N.6 2015 ASSOFOND FEDERAZIONE NAZIONALE FONDERIE Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano La rivista delle Fonderie di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi 1981 - 2011 DA 30 ANNI AL SERVIZIO DELL’ECOLOGIA SAFOND - MARTINI S.R.L. Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza) Cap. Soc. euro 2.000.000,00 i.v. - Cod. Fisc. - Partita IVA - Reg. Imp. 03219800269 - R.E.A. VI-305231 DIVISIONE: SAFOND sabbie da fonderia Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (VI) Tel. 0445 855022 (6 linee r.a.) - Fax 0445 855533 [email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: SAFOND BONIFICHE AMBIENTALI Via Kennedy, 32 - San Donato Milanese (MI) Tel. 02 51628121 - Fax 02 51627883 div.bonifi[email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: MARTINI SABBIE Via Terraglioni, 44 - 36030 MONTECCHIO PREC. (VI) Tel. 0445 864300 r.a. - Fax 0445 865140 [email protected] - www.safondmartini.it TESI TES I, al vostro servizio SORELMETAL®® FERROLEGHE E INOCULANTI FILO ANIMATO GRAFITI SPECIALI CARBURO DI CALCIO FILTRI CERAMICI MANICHE ESOTERMICHE PROGRAMMI DI SIMULAZIONE MINERALI DI ZIRCONIO E TITANIO ELETTRODI DI GRAFITE POLVERI METALLICHE PRODOTTI E IDEE TESI SpA - Via Manzoni, 20 - 20900 Monza Tel. +39 039 237501 - Fax +39 039 2302995 [email protected] - www.tesi-spa.it Riduci l’impatto ambientale con ASK Chemicals. ECO-FRIENDLY SOLUTION Le nostre soluzioni offrono dei reali vantaggi ecologici ed economici. 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La collaborazione alla Rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane agli Autori stessi. La pubblicità che appare non supera il 50% della superficie totale del periodico. Inserzionisti.......................................................................................................................................... 96 Industria Fusoria 6/2015 7 7 333)+!'),!1)-,)1 DENTRO di NOI: la POTENZA! 8 +.)!,1) % +!##(),% .%/ !,)+)01%/)% (%** -2*$),' -*$ % -1 -4 ,-/'!,)#- 8 +.)!,1) !21-+!1)#) $) &-/+!12/! -/+!1/)#) 8 +.)!,1) .%/ *! ./%.!/!6)-,% $%**! 0!"")! .%/ !,)+% 8 !##(),% .%/ &-/+!12/! '20#) %$ ),#-**!1/)#) 8 1%//!1-/% !21-+!1)#- .%/ !,)+% 8 +.)!,1) .%/ *! #-*!1! 1/!0.-/1- % 1/!1111!+%,1$%* +%1!**- Euromac Euromac srl srl 36035 36035 M Marano arano V Vic. ic. ((VI) VI) Italy Italy Via Via dell’Industria, dell’Industria, 62 62 Tel Tel +39 +39 0445 0445 637629 637629 Fax Fax +39 +39 0445 0445 639057 639057 [email protected] [email protected] www.euromac-srl.it www.euromac-srl.it O NOMICO EC MIC M. Brancia ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Report congiunturale terzo trimestre 2015 comparto ferrosi e non ferrosi Assofond effettua indagini presso i propri associati con cadenza trimestrale i cui dati vengono riassunti su di un report studiato appositamente per fornire agli operatori del settore un quadro sintetico e generale sull’andamento dei principali aspetti dell’industria di fonderia, ovvero “un’istantanea” sui trend produttivi, del fatturato e relativa quota sui mercati esteri, utilizzo capacità produttiva, mercati di destinazione dei getti prodotti, giorni all’incasso e percentuale dei crediti scaduti. Ogni anno il Centro Studi lavora per ampliare il campo di azione: nei paragrafi che seguono viene riportato un estratto dei tre report relativi al terzo trimestre 2015, ed ognuno inerente ai tre comparti principali dell’industria di fonderia: ghisa, acciaio e non ferrosi (alluminio e zinco nel dettaglio). Gli indici proposti sono calcolati con base fissa al trimestre medio dell’anno 2014. Fare previsioni su come chiuderà il 2015 è veramente difficile: alla luce di quanto rilevato fino ad oggi (terzo trimestre) i comparti dei metalli ferrosi stanno facendo molta fatica a risalire la china per recuperare i livelli dell’anno scorso, mentre quello dei non ferrosi ha registrato un trend congiunturale molto più soddisfacente. 10 Industria Fusoria 6/2015 La ghisa rimbalza, ma che fatica! La curva della produzione del comparto della ghisa ha iniziato il 2015 declinando pericolosamente verso il basso: rispetto ai valori trimestrali medi del 2014 l’indicatore ha registrato un calo di 5 punti percentuali nel primo trimestre e addirittura di 10 nel secondo. Finalmente, però, i valori registrati nel terzo trimestre fanno rialzare il trend fino a 101 punti, ovvero un punto percentuale in più rispetto al 2014. La crescita su base annua è tuttavia ancora negativa (0,7%) e la prospettiva per fine anno è molto difficile da prevedere. L’indice della fiducia degli imprenditori è in significativo calo e torna ai 44,7 punti del primo trimestre del 2015: se è vero che il “sentiment” degli imprenditori fa tendenza, allora se si chiuderà in pareggio si sarà raggiunto un importante traguardo! Le variazioni congiunturali e tendenziali confermano il tri- ECONOMICO mestre positivo, se pur ancora in recupero, evidenziato già dall’indice della produzione a base 2014: +12% rispetto al trimestre precedente e +17,4% rispetto al terzo trimestre del 2014. Per entrambi la dinamica è molto positiva. Il secondo trimestre 2015 risulta essere il momento peggiore con un -10% rispetto allo stesso periodo del 2014. Se confrontato con il trend generale del settore il comparto della ghisa rimane al di sotto dell’andamento generale ed in maniera costante in tutti e quattro gli ultimi trimestri presi in considerazione. Anche la visibilità degli ordini rimane bassa e a quota 1,8 mesi, in linea con i valori rilevati per tutto l’anno 2015. L’utilizzo della capacità produttiva media (semplice) del comparto è in calo rispetto ai trimestri precedenti e si attesta al 69,5%: le realtà produttive sono molto eterogenee e si passa da un minimo rilevato del 25% a situazioni che vanno a pieno regime. Industria Fusoria 6/2015 11 ECONOMICO Il mix produttivo presenta una flessione per ciò che concerne i getti prodotti in ghisa duttile (28%). Maggiori soddisfazioni si notano nell’andamento del fatturato netto, trascinato sempre dalla componente estera, che registra un +1% su base annua ed un +5,3% sia su base congiunturale che tendenziale. Il fatturato estero cresce fino al +4,5% su base annua e dell’8,8% rispetto al trimestre precedente, ma solo dello 0,9% sullo stesso trimestre del 2014. In termini di fatturato totale la crescita fra trimestri è stata più costante rispetto ai valori registrati per i volumi: il +5% consecutivo degli ultimi due trimestri ha consentito di soffrire meno in termini tendenziali per tutti gli ultimi quattro periodi e soprattutto di non accusare troppo il colpo in termini di marginalità. L’indice destagionalizzato con base fissa al trimestre medio 2014 supera finalmente la soglia dei 100 punti (105) marcando così una crescita rispetto alla media 2014; ancora più sostenuto è il trend del fatturato estero che nel terzo trimestre 2015 arriva a 110 punti di incremento (+10% rispetto al trimestre medio 2014). 12 Industria Fusoria 6/2015 ECONOMICO Sulla base del fatturato rilevato nell’ultimo trimestre, il mercato dell’automotive rappresenta la quota più importante e pari al 38% del totale, seguito dalla meccanica al 23% e dai veicoli industriali al 15%. La maggioranza delle aziende che ha risposto all’indagine (71,4%) dichiara che i prezzi finali di vendita risultano stabili rispetto al trimestre precedente; nessuno è riuscito a scontare prezzi in aumento, mentre il 28,6% ha dovuto vendere a prezzi più bassi. Per ciò che concerne i giorni incasso, rimane ampia la differenza fra clienti esteri che ci mettono 56 giorni in media a pagare le fonderie di ghisa e i clienti italiani che arrivano a 94; nonostante ciò, entrambi i trend risultano in leggero calo rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il minimo degli ultimi quattro trimestri. Acciaio - produzione in recupero, bene i fatturati L’andamento del comparto dell’acciaio fotografato nel terzo trimestre del 2015 restituisce un quadro ambivalente nel confron- to fra livelli produttivi ancora bassi, -4,4% su base annua, e livelli di fatturato, +5,6%, trascinati questi ultimi da un picco di crescita della componente estera. Rispetto al terzo trimestre del 2014 le tonnellate prodotte nel 2015 sono ancora non soddisfacenti (-5%) anche se la dinamica disegna una lenta ripresa: nel primo e secondo trimestre il calo è andato aumentando, mentre nel terzo si riduce di due punti percentuali. I dati congiunturali confermano questo trend positivo che, per il secondo trimestre consecutivo, registrano una crescita significativa (+14% rispetto al secondo trimestre 2015) anche rispetto al +4% del periodo precedente. Industria Fusoria 6/2015 13 ECONOMICO La visibilità degli ordini è ancora bassa e mediamente pari a 2 mesi. Il livello di utilizzo della capacità produttiva è stabile e intorno ad una media non molto soddisfacente del 77%. Tornando ai livelli di fatturato, i livelli hanno ripreso a crescere rispetto al trimestre precedente e, rispetto alla media trimestrale del 2014, le variazioni percentuali sono ragguardevoli: +27% per il fatturato totale, +34% per il fatturato estero. Il balzo si ha anche confrontando i livelli raggiunti su base annua: il fatturato netto generale è cresciuto del +5,6%, mentre quello estero ha raggiunto un incremento del +30,4%. Nel confronto con i livelli medi trimestrali del 2014 l’indice destagionalizzato della produzione presenta anche in questo caso un quadro positivo perché in crescita di 4 punti percentuali nel terzo trimestre 2015 (104) ed in forte recupero rispetto ai 91 punti del trimestre precedente. 14 Industria Fusoria 6/2015 L’indice della fiducia degli imprenditori è fermo ai livelli del trimestre precedente: nessuno ha dichiarato di vedere peggio la situazione nei prossimi 6 mesi, ma solo il 25% pensa che migliorerà la situazione economica, mentre per la maggioranza del 75% sarà stabile. Sia le variazioni congiunturali che quelle tendenziali sono a due cifre, laddove il fatturato estero cresce sempre di più rispetto al valore generale. Rispetto al trimestre precedente, difatti, il fatturato totale cresce del +25,8% e quello estero del +32,3%. Rispetto allo stesso trimestre del 2014 si registra +20,5% per i valori totali, mentre è +36,8% la variazione tendenziale del fatturato estero. Se è vero che, come dichiara l’80% delle aziende che hanno risposto, i prezzi di vendita sono stabili, e vista la crescita me- ECONOMICO no che proporzionale della produzione, la buona dinamica del fatturato si spiega con l’apertura di nuovi canali, magari esteri, particolarmente remunerativi. Anche i dati della produzione su base annua sono i migliori e arrivano ad un incremento del +4,8% rispetto al cumulato di settembre 2014. I clienti esteri pagano anche a scadenze molto basse, in media 44 giorni, mentre quelli italiani quasi il doppio: il trend è sostanzialmente stabile in entrambi i casi. I mercati più interessanti risultano, nell’ordine, “nuovi mercati” per il 38%, edilizia 19% e l’industria estrattiva per il 23%. A seguire la meccanica con il 10% e la siderurgia con il 5%. La crescita generale del settore delle fonderie si ferma ad un +0,4%, frenata dalle difficoltà del comparto della ghisa (-0,7%) e dell’acciaio (-4,4%). L’unica nota stonata è la percezione di fiducia sull’andamento dei prossimi sei mesi che risulta essere in calo rispetto ai periodi precedenti: se nel secondo trimestre si era arrivati a 72,2 punti, nell’ultimo trimestre rilevato scende al minimo del 2015 e si attesta a 63,9 punti. La maggioranza, il 61,1%, risponde ancora che l’andamento rimarrà stabile, ma aumenta chi è convinto che lo scenario peggiorerà (5,6%) ed anche chi era più positivo lo scorso trimestre ha opinioni meno ottimistiche. All’interno del comparto è l’alluminio a sostenere la crescita, mentre lo zinco ha ripreso la I non ferrosi continuano a trascinare il settore Il comparto dei non ferrosi è l’unico, all’interno del settore delle fonderie, a crescere costantemente dall’inizio dell’anno. L’indice che viene calcolato con base il trimestre medio del 2014 sale fino a 115 punti, incrementandosi di altri 7 punti rispetto al secondo trimestre del 2015. Industria Fusoria 6/2015 15 ECONOMICO marcia solo in questo terzo trimestre, ma solo in rapporto ai giorni lavorati. La dinamica è evidenziata dal trend delle variazioni congiunturali: i livelli di crescita dello zinco nel 2015 sono positivi ma non sono stati sufficienti a recuperare i livelli medi del 2014 e nonostante il balzo del +7% rilevato a settembre. Il trend rimane al di sotto di quello generale del settore delle fonderie. I livelli dello zinco rimangono bassi e pari al -6% sul tendenziale, dopo altrettanti valori negativi registrati dall’inizio dell’anno. L’alluminio è, al contrario, in sostenuta crescita, pari al +7% tendenziale, se pur in flessione di un punto rispetto al secondo trimestre. La crescita è stata sostenuta e costante per tutti i primi tre trimestri, così come evidenziato dal trend congiunturale. La visibilità degli ordini dei “non ferrosi” non è molto alta, pari a 2,6 mesi, ma è comunque maggiore rispetto agli altri comparti. 16 Industria Fusoria 6/2015 L’utilizzo della capacità produttiva media (semplice) è in calo (77,5%) ma rimane sopra ai valori della fine del 2014 e di inizio 2015. Anche i valori del fatturato delineano un quadro positivo dei non ferrosi: su base annua i ricavi aumentano del +7,2%, il cui sostegno deriva anche dalla domanda estera che cresce del +8,2%, sempre su base annua. La curva generale segna un andamento superiore alla media 2014 lungo tutti i trimestri del 2015: il fatturato totale ed anche estero sono sopra i 100 punti fin dall’ultimo trimestre del 2014 e nel terzo del 2015 ha rialzato ulteriormente la te- ECONOMICO sta ponendosi su una crescita di circa il +23% per il fatturato totale e di circa il +30% su quello estero in rapporto al trimestre medio 2014. A differenza degli altri comparti, in cui la componente estera guadagna quote sempre maggiori rispetto al fatturato totale, per i non ferrosi tali valori sembrano consolidati ed in sostanziale linea con il trend generale. In termini congiunturali la crescita del fatturato totale è leggermente inferiore a quella del fatturato estero, rispettivamente del +15,3% e del +20%, mentre il dato tendenziale è praticamente analogo, indice di un recupero della domanda interna di getti non ferrosi sulla domanda generale: questo cresce del +8,56%, mentre il fatturato estero si incrementa del +8,60%. La maggioranza delle aziende (75%) che hanno risposto all’indagine ha dichiarato che i prezzi di vendita sono stabili, il 20,8% ha rilevato invece una dinamica negativa, mentre il 4,2% è riuscito a vendere a prezzi più alti rispetto al trimestre precedente. Il mercato dei mezzi di trasporto rappresenta sempre la fetta più consistente dei mercati di sbocco: in base ai fatturati conseguiti nel terzo trimestre, la quota raggiunge l’83% del fatturato dei non ferrosi, seguito a distanza dal 10% della meccanica. I giorni incasso dai clienti diminuiscono per quelli nazionali che si attestano su una media di 97 giornate, in calo rispetto al trimestre precedente. In leggero aumento, invece, i giorni medi dei clienti esteri, saliti a 68. Industria Fusoria 6/2015 17 Aggiungete Valore con Foseco Non è per caso che abbiamo mantenuto la leadership mondiale da oltre 70 anni. Al variare delle richieste tecnologiche e delle esigenze aziendali, noi continueremo a stare in prima linea, mantenendo un approccio proattivo. 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Analizzare l’attuale momento del mercato, tracciare un primo preconsuntivo dell’anno che volge al termine e formulare alcune proiezioni per il primo trimestre dell’anno alle porte, questi gli obiettivi tradizionalmente assegnati all’incontro dedicato alle Fonderie di ghisa. Il meeting dello scorso 16 dicembre è stato altresì un’occasione propizia per riflettere su alcuni temi di grande attualità per le imprese del settore. Nella prima sessione dei lavori, Gualtiero Corelli (Servizi Tecnici: Prodotto, Ambiente, Salute&Sicurezza S.A.S) ha illustrato le Linee Guida recentemente pubblicate da Assofond, la cui finalità è quella di offrire alle proprie Associate un “vademecum” di orientamento nella complessa attività di analisi sottesa al processo di elaborazione e aggiornamento dei modelli organizzativi di gestione e controllo ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001. A seguire, è intervenuto Maurizio Prando (Servizi Tecnici: Prodotto, Ambiente, Salute&Sicurezza S.A.S) presentando il progetto Assofond che ha portato alla realizzazione delle “Linee guida 20 Industria Fusoria 6/2015 per lo sviluppo delle diagnosi energetiche nel settore delle Fonderie alla luce del decreto legislativo n.102/2014”, documento che fornisce le informazioni e gli strumenti di supporto per la realizzazione della diagnosi energetica, con un focus di dettaglio sul processo fusorio. Tra i temi caldi di confronto non poteva mancare quello relativo all’energia elettrica. A tal riguardo, il Presidente del Consorzio Assofond Energia, Franco Vicentini, ha offerto alla platea una panoramica sui mercati energetici ed un aggiornamento sugli ultimi sviluppi per ciò che attiene l’art. 39 ed i benefici spettanti alle aziende energivore. Il Presidente di Assofond, Roberto Ariotti, ha preso la paro- la per anticipare un argomento di natura legale che sarà oggetto di trattazione in apposito Workshop in calendario per il 2016. Il Focus dell’intervento riguardava in particolare, le possibili implicazioni derivanti da una recente sentenza della Cassazione che ha chiarito in modo preciso la distinzione tra il contratto di subfornitura regolato dalla L. n. 192 del 1998 ed il contratto di appalto in relazione al rapporto contrattuale esistente tra due fonderie. Nella seconda parte del meeting, si è entrati nel vivo dell’incontro focalizzandosi sulla congiuntura del comparto, grazie all’intervento del Presidente di Assofond Ghisa, Duccio Conforti, supportato dalle analisi del Centro Studi dell’Assofond. ECONOMICO ha ritenuto di sviluppare delle Linea Guida di Settore per offrire alle imprese che abbiano scelto di adottare un modello di organizzazione e gestione, una serie di indicazioni e misure specificatamente “pensate” in relazione alle attività di Fonderia. L’incontro si è concluso con il tradizionale pranzo e lo scambio di auguri per le festività Natalizie che ha offerto ai presenti un’ulteriore occasione di dialogo e confronto tra colleghi. Quanto alle conseguenze, l’accertamento dell’illecito previsto dal decreto 231/01 espone l’Ente all’applicazione di gravi sanzioni, che ne colpiscono il patrimonio, oltre che l’immagine, con potenziali gravi ricadute sull’attività dell’Ente stesso. Linee Guida per la realizzazione di un Modello organizzativo e gestionale conforme al D.lgs. 231/01 nel Settore Fonderia Nata per “contrastare” i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, truffa ai danni dello Stato, etc.), il campo di applicazione della norma è stato esteso successivamente ad altri reati ed in particolare a quelli di omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime commesse in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro o commessi in violazione delle normativa ambientale. Il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, ha introdotto nell’ordinamento italiano la responsabilità amministrativa degli Enti per gli illeciti conseguenti alla commissione di determinati reati. Ancorché definita “amministrativa” dal decreto, si tratta di una responsabilità sostanzialmente penale, in capo all’Ente, caratterizzata da presupposti e conseguenze distinti da quelli previsti per la responsabilità penale in capo alla persona fisica, ma ad essa correlata. In particolare l’Ente può essere ritenuto responsabile se, prima della commissione del reato da parte di un soggetto ad esso funzionalmente collegato, non aveva efficacemente attuato modelli di organizzazione e gestione idonei ad evitare reati della specie di quello verificatosi. La “criticità” delle citate normative per il Settore della Fonderia, anche per le imprese di piccola e media dimensione, ha reso sempre più necessaria l’attuazione di modelli organizzativi che potessero configurarsi idonei ad “esimere” le Fonderie dalle responsabilità definite dalla 231/01, a fronte della commissione dei citati reati da parte di soggetti ai vertici dell’organizzazione aziendale, od ad essi riconducibili. Per agevolare il “percorso” necessario alla realizzazione ed all’implementazione di un Modello Organizzativo e Gestionale (MOG) efficace, Assofond Le Linee Guida, predisposte dalle Associazioni di categoria, hanno la funzione di fornire agli associati impegnati nella definizione del proprio sistema di controlli interni, un utile supporto per la redazione del proprio modello di organizzazione, gestione e controllo. Va