====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze URL: http://droghe.aduc.it NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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La fine di un divieto http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+terapeutica+francia+fine+divieto_21589.php NOTIZIE -ITALIA/Detenuto per droga in attesa di giudizio, scrive al ministro: non sono famoso... http://droghe.aduc.it/notizia/detenuto+droga+attesa+giudizio+scrive+al+ministro_128005.php -GRAN BRETAGNA/Legalizzazione cannabis. I vantaggi per economia e salute. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/legalizzazione+cannabis+vantaggi+economia+salute_128003.php -ITALIA/Cannabis terapeutica. Appello per la liberazione di Cinquini http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+appello+liberazione+cinquini_128002.php -ITALIA/Picchiava genitori per farsi dare soldi per droga. Arrestato http://droghe.aduc.it/notizia/picchiava+genitori+farsi+dare+soldi+droga+arrestato_127999.php -COLOMBIA/Vietato il marchio commerciale 'Pablo Escobar' http://droghe.aduc.it/notizia/vietato+marchio+commerciale+pablo+escobar_127996.php -UCRAINA/Narcotraffico. Nuovo hub verso l'Europa http://droghe.aduc.it/notizia/narcotraffico+nuovo+hub+verso+europa_127995.php -MALAYSIA/Traffico di droghe e pena di morte http://droghe.aduc.it/notizia/traffico+droghe+pena+morte_127991.php -ITALIA/Cannabis medica. Il caso Cinquini. Processo a Lucca http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+medica+caso+cinquini+processo+lucca_127990.php -ARGENTINA/Capo polizia antidroga accusato di collusione con narcos http://droghe.aduc.it/notizia/capo+polizia+antidroga+accusato+collusione+narcos_127983.php -AUSTRALIA/Cannabis. Esercizio fisico puo' aumentare tracce nel sangue. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+esercizio+fisico+puo+aumentare+tracce+nel_127976.php -ITALIA/Boom piantagioni marijuana a Roma. Gdf http://droghe.aduc.it/notizia/boom+piantagioni+marijuana+roma+gdf_127974.php -ITALIA/Droga a scuola. Iniziativa DPA e MIUR http://droghe.aduc.it/notizia/droga+scuola+iniziativa+dpa+miur_127973.php -USA/Farmaci oppiacei. Contro dipendenza, avviso su confezioni come per sigarette http://droghe.aduc.it/notizia/farmaci+oppiacei+contro+dipendenza+avviso_127967.php -USA/I trafficanti saranno perseguiti anche negli Stati dove la cannabis e' legale http://droghe.aduc.it/notizia/trafficanti+saranno+perseguiti+anche+negli+stati_127962.php -AFGHANISTAN/Meno aree coltivate a cannabis, ma produzione in aumento. Unodc http://droghe.aduc.it/notizia/meno+aree+coltivate+cannabis+ma+produzione+aumento_127961.php -JAMAICA/Turismo tra le piantagioni di marijuana http://droghe.aduc.it/notizia/turismo+piantagioni+marijuana_127960.php -ITALIA/Morta donna aggredita da figlio che cercava soldi per droga http://droghe.aduc.it/notizia/morta+donna+aggredita+figlio+che+cercava+soldi_127959.php -ITALIA/Agenti accusati di introdurre droga e altro in carcere http://droghe.aduc.it/notizia/agenti+accusati+introdurre+droga+altro+carcere_127958.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 25/12/2012 al 16/09/2013 sequestri droghe leggere (kg) 7.060 droghe pesanti (kg) 8.360 dosi droghe sintetiche 8.230.000 piante di cannabis 16.340.000 flaconi di metadone 288 vittime morti 14 arresti 6.945 giorni di reclusione 5.300 riepilogo settimanale dal 10/09/2013 al 16/09/2013 sequestri droghe leggere (kg) 120 droghe pesanti (kg) dosi droghe sintetiche piante di cannabis 170 80.000 600.000 flaconi di metadone 0 vittime morti 0 arresti 135 giorni di reclusione 120 dati 2012: 20/12/11 - 24/12/12 * sequestri - droghe leggere: Kg 11.270 - pesanti: Kg 15.730 - sintetiche: dosi 11.825.000 - cannabis: piante 22.170.000 - metadone: flaconi 250 * vittime - morti: 45 - arresti: 9.335 - giorni di reclusione: 7.950 ------------------------------------------- ARTICOLI 15-09-2013 15:02 Il museo dei narcos a Citta' del Messico Al museo di Enervantes (narcotici) non entra nessuno che non sia stato autorizzato dall'Esercito messicano. Il lasciapassare viene dato solo ai militari durante l'allestimento dello stesso e ad alcuni studiosi di Diritto e Criminologia. E' stato creato perche' gli appartenenti alle Forze Armate conoscano meglio i narcotrafficanti. Nessuno puo' accedervi per vedere gli oggetti che riflettono lo stile appariscente di vivere e di morire dei capi dei narcos. C'e', per esempio, la pistola Colt automatica calibro 38 con impugnatura coperta di oro 24 carati con diamanti incastonati, sequestrata a Joaquin El Chapo Guzman, leader del cartello di Sinaloa. Nel 1993 era stato arrestato in Guatemala e fu trasferito in una prigione di massima sicurezza nello Stato messicano di Jalisco, da cui scappo' nel 2001. Dopo la sua detenzione, cio' che attiro' maggiormente l'attenzione fu la sua arma con le iniziali A.F. incise in rilievo. La pistola gli era stata regalata da Amado Carrillo Fuentes, conosciuto come “El Señor de los Cielos” (il signore dei cieli), leader del potente cartello di Juàrez e famoso per le sue alleanze coi cartelli colombiani per il traffico verso gli Usa. El Chapo, praticamente, si addestro' come capo con Carrillo e quando questi mori', il cartello ando' nelle mani dei suoi tre figlio e di El Chapo, che poi entro' in rotta col cartello di Sinaloa. Mentre la sua pistola e' nel museo di Enervantes, lui e' ancora in liberta' ed e' nell'elenco dei maggiori ricercati. Ad ottobre e' arrivata la pistola di Heriberto Lazcano Lazcano, il leader dei Los Zetas, insieme al suo orologio Bulgari con incastonati dei diamanti. E' una Colt, immersa nell'oro, con un “Z3”, la sua password, registrata, all'interno dell'organizzazione. El Lazca e' morto in uno scontro con le Forze Armate nello Stato messicano di Coahuila, e il suo corpo fu rubato dall'obitorio. Le storie sui capi servono a dar loro forza grazie al lusso e allo scintillio degli ostentosi oggetti che sono nel museo: un telefono portatile d'oro con incastonati dei diamanti; una sedia con pesanti dettagli in argento; stivali di pelli di animali esotici; decine di armi con dettagli in oro, argento e pietre preziose; giacchetti di pelle con protezioni di metallo antiproiettile; quadri della Vergine di Guadalupe che nascondevano spedizioni di droga; un altare di Jesùs Malverde, il santo protettore dei narcotrafficanti; tavoli in legno intagliati con motivi della “Santa Muerte”.... Fondato nel 1985, nel quartier generale della Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena), a Citta' del Messico, il museo di Enervantes -cosi' si chiamano in Messico tutte le sostanze che alterano la normalita'comincio' come una sala con alcune spiegazioni sul traffico di droga in Messico. Nel 2002 aveva gia' dieci sale in cui erano custoditi un centinaio di oggetti sequestrati ai cartelli della droga. Il museo si e' sviluppato nei tempi in cui il Governo si vantava delle proprie operazioni contro i narcos. Una dinamica che e' cambiata da pochi mesi, da quando il presidente Enrique Pena Nieto ha imposto la discrezione su queste operazioni, anche con il manuale “Nueva narrativa en materia de seguridad” (nuove norme in materia di sicurezza) che e' stato distribuito in tutte le istituzioni che garantiscono la sicurezza nel Paese. Il museo mostra le migliaia di modi con cui la droga viene trasportata illegalmente. La creativita' dei trafficanti non ha limiti per trasportare la propria mercanzia attraverso le frontiere con gli Usa, la sua principale destinazione. Un gruppo ha usato un carico completo di papaye che, aperte, erano state riempite di marijuana, le autorita' trovarono la droga grazie ad alcuni cani che, col loro fiuto, rintracciarono la merce che stava per passare la