PHOTOAGING: FISIOPATOLOGIA E PREVENZIONE Di Carlo Alberto Bartoletti e FerdinandoTerranova Fino a pochi decenni or sono, il modello ideale della bellezza muliebre contemplava il candore alabastrino della cute, segno di una condizione sociale così elevata da sottrarre la fortunata detentrice all’umile lavoro dei campi. Oggi, nell’uomo e nella donna, la bellezza, la salute ed il censo vengono, comunemente, associati alle calde tonalità di una abbronzatura perenne, che evoca briose immagini di viaggi ai tropici, vacanze sulla neve, sport all’aria aperta, fitness e salute. Per chi non può permettersi tali lussi, il “lucertolismo” esasperato sulle spiagge nostrane o il ricorso al surrogato tecnologico che le lampade UVA offrono anche ai prigionieri delle metropoli, sono abitudini sempre più diffusei, ad onta dalle conoscenze, ormai consolidate, sui danni, estetici e biologici, derivanti dall’irraggiamento UVii,iii. Ormai è noto che l’invecchiamento cutaneo è determinato da due ordini di elementi causali: 1) fattori intrinseci, naturali, connessi ai processi dell’invecchiamento generale somatico, che interessano l’insieme degli organi e dei tessuti e la totalità degli individui (senescenza biologica o “chronoaging”). 2) fattori estrinseci o ambientali, che coinvolgono specificatamente la cute per via della sua collocazione esterna, in quanto organo di rivestimento. La responsabilità principale è attribuibile alle alterazioni cumulative prodotte dai raggi solari, per cui si parla di fotoinvecchiamento (dermatoeliosi o "photoaging”); il fenomeno si realizza in modo assai diverso nei vari soggetti e nelle differenti regioni del corpo. Barbara Gilchrest ha sostenuto che fino all’80 % dei fenomeni involutivi che la cute subisce nel tempo, considerati, in passato, frutto dell’invecchiamento cronologico, devono, invece, essere attribuiti al danno solareiv. I due processi coesistono, in diversa proporzione, nei vari individui, intrecciando e sovrapponendo i loro effetti. Sono, però, biologicamente dissimili e determinano conseguenze anatomopatologiche ed espressioni cliniche distinte, esemplificabili attraverso le differenze esistenti, in uno stesso soggetto anziano, fra la cute di un’area abitualmente coperta (ad esempio, i glutei) e la cute di regioni tipicamente fotoesposte, come il volto ed il collo. Il chronoaging determina nella pelle, come nella gran parte dei tessuti, alterazioni di tipo prevalentemente ipotrofico, che si contrappongono alle lesioni proprie del photoaging, improntate a caratteri di ipertrofia, con aspetti di disordine proliferativo suscettibili, talora, di esitare in displasia e cancro. In modo immaginifico, la normale architettura di una cute giovane è stata paragonata all’ordinata e rigogliosa geometria di un giardino ben curato che, per effetto del chronoaging può ridursi all’arida povertà di una steppa, mentre, ad opera del photoaging, può essere trasformata nell’incontrollata anarchia di una giungla. La cute senile, nelle aree abitualmente coperte, appare pallida, sottile, flaccida, ipoelastica, iper-estensibile, finemente rugosa, spesso affetta da una xerosi severa. Con l' avanzare dell' età, le cellule basali dell’epidermide vanno incontro ad una riduzione delle mitosi ed ad una tendenza verso la cheratinizzazione precoce. Ne consegue un assottigliamento dell’epidermide riferibile al decremento delle assisi del malpighiano. La superficie di contatto tra l' epidermide e il derma diminuisce, per appiattimento delle creste e delle papille. Anche il derma evidenzia un ridotto spessore, con diminuzione del contenuto in collagene e proteoglicani. La cute cronicamente fotoesposta, al contrario, appare coriacea, ruvida, chiazzata da vistose discromie iper e/o ipo-pigmentarie e solcata dalle profonde incisure di una macro-rugosità grossolana. La consistenza è rigida, anelastica. Si riscontra un aumento di spessore a carico dello strato corneo, dell’epidermide in toto e del derma. La giunzione dermo-epidermica (GDE) è irregolare, per lo sviluppo di papille e creste di forma e dimensione diseguali. L’ELASTOSI I quadri istopatologici più significativi, nel photoaging, si riscontrano a livello del derma. Al microscopio ottico, il derma cronicamente fotoesposto si presenta fortemente ispessito. Nella regione papillare, lo strato superficiale, indicato come grenz zone, evidenzia un quadro di reazione simil-riparativa, con attivazione cellulare e neosintesi di collagene e fibronectinav. Il derma reticolare, nelle comuni sezioni colorate con ematossilina ed eosina, appare rigonfio, tenuemente basofilo e di aspetto omogeneo, per cui, in passato, si è parlato di “degenerazione basofila del collagene”. I fibroblasti sono più numerosi del normale, di dimensioni maggiori e più attivi metabolicamente, come dimostrato dalla morfologia “stellata” e dall’incremento dell’RNA. I mastociti sono aumentati di numerovi e parzialmente degranulati, il che indica il rilascio di mediatori; questi favoriscono la proliferazione dei fibroblasti e la chemiotassi leucocitaria. Nel derma della cute lungamente bersagliata dai raggi solari, si accumula, infatti, un infiltrato cronico, in sede prevalentemente perivasale e peri-follicolare. La sostanza fondamentale, costituita da glicosaminoglicani (dermatan solfato, eparan solfato, acido ialuronico), legati a proteine specifiche, soggiace, nel corso degli anni, a modificazioni diverse, in rapporto all’entità del danno attinico. I glucosaminoglicani, abbondanti nel feto, diminuiscono nella prima infanzia; nell' anziano, a livello delle aree cutanee abitualmente coperte dagli indumenti, subiscono un ulteriore calo. Al contrario, nella pelle cronicamente irradiata dagli UV, aumentano notevolmente, fin, quasi, ai valori della vita fetalevii,viii,ix. Nelle stesse sedi, le fibre collagene appaiono, invece, ridotte e raggruppate in fasci irregolari e frammentatix,xi. Le segnalazioni in merito ad un incremento relativo della quota di collagene di tipo IIIxii,xiii sono state smentite da successive ricerchexiv,xv. Il dosaggio cromatografico del contenuto in idrossiprolina e le analisi northen blot, con impiego di anticorpi specifici, hanno permesso di chiarire che il contenuto e la produzione di collagene di tipo I e III, nel derma fotoesposto, diminuiscono in modo simmetricoxvi. Ugualmente ridotte, rispetto alle regioni cutanee abitualmente coperte dagli abiti, risultano l’espressione dei precursori del collagene xvii e la quota solubile in acidixviii (indicatrice dell’intensità della neosintesi); tale decremento è proporzionale alla gravità del fotodanneggiamento. L' aspetto irregolare della cute dei soggetti a lungo esposti alla luce solare è anche conseguenza dell' alterazione delle fibre el astiche, che divengono precocemente disorganizzate ed abnormi per morfologia e proprietà tintorialixix. In una fase successiva, la normale struttura delle fibre (costituita da un core amorfo di elastina, circondato un involucro tubulare di proteine fibrillari, a mò di doghe di botte)xx appare completamente sovvertitaxxi. In corrispondenza delle aree di “degenerazione basofila” del derma profondo, al microscopio elettronico si osservano ammassi voluminosi ed intrecciati di materiale finemente granulare, frammisto ad inclusioni omogeneexxii. La sostanza anomala è metacromatica al blu di toluidina; per le sue affinità istochimiche ed immunologiche con l’elastina (si colora con il Verhoeff-van Gieson e reagisce con gli anticorpi antielastina) viene definita elastosica, mentre con il termine di elastosi si indica il quadro istopatologico nel suo insieme. L’elastosi è un’alterazione esclusiva della cute fotoesposta e non compare in aree coperte; rende rigida, ispessita ed anelastica la pelle, cui fornisce un caratteristico colore giallastro. Si ritiene che si tratti del prodotto della sintesi tumultuosa di precursori delle fibre elastiche, non adeguatamente assemblati. Studi istochimicixxiii e test radioimmunologici, su idrolisato di tessuto affetto da elastosi, hanno rivelato che questo contiene: • desmosina ed isodesmosina (aminoacidi peculiari dell’elastina); xxiv • fibrillina, MAPG e fibulina IIxxv (proteine fibrillari che formano il rivestimento periferico della fibra elastica); • idrossiprolina (indice della presenza di collagene); xxvi • fibronectina, versicano ; xxvii • proteina amiloide . Parecchie osservazioni testimoniano che, nel derma delle aree fortemente irradiate, si realizza uno squilibrio nella presenza tessutale dei componenti delle fibre elastiche. E’ stato dimostrato che la fotoesposizione cronica induce un frenetico incremento della sintesi dell’elastinaxxviii, stimolato dalle radiazioni UVxxix e dallo stress ossidativo ad esse connessoxxx e realizzato, almeno in parte, attraverso un incremento della poliadenilazione del relativo mRNAxxxi o, comunque, attraverso modifiche posttrascrizionali dello stessoxxxii. Recentemente, l’aumentata espressione del gene della tropoelastina è stato riscontrata non solo nei fibroblasti, ma anche nei cheratinociti, i quali possono, pertanto, contribuire all’accumulo delle masse elastosichexxxiii. Viceversa, le proteine fibrillari subiscono una grave deplezione, dovuta sia ad una ridotta espressione del mRNA della fibrillina-1xxxiv, sia ad un’intensa attività proteoliticaxxxv; ne consegue un’organizzazione strutturale difettosa, responsabile della patogenesi del sovvertimento della compagine del derma profondo. E’ stato dimostrato che le alterazioni delle proprietà meccaniche della cute cominciano a manifestarsi assai prima che si evidenzino i quadri istopatologici dell’elastosixxxvi. La ripetuta esposizione della cute di topi nudi a piccole dosi di UV è seguita, assai rapidamente, dalla comparsa delle prime rugosità, in una fase in cui le uniche alterazioni osservabili al microscopio elettronico consistono in un aumento della tortuosità delle fibre elastiche, segno di un iniziale degrado della loro struttura tridimensionalexxxvii,xxxviii. FENOMENI OSSIDATIVI FOTOINDOTTI Al livello del mare, circa il 44% di tutta l' energia radiante che colpisce la superficie terrestre si colloca nella porzione visibile dello spettro elettromagnetico (lunghezza d’onda tra 380 e 700 nm), quasi il 50% nell' infrarosso, solo il 6% ne ll' ultravioletto. In quest’ultima banda, gli UVA (320-380 nm) rappresentano il 95,9% dell’energia (pari al 5,8% dell’irraggiamento totale), mentre gli UVB (290-320 nm) costituiscono il 4,1% della radiazione ultravioletta e lo 0,3% dell’irraggiamento totale. Tra l’energia complessiva trasmessa al suolo dagli UVA e quella degli UBV esiste, pertanto, un rapporto di 18/1, pur essendo il singolo fotone UVB più ricco di energia rispetto al fotone UVA. Allorché un fotone che veicoli un considerevole quantum di energia (come nel caso degli UV) incontra un substrato biologico in grado di assorbirlo (cromoforo) si possono verificare diversi tipi di interazione. Semplificando all’estremo, è possibile distinguere: a) reazioni foto-chimiche dirette, più comuni con gli UVB: l’energia elettromagnetica incamerata viene convertita in energia chimica, per cui il cromoforo eccitato si scinde o assume una diversa conformazione stereoisomerica o si combina con altre sostanze, formando un nuovo composto. Un tipico esempio è dato dal comportamento degli acidi nucleici, che assorbono gli UVB, con un massimo a 260 nm; ciò innesca una serie di condensazioni anomale delle basi pirimidiniche (formazione di dimeri di timida e di fotoprodotti 6-4). b) fenomeni di trasferimento energetico dal cromoforo eccitato (il quale torna al suo stato stazionario) ad un accettore; è un processo molto frequente nell’irraggiamento UVA. Spesso, nei sistemi biologici, l’accettore è rappresentato dall' ossigeno atmosferico. Questo, a sua volta, si eccita e modifica la collocazione di un elettrone, assumendo la configurazione di ossigeno singoletto (1O2): l’orbitale esterno, rimasto completamente vuoto, diviene “avido” di elettroni, incrementando enormemente il potere ossidante della specie. In tal modo, le radiazioni ultraviolette che incidono sulla cute vi determinano la formazione di ROS (specie reattive dell’ossigenoxxxix). Tra i cromofori endogenixl sospettati di giocare un ruolo nella genesi fotoindotta di ossigeno singoletto, vi sono: la riboflavinaxli,xlii ed i suoi derivati (FMN e FAD), il NADPH, le porfirine, la bilirubina, il retinale, l’acido urocanicoxliii. Il triptofano, esposto agli UV, genera, invece, radicale superossidoxliv. Radicali liberi possono derivare anche dalla fotoeccitazione delle melanine: è noto che queste si presentano, nella cute, in differenti configurazioni. L’eumelanina protegge la cute dall’aggressione degli UV, essendo capace di agire come schermo contro la penetrazione delle radiazioni ed anche come scavenger delle specie radicalichexlv. Viceversa, le feomelanine, caratteristiche dei soggetti con carnagione chiara e lentigginosa e con capelli biondo-rossicci, non solo sono meno efficienti nel neutralizzare i ROS ma, degradandosi per azione degli UV, possono, esse stesse, rilasciare radicale superossidoxlvi. E’ stato recentemente dimostrato che la liberazione endocellulare di ROS, che si verifica nei cheratinociti e nei fibroblasti della cute sottoposta ad irraggiamento, può essere ridotta da quegli inibitori della catena respiratoria mitocondriale che realizzano un blocco collocato “a monte” del complesso III xlvii. Nella patogenesi del danno ossidativo da UVA sarebbe, quindi, implicato un difetto fotoindotto degli apparati enzimatici di trasferimento elettronico disposti sulla membrana interna del mitocondrio. Un’altra condizione di stress ossidativo connessa all’irraggiamento è rappresentata dalle reazioni di attivazione leucocitaria: l’esposizione cutanea agli UV determina la secrezione di citochine e chemiochinexlviii che richiamano ed attivano una vasta popolazione di globuli bianchi. Questi riversano nei tessuti numerose sostanze istolesive, tra cui l’anione superossido, prodotto per azione della NADPH-ossidasi ed, in parte, successivamente, convertito in perossido di idrogeno. E’ stato dimostrato che anche i cheratinociti contengono una NADPH-ossidasi e che questa raddoppia la sua attività dopo 20 minuti di irraggiamento UVxlix. Sostanze esogene ad azione fotosensibilizzante, in grado di assorbire energia e di trasferirla all’ossigeno, trasformandolo in singoletto, sono le cumarine e gli psoraleni contenuti nei cibi, soprattutto in alcuni vegetali (fichi, limoni, sedano, prezzemolo, ecc.)l,li,lii,liii. Sono fotosensibilizzanti anche numerosi farmaci ed ingredienti dei cosmeticiliv,lv. IL DANNO DELLA MATRICE CONNETTIVALE Nella patogenesi del danno attinico cronico che si esprime, nel derma, in quel sovvertimento istologico che prende il nome di elastosi, si è, a lungo, attribuito il ruolo principale alle alterazioni indotte dagli UV a carico del materiale genetico dei fibroblasti. Più recentemente, altre teorie hanno sottolineato l’importanza patogenetica di una compromissione primaria della matrice connettivale dermica. I radicali liberi ed i ROS sono in grado di innescare una veloce sequenza di reazioni radicaliche, che interessa non solo i bilayers fosfolipidici delle membrane citoplasmatiche, mitocondriali e nucleari (lipo-perossidazione)lvi, ma anche i costituenti cellulari ed extracellulari di natura proteicalvii e tutti gli elementi della matrice. I radicali liberi sono in grado di attivare la fosfolipasi A2 lviii,lix; la liberazione di acido arachidonico dai fosfolipidi di membrana avvia la cascata degli eicosanoidi. Prostaglandine e leucotrieni richiamano un infiltrato flogistico che, liberando citochine, ROS ed idrolasi, tende ad amplificare e perpetuare il danno della matrice (teoria flogistica del photoaging). A produrre l’alterazione fotoindotta della sostanza extracellulare del connettivo (caratterizzata da un turnover molto lento) possono concorrere anche i fenomeni di glicosilazione non enzimatica, i cui marker biochimici sono presenti in concentrazioni molto più elevate nelle aree cutanee fortemente irradiatelx. A loro volta, questi composti sono fotosensibilizanti, assorbendo fotoni la cui energia viene trasferita all’ossigeno, con produzione di ossigeno singoletto ed altri ROSlxi,lxii. Il tal modo si innesca un circolo vizioso foto-ossidativo. LE METALLOPROTEINASI DELLA MATRICE Negli ultimi anni, un’ulteriore fonte del danno fotoindotto del derma è stata identificata nell’azione delle Metalloproteinasi della Matrice (MMP): si tratta di una famiglia di endopeptidasi zinco-dipendenti, capaci, nel loro insieme, di