sottolineato, infatti, che le Linee Guida costituiscono uno strumento di ausilio nella “costruzione” di un proprio Modello fornendo alle singole aziende princìpi generali ed operativi che comunque devono essere applicati alla specifica realtà aziendale, al fine di creare un sistema di procedure operative e di verifica, concretamente idonee ad impedire la commissione degli illeciti previsti dal D.Lgs. 231/01, personalizzate in funzione dello specifico assetto organizzativo e gestionale della società. Il documento, predisposto con il supporto di specifiche professionalità esterne, è stato sviluppato con il contributo dell’Associazione – in particolare del Servizio Ambiente, Salute e Sicurezza – analizzando le specificità delle Imprese del Settore e fornendo una “chiave di lettura” adeguata a guidare nella corretta valutazione dei “rischi” di commissione dei vari reati, nello svolgimento delle attività tipicamente connesse con i processi tecnici e gestionali attuati in fonderia. Successivamente alla definizione delle Linee Guida e dalla loro “verifica in campo” che ne prevede l’utilizzo nella realizzazione di un MOG presso una Fonderia associata, Assofond ha provveduto a comunicarle al Ministero della Giustizia che, in Industria Fusoria 6/2015 21 ECONOMICO data 29 ottobre 2015, ha valutato il Codice di comportamento in riferimento (ndr: Linee Guida Assofond, edizione ottobre 2015) adeguato ed idoneo al raggiungimento dello scopo fissato all’art. 6 comma 3 D.Lvo 231/2001. Si ricorda infine che spetterà al Giudice di merito la valutazione dell’efficace attuazione del modello da parte dell’azienda sottoposta a giudizio. E’ dunque fondamentale che il Modello sia sempre aggiornato e concretamente applicato all’interno della realtà aziendale. La semplice astratta rispondenza del sistema di controlli interni alle previsioni delle Linee Guida dell’associazione di categoria – necessariamente generali perché dirette a tutti gli associati – non potrebbe infatti di per sé risultare sufficiente ad esimere l’Ente da responsabilità amministrativa. Linee Guida di settore per la realizzazione delle diagnosi energetiche conformi al D.lgs. 102/2014 Il Decreto Legislativo 102/2014 ha recepito in Italia la Direttiva Europea 27/2012/CE che stabilisce, all’interno dell’Unione, una serie di misure finalizzate alla riduzione dei consumi energetici. Il Decreto in questione ha introdotto, fra i vari adempimenti, l’obbligo per le Grandi Imprese e per le Imprese Energivore di eseguire ogni quattro anni, a partire dal 5 Dicembre del 2015, una “Diagnosi Energetica” finalizzata all’analisi dei consumi energetici nella propria attività al fine di identificare gli interventi utili per ridurre i consumi e, conseguentemente, i costi per gli approvvigionamenti energetici e l’impatto della propria attività sull’am- 22 Industria Fusoria 6/2015 biente e sul consumo delle risorse energetiche. entro il termine del 22 Dicembre 2015. In relazione all’impatto di questo nuovo adempimento sulle Fonderie (sono più di 100 le imprese associate soggette all’obbligo) Assofond ha costituito un gruppo di lavoro composto dai propri tecnici e da specialisti in gestione dell’energia appartenenti a due società partner Universal Sun e Sogesca. Il documento ha due obiettivi principali: a) guidare l’utente alla comprensione della normativa applicabile. Assofond ne ha seguito tutta l’evoluzione partecipando ai vari incontri sia con il Ministero dello Sviluppo Economico sia con ENEA e ne ha sintetizzato i contenuti; b) descrivere una metodologia, calzata sulle specificità tecnico/impiantistiche del settore delle Fonderie e conforme ai requisiti del Decreto Legislativo 102/2014 della normativa tecnica UNI 16247 e di tutti i documenti di chiarimento pubblicati sia dal MISE che da ENEA. Il gruppo di lavoro è stato creato con gli obiettivi seguenti: • mettere a punto una metodologia per la conduzione della Diagnosi Energetica e la stesura del relativo Report calzata sulle specificità tecnico/impiantistiche delle fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi; • validare tale metodologia su un campione di imprese aderenti al progetto; • descrivere la metodologia studiata e validata in Linee Guida Settoriali che si auspica possano rappresentare un valido strumento sia per le imprese sia per i soggetti che svolgono la Diagnosi Energetica. Il progetto di Assofond è nato, inoltre, con un ulteriore obiettivo: utilizzare le informazioni di sintesi estrapolate dalle Diagnosi Energetiche per costruire e condividere i benchmark energetici di settore, fondamentali per capire il livello di efficienza della propria impresa rispetto ai dati medi della fonderia italiana ed individuare le aree in cui sono possibili interventi di efficientamento. Nell’ambito di questa attività Assofond ha dato, inoltre, vita ad un servizio per supportare le imprese associate nella realizzazione delle Diagnosi Energetiche. Le Linee Guida sono il primo risultato dell’attività del Gruppo di Lavoro, oltre alle Diagnosi Energetiche eseguite e che sono state trasmesse ad ENEA Le Linee Guida possono essere utili nei casi seguenti: a) per tutte le Diagnosi Energetiche successive alla prima. L’obbligo della Diagnosi Energetica non si esaurisce nel 2015, ma si ripete ogni quattro anni. b) per le PMI che, non soggette all’obbligo, decidano, in ogni caso, di effettuare la Diagnosi Energetica. Le PMI hanno la possibilità di partecipare ai bandi che, entro la fine di ogni anno, saranno pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico allo scopo di incentivare l’adozione di sistemi di gestione energetica conformi alla norma ISO 50001 o la realizzazione di Diagnosi Energetiche nelle PMI. c) per le imprese che adottano sistemi di gestione conformi alla ISO 50001. La procedura può essere impiegata nello svolgimento dell’Analisi Energetica. Le Linee Guida sono già state sottoposte all’approvazione di ENEA e saranno pubblicate, al più presto, nell’area del sito dedicata alla Diagnosi Energetica. Nel mese di gennaio 2016 saranno raccolti i dati prove- ECONOMICO nienti dalle Diagnosi Energetiche e costruiti i benchmark. Per il mese di febbraio 2016 è in programma un incontro nell’ambito del progetto Fonderia Efficiente per presentare i risultati. Panoramica sul tema Energia Elettrica e Gas Franco Vicentini, Presidente di Assofond Energia, ha illustrato brevemente come il costo della Commodity sia in discesa e nei prossimi 2-3 anni ci si attenda una riduzione di 2-3 €/MWh rispetto all’attuale prezzo del forward 2016, attualmente intorno ai 45 €/MWh. Anche per il prezzo del Gas le proiezioni rivelate appaiono fortemente orientate verso una ulteriore flessione in considerazione degli ultimi sviluppi legati ai fattori geo-politici. Si ritiene pertanto che il prezzo particolarmente basso del gas sia un fattore strutturale. Per il 2016 le previsioni ad oggi indicano un prezzo intorno ai 22 €c/smc. Per quanto riguarda l’art. 39 e gli sconti riconosciuti alle Aziende Energivore è stato ricordato che, stante la natura strutturale della misura, la stessa presupponga una continuità negli anni. Infine è stato rimarcato che la maggore criticità legata all’agevolazione, concerne il continuo slittamento dei termini previsti per l’erogazione dei relativi importi. L’ultima notizia comunicata a tal riguardo indicherebbe il primo trimestre come termine ultimo per la liquidazione a favore delle imprese che non hanno prestato garanzia per l’anno 2013 e per tutti coloro che hanno presentato la dichiarazione per l’anno 2014. 30% per coloro che sono nella prima fascia di sconto, ovvero con un indice di intensità di costo dell’energia elettrica tra il 2% e il - 6%. Sintesi risultati Indagine Congiunturale Rapida - Campione Fonderie di ghisa BREVE PREMESSA METODOLOGICA E’ stata replicata l’Indagine Congiunturale Rapida per avere una sintetica ricognizione sull’andamento congiunturale del comparto con lo scopo di capire, in via preliminare, quali sono i tratti complessivi che stanno contraddistinguendo il 2015, unitamente alle indicazioni delle prime proiezioni per il primo trimestre del 2016. Variabili di riferimento: • attività in generale; • portafoglio ordini; • produzione; • CIG. CAMPIONAMENTO Al fine di mantenere il più possibile inalterata la composizione sostanziale del campione, nonché la sua rappresentatività sotto il profilo statistico-economico, i soggetti intervistati, rappresentativi di un sub-universo di imprese contattate dall’Associazione, rimangono i medesimi; essi sono sostituiti soltanto nell’eventualità in cui qualcuno di loro non sia più disponibile, per varie ragioni, a fornire le indicazioni richieste. Nella composizione del panel si è scelto di contemplare la presenza di Fonderie fornitrici dei principali mercati di sbocco “8 cluster” (trattoristica e macchine agricole, meccanica, veicoli industriali, automotive, macchine movimento terra, edilizia, siderurgia) e di concentrarci su un gruppo di “osservatori privilegiati” sufficientemente in contatto con l’Associazione in grado di offrire garanzie di una più allargata attendibilità alle risultanze empiriche. RAPPRESENTATIVITÀ DEL CAMPIONE INTERVISTATO Complessivamente il campione intervistato esprime una rappresentatività superiore al 44% (in termini di volume) dell’intero comparto nazionale, circa 430.000 tonnellate di getti. I RISULTATI Scopo dell’intervista è stato quello di sondare in via preconsuntiva i risultati del 2015 e preliminarmente sui tratti complessivi che andranno a contraddistinguere il primo trimestre del 2016. 1 – IN GENERALE, COME GIUDICA LO STATO ATTUALE DELLA SUA ATTIVITÀ? Le valutazioni delle imprese intervistate circa lo stato attuale dell’attività hanno messo in luce un elevato grado di soddisfazione delle Fonderie dedite alla produzione di getti per l’automotive (100% delle risposte è concentrata tra le modalità Oltre allo sblocco dell’erogazione entro i primi 3 mesi del 2016 è atteso un possibile raddoppio del beneficio dal 15% al Industria Fusoria 6/2015 23 ECONOMICO buono e soddisfacente), nessuna impresa del campione ha dichiarato “insoddisfazione”. Per le Fonderie dedite alla produzione dei grandi getti con formatura a mano, il grado di soddisfazione espresso è ancora positivo (58% delle risposte tra buono e soddisfacente), ma emerge un significativo deterioramento rispetto allo scorso anno (83% contro il 58% attuale). I cluster che hanno espresso maggiore negatività sono rappresentati dai veicoli industriali (90% dei giudizi si concentra sulla modalità insufficiente), movimento terra (79%), trattori e macchine agricole (73%). I giudizi in tutti e tre i settori sono peggiorati rispetto all’indagine dello scorso anno. Per i restanti cluster, meccanica, siderurgia ed edilizia i giudizi si collocano al 50% tra modalità positive e negative. 2 – 3 COME VALUTA IL PORTAFOGLIO ORDINI DEL TRIMESTRE IN CORSO (4°) RISPETTO AL TRIMESTRE PRECEDENTE zione del portafoglio ordini del trimestre in corso, mentre migliorano per: meccanica, siderurgia e macchine agricole. Quindi per questi comparti i giudizi sugli ordini del quarto trimestre sono migliorativi rispetto alla valutazione dell’attività in generale indagata con il quesito precedente. 4 - FATTO PARI A 100 IL LIVELLO ANTE-CRISI DEL 2007-2008, QUAL È IL LIVELLO DEL 2015 E QUELLO ATTESO PER IL PRIMO TRIMESTRE DEL 2016? Se si esclude il cluster dell’automotive superiore ai livelli del 2008, l’eccesso di capacità produttiva rilevata, va da un minimo di 20% per i grandi getti (in peggioramento rispetto al 2014) ad un massimo del 40% per i veicoli industriali, l’edilizia e le macchine movimento terra. Tra i valori intermedi figurano il 24% della meccanica ed il 29% per le macchine agricole. Nel complesso i giudizi sulle proiezioni per il primo trimestre del 2016 convergono ver- so una situazione di sostanziale stabilità rispetto al 2015, fatta eccezione per l’automotive, la siderurgia ed i veicoli industriali per i quali è atteso un miglioramento. 5 - RICORSO ALLA CIG ORDINARIA NEGLI ANNI 2014 E 2015 Il ricorso alla CIG, non costituisce più un carattere di eccezionalità nella gestione dell’impresa; pertanto la stessa analisi di tale indicatore acquista una minor rilevanza rispetto al valore che si era soliti attribuirgli negli anni precrisi. Con riferimento all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la percentuale delle imprese che ha dichiarato di aver fatto ricorso alla CIG nel 2014 si è attestata al 50% del campione, mantenendosi sostanzialmente invariata rispetto a quanto rilevato nel 2013 (52%). Nel 2015 la percentuale è aumentata sensibilmente arrivando a coprire il 67%. (3°)? Per la maggior parte dei cluster: grandi getti, edilizia, macchine movimento terra e veicoli industriali, la valutazione richiesta con il primo ed il secondo quesito (stato attuale dell’attività e portafoglio ordini) grosso modo coincidono. Si rileva una distribuzione analoga delle risposte intorno alle tre modalità, con saldi tra giudizi opposti simili. Al contrario per l’automotive i giudizi peggiorano nella valuta- Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Il risultato produttivo ascrivibile ai primi 10 mesi del 2015 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, registra una sostanziale stazionarietà per il comparto Fonderie globalmente inteso (ferrosi e non ferrosi). Tale dato esprime 24 Industria Fusoria 6/2015 ECONOMICO Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014 la sintesi della flessione dei getti di ghisa (-4%) e di una variazione della medesima entità, ma di segno opposto, registrata dai getti di alluminio (+4%). Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014 Getti di ghisa per settore di destinazione Unico ruolo propulsivo tra i settori committenti è stato interpretato dall’automotive. Il passo della ripresa è ancora fortemente disomogeneo fra i vari comparti. La meccanica nel suo complesso (ateco 28) ha registrato un invariato, mentre al suo interno alcuni settori si distinguono con tassi di crescita più sostenuti, le macchine utensili, quelle per la formatura di metalli, turbine e motori (esclusi quelli per aeromobili…); tra le performance peggiori emergono quelle delle macchine per l’agricoltura, cuscinetti, ingranaggi e organi di trasmissione). Nel 2015 il settore dell’auto è diventato uno dei motori principali della ripresa dell’economia ed il suo ruolo propulsivo potrebbe rafforzarsi ulteriormente nel 2016. Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014 Industria Meccanica I dati ISTAT, relativi alla produzione industriale, confermano la ripresa dell’industria automotive nazionale. La produzione industriale del settore automotive, registra nei primi dieci mesi del 2015, Industria Fusoria 6/2015 25 ECONOMICO Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014 Automotive una crescita tendenziale del 18%; particolarmente consistente per la produzione nazionale di autoveicoli e loro motori (ateco 29.1), +47%; mentre la produzione di carrozzerie di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (ateco 29.2) rileva un aumento del 16% nel cumulato ed infine la produzione di parti ed accessori per autoveicoli (ateco 29.3, non include i pneumatici) segna una crescita dell’11% nei primi dieci mesi dell’anno. Le Costruzioni nel 2015 riportano ancora un calo (1,3%), tuttavia l’intensità della flessione risulta più contenu- ta. Tale previsione tiene conto delle valutazioni delle imprese associate Ance che indicano, per il 2015, per la prima volta dopo molti anni, un’aspettativa di moderazione della crisi e del positivo impatto sugli investimenti derivante dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilità per il 2015). A ciò si aggiungono alcuni provvedimenti relativi alle opere pubbliche che, sebbene non sufficienti ad invertire il ciclo, ne mitigano, tuttavia, già Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT) Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014 Elettrodomestici, Costruzioni 26 Industria Fusoria 6/2015 nel 2015, la flessione (ad esempio l’accelerazione dei programmi di edilizia scolastica, di mitigazione del rischio idrogeologico e la necessità di spendere i fondi europei della programmazione 20072013). In questo contesto un primo, seppur lieve segnale positivo emerge dall’indice Istat della produzione nelle costruzioni. L’indice corretto per gli effetti di calendario, evidenzia, infatti, a settembre 2015, un aumento dello 0,4% nel confronto con lo stesso mese del 2014. Si tratta del primo dato tendenziale positivo dopo quattro anni e mezzo di cali progressivi. Per trovare un altro valore in crescita bisogna, infatti, tornare a febbraio 2011. Pertanto il 2016, grazie anche alle misure introdotte nel Disegno di Legge per la Stabilità 2016, potrebbe rappresentare l’anno di svolta per il settore. Sul fronte del mercato immobiliare, l’abolizione dell’imposizione patrimoniale sulla prima casa, nonché la conferma del potenziamento delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici, rappresentano certamente elementi positivi. Il mercato globale di escavatori, impianti per il calcestruzzo, macchine per perforazione, frantumazione e asfaltature, gru e veicoli da cantiere sconta ancora il crollo del biennio 2008-2009 (-48%). Il 2015 resta comunque un anno difficile a livello mondiale, crescono solo India e Nord America. Pesano lo scoppio della bolla “cinese” che assorbiva 1/3 di tutte le vendite internazionali e la situazione in Russia (-70%). ECONOMICO Overview Fonderia Europea Paesi CAEF Fonte: Rielaborazioni dati CAEF, resi disponibili 2-3 Dicembre 2015, CAEF MD Meeting di Budapest Industria Fusoria 6/2015 27 ECONOMICO FOCUS Materie prime e Indicatori Assofond 28 Industria Fusoria 6/2015 Anime e stampi in sabbia stampati in 3D Produzione di anime e stampi complessi Riduzione dei costi di produzione, anche per piccoli lotti Totale libertà di progettazione CAD Accettiamo file STL, IGES, STEP,... Consultate i nostri esperti. 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Frank Höhn [email protected] Tel.: +49 2752 / 907 230 · Fax: +49 2752 / 907 49230 Elgraph® - Ricarburanti per una migliore efficienza E’ ben noto che oggi le ghise sono prodotte rispettando sia gli standard più elevati sia i controlli più stringenti. Elkem sta espandendo le proprie strutture produttive in Norvegia per far fronte alla crescente richiesta di Elgraph®. Sono state inoltre rese ancora più stringenti le specifiche del nostro prodotto, caratterizzato dal contenuto di Carbonio più elevato e da contenuti di Zolfo, Idrogeno ed Azoto tra i più bassi in assoluto. Il nostro particolare processo produttivo, caratterizzato da temperature molto elevate, garantisce l’ottenimento di ricarburanti con le seguenti proprietà: • Contenuto di Carbonio più elevato con alta frazione cristallina che assicura dissoluzione più rapida e maggiore riproducibilità delle aggiunte • Ridotto consumo energetico e migliore utilizzazione della capacità produttiva grazie al contenimento dei tempi di fusione • Valori molto bassi dei contenuti di Azoto e di Idrogeno che riducono i rischi di problemi correlati alla presenza di pinholes Il processo di produzione in continuo garantisce non solo la costanza della qualità ma permette anche di ottenere un prodotto dalle prestazioni molto stabili e caratterizzato dai seguenti vantaggi: Ή Continuity Ή Reliability Ή Sustainability • Riduzione del rischio di generare scarti di produzione • Riduzione del numero di campionamenti per quantificare le aggiunte di correzione • Riduzione dei problemi qualitativi in confronto a prodotti di altra origine (es. rottami da elettrodo) Per ulteriori informazioni, Contatti il Suo rappresentante locale Elkem. Elkem S.r.l. Via Giuseppe Frua, 16 20146 MILANO Tel. +39 02 48513270 Fax. +39 02 4817360 www.elkem.com/foundry O NOMICO EC MIC EC ON NO OM O IC ECO ECONOMICO O SaMoTer day 2015 osservatorio sul mercato mondiale delle macchine movimento terra Giovedì 10 dicembre alla Fiera di Verona ha debuttato la prima edizione di SaMoTer Day: un’intera giornata dedicata alle aziende e ai professionisti del settore del construction equipment e dell’edilizia. Si tratta di un momento di formazione e orientamento per addetti ai lavori che fa parte del percorso di avvicinamento alla prossima edizione di SaMoTer, salone internazionale triennale delle macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, in programma a Veronafiere dal 22 al 25 febbraio 2017. L’edizione 2017 di SaMoTer, oltre alla parte espositiva e commerciale, sarà centrata sulla gestione e prevenzione delle emergenze ambientali, con focus tematici sui cantieri antidissesto e sul piano del Governo #italiasicura che prevede investimenti per oltre 7 miliardi di euro e 3.500 interventi. Nel presente aricolo vi proponiamo una sintesi dell’outlook sulle macchine movimento terra e costruzioni realizzato da SaMoter in collaborazione con il Centro Studi Prometeia che ringraziamo per averci autorizzato alla riproduzione del contenuto del documento. 