GIMMOC Vol. IV No 3, 2000 Le citochine nella terapia delle infezioni fungine Cytokine therapy in fungal infections Giornale Italiano di Microbiologia Medica Odontoiatrica e Clinica Vol. IV, No 3, 2000 p. 170 - 173 Organo ufficiale della S.I.M.M.O.C. Copyright © 2000 A. Mencacci1*, E. Cenci1, G. Del Sero1, C. Fé d’Ostiani1, C. Montagnoli1, A. Bacci1, L. Romani1, F. Bistoni1 *Autore di riferimento: A. Mencacci LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 170 Riassunto. Studi in modelli sperimentali murini hanno dimostrato che la protezione verso le infezioni da Candida albicans correla con lo sviluppo di risposte T helper (Th)1, mentre la suscettibilità si associa a risposte Th2. Lo sviluppo e il controllo delle risposte Th antifungine sono regolati da molteplici fattori, tra i quali le citochine hanno un ruolo essenziale. Nelle prime fasi dell’infezione, la neutralizzazione di citochine Th2 (IL-4 e IL-10) è in grado di curare l’infezione stessa e di indurre una risposta Th1, mentre la neutralizzazione di citochine Th1 (IL-12 e IFN-g) si associa allo sviluppo di una risposta Th2. E’ stato inoltre dimostrato che l’efficacia terapeutica di farmaci antifungini quali amphotericina B e fluconazolo può essere sensibilmente aumentata mediante terapia combinata con citochine o loro antagonisti. Recentemente studi condotti in topi citochino-deficienti hanno rivelato livelli di immunoregolazione più complessi: nelle fasi precoci di infezione, la produzione di alcune citochine proinfiammatorie come TNF-a e IL-6 appare essenziale per lo sviluppo di una immunità protettiva Th1-dipendente e per il controllo ottimale dell’infezione stessa; non solo la produzione di IL-12, ma anche la responsività a IL-12 è richiesta per lo sviluppo di cellule Th1, per il cui mantenimento sono necessari inoltre livelli “fisiologici” di IL-4 e IL-10. Quindi, nella candidiasi murina, più che la assenza o la presenza di specifiche citochine, il loro equilibrio finemente regolato appare necessario per lo sviluppo e il mantenimento di una risposta immune protettiva Th1. Sulla base di tali risultati è verosimile supporre che la modulazione di risposte immuni Th può rappresentare un utile bersaglio della terapia antifungina. Summary. Studies in mice have demonstrated that in Candida albicans infections protection correlates with the occurrence of Th1 responses, while Th2 responses are associated with disease exacerbation and pathology. A variety of factors control CD4+ Th cell subset development and regulation in murine candidiasis. Among these, cytokines appear to play a major role. Early in infection, neutralization of Th1 cytokines (IFN-g and IL-12) leads to the onset of Th2 rather than Th1 responses, while neutralization of Th2 cytokines (IL-4 and IL-10) allows for the development of Th1 rather than Th2 cell responses. Moreover, it has been demonstrated that cytokines or cytokine-antagonists may potentiate the efficacy of amphotericin B or fluconazole through their ability to induce protective Th-1 responses. Studies performed in cytokine-deficient mice have furthered our understanding on cytokine-mediated regulation of Th-cell development and effector functions in candidiasis and have revealed complex levels of immunoregulation that were previously unappreciated. Early in infection, production of some proinflammatory cytokines (TNF-a and IL-6) appears to be essential for the successful control of infection and the resulting protective Th1-dependent immunity. Both IL-12 production and IL-12 responsiveness are required for the development of Th1 cells, whose activation depends on the presence of “physiological” levels of IL-4 and IL-10. Thus, a finely regulated balance of directive cytokines, rather than the relative absence of opposing cytokines, appears to be required for optimal development and maintenance of Th1 reactivity in mice with candidiasis. INTRODUZIONE Soggetti adulti immunocompetenti presentano comunemente immunità acquisita verso il fungo Candida albicans, rilevabile mediante specifiche reazioni di ipersensibilità ritardata e responsabile della prevenzione della disseminazione delle infezioni 1 superficiali da Candida (Romani, 1997; Romani e Kaufmann, 1998; Lilic et al., 1996, 1996a). Infatti, se da un lato la capacità di C. albicans a stabilire un’infezione disseminata comprende la neutropenia come il principale fattore predisponente, dall’altro la sua persistenza nel tessuto infetto può essere imputata soprattutto al venir Sezione di Microbiologia, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Università degli Studi di Perugia. GIMMOC Vol. IV No 3, 2000 pazienti con candidiasi orale ed esofagea generalmente non sono particolarmente