degradare praticamente tutti i componenti della sostanza intercellulare del connettivo e della GDE. Tali enzimi possono essere prodotti e riversati nell’ambiente interstiziale da fibroblasti, cellule endoteliali e cheratinociti. I fagociti attivati, i mastociti, i neutrofili e gli eosinofili rilasciano anch’essi MMP, che ne facilitano gli spostamenti entro la matrice connettivale e determinano, in questa, fenomeni di degradazione che assumono importanza nei processi di remodelling tessutale connessi all’embriogenesi, all’accrescimento, alla riparazione delle lesioni, oltre che nel normale turn-over cui anche la matrice apparentemente statica dell’adulto va incontro. Lo sviluppo embrionale degli annessi cutanei e le varie fasi dell’evoluzione ciclica dei follicoli piliferi si accompagnano ad incremento delle MMP. Alcune MMP di recente individuazione non costituiscono un prodotto di secrezione, ma si trovano adese al versante esterno della membrana di particolari cellule, soprattutto fibroblasti e leucociti. Per la gran parte, le MMP non risultano espresse in situazioni normali o lo sono a concentrazioni molto basse; la loro sintesi si innesca in risposta a stimoli esterni, come citochine, fattori di crescita o segnali scaturiti dalle interazioni che, attraverso le integrine, le cellule stabiliscono le une con le altre e con i componenti della matrice. Molte MMP sono secrete sotto forma di pro-enzimi inattivi, per la presenza, nella molecola, di un “interruttore” di cisteina, realizzato da un residuo di tale aminoacido che ostruisce l’accesso al sito catalitico; la rimozione del blocco avviene per clivaggio dello stesso ad opera di proteasi di tipo diverso, comprese alcune serinproteasi (plasmina, tripsina, chimotripsina) ed altre molecole di MMP, nell’ambito di una “cascata” di reazioni sequenziali di reciproca attivazione proteolitica. In condizioni di base, la funzione delle MMP viene impedita da antagonisti specifici (inibitori tessutali delle metalloproteinasi, denominati TIMP)lxiii e meno specifici ( antitripsina, "!$#&%'(*)+, -+.. /)$'0+12)3)++,4&(*54&+,24&67&( MMP, il che realizza un meccanismo di auto-amplificazione dell’attività proteasica. Fino ad oggi, sono stati individuati quattro fattori della classe TIMP. I primi due, TIMP 1 e TIMP 2 (che differiscono per l’intensità dell’inibizione verso i diversi tipi di MMP) sono secreti in forma solubile e si fissano al sito attivo delle MMP. TIMP3 è, invece, solidale con alcuni componenti della matrice extracellulare. Le MMP vengono indicate con numeri arabi, secondo l’ordine dell’individuazione. Sono stati, sinora, identificati circa una ventina di enzimi di questa classelxiv, suddivisi, in base all’attività, in 5 gruppi principali: • le collagenasi si caratterizzano per la capacità di iniziare la degradazione della struttura a tripla elica del collagene fibrillare (collagene tipo I, II e III), frammentandola in segmenti solubili, i quali, alla temperatura corporea, si denaturano in forma di gelatina. Le collagenasi sono in grado di idrolizzare anche altri componenti della matrice, tra cui gli inibitori degli attivatori del plasminogeno (serpine) e le core proteins dell’aggrecano (proteoglicano della cartilagine). La collagenasi-3 (MMP 13), oltre a scindere le più importanti nectine (fibronectina, laminina) ed il collagene IV della membrana basale, è anche capace di portare a termine la demolizione del collagene fibrillare, idrolizzando la gelatina. • le gelatinasi comprendono la MMP 2 (gelatinasi A, da 72 kD) e la MMP 9 (gelatinasi B, da 92 kD). Entrambe interrompono i legami peptidici dei frammenti di collagene già parzialmente digerito che costituiscono la gelatina. Si è ipotizzato che la gelatinasi B sia necessaria per la migrazione, nell’ambito della cute, delle cellule di Langerhanslxv. • le stromelisine MMP 3 ed MMP 10 sono prodotte da cheratinociti e fibroblasti e riconoscono, come substrati, la gelatina, i componenti della GDE (collagene IV, laminina), la fibronectina e le core proteins dei proteoglicani. La stromelisina-3 (MMP 11) è tra le MMP più “aggressive”, in quanto è capace di degradare praticamente tutti gli elementi della matrice e viene secreta già in forma attiva, grazie all’intervento di una proteasi associata all’apparato di Golgi, denominata furina. Molto vasta è la gamma dei substrati aggrediti dalla matrilisina (MMP 7) che ha attività elastasica ed è caratterizzata dal più basso peso molecolare tra tutte le MMP. lxvi • la elastasi dei macrofagi (MMP 12) è, in realtà, prodotta anche dai fibroblasti . E’ capace di scindere l’elastina e le glicoproteine fibrillari che formano l’involucro esterno della fibra elastica. • le MT-MMP (metallo-proteinasi di membrana) mediante il segmento peptidico Cterminale, sono in grado di ancorarsi sulla membrana di fibroblasti e di altre cellule, ove si trovano in forma già attiva. Fa eccezione la MT1-MMP che, in condizioni di base, è complessata con un inibitore della classe TIMP; per azione della plasmina, si realizza il clivaggio di questo e l’attivazione della MT1-MMP, la quale, a sua volta, attiva la gelatinasi A (MMP 2), oltre a degradare collagene il fibrillare di tipo I, II e III, la gelatina, la fibronectina, la laminina e le core proteins dei proteoglicani. Le concentrazioni e l’attività delle MMP aumentano drammaticamente in situazioni patologichelxvii, come nella flogosi acuta e cronica, nella riparazione tessutale, nella riepitelizzazione delle ferite cutanee. In alcune affezioni, l’eccessivo degrado della matrice extracellulare, provocato da una troppo elevata funzione delle MMP, assume un rilievo patogenetico: tra queste, l’osteoartrosi, l’ A.R., le ulcere cutanee croniche, le periodontopatie. Nelle neoplasie, le MMP concorrono ai fenomeni di infiltrazione, metastatizzazione e neovascolarizzazione. La produzione e l’attività delle MMP è stimolata da una serie di citochinelxviii: IL-1, TNF- TGF- !#"%$!'&()$!+*,&#-'&/.#!"01& autocrina di IL-6 contribuisce ad amplificare il rilascio di MMP da parte dei fibroblastilxix. Altre citochine, tra cui TGF- 243#57689;:=<>? ssiedono, invece, effetto inibitorio sulle MMP. A partire dall’inizio degli anni ‘90, numerose ricerche hanno evidenziato come, nella cute, le MMP partecipino allo sviluppo delle alterazioni tipiche dell’invecchiamento fotoindottolxx,lxxi,lxxii,lxxiii,lxxiv. La radiazione solare, infatti, è in grado di incrementare notevolmente la sintesi cutanea delle MMP, cosicché queste sfuggono al controllo dei rispettivi inibitorilxxv,lxxvi. L’innesco della produzione delle MMP si realizza con l’intermediazione delle “protein-chinasi attivate dai mitogeni” (MAPK). Tali enzimi costituiscono l’anello centrale di un complesso sistema di trasduzione del segnale, mediante il quale una grande varietà di stimoli extracellulari viene trasmessa, attraverso una cascata di eventi, fino al DNA del nucleo, ove induce il legame di fattori di trascrizione su particolari sequenze promoter; l’esito finale è rappresentato dalla sintesi di m-RNA a partire da specifici geni target. Il relativo prodotto interviene nella regolazione di fasi fondamentali dell’esistenza cellulare, quali proliferazione, differenziazione, apoptosi, senescenza replicativa e cancerogenesilxxvii. Esistono almeno tre famiglie di MAPK, che realizzano effetti, in linea di massima, contrapposti, pur con possibili reciproche interazioni e parziali sovrapposizioni: le extracellular-signal regulated kinases (ERK-1 ed ERK-2), la c-Jun N-terminal kinase (JNK) e la chinasi da 38 KDa (p38K)lxxviii. Le ultime due famiglie di enzimi vengono anche denominate chinasi attivate da stress (SAPK), essendo sensibili a varie forme di perturbazione metabolica (soprattutto, alle variazioni dello stato ossido-riduttivo); esse incentivano la sintesi della proteina c-Jun, tramite l’attivazione della relativa sequenza promoter. Una parallela via di induzione fotoindotta della trascrizione del mRNA di c-Jun passa attraverso l’innesco della protein-chinasi C, che determina la fosforilazione di un agente inibitore, denominato Ik-B, provocandone il distacco dalla proteina regolatrice NF-kBlxxix. Questa, in tal modo liberata, migra nel nucleo, ove funziona come attivatore trascrizionalelxxx. La proteina c-Jun, normalmente non rilevabile, raggiunge, così, concentrazioni