32 Industria Fusoria 6/2015 Macchine movimento terra e costruzioni: in due anni fuori dalla crisi L’osservatorio illustra le tendenze di mercato mondiali e nazionali per il prossimo biennio. Per il mercato delle macchine movimento terra nel 2016 inizia la ripresa. Dal prossimo anno, infatti, è attesa una ripartenza progressiva a livello mondiale che si consoliderà a fine 2017, con un totale di 880mila vendite, in crescita del 33% rispetto al consuntivo 2015. Trend positivo nel prossimo biennio anche per il comparto italiano che, dopo il crollo del 2007 (-72%), punta a chiudere il 2017 con 12.400 unità, in aumento del 44,8% sul risultato 2015. Il mercato globale di escavatori, impianti per il calcestruzzo, macchine per perforazione, frantumazione e asfaltature, gru e veicoli da cantiere scon- ECONOMICO ta ancora il crollo (-48%) del biennio 2008-2009. Il 2015 resta comunque un anno difficile a livello mondiale: nei primi nove mesi sono state vendute 61mila macchine movimento terra in meno (11%) rispetto allo stesso periodo del 2014. A livello di macro-aree crescono soltanto India (con 63mila unità) e Nord America (148mila unità). A pesare ancora lo scoppio della “bolla” cinese (-37%) che nel 2011 assorbiva un terzo di tutte le vendite internazionali e la situazione in Russia (-70%). Nonostante l’evoluzione positiva dell’attività edilizia, il Centro studi Prometeia stima una chiusura d’anno in perdita del 9 per cento. Le buone notizie per il comparto – sempre secondo le elaborazioni dell’Outlook SaMoTer-Veronafiere – arriveranno con il nuovo anno, per continuare nel 2017 con un lento ri-allineamento alla crescita dell’edilizia (880mila unità vendute; +33% sul 2015). Oltre ai mercati maturi di Nord America e Giappone, in Europa i maggiori contributi alla giungeranno, nell’ordine, da Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna. Tra gli emergenti, al primo posto l’India, seguita da America Latina. Per quanto riguarda l’Italia, dopo una continua accelerazione negli ultimi cinque trimestri, Prometeia valuta un consuntivo 2015 pari a 8.500 nuove macchine vendute (+27%) che Industria Fusoria 6/2015 33 ECONOMICO saliranno a oltre 12mila nel 2017 (+44,8% rispetto al 2015). L’Outlook SaMoTer-Veronafiere analizza anche l’andamento del settore costruzioni. Da segnalare le proiezioni relative all’India – tra i mercati più dinamici sia nell’edilizia residenziale che nel genio civile – che dovrebbe chiudere il 2015 a +5,6% degli investimenti, per salire ulteriormente a +6,9% nel 2016 e a +7,4% nel 2017. Si 34 Industria Fusoria 6/2015 consolida la ripresa nel Nord America, con un aumento del 5% previsto sia per il 2016 che per il 2017. La Cina nel prossimo biennio dovrebbe, invece, stabilizzarsi intorno ad una crescita media del 4%, mentre l’America Latina vedrà il segno positivo (+4,1%) soltanto a fine 2017, pur tra luci ed ombre: se Brasile e Venezuela sono in calo, migliora la situazione in Messico, Argentina e Colombia. Stime più caute per l’Europa occidentale: +2,2% nel 2016 e +3% nel 2017. Scendendo nel dettaglio del Vecchio continente, in Germania, nel 2016, farà da traino l’edilizia non residenziale, grazie ad un piano triennale di investimenti pari a 15 miliardi di euro. Il Regno Unito, invece, è pronto a varare un piano nazionale delle infrastrutture da 120 miliardi di euro nel biennio 2016-2017. Spostandosi ad est, in Russia continua la scia negativa, con investimenti ri- ECONOMICO dotti in tutti i comparti delle costruzioni: solo a partire dal 2017 si potranno vedere i primi segnali di crescita, soprattutto grazie all’avvio dei lavori per 17 miliardi di euro previsti per i Mondiali di calcio 2018. In Nord Africa e Medio oriente, infine, spiccano le opportunità di business in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto ed Iran. Sul fronte italiano, dopo la chiusura ancora in negativo prevista per il 2015 (-1,5%), si tornerà al segno positivo nel 2016 (+1,2%) e nel 2017 (+2,3%). Merito anche, nel 2016, della nuova Legge di stabilità che darà nuovo impulso agli investimenti nel mercato delle opere pubbliche grazie allo sblocco di 1 miliardo di euro nel Patto di stabilità dei comuni, cui si sommano i 500 milioni di eu- ro destinati all’edilizia scolastica e 8 miliardi di euro aggiuntivi del Piano di investimenti europeo per l’Italia. Le slide riportate nel presente articolo sono state curate ed illustrate da Prometeia in occasione del SaMoTer day. Ringraziamo Prometeia per la gentile autorizzazione alla loro pubblicazione. Industria Fusoria 6/2015 35 SIDERMETAL S.p.A. - Via Europa, 50 - 25040 Camignone di Passirano (BS) Tel. 030 654579 - Fax 030 654194 - E-mail: [email protected] - www.sidermetal.it O NOMICO EC MIC EC ON NO OM O IC ECO ECONOMICO O Amafond: convegno 2015 I protagonisti del mondo della Fonderia, dai Fornitori di impianti e prodotti, ai Fonditori, passando per i principali attori degli utilizzatori dei getti, come ormai tradizione, si sono dati appuntamento al Convegno annuale promosso da Amafond (Associazione Italiana dei Fornitori delle Fonderie) lo scorso 20 novembre a Rezzato nella suggestiva cornice di Villa Fenaroli a pochi chilometri da Brescia. berto Crapelli. Sotto i riflettori, come da previsione, il comparto dell’automotive, con una relativa lettura “critica” dei segni positivi che ne stanno contraddistinguendo gli ultimi mesi, ma anche i materiali sempre più impiegati nella produzione di autoveicoli dove, con sempre maggiore decisione, l’alluminio sembra sempre più impiegato oltre che nella tradizionale componentistica, anche nella carrozzeria e nella scocca. L’edizione del 2015 punta decisamente in alto e si arricchisce di autorevoli relatori e qualificati contributi che hanno concorso al successo del Convegno Amafond. Gli scenari dell’automotive e le prospettive italiane ed europee dell’Industria 4.0 sono stati i temi proposti. A moderare il convegno Amafond una voce molto conosciuta ed amata della radio, la giornalista economica di Radio 24 Debora Rosciani, che ha assicurato un ascolto piacevole, un’interazione simpatica con i relatori ed un buon coinvolgimento del pubblico. Nelle parole introduttive di Piero Starita non è mancato un richiamo esplicito all’importanza della Fonderia all’interno del nostro sistema Paese che resta saldamente al secondo posto nell’industria manifatturiera in Europa, anche grazie al contributo delle aziende Amafond che hanno concorso allo sviluppo delle Fonderie nel mondo, implementandone gli standard produttivi e qualitativi. Ripercorrendone l’intera filiera, hanno preso parte all’incontro il presidente di Amafond, Piero Starita; di Assofond, Roberto Ariotti, di ANFIA, Roberto Vavassori. Inoltre, sono intervenuti Pio De Gregorio (responsabile Business Analysis UBI Banca), Claudio Mus (presidente di Rheinfelden Alloys) e il CEO di Roland Berger, Ro- 38 Industria Fusoria 6/2015 “Il prudente ottimismo per la graduale ripresa che l’Italia stà vivendo non esime nessuno dall’adeguarsi alle nuove regole di un mercato globale completamente diverso” ha sottolineato Starita. “Abbiamo l’impressione che il vento sia cambiato; ci sono voluti sette anni di crisi; la manifattura ha chiesto e comincia ad ottenere riconoscimento sociale e morale. L’industria italiana va sostenuta nella sua complessità; l’arretramento di un settore è una sconfitta per tutti; il nostro paese, o forse meglio la nostra area geografica e culturale non vive, non può vivere di solo turismo. Industria 4.0 è la grande occasione per la manifattura italiana. Concludendo il suo intervento, Starita ha ribadito che Amafond non cesserà di sostenere Assofond ed i suo associati nelle loro iniziative perché crede nel mondo della Fonderia e sulla sua capacità di competere ed innovarsi. “Contiamo sulla continuità e nella innovazione delle fonderie, che sono Da sinistra: Pio De Gregorio, Debora Rosciani, Piero Starita, Roberto Ariotti, Roberto Vavassori. ECONOMICO Piero Starita è il nuovo Presidente Amafond Piero Starita è stato nominato Presidente dell’Associazione Italiana Fornitori Fonderie, Foundry Sales & Business Development Advisor dell’Azienda Laviosa Chimica Mineraria Spa, ritorna al vertice di Amafond dopo esserne stato Presidente dal 2008 al 2012. I Vice Presidenti dell’Associazione sono 4: Francesco Tieghi (Amministratore Delegato di Fomet Srl), Ciro Radice (Vice Presidente IMF Group) Maurizio Sala (Presidente di Foundry Ecocer Srl) e Amedeo Mazzon (Direttore Commerciale F.lli MAzzon Spa). Amafond riunisce 95 tra le più importanti Aziende del settore per un fatturato di 1.400 milioni di euro oltre il 75% dei quali realizzati grazie all’export. parte integrante del valore, del Know-how che tutti noi cerchiamo di affermare sui mercati del mondo.Vendendo i nostri prodotti, promuoviamo il nostro sistema industriale, il nostro paese, la nostra cultura”. Il Presidente di Assofond Roberto Ariotti ha rappresentato il panorama congiunturale del settore, condividendo i dati consuntivi del 2015 ed alcune proiezioni per l’anno 2016, non mancando infine di esprimere la propria soddisfazione per le sinergie positive frutto della collaborazione tra Amafond ed Assofond e dell’importanza che tale sodalizio possa crescere ulteriormente e produrre benefici per l’intera filiera. E’ seguito l’intervento di Ferdinando Pastore, che, rientrato a fine ottobre dalla direzione dell’ufficio ICE di Istambul, ha assunto la responsabilità del settore Meccanica, Energia ed Ambiente di ICE Roma. ITA, Italian Trade Agency, la nuova denominazione con cui si propone oggi l’ICE, resta il collegamento tra l’imprenditoria italiana e la ricettività dei mercati mondiali. L’agenzia ha individuato alcune aree mondiali di attenzione prioritaria quali: USA, Giappone, Turchia, Germania, India, Singapore, Regno Unito e Cina, confermandosi come supporto sia per le grandi che per le piccole e medie aziende italiane che intendono affrontare il più razionalmente possibile i mercati esteri, nell’ovvio assunto che l’internazionalizzazione è il vero propulsore della crescita. Pastore ha dato uno spunto interessante sullo storico rapporto di proficua collaborazione che Amafond vanta con l’Agenzia ICE. Relazione che come sottolineato dallo stesso Presidente Starita è stata una delle carte vincenti nell’impegno di Amafond a sostegno del processo di internazionalizzazione delle aziende Associate. Roberto Vavassori Presidente di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) ha offerto ai presenti un aggiornamento sugli scenari e tendenze del mercato mondiale dell’Automotive con alcune riflessioni sulla vicenda Volskwagen in particolare sulle possibili ricadute sui consumatori, mercato e ambiente. Vavassori con dati alla mano ha proposto una panoramica esaustiva del settore dell’auto che dà segnali positivi invitando comunque ad una lettura “critica” dei dati della produzione e del mercato degli autoveicoli nel nostro Paese. “Non lasciamoci ingannare dagli incrementi a doppia cifra: – spiega il presidente – sono aumenti che vanno ricondotti esclusivamente alla ripresa della produzione di Melfi. Sono, ovviamente, segnali positivi, ma nel nostro paese si continua a produrre un decimo di quanto non si faccia in Germania ed un terzo della Francia”. Nei primi nove Industria Fusoria 6/2015 39 ECONOMICO mesi dell’anno in corso, in Italia sono state prodotte 493.000 unità (+69% rispetto al periodo gennaio – settembre 2014). Si tratta di una crescita importante, ma che va anche confrontata ad altre nazioni. “In Marocco, ad esempio, il prossimo anno verranno realizzate 260 mila autovetture, mentre in Iran saranno oltre 900 mila e con tecnologia francese” afferma Vavassori. È rilevante anche dare uno sguardo al mercato dell’auto che nell’anno in corso e rispetto al precedente ha fatto segnare un +14,5%: nel perio- do gennaio – ottobre, si sono registrate 1.330.005 immatricolazioni. “Ma nel 2007 erano 2.494.115” continua il presidente. A livello europeo, ottobre è risultato un mese «piatto, dove – seppure su numeri alti – anche il Regno Unito ha fatto segnalare un -1%”. Pio De Gregorio (Ubi Banca) attraverso il suo intervento ha saputo redigere un quadro completo sugli scenari macroeconomici del settore e sulle prospettive future. 40 Industria Fusoria 6/2015 ECONOMICO Claudio Mus (Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. - Germania) in qualità di esperto del settore dell’auto ha focalizzato il suo intervento sulle prospettive di sviluppo del settore alluminio ed in particolare per l’automotive in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Mus ha illustrato alla platea la situazione europea del mercato dell’alluminio, impiegato principalmente nel settore Transport per ragioni ben note agli addetti ai lavori: l’alluminio permette un importante alleggerimento dei veicoli, con pre- Industria Fusoria 6/2015 41 ECONOMICO stazioni superiori abbinate ad estetica, riduzioni dei consumi di carburante e delle immissioni. Il 75% delle fusioni di alluminio è assorbito dal settore automotive grazie all’elevata conducibilità termica e all’ integrazione di funzioni. L’industria 4.0: nuove opportunità per il rilancio dell’industria manifatturiera È ormai assodato che nella storia si siano verificati tre momenti fondamentali che hanno mutato inevitabilmente le caratteristiche dell’industria, meglio noti come rivoluzioni industriali: l’introduzione della macchina a vapore (tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800), l’introduzione dell’elettricità (alla fine del 1800) e l’avvento massiccio dell’elettronica e dell’informatica (a partire dal secondo dopoguerra del XX secolo). Ognuno di questi accadimenti rappresenta quello che Schumpeter definisce innovazione radicale, ossia l’incarnazione di 42 Industria Fusoria 6/2015 un’invenzione in un nuovo prodotto o servizio rappresentante una rottura con l’esistente e capace di generare nuove industrie e nuovi mercati. A seguito di ogni innovazione radicale, ci sono poi innovazioni incrementali, ovvero quelle che comportano un miglioramento di processo, prodotto o servizio rispetto ad un design esistente. Ed infatti, a seguito di ognuna delle tre rivoluzioni industriali sono seguiti decenni di progressi incrementali, fino ad arrivare ai nostri giorni. È opinione di molti, però, che il mondo si trovi oggi alla soglia di un altro cambiamento profondo, ossia di una quarta ondata di progresso tecnologico legata alle tecnologie industriali digitali nei processi manifatturieri, giungendo dunque a parlare di “Industria 4.0”, “Smart Industry” o “Advanced Manufacturing”. Alla base di questo nuovo modello produttivo si rintraccia una rottura tecnologica caratterizzata dalla fusione tra il mondo reale degli impianti industriali e il mondo virtuale della cosiddetta “Internet of Things”. In questa trasformazione – non tanto tecnica quanto processuale – macchine, prodotti e sistemi saranno collegati lungo la catena del valore al di là della singola impresa: questi sistemi connessi (definiti anche come “cyberphysical system”) potranno interagire tra loro utilizzando protocolli Internet standard e potranno analizzare i dati per prevedere il fallimento degli eventi e auto-configurarsi per adattarsi ai cambiamenti. La raccolta e l’analisi dei dati renderà, dunque, i processi più veloci, più flessibili e più efficienti per produrre beni di qualità superiore a costi ridotti. Ciò, a sua volta, consentirà il miglioramento dell’economia e favorirà la crescita industriale, modificando il profilo della forza lavoro e cambiando la competitività delle imprese. La nuova fabbrica, digitale e flessibile, si caratterizzerà, dunque, per alcune condizioni: • il flusso di comunicazione interno sarà continuo e in tempo reale fra le postazioni di lavoro, integrando produzione e magazzino; • la facoltà di comunicare apporterà alla linea capacità au- ECONOMICO todiagnostica e permetterà il controllo a distanza della produzione, mentre la flessibilità dei sistemi permetterà di personalizzare i prodotti in funzione della domanda; • la catena di produzione sarà ricostruita e simulata in un ambiente virtuale, per testarla, risolvere i problemi a monte e consentire l’addestramento del personale; • la fabbrica sarà “smart” anche nell’approvvigionamento di energia, il quale avverrà in modo sobrio, senza sprechi e al minor costo possibile. All’uomo resterà il compito essenziale di controllo e correzione dei parametri di produzione, oltre che l’apporto creativo. Dall’inizio del secolo ad oggi il peso dell’industria nella creazione del valore si è lentamente trasferito alle economie emergenti, tanto che in vent’anni il valore aggiunto dell’industria manifatturiera, che nel ‘91 era concentrato per l’80 per cento nelle aree tradizionalmente sviluppate (Europa occidentale, Nordamerica e Giappone), si è lentamente trasferito ai paesi emergenti, i quali a loro volta sono passati a rappresentare il 50 per cento del valore aggiunto manifatturiero, raddoppiando la percentuale di due decenni prima. Nei prossimi quindici anni, però, i paesi tradizionalmente sviluppati, e in particolare quelli europei, avranno la possibilità di riprendere una parte del terreno perduto, ammesso che riescano ad utilizzare la digitalizzazione per dare risposte più rapide alle richieste del mercato. Il caso emblematico e un po’ simbolico della rivoluzione prossima ventura, è quello delle stampanti 3D e della capacità del sistema di trasferire in un software i vecchi oggetti chiamati prototipi per farli tornare oggetti nel laboratorio dell’anello produttivo a valle: un sistema che non serve solo a risparmiare costi di produzione e di trasferimento dei materiali, ma che consente soprattutto di tagliare i tempi e aumentare la velocità di risposta. Roberto Crapelli - Amministratore Delegato di Roland Berger Italia, società di consulenza strategica - afferma che “non sarà molto importante possedere l’intero ciclo produttivo ma individuare l’anello di quel ciclo in cui si concentra il valore», ed aggiunge che «non sarà tanto importante essere grandi quanto essere flessibili e veloci nella risposta ai cambiamenti”. Per definire meglio questo nuovo modello di integrazione industriale Crapelli, ha spiegato come, in Germania, il concetto di Industry 4.0 sia già una realtà ben avviata che sta vedendo il coinvolgimento attivo sia del Governo che della Confindustria tedesca. Alcuni grandi gruppi industriali europei si stanno affacciando a questo nuovo paradigma industriale, come Siemens, Bosch, Rolls Royce e, proprio per questo, vista la velocità del mercato, è necessario non perdere terreno nei confronti delle nostre dirette concorrenti nel settore manifatturiero. Le difficoltà, però, sono di natura economica, perché è un modello che necessità di lungimiranza, pazienza ed una forte vision verso quello che potrà essere il mercato di domani. Un modello industriale a struttura iperconnessa necessita di inve- Industria Fusoria 6/2015 43 ECONOMICO dello o quello tedesco dove s’ipotizzano investimenti statali nella ricerca e nella innovazione. Le potenzialità, dunque, sono enormi ma gli investimenti necessari non sono indifferenti. Per l’Europa, osserva lo studio di Roland Berger, l’obiettivo è di tornare al 20 per cento di valore aggiunto manifatturiero rispetto al 15 per cento attuale, ma per ottenere ciò è necessario investire nel Vecchio Continente 1.300 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, ossia 60 miliardi di euro all’anno. stimenti massicci. L’Italia deve scegliere quale modello seguire, quello statunitense dove il 44 Industria Fusoria 6/2015 ruolo dello Stato è principalmente quello di semplificare le attività di sviluppo di tale mo- Secondo la società Roland Berger, qualora la scommessa riuscisse, gli effetti non saranno solo finanziari: si prevede, infatti, che entro il 2030 il numero di addetti dell’industria potrà salire dai 25 milioni del 2011 ai 31 della fine del prossimo decennio, ovvero sei milioni di posti di lavoro in più. Inaspettatamente, quindi, secondo gli analisti la digitalizzazione dell’industria potrebbe restituire una parte dell’occupazione che l’introduzione dei robot aveva eliminato a partire dalla fine degli anni ‘70. Certo non sarà un ritorno all’industria novecentesca dove produzione e occupazione erano di massa, ma una nuova industrializzazione di qualità. Da qui alla fine di questo decennio già si vedrà se l’Italia dell’industria avrà avviato la sua rivoluzione e alla fine del successivo vedremo se l’avrà anche vinta. Industria 4.0: nulla è lasciato al caso, l’efficienza del sistema dipende dall’integrazione e dalla connessione. Questa è la filosofia alla base di questo nuovo paradigma industriale che si basa sull’uso di 9 diverse tecnologie messe al servizio di un’impresa: cyber security, big data, realtà aumentata, radio frequency identification, tracking, stampa 3D e connessione degli impianti, prototipazione rapida, cloud computing, robotica. Un percorso che già si sta sviluppando anche negli Stati Uniti e in Francia. ECONOMICO Come per l’edizione precedente, anche per quest’Anno il convegno si è concluso con la consegna degli award alla carriera a personaggi che hanno contribuito particolar- mente allo sviluppo dell’Industria Fusoria Italiana e nel Mondo. La serata si è conclusa piacevolmente con cena e intratte- nimento musicale con la cantante americana Joyce Elaine Yuille, voce elegante, potente e passionale apprezzata dai più importanti festival e jazz club del circuito. AWARD ALLA CARRIERA per il contributo alla storia dell’Industria Fusoria Italiana e Internazionale per la categoria FONDITORI NON FERROSI per la categoria FONDITORI FERROSI per la categoria FORNITORI FONDERIE Industria Fusoria 6/2015 45 Soluzioni per i Clienti focalizzati sulla redditività a lungo termine. Le nostre soluzioni offrono un vero e proprio valore aggiunto. Un esperto ASK Chemicals è a disposizione per voi: Telefono: +49 211 71103-0 E-mail: [email protected] www.ask-chemicals.com O NOMICO EC MIC A. Donato ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Il business ci aspetta là fuori, come arrivarci? PARTE 1 Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose (A. Einstein) Da sempre la crescita di un’azienda è correlata alla sua espansione sul territorio in termini di quota di mercato, aumento del fatturato, incremento del parco clienti, sviluppo dei canali di distribuzione dei prodotti, copertura commerciale. Peccato che per la maggior parte delle aziende il “mercato” primario sia quello locale, intendendo con ciò l’area d’influenza della propria attività. Quello che ha messo maggiormente in crisi il sistema delle PMI, però, è la declinazione del concetto stesso di localizzazione; infatti, secondo una recente indagine ISTAT le nostre Piccole-medie imprese sono ancora fortemente dipendenti dal mercato domestico, anzi da un mercato regionale, provinciale o addirittura limitrofo. Quando in questo paese bloccato si discute, spesso senza cognizione di causa, dei processi di internazionalizzazione delle imprese, si affronta il problema con troppa superficialità e poca comprensione dei numeri: 600.000 imprese campano bene o male di un mercato che ha un raggio di forse non più di 50 km attorno alla propria sede, la gran parte delle quali non ha alcuna intenzione o possibilità di andare all’estero. 