Lezione n. 4 Particelle, interazioni fondamentali, Fisica del Nucleo Corso di Fisica per la Bioingegneria Scaricabile al sito: http://www2.de.unifi.it/Fisica/Bruzzi/fss.html 1 Thomson (1897): Discovers electron 1x10 −10 m 1x10 −15 m 0.7 x10 −15 m ≤ 0.7 x10 −18 m scoperta delle particelle elementari Ancient times People think that earth, air, fire, and water are the fundamental elements. 1802 Dalton’s Atomic theory began forming. 1897 J. J. Thompson discovered the electron. 1911 Rutherford discovered positive nucleus. 1930 Pauli invented the neutrino particle. 1932 James Chadwick discovered the neutron. 1937 The muon was discovered by J. C. Street and E. C. Stevenson. 1956 First discovery of the neutrino by an experiment: the electron neutrino. 1962 Discovery of an other type of neutrino: the muon neutrino. 1969 Friedman, Kendall, and Taylor found the first evidence of quarks. 1974 The charmed quark was observed. 1976 The tau lepton was discovered at SPEAR. 1977 Experimenters found proof of the bottom quark. 1983 Carlo Rubbia and Simon Van der Meer discovered the W and Z bosons. 1991 LEP experiments show that there are only three light neutrinos. 1995 The top quark was found at Fermilab. 1998 Neutrino oscillations may have been seen in LSND and Super-Kamiokande. 2000 The tau neutrino was observed at Fermilab. 2003 A Five-Quark State has been discovered. Particelle sub-atomiche Grandezze fisiche maggiormente utilizzate per classificare le particelle: massa; carica elettrica; spin. Bosoni: non obbediscono al principio di esclusione di Pauli; Leptoni : particelle leggere ; Mesoni : particelle con massa a riposo intermedia; Barioni : particelle pesanti. Σ 0 Κ − ∆ ∆ π − − ο ∆ ο Ω + π + Κ Λ π + ∆ ++ − p 0 Κ What a jungle! + Particelle ed antiparticelle Per ciascuna particella si ha una corrispondente antiparticella* con stessa massa e spin ma opposte proprietà elettromagnetiche ( e.g. carica, momento magnetico..). L’esistenza delle antiparticelle è prevista dalle leggi della relatività e della meccanica quantistica: Dirac fu il primo a indicarne teoricamente l’esistenza. La prima antiparticella scoperta sperimentalmente è stata il positrone (1933, dal fisico Carl Anderson che analizzo’ i raggi cosmici in una camera a nebbia). Gli antiprotoni sono stati osservati per la prima volta nel 1955. Il neutrino ha spin che punta nel verso opposto a quella del suo momento lineare (elicità = -1), mentre l’antineutrino ha momento e spin hanno stesso verso (elicità = +1). *fotone, gravitone, p0 e h0 corrispondono con le proprie antiparticelle Il Modello Standard I fisici hanno elaborato una teoria, chiamata Modello Standard, che vuole descrivere sia la materia che le forze dell'Universo, sulla base di poche particelle ed interazioni fondamentali. Le idee chiave sono: - Esistono delle particelle che sono “costituenti fondamentali” della materia. Il Modello Standard sostiene che le particelle fondamentali si dividono in 2 gruppi principali - i quark e i leptoni - e ogni gruppo è costituito di 6 elementi (detti anche sapori ). -Esistono delle particelle che sono “mediatrici di forza”: sono chiamate bosoni intermedi o quanti del campo di interazione. Le interazioni tra le particelle fondamentali di materia avvengono tramite lo scambio di particelle mediatrici di forza, esse trasportano l'energia dell'interazione, venendo emesse e riassorbite dalle particelle interagenti. Particelle fondamentali I termine fondamentale è usato per le particelle che non manifestano strutture interne. Sono: sei tipi di quark, sei leptoni, le loro antiparticelle, i mediatori di forza (gluoni, fotoni, W+- , Z), il bosone di Higgs. http://www.youtube.com/watch?v=V0KjXsGRvoA James Joyce Murray Gell-Mann I Quarks I quark sono fermioni; sono soggetti alle interazioni forti. Non vengono mai osservati isolatamente ma solo in triplette (barioni, e.g. protoni e neutroni) e coppie (mesoni). Barioni e mesoni cosituiscono la classe di particelle dette adroni. Caratteristiche dei sei