sufficienti a formare un eterodimero con la proteina c-Fos. Il complesso, che prende il nome di fattore AP-1, è in grado di indurre la trascrizione dei geni delle MMP. Altri induttori della trascrizione genica possono incrementare l’espressione delle MMP; si tratta dei fattori appartenenti alla famiglia ETS, stimolati dal TNF- capaci di fissarsi su specifici siti, in corrispondenza della regione promoter dei geni delle MMPlxxxi. L’attivazione delle MMP da essi mediata costituisce una tappa cruciale nel processo della neoangioenesi neoplastica, per cui l’inibizione della funzione dei fattori ETS, realizzata dai retinoidi, contribuisce all’attività terapeutica antitumorale di questi farmacilxxxii. L’invecchiamento cronologico (chronoaging) tende, progressivamente, a compromettere il delicato bilancio tra le MMP e gli specifici inibitori. Con l’età, si assiste ad un decremento delle ERK, contrapposto ad una maggior reattività delle SAPK; ne consegue un raddoppio dell’attività di c-Jun, che predispone ad un più elevato rilascio delle MMPlxxxiii. Si ritiene probabilelxxxiv, (anche se, sull’argomento, non vi è unanime accordolxxxv,lxxxvi) che nella cute, con il passare degli anni, si accumuli una crescente popolazione di cheratinociti e fibroblasti “invecchiati”; questi, avendo ormai realizzato il numero massimo di duplicazioni cellulari concesse dal “contascatti mitotico” localizzato nei telomerilxxxvii, sono pervenuti alla fase della senescenza replicativalxxxviii. Tale condizione, definita come una sorta di “età pensionistica” delle cellule, è caratterizzata dal blocco delle mitosi e da una complessa serie di alterazioni funzionali che rende la permanenza degli elementi senescenti improduttiva ed, anzi, svantaggiosa per la fisiologia tessutalelxxxix. Tra l’altro, i fibroblasti senescenti esprimono alti livelli di MMP e basse attività di TIMP, trasformandosi da cellule produttrici di matrice in fattori di disgregazione della stessaxc,xci. LE METALLOPROTEINASI NEL PHOTOAGING L’aggressione che le MMP mettono in atto contro la sostanza intercellulare del connettivo dermico si amplifica enormemente allorché ai fenomeni dell’invecchiamento biologico si sovrappongono quelli connessi al photoaging. Molte delle attuali conoscenze sul ruolo svolto dalle MMP nella fisiopatologia del photoaging sono dovute alle ricerche del prof. Gary J. Fisher, del Dipartimento di Dermatologia dell’Università del Michiganxcii,xciii. Fisher è stato in grado di dimostrare che l’irraggiamento cutaneo con UV esercita un importante stimolo su JNK e p38K, e, di conseguenza, scatena la sintesi delle MMP nei fibroblasti e nei cheratinociti. Gli ultravioletti sarebbero in grado di eccitare i recettori di membrana per l’IL-1 xciv e per il TNF- l’EGFxcv; poiché tale effetto è inibito da sostanze antiossidanti e da quenchers dell’ossigeno singoletto, si pensa che quest’ultimo abbia un ruolo non secondarioxcvi,xcvii,xcviii,xcix. In effetti, anche gli agenti ossidanti hanno notevole capacità di avviare la funzione delle MAPK e la conseguente sintesi di MMPc,ci. Tra meccanismi che possono spiegare la capacità degli UV di attivare, per via ossidativa, i recettori di membrana o i sistemi enzimatici immediatamente “a valle” degli stessi, realizzando, quindi, azioni simili a quelle prodotte dall’interazione con lo specifico ligando, vi sono: • l’impulso alla oligomerizzazione recettoriale (che costituisce una fase cruciale della fisiologica attivazione): i recettori di membrana associati alle tirosin-chinasi reagiscono con il rispettivo ligando dopo aver subito una dimerizzazione, fenomeno con il quale le unità recettoriali si raggruppano in coppie. Nel caso dei death receptors, attraverso cui sono veicolati alla cellula i segnali apoptosici, occorre una trimerizzazione. Gli UVA sono in grado di indurre i death receptors di tipo FAS a scorrere lungo la superficie della membrana, fino a riunirsi in gruppi di tre unità, così da poter interagire con il FAS-ligando espresso sulla superficie delle cellule killercii; • l’eccitazione delle tirosin-chinasi associate ai recettori, cui segue la conversione in forma fosforilata (che corrisponde ad uno stato di eccitazione) dello stesso recettore o delle molecole di trasduzione post-recettoriale del segnale. Gli UVA, ad esempio, possono determinare la fosforilazione del recettore per l’EGFciii, mettendolo in condizione di dare inizio ad una sequenza di reazioni che porta all’innesco delle MAPK ed all’espressione di c-JNK e del fattore di trascrizione AP-1; • l’inibizione delle fosfatasi che, normalmente, riconvertono allo stato defosforilato/quiescente le molecole fosforilate/eccitate del recettore e/o dei trasduttori da questo attivaticiv,cv; in tal modo l’input biologico vede amplificata e prolungata la sua efficacia. Una volta innescata la sequenza di trasmissione del segnale, essa è in grado di autosostenersi, in quanto induce la secrezione ed il rilascio di citochine che interagiscono con i relativi recettori collocati sulle stesse cellule, realizzando un circuito autocrino di amplificazione dello stimolocvi, cvii. Gli UV dimostrano, quindi, di possedere un’insospettata versatilità nel loro modo di interagire con la materia vivente. Accanto al potere citolesivo diretto, esercitano una più insidiosa attività fotobiologica, basata sulla capacità di interferire con una serie di sistemi recettoriali ed enzimatici, così da “manomettere” i dispositivi di controllo della cellula. Dosaggi UV inferiori alla dose minima eritematogena (tra 0,1 e 0,5 MED, l’equivalente di pochi minuti di sole estivo) sono sufficienti per produrre, nei fibroblasti del derma, elevazioni significative delle MMP, che si realizzano nell’arco di 8 ore, raggiungono l’apice in 16-24 ore e si protraggono per oltre 72 ore. Un’attivazione massimale delle MMP viene conseguita con 1 MED. Simili modeste somministrazioni di UV, ripetute a giorni alterni, bastano, pur in assenza di eritema, a mantenere nel tempo tale elevazione delle MMP, soverchiando le possibilità di compenso degli inibitori specificicviii. Le manifestazioni cliniche, in termini di ridotta elasticità della cute e di produzione delle prime rugosità, sono anch’esse molto precoci; nel topo si realizzano dopo appena qualche settimana di ripetuto irraggiamento UV, a dosi sub-eritematogene, assai prima, quindi, della comparsa del quadro istologico dell’elastosi. Anche il ruolo delle MMP sintetizzate dai fagociti può essere rilevante e può fornire nuovi argomenti a favore della teoria flogistica del photoaging. Come si è detto, nel derma delle aree cutanee affette da danno attinico cronico, si localizza un caratteristico infiltrato; le cellule infiammatorie, richiamate dai fattori chemiotattici, dal rilascio di frammenti proteoliticicix e dall’espressione, sulla superficie endoteliale, delle molecole di adesione, si rendono responsabili dell’ulteriore produzione di citochine, chemiochine ed enzimi proteolitici, tra cui e le stesse MMPcx. Ancora a Fisher si deve la recente dimostrazione dell’incremento, in seguito ad irraggiamento UV, della secrezione di MMP 8 da parte dei neutrofili cxi. I frammenti polipepdici generati dalla lisi delle fibre elastiche sono in grado di determinare un aggiuntivo stimolo della sintesi di MMP, in modo da innescare un circolo viziosocxii. Alcuni importanti indizi fanno ritenere probabile che il danno attinico cronico acceleri la progressione delle cellule verso la senescenza replicativa, determinando un maggior accumulo, nel contesto dei tessuti fotoesposti, di elementi senescenti, caratterizzati, come si è detto, da un’esagerata produzione di MMP. Colture di cheratinociti e di fibroblasti provenienti da aree cutanee cronicamente fotoirradiate o sottoposte a trattamento PUVA manifestano un minor potenziale replicativo in vitro, rispetto a cellule dello stesso tipo, prelevate dal medesimo donatore, ma in zone della pelle abitualmente copertecxiii,cxiv,cxv,cxvi. Similmente, i melanociti in coltura vanno incontro a condizioni di senescenza replicativa se trattati con dosi sub-letali di UVBcxvii. L’ELASTOSI COME “CICATRICE ATTINICA” Secondo le ipotesi di Fisher, (confermate da una mole crescente di studicxviii), l’indiscriminata ed ininterrotta attività proteolitica delle MMP sulle fibre collagene ed