48 Industria Fusoria 6/2015 Se non si riesce a comprendere una volta per tutte che la sopravvivenza del nostro sistema economico non può più dipendere in prevalenza dallo stato della domanda nazionale, se ci si continua a cullare nell’illusione che le nostre imprese siano da tempo aperte e competitive sui mercati internazionali, si commette un errore banale, quello di non leggere in modo corretto i dati statistici delle nostre imprese. Scorrendo i dati pubblicati nel rapporto “Mercati, strategie e ostacoli alla competitività” che registra lo stato di oltre un milione di imprese con almeno 3 addetti, emerge che “Il 57,8 % delle imprese dell’industria e dei servizi con almeno 3 addetti svolge la propria attività esclusivamente su un mercato locale; circa una su cinque amplia il suo raggio di azione al mercato nazionale e una quota di poco superiore si affaccia anche sui mercati esteri.” Quindi solo poco più del 20% del totale delle imprese italiane ha uno sbocco sui mercati dell’export e il 60% vive addirittura di un mercato per lo più comunale o provinciale; questa è la scomoda realtà che va affrontata e gestita: per l’80% delle piccole e medie imprese esiste solo il mercato domestico, ed in particolare quello di prossimità! La ripartizione tra classi dimensionali rende un’immagine più chiara ma non certo esaltante: solo le imprese con oltre 50 addetti raggiungono un livello vicino al 50% nella presenza sull’estero, si tratta però di meno di 25.000 aziende (Figg. 1 e 2). Questi dati sono leggermente migliorati lo scorso anno che ha visto una quota significativa di aziende che si sono affacciate ai mercati esteri con sempre maggiore convinzione, ma non tanto da far passare in secondo piano che, pur essendo l’Italia ancora annoverata tra le prime 8 potenze industriali, l’Export italiano pesa nel 2014 solo il 2,8% del Commercio mondiale. Eppure, I prodotti italiani, e più in generale i risultati dell’ingegno, della creatività, della competenza, della tradizione dei nostri imprenditori sono ampiamente apprezzati, richiesti, ammirati in tutto il mondo. Con un mercato interno che non potrà più crescere od almeno recuperare la situazione economica pre-crisi, da parte delle imprese dovrà essere fatto ogni sforzo possibile per promuovere la propria crescita tramite un sempre più convinto, determinato, pianificato sbocco all’estero. Logica e condivisibile afferma- ECONOMICO zione, ma cosa si può fare quindi in concreto? È bene essere subito realisti e concreti sfatando il mito da molti coltivato che basta trovare un buon distributore oppure un bravo venditore nel Paese estero, magari partecipando a qualche (costosa) fiera in giro per il mondo, per risolvere il problema dell’incremento della quota di esportazione sul fatturato complessivo. zione molto diverso dal più conosciuto mercato domestico. Questo approccio richiede sostanzialmente 3 requisiti di base per affrontare efficacemente e con possibilità di ritorni significativi la sfida della crescita all’estero: • Progettualità • Organizzazione • Risorse Certamente le PMI sono meno attrezzate della grande industria su questo versante, ma esistono soluzioni operative sostenibili, immediate ed a basso impatto sui conti aziendali che possono facilitare l’espansione su nuovi mercati. Vendere all’estero non significa di certo internazionalizzare la propria azienda: spedire bancali in diversi Paesi può dare un beneficio in termini di ricavi ma non necessariamente sulle marginalità. Quanti costi occulti o imprevisti rendono l’operazione poco conveniente o a basso ritorno? Quanto pesa la mancanza di progettualità, pianificazione ed organizzazione sul risultato complessivo? Come controllare le politiche commerciali e lo sviluppo del mercato standosene a casa? Sgombriamo il campo da facili illusioni: internazionalizzare significa compenetrare il mercato del Paese, entrare in sintonia con esso, studiandone le caratteristiche, il sistema economico e normativo, le aspettative e gli scenari allo scopo di adattare la propria offerta e le proprie strategie ad un ambiente per defini- Innanzitutto si possono utilizzare temporaneamente figure professionali esterne come Project Leader, per condurre l’analisi di fattibilità ed organizzare la struttura per gestire i clienti ed i partner esteri. Pur essendo un profilo ad alta specializzazione ed esperienza, si possono reperire con relativa facilità Temporary manager referenziati e qualificati, cui affidare lo studio e l’impostazione di un progetto di internazionalizzazione. In secondo luogo, il problema della scarsità del budget di investimento per l’Export può essere affrontato e risolto con una logica di gruppo: si possono cioè realizzare aggregazioni temporanee o permanenti di imprese per condividere spese e rischi di un progetto di comarketing, commercializzazione e distribuzione in uno o più territori oltreconfine. Le Associazioni di rappresentanza e di categoria possono sotto questo a spetto giocare un ruolo determinante, che consiste nel promuovere ed organizzare tavoli di lavoro finalizzati alla creazione di uno o più Pool di aziende associate o collegate alle stesse. Questo approccio consentirebbe sia un limitato esborso per l’acquisizione dei servizi di Export management, ma soprattutto una proficua sinergia tra le partecipanti al progetto nella condivisione delle esperienze. Nel prossimo articolo vedremo quali siano i passaggi chiave di un progetto: dal come condurre un Audit aziendale finalizzato all’internazionalizzazione, ai criteri organizzativi richiesti fino ai punti salienti di un piano strategico. Andrea Donato - Export Project Manager Jerva Casting Corporation. (segue) Una nave in un porto è al sicuro, ma non è questo lo scopo per cui è stata costruita (William Shedd) MANIFATTURIERO PICCOLE IMPRESE 837.000 63,2% 18,4% 18,3% locale nazionale estero MEDIO-GRANDI IMPRESE 20.750 23,7% 28,1% 48,2% locale nazionale estero MEDIE IMPRESE 185.000 37,8% 27,7% 34,5% locale nazionale estero GRANDI IMPRESE 3.450 15,1% 35,7% locale nazionale Fonte: ISTAT, rapporto “Mercati strategie e ostacoli alla competitività” 49,2% estero PICCOLE IMPRESE 139.083 MEDIE IMPRESE 66.563 36,6% 24,6% 38,7% locale nazionale estero 57,5% 16,7% 25,9% locale nazionale estero COMMERCIO PICCOLE IMPRESE MEDIE IMPRESE 225.365 36.483 60,6% 16,4% 23,0% locale nazionale estero 42,9% 25,5% 31,6% locale nazionale estero Fonte: ISTAT, rapporto “Mercati strategie e ostacoli alla competitività” Figg. 1 e 2 Industria Fusoria 6/2015 49 O NOMICO EC MIC EC ON NO OM O IC ECO ECONOMICO O Nuovo impianto alla Imic “Investiamo sul futuro” Mercoledì 11 novembre 2015 è stato inaugurato in Imic il nuovo impianto di prerivestimento sabbie a basso impatto ambientale presso lo stabilimento di Silvano Pietra. Imic è attiva dal 1954 nel settore delle sabbie prerivestite per anime e gusci usati nella fusione di qualsiasi metallo o lega, di sabbie silicee pregiate e sabbie sintetiche. Fornisce alla clientela prodotti di alta qualità, unitamente ad un attento servizio di assistenza tecnica grazie all’elevata competenza del personale, al contributo delle consociate italiane, Satef Hüttenes Albertus di Vicenza e Sidersabbie, e alla partecipazione del Gruppo multinazionale Hüttenes Albertus di Düsseldorf. La giornata è stata inoltre occasione per celebrare una storica ricorrenza quale i 40 anni di collaborazione tra la Capogruppo Satef-HA e Hüttenes Albertus GmbH. L’evento, tenutosi nel suggestivo Castello di San Gaudenzio, ha voluto sottolineare l’impegno e 50 Industria Fusoria 6/2015 la volontà del Gruppo a continuare ad investire nonostante le difficoltà economico-politiche del momento. All’incontro sono intervenuti il sindaco di Silvano Pietra Luciano Antonio Calderini e l’assessore provinciale ai trasporti Paolo Gramigna. Per Confindustria Pavia il presidente Piccola Industria Ing. Montagna, il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Marco Salvadeo e il direttore Francesco Caracciolo. In rappresentanza delle associazioni di categoria il presidente Amafond Piero Starita, il direttore Amafond Fabrizio Carmagnini e il Presidente Assofond Roberto Ariotti. Erano inoltre presenti i soci, i membri del cda e del collegio sindacale di Satef ed Imic e molti dipendenti del Gruppo. Il presidente Imic, Alberto Castegnaro, ha aperto il convegno ripercorrendo le tappe storiche delle aziende, dalla nascita della Satef nel 1946 fino alla partecipazione nella Società della Hüttenes Albertus nel 1975. Nel susseguirsi degli interventi è stata più volte evidenziata l’importanza in Italia dell’industria di base, che deve continuare ad essere presente in ambito nazionale come terreno fertile per lo sviluppo di tutti gli altri settori e come opportunità di ripresa economica e produttiva. Le Autorità intervenute hanno espresso soddisfazione per la scelta fatta da Imic di proseguire la propria crescita con attività di produzione innovative, segnali indiscutibili di ottimismo, coraggio e fiducia nel futuro, mantenendo sempre l’impronta di azienda a misura d’uomo pur in un contesto internazionale. Innovative Metal Treatment Solutions 3HJHWHJP[nKPHKH[[HTLU[VKLSSHNOPZH HSSLKPMMLYLU[PYPJOPLZ[LKLSTLYJH[VULS JVYZVKLNSPHUUPuILUKPTVZ[YH[HKHP YLJLU[PZ]PS\WWPKLPU\V]PJVTWVULU[PH ZLaPVULZV[[PSL7LYHUUPPTL[HSS\YNPZ[P OHUUVHTWSPH[VSHMHTPNSPHKLSSLNOPZL! KHSSHNOPZHNYPNPHHSSHZMLYVPKHSLLZ\J JLZZP]HTLU[LHSSH]LYTPJ\SHYLHSSH:P4V HSSLSLNH[LMPUVHNP\UNLYLHSSHU\V]H NHTTHKPNOPZLHKHS[VZPSPJPV::- 3HNOPZH::-YPZWVUKLHSSHULJLZZP[n KPYPK\aPVULKLPWLZPPTWVZ[HKHPZL[[VYP KLSSºLULYNPHLVSPJHLKLSS»H\[VTVIPSL!JVU X\LZ[H[PWVSVNPHKPNOPZHZPZVUVV[[LU\[L YPK\aPVUPKPWLZVWHYPHS\UP[HTLU[L HKH\TLU[PKPYLZPZ[LUaHLK\[[PSP[n5\V]L NOPZLNLULYHUVU\V]LZMPKLWYVK\[[P]L ,SRLTOHZ]PS\WWH[V\UWHJJOL[[VWYVKV[[P WLYZVKKPZMHYLX\LZ[LLZPNLUaLLKHP\[HYL PWYVWYPJSPLU[PHWYVK\YYLX\LZ[HU\V]H NHTTHKPNOPZLJVULMMPJPLUaHLKLSL]H[P SP]LSSPX\HSP[H[P]P =PZP[H[LPSUVZ[YVZP[V^^^LSRLTJVT MV\UKY`VJVU[H[[H[LPS=VZ[YVYHWWYLZLU [HU[LSVJHSL,SRLTWLY\S[LYPVYPPUMVYTH aPVUP ,SRLT:YS =PH.P\ZLWWL-Y\H 403(56 ;LS -H_ Riduci gli sprechi e aumenta la tua competitività In un contesto in cui l’ottimizzazione di tutti centri di costo è necessaria per mantenere competitività soprattutto rispetto a competitors esteri, diventa cruciale e strategico estendere tale attività anche alle utilities energetiche. GESTIONE ENERGETICA Riduzione dei consumi per unità di prodotto • Variabili controllabili internamente • Ampi margini di intervento • Consolidamento dei savings MONITORAGGIO CONTINUO PROGRAMMARE FARE VERIFICARE AGIRE O NOMICO EC MIC G. Bigliardi ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Grande successo di MicroTech, quarta edizione del “Cast Investment Coaching” in ATS-Microfound Più di 90 persone, provenienti dalle aree acquisti, tecnico, ricerca e sviluppo e qualità, di 42 diverse aziende, hanno partecipato il 6 ottobre a MicroTech, quarta edizione in ATS-Microfound del workshop dedicato alla tecnologia della fusione di precisione a cera persa. Appuntamento formativo ormai consolidato (quarta edizione nello stabilimento ATS a Sasso Marconi, ma ottava nella storia di Microfound) negli anni ha raccolto sempre più adesioni, confermando l’interesse di tante aziende ad avvicinare questa tecnologia e nuove opportunità di progettazione. In Italia la conoscenza della fusione a cera persa è ancora poco sviluppata e poco utilizzata, anche a fronte dei numerosi vantaggi tecnico economici e la possibilità di applicazione in quasi ogni settori industriale, dall’automotive al medicale, macchine automatiche, oil&gas, armiero, nautica, sportivo, aeronautica, tanto per citarne alcuni. In microfusione è possibile produrre sia piccole che grandi serie di particolari di forma complessa, in materiali spesso difficil- mente lavorabili, con tolleranze molto ristrette, ma con risultati ottimali dal punto di vista della qualità e dell’estetica del pezzo. Microfound dedica ogni anno più di una giornata alla divulgazione della conoscenza della microfusione, sia con i workshop organizzati in azienda, che con i corsi effettuati all’interno di grandi gruppi industriali, per i programmi di formazione tecnica degli uffici progettazione, atti a sviluppare le competenze sui processi industriali. Il workshop in stabilimento ha il valore aggiunto di poter vedere direttamente il processo, attraverso la visita guidata ai reparti produttivi, fondamentale per conoscere la tecnologia e per capire i tempi e le modalità del progettare in microfuso. Nella parte di aula si approfondiscono gli aspetti più tecnici. Quest’anno particolare attenzione è stata rivolta alla progettazione in fusione a cera pesa - con la partecipazione di un nostro cliente che ha presentato un case history - e ai servizi precompetitivi 54 Industria Fusoria 6/2015 ECONOMICO ATS-Microfound Crogiolo. ATS-Microfound - forno roll over. La sfida di Microfound è dunque quella di far conoscere sempre più la tecnologia della fusione a cera pesa, offrendo al cliente degli input progettuali e una collaborazione strategica, per essere un partner realmente affidabile e propositivo, capace di fornire un prodotto finito sempre più competitivo. Per informazioni: Gianna Bigliardi [email protected] ATS - Open day 6ottobre 2015. che Microfound mette a disposizione del cliente: prototipazione rapida, cast engineering, simulazione di colata. Tutto esemplificato da diversi casi, a testimoniare anche il forte rapporto di partnership che Microfound crea con il cliente fin dalle prime fasi di progettazione, per trovare le soluzioni migliori, superare le problematiche e ottimizzare tempi e costi. Workshop ATS - sala rivestimenti. Industria Fusoria 6/2015 55 O NOMICO EC MIC S. Priori ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Rischio ambientale La classica polizza di responsabilità civile aziendale (Rct/o), anche se integrata con l’estensione all’ “inquinamento accidentale”, risulta inadeguata a garantire la copertura del vero e proprio “rischio ambientale” sia in termini di ampiezza di copertura che di massimali prestati. Questa inadeguatezza si è ulteriormente accentuata alla luce delle recenti novità legislative in materia. Già il D.Lgs. 2006 n. 152, che aveva recepito la direttiva europea CE-2004-35 sulla responsabilità ambientale, intendeva introdurre un regime di prevenzione e “riparazione” del danno ambientale. Pertanto l’operatore il quale, attraverso la propria attività, abbia causato un danno ambientale o esista minaccia imminente e/o latente di tale danno, viene considerato finanziariamente responsabile delle misure di prevenzione o ripristino necessarie. L’inquinamento è considerato sempre e comunque un danno contro la collettività e il “terzo” è, in primis, lo Stato, e solo successivamente, la persona giuridica o fisica danneggiata. L’azienda che rileva la presenza di un inquinamento (dell’aria, dell’acqua, del suolo) è obbligata entro 24 ore, a denunciarlo all’autorità. Da quel momento ha il dovere di limitare il danno, di mettere in atto delle misure di messa in sicurezza d’emergenza (MISE), di riportare il terreno, lo specchio d’acqua, l’habitat o le specie naturali pro- 56 Industria Fusoria 6/2015 tette danneggiate, alla condizione precedente (ripristino) o, se questo non è più oggettivamente possibile, a sostituirli e attuare le necessarie opere di bonifica. Va evidenziato che i soli accertamenti avviati a seguito di denuncia obbligatoria di una possibile situazione di inquinamento possono comportare pesanti esborsi per la società assicurata (salvo poi appurare, in certi casi, che il rischio non sussisteva…). Con specifica polizza è possibile coprire: • le spese di messa in sicurezza d’emergenza; • la responsabilità civile ambientale verso terzi da evento di inquinamento imputabile all’Assicurato; • il danno ambientale all’acqua, al suolo, agli habitat e specie naturali protette; • i costi di bonifica / ripristino del sito e/o presso terzi imposti dalla legge o dall’Autorità Locale. Alcuni Sottoscrittori sono poi disponibili ad integrare le suddette garanzie con l’estensione ai danni derivanti da interruzione di attività dell’Assicurato. In conclusione, un’importante precisazione a seguito dell’introduzione, con legge 68/2015, di un nuovo titolo nel codice penale dedicato espressamente ai delitti contro l’ambiente. L’aver attivato una polizza può in parte neutralizzare o, meglio, “mitigare”, eventuali responsabilità penali. La nuova legge n. 68/2015 prevede infatti, da un lato, una diminuzione di pena in caso di ravvedimento operoso e, dall’altro, soprattutto, una esenzione dall’applicazione della confisca per il soggetto che abbia efficacemente provveduto, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento, alla messa in sicurezza, alle attività di bonifica e ripristino dell’ambiente come stabilito dalla legge. Stefano Priori - B&S italia spa Milano. di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc Via P. Tamburini, 2/4 - 25136 Brescia Tel. 030.2092656 - Fax 030.2099868 www.abrasystem.it [email protected] [ EKW Italia S.r.l. via del Lavoro 21, 20863 Concorezzo (MB) Italy Tel. + 39 039 628031 Fax. + 39 039 6280322 www.ekw.it [email protected] Refrattario e servizio nel sistema DOG AN ICA DOG AM AN A A A CA MI DOGANA AMICA Nasce dogana Amica al servizio delle Associate Assofond DOGANA AMICA In un contesto mondiale incentrato sulla liberalizzazione e rapidità degli scambi commerciali, lo scenario doganale di riferimento si è fortemente evoluto. Assofond in collaborazione con Easyfrontier (società di consulenza in materia doganale) propone alle Fonderie Associate l’opportunità di utilizzare la Dogana come ulteriore leva competitiva rispetto alla concorrenza sui mercati internazionali. Per questo nasce il Progetto Dogana Amica con lo scopo di rendere sempre più partecipi le associate del nuovo ruolo delle Dogane che, in aggiunta alla tradizionale tutela degli interessi erariali, sono chiamate a svolgere anche attività di servizio all’economia internazionale. Si ritiene infatti utile mettere in risalto come il sistema doganale sia finalmente uscito dallo stereotipo dei controlli fisici pressoché sistematici alle frontiere, per connotarsi sempre più quale preziosa leva strategica per l’azienda stessa per le ricadute che può avere sulle scelte di politica commer- 60 Industria Fusoria 6/2015 ciale di vendita e/o di approvvigionamento dei fattori produttivi