quarks: up (u) q = +2/3 e; m ≈ 1/235 mprotone down (d) q = -1/3e; m ≈ 1/135 mprotone charm (c) q = +2/3e; m ≈ 1.6mprotone strange (s) q= -1/3e; m ≈ 1/6mprotone beauty o bottom (b) q = -1/3°; m ≈ 5.2mprotone. top (t) q = +2/3 e; m ≈ 170mprotone p n I Leptoni I leptoni sono fermione, NON soggetti ad interazioni forti. I leptoni elettricamente carichi (q = -e) sono l'elettrone (e), il muone (µ), il tau (τ)*. I leptoni elettricamente neutri sono il neutrino-elettrone (νe), il neutrino-muone (νµ), il neutrino-tau (ντ) e i corrispondenti antineutrini. Esprimendo le masse in rapporto a quella del protone, l'elettrone risulta 1836 volte più leggero, il muone 9 volte più leggero mentre il tauone è quasi 2 volte più pesante. *e le loro antiparticelle Quarks: Alcune regole Gli stati legati dei quarks devono essere neutri in colore. Solo due tipi di raggruppamenti sono possibili : -3 quarks (o 3 anti-quarks) -> Barioni - la coppia quark-antiquark -> Mesoni di conseguenza gli stati legati possono avere solo carica pari ad un multiplo intero di carica elettronica (0, ±1, ±2). Esempio protone u +⅔ Il protone ha carica +1, è un barione (3 quarks)la sua struttura è uud: (⅔ + ⅔ - ⅓ = 1). u (Il quark up ha carica +⅔ il quark down -⅓) I quarks nel protone hanno un colore diverso in modo da formare la terna rgb, in modo da essere neutro per colore. Questo vale anche per l’antiprotone, ma si deve tener conto che gli anti-quarks hanno anticolori, avremo anti-rosso, anti-verde ed anti-blu. +⅔ d -⅓ La materia stabile Today’s building blocks Leptons Quarks (do not feel strong force) (feel strong force) electron e-neutrino eνe -1 up 0 down u d proton = u u d +2/3 +2/3 -1/3 = +1 +2/3 -1/3 neutron = u d d +2/3 -1/3 -1/3 = 0 In termini del Modello Standard le particelle fondamentali costituenti della materia sono i quark up e down (costituenti del protone e del neutrone) l’elettrone e il neutrino elettronico. Queste particelle sono i mattoni fondamentali della materia stabile presente nell'universo; sono dette particelle della prima famiglia o generazione. Tutte le altre particelle sono instabili e si trasformano velocemente nelle particelle stabili della prima generazione. Interazioni fondamentali In natura esistono quattro interazioni fondamentali, che sono alla base degli scambi di energia tra le particelle e che sono responsabili della struttura dell'Universo. Ogni forza tra due corpi è dovuta ad una di queste interazioni. Le interazioni fondamentali conosciute sono: forte, elettromagnetica, debole e gravitazionale. Per descrivere un'interazione è importante definire due quantità: -il raggio d'azione: la distanza massima alla quale l'interazione è influente; -l'intensità: fornisce una misura dei rapporti di forza tra le interazioni di diversa natura. Electromagnetic Weak Strong atoms molecules optics electronics telecom. beta decay solar fusion particles inverse square law short range short range ± nuclei Gravity falling objects planet orbits stars galaxies inverse square law L'interazione elettromagnetica Responsabile della struttura atomica e molecolare della materia. Al livello microscopico l'interazione elettromagnetica si manifesta tra tutte le particelle dotate di carica elettrica diversa da zero ed ha come mediatore dell'interazione il fotone. raggio d'azione dell'interazione elettromagnetica è infinito (Poiché hanno massa nulla, i fotoni una volta prodotti possono propagarsi su distanze enormi). Intensità dell'interazione elettromagnetica: diminuisce tanto più le particelle interagenti si allontanano tra di loro. L'interazione forte Importante alla scala del nucleo atomico. I quark che costituiscono i protoni e i neutroni del nucleo sono tenuti uniti dallo scambio delle particelle mediatrici della forza forte: chiamate gluoni perché incollano i quark l'uno all'altro. L’interazione forte avviene solo tra particelle composte di quark. Ciò è dovuto al fatto che i quarks trasportano un nuovo tipo di carica, la carica di colore, così chiamata perché