Newsletter N. 5 - Aprile 2012 Malattie Infettive a cura del Dipartimento di Sanità Pubblica - Direttore Dr. Paolo Ghinassi. Redazione: Staff Epidemiologia e Comunicazione - Servizio Igiene Pubblica. Comitato di Redazione: Paolo Bassi, Loris Bevilacqua, Gian Paolo Casadio, Valeria Contarini, Manuela Dradi, Paolo Fusaroli, Franco Gianelli, Mirella Guerra, Cinzia Pozzetti, Davide Resi, Cosetta Ricci, Giuliano Silvi, Riccardo Varliero. Progetto grafico: M. Edoarda Fava. INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE (LTBI) a cura di Gian Paolo Casadio - Dirigente medico del Servizio Igiene Pubblica CHE COS’È L’INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE (LTBI) L’infezione tubercolare latente (LTBI) è una condizione in cui un soggetto è venuto a contatto con il Mycobacterium tuberculosis ma non presenta una malattia tubercolare attiva, è asintomatico e non è infettivo. In media il 10% circa delle persone con infezione tubercolare latente sviluppano la malattia tubercolare nel corso della loro vita, di questi la metà si ammala entro 2 anni dall’esposizione. Circa il 70% dei casi incidenti di tubercolosi sono conseguenza della riattivazione di una pregressa infezione. Pertanto, per l’eliminazione della malattia è fondamentale l’identificazione dei soggetti con LTBI ed il loro trattamento. COME FARE DIAGNOSI DI INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE Le linee guida del Ministero della Salute indicano l’intradermoreazione secondo Mantoux come test di riferimento per scoprire chi è venuto in contatto con il bacillo della tubercolosi. Si tratta di un test cutaneo con il quale viene iniettata una piccola quantità (5UI) di tubercolina (chiamata anche PPD) con una siringa ad ago sottilissimo nello strato intradermico della superfice volare di un avambraccio. E’ un esame innocuo per tutti: bambini, donne in gravidanza, soggetti immunodepressi. Dopo 48-72 ore la sede di inoculazione deve essere esaminata per stabilire se la reazione è positiva o negativa, misurando in millimetri il diametro traverso dell’infiltrato palpabile eventualmente formatosi. I nuovi test IGRA su sangue, basati sul rilascio di interferone gamma da parte dei linfociti stimolati da antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis, in quanto dotati di una maggiore specificità, sono raccomandati come strumento di conferma nei soggetti risultati positivi all’intradermoreazione, in particolare nei soggetti vaccinati con BCG (vaccino antitubercolare). I SOGGETTI A RISCHIO DI INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE Andrebbero sottoposti a screening per infezione tubercolare latente: • i soggetti con elevate probabilità di esposizione al Mycobacterium tuberculosis: 1. i contatti stretti di malati di TB contagiosa (in particolare i bambini di età inferiore a 5 anni e gli immunodepressi); 2. gli immigrati da paesi ad elevata endemia tubercolare (entro 5 anni dall’ingresso); 3. gli operatori sanitari; 4. i senza fissa dimora; 5. i carcerati. • i soggetti ad alto rischio di sviluppare la malattia tubercolare se infettati: 1. gli HIV positivi; 2. i pazienti con insufficienza renale cronica grave o in trattamento emodialitico; 3. i soggetti in trattamento con antagonisti alfa del TNF prima del’inizio della cura; 4. i trapiantati di organo solido; 5. i pazienti con neoplasia maligna; 6. i tossicodipendenti per via endovenosa; 7. gli immunodepressi per patologia concomitante o a seguito di terapia. COME GESTIRE UN SOGGETTO CON INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE E’ opportuno che sia lo Specialista Pneumotisiologo a gestire un paziente con problemi di sospetta origine tubercolare. La prima fondamentale valutazione da fare è quella di escludere la presenza di malattia tubercolare attiva procedendo ad un attento esame fisico e ad una radiografia del torace. Una volta confermata la diagnosi di infezione tubercolare latente il trattamento farmacologico viene considerato caso per caso, basandosi sulle possibilità di sviluppare la malattia a fronte del possibile rischio di reazioni avverse e alla corretta adesione al regime terapeutico. Il trattamento, la cui durata a seconda dei farmaci utilizzati varia da 3 a 9 mesi, va seguito scrupolosamente ed è importante che il paziente sia periodicamente (ogni mese) convocato per valutare l’adesione alla