all’estero. Da un certo punto di vista, quindi, le variabili della politica doganale, quali ad esempio, l’origine della merce, così come il sistema tariffario vigente in un Paese, costituiscono elementi rilevanti da valutare con oculatezza, al pari della qualità ed economicità delle materie prime e dell’affidabilità del fornitore. Convenzione Assofond-Easyfrontier Assofond ha siglato con Easyfrontier una convenzione allo scopo di mettere a disposizione delle proprie associate che operano con l’estero, le competenze e l’esperienza dei professionisti che attraverso la propria consulenza agevolino la fluidità e l’efficienza delle operazioni doganali connesse agli scambi internazionali. Le associate Assofond potranno, inoltre, beneficiare di tariffe scontate in riferimento ai servizi offerti da Easyfrontier, società esperta in consulenza doganale e gestione delle problematiche in ambito import/export secondo le normative nazionali e comunitarie, oltre che assistenza e consulenza e formazione su tematiche quali ad esempio “Origine delle merci”, “Made in Italy”, “Incoterms”, “Dual Use”. I Workshop “Metodologie, implicazioni e rischi nella gestione dell’origine dei prodotti: le dichiarazioni dei fornitori in materia di origine” Lo scorso 1 dicembre ha avuto luogo a Corte Franca (Brescia) il primo Workshop del ciclo di incontri a carattere formativo sul tema “Metodologie, implicazioni e rischi nella gestione dell’origine dei prodotti: le dichiarazioni dei fornitori in materia di origine”. Scopo di questo primo appuntamento era quello di rimarcare l’importanza di un’adeguata conoscenza della materia doganale per conseguire benefici sia in termini di razionalizzazione dei costi e di riduzione dei rischi che di massimizzazione dei vantaggi. Con l’aumento delle operazioni internazionali sono inoltre aumentati anche i controlli dell’Agenzia delle dogane. Diventa pertanto necessario conoscere le principali aree di rischio doganale: origine preferenziale (e non) della merce, attestazione dell’origine preferenziale specialmente in relazione alla c.d. “dichiarazione del fornitore”. DOGANA AMICA Il seminario ha rappresentato l’occasione per comprendere, programmare ed eliminare i rischi in tali operazioni, gestendo, così, in maniera adeguata la pratica doganale e le problematiche connesse, mettendosi al riparo da inutili e costose controversie. Nel corso dell’incontro i partecipanti hanno avuto, inoltre, l’occasione di usufruire di una sessione di assistenza consulenziale totalmente gratuita durante la quale hanno richiesto ed ottenuto prontamente, informazioni, delucidazioni ed indicazioni su quesiti aziendali specifici. FOCUS DEL I WORKSHOP (a cura di Alessandro Di Simone Easyfrontier - R&D Coordinator) L’origine delle merci, unitamente alla corretta classificazione, rappresenta uno degli elementi la cui determinazione è indispensabile per una corretta applicazione della fiscalità doganale. Infatti, l’attribuzione dell’origine alle merci è fondamentale per: • applicazione della tariffa doganale; • applicazione di misure di politica commerciale (es., dazi antidumping, contingenti); • marchiatura dei prodotti, made in L’origine può a sua volta suddividersi in: • Origine non preferenziale ovvero il luogo di produzione del bene o (per gli articoli che sono prodotti con materiali di differenti origini) il luogo dove lo stesso ha subito l’ultima trasformazione sostanziale. Il criterio dell’ultima trasformazione si applica in tutti quei casi in cui le componenti non siano originarie di un singolo Paese e/o la lavorazione venga effettuata in un Paese differente rispetto a quello dei materiali che lo compongono. • Origine preferenziale governata da regole pattizie stipulate tra gli Stati firmata- ri di accordi bilaterali o plurilaterali (Free Trade Agreements, FTA). ORIGINE NON PREFERENZIALE Le regole d’origine non preferenziale si applicano a tutti i prodotti, non danno diritto a nessun beneficio tariffario ma evidenziano la nazionalità “economica” del bene, ai fini del normale trattamento all’import di beni provenienti da Paesi terzi e dell’eventuale imposizione di misure di politica commerciale. La disciplina sull’origine non preferenziale, fissata in ambito GATT-WTO, è stata trasposta all’interno del Codice Doganale Comunitario (CDC) e nelle relative Disposizioni Attuative del Codice (DAC). L’art. 24 del CDC, infatti, specifica che una merce alla cui produzione hanno contribuito due o più Paesi è originaria del Paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale. Nelle DAC, (all. 10 e 11), vengono previste per taluni prodotti le lavorazioni o trasformazioni che sono considerate rispondenti ai criteri dell’art. 24 del codice e che conferiscono a detti prodotti il carattere originario del paese in cui sono state effettuate. Tali regole, tuttavia, non coprono gran parte dei prodotti della meccanica. Quando tali allegati non comprendono il prodotto di interesse dell’operatore, si fa riferimento alla Posizione Comune della Ue adottata nell’Harmonization Work Programme in ambito WTO in materia di origine non preferenziale. Nella Posizione Comune si richiamano i criteri del valore aggiunto (c.d. value added rule) e del cambio di voce doganale (c.d. CTH o change of tariff heading). Le regole per l’attribuzione dell’origine non preferenziale sono ordinate ed individuabili unicamente in base alla voce doganale. È pertanto di primaria importanza una corretta classificazione delle merci in quanto, solo avendo correttamente individuato la voce doganale corretta, potrà applicarsi la relativa regola di origine (mutatis mutandis, lo stesso principio si applica all’origine preferenziale). L’unico documento universalmente idoneo a provare verso terzi l’origine non preferenziale è il certificato di origine (rilasciato, per i beni provenienti da Paesi extra europei, dagli organismi abilitati del Paese di esportazione e, per i beni commercializzati dall’Italia, dalla Camera di commercio territorialmente competente per conto dell’Unione delle Camere di commercio). Alcuni Paesi accettano che il certificato di origine possa essere sostituito da un’apposita dichiarazione del fornitore, anche inserita nel corpo della fattura oppure da descrizioni dettagliate dei processi di lavorazione che riportino l’origine dei prodotti e delle materie prime impiegate, oltre che le lavorazioni che hanno consentito la creazione del prodotto. ORIGINE PREFERENZIALE L’origine preferenziale è subordinata all’esistenza di un FTA con il Paese con cui si effettua il commercio di beni. Ai fini dell’attribuzione dell’origine preferenziale è necessario, quindi, verificare le regole contenute nei c.d. “Protocolli origine” dei singoli accordi, e esaminare se il prodotto rispetti tali regole. Per la determinazione dell’origine preferenziale ai sensi dei c.d. “Protocolli origine” degli FTA rileva l’esecuzione di una serie di lavorazioni o trasformazioni sufficienti in Ue cui devono essere sottoposti i materiali non originari impiegati nella fabbricazione dei prodotti (o, in casi specifici, il “valore aggiunto” delle lavorazioni). Le regole di cui ai c.d. “Protocolli origine” specificano infatti le lavorazioni o trasformazioni minime richieste; anche l’esecuzione di lavorazioni o trasformazioni più complesse conferisce il carattere di pro- Industria Fusoria 6/2015 61 DOGANA AMICA dotto originario, mentre l’esecuzione di lavorazioni o trasformazioni inferiori non può conferire tale carattere. Alcune operazioni specifiche sono poi sempre considerate insufficienti (come l’apposizione di marchi, etichette, loghi o altri segni distintivi). L’origine preferenziale può essere attestata mediante certificato di circolazione EUR.1 o, nel caso di operatori che abbiano lo status di Esportatore Autorizzato, tramite dichiarazione su fattura di vendita del prodotto (quest’ultima fattispecie è l’unica prevista nell’FTA UeCorea del Sud). Si sottolinea che, nel caso di esportazioni, per beneficiare delle agevolazioni daziarie, i prodotti inviati in Paesi extra UE dovranno rispettare le specifiche regole di origine contenute negli FTA e l’esportatore dovrà possedere, ed eventualmente esibire su richiesta delle autorità competenti, le relative prove di origine, come previsto negli accordi medesimi. Tuttavia, anche nel caso di cessioni intracomunitarie, Sempre più spesso il fornitore si trova a dover far fronte alle incessanti richieste del proprio cliente circa il rilascio di dichiarazioni attestanti l’origine del prodotto oggetto della compravendita. Sorgono, a tal proposito, tutta una serie di questioni: cosa sono le dichiarazioni del fornitore? Come compilarle? Esistono dei modelli? Sono obbligatorie? A quali rischi ci si espone firmandole? La dichiarazione del fornitore e le sue implicazioni commerciali Con la sottoscrizione di una Long Term Supplier’s Declaration (LTSD), l’operatore (nonché fornitore) attesta che i 62 Industria Fusoria 6/2015 prodotti commercializzati rispettano le regole conferenti l’origine preferenziale ai sensi degli FTA stipulati dalla UE. Pertanto, per procedere al rilascio, bisogna avere preliminarmente effettuato un’analisi su se e come i propri prodotti ottemperino alle regole di origine contenute negli FTA. Per effettuare tale analisi, la prima tappa è quella di identificare con certezza il codice doganale attribuibile ai prodotti per i quali si è chiamati a fornire la dichiarazione e per gli input produttivi utilizzati, operazione come visto non sempre agevole. Step successivo è quello di “scoprire” se il prodotto soddisfi i requisiti sull’origine preferenziale, che in genere prevedono un cambio di classifica doganale e/o un valore aggiunto sugli input non originari utilizzati. Appare evidente come una corretta classificazione dei prodotti sia strategica ai fini dell’ottenimento dei benefici tariffari legati alla preferenzialità. Nella prassi si è soliti assistere a situazioni in cui l’operatore non ha contezza di tutte le informazioni sul ciclo di lavorazione subito dai prodotti ricevuti a propria volta da altri fornitori. In questi casi l’operatore dovrà preoccuparsi di richiedere, a sua volta, una dichiarazione al produttore diretto della merce, onde poter rilasciare la propria LTSD o, se esportatore diretto, procedere alla richiesta di emissione di EUR1 (ancor meglio, apporre dichiarazione diretta su fattura di vendita nel caso costui sia Esportatore Autorizzato). Occorre precisare che il rilascio di tali dichiarazioni non ha natura obbligatoria ma, vista l’utilità in termini pratici che queste hanno, il diniego potrebbe causare al proprio cliente una oggettiva difficoltà che si andrebbe a tradurre verosimilmente in un “irrigidimento” nei rapporti commerciali. La possibilità di ottenere una LTSD è, a tutti gli effetti, uno strumento di concorrenza sul mercato; l’attenzione che pone il fornitore alla determinazione dell’origine ed alle modalità con cui la certifica, in un mondo in cui le competenze richieste sono sempre maggiori e specifiche, può essere “l’ago della bilancia” che potrebbe invero influenzare la selezione della platea di fornitori, facendo preferire l’uno all’altro per chiare (a questo punto) motivazioni. Un’ultima valutazione di natura tecnica va fatta sulla “stringa” di Paesi accordisti che compaiono, con varianti più o meno infinite, nelle LTSD che circolano quotidianamente fra gli uffici acquisti e vendite delle aziende. Lo sforzo dell’azienda chiamata a rilasciare la dichiarazione del fornitore dovrebbe essere non tanto indirizzato a “farcire” tale stringa con quanti più Paesi possibile, quanto a comprendere le ragioni per cui un Paese debba o meno figurare nella propria lista. In sintesi, il flusso logico prevede che qualora il prodotto soddisfi le regole d’origine preferenziali contenute nell’FTA fra l’UE e il Paese in questione, allora il codice Iso Alpha-2 di questo potrà comparire nella famigerata “stringa”. Tenuto conto del fatto che i protocolli origine dei diversi FTA possono, per il medesimo prodotto, prevedere regole d’origine preferenziali anche molto differenti, appare evidente come una corretta gestione della LTSD passi attraverso una piena padronanza di scopo e significato di concetti quali origine e classifica delle merci. DOGANA AMICA II WORKSHOP Febbraio 2016 Il secondo workshop, nell’ambito del Progetto Dogana Amica, è in programma a fine febbraio. L’idea è quella di aggiornare gli operatori sulle questioni doganali che caratterizzano le esportazioni in Russia ed Iran alla luce degli sviluppi internazionali degli ultimi mesi. Di seguito alcuni punti chiave sui Focus Paese che svilupperemo in occasione del secondo workshop. RUSSIA • Il regime sanzionatorio dell’Ue verso la Federazione Russa poggia su due pilastri: misure restrittive all’export e congelamento fondi per determinate entità coinvolte nella crisi ucraina. • Di specifico interesse per le aziende associate sono le restrizioni commerciali varate con il Reg. (UE) 833/2014 del 31 luglio 2014 e s.m.i. • Le sanzioni più dure sono entrate in vigore il 1 agosto 2014 e la durata, inizialmente fissata in un anno, è stata prorogata di ulteriori sei mesi. • Oggetto di restrizioni specifiche sono in particolare i beni dual use (ma solo a certe condizioni) e alcune tipologie di beni destinati a determinati impieghi nel settore petrolifero. • E’ necessario avere un chiaro quadro dell’operatività di tali restrizioni, onde poter pianificare adeguatamente le proprie operazioni commerciali verso la Federazione. IRAN • Dal 2006 diverse risoluzioni ONU hanno legittimato l’applicazione di sanzioni internazionali contro l’Iran. • A partire dal 2010 la UE ha imposto misure restrittive, progressivamente inasprite fino al 2012. • Tra gli altri, vanno ricordati il divieto di esportare beni e tecnologie dei settori oil & gas e petrolchimico, oltre che l’embargo petrolifero. • E’ stato inoltre colpito il settore finanziario, assoggettando ad autorizzazione le transazioni commerciali con il paese. • Le restrizioni si applicano anche a persone fisiche e giuridiche – inserite in specifiche liste – con cui è vietato intrattenere relazioni economiche. • Nel novembre 2013, i paesi del gruppo dei “5+1” ed il governo di Teheran hanno avviato i negoziati per definire un piano di azione comune in base al quale, alla luce dell’impegno iraniano di limitare il proprio programma nucleare, la comunità internazionale avrebbe progressivamente ridotto le misure restrittive. • Al di fuori dell’UE, numerosi Paesi hanno approfittato del regime sanzionatorio per aumentare quote di mercato e presenza nel Paese. • Finalmente, il 14 luglio 2015, a Vienna è stata raggiunta l’intesa definitiva sul Piano di azione congiunto globale JCPOA) . A fronte della revoca progressiva delle sanzioni imposte da ONU, Stati Uniti e Unione europea, l’Iran ha accettato una serie di limitazioni allo sviluppo del proprio programma nucleare. • Oltre all’aspetto sanzionatorio, la Russia sta procedendo nel suo percorso di smantellamento di dazi all’import come concordato in sede di adesione del WTO. • La rimozione delle sanzioni è prevista avvenire sulla base di un percorso obbligato con modalità e tempi definiti. • Tale riduzione tariffaria è conoscibile in anticipo e può assicurare benefici commerciali certi agli operatori economici adeguatamente informati. • Il quadro sanzionatorio risulterà completamente mutato, con benefici concreti ed immediati per gli operatori economici informati che sapranno cogliere l’apertura del mercato Iraniano. Industria Fusoria 6/2015 63 DOG AN ICA DOG AM AN A A A CA MI DOGANA AMICA A. Di Simone Scambi Ue-Ucraina. Vantaggi per gli operatori Dal 1° gennaio 2016, l’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione apre nuove opportunità commerciali e offre ulteriori benefici daziari Premessa Gli scambi commerciali tra Ue ed Ucraina possono avvenire nel quadro di diversi accordi internazionali, di cui sta all’’operatore valutare effettiva praticabilità e convenienza economica. Sostanzialmente, oltre al normale dazio erga omnes applicabile in ambito WTO, sono previsti trattamenti tariffari preferenziali come di seguito evidenziato (Tab. 1). Strumento Accordo di Associazione Sistema Preferenze Generalizzate ✓ ✓ ✓ ✖ Tab. 1 Accordo di Associazione contraenti3. Questo prevede l’istituzione di una Deep and Comprehensive Free Trade Area (DCFTA) – ovvero una zona di libero scambio nel corso di un periodo transitorio massimo di 10 anni a decorrere dalla sua entrata in vigore, smantellando progressivamente i dazi sulle importazioni in entrambi i Paesi. L’Accordo di Associazione (AA) fra Ue ed Ucraina, concluso nel 20141 è stato approvato da entrambe le Parti contraenti2 ed è entrato in vigore (in via provvisoria) dal 1° gennaio 2016 come riportato in via ufficiale da entrambe le Parti L’Ue aveva già varato una riduzione/soppressione unilaterale dei dazi doganali per i prodotti originari dell’Ucraina sin dal 23/04/20144, prorogate e giunte infine a scadenza il 31/12/20155. Tali misure anticipavano i benefici daziari previsti nell’AA per fa- 1 Benefici tariffari Import in Ue Import in Ucraina vorire l’economia Ucraina durante tale periodo. Ora, a partire dal 1° gennaio, anche l’Ucraina ha avviato un percorso di riduzione dei dazi all’import nei riguardi dei prodotti originari dell’Ue. L’Unione, come detto, aveva già dato unilateralmente inizio a tale percorso, con il sistema transitorio delle preferenze commerciali autonome. Ai fini della soppressione progressiva dei dazi su prodotti di origine preferenziale Ue ed Ucraina, sono state previste differenti categorie (Tab. 2). GUUE L161/3 del 29.5.2014, Accordo di Associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l’Ucraina, dall’altra. Ue: Decisione del Consiglio n. 295/2014; UCRAINA: Legge 2014, № 40, ст.2021 3 Ue: GUUE L321/1 del 5.12.2015, Avviso concernente l’applicazione provvisoria dell’accordo di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l’Ucraina, dall’altra. UCRAINA: Lettera del Ministero degli Affari Esteri di Ucraina del 2015/11/30 № 72 / 14-612 / 1-2980, Щодо тимчасового застосування міжнародного договору 4 Regolamento (UE) 374/2014 5 Regolamento (UE) 1150/2014 2 66 Industria Fusoria 6/2015 DOGANA AMICA Codice categoria soppressione Riduzione dazio progressiva dazi annuale, % 0 Duty free da entrata in vigore Accordo 3 25% 5 16,7% 7 12,5% Altre regole ad hoc 20% in 5 anni, 50% in 10 anni, etc. Tab. 2 Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) L’Ucraina rientra poi nel regime generale SPG – un sistema unilaterale di preferenze tariffarie di cui beneficiano i paesi in via di sviluppo (PVS) nell’accesso al mercato Ue. Il regime attuale è stato istituito con il Regolamento (UE) 978/2012, applicato dal 01/01/2014. Come utilizzare gli strumenti Per beneficiare dei trattamenti tariffari preferenziali previsti per l’import in Ue di prodotti originari dell’Ucraina e per l’import in Ucraina di prodotti originari dell’Ue, è necessario presentare documentazione attestante l’origine delle merci (EUR1 nel caso l’operazione avvenga nel quadro dell’AA, Form A nel caso avvenga nel quadro del SPG – unicamente per l’import in Ue) e indicare il regime tariffario da applicare all’operazione in casella 36 del Documento Amministrativo Unico (DAU). Si ricorda che, nel caso di esportazioni, per beneficiare delle agevolazioni daziarie, i prodotti spediti in Ucraina dovranno rispettare le specifiche regole regole di origine contenute negli accordi e l’esporta- tore dovrà possedere, ed eventualmente esibire su richiesta delle autorità competenti, le relative prove di origine, come previsto negli accordi medesimi. Di seguito, vengono riportati alcuni esempi di trattamento tariffario all’import in Ue ed all’import in Ucraina. Si ricorda che il percorso di riduzione tariffaria previsto dall’AA è di natura “dinamica”, e i benefici tariffari maggiori possono risiedere, per ogni singolo prodotto, nel trattamento daziario erga omnes, nel beneficio preferenziale derivante dall’AA o financo in quello autonomo del sistema SPG (quest’ultimo solo per l’import in Ue). Un operatore consapevole delle opzioni presenti può programmare le proprie strategie commerciali con l’Ucraina anche in funzione del regime tariffario più favorevole applicabile ai propri scambi. Per ulteriori informazioni, contattare Alessandro Di Simone, R&D Coordinator Easyfrontier. Trattamento tariffario import in Ucraina (in riquadro verde, dazio più favorevole al 1° gennaio 2016) Codice UA Erga Omnes Dazio % prodotto 8403101000 8432900000 8474901000 Caldaie di ghisa Parti di macchine e congegni agricoli Parti in ghisa, ferro, acciaio di macchine per selezionare, vagliare,… Accordo Ass. 01.01.16 Cat. Dazio % 0 0 0 0 0 0 5 0 0 Trattamento tariffario import in UE (in riquadro verde, dazio più favorevole al 1° gennaio 2016) Codice UA 7326909890 7202210000 7201200000 prodotto Altri lavori in ferro e acciaio FeSi (Si>55%) Ghise gr. (P>0,5%) Erga Omnes Dazio % 2,7 5,7 2,2 Accordo Ass. 01.01.16 Cat. Dazio % 0 5 0 SPG Dazio % 0 4,7 0 Industria Fusoria 6/2015 0 2,2 67 Con le imprese che guardano lontano. Per il business delle aziende italiane all’estero c’è UBI World. Con UBI World accompagniamo la vostra impresa in ogni fase del suo processo di internazionalizzazione: consulenza specialistica, servizi dedicati e un’assistenza costante. Inoltre, grazie a una rete qualificata di uffici di rappresentanza, filiali e banche corrispondenti, vi offriamo un punto di riferimento in tutti i Paesi dove ci sono opportunità di business. Per essere sempre accanto a chi sa guardare lontano. 