le regole per combinare i quark in barioni (tre quark) e/o in mesoni (due quark) ricordano le regole per ottenere la luce bianca dai colori primari. Raggio d'azione dell'interazione forte estremamente piccolo, sufficiente per garantire l'integrità dei nuclei atomici, circa 1 fm L'interazione debole La forza debole è quella che si discosta di più dalla nozione di forza della nostra esperienza quotidiana. L'interazione debole non contribuisce tanto alla coesione della materia quanto alla sua trasformazione. Come esempio consideriamo una particolare manifestazione delle interazioni deboli, il decadimento beta: n → p + e +ν e neutrone (due quark down e un quark up ) un quark down emette il mediatore del campo associato all’interazione debole, il bosone intermedio W , trasformandosi in un quark up nello stato finale l'elettrone e l'antineutrino si allontanano dal protone. il bosone W decade in un elettrone e un anti-neutrino . il neutrone iniziale è ora diventato un protone (due quark up e uno down) Particelle mediatrici delle interazioni deboli: bosoni W+ , W- , Z0. Raggio d'azione: estremamente piccolo, cosicché è improbabile che due particelle si trovino abbastanza vicine da sentire l'una la forza dell'altra. E’ così piccolo perché i bosoni W e Z che la mediano sono molto pesanti (il bosone W è 85 volte la massa del protone, mentre il bosone Z è 97 volte la massa del protone), così pesanti che è difficile per due particelle scambiarseli! Intensità relativa estremamente piccola, tanto piccola che i processi di decadimento sono in generale eventi molto rari. Le interazioni deboli ed elettromagnetiche sono state descritte in un unica teoria delle interazioni elettrodeboli, ad opera di S. Glashow, A. Salam e S. Weinberg. GLASHOW, SALAM and WEINBERG premio Nobel nel 1979 - Scoperta delle particelle W e Z : RUBBIA e VAN DER MEER, premio Nobel nel 1984. L'interazione gravitazionale La più debole delle quattro forze, ma è quella a noi più familiare nella vita quoditiana e fu la prima a essere studiata scientificamente. Non esiste per la gravità una cancellazione come quella fra le cariche elettriche positive e negative in un atomo. Quindi anche se molto minore di intensità delle altre forze, a livello macroscopico la gravità, proprio per la sua addittività, produce effetti molto grandi. Raggio d'azione: infinito, come quello dell'elettromagnetismo, e come accade per l'interazione elettromagnetica, Intensità dell'interazione: diminuisce all'aumentare della distanza tra i corpi interagenti. La teoria del Modello Standard non è ancora in grado di spiegare l’interazione gravitazionale e di inserirla in modo soddisfacente in un quadro completo delle quattro interazioni fondamentali. Inoltre il mediatore della gravità, per il quale si fa l'ipotesi che si tratti di una particella di massa nulla (il gravitone), non è stato ancora sperimentalmente osservato. Intensità relativa delle quattro forze fondamentali Ponendo: Intensità della forza forte = 1, l'intensità, molto arrotondata, della forza elettromagnetica, è di circa 10-2, l'intensità della forza debole è di 10-13 , mentre l’intensità della gravità è 1038 volte minore dell’interazione elettromagnetica. Inoltre: La forza debole e la forza forte hanno entrambe un raggio d'azione molto limitato, operando a una scala assai minore delle dimensioni di un atomo, mentre la forza elettromagnetica e quella gravitazionale hanno un raggio d'azione infinito. - - Il gravitone (interazione gravitazionale) agisce su tutte le particelle; Il gluone (interazione forte) agisce su i tutti i quark; Il fotone (interazione elettromagnetica) agisce su tutte le particelle dotate di carica elettrica, quindi su tutti i quark e su elettrone, muone e tau; I bosoni intermedi Z0, W+ e W- (interazione debole), agiscono su tutte le particelle. Il Bosone di Higgs Il Modello Standard è una buona teoria. Gli esperimenti l'hanno verificato con una incredibile precisione, e quasi tutte le sue previsioni si sono rivelate corrette. Ma