elastiche, sulle componenti polipeptidiche dei proteoglicani, sulle nectine e sui costituenti della GDE, conduce ad un progressivo scompaginamento della matrice, sottoposta a: − una progressiva distruzione dei vari tipi di collagene: collagene I e collagene III a livello del derma papillare e reticolare; collagene IV e collagene VII in corrispondenza della GDE; − un attacco proteolitico nei confronti dell’elastina e delle proteine fibrillari, cui concorrono due classi di enzimi, entrambi dotati di attività elastasica: le elastasi dei polimorfonucleati neutrofili sono serin-proteasicxix,cxx, mentre quelle dei macrofagi e dei fibroblasti sono riconducibili alla famiglia delle metalloproteasi,cxxi,cxxii,cxxiii. Queste ultime sono soggette ad una più precoce attivazione da parte dell’irraggiamento UV, anche a dosi sub-eritematogene, per cui rappresentano le elastasi maggiormente coinvolte nel danno attinico cronico cxxiv. Contro il degrado della sostanza intercellulare, i fibroblasti reagiscono realizzando un incremento dei processi di sintesi, testimoniato dagli aspetti citologici di attivazione funzionale. Gli interventi di riparazione posti in essere risultano, però, inefficaci, in quanto incompleti e disorganizzaticxxv. A tale disordine nella neosintesi della matrice connettivale contribuiscono: le irregolarità nella produzione e nell’assemblaggio dei componenti delle fibre elastiche indotte dagli UV e/ dai ROS: questi, come si è visto, attivano la trascrizione del gene dell’elastina, mentre sembrano inibire la sintesi della fibrillina-1; • la ridotta produzione di collagene I e III; a determinare questa carenza, secondo recenti lavori del gruppo di Fisher, concorrono sia l’inibizione che i frammenti polipeptidici della proteolisi del collagene sono in grado di indurre nella neosintesi dello stessocxxvi,cxxvii, sia l’interferenza che il fattore AP-1 esercita sulla trascrizione dei geni del procollagenecxxviii, sia la diminuzione dello stimolo che, normalmente, il fibroblasti. Quest’ultimo fenomeno consegue ad un’attività TGFinibitoria dell’AP-1 sul TBF- cxxix ed ad un effetto, UV-mediato, di down-regulation dei recettori cellulari per tale citochinacxxx. La matrice, man mano che si degrada, tende ad “afflosciarsi”, perdendo tensione meccanica. Ciò innesca un ennesimo circolo vizioso, perché i fibroblasti, non più sottoposti a sollecitazione tensionale, non solo riducono le attività di sintesicxxxi, ma vanno anche incontro a processi di apoptosicxxxii; cxxxiii • la diminuizione, che gli UV determinano, nella produzione del collagene VII (costituente delle fibrille ancoranti della GDE), testimoniata anche dalla bassa presenza del relativo mRNA cxxxiv; • la digestione delle unità polipeptidiche che concorrono a formare i proteoglicani (core-proteins, link-proteins, ecc): ciò impedisce alle catene polisaccaridiche dei glucosaminoglicani di assemblarsi in modo corretto; • l’incapacità dei fibroblasti di “percepire” la conformazione della matrice e di interagire con essa, per via della compromissione del normale aggancio delle integrine con le nectine; • la difficoltà che le fibre incontrano nel disporsi in modo ben orientato, a causa delle alterazioni del feltro dei proteoglicani. Tutto ciò si traduce nella deposizione di una matrice degenerata, che assume caratteri morfologici simil-cicatriziali; la più caratteristica espressione di tale squilibrio è rappresentato dall’accumulo del materiale anomalo di tipo elastosico. La dermatoeliosi rivestirebbe, pertanto, i connotati patogenetici di una “cicatrice solare”1102. • APPROCCI TERAPEUTICI Il gruppo di Fisher ha dimostrato che il pretrattamento topico con tretinoina è in grado di impedire che successive fotoesposizioni provochino un incremento della sintesi delle MMP.cxxxv,cxxxvi. I farmaci retinoidi, infatti, sono in grado di bloccare l’attivazione della sequenza delle JNK e delle p38K, che conduce alla formazione dell’induttore AP-1. I retinoidi appaiono, quindi, dotati non solo delle virtù terapeutiche, da tempo conosciute ed utilizzate, che consentono di ottenere significative regressione dei segni cutanei prodotti dalle fotoesposizioni pregresse, ma anche di proprietà preventive, che contrastano la genesi di nuove manifestazioni del danno attinico. Poiché, come si è detto, anche nel chronoaging si assiste ad un’eccessiva attività della MMP, non stupisce scoprire che l’impiego topico dei retinoidi ottiene risultati apprezzabili pure nella cute non fotoespostacxxxvii. Il futuro, molto probabilmente, ci riserva la disponibilità di una nuova classe di farmaci inibitori delle MMP, ad attività TIMP-mimetica, il cui studio è in fase avanzata. La ricerca, al momento, è finalizzata soprattutto ad individuare nuove possibilità terapeutiche per le patologie osteo-articolari e per le neoplasie cxxxviii,cxxxix,cxl,cxli. Anche in campo dermatologico, comunque, sono state pubblicate alcune interessanti sperimentazioni. Un inibitore delle MMP, il fosforamidone, è stato modificato, in modo da agevolarne il transito percutaneo; la sua applicazione topica ha impedito che una reiterata esposizione agli UV inducesse, nel topo, la comparsa di quei segni clinici ed istologici del fotodanneggiamento che, invece, si sono regolarmente manifestati nei controlli cxlii. i Ruegemer J, Schuetz B, Hermann K, Hein R, Ring J, Abeck D – UV-induced changes due to regular use of commercial sunbeds – Photodermatol Photoimmunol Photomed 2002;18:223-227 ii Karagas MR, Stannard VA, Mott LA, Slattery MJ, Spencer SK, Weinstock MA - Use of tanning devices and risk of basal cell and squamous cell skin cancers - J Natl Cancer Inst 2002 Feb 6;94(3):224-6 iii Elwood JM, Lee JA, Walter SD, et al. - Relationship of melanoma and other skin cancer mortality to latitude and ultraviolet radiation in the United States and Canada - Internat Epidemiol 3(4):325-332, 1974 iv Gilchrest BA- Skin agin and photoaging: an overview. - J Am Acad Dermatol 21:510-513, 1989 v Boyer B, Fourtanier A, Kern P, Labat-Robert J - UVA- and UVB-induced changes in collagen and fibronectin biosynthesis in the skin of hairless mice - J Photochem Photobiol B 1992 Jul 15;14(3):247-59 vi Kligman LH, Murphy GF - Ultraviolet B radiation increases hairless mouse mast cells in a dose-dependent manner and alters distribution of UV-induced mast cell growth factor- Photochem Photobiol 1996 Jan;63(1):123-7 vii Bernstein EF, Underhill CB, Hahn PJ, Brown DB, Uitto J - Chronic sun exposure alters both the content and distribution of dermal glycosaminoglycans - Br J Dermatol 1996 Aug;135(2):255-62 viii Margelin D, Fourtanier A, Thevenin T, Medaisko C, Breton M, Picard J - Alterations of proteoglycans in ultravioletirradiated skin - Photochem Photobiol 1993 Aug;58(2):211-8 ix Smith JG Jr et al – Alterations in human dermal connective tissue with age and chronic sun damage – J Invest Dermatol 1962;39:347 x xi Trautinger F, Mazzucca K, Knobler RM, Irenz A, Kokaschka EM - UVA and UVB-induced changes in hairless mouse skin collagen - Arch Dermatol Res 1994;286:490-4 Schwartz E, Cruickshank FA, Christensen CC Perliosh JS Lebwohl M – Collagen alterations in chronically sundamaged human skin – Photochem Photobiol 1993;58:841-844 xii Lovell CR et al – Collagen and elastin in actinic elastosis – J Invest Dermatol 1984;82:566 xiii Plastow SR et al – Early changes in dermal collagen of mice exposed to chronic UVB irradiation and the effects of a UVB sunscreen – J Invest Dermatol 1988;91:590 xiv Oikarinen A, Kallioinen M – A biochemical and immunohistochemical study of collagen in sunexposed and protected skin – Photodermatology 1989;6:24 xv Kligman LH et al – Collagen metabolism in ultraviolet irradiated hair less mouse skin and its correlation to istologic observations – J Invest Dermatol 1989;93:210 xvi Griffiths CEM, Russman AN, Majmudar G, Singer RS, Hamilton IA, Voorhees JJ - Restoration of collagen formation in photodamaged human skin by tretinoin (Retinoic acid) - N Engl J Med 1993; 329:530- 535 xvii Talwar HS, Griffiths CEM, Fisher GJ et al – Reduced type I and type III procollagen in photodamaged adult human skin – J Invest Dermatol 1995;105:285-290 xviii Takema Y, Hattori M, Aizawa K - The relationship between quantitative changes in collagen and formation of wrinkles on hairless mouse skin after