frontiera. Un sommergibile costruito artigianalmente, che non era altro che un piccolo sottomarino con la possibilita' di portare un paio di persone e che poteva andare pochi metri sott'acqua, fu rintracciato dai militari perche' doveva tornare in superficie per rifornirsi di combustibile. Altri metodi sono piu' empirici. E' da tempo che i trafficanti avevano cominciato a lanciare i loro carichi di droga da alcuni aerei in mare, ma la mercanzia era individuata dall'Esercito perche' galleggiava appena entrava in acqua. Per impedire i sequestri, i narcos legarono i pacchi di droga a cubetti di sale, cosi' il carico di inabissava fino a che il sale si scioglieva in mare e poi ritornava a galla per essere preso con piu' calma. La galleria delle immagini del museo ricorda ricorda anche i sequestri di droga piu' grandi nella storia dell'Esercito messicano. In una foto, un campo completamente arido ha al centro una piantagione di marijuana la cui erba brilla intensamente. Erano 120 ettari nello Stato della Baja California Norte, una zona semidesertica in cui era impossibile coltivare qualcosa. I narcotrafficanti assoldarono dei tecnici agrari che modificarono i semi di marijuana per sopravvivere in un ecosistema ostile come il deserto -dicono le autorita'- e poter crescere in una zona che l'Esercito non avrebbe ispezionato. La trasformazione della droga per impedire i sequestri riguarda anche il traffico di cocaina. La polvere bianca e' tinta di nero e i trafficanti la introducono in cilindri di toner per stampanti che attraversano la frontiera come mercanzia legale. Molti dei pezzi del museo riflettono il progetto popolare che avevano alcuni dei capi della droga. Jesùs Malverde, un famoso bandito dello Stato di Sinaloa, e' il santo protettore dei narcos. La sua santita' non e' riconosciuta da nessuna chiesa, pero' nei mercati del Messico le sue immagini si vendono per poterle venerare e chiedere la protezione nei propri affari. Nel museo c'e' una piccola statua di Nazario Moreno, vecchio leader del cartello de “La Familia en Michoacàn”, vestito come un cavaliere templare armato con spada, in un altare che lo fa sembrare simile ad un santo. (articolo di Sonia Corona, pubblicato sul quotidiano El Pais del 15/09/2013) Redazione 12-09-2013 12:06 Il khat e la comunita' somala in Gran Bretagna Se la Gran Bretagna proibira', come previsto, il khat, Mohamod Ahmed Mohamed, grossista nei sobborghi di Londra, dovra' cambiare mestiere. E si arrabbia per l'importante comunita' somala a cui piace rallegrare la propria giornata con questa pianta dagli effetti euforizzanti. “Posso dar vita ad un altro business ma che ne sara' dei giovani? Dove andranno? In strada, in moschea, o verso delle droghe pesanti? Perche' prendersela con noi?”, dice Mohamod Ahmed Mohamed nel suo magazzino vicino all'aeroporto londinese di Heathrow. Dietro questo somalo in affari, i carrelli elevatori si muovono per immagazzinare alcune centinaia di casse di khat. Masticata da diversi secoli nel Corno d'Africa e nel mondo arabo, la pianta continua ad essere importata massicciamente nel Regno Unito, dove e' attesa da un'imponente popolazione di immigrati dell'Africa dell'est. Con una comunita' somala di circa 100.000 persone da approvvigionare, la piccola azienda di Mohamod Ahmed Mohamed, che dice di avere un giro d'affari di piu' di 500.000 sterline al mese, non conosce crisi. Il khat, che si deve masticare quando e' fresco, gli arriva direttamente via aerea dal Kenya. Lui lo rivende in mazzetti, a 2,50 sterline, avvolti in una foglia di banano a dei commercianti che, la stessa sera, lo vendono ai consumatori del Paese. Lui stesso lo mastica il venerdi' e non vede dove sia il problema. “E' come andare in un pub”, dice. Non solo: “a differenza dell'alcool, voi non vedrete mai qualcuno che combatte sotto gli effetti del khat”. “Non e' una droga