il Modello Standard non spiega tutto, come ad esempio la forza gravitazionale. Le interazioni fondamentali spiegano tutti i processi fisici osservati, ma non spiegano le masse di particelle. La teoria del Modello Standard prevede sia presente un'altra interazione fondamentale responsabile delle masse delle particelle fondamentali. La soluzione proposta si basa sul lavoro teorico svolto indipendentemente, negli anni ’60, da Peter Higgs , da François Englert con Robert Brout e da Gerald Guralnik con C. R. Hagen e Tom Kibble . Il meccanismo risultante (che viene indicato con il nome del solo Higgs), si basa sull’idea di rottura spontanea di simmetria. La rottura spontanea di simmetria Il concetto di rottura di simmetria può essere compreso con un’analogia. Prendiamo una sottile barra cilindrica di metallo, e poggiamola in verticale su una superficie dura. Se ruotiamo la barra intorno al suo asse verticale, non notiamo nessun cambiamento: il sistema è perfettamente simmetrico rispetto a queste rotazioni. Se applichiamo una pressione abbastanza grande dall’alto verso il basso sull’estremità superiore della barra essa si incurverà. Non possiamo prevedere verso quale delle infinite direzioni possibili si creerà la gobba. Quello che sappiamo, però, è che questa nuova configurazione del sistema non è più simmetrica rispetto alle rotazioni intorno all’asse verticale. La simmetria iniziale si è rotta. La rottura spontanea di simmetria si presenta molte volte in natura, in contesti diversi, ma il meccanismo è simile a quello dell’esempio precedente. Dapprima un sistema fisico si trova in uno stato ad alta simmetria, ma, quando qualche parametro esterno al sistema viene alterato (ad esempio la temperatura), il sistema passa improvvisamente in un nuovo stato dove la simmetria iniziale si è rotta. Separazione delle forze fondamentali, allo scorrere del tempo, secondo il meccanismo della rottura spontanea di simmetria Alle altissime temperature presenti nell’Universo dopo il Big Bang l’interazione elettromagnetica e quella nucleare debole erano unificate: al diminuire dell’energia, nel corso della successiva espansione dell’universo la simmetria si è rotta spontaneamente e le due interazioni si sono separate. La modifica al modello elettrodebole basata sul meccanismo di Higgs, prevede l’introduzione di un nuovo campo di forze che pervade tutto lo spazio: il campo di Higgs, a cui è associata una nuova particella, il bosone di Higgs. Ad alte energie (come quelle presenti nell’Universo primordiale) il campo di Higgs è simmetrico, l’interazione elettromagnetica e quella debole sono unificate, e tanto i bosoni W e Z che il fotone sono privi di massa. A basse energie (come quelle dell’Universo attuale) non soltanto l’interazione elettromagnetica e l’interazione debole appaiono distinte, ma si altera anche la simmetria del campo di Higgs: ed è così, attraverso l’interazione con il campo di Higgs non più simmetrico, che i bosoni W e Z acquistano una massa, mentre il fotone ne resta privo. Le diverse masse delle particelle si spiegano con la differente intensità della loro interazione con il campo di Higgs. L'acquisizione della massa, secondo le modalità ipotizzate, sarebbe avvenuta in una fase precocissima della evoluzione del nostro universo. Un’analogia usata per rappresentare la diversa interazione delle particelle elementari con il campo di Higgs è quella di immaginare corpi di diversa grandezza e velocità che attraversano un fluido molto viscoso: il fluido aderisce in modo diverso ai corpi, rallentandole in misura maggiore o minore. http://www.youtube.com/watch?v=V0KjXsGRvoA Il Large Hadron Collider del CERN L’introduzione del meccanismo di Higgs nel modello elettrodebole ha avuto molto successo nello spiegare le proprietà delle particelle osservate nel mondo reale. Fino a poco tempo fa mancava però la prova definitiva della sua validità, ovvero l’osservazione diretta del bosone di Higgs. Secondo la teoria, il bosone di Higgs deve essere privo