800.500.200 - www.ubibanca.com Messaggio pubblicitario. Per le condizioni economiche e contrattuali si rinvia ai fogli informativi e/o alla documentazione precontrattuale disponibili in filiale, sul sito della banca o su ubibanca.com. PRODOTTI E SERVIZI per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa, di alluminio e di altri metalli non ferrosi. PRODOTTI metalli leghe - madrileghe ferroleghe ghise in pani ricarburanti SERVIZI rete informatica assistenza tecnica coperture su metalli e valute servizi finanziari e commerciali logistica - stoccaggio 20135 MILANO - VIALE SABOTINO, 19/2 - TEL. + 39 - 02.80.95.11 - FAX +39 - 02.89.00.714 AZIENDA CERTIFICATA UNI EN ISO 9001:2000 M. Prando E ZA REZ CU SI AMBIE NT E E EZZA AMBIEN R TE CU SI AMBIENTE E SICUREZZA NePSi Reporting 2016 15 Gennaio – 15 Marzo 2016 Nel periodo dal 15 Gennaio al 15 Marzo 2016 si rinnova l’appuntamento biennale con il Monitoraggio della applicazione e della efficacia dell’accordo NePSi. Di seguito ricordiamo cosa è il NePSi, quali sono i suoi obiettivi e perché è importante che tutte le fonderie aderiscano al monitoraggio. Cosa è il NePSi? Il 25 Aprile del 2006 i rappresenti dei settori industriali, e delle corrispondenti Organiz- 70 Industria Fusoria 6/2015 zazioni Sindacali dei lavoratori, che utilizzano, all’interno dei propri processi produttivi, materiali, prodotti o materie prime contenenti Silice, hanno sottoscritto l’Accordo NePSi con l’obiettivo comune di proteggere la salute dei lavoratori esposti ai rischi derivanti dalla inalazione di polveri contenenti Silice Libera Cristallina (SiO2). Le associazioni dei settori industriali che hanno sottoscritto l’accordo sono: aggregati, industria della ceramica, fonderie, industria del vetro, minerali industriali e industrie dei minerali metallici ferrosi, industria del cemento, lana minerale, l’industria della pietra naturale, industria della malta, industria del calce strutto prefabbricato. Assofond è stata una delle associazioni che, attraverso la propria rappresentanza europea CAEF (Associazione Europea delle Fonderie), ha sottoscritto l’Accordo. I motivi della formazione del NePSi L’Accordo nasce dal riconoscimento che la frazione respirabile delle polveri sottili di Silice Libera Cristallina, può costituire un rischio per la salute che, tuttavia, può essere minimizzato applicando le idonee misure di protezione e prevenzione. La Silice Libera Cristallina è un componente essenziale di molti prodotti abbondantemente impiegati nell’industria ed è contenuta anche in molti oggetti che utilizziamo quotidianamente: è impossibile immaginare case senza mattoni o sen- AMBIENTE E SICUREZZA za finestre, automobili senza motori o parabrezza, la vita senza strade ed altre infrastrutture di collegamento oppure altri oggetti di uso quotidiano costruiti in vetro o ceramica. Preso atto che, allo stato attuale, i materiali/prodotti/materie prime contenenti Silice Libera Cristallina sono ingredienti di base utili e spesso indispensabili per un ampio numero di attività industriali e professionali, che non è possibile pensare alla loro sostituzione e che la loro produzione ed utilizzo deve pertanto continuare, le maggiori industrie utilizzatrici dei citati materiali, si sono mostrate d’accordo sull’introduzione di misure appropriate per migliorare le condizioni di lavoro, riducendo il rischio di esposizione a Silice Libera Cristallina. Quali sono gli obiettivi del NePSi? Gli obiettivi del NePSi, e di tutte le aziende che vi aderiscono, sono: 1) la protezione della salute dei lavoratori e degli altri individui professionalmente esposti alla frazione respirabile delle polveri di Silice Libera Cristallina proveniente dai materiali, prodotti e materie prime che la contengono; 2) la minimizzazione della esposizione alle polveri di Silice Libera Cristallina attraverso la applicazione delle Buone Pratiche (definite dal NePSi); 3) il miglioramento della informazione sui potenziali effetti della Silice Libera Cristallina sulla salute. La gestione del rischio Silice secondo l’Accordo NePSi L’accordo NePSi prevede che la gestione del rischio Silice sia effettuata considerando gli stessi fondamentali processi che sono alla base di tutta la legislazione europea sulla sicurezza: 1) Valutazione del rischio; 2) Definizione delle misure di prevenzione; 3) Monitoraggio dell’efficacia delle misure di prevenzione; 4) Formazione. La Guida alle Buone Pratiche, inclusa nell’Accordo NePSi, ha come obiettivo quello di fornire delle linee di indirizzo per la corretta gestione del rischio Silice. Industria Fusoria 6/2015 71 AMBIENTE E SICUREZZA fondamentale il successo del monitoraggio 2016, in termini di partecipazione, Assofond invita pertanto tutte le Fonderie che hanno partecipato al monitoraggio 2014, a rinnovare il proprio impegno anche in quello di quest’anno; lo stesso invito è ovviamente rivolto alle Fonderie che non avessero ancora aderito alla iniziativa, che sono invitate ad aderire. Modalità di raccolta dei dati Nella guida sono descritti i metodi da seguire per la valutazione della effettiva presenza del rischio (attraverso l’analisi dei processi e la misura dei livelli di esposizione), gli interventi di tipo tecnico ed organizzativo (misure preventive) da attuare per la riduzione della esposizione, i metodi per il monitoraggio della efficacia delle misure preventive (monitoraggio continuo dei livelli di esposizione e sorveglianza sanitaria) e la programmazione della formazione. L’Attività di sorveglianza sulla applicazione dell’Accordo Nell’Accordo è prevista una attività periodica di monitoraggio da parte della Commissione Europea tramite un apposito Consiglio creato in seno al NePSi. Per valutare lo stato di attuazione dell’Accordo e la sua implementazione nei vari Settori industriali dei paesi aderenti, è stata prevista una specifica attività di reporting effettuata a scadenza biennale. Il monitoraggio consiste nella trasmissione di informazioni relative ai livelli di esposizione alla silice libera cristallina ed alle azioni di prevenzione 72 Industria Fusoria 6/2015 messe in atto nei siti delle Fonderie aderenti. L’ultimo monitoraggio è stato effettuato nel 2014 ed il prossimo si effettuerà nel periodo compreso fra il 15 gennaio e il 15 marzo 2016. L’importanza dell’adesione all’attività di monitoraggio La raccolta dei dati è necessaria per dimostrare che la implementazione dei principi dell’Accordo fornisce una protezione ottimale per la salute dei lavoratori e che non sono necessarie ulteriori regolamentazioni che impongano restrizioni non realmente necessarie e che metterebbero in seria difficoltà il settore delle Fonderie. Il successo dell’attività di monitoraggio può servire a dimostrare che l’Accordo NePSi trova applicazione nei vari settori industriali, ed è importante per la gestione di tutte le attività che espongono a Silice libera cristallina; ciò anche in relazione al dibattito che in sede europea si sta sempre più accendendo in merito alla classificazione della Silice libera cristallina. A fronte di questo scenario, è La compilazione del report da parte delle singole Fonderie aderenti, è possibile accedendo al sito del NePSi dopo avere inserito i codici di accesso che verranno comunicati, direttamente dal NePSi, alle Aziende aderenti (le Fonderie già registrate possono utilizzare le credenziali già loro comunicate per il report del 2014). I nominativi ed i referenti delle Fonderie che intendono partecipare per la prima volta alla attività di “monitoraggio”, possono segnalare ad Assofond la loro disponibilità. Le nuove registrazioni e l’inserimento dei dati saranno possibili ESCLUSIVAMENTE nel periodo compreso tra il 15 gennaio ed il 15 marzo 2016. I dati saranno raccolti in forma anonima e l’impegno richiesto, anche in relazione alla natura e numero di informazioni da fornire, è assolutamente modesto in termini di tempo da dedicare; i dati e le informazioni richieste, sono già sicuramente disponibili presso tutte le Fonderie, in relazione agli obblighi definiti dalla vigente normativa sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Di seguito è riportata una breve nota esplicativa sui contenuti del report. AMBIENTE E SICUREZZA GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL REPORT ATTIVO NEPSI ANNO 2016 Industria Fusoria 6/2015 73 Forni ad induzione ad alta efficienza energetica Il mondo ruota intorno a nuovi mercati, nuovi obiettivi, nuove sfide. Ed ABP Induction gira sempre più velocemente: con la passione ardente per l’induzione e l’automazione, la tecnologia più moderna ed un’assistenza individuale. Come specialista di tutto ciò che ruota intorno alle attività di colata e fucinatura, fusione e formatura, garantiamo che potete raggiungere nuovi orizzonti in ogni momento ed in ogni parte del mondo. Benvenuti ad una nuova giornata di successo! $%3,QGXFWLRQ6\VWHPV*PE+ .DQDOVWUDH²'RUWPXQG*(50$1< 3KRQH )D[ LQIR#DESLQGXFWLRQFRPZZZDESLQGXFWLRQFRP )RQWDQRW5DSSUHVHQWDQ]H,QGXVWULDOL 6WUDGD&RPXQDOHGHOOH&RUWL7UHYLVR,7$/< 3KRQH)D[ 0RE LQIR#IRQWDQRWHXZZZIRQWDQRWHX $66,67(1=$²0$187(1=,21(²5(9$03,1*²5,&$0%, SHURJQLWLSRGLIRUQRHGLPSLDQWRDGLQGX]LRQH T CO TECNICO CO TEC NI NI EC TECNICO V. Battaglia La modellistica nella problematica della dispersione di polveri in impianti industriali Nell’ambito della cresciuta attenzione della società nei confronti delle tematiche ambientali, il problema delle polveri sottili è forse il principale aspetto da tenere in considerazione nella valutazione della qualità dell’aria in ambiente urbano. Solo in questi ultimissimi anni è cresciuta la sensibilità anche in ambito industriale, sotto la spinta delle normative vigenti, con l’inserimento di sistemi di monitoraggio in continuo per rilevare le emissioni di polveri nelle ciminiere. Allo stesso tempo è cresciuta l’attenzione nei confronti della problematica delle emissioni diffuse, ovvero delle emissioni di polveri principalmente, da aperture e cupolini dei capannoni industriali. In questo ambito si stanno specializzando tecniche di analisi e modellistica sempre più evolute per la quantificazione e la riduzione di tali emissioni diffuse. Lo modellistica del trasporto e dispersione del particolato è uno strumento fondamentale nella progettazione dei sistemi di aspirazione fumi al fine di ottenere le migliori performance in termini di riduzione, capta- 76 Industria Fusoria 6/2015 zione e monitoraggio delle emissioni di particolato all’interno dei capannoni industriali. In questo contesto il CSM, che tradizionalmente ha una grande esperienza nella modellistica termo-fluodinamica per il settore siderurgico, ha sviluppato un modello multifase gas-solido, basato su codici commerciali CFD, in grado di simulare la circolazione dei gas ed il trasporto delle polveri con elevata accuratezza in domini di calcolo molto estesi come i capannoni industriali. Il modello CSM è stato messo a punto utilizzando il caso particolare di un camino di un forno elettrico di un impianto siderurgico, per il quale erano disponibili misure di velocità dei fumi e concentrazioni delle polveri. Ciò ha consentito di validare il modello e dimostrarne la sua applicabilità generale a diversi casi industriali. Nel modello CFD il fluido gassoso è considerato come un continuo riproducibile con le equazioni di Navier-Stokes, soggetto a gradienti di pressione generati da ventilatori, per l’aspirazione forzata, e da sorgenti termiche che alimentano la convezione naturale del flusso. Per la descrizione della traiettoria del particolato viene utilizzato l’approccio Lagrangiano in cui ogni particella viene tracciata singolarmente, modellandone la sua interazione con il flusso gassoso circostante. Per le polveri emesse da un forno elettrico siderurgico la distribuzione granulometrica tipica è caratterizzata per il 90% circa da una massa con diametro inferiore a 30 μm. La simulazione del flusso gassoso con polveri nel condotto fumi consente inoltre di analizzare: • i fenomeni di scambio termico e di erosione meccanica sulle pareti del condotto; • la presenza di zone di deposizione e di accumulo delle polveri; • il posizionamento delle sonde di misura per il rilevamento del valore medio del flusso. In ingresso al condotto viene inserito un flusso di particelle uniformemente distribuite, pari al valore medio di riferimento, con la granulometria ricavata da analisi di campioni di polveri prelevate sull’impianto. Il flusso di particolato si distribuisce poi lungo il condotto in base alla interazione con le macro strutture vorticose presenti nel flusso gassoso. TECNICO analizzato che un eventuale allungamento del camino (fino al raddoppio) non produce effetti significativi in termini di uniformità del flusso in uscita. Fig. 1 - Campo di velocità all’interno di un camino di un forno elettrico. L’interazione con il flusso gassoso dipende dalla dimensione delle particelle. Quelle con diametro maggiore di 0.1 μm tendono a seguire le linee di flusso del gas distribuendosi sul perimetro dei vortici di dimensione maggiore, le particelle più piccole (sub-microniche) presentano invece fenomeni di dispersione stocastica indipendente dal flusso principale. Il risultato è che le particelle più piccole tendono a distribuirsi più uniformemente di quelle di diametro maggiore. Durante lo sviluppo del modello CFD è stato valutato l’effetto delle varie opzioni modellistiche per descrivere il processo di trasporto/dispersione in funzione del diametro delle particelle. E’ stato ottenuto un set up modellistico di riferimento che garantisce un’elevata accuratezza nella predizione del campo di concentrazione del particolato considerando il range tipico di distribuzione granulometrica delle polveri emesse dai forni elettrici e dai sistemi di colaggio siderurgici. La Fig. 1 mostra le strutture vorticose presenti nel flusso gassoso di un camino per forno elettrico alimentato da tre ventilatori. I macro vortici elicoidali presenti nel condotto risultano strutture molto stabili e non agevolano le misure. Si è anche Il campo di concentrazione del particolato su una sezione in prossimità dell’uscita del camino è riportato in Fig. 2, in termini di variazione (±50%) rispetto al valore medio. Si nota come le polveri tendano ad addensarsi sulle pareti, dove le velocità di trasporto sono più basse, e lungo il perimetro dei vortici elicoidali di grandi dimensione presenti nel flusso. In base a questa analisi è possibile il corretto posizionamento dello strumento di misura per la rilevazione del valore di concentrazione polveri rappresentativo della media del flusso. Inoltre tale analisi ha consentito di valutare l’effetto dell’eventuale fermata di un ventilatore e il caso estremo di esercizio con un solo fan. Il modello dei flussi gassosi con polveri, sviluppato e validato per i camini del forno elettrico, è stato poi applicato alla simulazione del flusso nei capannoni in cui sono presenti il forno elettrico, i forni secondari e i sistemi di colaggio con l’obiettivo di: • definire l’efficienza di captazione delle polveri del sistema di aspirazione secondario in funzione della portata aspirata; • visualizzare il percorso di dispersione delle polveri da forni ed altre sorgenti all’interno del capannone e quantificare i flussi in uscita su tutte le aperture; • qualificare gli interventi sulla configurazione del capannone come l’introduzione di aspirazioni aggiuntive e modifiche alle aperture. Questo tipo di simulazioni richiede un elevata potenza di calcolo date le dimensioni del dominio, dell’ordine delle centinaia di metri. La necessità di avere risoluzioni spaziali elevate, dell’ordine del cm, in prossimità delle sorgenti di fumi e di rilascio di calore, fa si che le griglie di calcolo arrivino a 40 milioni di celle. Il cluster di calcolo con 32 processori, ha permesso la simulazione di questi modelli CFD multifase gas-solido in soli cinque giorni. L’accuratezza del modello dipende dalla corretta modellazione delle sorgenti di fumi, calore e particolato. Per la definizione delle sorgenti di fumi e calore si utilizzano riprese video opportunamente elaborate per ricavare portata di fumi e calore emessi dalle sorgenti calde. Per le sorgenti di particolato il CSM ha messo a punto una propria metodologia che permette di quantificare le sorgenti partendo dall’acquisizione di valori di riferimento della concentrazione di polveri Fig. 2 - Campo di concentrazione polveri su sezione trasversale. Industria Fusoria 6/2015 77 TECNICO nel condotto di aspirazione secondario del forno elettrico e su un apertura del capannone, identificata come rappresentativa. Da questi valori è possibile quantificare con un processo iterativo le sorgenti di polvere all’interno del capannone. I risultati delle simulazione permettono di ricavare l’efficienza dei sistemi di aspirazione come rapporto tra i fumi/polveri captati e quelli emessi e di quantificare le emissioni diffuse nelle altre aperture del capannone. In Fig. 3 è riportato un dominio di calcolo rappresentante un capannone con forno elettrico e le isosuperfici di concentrazione dei fumi in due istanti successivi alla carica di rottame, fase di maggior rilascio di fumi e polveri nell’ ambiente. Fig. 3 - Sviluppo dei fumi da forno elettrico con cappa di aspirazione e carroponte. Anche per questa specifica problematica il modello messo a punto dal CSM è risultato uno strumento affidabile per il supporto al dimensionamento dei sistemi di aspirazione ed alla definizione del layout del capannone, al fine di massimizzare le emissioni captate e minimizzare le emissioni diffuse. Valerio Battaglia Manager, Department Iron & Steel Making Processes, Environmental Technologies Centro Sviluppo Materiali SpA - Roma. CONVEGNO SUL MONITORAGGIO E CONTROLLO POLVERI INDUSTRIALI Sede Centrale ENEA, 11 novembre 2015 - Roma Organizzato da CSM in collaborazione con AIDIC Centro ed ENEA L’emissione di polveri fuggitive, non captate dagli estrattori e convogliate al camino, è fortemente condizionata dalle condizioni metereologiche del territorio e può comportare una ricaduta di particolato al suolo circostante l’insediamento produttivo con valori considerati non compatibili con il rispetto dei limiti di qualità dell’aria. Una valutazione accurata di questo fenomeno non è semplice e necessita, sia di un attento e mirato monitoraggio delle polveri in prossimità delle sorgenti e delle aperture del sito industriale, sia la necessità di mettere a punto adeguate metodologie e strumenti di calcolo con cui seguire la dinamica delle particelle di polvere prodotte e non captate ed eventualmente identificare gli interventi strutturali migliorativi atti a ridurle. Lo scorso 11 novembre si è tenuto a Roma, presso la sede centrale dell’Enea, il convegno sul monitoraggio e controllo delle polveri industriali organizzato da AIDIC Centro, CSM e CNR. Il convegno che ha visto la presenza di interventi tecnici qualificati e una partecipazione interessata da parte di esponenti dell’industria, ha consentito di condividere esperienze ed informazioni al fine di permettere agli operatori e agli organi di controllo una corretta valutazione delle potenziali situazioni di rischio. Il materiale presentato è disponibile sui siti degli organizzatori tra cui il CSM: http://www.c-s-m.it/en/news_and_media/news/news_detail-art-convegno_sul_monitoraggio_e_controllo_delle_polveri_ industriali-articolo-433.html 78 Industria Fusoria 6/2015 Te ecnologia No-Bake ImpianƟ compleƟ di formatura ImpianƟ di recupero e rigenerazione termica delle sabbie Via Gallarate, 209 - 20151 MILAN (Italy) Tel. +39 02 38002400 - Fax +39 02 89077108 www.sogemieng.it - [email protected] T CO TECNICO CO TEC NI NI EC G. Gottardi – A. Pola G.M. La Vecchia TECNICO M. Favini Determinazione della frazione di solido mediante analisi DSC L’andamento della frazione di solido con la temperatura, FS(T), rappresenta un parametro di interesse in diversi campi della metallurgia, dallo studio del comportamento reologico delle leghe metalliche, alla simulazione di processo ma anche nel campo delle tecniche di formatura in semisolido. In quest’ottica l’analisi termica, in particolare quella calorimetrica differenziale (DSC), rappresenta un valido strumento di misura. Com’è noto, i