suscettibili alla candidiasi vaginale. Le citochine nella terapia delle infezioni fungine Cytokine therapy in fungal infections REGOLAZIONE DELL’IMMUNITÀ TH1- E TH2-DIPENDENTE Il ruolo delle citochine Le cellule T CD4+ Th1 e Th2 si sviluppano da una cellula T progenitrice comune e diversi sono i fattori che controllano tale processo. Fra tali fattori le citochine sembrano avere un ruolo primario, agendo non solo come modulatori delle funzioni effettrici antifungine, ma anche come regolatori chiave per lo sviluppo dei diversi subsets Th da cellule Th progenitrici. Studi in modelli sperimentali murini hanno dimostrato che le risposte protettive Th1 anti-Candida richiedono l’azione concertata di diverse citochine come IFN-g, TGF-b, IL-6, TNF-a e IL-12, in relativa assenza di citochine inibitorie Th2 come IL-4 e IL-10, che inibiscono lo sviluppo di risposte Th1. Nelle fasi precoci dell’infezione, la neutralizzazione di citochine Th1 (IFN-g e IL-12) comporta il mancato sviluppo di risposte protettive Th1, mentre la neutralizzazione di citochine Th2 (IL-4 e IL-10) permette lo sviluppo di risposte Th1 piuttosto che Th2. Tuttavia alcuni risultati sperimentali sembrano contraddire il paradigma T helper: in topi altamente suscettibili a C. albicans la somministrazione di IL-12 non è in grado di migliorare il decorso e l’esito della infezione sia disseminata che mucosale, mentre in topi resistenti la somministrazione di IL-4 non converte una risposta Th1 già stabilita in una risposta Th2 e la neutralizzazione di IL-4 endogena nelle fasi tardive dell’infezione esacerba l’infezione stessa. Questi dati indicano l’esistenza di complessi circuiti immunoregolatori alla base dell’attività delle citochine nella candidiasi sperimentale (Romani et al., 1996, Romani, 1997). Studi effettuati in topi geneticamente modificati, compresi animali citochino-deficienti, hanno chiarito ulteriormente i meccanismi di regolazione dello sviluppo delle risposte T helper e delle funzioni effettrici verso Candida albicans mediati dalle citochine ed hanno rivelato complessi livelli di immunoregolazione, fi- LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES meno delle funzioni della immunità cellulomediata dell’ospite. Quindi, sia l’immunità naturale che acquisita cellulo-mediata sono essenziali nel controllo delle infezioni da Candida. La resistenza e la suscettibilità all’infezione disseminata primaria e secondaria, geneticamente determinate, variano tra i differenti ceppi inbred di topo e correlano rispettivamente con la prevalenza di risposte CD4+ T helper (Th) 1 e Th2. La predominanza delle risposte cellulari Th1 è responsabile della resistenza e dell’induzione di immunità protettiva specifica, mentre le risposte Th2 sono associate con l’esacerbazione dell’infezione e con la patologia. Le citochine prodotte da cellule Th1 attivano i neutrofili ed i macrofagi ad espletare le loro funzioni fungicide, mentre le citochine Th2 esacerbano l’infezione inibendo tali meccanismi effettori. Quindi, le cellule Th1 e Th2, producendo mediatori chiave per la attivazione o l’inibizione delle funzioni effettrici antifungine, possono essere fondamentali nella mobilitazione e nel controllo di tali funzioni nel sito dell’infezione. In particolare, la resistenza anti-Candida mediata dai fagociti è essere regolata da gruppi di citochine ad azione opposta, come IFN-g o IL-4 e IL-10 (Romani, 1997). Uno squilibrio delle funzioni T helper, testimoniato dal venir meno della immunità acquisita specifica, da alti livelli di anticorpi anti-Candida e dalla suscettibilità a certi tipi di infezioni batteriche, è osservabile in pazienti con candidiasi mucocutanea cronica o epatosplenica (Odds, 1988; Roilides et al., 1998) e si può facilmente inquadrare nel contesto del paradigma Th1/Th2. Recenti studi sul controllo genetico della suscettibilità e/o resistenza dell’ospite all’infezione da Candida suggeriscono che i meccanismi effettori della resistenza antifungina potrebbero essere sia geneticamente determinati (Ashman, 1998) che sito-specifici (Fidel, 1999). Ciò sarebbe in accordo con evidenze cliniche e sperimentali che indicano che l’induzione di immunità cellulo-mediata antifungina è altamente compartimentalizzata, tanto è vero che la suscettibilità di differenti ceppi murini alla candidiasi sistemica non correla con quella alla candidiasi mucosale, gastrointestinale o vaginale, e che le 171 GIMMOC Vol. IV No 3, 2000 Mencacci et al. LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 172 no ad ora sconosciuti (Mencacci et al., 1998). La mancanza di TNF/LT-a e di IL-6 comporta una elevata suscettibilità all’infezione disseminata o mucosale da C. albicans; al contrario, la