di carica elettrica e di spin. L’osservazione diretta del bosone di Higgs è resa difficile dalla grande energia richiesta per la sua produzione e dal fatto che esso non esiste stabilmente per lunghi intervalli di tempo dal momento della sua creazione. Nel dicembre 2011 gli esperimenti ATLAS e CMS , in presa dati all’acceleratore Large Hadron Collider al CERN, hanno indipendentemente presentato possibili tracce della presenza di un bosone di Higgs. Nel luglio 2012, dopo aver raccolto ulteriori dati provenienti dall’acceleratore, i due gruppi del CERN hanno confermato l’esistenza di una particella, ad una massa di circa 126 GeV (per confronto, la massa di un protone è di poco meno di 1 Gev, ovvero oltre cento volte più piccola). Tutte le caratteristiche di questa particella che sono state fino ad ora verificate coincidono con quelle previste per il bosone di Higgs. http://www.cern.ch Presentazione di LHC • http://education.web.cern.ch/education/Chap ter2/Teaching/from-the-big-bang-to-lhc.html 5 min movie "From the Big Bang to the LHC" IL NUCLEO ATOMICO Modello del nucleo a nucleoni Simbolo: A ZX ( X è il simbolo della specie chimica) Un atomo rappresentato in questo modo è detto NUCLIDE. numero atomico Z Definiamo A = Z + N numero di massa Nucleo formato da: Z protoni + N neutroni Z caratterizza l’elemento A caratterizza l’isotopo Classificazione dei nuclidi tramite Z vs N -isotopi, atomi aventi nuclei con stesso Z ma N diverso; -isotoni, atomi con stesso N ma diverso Z; -isobari, stesso A ma diverso Z; - isomeri, stessi numeri Z e N: i due nuclei differiscono nei loro stati energetici. Unità di massa atomica Si definisce unità di massa atomica (amu): 1 amu = 1/12 massa nucleo 126C = 1.66 x 10-27 kg Dalla legge di Einstein: E = mc2 si ha la seguente conversione : 1 amu = 931 MeV Con 1eV = 1.602x10-19 J. Per esempio l’elettrone ha massa a riposo: E = 0.511MeV. Modelli per la descrizione dell’interazione forte Potenziale di Yukawa (1935): E0 dà l’intensità di interazione, r0 il range della forza nucleare. Per interazioni p-p è necessario includere la forza di repulsione Coulombiana (c). Il modello a Shell del nucleo Si ha forte evidenza che anche per i nucleoni valga un modello a shell, con stati energetici caratterizzati da numeri quantistici livello energetico, momento angolare, spin. Dato J = L + S ogni stato è caratterizzato da numeri quantici n,l,j. Come per gli elettroni ogni stato è designato da lettere s, p, d, corrispondenti ai valori di l. Il pedice indica il valore di j. Dato che ci sono due tipi di particelle nel nucleo, è presente una doppia struttura a shell. La differenza tra livelli di p e n è dovuta alla repulsione Coulombiana. La degenerazione di ogni livello è 2j+1, corrispondente a tutte le possibili orientazioni di J relativamente ad un dato asse. Così il massimo numero di neutroni o protoni in un dato livello n,l,j in accordo con il principio di esclusione di Pauli è 2j+1. Ai valori di N e Z corrispondenti a shells complete, corrispondono nuclei particolarmente stabili (come nel caso dei gas inerti per iI corrispondente modello atomico). Questi valori “magici” di Z o N sono: 2,8,20,28,50,82 e 126. Nel grafico si mostra l’energia del primo stato eccitato di alcuni nuclei pari-pari. I nuclei caratterizzati dai numeri “magici” hanno una energia di prima eccitazione eccezionalmente alta. ENERGIA DI LEGAME La massa di un atomo non è esattamente uguale alla somma delle masse dei suoi costituenti, in quanto alla formazione del nucleo, una certa quantità di massa viene convertita in energia di coesione del nucleo stesso. Questa differenza di massa viene chiamata “difetto di massa”. Se M massa di un nuclide: M < ZmP + NmN E = m c2 ENERGIA DI LEGAME ∆M = DIFETTO DI MASSA = ZmP + N mN - M (ZmP + NmN − M )c 2 A = Energia di legame per nucleone M (u.m.a.) 2.0141 ZmP+NmN+Zme (u.m.a.) 2.0165 En.leg./nucl. (MeV) 1.1 4.0026 4.0330 7.1 12 6 12.0000 12.0989 7.7 13 6 56 26 238 92 13.0034 13.1078 7.5 55.9349 56.4633 8.8 238.0508 