QUANDO LA CUTE INVECCHIA Con l'avanzare degli anni, la cute si trasforma visibilmente. Principali
responsabili sono due ordini di fattori: quelli genetici o biologici e quelli
ambientali.
Parafrasando il proverbio "gli occhi sono lo specchio dell'anima", potremmo affermare che la pelle
è lo specchio della salute e della bellezza, ma anche del tempo che passa. La cute, infatti, è
l'organo del nostro corpo che più di ogni altro si trasforma visibilmente con il passare degli anni.
Responsabili di questa trasformazione sono fondamentalmente due ordini di fattori: quelli genetici
o biologici e quelli ambientali.
Fattori genetici
I fattori genetici che determinano l'invecchiamento, al contrario di quelli ambientali, sono costanti
per tutta la vita. Essi rappresentano una sorta di "orologio biologico" che scandisce il tempo
dell'invecchiamento e governa la vita delle cellule del corpo umano. Mentre gli organismi
unicellulari, con la loro divisione, realizzano una specie di immortalità, gli organismi pluricellulari
invecchiano e muoiono. Questa è una conseguenza del fatto che, con l'aumentare della
specializzazione, la capacità delle cellule a riprodursi diminuisce sino a scomparire, come nel caso
dei sistema nervoso. Ogni tipo di cellula ha un proprio grado di rinnovamento: i globuli rossi, ad
esempio, hanno un ciclo vitale di circa due mesi e i globuli bianchi di due o tre settimane.
L'epidermide si rigenera continuamente, ma questo processo non può continuare all'infinito, anche
se la pelle invecchiata viene trapiantata a una serie di pazienti più giovani. In conclusione, la pelle
può essere mantenuta in vita più a lungo di quanto non sia possibile in condizioni normali. Può
essere anche sottoposta a costanti trattamenti cosmetici, efficaci e qualitativamente superiori; ma,
nonostante ciò, prima o poi si verifica un processo di invecchiamento connesso con i fattori
genetici, che si identifica con la capacità moltiplicativa che ogni gruppo di cellule presenta nel
nostro organismo, comprese quelle epidermiche. L'invecchiamento cutaneo di origine genetica
comincia in modo lento dopo i 25 anni, con grande variabilità soggettiva, e si manifesta
visibilmente dai 40 anni in poi.
Invecchiamento dell'epidermide
L'invecchiamento l'epidermide è un fenomeno che va messo in stretta relazione con
l'invecchiamento del derma.
Tuttavia, è possibile fare speciali considerazioni nei riguardi dell'epidermide. Sappiamo che le
cellule epidermiche dello strato basale, i cheratinociti, giungono alla superficie della cute
attraverso una naturale progressione e che durante questo processo passano da uno stadio
maturo e funzionale a uno di cellule cheratinizzate, ormai prive di vita. Tuttavia, con l'avanzare
dell'età a questa successione fisiologica si aggiunge il processo d'invecchiamento. Infatti,
l'epidermide va incontro a un generale assottigliamento e a una perdita di plasticità dovuti alla
diminuzione dei grado di proliferazione delle cellule epidermiche e del loro successivo processo di
cheratinizzazione. In pratica, le cellule dello strato basale cominciano a riprodursi in misura
minore; diminuisce il numero delle mitosi. Ciò comporta un minor afflusso di cellule vitali sia nello
strato malpighiano che in quello granuloso sovrastante. In concomitanza, una maggior quantità di
cellule morte (i corneociti) tende ad accumularsi nello strato corneo, di conseguenza si assiste, da
un lato, all'assottigliamento dell'epidermide e, dall'altro, all'ispessimento dello strato corneo che
determinano l'accentuazione dei solchi superficiali e l'alterazione dei microrilievo cutaneo. Piccole
increspature, le rughe superficiali, si formano soprattutto intorno agli occhi e ai margini della
bocca.
L'invecchiamento altera anche la composizione e le capacità di ricambio dei mantello idrolipidico
disposto come un film sulla superficie dello strato corneo. Infatti, sia per la riduzione dei processo
di cheratinizzazione sia per la diminuita produzione di sebo, il film risulta carente di NMF (Fattore
di Idratazione Naturale) e dei lipidi di natura ceramidica. La somma di questi eventi compromette
la funzione barriera dello strato corneo che, non essendo più in grado di trattenere l'adeguata
quantità d'acqua ( 10-14% ), subisce un processo di disidratazione dovuto all'aumento della
perdita transepidermica di acqua. A ciò fanno seguito secchezza e aumentata desquamazione
della cute, che manifesta maggiore permeabilità e suscettibilità ai fenomeni irritativi (sensazioni di
tensione e prurito) e una maggiore predisposizione alle sensibilizzazioni.
Con il passare degli anni, anche i melanociti, cellule dendritiche (di forma stellare) disposte nello
strato basale dell'epidermide e deputate alla pigmentazione della cute, possono mostrare
anomalie funzionali circoscritte. Infatti, compaiono macchioline color caffelatte sul viso e sul tronco
e, soprattutto nelle donne, sul decolleté e sul dorso delle mani. Si tratta di lentiggini o di aree di
maggior pigmentazione, piccole e piatte. Su gambe e braccia si formano anche piccole aree
bianche depigmentate dovute a un'alterazione della formazione di melanina.