ma, piuttosto, un'insalata”, dice uno dei suoi impiegati. Entrambi si dicono spaventati per l'annuncio, lo scorso luglio, della ministra dell'Interno Theresa May, che vuole proibire l'importazione del khat. Anche contro l'opinione degli esperti consultati dal Governo. Piu' che gli effetti sulla salute, la ministra ha espresso la preoccupazione che il Regno Unito, ultimo Paese dell'Unione Europea ad ancora tollerare il khat, divenga un punto di smistamento del traffico. Inoltre la ministra crede che questa abitudine possa essere causa di problemi famigliari e del basso tasso di successo della comunita' somala, una delle piu' povere del Regno Unito. La questione ha avuto molto risalto in Kenya, ex-colonia britannica, dove i produttori di khat hanno chiesto che, per rappresaglia, siano chiuse le basi militari britanniche. Accanto al magazzino di Mohamod Ahmed Mohamed, in uno dei “khat café” che si chiamano “mafrishes”, l'incomprensione di questa proposta e' totale. “Le persone vengono per masticare, discutere e parlare dei lori problemi. Senza un luogo come questo, potrebbero finire in cattive mani”, assicura il proprietario del luogo, Fouad. Che si dice preoccupato per i giovani che, privati della loro pianta preferita che fa diventare grigi i denti e verde la lingua, si rivolgerebbero verso l'Islam radicale, caratteristico di alcune moschee in zona. “Qui possono ragionare su cio' che rischiano se dovessero radicalizzarsi”, insiste Fouad, scartando l'idea secondo cui il commercio di khat potrebbe finanziare gli islamisti somali shebab, legati ad Al-Qaida. “Perche' vietare il khat se non ci sono motivi medici”, si domanda Osman, un cliente del “mafrish” che propone alla ministra Theresa May di gustare del khat prima di prendere una simile decisione. Se il consumo regolare del khat, il cui effetto e' simile a quello provocato dalle metamfetamine, comporta rischi di dipendenza, si e' molto lontani dal provocare danni come con l'alcool o il tabacco, secondo i ricercatori. Lavoratore sociale, Abdi Mohamed ha rilevato qualche caso di uomini che hanno trascurato le proprie famiglie per passare le loro giornate in un “mafrish”. “Ma il problema non e' la pianta, bensi' la persona”, dice. Ex-dipendente dal khat, Abukar Awale dice di aver “vissuto l'infermo”. “Io cominciavo alle quattro del pomeriggio e masticavo per tutta la notte. Quando mi risvegliavo, pensavo subito al khat. Ero fragile, mentalmente confuso, pensavo che tutto il mondo mi disprezzasse”, racconta all'agenzia France Press (AFP) colui che e' diventato il principale oppositore del khat. Per lui, la stessa pianta costituisce “il principale ostacolo all'integrazione della comunita' somala”, una delle piu' toccate dalla disoccupazione in Gran Bretagna. (articolo di Judith EVANS, per l'agenzia France Press – AFP del 12/09/2013) Redazione 10-09-2013 17:22 Cannabis terapeutica in Francia. La fine di un divieto Sessanta anni dopo essere stata bandita dalla farmacopea francese, nel 1953, la cannabis si prepara ad un ritorno ufficiale nelle farmacie. Un primo farmaco a base di stupefacente, il Sativex, e' gia' disponibile in una ventina di Paesi e sara' commercializzabile in Francia entro il 2014 o all'inizio del 2015. L'agenzia nazionale di sicurezza del farmaco e dei prodotti sanitari (ANSM), ha ricevuto una richiesta di autorizzazione per la sua immissione sul mercato lo scorso luglio, e prendera' la sua decisione (in questo autunno, precisa il dottor Nathalie Richard dell'ANSM. Se l'autorizzazione sara' concessa, cosa che sembra probabile se si considera la volonta' politica manifestata per l'apertura di un “dossier” sulla cannabis terapeutica, i malati dovranno attendere, come per tutti i nuovi farmaci, la fissazione del suo prezzo e del livello di rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Il Sativex, uno spray che associa due