239.9845 7.6 2 1 4 2 H He C C Fe U Energia di legame per nucleone, fatta eccezione per i nuclei più leggeri: ≈ 8 MeV ENERGIA DI LEGAME per nucleone FISSIONE FUSIONE L’andamento dell’energia di legame/nucleone spiega: - RADIOATTIVITA’ - FUSIONE - FISSIONE NUCLEI STABILI Solo alcune combinazioni di neutroni e protoni producono nuclei stabili (=non radioattivi). Questo accade per gli elementi con basso numero atomico, dove il numero di protoni e di neutroni è uguale o simile. Per Z elevati il rapporto n/p per i nuclei stabili è maggiore di 1 ed aumenta con Z. Radioattività Scoperta da Henri Becquerel nel 1896, è un fenomeno in cui radiazione in forma di particelle e/o radiazione elettromagnetica, viene emessa dai nuclei degli elementi. Le particelle del nucleo possiedono energia cinetica. In un nucleo stabile essa non è sufficiente a far superare la barriera di potenziale del nucleo. Un nucleo radioattivo ha un’energia in eccesso che viene costantemente redistribuita tra i nucleoni per collisione. L’emissione di particelle può lasciare il nucleo in uno stato eccitato, in tal caso il nucleo continuerà a ridurre la sua energia emettendo particelle o raggi γ fino a raggiungere uno stato stabile. Aumentando Z, le forze che mantengono insieme i nucleoni risultano meno efficaci e la probabilità di emissione di particelle dal nucleo aumenta: si verifica che tutti gli elementi con Z* > 82 (Pb) sono radioattivi. *Ad oggi vi sono un totale di 103 elementi noti. Di questi quelli con Z = 1 - 92 sono presenti in natura, gli altri sono prodotti artificialmente. Processo di decadimento radioattivo Fenomeno statistico. Il numero di atomi che decadono per unità di tempo è proporzionale al numero di atomi radioattivi: ∂N = −λN ∂t λ (s-1) = Costante di radioattività = probabilità di decadimento per unità di tempo. N (t ) = N oe − λt Vita media del processo: τ = 1/λ λ Definiamo tempo di dimezzamento: T1/2 = ln2/λ λ Si verifica che : τ = 1.44 .T1/2 (No = numero di atomi radioattivi al tempo t = 0.) ATTIVITA’ Attività = numero di decadimenti per unità di tempo = λN Unità di misura nel sistema internazionale: 1 Bq (1 decadimento al secondo) Vecchia unità: 1 Ci = 3.7 x 1010 Bq (≈ attività di un grammo di Radio) A(t ) = Aoe − λt Serie Radioattive Gli elementi radioattivi naturali sono raggruppati in 3 serie: Uranio capostipite 238U (T ½ = 4.51 x 109 y) vedi grafico → Attinio capostipite 235U (T ½ = 7.13 x 108 years) Torio capostipite 232Th (T ½ = 1.39 x 1010 years). Le serie terminano con isotopi del Pb (rispettivamente A = 206, 207, 208). Modi di decadimento Radioattivo DECADIMENTO α Nei nuclidi radioattivi con alto numero Z (> 82) la repulsione coulombiana tra protoni diviene abbastanza elevata da poter superare la forza nucleare. Il nucleo instabile emette una particella composta da due protoni e due neutroni, denominata particella α (nucleo di elio). A Z A− 4 Z −2 X 4 2 Y + He + Q Q = energia totale rilasciata nel processo → differenza di massa tra nuclei padre e figlio, in forma di energia cinetica della particella alfa e del nucleo figlio. Esempio : Decadimento del Radio in Radon 226 88 Ra 222 86 4 2 Rn + He + 4 .87 MeV DECADIMENTO β Processo di decadimento radioattivo accompagnato dall’emissione di un elettrone (β β-) o un positrone (β β+). Queste particelle non esistono in tal forma nel nucleo: sono create durante il processo di decadimento. Le trasformazioni si scrivono: Dove 10n, 11p, ν e ν sono rispettivamente il neutrone, il protone, il neutrino e l’antineutrino. DECADIMENTO βProcesso che avviene nei radionuclidi con numero di neutroni in eccesso rispetto ai protoni, tende a ridurre il rapporto n/p per raggiungere la stabilità, per emissione di un elettrone: Q = energia di disintegrazione del processo. L’energia di rinculo del nucleo è trascurabile perché la massa delle particelle emesse è molto più piccola di quella del nucleo figlio. Se ci fosse solo una particella emessa lo spettro di energie porterebbe ad una sola linea, mentre lo spettro