede qualcosa, ovvero le contraddizioni sociali, morali e culturali aiutano il suicida a porre in essere l‘atto meditato. Per fare degli esempi circa queste contraddizioni, come già scritto siamo una nazione che dice di avere a cuore la vita quale valore, ma non vi sono forti strutture di prevenzione al suicidio o addirittura abbiamo un mondo carcerario che nel suo sistema sembra quasi favorirlo. Così come sulla carta diamo importanza al lavoro, anzi siamo una repubblica fondata sul lavoro, ma piena di disoccupati. La stessa società che a parole vorrebbe essere composta di brave persone alla fine premia chi ha il pelo sullo stomaco più lungo. Siccome a differenza di quello che si pensa il suicida ha un forte senso morale (in oriente il gesto estremo è parte della difesa della personale onorabilità) pensate un po’ cosa può voler dire vivere in questa contraddizione. Così se il gesto è personale ovvero ha come causa la vita privata, il suicida, senza saperlo, contesta un sistema. Per questo penso che l’argomento sia accuratamente rimosso. Magari con la scusa dello stendere un velo pietoso sulla tragedia. Vercors in “21 ricette pratiche di morte violenta” scrive: “: vorrei che la lettura del mio libro facesse ammettere alla Società che il fatto strano non è suicidarsi, ma non farlo”. Ovviamente provoca con questa frase, provoca perché ci si mediti. La soluzione per porre termini al fenomeno del suicidio? Una società diversa, per lo meno che non arranchi sotto il peso delle sue contraddizioni. Ora ad onore del Pastafarianesimo riporto la gentile risposta avuta dal Reverendo dopo il consulto con i Minstri del Culto: 7 Ramen Fratello, nella riunione del Clero si è toccato anche l'argomento che ti sta a cuore. Il risultato è stato: suicidio, c'è modo e modo di suicidarsi. Avvelenandosi è uno; assaltando un nemico soverchiante con un tagliaunghie (magari per un fine superiore) è un altro... Noi pastafariani dovremmo essere contro LA DEPRESSIONE che porta al suicidio (o alle condizioni sociali). Se poi uno vuole proprio sentire che rumore fà quando si butta da dieci piani, chi siamo noi per impedirglielo? Nessuno è contrario al suicidio. Questo significa che apprezziamo l'estremo sacrificio che in certi casi è un suicidio, siamo più per la vita che per la morte ma, in accordo con la nostra tolleranza e l'idea della libertà, il suicidio non lo vietiamo in senso assoluto, anche se possiamo considerarlo deprecabile. Preferiamo uno con una birra in mano tra gli amici ad un suicida solitario. Facci caso, chi si suicida lo fa sempre da solo. Il suicidio di massa secondo me è solo un omicidio collettivo organizzato da un cretino. Quando il Reverendo Al Zarkawi mi ha proposto di scrivere un articolo a riguardo ho accettato con entusiasmo, mi è sembrato un modo per essere vicino, entro le mie possibilità (non sono medico, non ho una struttura e non sono un telefono amico) a chi soffre a tal punto da meditare questo gesto. Che si senta capito e meno solo in qualche modo. Dedico questo articolo in particolare a C., amico carissimo che dopo una vita di sofferenze ha deciso per il chiudere la sua esistenza con un colpo di arma da fuoco. Loris Bailini 8 IL PASTAFARIANESIMO NELL'ARTE BAROCCA di Tino Bombarda Il “Mangiatore di pasta” è un magnifico dipinto, olio su tela, databile al 1660 circa, che si trova al museo dell'Università di Princeton, opera di Luca Giordano (1632‐1705), pittore partenopeo del secolo decimosettimo nonché, come qui si dimostrerà, paleopastafariano in pectore. 