risultati di una prova DSC dipendono dai parametri di prova utilizzati (massa del campione e velocità di riscaldamento), nonché dall’interpretazione dei tracciati calorimetrici e delle temperature caratteristiche. Lo scopo del presente lavoro è l’individuazione delle condizioni di prova che permettano di approssimare al meglio la transizione liquido-solido, così da rendere l’analisi DSC uno strumento affidabile per la definizione della FS(T). I test riportati nel presente studio sono stati eseguiti su una lega di alluminio A356. I risultati sperimentali, ottenuti variando la velocità di riscaldamento e la massa del campione, sono stati comparati con quelli calcolati attraverso l’ausilio di software di simulazione quali CompuThermDatabase e Pandat. Introduzione L’utilizzo di leghe metalliche in una condizione intermedia tra lo stato liquido e solido, chiamato semi-solido, rappresenta da alcuni anni un punto di svolta per le tecnologie della fonderia. Con il termine lega in semi-solido si indica una sospensione metallica caratterizzata da una fase primaria solida, tipicamente con morfologia globulare, circondata da una matrice liquida (generalmente eutettica). Si genera così un fluido la cui propensione al flusso dipende dalla frazione solida presente, dalla velocità di deformazione a taglio e dal tempo (fluido non-Newtoniano). Se confrontato con le 80 Industria Fusoria 6/2015 convenzionali tecniche di formatura, dove il materiale liquido viene colato o iniettato all’interno di una cavità, l’elevata viscosità del metallo semi-solido riduce i fenomeni turbolenti e l’inglobamento di gas, incrementando così la qualità finale del getto. In aggiunta, la possibilità di avere materiale una lega parzialmente solidificata permette un minor ritiro volumetrico in fase di solidificazione (minor porosità da ritiro, stabilità geometrico/dimensionale, ecc.) unitamente ad una bassa propensione all’arricchimento di gas quali idrogeno e ossigeno |1|. Così come la fonderia anche il settore legato deformazione plastica a caldo ha trovato nella tecnologia del semisolido un potenziale alleato per far fronte alla produzione di pezzi a geometria complessa e, non meno importante, ridurre i carichi e i tempi utilizzati in fase di formatura del pezzo |1|. L’utilizzo infatti di percentuali di liquido, seppur limitate, rende il materiale più deformabile anche con presse di minor tonnellaggio e con un ridotto numero di passaggi. La conoscenza quindi dell’andamento dei dati frazione solida con la temperatura, FS(T), è estremamente importante in tutti i processi di formatura in semi-solido (fonderia o deformazione plastica) o nell’esecuzione di prove reologiche, volte alla determinazione del comportamento della lega nel range semi-solido. H.V. Atkinson et al. (2005) hanno studiato il nesso esistente fra composizione chimica e frazione solida, per una lega da fonderia (A356) ed una da deformazione plastica (2014) |2|. Come ampiamente dimostrato, soprattutto per le leghe da fonderia, risulta necessario assicurare un ampio intervallo di solidificazione unitamente ad un’adeguata percentuale di eutettico in lega così da poter garantire, alle temperature di utilizzo, una corretta percentuale di fase liquida. TECNICO Il trend assunto dalla curva FS(T) molto spesso non è presente nei database dei materiali e quindi risulta necessario determinarla sperimentalmente o analiticamente: una volta nota la composizione chimica della lega, utilizzando una serie di modelli previsionali definiti per particolari condizioni di solidificazione |3|. Altri metodi sono basati su misure indirette che richiedono un’appropriata calibrazione ed interpretazione dei dati sperimentali. Uno fra i metodi più utilizzati è rappresentato dall’analisi termica DSC (Differential Scanning Calorimetry) |4|. Zavaliangos et al. (2000) hanno mostrato l’affidabilità dei risultati del DSC |5| confrontando tali valori con soluzioni analitiche opportunatamente corrette, basate sul modello di Scheil, e analisi d’immagine su leghe alluminio-silicio e alluminio-magnesio. Ad oggi non esistono norme standard per l’analisi termica che definiscono le condizioni di prova ottimali per la determinazione della frazione solida. La letteratura sull’argomento mostra l’utilizzo di differenti velocità di scansione β, principalmente nell’intervallo compreso fra 5-20 K·min-1. Torres et al. (2013) |6| hanno evidenziato l’effetto della composizione sulla Fs attraverso una comparazione tra i risultati dell’analisi termica differenziale, per due livelli di frazione solida (4560%), e quelli ottenuti attraverso modelli teorici. In quest’ultima ricerca furono analizzate due velocità di riscaldamento (5 e 20 °C/min) per le quali venne registrato un aumento delle temperature caratteristiche (da 9 a 16 °C) rispetto ai valori calcolati analiticamente. Rogal et al. (2010) |7| hanno determinato l’andamento della frazione di liquido e la corretta temperatura di processo per un acciaio 100Cr6, destinato ad applicazioni in thixoforming, mediante un’analisi DSC al riscaldamento, sfruttando velocità di scansione di 20 K·min-1. In modo del tutto analogo Rassili e Atkinson (2010) |8| hanno identificato, in relazione ai criteri di Kazakov |9|, i range di lavorabilità per diversi acciai destinati alla thixo-formatura, utilizzando analisi DTA a circa 10 K·min-1. Battezzati et al. (2000) |10| hanno sfruttato un calorimetro a scansione differenziale, per alte temperature, per determinare le temperature caratteristiche e frazione solida, per una ghisa, seguendo il materiale nel corso della fusione e solidificazione con velocità di scansione di 10 K·min-1. Nel campo dell’alluminio, Pola et al. (2008) |11| hanno verificato le temperature e i picchi caratteristici per una lega AlSi5Mg0,5Cu0,3Ag, per thixocasting, sfruttando analisi termiche con velocità di riscaldamento di 5 K·min-1. Birol (2009) |12| ha mostrato, per una lega A357, come i dati relativi alle temperature caratteristiche, eutettico e liquidus, e la stessa frazione solida possano essere influenzate dalla velocità di riscaldamento e raffreddamento nel corso della prova. In particolare, dalla sua ricerca è possibile evincere come velocità di scansione di 0,5 K·min-1, in regime di riscaldamento, possono portare ad una sottostima del dato di frazione solida mentre una sovrastima se superiori. Caso opposto quando si eseguano prove al raffreddamento. Va ricordato come, nel corso di una prova DSC, la curva di flusso termico subisce solitamente un ritardo termico (thermal lag) tra la temperatura reale di trasformazione e quella rilevata dallo strumento nel corso dell’analisi. Questo ritardo è dovuto molto spesso alla resistenza termica presente tra il campione e il sensore di temperatura, a causa del trasferimento di caloSi |%| 7,4700 Fe |%| 0,1267 Cu |%| 0,0023 Mg |%| 0,2120 re per conduzione.Tale fenomeno determina la formazione di un gradiente di temperatura che causa la distorsione del tracciato DSC. Tutto ciò conduce ad errori nella determinazione delle aree parziali, relative alla percentuale di completamento della trasformazione, le quali corrispondono alla frazione solida durante la transizione liquido-solido |4, 13|. Inoltre, com’è noto, i risultati di un test DSC dipendono da una serie di parametri, come ad esempio la massa del campione e la velocità di scansione utilizzata |14|. In particolare la “linea zero” o “linea di base” è condizionata significativamente dalla velocità di prova, dall’atmosfera del forno e dall’entità del suo flusso, mentre la forma finale del picco dipende dalla conducibilità/capacità termica del campione, dalla massa e dalla velocità di riscaldamento. Ad oggi non è però disponibile una procedura di prova attendibile per la determinazione della temperatura di liquidus e del trend della curva FS(T) per basse percentuali, estremamente importante per tutte le applicazioni in semi-solido. Obiettivo del presente lavoro di ricerca è pertanto quello di definire condizioni di prova di riferimento che possano garantire una buona riproducibilità e attendibilità dei risultati. Procedura sperimentale Gli esperimenti sono stati effettuati su campioni di lega ipoeutettica A356 prodotta da lingotti commerciali e certificata da analisi quantometriche. Si tratta di una convenzionale lega d’alluminio da fonderia priva di aggiunte di affinanti o modificanti, per evitare la formazione di fasi secondarie. In Tab. 1, vengono riportati i risultati dell’analisi quantometrica: Zn |%| 0,0077 Ni |%| 0,0016 Cr |%| 0,0028 Al |%| Bal. Tab. 1 - Composizione chimica percentuale della lega A356 in esame. Industria Fusoria 6/2015 81 TECNICO Fig. 1 - Termogrammi relativi alle prove eseguite sulla lega A356 a 0.5 °C/min (a) e a 10 °C/min (b). Le temperature di liquidus ed eutettico così come la FS(T) sono state determinate utilizzando un calorimetro a scansione differenziale (DSC), TA instrument Q600 con sistema di acquisizione dotato del software Universal Analysis 2000. Le prove sono state condotte in un’atmosfera controllata di argon puro per differenti valori di velocità di riscaldamento, comprese tra 0,5 e 25 °C/min, per le masse di 10 e 20 mg. La fusione del campione di A356 è stata realizzata all’interno di porta-campioni in allumina e condotta con una procedura di prova definita direttamente nel programma di controllo del calorimetro. L’analisi è consistita in una rampa di riscaldamento a velocità costante, prevedendo in primo luogo l’equilibratura delle condizioni del calorimetro a 50 °C, a seguito della quale ha luogo l’acquisizione del segnale, fino al raggiungimento dei 710 °C (circa 50 °C in più della temperatura di fusione dell’alluminio puro) così da ritenere le trasformazioni completamente avvenute. Le temperature di liquidus ed eutettico sono state determinate sulla media di tre misurazioni DSC per ogni condizione sperimentale. Risultati e discussione Esempi di alcuni termogrammi, relativi alle analisi DSC per la fusione della lega A356 sono riportati in Fig. 1. Il tracciato re- 82 Industria Fusoria 6/2015 lativo al flusso di calore è contraddistinto da due picchi endotermici caratterizzanti il passaggio attraverso la formazione della fase eutettica e successivamente l’incontro con la temperatura di liquidus. La presenza di eventuali picchi secondari, che possono determinare una modifica del segnale soprattutto alle alte velocità di scansione, è stata evitata, come anticipato, utilizzando una lega a bassa quantità di elementi aggiunti senza l’additivazione con affinanti o modificanti. La corretta definizione delle temperature di solidus e liquidus è estremamente importante per impostare l’intervallo d’integrazione necessario ad identificare l’andamento della curva di frazione solida con la temperatura. I grafici di Fig. 1 mostrano come, per analoghe velocità di riscaldamento, i tracciati subiscono una piccola modifica nel valore della baseline mentre una β |°C/min| 0.5 1 2 5 10 15 20 25 Campione 10 mg T onset T picco eutettico |°C| liquidus |°C| 573.24 573.42 573.70 576.09 576.30 581.62 579.03 586.70 607.18 609.03 610.97 609.83 612.97 616.41 617.02 618.96 più marcata variazione nell’entità del flusso termico relativo al picco è riscontrabile al variare della velocità di scansione. Contrariamente a ciò, elevate velocità di riscaldamento aumentano la sensibilità della misura a discapito dell’accuratezza e risoluzione nella temperatura |15|.Tale problema è dovuto soprattutto al ritardo termico (inerzia termica) nella trasmissione di calore tra la fornace e il campione, in particolare alle alte temperature. La transizione tra la fase solida e quella liquida, come ampiamente descritto in letteratura, ha inizio in corrispondenza della temperatura di onset del primo picco endotermico e termina alla temperatura di picco dell’ultima trasformazione endotermica segnalata nel tracciato di flusso termico |12, 13|. Dai termogrammi relativi alle prove eseguite, si possono identificare le seguenti temperature caratteristiche (Tab. 2). Campione 20 mg T onset T picco eutettico |°C| liquidus |°C| 573.41 574.80 575.11 578.05 580.37 588.74 588.71 588.91 606.55 609.03 610.76 612.34 615.70 620.67 620.86 619.79 Tab. 2 - Temperature di eutettico e liquidus rilevate per i campioni di 10 e 20 mg a differenti velocità di scansione. TECNICO velocità di scansione inferiori a 10 °C/min garantiscano una buona approssimazione della temperatura attesa, soprattutto ove la massa del campione risulta essere inferiore: la massa di 10 mg ha fornito infatti dati più stabili, nell’intorno del valore previsto, all’aumentare della velocità di riscaldamento. Fig. 2 - Temperature di eutettico e liquidus in funzione della velocità di riscaldamento. Si può osservare come il valore relativo all’intervallo di fusione della lega si mantenga pressoché indipendentemente dalla procedura di prova utilizzata e dalla massa del campione in analisi: valori medi di 35,28 °C (deviazione standard 1,95 °C) per i test eseguiti sul campione di 10 mg, mentre 33,45 °C (deviazione standard 1,71 °C) per le analisi condotte utilizzando masse di 20 mg. L’andamento dei dati sperimentali mostra come una crescita nel valore di β conduca all’identificazione di temperature caratteristiche più elevate e ad una minore inerzia termica relativa alla massa del campione. I dati sperimentali sono stati comparati con i dati calcolati, utilizzando il software di simulazione Pandat 8.1 per il modello della Leva e di GulliverScheil, e CompuTherm Database disponibile in Procast®, per il modello della Back-diffusion con una velocità di raffreddamento di 0,5 K/s. Tali modelli restituiscono valori di formazione della fase eutettica e liquidus pressoché analoghi e rispettivamente pari a 575,4 e 612,6 °C. Il grafico di Fig. 2 riporta l’andamento di tali temperature, rilevate al variare della velocità di riscaldamento, con il relativo valore atteso di eutettico e liquidus. Si può osservare chiaramente come le temperature caratteristiche di tali trasformazione tendono a descrivere un trend crescente all’aumentare della velocità di riscaldamento e della massa utilizzata: comportamento del tutto coerente con le assunzioni fatte in precedenza di inerzia termica fra sistema calorimetro e campione |13, 14|. Nel caso della formazione dell’eutettico si può notare come Del tutto similare il caso del liquidus: la temperatura pronosticata tende ad essere approssimata al meglio per velocità di scansione di 5 e 10 °C/min rispettivamente per le masse di 10 e 20 mg. In entrambi i casi, velocità inferiori portano ad una lieve sottostima del dato previsto mentre superiori portano ad una marcata sovrastima del dato. La corretta identificazione delle temperature di eutettico e liquidus è estremamente importante per la determinazione degli estremi d’integrazione del termogramma. L’integrazione della curva di flusso termico fornisce infatti la percentuale di fase trasformata. Nel caso di un processo di fusione si otterrà quindi la frazione di liquido (complemento ad uno della frazione solida). La frazione di liquido corrisponde infatti all’area sottesa tra la baseline e il termogramma. In Figg. 3-4 vengono mostrati i risultati relativi all’andamento della curva di frazione solida con la temperatura misurata mediante analisi DSC per le condizioni di prova descritte. Fig. 3 - Frazione di solido in funzione della temperatura per la massa Fig. 4 - Frazione di solido in funzione della temperatura per la massa di 10 mg. di 20 mg. Industria Fusoria 6/2015 83 TECNICO Fig. 5 - Frazione di solido Vs temperatura previsti dai modelli della Leva, GulliverScheil e Back-diffusion. Per entrambe le masse analizzate, la curva FS(T) subisce uno spostamento rigido lungo l’asse delle temperature al crescere della velocità di scansione per effetto del ritardo termico (campione-crogiolo-termocoppia). In aggiunta, può essere osservato come tali risultati sono indipendenti dalla massa per β comprese tra 0,5-5 °C/min. Il grafico di Fig. 5 mostra l’andamento delle curve di frazione temperatura-frazione solida previste dai tre modelli teorici presi in esame. Il modello della Leva, nell’ipotesi cioè che la solidificazione avvenga in regime di equilibrio, e quello di Gulliver-Scheil, senza che avvenga diffusione di elementi in lega nella fase solida ma solo verso quella liquida, sebbene forniscano il medesimo valore di temperatura di eutettico e liquidus differiscono nella descrizione del valore di frazione solida con la temperatura |3|. Discorso analogo vale per la teoria della Back-diffusion: essa proviene da un’evoluzione del modello di Gulliver-Scheil per mezzo della quale si tiene conto di una possibile, seppur limitata, diffusione nella fase solida |16|. L’andamento di tali curve risente perciò delle ipotesi su cui si basano i modelli sopraenunciati: sebbene forniscano il medesimo valore di temperatura di eutettico e liquidus differiscono nella descrizione del valore di frazione solida con la temperatura 84 Industria Fusoria 6/2015 soprattutto a partire dalla formazione della fase eutettica, nell’intorno del 46 % di frazione solida, fino alla temperatura di solidus. Sulla base di queste considerazioni il trend di frazione solida con la temperatura è stato diviso in due aree principali, pre e post formazione di fase eutettica, e analizzate separatamente per le velocità di scansione che forniscono una maggiore stabilità dei dati, 0,5-1-2-5 °C/min (Fig. 6). un preciso valore di Fs teorica, di 0,6 °C per entrambe le masse in esame. In relazione ai tracciati di Fig. 6 (a) e (b), definiti per la zona del tracciato antecedente la formazione della fase eutettica, si può osservare come per entrambe le masse i trend descritti dai dati sperimentali rispettino l’andamento pronosticato dai modelli discussi in precedenza. Si può quindi affermare che qualora si vogliano effettuare delle analisi DSC appare più adatto l’uso di condizioni di prova che siano fonte di minor deviazione dei dati e d’inerzia termica del sistema. Test condotti con masse sufficientemente basse e a basse velocità di scansione restituiscono valori coerenti con quelli previsti dai modelli teorici considerati. La temperature attesa per un valore fissato di Fs, nel caso della massa di 10 mg, mostra una deviazione standard di 2 °C, per i test eseguiti a 0,5-1-2 °C/min, e circa 4 °C per i test condotti a 5 °C/min. In modo del tutto analogo per la massa di 20 mg, la deviazione standard si è attestata pari a 2 °C per β= 1-2 °C/min, 3 °C per β= 0.5 °C/min e circa 6 °C per i test condotti a 5 °C/min. In entrambi i casi la velocità di scansione di 5 °C/min, nonostante risenta di un maggiore errore medio del dato di temperatura, mostra un’ottima approssimazione del dato di frazione solida nell’intervallo compreso fra il 10 e 30 %. Per entrambe le masse analizzate, la curva FS(T) tende ad essere meglio definita per velocità di riscaldamento di 0.5 °C/min e valori di frazione solida tra il 50 e 70 %: quest’ultimo rappresenta infatti il limite superiore d’interesse metallurgico per i processi di thixoformatura |1| (Fig. 6 (c) e (d)). In questo intervallo la scansione a 0,5 °C/min garantisce una massima variabilità del dato di temperatura, in riferimento ad Velocità di riscaldamento superiori portano a consistenti deviazioni nei dati sperimentali rispetto a quanto pronosticato dai modelli della Leva, GulliverScheil e Back-Diffusion: tale fenomeno viene amplificato al crescere della cinetica di riscaldamento e della massa utilizzata, arrivando anche a valori superiori agli 8 °C. Conclusioni Nel presente lavoro sono state effettuate una serie di prove calorimetriche differenziali su una lega A356 al fine di ottenere una procedura sperimentale attendibile, nonché le approssimazioni che possono essere introdotte nelle misure attraverso l’uso dei modelli teorici (Leva, Gulliver-Scheil e Back-diffusion). Nel corso della ricerca è emerso che le temperature di eutettico e liquidus dei campioni tendono a seguire tanto più il dato previsto quanto più ci si sposta verso masse inferiori (nel presente lavoro 10 mg) e per cinetiche di riscaldamento sufficientemente lente, inferiori a 10 °C/min. Per la frazione solida si è notato che velocità di scansione superiori ai 5 °C/min portano all’ottenimento di un tracciato di frazione solida che tende, a pari temperatura, a sovrastimare il suo contenuto rispetto a quanto atteso dai modelli teorici. I tracciati relativi alle curve FS(T), per velocità di riscaldamento comprese tra TECNICO Le condizioni di prova ottimali sono state rilevate utilizzando masse di 10 mg e velocità di riscaldamento di 5 °C/min: valore che si riduce a 0.5 °C/min, per una migliore approssimazione della FS(T), nel caso di Fs > 0,5. Fig. 6 - Grafici Fs Vs T previsti dal modello della Leva, Gulliver-Scheil e Back-diffusion. a,b- Pre-formazione eutettico (10 - 20 mg), c,d- Post-formazione eutettico (10 - 20 mg). 