osservato per il decadimento β è continuo. Per spiegare il fenomeno Pauli (1931) suggerì che venisse emessa anche una seconda particella oltre all’elettrone, successivamente chiamata neutrino. Spettro del decadimento β − Sperimentalmente si osserva che le particelle β sono emesse a tutte le energie fino alla massima energia caratteristica della transizione, con valor medio intorno a Emax/3. DECADIMENTO β+ Radionuclidi con un deficit di neutroni, n/p minore di quello dei nuclei stabili di stesso numero atomico. Per aumentare il rapporto n/p un modo possibile è l’emissione di un positrone: L’energia di disintegrazione Q è condivisa da positrone, neutrino ed i y rays emessi dal nucleo figlio. I positroni sono emessi con uno spettro di energie . Esempio: Cattura elettronica Come processo alternativo al decadimento β+, abbiamo la cattura elettronica di uno degli elettroni orbitali da parte del nucleo, con conseguente trasformazione di un protone in un neutrone: 22Na decade al 10% per cattura degli elettroni dalla shell K. Ne risulta un nucleo eccitato che rilascia energia per emissione di un raggio γ. In generale, il decadimento gamma segue quasi istantaneamente (meno di 10-9s). Raggi X caratteristici ed elettroni Auger Il decadimento per cattura elettronica crea una vacanza nella shell relativa, che viene riempita da un elettrone presente nelle orbite piu’ esterne, dando luogo a raggi X caratteristici. Si ha anche emissione di elettroni Auger, elettroni monoenergetici prodotti dall’assorbimento di raggi X caratteristici dall’atomo e ri-emissione di energia in forma di elettroni orbitali emessi dall’atomo. Ec Wj Wi Emissione di un elettrone Auger Ec = (Wi – Wj) – Wx Wx Conversione Interna Il nucleo eccitato può perdere energia emettendo un raggio gamma oppure (conversione interna) l’energia nucleare in eccesso viene fornita ad uno degli elettroni orbitali che quindi viene emesso dall’atomo. Anche in questo caso l’emissione di un elettrone orbitale comporterà l’emissione di raggi X caratteristici o elettroni Auger. Transizioni Isomeriche In the case of some nuclides the excited state of the nucleus persists for an appreciable time. In that case, the excited nucleus is said to exist in the metastable state. The metastable nucleus is an isomer of the final product nucleus which has the same atomic and mass number but different energy state. An example of such a nuclide commonly used in nuclear medicine is 99mTc, which is an isomer of 99Tc. As discussed earlier, 99mTc is produced by the decay of 99Tc (T = 67 1/2 hours) and itself decays to 99Tc with a half-life of 6 hours. FUSIONE Se si combinano due nuclei leggeri per formare un nucleo fortemente legato, con A medio, si libera energia. Esempi: 2D + 2D 2D 2D + n + 3He + 3.269 MeV 1H + 3H + 4.033 MeV In media: circa 1 MeV/nucleone liberata, confrontabile con quella liberata nella fissione di un elemento pesante. In: the loss in mass is about 0.0189 amu, which gives Q = 17.6 MeV. Problema della repulsione Coulombiana Temperature molto elevate Per ottenere in laboratorio la fusione termonucleare controllata, con un bilancio energetico positivo, è necessario riscaldare il plasma a temperature molto alte, mantenendolo confinato in uno spazio limitato per un tempo sufficiente a che l'energia liberata dalle reazioni di fusione possa compensare sia le perdite, sia l'energia usata per produrlo. Nel caso di un plasma di deuterio-trizio a 100 milioni di gradi, (pari a circa 10 KeV di energia) a basso contenuto di impurità, il prodotto della densità di particelle del plasma per il tempo di confinamento deve esser maggiore di 3x1020 m-3 s. Il plasma può essere confinato mediante un campo magnetico: in assenza di questo campo le particelle si muoverebbero a caso in tutte le direzioni , urterebbero le pareti del recipiente e il plasma si raffredderebbe inibendo la reazione di fusione. In un campo magnetico invece le particelle sono costrette a seguire traiettorie a spirale intorno alle linee di forza