chronic UV irradiation - J Dermatol Sci 1996 Apr;12(1):56-63 xix Braverman IM, Fornferko E - Studies on cutaneous ageing I. The elastic fiber network - J Invest Dermatol 1982;78:434-443 xx Cotta-Pereira G, Rodrigo FG, Bittencourt Sampaio S – Oxytailn, elaunin and elastic fibers in the human skin – J Invest Dermatol 1976;66:143-148 xxi Tsuji T - Scanning electron microscope studies of solar elastosis - Br J Dermatol 1980 Sep;103(3):307-312 xxii Tsuji T - Ultrastructure of deep wrinkles in the elderly - J Cutan Pathol 1987 Jun;14(3):158-64 xxiii Werth VP, Shi X, Kalathil E, Jaworsky C - Elastic fiber-associated proteins of skin in development and photoaging Photochem Photobiol 1996 Mar;63(3):308-13 xxiv Ohnishi Y, Tajima S, Akiyama M, Ishibashi A, Kobayashi R, Horii I - Expression of elastin-related proteins and matrix metalloproteinases in actinic elastosis of sun-damaged skin. - Arch Dermatol Res 2000 Jan;292(1):27-31 xxv Hunzelmann N, Nischt R, Brenneisen P, Eickert A, Krieg T - Increased deposition of fibulin-2 in solar elastosis and its colocalization with elastic fibres - Br J Dermatol 2001 Aug;145(2):217-222 xxvi Bernstein EF, Fisher LW, Li K, LeBaron RG, Tan EML, Uitto J - Differential expression of versican and decorin genes in photoaged and sun-protected skin: comparison by immunohistochemical and Northen blot analyses – Lab Invest 1995;72;662-669 xxvii Suwabe H, Serizawa A, Kajiwara H, Ohkido M, Tsutsumi Y - Degenerative processes of elastic fibers in sunprotected and sun-exposed skin: immunoelectron microscopic observation of elastin, fibrillin-1, amyloid P component, lysozyme and alpha1-antitrypsin.- Pathol Int 1999 May;49(5):391-402 xxviii Bernstein EF, Chen YQ, Tamay K et al – Enhanced elastin and fibrillin gene expression in chronically phodamaged skin – J Invest Dermatol 1994;103:182-186 xxix Bernstein EF, Brown DB, Uitach F, - Ultraviolet radiation activates the human elastin promoter in transgenic mice: a novel in vivo and in vitro model of cutaneous photoaging - J Invest Dermatol 1995;105:269 73 xxx Kawaguchi Y, Ianaka H, Okada I, Konishi H, Iakabashi M, Ito M, Asai M - Effect of reactive oxygen species on the elastin mRNA expression in cultured human dermal fibroblasts - Free Radic Biol Med 1997;23:162165 xxxi Schwartz E, Gelfand JM, Mauch JC, Kligman LH - Generation of a tropoelastin mRNA variant by alternative polyadenylation site selection in sun-damaged human skin and ultraviolet B-irradiated fibroblasts - Biochem Biophys Res Commun 1998 May 8;246(1):217-21 xxxii Schwartz E, Feinberg E, Lebwohl M, Mariani TJ, Boyd CD - Ultraviolet radiation increases tropoelastin accumulation by a post-transcriptional mechanism in dermal fibroblasts - J Invest Dermatol 1995 Jul;105(1):65-9 xxxiii Seo JY, Lee SH, Youn CS, Choi HR, Rhie G, Cho KH, Kim KH, Park KC, Eun HC, Chung JH - Ultraviolet radiation increases tropoelastin mrna expression in the epidermis of human skin in vivo - J Invest Dermatol 2001;116 (6), 915-919 xxxiv Watson RE, Griffiths CE, Craven NM, Shuttleworth CA, Kielty CM - Fibrillin-rich microfibrils are reduced in photoaged skin. Distribution at the dermal-epidermal junction. - J Invest Dermatol 1999 May;112(5):782-7 xxxv Labat-Robert J, Fourtanier A, Boyer-Lafargue B, Robert L – Age dependent increase of elastase-type protease activity in mouse skin. Effect of UV-irradiation – J Photochem Photobiol, B 2000 Sep;57(2-3):113-118 xxxvi Takema Y, Yorimoto Y, Kawai M, Imokawa G - Age-related changes in the elastic properties and thickness of human facial skin - Br J Dermatol 1994 Nov;131(5):641-8 xxxvii Takema Y, Imokawa G - The effects of UVA and UVB irradiation on the viscoelastic properties of hairless mouse skin in vivo - Dermatology 1998;196(4):397-400 xxxviii Imayama S, Nakamura K, Takeuchi M, Hori Y, Takema Y, Sakaino Y, Imokawa G Ultraviolet-B irradiation deforms the configuration of elastic fibers during the induction of actinic elastosis in rats - J Dermatol Sci 1994 Feb;7(1):32-8 xxxix Yamamoto Y - Role of active oxygen species and antioxidants in photoaging - J Dermatol Sci 2001 Aug;27:1-4 Dalle Carbonare M, Pathak MA - Skin photosensitizing agents and the role of reactive oxygen species in photoaging. - J Photochem Photobiol B 1992 Jun 30;14(1-2):105-24 xli Joshi - Comparison of the DNA-damaging property of photosensitised riboflavin via singlet oxygen (1O2) and superoxide radical O2-. mechanisms - Toxicol Lett 1985 Aug;26(2-3):211-7 xlii Frati E, Khatib AM, Front P, Panasyuk A, Aprile F, Mitrovic DR - Degradation of hyaluronic acid by photosensitized riboflavin in vitro. Modulation of the effect by transition metals, radical quenchers, and metal chelators - Free Radic Biol Med 1997;22(7):1139-44 xliii Hanson KM, Simon JD - Epidermal trans-urocanic acid and the UV-A-induced photoaging of the skin - Proc Natl Acad Sci U S A 1998 Sep 1;95(18):10576-8 xliv McCormick JP, Fischer JR, Pachlatko JP, Eisenstark A - Characterization of a cell-lethal product from the photooxidation of tryptophan: hydrogen peroxide - Science 1976 Feb 6;191(4226):468-9 xlv Simon JD - Spectroscopic and dynamic studies of the epidermal chromophores trans-urocanic acid and eumelanin Acc Chem Res 2000 May;33(5):307-13 xl xlvi Sealy RC, Hyde JS, Felix CC, Menon IA, Prota G, Swartz HM, Persad S, Haberman HF - Novel free radicals in synthetic and natural pheomelanins: distinction between dopa melanins and cysteinyldopa melanins by ESR spectroscopy - Proc Natl Acad Sci U S A 1982 May;79(9):2885-9 xlvii Gniadecki R, Thorn T, Vicanova J, Petersen A, Wulf HC - Role of mitochondria in ultraviolet-induced oxidative stress.- J Cell Biochem 2000 Feb 1;80(2):216-222 xlviii Hruza LL, Pentland AP - Mechanisms of UV-induced inflammation - J Invest Dermatol 1993;100 1(35S-41S) xlix Fisher GJ, Kang S, Varani J, Bata-Csorgo Z, Wang Y, Datta S, Voorhees JJ– Mechanisms of photoaging and chronological skin aging – Arch Dermatol 2002 Nov;138(11):1462-70 l Nigg HN, Nordby HE, Beier RC, Dillman A, Macias C, Hansen RC - Phototoxic coumarins in limes - Food Chem Toxicol 1993 May;31(5):331-5 li Schlatter J, Zimmerli B, Dick R, Panizzon R, Schlatter C - Dietary intake and risk assessment of phototoxic furocoumarins in humans - Food Chem Toxicol 1991 Aug;29(8):523-30 lii Ljunggren B - Severe phototoxic burn following celery ingestion - Arch Dermatol 1990 Oct;126(10):1334-6 liii Zaynoun ST, Aftimos BG, Abi Ali L, Tenekjian KK, Khalidi U, Kurban AK - Ficus carica; isolation and quantification of the photoactive components - Contact Dermatitis 1984 Jul;11(1):21-5 liv Millard TP, Hawk JL - Photosensitivity disorders: cause, effect and management - Am J Clin Dermatol 2002;3(4):239-46 lv Moore DE - Drug-induced cutaneous photosensitivity: incidence, mechanism, prevention and management - Drug Saf 2002;25(5):345-72 lvi Salmon S, Haigle J, Bazin M, Santus R, Maziere JC, Dubertret L - Alteration of lipoproteins of suction blister fluid by UV radiation - J Photochem Photobiol B 1996 May;33(3):233-8 lvii Sander CS, Chang H, Salzmann S, Müller CSL, Ekanayake-Mudiyanselage S, Elsner P, Thiele JJ - Photoaging is Associated with Protein Oxidation in Human Skin In Vivo - J Investig Dermatol 2002; 118(4):618 lviii Gresham A, Masferrer J, Chen X, Leal-Khouri S, Pentland AP - Increased synthesis of high-molecular-weight cPLA2 mediates early UV-induced PGE2 in human skin - Am J Physiol 1996 Apr;270(4 Pt 1):C1037-50 lix Chen X, Gresham A, Morrison A, Pentland AP - Oxidative stress mediates synthesis of cytosolic phospholipase A2 after UVB injury - Biochim Biophys Acta 1996 Jan 5;1299(1):23-33 lx Mizutari K, Ono T, Ikeda K, Kayashima K, Horiuchi S - Photo-enhanced modification of human skin elastin in actinic elastosis by N(epsilon)-(carboxymethyl)lysine, one of the glycoxidation products of the Maillard reaction. - J Invest Dermatol 1997 May;108(5):797-802 lxi Masaki H, Okano Y, Sakurai H - Generation of active oxygen species from advanced glycation end-products (AGE) under ultraviolet light A (UVA) irradiation - Biochem Biophys Res Commun 1997 Jun 18;235(2):306-10 lxii Wondrak GT, Roberts MJ, Jacobson MK, Jacobson EL - Photosensitized Growth Inhibition of Cultured Human Skin Cells: Mechanism and Suppression of Oxidative Stress from Solar Irradiation of Glycated Proteins - J Investig Dermatol, 2002; 