9 IL PASTAFARIANESIMO NELL'ARTE BAROCCA di Tino Bombarda L'insigne pittore, soprannominato “Luca Fapresto” per la velocità con cui eseguiva i suoi lavori e per la rapidità con cui ripuliva piatti e scodelle a pranzo e cena, è uno dei maestri della grande stagione napoletana barocca. Apprendista presso lo spagnolo Ribeira, Giordano fu influenzato da multiformi modelli: da Annibale Carracci a Caravaggio, dalla pittura ariosa e virtuosa dei romani al colorismo dei veneziani. Lavorò oltre che a Napoli a Roma, Venezia, Firenze, decorando nel capoluogo toscano il soffitto di palazzo Riccardi, con la gloria della famiglia medicea, fino a Madrid all'Escorial. Tuttavia nelle sue peregrinazioni attraverso la penisola e l'Europa giammai dimenticò di onorare, da buon napoletano adoratore di paccheri e maccheroni, la Dea Pasta, anzi, attraverso la sua Arte singolare contribuì a propalarne il Verbo aureo. Ed il “Mangiatore di pasta” è di certo l'esempio più alto della Fede del pittore. Non tragga in inganno il titolo del nostro dipinto; benché catalogato erroneamente quale pittura di genere dai manuali della storia dell'arte, invero, a più attento esame, rivelasi quadro di intensa e pregnante religiosità. In principio definito, da superficiali esegeti e critici distratti “allegoria del gusto” e considerato ritratto triviale di villano che s'abbuffa di bucatini, parrebbe solo la semplice raffigurazione di un normale evento di povera quotidianità, invero un po' volgarotto, eseguito forse per compiacere qualche aristocratico committente snob, che voleva ridere della rozzezza e della fame del popolino incontinente, comica istantanea, sapida macchietta quasi da commedia dell'arte. In effetti ad una lettura più approfondita ed intelligente si presenta quale raffinata rappresentazione mistica, rapita rappresentazione di una comunione fra umano e divino. Osserviamo meglio onde decifrare il labirinto di simboli. L'uomo reca in primo piano un sontuoso piatto di pasta appena cotta, ostentandolo gioia e piacere estatico si porta alla bocca gli opimi caldi fili fumanti. In basso due pagnotte per la scarpetta finale. Egli guarda direttamente lo spettatore, cercando con esso un intimo e complice dialogo. Pare dire: “Mirate, o gente, quant'è bella e buona la pasta!”. V'è un clima di compiaciuta esaltazione e di lieta esultanza, è il trionfo del carboidrato, la magnificenza del maccherone, la sublimità dello spaghetto. L'uomo si presenta aitante e muscoloso; ovvero la pasta mantiene giovani e fortifica le membra. Inoltre, con i suoi abiti da plebeo, pare affermare con orgoglio filosofico che “aequat omnis farina subacta”; il bucatino è per tutti e non fa differenze di casta e denaro. Ognuno può accedere a tale piacere del corpo e dell'anima, financo i reietti della società, occorre solo nobiltà di spirito ed appropriata ganascia. Quello che l'artista con mirabile tecnica volle in realtà raffigurare è invero un preciso rito iniziatico: il giovane con letizia accoglie in se il Sacro Spaghetto che lo rende felice, ne innalza la coscienza ad uno stadio superiore di beatitudine e conoscenza. Nessun dubbio, dunque, che il pittore ed il committente furono adepti pastafariani e il Giordano manifestò l'adesione a tale credo con questa opera all'apparenza triviale e dall'oscuro significato, ma oggi chiara e perfettamente leggibile, la quale dimostra come il pastafarianesimo è culto nobile ed antico, diffuso fra artisti ed intellettuali anche nella Napoli del Seicento. 10 Supersegretissimo manualino dell'esorcismo pastafariano (2 a parte) Nella prima parte terminavamo l'articolo dicendo che: anche se i demoni non esistono, analizzando la Storia del mondo e la nostra civiltà contemporanea, è innegabile che di certo esistono gli” Indemoniati”, argomento in oggetto nel prossimo capitolo. Il compito degli Esorcisti Pastafariani Il compito dell’esorcista Pastafariano è di correre in aiuto di chi glielo chiede se l’intervento ricade in una delle sfere di sua competenza che sono fondamentalmente tre, cioè i campi principali di interesse del Prodigioso Spaghetto Volante. 