0,5 e 5 °C/min e fino a frazioni di solido di interesse nel campo della thixo-formatura (fino a Fs= 0,7), tendono ad approssi- mare al meglio i dati sperimentali quanto più le masse e le velocità di prova risultano essere limitate. La precisione dei risultati ottenuti, sia che si tratti di frazione di solido o temperature di eutettico-liquidus, è estremamente utile in tutte le applicazioni ove è richiesto un certo grado di accuratezza: ad esempio la thixo-formatura, le misurazioni reologiche, saldatura, ecc. Tratto da “La metallurgia Italiana” N. 5 2015. G. Gottardi, A. Pola, G.M. La Vecchia - DIMI, Università di Brescia. BIBLIOGRAFIA |1| G. Hirt, R. Kopp, Thixoforming, John Wiley & Sons, Weinheim, 2009, pp. 1-27. |2| D. Liu, H. V. Atkinson, H. Jones, Thermodynamic Prediction of Thixoformability in Alloys Based on the Al-Si-Cu and Al-Si-Cu-Mg Systems, Acta Materialia 53 (2005) 3807-3819. |3| D. M. Stefanescu, Science and Engineering of Casting Solidification (Second Edition), Springer, New York, 2009, pp. 33-47. |4| R. B. Cassel, Determining Percent Solid in a Polymer Blend, TA Instruments. |5| A. Zavaliangos, J.C. Lin, M. 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Favini Sviluppo di una nuova metodologia di utilizzo dell’alluminio secondario riciclato rimpiazzando l’alluminio primario nella lega A356 per componenti di sicurezza nella tecnologia in bassa pressione Fagor Ederlan e i membri Mapsa della Fagor Ederlan Chassis&Powertrain Division fabbricano componenti di sicurezza come giunti, bracci di sospensione e cerchioni tramite tecnologia a bassa pressione, utilizzando una lega di alluminio primario, la A356 o AlSiMg0.3. I componenti subiscono un trattamento a caldo di tipo T6 o T64. Nel processo in bassa pressione, l’utilizzo dell’alluminio secondario per i componenti automobilistici da fusione non è possibile, a causa delle alte percentuali di ferro e rame. Questi elementi favoriscono la formazione di fasi non desiderate nella microstruttura, peggiorando le proprietà meccaniche e la resistenza alla corrosione. In questo progetto sono stati sviluppati due composti neutralizzanti, allo scopo di evitare la formazione delle indesiderate fasi ferritiche aciculari (ß-Al5FeSi). Aggiungendo queste leghe neutralizzanti è possibile preservare le proprietà meccaniche e il comportamento funzionale dei componenti di sicurezza utilizzando una lega A356 di alluminio secondario contenente lo 0,4% di ferro. È stato svolto un test di durata sui componenti per analizzare la fattibilità del processo. È stata effettuata anche un’analisi dei costi per confrontare i costi dell’alluminio primario e secondario. Introduzione L’industria automobilistica utilizza solo leghe primarie per la fabbricazione dei componenti, per evitare peggioramenti nelle proprietà meccaniche e nella resistenza alla corrosione, dovuti alla contaminazione da ferro e rame. La lega primaria utilizzata è la A356 (AlSi7Mg0,3), con limitazioni al contenuto di 88 Industria Fusoria 6/2015 ferro e rame (Tab.1). I componenti alla fine vengono trattati a caldo (trattamento T6), raggiungendo le proprietà richieste (Tab. 2). Di solito, le leghe di alluminio primario sono più costose di quelle di alluminio secondario; perciò questo progetto offre un’alternativa economicamente efficace alle fonderie. La sfida dell’utilizzo dell’alluminio secondario per la produzione di componenti automobilistici ha lo scopo di neutralizzare l’effetto negativo di un alto contenuto di ferro sulle proprietà meccaniche, utilizzando elementi neutralizzanti nel bagno fuso. Si Cu Mg Mn Fe Zn 6,5-7,5 <0,05 0,25-0,4 0,05 <0,18 <0,07 Tab. 1 - Composizione chimica con limitazioni interne della lega A356 (% in peso). Temperatura Ricottura Tempra Invecchiamento 540 °C 30-60 °C 160 °C 1004 °F 86-140 °F 320 °F Tab. 2 - Parametri dei trattamenti termici impiegati da Fagor Ederlan. Tempo 8 ore 10 minuti 6 ore TECNICO Stato dell’arte Alti contenuti di ferro nelle leghe Al-Si portano alla formazione di differenti fasi intermetalliche (Tab. 3), di cui le ß-Al5FeSi (a causa della forma aciculare) sono le più dannose per le proprietà meccaniche |1, 2|. Una delle strategie per evitare l’effetto negativo di ß-Al5FeSi, consiste nel favorire la formazione di differenti fasi ricche in ferro di forma tondeggiante, o a scrittura cinese, aggiungendo elementi differenti o cambiando la velocità di raffreddamen- to (Tab. 4). Taylor |3, 4| riferisce che l’aggiunta di vanadio e manganese favorisce la formazione della fase α-Al8Fe2Si, a forma di scrittura cinese o labirinto. Per calcolare la quantità di elementi di lega necessaria ad evitare la formazione della fase ßAl5FeSi, sono stati esaminati differenti diagrammi ternari di fase. Un esempio viene mostrato in Fig. 1, dove è rappresentato un diagramma Al-Fe-Mn con fasi ß e α. Una lega con il 10% di ferro (area rossa) è nella zona binaria (Al) + ß. Se si aggiunge il 5% di manganese il nuovo com- Fig. 1 - Sezione isotermica a 500°C calcolata per il limite ricco in alluminio del sistema AlFeMn nel programma FactSage, utilizzando il metodo CALPHAD. Fase Struttura cristallina Composizione chimica (% in massa), rimanente in Al Morfologia AI13Fe4(AI3Fe) AI3Fe AI6Fe C2/m ortorombica Cmc21 ortorombica P monoclina A2/a monoclina P monoclina 14/mcm Fe: 33.9-37.8 Si: 0.8-2.9 Fe: 25.6-28 A listello o aciculare Fe: 23.5-30 Si: 12-18,9 Fe: 27-28 Si: 14-15 Fe: 33-38 Si: 13-18.5 Fe: 15-25,4 Si: 20-25.5 Fe: 28.2-31.6 Si: 7.9-10,5 Fe: 10.7 Si: 6.44 Mn: 27.2 Fe: 8-12.1 Si: 25-33.8 Mn: 13-16 Fe: 8.6-30.7 Si: 4.5-12.5 A listello o aciculare β- AI5FeSi β – Al4 5FeSi (AI9Fe2Si2) γ-AI3FeSi δ-AI9FeSi3 α-AI8Fe2Si AI9Fe0,84Mn2 15Si P63/mmc esagonale P63/mmc esagonale π-AI8 Si6Mg3Fe P62 m esagonale α-AI12-15 [Fe,Mn,Me]3Si1.2 Me=Cr, Cu Cubica esagonale α -AI12 75 [Fe,Me]2-3 Si2-4 Me=Mn, Cr, Cu, Co, Ni Cubica AI19Fe4MnSi2 Triclina Mn :0.52-14 Cu > 7.5 Cr >14.4 Fe 6.3-25.2 Si 4.6-10 Mn > 13.1 Cu >13 Cr >14.4 Co > 20 Ni > 26,8 Fe: 19.2 Si: 8.3 Mn: 7.8 Cu: 2.5 Cr: 0.2 A listello o aciculare A listello o aciculare Dendritica A listello Lamellare A labirinto A labirinto Lamellare o a labirinto Lamellare o a labirinto Lamellare o a labirinto Tab. 3 - Fasi intermetalliche ricche in ferro nelle leghe Al-Si. Industria Fusoria 6/2015 89 TECNICO Parametri Possibili effetti Fe Cambiamento nella sequenza di precipitazione delle fasi ß Trasformazione delle fasi ß in α, ma aumento della quantità totale di fasi intermetalliche ricche in ferro Mn, Cr, Be, Ni Mg Trasformazione delle fasi ß in fasi π P Favorisce la nucleazione di fasi ß Sr Dissoluzione, frammentazione e perfino decomposizione (ad altissimi livelli) delle fasi ß velocità di raffreddamento Una velocità bassa di raffreddamento favorisce la formazione di fasi ß surriscaldamento del bagno fuso Raffinazione e riduzione delle fasi intermetalliche ricche in ferro incluse le fasi ß; viene impedita la formazione di residui Tab. 4 - Metodi differenti per modificare la fase ß-Al5FeSi(3) secondo la matrice mostrata in Tab. 5. È stata impiegata una colata a gravità per provini destinati a test di trazione, secondo lo standard ASTM B-108 (Fig. 2). Sono stati svolti diversi test di colata, mescolando diverse leghe primarie insieme all’A356 a 720°C in una fornace a induzione avente la capacità di 15 kg di alluminio. La lega è stata modificata con Al-Sr (15%) e raffinata con TiBAl, come da procedura standard per Mapsa e Fagor Ederlan, ed è stato aggiunto magnesio per garantire una concentrazione dello posto è pressoché totalmente costituito da (Al) + ß, più una piccola quantità di fase ß (area blu). Per concentrazioni minori di ferro, l’effetto dell’aggiunta di manganese, noto il rapporto Mn≥0,5 Fe, sarà simile. Lo stesso procedimento è stato svolto per i sistemi ternari Al-Cr-Fe, Al-Be-Fe e Al-V-Fe. Come risultato dell’analisi dello stato dell’arte è stata proposta una matrice sperimentale per neutralizzare l’effetto dello 0,4% di ferro nella lega A356 utilizzando due differenti ricette di neutralizzatore: Mn-CrBe, o Mn-Cr-V (Tab. 5). Fig. 2 - Stampi per provini da trazione secondo ASTM B-108. Test di laboratorio Al laboratorio dell’università Mondragon sono state preparate diverse colate utilizzando Mn-Cr-Be Mn la lega primaria A356 contaminata dallo 0,4% di ferro, grazie all’aggiunta della lega primaria Mn-Cr-V Cr Be 0 0 Mn Cr V 0 0 0,1 0,15 0,03 0 0,1 0,15 0,03 0,1 0,06 0 0,1 0 0,1 0,06 0 0,1 Tab. 5 - Matrice per i primi esperimenti di laboratorio per neutralizzare il contenuto dello 0,4% in ferro. 90 Industria Fusoria 6/2015 0,35% in peso. È stata svolta una degasazione impiegando barre di Nitral C19 della Foseco. Il trattamento a caldo è stato svolto presso l’impianto della Fagor Ederlan, con i parametri descritti in Tab. 2. Sono stati svolti test di trazione per ciascuna composizione chimica; i risultati sono riassunti in Tab. 6. Tutti i campioni hanno presentato un allungamento inferiore al previsto. L’esame al microscopio elettronico a scansione delle superfici di frattura ha evidenziato una rilevante micro porosità nei provini. TECNICO Mn Cr 0 0,15 0,03 0,06 Mn Cr 0 0,15 0,03 0,06 Be Test di fusione A (%) Rp0,2 (MPa) Rm(MPa) 0 2011-2012 33 ± 0,5 242 ± 5 296 ± 3 0,1 4101-4102 1,7 ± 0,5 240 ± 2 270 ± 3 0 2041-2042 1,3 ± 0,3 241 ± 2 277 ± 1 0,1 4041-4042 2,2 ± 0,5 237 ± 10 286 ± 9 0 2071-2072 1,8 ± 0,5 254 ± 4 298 ± 8 0,1 4131-4132 1,3 ± 0,2 233 ± 6 270 ± 10 V Test di fusione A (%) Rp0,2 (MPa) M (MPa) 0 2011-2012 33 ± 0,5 242 ± 5 296 ± 3 0,1 3011-3012 1,7 ± 0,2 236 ± 3 279 ± 7 0 2041-2042 1,3 ± 0,3 241 ± 2 277 ± 1 0,1 3051-3052 1,8 ± 0,5 238 ± 10 278 ± 14 0 2071-2072 1,8 ± 0,5 254 ± 4 298 ± 8 0,1 3081-3082 1,9 ± 0,7 230 ± 2 277 ± 7 Tab. 6 - risultati dei test di trazione sui provini di laboratorio Tenendo conto dei risultati dei test di trazione e dell’analisi microstrutturale dei diversi provini (Figg. 3, 4 e 5), possono essere proposti due agenti neutralizzanti: • Be (0,12%) + Mn (0,15%) • V (0,1%) + Mn (0,15%) + Cr (0,03%) Test industriali Dopo l’analisi dei risultati dei test di laboratorio, i cerchioni e i giunti di alluminio sono stati prodotti utilizzando una lega secondaria A356 fornita da Befesa, con un contenuto originale di ferro dello 0,335%, aumentato a 0,4% aggiungendo la lega Al-Fe. Befesa garantisce una concentrazione massima dello 0,4% di ferro per le leghe prodotte nei suoi impianti. Sono state svolte delle prove di colata alla Mapsa (Fig. 7), utilizzando questa lega e aggiungendo le leghe neutralizzanti sviluppate durante i test di laboratorio. giunti sono stati gettati nell’innovativa cella a bassa pressione della Mapsa (massime dimensioni dello stampo 1200x1775 mm, e peso massimo dei getti 60 kg. La capacità della fornace di mantenimento è di 1000 kg di lega di alluminio con una pressione massima di 3 bar). La lega secondaria è stata modificata con Al-Sr (15%), raffinato con TiBAl, e il contenuto di magnesio è stato bilanciato allo 0,35%; è stata svolta un’operazione di degasazione in siviera, utilizzando parametri di processo normali. Cerchioni e Sono stati svolti diversi test: • Test 1: lega secondaria senza agenti neutralizzanti. • Test 2: lega secondaria + V (0,1%) + Mn (0,15%) + Cr (0,03%). • Test 3: lega secondaria + Be (0,12%) + Mn (0,15%). Fig. 3 - Microstruttura del test 2011-2012, lega A356 contenente lo 0,4% in ferro, strutture aciculari ricche in ferro precipitate ai bordi di grano. Fig. 4 - Microstruttura del test 4101-4102, lega A356 contenente lo 0,4% in ferro e aggiunta di Be-Mn; le fasi ricche in ferro mostrano una struttura lamellare. Industria Fusoria 6/2015 91 TECNICO Fig. 5 - Microstruttura del test 3051-3052, lega A356 contenente lo 0,4% in ferro e aggiunta di V-Mn-Cr; le fasi ricche in ferro mostrano una struttura a labirinto o a scrittura cinese. Si Fig. 6 - Cerchione (16 kg di peso) con indicata la posizione dei provini di trazione. Fe Cu Mn Mg Zn Ti B Sr Cr V Be Test 1 7.197 0,413 0,033 0,048 0,377 0,045 0,148 0,024 0,017 0,009 0,006 0,000 Test 2 6.899 0,394 0,031 0,139 0,355 0,063 0,123 0,024 0,014 0,029 0,093 0,000 Test 3 6.725 0,389 0,028 0,144 0,361 0,035 0,091 0,027 0,026 0,001 0,007 0,964 Tab. 7 - Composizione chimica dei diversi test (% in peso). La composizione chimica dei provini è mostrata in Tab. 7. I componenti da fusione sono stati trattati a caldo (Tab. 2), e i provini per i test di trazione sono stati lavorati a macchina (punto evidenziato in Fig. 6). I risultati delle prove di trazione sono sintetizzati in Tab. 8. Soltanto il provino 1 del test 2 mostra una minore resistenza allo snervamento rispetto al Fig. 8 - Microstruttura del test 1: fasi aciculari ricche in ferro precipitano ai bordi di grano. Fig. 9 - Microstruttura del test 2: fasi ricche in ferro mostrano una forma tondeggiante. Fig. 7 - Diverse fasi di processo durante i test industriali: (a) fusione della lega secondaria A356 (b) degasazione e ripulitura dalle scorie in siviera (c) test di produzione di cerchioni (d) test di produzione di giunti. 92 Industria Fusoria 6/2015 Fig. 10 - Microstruttura del test 3: fasi ricche in ferro mostrano una struttura a labirinto o scritture cinesi. TECNICO T.S. -1 Rp0,2 (MPa) Rm (MPa) A (%) Test 1 Test 2 Test 3 REF. T.S. -2 232 ± 1 220 ± 17 247 ± 1 190 Rp0,2 (MPa) 287 ± 0 279 ± 12 294 ± 12 270 Rm (MPa) 9,5 ± 1 9±1 8,6 ± 2 10 A (%) Test 1 Test 2 Test 3 REF. 184 ± 7,5 189 ± 0 220 ± 10 180 239 ± 7 271 ± 18 261 ± 6 250 7,5 ± 0 7±1 5±1 8 autoproducente di Al2O3. I risultati possono essere validi per altre parti di automobile (giunti ecc.), dove i requisiti estetici sono più bassi. Sono stati svolti anche test di impatto sui cerchioni dei test 2 e 3; essi soddisfano tutti le richieste del cliente. Analisi dei costi L’uso dell’alluminio secondario è ecologico ed economico per l’industria siderurgica. Paragonando la produzione di alluminio primario e secondario, quest’ultimo causa meno inquinamento. Esso consuma un’energia 17 volte inferiore, emette 17 volte meno sostanze inquinanti; inoltre, esso genera dalle 5 alle 9 volte in meno di rifiuti solidi, e consuma 35 volte meno acqua |6|. Tab. 8 - Risultati dei test di trazione sui provini dei cerchioni. Fig. 11 - Cerchioni con Be-Mn dopo un test di corrosione. test 1. I valori di allungamento sono stati più bassi di quelli di riferimento, ma sufficienti a soddisfare le esigenze del cliente. A causa dei difetti di micro porosità apparsi nei giunti da fusione, non è stato possibile raggiungere valori accettabili di allungamento, come mostrato in Tab. 9. È stata svolta l’analisi microstrutturale e, come successo nelle prove di laboratorio, il contenuto dello 0,4% di ferro nella lega secondaria ha causato la formazione di strutture aciculari ricche di ferro ai bordi dei grani (Fig. 8). L’aggiunta di entrambe le leghe di neutralizzazione migliora la morfologia delle fasi ricche di ferro (Figg. 9 e 10). Tuttavia, allo stesso tempo aumenta il numero di precipitati, perciò è necessario controllare l’aggiunta di leghe di neutralizzazione, per evitare un peggioramento delle proprietà meccaniche. Dopo il trattamento termico, i componenti prodotti con il neutralizzatore E (GPa) Rp0,2 (MPa) Rm (MPa) A (%) Test 1 69,39 234,13 256,56 1,29 Test 2 71,64 235 276 1,6 Test 3 68,99 226,03 252,39 1,8 - 180 250 8 REF. Tab. 9 - Risultati dei test di trazione sui provini dei giunti. Dati Primaria Secondaria Risparmio 01-2012 2.200 2.050 150 02-2012 2.250 2.180 70 03-2012 2.150 2.000 150 04-2012 2.030 1.950 80 Bonus +500 +250 +250 Tab. 10 - Evoluzione del prezzo (€/t) della lega A356 primaria e secondaria (BEFESA). Be-Mn sono più brillanti, senza l’effetto tipico di oscurità indotto dallo stesso trattamento a caldo. È stato svolto un test di corrosione (spray salato) su di un cerchione finito (lavorato a macchina e verniciato). Il provino ha fallito il test (Fig. 11), probabilmente perché il berillio non consente la formazione dello strato Il prezzo di alluminio primario e secondario è cambiato durante lo sviluppo di questo progetto. La differenza di prezzo tra i due favorisce il successo e l’applicazione finale del presente progetto di ricerca. La Tab. 10 mostra l’evoluzione del prezzo delle leghe A356 (informazione fornita da Befesa), dove il bonus è un co- Industria Fusoria 6/2015 93 TECNICO sto addizionale che hanno applicato i fornitori al costo di produzione delle leghe. I prezzi di entrambe le leghe neutralizzanti son riportati in Tab. 11. Dati Costo (€/t) V-Mn-Cr Be-Mn 83,87 725,34 Tab. 11 - Costo delle leghe di neutralizzazione (BEFESA). Tenendo conto di questa informazione, la produzione di componenti da fusione utilizzando una lega secondaria A356 con il neutralizzante VMn-Cr può essere economicamente vantaggiosa. Conclusioni 1. Impiegando le leghe neutralizzanti sviluppate, i problemi di proprietà meccaniche causati dalla formazione di fase aciculare ß-Al5FeSi nelle leghe secondarie vengono risolti 2. L’aggiunta di leghe neutralizzanti aumenta il numero di fasi intermetalliche. Le morfologie laminari e a i scrittura cinese assunte dalle fasi ricche in ferro aiutano a migliorare le proprietà meccaniche dei componenti. Questo comportamento è collegato ad una regolazione e un controllo adeguati dell’aggiunta di leghe neutralizzanti 3. La lega neutralizzante BeMn non è appropriata per creare cerchioni di ruote, a causa della cattiva resistenza alla corrosione. Nonostante ciò, essa è utile per altri componenti automobilistici che non hanno requisiti di estetica. 4. Utilizzando la lega neutralizzante Be-Mn, si ha una leggera raffinazione dei grani. 5. La lega neutralizzante BeMn sviluppata è interessante, ma economicamente poco conveniente, a causa dell’elevato prezzo del berillio. 6. La lega neutralizzante V-CrMn è un’alternativa per implementare l’uso delle leghe secondarie per la produzione di componenti di sicurezza da fusione, utilizzando tecnologie a bassa pressione. Ringraziamenti Gli autori desiderano ringraziare il CDTI (Centro para el Desarrollo Tecnológico Industrial) per il supporto finanziario a questo progetto di ricerca (Contratto n°IDI20100266) e il governo basco per il supporto finanziario proveniente dal programma SAIOTEK (Contratto n°SPE09ED01). Il programma SAIOTEK è finanziato dai fondi europei per lo sviluppo regionale. E.Ochoa de Zabalegui, J.Arriaran, I.Landa, P.RodriguezJ.Huarte, E.Zoco, J.Arraiza E.Rivero, A.Rios - I.Anza, I.Alfaro, F.Sáenz de Tejada - I.Hurtado, Z.Azpilgain, G. Arruebarrena Tratto da Foundry Trade Journal – maggio 2015 Traduzione: F. 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Fascicolo VI/I3 N B Nitor Brain force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 C O Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2-3 Crossmedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15 CSMT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15 Omnysist. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/14 E Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Ecotre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15 Ekw Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 - 52 Emerson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15 Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Enginsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Ervin Armasteel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Exone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 F Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/13 Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Faro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 P Pangborn Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15 Protec-Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15 R RC Informatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina IV S Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina I Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15 Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15 Sibelco Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15 Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86-87 T Tesi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Tiesse Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 G Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Gerli Metalli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 Guerra Autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95 H Heinrich Wagner Sinto U Universal Sun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Ubi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 V I Icm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 96 Industria Fusoria 6/2015 Vincon Guido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/15 Z Zappettini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 Zetamet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II Insieme a voi determinati nella crescita e nell’innovazione al servizio della qualità che richiedete F.LLI MAZZON S.p.A. 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