119(2): 489 lxiii Sugita Y, Morita E, Tanaka T, Nakamura K, Yamamoto S – Production of tissue inhibitor of metalloproteinase-1 and 2 by cultured keratinocytes – J Dermatol Sci 2000;22:107-116 lxiv Stetler-Stevensan WG, Hewitt R, Corcoran M - Matrix metalloprateinases and tumor invasion: from correlatian and causality to the clinic - Sem Cancer Biology 1996;7:147-154 lxv Uchi H, Imayama S, Kobayashi Y, Furue M - Langerhans cells express matrix metalloproteinase-9 in the human epidermis. - J Invest Dermatol 1998 Dec;111(6):1232-3 lxvi Chung JH, Seo JY, Lee MK, Eun HC, Lee JH, Kang S,. Fisher GJ, Voorhees JJ - Ultraviolet modulation of human macrophage metalloelastase in human skin in vivo- J Invest Dermatol, 2002;119(2):507 lxvii lxviii Herouy Y - Matrix metalloproteinases in skin pathology - Int J Mol Med 2001 Jan;7(1):3-12 Wong WR, Kossodo S, Kochevar IE - Influence of cytokines on matrix metalloproteinases produced by fibroblasts cultured in monolayer and collagen gels - J Formos Med Assoc 2001 Jun;100(6):377-382 lxix Brenneisen P, Wlaschek M, Wenk J, Blaudschun R, Hinrichs R, Dissemond J, Krieg T, Scharffetter-Kochanek K Ultraviolet-B induction of interstitial collagenase and stromelyin-1 occurs in human dermal fibroblasts via an autocrine interleukin-6-dependent loop - FEBS Lett 1999 Apr 16;449(1):36-40 lxx Scharffetter K, Wlaschek M, Hogg A, Bolsen K, Schotharst A, Gaerz G, Krieg I, Plewig G - UVA irradiation induces collagenase in human dermal fibroblasts in vitro and in vivo - Arch Dermatol Res 1991:283:506511 lxxi Petersen M J, Hansen C, Craig S - Ultraviolet A irradiation stimulates callagenase production in cultured human fibroblasts - J Invest Dermatol 1992;99:440-444 lxxii Koivukangas V, Kalliaìnen M, Autia- Harmainen H, Oikarinen A - UV irradiation induces the expression of gelatinases in human skin in vivo - Acta Derm Venereol 1994; 74:279-282 lxxiii Herrmann G, Wlaschek M, Bolsen K, Prenzel K, Goerz G, Scharffetter- Kochanek K - Pathogenic implication of matrix metalloproteinases (MMPs) and their counteracting inhibitor TIMP1 in the cutaneous photodamage of human porphyria cutanea tarda (PCI) - J Invest Dermatol 1996;107 :398 - 403 lxxiv Brenneisen P, Wenk J, Klotz LO, Wlaschek M, Briviba K, Krieg I, Sies H, Scharffetter- Kochanek K Central role of ferrous/ferric iron in the ultraviolet B irradiation-mediated signaling pathway leading to increased interstitial collagenase (matrix-degrading metalloprotease (MMP)1) and stromelysin1 (MMP3) mRNA levels in cultured human dermal fibroblasts- J Biol Chem 1998;273: 5279- 5287 lxxv Lahmann C, Young AR, Wittern KP, Bergemann J - Induction of mRNA for matrix metalloproteinase 1 and tissue inhibitor of metalloproteinases 1 in human skin in vivo by solar simulated radiation - Photochem Photobiol 2001 Jun;73(6):657-663 lxxvi Brenneisen P, Oh J, Wlaschek M, Wenk J, Briviba K, Hommel C, Herrmann G, Sies H, SchaiffetterKochanek K - UVB wavelength dependence for the regulation of two major matrix metalloproteinases and their inhibitor TIMP1 in human dermal fibroblasts - Photochem Photohiol 1996;64:649- 657 lxxvii Karin M - Mitogen-activated protein kinase cascades as regulators of stress responses - Ann N Y Acad Sci. 1998 Jun 30;851:139-46 lxxviii Russel M, Hoeffler P – Signal transduction and the regolation of cell growth – J Invest Dermatol, 1996;1,2 Apr:119122 lxxix Abeyama K, Eng W, Jester JV, Vink AA, Edelbaum D, Cockerell CJ, Bergstresser PR, Takashima A - A role for NF-kappaB-dependent gene transactivation in sunburn - J Clin Invest 2000 Jun;105(12):1751-9 lxxx Bond M, Baker AH, Newby AC - Nuclear factor kappaB activity is essential for matrix metalloproteinase-1 and -3 upregulation in rabbit dermal fibroblasts - Biochem Biophys Res Commun 1999 Oct 22;264(2):561-7 lxxxi Westermarck J, Seth A, Kahari VM - Differential regulation of interstitial collagenase (MMP-1) gene expression by ETS transcription factors - Oncogene 1997 Jun 5;14(22):2651-60 lxxxii Igarashi T, Abe M, Oikawa M, Nukiwa T, Sato Y - Retinoic acids repress the expression of ETS-1 in endothelial cells - Tohoku J Exp Med 2001 May;194(1):35-43 lxxxiii Chung JH, Kang S, Varani J, Lin J, Fisher GJ, Voorhees JJ - Decreased extracellular-signal-regulated kinase and increased stress-activated MAP kinase activities in aged human skin in vivo - J Invest Dermatol 2000 Aug;115(2):177-82 lxxxiv Campisi J – The role of cellular senescence in skin aging – J Invest Dermatol 1998 3 Aug:1-5 lxxxv Goyns MH, Lavery WL - Telomerase and mammalian ageing: a critical appraisal - Mech Ageing Dev 2000 Mar 13;114(2):69-77 lxxxvi Severino J, Allen RG, Balin S, Balin A, Cristofalo VJ - Is beta-galactosidase staining a marker of senescence in vitro and in vivo? - Exp Cell Res 2000 May 25;257(1):162-71 lxxxvii Blackburn EH – Structure and function of telomeres – Nature 350:569-573, 1991 Hayflick L, Moorehead PS – The serial cultivation of human diploid cell strains – Exp Cell Res 1961;25:585-621 lxxxix Allsopp RC, Harley CB - Evidence for a critical telomere length in senescent human fibroblasts - Exp Cell Res 1995 Jul;219(1):130-6 lxxxviii xc Millis AJ, Hoyle M, McCue HM, Martini H. Differential expression of metalloproteinase and tissue inhibitor of metalloproteinase genes in aged human fibroblasts. Exp Cell Res. 1992 Aug;201(2):373-9 xci West MD, Pereira-Smith OM, Smith JR- Replicative senescence of human skin fibroblasts correlate with a loss of regulation and overexpression of collagenase activity xcii Fisher GJ, Datta SC, Talwar HS, Wang ZQ, Varani J, Kang S, Voorhees JJ - Molecular basis of sun-induced premature skin ageing and retinoid antagonism. - Nature 1996 Jan 25;379(6563):335-9 xciii Fisher GJ, Wang ZQ, Datta SC, Varani J, Kang S, Voorhees JJ - Pathophysiology of premature skin aging induced by ultraviolet light.- N Engl J Med 1997 Nov 13;337(20):1419-28 xciv Wan Y, Belt A, Wang Z, Voorhees J, Fisher G - Transmodulation of epidermal growth factor receptor mediates IL1beta-induced MMP-1 expression in cultured human keratinocytes - Int J Mol Med 2001 Mar;7(3):329-34 xcv Rosette C, Karin M – Ultraviolet light and osmotic stress: activation of the JNK cascase through multiple growth factor and cytokine receptors – Science 274:1194-1197, 1996 xcvi Scharffetter- Kochanek K, Wlaschek M, Briviba K, Sies H - Singlet oxygen induces collagenase expression in human skin fibroblasts- FEBS Lett 1993;331:304-306 xcvii Klotz LO, Pellieuse C, Briviba K, Pierlot C, Aûbry JM, Sies H - Mitogen activated protein kinase (p38-, JNK-, ERK-) activation pattern induced by extracellular and intracellular singlet oxygen and UVA – Eur J Biochem 1999;260:917-922 xcviii Klotz LO, Briviba K, Sies H - Singlet oxygen mediates the activation of JNK by UVA radiation in human skin fibroblasts - FEBS Lett. 1997 May 26;408(3):289-91 xcix Klotz LO, Briviba K, Sies H - Mitogen-activated protein kinase activation by singlet oxygen and ultraviolet A Methods Enzymol 2000;319:130-143 c Wenk J, Brenneisen P, Wlaschek M, Poswig A, Briviba K, Oberley TD, Scharffetter- Kochanek K - Stable overexpression of manganese superoxide dismutase in mitochondria identifies hydrogen peroxide as a major oxidant in the AP1-mediated induction of matrix-degrading metalloproteinase 1 - J Biol Chem 1999;274(36): 25869- 25876 ci Brenneisen P, Briviba K, Wenk J, Wlaschek M, Scharffetter- Kochanek K - Hydrogen peroxide (H202) increases the steadystate mRNA levels of collagenase/MMP1 in human dermal fibroblasts - Free Radic Biol Med 1997;22:.515-524 cii Zhuang L, Wang B, Sauder DN - Molecular mechanism of ultraviolet-induced keratinocyte apoptosis - J Interferon Cytokine Res 2000 May;20(5):445-54 ciii Wan YS, Wang ZQ, Voorhees J, Fisher G - EGF receptor crosstalks with cytokine receptors leading to the activation of c-Jun kinase in response to UV irradiation in human keratinocytes - Cell Signal 2001 Feb;13(2):139-44 civ Gross S, Knebel A, Tenev T, Neininger A, Gaestel M, Herrlich P, Bohmer FD - Inactivation of protein-tyrosine phosphatases as mechanism of UV-induced signal transduction - J Biol Chem 1999 Sep 10;274(37):26378-86 cv Bender K, Blattner C, Knebel A, Iordanov M, Herrlich P, Rahmsdorf HJ - UV-induced signal transduction - J Photochem Photobiol B 1997 Jan;37(1-2):1-17 cvi Wlaschek M, Heinen G, Poswig A, Schwarz