molecole, il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), potra' essere prescritto nei casi di spasticita' dovuta ad una sclerosi a placche, cosi' come stabilito dall'autorizzazione commerciale concessa in sede UE. Riconosciuto in un numero crescente di Paesi (tra cui il Canada, una ventina di Stati degli Usa, il Regno Unito e la Spagna), con indicazioni variabili, l'uso medico della cannabis e' da tempo all'ordine del giorno in Francia, fonte di dibattiti aspri tra politici e medici. A rischio anche di finire nel ridicolo... Di recente, all'ultimo congresso dell'Ectrim -il Comitato europeo per il trattamento e la ricerca sulla sclerosi a placche- che si e' tenuto a Lyon ad ottobre del 2012, la sessione dedicata ai derivati della cannabis era stata vietata ai medici francesi. Ma l'avviso all'ingresso della sala non li aveva scoraggiati ad esserci.... Un primo passo e' stato fatto con la pubblicazione, il 5 giugno, di un decreto che autorizza l'immissione sul mercato di farmaci “contenenti cannabis o loro derivati”, anche se, nello stesso decreto, e' vietato possesso e consumo di questa sostanza illecita. La sola erogazione era prevista come temporanea per il Marinol, una forma sintetica di THC commercializzata in diversi Paesi. In una decina d'anni, un centinaio di malati (su 150 domande) ne aveva beneficiato, anche se in un ambito diverso: dolori neuropatici, nausee, vomiti postchemioterapia e anoressia tipica dei malati di Aids. Al contrario, nessuna autorizzazione e' stata mai concessa per il Sativex. Il decreto facilita' quindi l'accesso dei pazienti a questo tipo di farmaco, oltre ad aprire la porta a sperimentazioni cliniche. Ma la situazione restera' chiusa. “Ne' l'autocoltivazione di cannabis, ne' prodotti artigianali sono previsti da questo decreto”, insistono al ministero della Sanita', molto sollecitato in merito da associazioni di malati. Per quanto riguarda la normativa sulla cannabis ricreativa, essa non si muovera' di un millimetro. Venduta come antidolorifico tra il 1845 e il 1885 Se le proprieta' terapeutiche dei cannabinoidi (75 delle quali sono stati identificate nella pianta della cannabis) sono sempre piu' studiate dai ricercatori e dai clinici, la scoperta e' antica. “Una delle prime menzioni della cannabis si trova in un documento medico cinese del 2.700 a.C., che descrive il suo uso nel trattamento della gotta, della malaria e dei reumatismi”, scrivono i tossicologi Amine Benyamina e Lisa Blecha (ospedale universitario Paris-Soud – Paul-Bousse, Villejuif) in un articolo pubblicato nella rivista “Douler et analgésie” del 2012. Secondo loro, la cannabis e' stata ampiamente venduta come antidolorifico dal 1845 al 1885. Le sue qualita' erano considerate migliori di quelle dell'oppio, “perche' produceva meno effetti collaterali, pochi segnali di cedimenti fisici e costava di meno”. L'uso medico e' finito con l'arrivo dei nuovi oppiacei e soprattutto con l'arrivo dell'aspirina, molto piu' facile da maneggiare. Per gli specialisti della sclerosi a placche, l'arrivo del Sativex e' stata una buona cosa. “Da tempo la ricerca si era incentrata sulla messa a punto di trattamenti antireumatici (DMARDs), eleganti e onerosi, per il rallentamento della malattia; ma mentre quella dei farmaci sintomatici permetteva di alleviare i malati, nel quotidiano e' stata trascurata”, dice il professor Thibault Moreau, capo del servizio di neurologia del CHU di Dijon. “Molti pazienti ci confidavano che si procuravano la cannabis per far fronte alle loro contrazioni, e non si trattava di fumatori abituali di spinelli”. Il Sativex presenta la garanzia di essere stato valutato in quanto farmaco, con rigorosi studi clinici, aggiunge il neurologo. “La sua efficacia e' modesta ma significativa sulla spasticita'. Sembra avere degli effetti benefici per il dormire, puo' darsi per la diminuzione delle contrazioni. Il Sativex