del campo mantenendosi lontano dalle pareti del recipiente. Il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico all'interno di una macchina denominata Tokamak. ITER (in origine International Thermonuclear Experimental Reactor, in seguito usato nel significato originale latino, cammino) è un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore sperimentale a fusione nucleare in grado di produrre più energia di quanta ne consumi per l'innesco e il sostentamento della reazione di fusione. Nello specifico, ITER è un reattore deuterio-trizio ITER sarà il primo impianto a fusione di dimensioni paragonabili a quelle di una centrale elettrica convenzionale, ed ha il compito di dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione come fonte di energia. La costruzione è cominciata nel 2007 nel sito europeo di Cadarache nel sud della Francia. http://www.iter.org/proj FISSIONE Se un nucleo pesante come l’uranio si divide in due frammenti più piccoli, viene rilasciata un’energia di circa 1 MeV per nucleone. Questi processi di fissione costituiscono la sorgente di energia nei reattori nucleari di potenza e nelle armi a fissione. Il tempo di dimezzamento per fissione spontanea è di circa 700 milioni di anni per l’235U e ancora molto maggiore per l’238U. Alcuni nuclidi possono subire una fissione indotta quando sono bombardati con neutroni termici, cioè neutroni lenti (≈1eV) n n n 235U 236U* n L’238U invece non si fissiona quando cattura un neutrone termico. E’ necessario che catturi un neutrone veloce (almeno 1.8 MeV), ma la sua “sezione d’urto”di fissione per neutroni veloci è 2000 volte minore della sezione d’urto per neutroni termici relativa all’ 235U. Uranio naturale: 99.3% 238U e 0.7 % 235U arricchimento I frammenti di fissione hanno relativamente troppi neutroni, per cui emettono quasi immediatamente uno o più neutroni pronti, poi subiscono 3 o 4 decadimenti β-. In media: 2.6 neutroni pronti per ciascuna fissione I neutroni emessi in una fissione indotta dell’ 235U possono essere catturati da altri nuclei di 235U reazione catena Se i 2.6 neutroni emessi in auna fissione inducono, in media, più di una ulteriore fissione, il rapporto di fissione è maggiore di 1 e la reazione aumenterà esponenzialmente. Se invece un numero sufficiente di neutroni sfuggono dall’ 235U o sono assorbiti da altri materiali (barre di controllo) il rapporto di fissione è minore di 1 e il processo cesserà. Quando ciascuna fissione produce esattamente una ulteriore fissione il rapporto di fissione vale 1 e la reazione continua a velocità costante. Si dice allora che l’ 235U ha una massa critica. Nei reattori nucleari, il processo di fissione è mantenuto da reazioni a catena in cui alcuni dei neutroni di fissione sono utilizzati per indurre altri processi di fissione. Il combustibile nucleare è di solito 235U, si possono usare anche Torio e Plutonio. Il combustibile è disposto in forma di barre cilindriche in un reticolo dentro al nucleo del reattore. I neutroni rilasciati durante la fissione sono veloci quindi devono essere rallentati fino all’energia termica (ca 0.025 eV) per collisione con nuclei di materiale a basso Z: grafite, berillio, acqua, acqua pesante ( con 21H nella struttura molecolare). Le barre sono immerse nel moderatore. La reazione è controllata inserendo barre di materiale che assorbe efficacemente i neutroni, cadmio o boro (barre di controllo). La posizione di queste barre di controllo nel nucleo del reattore determina il numero di neutroni disponibili per indurre la fissione e così controlla il rate di fissione e la potenza in uscita. Il calore generato dall’assorbimento di raggi γ e neutroni è usato per la generazione di potenza elettrica. Inoltre, dato che i reattori possono fornire neutroni in quantità, essi vengono utilizzati per produrre radioisotopi utilizzati nella medicina nucleare, nell’industria e nella ricerca. bibliografia • Alonso Finn – Fundamental Physics, Vol. 3, • FAIZ M. KHAN, THE PHYSICS OF RADIATION THERAPY