A, Krìeg I, Scharffetter- Kachanek K - UVA-induced autocrine stimulation of fibroblast-derived collagenase/MMP1 by interrelated loops of interleukin-1 and interleukin-6 Photochem Photobiol 1994;59:550-556 cvii Wlaschek M, Wenk J, Brenneisen P, Briviba K, Schwarz A, Sies H, Scharffetter- Kachanek K - Singlet oxygen is an early intermediate in cytokine-dependent ultraviolet A induction of interstitial collagenase in human dermal fibroblasts in vitro - FEBS Lett 1997;413:239-42 cviii Varani J, Fisher GJ, Kang S, Voorhees JJ - Molecular mechanisms of intrinsic skin aging and retinoid-induced repair and reversal. - J Investig Dermatol Symp Proc 1998 Aug;3(1):57-60 cix Hornebeck W, Soleilhac JM, Tixier JM, Moczar E, Robert L - Inhibition by elastase inhibitors of the formyl Met Leu Phe-induced chemotaxis of rat polymorphonuclear leukocytes - Cell Biochem Funct 1987 Apr;5(2):113-22 cx Hase T, Shinta K, Murase T, Tokimitsu I, Hattori M, Takimoto R, Tsuboi R, Ogawa H - Histological increase in inflammatory infiltrate in sun-exposed skin of female subjects: the possible involvement of matrix metalloproteinase1 produced by inflammatory infiltrate on collagen degradation. - Br J Dermatol 2000 Feb;142(2):267-73 cxi Fisher GJ, Choi HC, Bata-Csorgo Z, Shao Y, Datta S, Wang ZQ, Kang S, Voorhees JJ - Ultraviolet irradiation increases matrix metalloproteinase-8 protein in human skin in vivo - J Invest Dermatol 2001 Aug;117(2):219-26 cxii Brassart B, Fuchs P, Huet E, Alix AJ, Wallach J, Tamburro AM, Delacoux F, Haye B, Emonard H, Hornebeck W, Debelle L - Conformational dependence of collagenase (matrix metalloproteinase-1) up-regulation by elastin peptides in cultured fibroblasts - J Biol Chem 2001 Feb 16;276(7):5222-7 cxiii Gilchrest BA. Relationship between actinic damage and chronologic aging in keratinocyte cultures of human skin. J Invest Dermatol. 1979 May;72(5):219-23 cxiv Gilchrest BA. Prior chronic sun exposure decreases the lifespan of human skin fibroblasts in vitro. J Gerontol. 1980 Jul;35(4):537-41 cxv Jacobson- Kram D, Roe J L, Wihiams J R, Gange R W, Parrish J A - Decreased in vitro lifespan of fibroblasts derived from skin exposed to photochemotherapy in vivo - Lancet 1982;18:1399-1400 cxvi Herrmann G, Brenneisen P, Wlaschek M, Wenk J, Faisst K, Quel G, Hommel C, Goerz G, Ruzicka T, Krieg T, Sies H, Scharffetter-Kochanek K – Psoralen photoactivation promotes morphological and functional changes in fibroblasts in vitro reminescent of cellular senescence - J Cell Sci 1998 Mar;111 ( Pt 6):759-67 cxvii Toussaint O, Medrano EE, von Zglinicki T - Cellular and molecular mechanisms of stress-induced premature senescence (SIPS) of human diploid fibroblasts and melanocytes - Exp Gerontol 2000 Oct;35(8):927-45 cxviii Brenneisen P, Wenk J, Wlaschek M, Krieg T, Scharffetter-Kochanek K - Activation of p70 ribosomal protein S6 kinase is an essential step in the DNA damage-dependent signaling pathway responsible for the ultraviolet B-mediated increase in interstitial collagenase (MMP-1) and stromelysin-1 (MMP-3) protein levels in human dermal fibroblasts. J Biol Chem 2000 Feb 11;275(6):4336-44 cxix Godeau G, Hornebeck W - Morphometric analysis of the degradation of human skin elastic fibres by human leukocyte elastase (EC 3-4-21-37) and human skin fibroblast elastase (EC 3-4-24) - Pathol Biol (Paris) 1988 Nov;36(9):1133-8 cxx Glinski W, Kuligowski M, Pierozynska-Dubowska M, Glinska-Ferenz M, Jablonska S - Ultrastructural changes of the skin induced by human leukocyte elastase and cathepsin G - Acta Derm Venereol 1991;71(4):277-82 cxxi Ashworth JL, Murphy M, Rock MJ, Sherratt MJ, Shapiro SD, Shuttleworth CA, Kielty CM - Fibrillin degradation by matrix metalloproteinases: implications for connective tissue remodelling - Biochem J, 1999;340: 171-181 cxxii Hindson VJ, Ashworth JL, Rock MJ, Cunliffe S, Shuttleworth CA, Kielty CM - Fibrillin degradation by matrix metalloproteinases: identification of amino- and carboxy-terminal cleavage sites - FEBS Lett. 1999 Jun 11;452(3):195-8 cxxiii Srendroi M, Meimon G, Bakala H, Frances C, Robert L, Godeau G, Hornebeck W – On the presence of metalloprotease in human skin fibroblasts that degrades the human skin elastic fiber system – J Invest Dermatol 1984;83:224-229 cxxiv Tsuji N, Moriwaki S, Suzuki Y, Takema Y, Imogawa G -The role of elastases secreted by fibroblasts in wrinkle formation: implication through selective inhibition of elastase activity - Photochem Photobiol. 2001 Aug;74(2):283-90 cxxv Jenkins G - Molecular mechanisms of skin ageing - Mech Ageing Devel 2002;123:801-810 cxxvi Varani J, Spearman D, Perone P, Fligiel SE, Datta SC, Wang ZQ, Shao Y, Kang S, Fisher GJ, Voorhees JJ Inhibition of type I procollagen synthesis by damaged collagen in photoaged skin and by collagenase-degraded collagen in vitro - Am J Pathol 2001 Mar;158(3):931-42 cxxvii Varani J, Perone P, Fligiel SEG, Fisher GJ, Voorhees JJ - Inhibition of Type I Procollagen Production in Photodamage: Correlation Between Presence of High Molecular Weight Collagen Fragments and Reduced Procollagen Synthesis - J Invest Dermatol 2002;119(1):122-129 cxxviii Fisher GJ, Datta S, Wang Z, Li XY, Quan T, Chung JH, Kang S, Voorhees JJ - c-Jun-dependent inhibition of cutaneous procollagen transcription following ultraviolet irradiation is reversed by all-trans retinoic acid - J Clin Invest 2000 Sep;106(5):663-70 cxxix Verrecchia F, Tacheau C, Schorpp-Kistner M, Angel P, Mauviel A - Induction of the AP-1 members c-Jun and JunB by TGF-beta/Smad suppresses early Smad-driven gene activation - Oncogene 2001 Apr 26;20(18):2205-11 cxxx Quan T, He T, Voorhees JJ, Fisher GJ - Ultraviolet irradiation blocks cellular responses to transforming growth factor-beta by down-regulating its type-II receptor and inducing Smad7 - J Biol Chem 2001 Jul 13;276(28):26349-56 cxxxi Kessler D, Dethlefsen S, Haase I, Plomann M, Hirche F, Krieg T, Eckes B - Fibroblasts in mechanically stressed collagen lattices assume a "synthetic" phenotype - J Biol Chem 2001 Sep 28;276(39):36575-85 cxxxii Grinnell F, Zhu M, Carlson MA, Abrams JM - Release of mechanical tension triggers apoptosis of human fibroblasts in a model of regressing granulation tissue - Exp Cell Res 1999 May 1;248(2):608-19 cxxxiii Regauer S, Seiler GR, Barrandon Y, Easley KW, Compton CC - Epithelial origin of cutaneous anchoring fibrils - J Cell Biol 1990 Nov;111(5 Pt 1):2109-15 cxxxiv Craven NM, Watson RE, Jones CPJ, Shuttleworth CA, Kielty CM, Griffiths CE – Clinical features of photodamaged human skin are associated with a reduction in collagen VII – Br J Dermatol 1997;173:344-350 cxxxv Kang S, Fisher GJ, Voorhees JJ - Photoaging and topical tretinoin: therapy, pathogenesis, and prevention.- Arch Dermatol 1997 Oct;133(10):1280-4 cxxxvi Fisher GJ, Talwar HS, Lin J, Lin P, McPhillips F, Wang Z, Li X, Wan Y, Kang S, Voorhees JJ - Retinoic acid inhibits induction of c-Jun protein by ultraviolet radiation that occurs subsequent to activation of mitogen-activated protein kinase pathways in human skin in vivo. - J Clin Invest 1998 Mar 15;101(6):1432-40 cxxxvii Varani J, Warner RL, Gharaee-Kermani M, Phan SH, Kang S, Chung J, Wang Z, Datta SC, Fisher GJ, Voorhees JJ – Vitamin A antagonizes decreased cell growth and elevated collagen-degrading matrix mettalloproteinases and stimulates collagen accumulation in naturally aged human skin – J Invest Dermatol 2000;114;480-486 cxxxviii Rothenberg ML, Nelson AR, Hande KR - New drugs on the horizon: matrix metalloproteinase inhibitors - Stem Cells 1999;17(4):237-40 cxxxix Belotti D, Paganoni P, Giavazzi R - MMP inhibitors: experimental and clinical studies - Int J Biol Markers 1999 Oct-Dec;14(4):232-8 cxl Barracchini A, Franceschini N, Di Giulio A, Amicosante G, Oratore A, Minisola G, Pantaleoni GC - Metalloproteinase inhibition: therapeutic application in rheumatic diseases - Clin Ter 1999 Jul-Aug;150(4):295-9 cxli Heath EI, Grochow LB - Clinical potential of matrix metalloprotease inhibitors in cancer therapy - Drugs 2000 May;59(5):1043-55 cxlii Tsukahara K , Takema Y, Moriwaki S, Tsuji N , Suzuki Y, Fujimura T, Imokawa G - Selective inhibition of skin fibroblast elastase elicits a concentration-dependent prevention of ultraviolet B-induced wrinkle formation - J Invest Dermatol 2001;117 (3), 671-677