1) La cottura della Pasta (tenete però sempre presente la teoria della transustanziazione del tortellino(a) e tutti i campi collegati all’alimentazione. 2) Il consumo di Birra, l’ubriachezza goliardica e per estensione qualsiasi altra attività ricreativa chiassosa e promiscua, che porti alla gioia e all’intensificazione dei rapporti sociali e tra individui. 3) Da non dimenticare che le spogliarelliste sono creature sacre al Prodigioso Spaghetto Volante e quindi anche le loro esigenze ricadono fra le competenze del buon esorcista, cosi come quelle di tutte le Piratesse, le Cosplayer e le donne emancipate che decidono autonomamente del proprio corpo e del proprio destino. E naturalmente, oltre ad eventuali consulenze e contributi in questi tre grandi campi, l‘Esorcista Pastafariano è chiamato ad intervenire laddove ci siano degli Indemoniati (che poi è l’argomento principale di questo libercolo). Gli indemoniati Com’è possibile? Eh si, si diceva che non esistono i demoni, ma esistono gli indemoniati, approfondiamo l’argomento. La realtà è sempre difficile da analizzare, ci sono migliaia di casi e per ogni caso migliaia di variabili, quindi per la comodità del neofita esorcista, faremo una esemplificazione generale che ci permetta di avvicinarci all’argomento; distinguiamo 6 casi 11 di indemoniati senza demoni: Caso 1 : Malattie mentali. Sono i casi più diffusi. Gente con gravi problemi psichiatrici che gli ignorantazzi non avendo idea di cosa si tratti scambiano per possessioni o simili. Apparentemente può sembrare anacronistico, ma ritengo senza temere di sbagliare che in tutto il mondo ancora oggi, povera gente che necessiterebbe di una seria assistenza medica finisca nelle mani di ciarlatani che si approfittano del loro stato per i propri biechi scopi. Certo, oggi il fenomeno è ridimensionato rispetto al passato quando, senza nessuno che li potesse contraddire, questi individui facevano il bello e il brutto tempo, raccogliendo immense fortune sulle disgrazie di poveri infelici. Per loro l’avvento della medicina scientifica e della psichiatria è stato un colpo durissimo. I medici psichiatrici hanno certamente avuto sorte migliore di quella che è dovuta toccare alle levatrici che invece per secoli sono state arse al rogo. Il fenomeno della possessione demoniaca è completamente interpretabile da un punto di vista antropologico e psichiatrico e in esso non vi è proprio nulla che non possa essere spiegato in termini perfettamente normali, senza bisogno di tirare in ballo il soprannaturale. Esso è innanzi tutto un fenomeno culturale legato alle credenze del soggetto e dell’ambiente in cui vive. Non è mai accaduto che un cristiano si sentisse posseduto da uno spirito maligno di un altra religione o che uno sciamano fosse posseduto dal demonio cristiano. Ogni presunto episodio di possessione demoniaca rispecchia esattamente le caratteristiche culturali e l’insieme di credenze tipici dell’ambiente in cui si manifesta. Inoltre la convinzione di essere invasi da un'entità estranea è tipica di molte sindromi psichiatriche, come alcune forme di psicosi schizofreniche, nevrosi isteriche e deliri depressivi. Come Comportarsi? Un buon esorcista Pastafariano deve sempre, per prima cosa, accertarsi che il soggetto in questione abbia avuto la possibilità di ricevere un parere medico. Non siamo ciarlatani, non prendiamo in giro chi ha bisogno di aiuto o chi è in difficoltà, di conseguenza i nostri interventi sono sempre subordinati a titolati