Invecchiamento del derma
Mentre le cellule epidermiche mostrano due tipi diversi di invecchiamento, il primo dovuto alla
maturazione e alla morte delle cellule stesse, il secondo all'epidermide come tessuto
pluristratificato in continuo rinnovamento, il derma con l'età subisce cambiamenti riguardanti il
numero delle cellule e la composizione dei tessuto connettivo. I principali costituenti cellulari veri e
propri artefici del derma, sono i fibroblasti: cellule che elaborano il tessuto connettivo del nostro
corpo. A loro si deve la biosintesi di elastina e di collagene, due fibroproteine e della sostanza
fondamentale, costituita essenzialmente da glicosaminoglicani (GAG), complessi macromolecolari
amorfi, di natura polisaccaridica, fortemente polimerizzati e capaci di legare grandi quantità
d'acqua sotto forma di gel che permea il tessuto connettivo dermico. Dall'assetto di questi
componenti dipendono il turgore, la levigatezza, l'elasticità, la compattezza, la flessibilità, la
resistenza e le capacità di sostegno della nostra cute.
INVECCHIAMENTO DEI FIBROBLASTI
L'invecchiamento dei fibroblasti comporta una loro netta diminuzione nell'età media, nella
vecchiaia il fenomeno è meno accentuato. Con il tempo i fibroblasti non mutano solo in quantità,
ma variano anche la qualità dei costituenti dermici sintetizzati.
Mentre in coltura i fibroblasti producono acido ialuronico o collagene a seconda della condizione,
in "vivo" un determinato ceppo di fibroblasti inizia a produrre acido ialuronico e poi muta
bruscamente producendo collagene e condroitinsolfato. Successivamente, con il progressivo
invecchiamento dei ceppo di fibroblasti anche la produzione di collagene si riduce e alla fine
cessa. Terminata la loro attività di biosintesi, ormai "esauriti" essi restano imprigionati nel tessuto
dermico e prendono il nome di fibrociti. Con l'aumento dell'età e il calo della popolazione dei
fibroblasti la quantità di elastina presente nel derma diminuisce e la cute perde elasticità.
Le mutate capacità di sintesi che i fibroblasti manifestano con il passare del tempo influenzano in
modo determinante anche l'assetto della sostanza fondamentale, in cui si verifica una diminuzione
sensibile dell'acido ialuronico associata all'aumento di altri glicosaminoglicani (GAG) solforati. Ciò
dipende anche dal fatto che l'acido ialuronico risulta più attaccabile dagli enzimi idrolitici
(jaluronidasi) che lo inattivano più di quanto non avviene per gli altri glicosaminoglicani. L'acido
ialuronico, tra i GAG è quello dotato della maggiore capacità di trattenere acqua ( 1 grammo arriva
a legare 500 ml di acqua). La sua diminuzione determina un impoverimento di acqua della
sostanza fondamentale e modifica le proprietà visco-elastiche del gel che permea il tessuto
connettivo. Il derma diminuisce di volume e di spessore, perde tonicità e la pelle comincia ad
accusare segni di cedimento. La diminuzione dell'acido ialuronico e il modificato assetto della
sostanza fondamentale, conseguenti l'invecchiamento, riducono l'efficacia degli scambi nutritivi a
livello della microcircolazione periferica. Le anse papillari dei derma superficiale tendono ad
appiattirsi; la superficie di contatto e la coesione tra epidermide e derma diminuiscono,
provocando un aumento della fragilità cutanea. L'appiattimento della giunzione dermo-epidermica
rende ancor più evidenti i microrilievi e i solchi cutanei superficiali; la pelle diventa più rugosa.
La diminuzione dell'acido ialuronico comporta anche una minore efficacia dei processi riparativi
propri della cute. Infatti, mentre in un uomo di 40 anni una ferita di 40 cm2 richiede 75-80 giorni
per cicatrizzare, in un giovane di 20 anni ne impiega solo 40.
INVECCHIAMENTO DEL COLLAGENE
L'invecchiamento dei collagene cutaneo é interessante in quanto la sua analisi ha dato luogo
all'elaborazione di una teoria sull’invecchiamento dell'organismo, legata al fatto che gli stessi
cambiamenti avvengono nel tessuto connettivo di tutto il corpo. Secondo questa teoria, con
l'aumentare dell'età il grado di "turnover" del collagene diminuisce, contemporaneamente cresce la
struttura reticolare più profonda, caratterizzata da un'accresciuta aggregazione delle fibre di
collagene in fasci più consistenti e più rigidi, mentre la componente elastinica risulta più rarefatta e
dotata di minori capacità elastiche.