terapia e l’eventuale presenza di effetti collaterali determinati dai farmaci assunti. Dopo il completamento del regime farmacologico c’è ancora una piccola possibilità di ammalarsi di tubercolosi (fallimento terapeutico, bacillo farmacoresistente, nuova esposizione a Mycobacterium tuberculosis). I sintomi della malattia tubercolare comprendono: stanchezza, perdita di peso, tosse persistente, febbre e profusa sudorazione notturna. E’ altrettanto importante che il paziente sia educato sull’importanza di astenersi dal consumo di alcool. E’ fondamentale che al paziente siano attentamente spiegati i segni ed i sintomi indicativi di una reazione avversa ai farmaci (nausea, mancanza di appetito, vomito, ittero, febbre per più di 3 giorni, dolori addominali, formicolio alle dita delle mani ed ai piedi) avvertendolo di interromperne immediatamente l’assunzione e di chiedere assistenza medica. PERCHÉ TRATTARE L’INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE Il trattamento dell’infezione elimina i bacilli tubercolari dormienti riducendo le possibilità della loro attivazione e lo sviluppo della malattia attiva. Bibliografia di riferimento: • Horsburgh CR e Rubin EJ, “Latent tuberculosis infection in the United States”. The New England journal of medicine 2011; 364:1441-8. • Mack U et al., “LTBI: Latent tuberculosis infection or lasting immune responses to M. Tuberculosis? A TBNET consensus statement”. European respiratory journal 2009; 33:956-973. • Diel R et al., “Interferon gamma release assays for the diagnosisi of latent Mycobacterium Tuberculosis infection: a systematic review and meta-analysis”. European respiratory journal 2011; 37: 88-99. MALATTIE INFETTIVE NELL’AZIENDA USL DI RAVENNA SaSalmonellosi lmon ellos i Tubercolosi Tube rcolo si VaVaricella ricel la RRosolia osol ia PePertosse rtoss e LeLegionellosi gion ellos i Morbillo Morb illo tteri N. m invas iv e S pn invas eu iv i che anvasive ltre mon e Infezioni iae Infez invasive bbatteriche a ioni altre ning e Infezioni itidis Infez invasive ni dda a S.iopneumoniae Infezioni invasive Infez ni dda a N.iomeningitidis B acuta EpEpatite atite B acu ta C Epatite Epat ite C Epat ite A Malattie notificate al 31/12/2011 per classi d’età e Distretto Classi d’età 0-14 anni 1 0 0 0 1 1 0 1 23 0 38 0 1.440 15-24 anni 1 2 0 0 0 0 0 3 0 0 0 4 16 25-64 anni 0 6 2 0 3 4 5 14 0 0 3 13 83 oltre 65 anni 0 0 0 0 4 2 4 0 0 0 5 2 0 Totale 2011 2 8 2 0 8 7 9 18 23 0 46 19 1.539 Mediana 2007-2011 8 8 2 1 5 7 9 2 13 0 59 40 1.025 Faenza 0 0 0 0 1 1 3 3 17 0 11 3 867 Lugo 1 3 1 0 1 3 2 2 1 0 10 3 475 Ravenna 1 5 1 0 6 3 4 13 5 0 38 13 197 Distretto di residenza Sindrome emolitico-uremica (SEU) pediatrica da probabile consumo di latte crudo Morbillo in Ucraina Il Ministero della Salute, con una nota del 23/3/2012, informa che sono stati segnalati casi di SEU associati a infezione da E. Coli produttore di verocitotossina (VTEC) in pazienti in età pediatrica, probabilmente acquisita attraverso il consumo di latte crudo (non pastorizzato) contaminato. La SEU colpisce in modo particolare pazienti pediatrici rappresentandone la principale causa di insufficienza renale. Già nel 2008 il Ministero della Salute, con una propria Ordinanza, stabiliva l’obbligo di riportare sui distributori automatici del latte crudo e sulle bottiglie l’indicazione “prodotto da consumarsi previa bollitura” nonché l’obbligo per il produttore, in caso di cessione diretta, di informare il consumatore su tale modalità di consumo. Il testo integrale della nota ministeriale può essere scaricato da: http://www.normativasanitaria.it/ normsan-pdf/0000/41990_1.pdf Il Morbillo si sta diffondendo in Ucraina e, a meno che non vengano messe in atto idonee misure di controllo, si prevede che la trasmissione continui anche durante lo svolgimento del Campionato Europeo di Calcio UEFA, evento che a giugno 2012 vedrà il coinvolgimento di una moltitudine di persone. Per un aggiornamento sulla diffusione del morbillo in Europa e sulle misure di controllo più efficaci in relazione all’obiettivo della sua eliminazione entro il 2015 consultare: http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/SUR-EMMO-European-monthly-measles-monitoring-March-2012.pdf Per domande e commenti contattare: dr. Giuliano Silvi - Epidemiologia e Comunicazione - tel. 0544 286804 - e-mail: [email protected]