pareri medici ed in ogni caso, volti a spingere l’individuo e i suoi familiari a rimettersi nelle mani della medicina (come spiegato più avanti). Chi persiste nel sostenere teorie assurde e rifiuta la scienza come vera fonte di verità, è giusto che ne paghi le conseguenze (e le nostre prestazioni). Caso 2 : Pagati per recitare. Purtroppo a volte invece ci troviamo davanti a veri e propri complici del sacerdote locale, che per assurgere ad un po’ d’importanza (o per altri motivi personali), si mette d’accordo con la presunta vittima che mette su una sceneggiata napoletana degna di un oscar, dove simula la possessione. 12 Come Comportarsi? Semplice : la risoluzione di questo caso rientra nella metodologia indicata nel capitolo “I Parenti”: piazzatevi a casa loro e cercate di carpire la fiducia del “posseduto” fino a fargli confessare l’accordo e poi pubblicate tutto su un articolo di giornale denunciando il fatto. Caso 3 : Servi del potere. Purtroppo a volte la prostrazione e il servilismo nei confronti del potere costituito è talmente forte che non è necessario per il sacerdote locale accordarsi con la presunta vittima ma è essa stessa a mettere in atto la sceneggiata per i motivi più svariati. Generalmente possiamo assimilarli al caso 2 “pagati per recitare” o al caso 4 “Plagiati senza speranza”, sta alla sensibilità dell’Esorcista Pastafariano capire secondo quale delle due soluzioni avvicinarsi all’esorcismo. Come Comportarsi? Anche questo caso rientra nella metodologia indicata nel capitolo “I Parenti”, quindi anche questa volta, piazzatevi a casa e fatelo confessare, poi spiegate all’ex (ormai) posseduto che il mondo è grande e che nella vita ci sono tantissime opportunità di affermarsi anziché approfittarsi della credulità della gente …. e poi pubblicate tutto su un articolo di giornale denunciando il fatto. Nota a ‐ Teoria della transustanziazione del tortellino. n un rapido scambio epistolare tra Pastafariani nasce e si delinea la nuova teoria. Questo scrive Paolo Senigaglia: “Stavo studiando una teoria della transustanziazione del tortellino (o della lasagna) che, a seguito dell'apposito rito, muta la sua sostanza in spaghetto, pur mantenendo gli accidenti originali (forma, colore, sapore...). Le risposte di tre Ministri di Culto sono state le seguenti: Monsignor Capitan Rocco Penitenziagite: mi pare un'ottima apertura filosofica, si potrebbe estendere al Seitan e agli gnocchi. Reverendo Capitan Pesto: ...in tutto ciò, potremmo argomentare che, siccome nulla si crea dal nulla, in origine il PSV abbia dovuto impiegare parti di sè stesso (e residui di cottura) per plasmare tutto il resto. Per cui, in un modo o nell'altro tutto può (se vogliamo) essere riconducibile a Lui, specialmente i cibi che hanno bisogno d'essere "cucinati" (il "rito" di cui sopra), e che hanno una "ricetta" (ad esempio, pane E salame...). Potremmo argomentare che il cibo non è sacro di per sè, ma lo diventa nel momento in cui assolve alla sua funzione (essere mangiato), o nei momenti precedenti (e, a seconda di quanto siano lunghi questi "momenti", può essere considerato sacro, a piacere, il fornello, la dispensa, la busta della spesa, il supermercato, il camion col camionista, la ditta confezionatrice, il contadino/pastore, il campo/pascolo/allevamento ecc...) Rev. Roberto Deiana: estenderei la cosa a qualsivoglia carboidrato. 13 Comunicato della Chiesa Pastafariana Italiana con il quale si svelano i retroscena delle famose dimissioni dell'11 febbraio 2013 14 Uno dei maggiori giornali italiani riporta alcuni dei veri motivi delle dimissioni dell'11 febbraio 2013 15 Nel prossimo numero speciale Movimento 5 Birre con Gianroberto Pastaleggio e Bebbe Brillo. 16