Il collagene giovane e solubile, con il passare del tempo, viene sostituito da collagene vecchio e
insolubile. L'entità di questa trasformazione è correlata alla progressiva diminuzione dell'acido
ialuronico presente nella sostanza fondamentale, la cui diminuita viscosità non è più in grado di
assicurare il corretto ruolo di sostegno e di coesione al sistema fibrillare del derma. La somma di
questi eventi che, coinvolgendo i costituenti del derma, ne caratterizzano l'invecchiamento
biologico, si manifesta a livello cutaneo con: elasticità ridotta, turgore e tono diminuiti,
avvizzimenti, rilassamenti, segni di cedimento, rughe e colorito pallido. Tra i fattori genetici un
ruolo importante è rivestito dagli ormoni che, soprattutto nella donna in menopausa, comportando
la riduzione quasi completa degli estrogeni e l’aumento del circolo degli androgeni, costituiscono
un fattore di accelerazione degli eventi che caratterizzano l'invecchiamento cutaneo. Il derma è
attraversato da numerosi elementi di natura vascolare e nervosa, e costituisce il terreno di
impianto delle ghiandole sudoripare e degli apparati pilo-sebacei. Anche queste strutture vengono
coinvolte dai processi dell’invecchiamento. Le alterazioni delle terminazioni nervose cutanee
possono provocare una perdita di sensibilità agli stimoli del dolore e del calore e un aumento nella
percezione degli stimoli che creano sensazioni di prurito. La microcircolazione sanguigna nella
cute diminuisce perché i vasi sanguigni tendono a diventare più piccoli e a livello periferico molti
capillari non sono più evidenti. Aumentano anche la fragilità vasale e il tempo di coagulazione che
si manifestano con la comparsa di ecchimosi conseguenti a urti anche di lieve entità, specialmente
sul dorso del mani e sulle gambe. Per effetto dei cambiamenti ormonali con l'età, i peli sul viso,
nelle orecchie e nel naso possono diventare più grossi e ricci; mentre i capelli diventano radi, grigi
e sottili a causa della perdita di funzionalità dei follicolo capillifero che subisce un progressivo
processo di miniaturizzazione.
Anche le ghiandole sebacee diminuiscono la loro funzionalità producendo meno sebo;
diminuiscono le ghiandole sudoripare di tipo eccrino causando una minor produzione di sudore.
Minor quantità di sebo e di sudore alterano, nelle persone anziane, il corretto assetto del film
idrolipidico diminuendo l'effetto barriera dello strato corneo.
Fattori ambientali
I fattori ambientali esercitano una notevole influenza sull'invecchiamento della cute, in particolare
le radiazioni solari e l'esposizione a condizioni climatiche avverse ( caldo, freddo, vento). Infatti,
l'energia luminosa, la stessa che dà impulso alla vita, può arrecare gravi danni alle cellule
cutanee sino a provocare la formazione di tumori. Autorevoli studi dermatologici hanno dimostrato
che l'80% delle modificazioni causate dall'invecchiamento della cute sono dovute ai raggi
ultravioletti (UVB e UVA) emessi dal sole. Le radiazioni UVA, in particolare, penetrano in
profondità nel derma, dove scaricano la loro energia provocando lesioni degenerative del
collagene e dell'elastina ( collagenosi ed elastosi ). La pelle perde elasticità, si accentuano le
rughe a solchi profondi, caratterizzati dalla rottura delle fibre di collagene e di elastina che si
arricciano ripiegandosi su se stesse. Le radiazioni solari aumentano, inoltre, la disidratazione e la
secchezza della cute. I melanociti, disposti nello strato basale dell'epidermide e deputati alla
formazione del pigmento, reagiscono in modo non omogeneo alla stimolazione, alcuni producono
troppa melanina e ciò concorre alla formazione delle macchie iperpigmentate (senili). I raggi
ultravioletti, poi, sono una delle principali cause di formazione di "radicali liberi" (RL) nella cute;
con il termine RL si definisce “ qualunque specie chimica capace di esistenza indipendente che
contiene uno o più elettroni (e-) spaiati nell'orbitale (atomico e/o molecolare) più esterno". Per
rispettare il loro assetto elettronico, gli RL tendono a carpire gli elettroni mancanti alle strutture
molecolari dei componenti tissutali e cellulari della cute. Questo processo di tipo ossidativo
determina la lipoperossidazione delle membrane cellulari con formazione di composti citotossici, la
denaturazione ossidativa della sostanza fondamentale e di altri costituenti del derma e
dell'epidermide.
E’ quindi indiscutibile che i raggi solari svolgano un ruolo determinante nell'accelerare i processi
di invecchiamento cutaneo. Il danno dei raggi ultravioletti emessi dal sole, e ancor più dalle
lampade UV, tende ad accumularsi man mano che aumenta il tempo di esposizione. Quindi di
anno in anno il danno aumenta senza diminuire, o almeno diminuisce in minima parte nei periodi
in cui la pelle non è esposta al sole. La somma di questi danni si concretizza nel fenomeno di
photo-aging o fotoinvecchiamento, un processo che si sovrappone al normale processo di
invecchiamento biologico e si rende evidente con i i segni tipici che lo caratterizzano.
Di qui, la necessità di proteggere la cute dalle aggressioni provenienti dall'ambiente, e di
instaurare i trattamenti cosmetici e dermofunzionali più efficaci per allontanare il manifestarsi dei
segni dei l'invecchiamento.
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