suscettibilità all’infezione primaria diminuisce in assenza di IL-4 o IL-10. Tuttavia, la mancanza di IL-4, come pure di IL-12 o di IFN-g rende i topi altamente suscettibili alla infezione secondaria (Mencacci et al., 1998). Osservazioni recenti indicano che la resistenza alla infezione secondaria è diminuita anche in topi IL-18-deficienti ed è ripristinata in seguito a somministrazione di IL-18 (osservazioni non pubblicate). La resistenza o la suscettibilità all’infezione correlano con la colonizzazione degli organi bersaglio, come pure con il tipo di produzione citochinica T helper da parte dei linfociti T CD4+. Bassi livelli di IL-4 o IL-10 ed una aumentata produzione di IFN-g e IL-2 si osservano in topi che resistono sia all’infezione primaria che secondaria come i topi IL-10-deficienti. Al contrario, elevati livelli di IL-4 e IL-10 e bassi livelli di citochine Th1 sono presenti in topi TNF/LT-a- e IL-6-deficienti, che soccombono all’infezione primaria, e in topi IL-12p40- o IFN-gR- o IL-4-deficienti che soccombono all’infezione secondaria. Complessivamente questi dati dimostrano che la suscettibilità all’infezione primaria e secondaria da Candida nei topi citochino-deficienti correlano con l’incapacità di sviluppare risposte protettive antiCandida Th1 e con la presenza di cellule Th2 non protettive. Questi studi hanno inoltre rivelato l’esistenza di una sorta di gerarchia nella regolazione dello sviluppo delle risposte T helper e delle funzioni effettrici antifungine mediate dalle citochine. Nelle prime fasi dell’infezione la produzione di alcune citochine proinfiammatorie (TNF-a e IL-6), più di altre (IL-1b), sembra essere essenziale per il controllo successivo dell’infezione e la risultante immunità protettiva Th1-dipendente. Sia la produzione di che la responsività a IL-12 sono richieste per lo sviluppo di risposte Th1, che sono attivate in presenza di livelli “fisiologici “ di IL-4 e IL-10 e mantenute da IL-4 e, forse, IL-18. Quindi un equilibrio finemente regolato di citochine direttive come IL-4, IL-10 e IL-12, piuttosto che la relativa assenza o presenza di citochine opposte sembra essere richiesto per lo sviluppo ottimale e il mantenimento della immunità a C. albicans. Il ruolo dell’immunità naturale Il ruolo istruttivo dell’immunità naturale su quella acquisita verso un agente patogeno può esplicarsi a differenti livelli. Nella candidiasi la regolazione del carico fungino precoce, la produzione citochinica e l’espressione di molecole costimolatorie rappresentano possibili meccanismi tramite i quali il sistema dell’immunità naturale può controllare lo sviluppo dei linfociti CD4+ Th. In particolare, il fatto che i neutrofili, più dei macrofagi, hanno la capacità di produrre citochine direttive come IL-10 e IL-12 in risposta a Candida, sottolinea l’importante ruolo di tali cellule nel controllo globale dell’infezione e della sua patologia (Romani et al., 1997). Pertanto, dato l’elevato numero dei neutrofili nel sangue o nei tessuti nel corso dell’infezione, è verosimile che proprio la produzione di citochine da parte dei neutrofili stessi possa influenzare lo sviluppo precoce delle risposte T helper a Candida albicans. Questa potrebbe essere una funzione condivisa con altre cellule del sistema immune naturale che, sebbene prive di recettori altamente specifici, ma rispondendo piuttosto a molecole microbiche comuni a più microrganismi, possono in ultima analisi influenzare la differenziazione T cellulare. CONCLUSIONI Il paradigma Th1/Th2, sebbene in qualche modo semplicistico, si sta’ dimostrando essenziale per una migliore comprensione della immunoregolazione nella candidiasi e in altre infezioni fungine. Tuttavia alcune osservazioni complicano la linearità di tale paradigma: 1) Le singole citochine possono produrre effetti opposti a seconda della dose e del tempo della loro partecipazione alla risposta immune, 2) alcune citochine esercitano i loro effetti sia sull’immunità naturale che su quella acquisita e 3) ci sono meccanismi chiaramente ridondanti per l’induzione di una risposta Th1 o Th2. La mole di dati sperimentali e di osservazioni cliniche che supportano il mo- GIMMOC Vol. IV No 3, 2000 BIBLIOGRAFIA Ashman RB. Candida albicans: pathogenesis, immunity and host defence. Res Immunol, 149:281-288, 1998. Fidel PL Jr. Host defense against oropharyngeal and vaginal candidsiasis: sites specifity differences. Rev Iberoam Micol, 16:8-15, 1999. Lilic D, Cant AJ, Abinum M, Calvert JE, Spickett GP. Chronic mucocoutaneus candidiasis. I Altered antigenstimulated IL-2, IL-4, IL-6 and interferon-gamma (IFN-g) production. Clin Exp Immunol, 105:205-212, 1996. 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