agisce solo sul 30/50% dei malati, ma potenzialmente su tutte le forme di sclerosi in placche” dice il professor Moreau. Quanto ai rischi di effetti secondari e abuso, non ci sono secondo lui reali problemi, gli effetti psicoattivi del prodotto sono quasi inesistenti visto lo scarso livello di THC. “la presenza di cannabidiolo controbilancia gli effetti deleteri del THC”, sottolinea Amine Benyamina. Al di la' delle contrazioni della sclerosi a placche, il Sativex e gli altri farmaci a base di cannabis potrebbero, inoltre, avere indicazioni piu' larghe in neurologia. “Poiche' il loro modo di agire non e' specifico, e' probabile che essi siano efficaci contro le contrazioni per altre cause, per lesioni del midollo spinale o a seguito di un ictus -dice il professor Moreau. Di conseguenza e' possibile che ci siano altri effetti nella sclerosi a placche, sui tremori e anche sulla progressione della malattia. Questo ruolo neuroprotettore viene studiato e comincia ad essere materia di alcune pubblicazioni”. Per quanto riguarda le molecole, gli effetti della cannabis si manifestano a diversi livelli. Alcuni recettori cannabinoidi di tipo 1 (CB1), spesso associati a dei recettori oppiacei, sono presenti in diverse regioni cerebrali coinvolte nelle vie sensoriali del dolore. Esistono anche dei recettori cannabinoidi di tipo 2, che “si situano soprattutto sulle cellule dell'immunita' (macrofagi) e svolgono un'azione nella regolazione delle risposte immunitarie”, precisa Amine Benyamina. Un meccanismo che, secondo lui, spiega in parte gli effetti benefici sull'appetito che sono stati osservati sui malati di Aids. “La cannabis e i suoi derivati hanno delle proprieta' estremamente interessanti che sono state a lungo sottostimate. Hanno si' effetti additivi, ma tutti gli analgesici o gli ansiolitici li hanno”, sottolinea questo tossicologo. C'e' chi e' interessato in materia grazie al Nabilone, un cannabinoide sintetico, studiato in Usa per trattare... la dipendenza alla cannabis, un ambito in cui non c'e' nessun medicinale ad hoc, ricorda. “In materia di dolore, gli effetti meglio documentati sono quelli sui dolori cronici, piu' che altro in presenza di un cancro, di Aids o di fibromalgia”, continua il professor Benyamina. “Abbiamo fatto degli studi in Francia, e sembra che i farmaci cannabinoidi allevino i dolori neuropatici che invece sono refrattari ad altri trattamenti e potrebbero quindi svolgere una funzione", conferma il profesor Alain Serrie, responsabile del centro del dolore dell'ospedale Lariboisière (Paris). In materia e' prevista una riunione di esperti sul dolore per il prossimo 20 settembre a Dusseldorf (Germania). Ma anche altri ambiti vengono esplorati. “Sono in corso degli studi, in fasi piu' o meno avanzate, su patologie come il glaucoma, le sindromi post-traumatiche... In Usa, alcuni saggi clinici sono in corso sulle psicosi e il cannabidiolo, un percorso interessante”, dice Amine Benyamina. Interessante, ma con precauzione.. perche' presso i giovani, il consumo di cannabis e', al contrario, accusato di favorire lo sviluppo di patologie mentali, tra cui la schizofrenia. Un alto consumo di spinelli col THC, inebrianti e additivi -comparandolo al cannabidiolo- e' sotto accusa. Inoltre, nella farmacopea, alcuni farmaci sono prodotti con molecole a base di cannabis. “Ci sono delle piccole nicchie, ma, nell'insieme, esistono spesso altre alternative terapeutiche in materia, con farmaci specifici”, dice il farmacologo Francois Chast, capo del servizio di farmaci clinica dell'ospedale universitario Paris-Centre. Egli e', in tutti i casi, per limitare il campo della cannabis medica ai soli farmaci muniti di un'autorizzazione e per non distribuire dei preparati artigianali la cui composizione non e' controllata. Anche nei Paesi che sono a livelli piu' avanzati in materia, come la Svizzera, le reticenze restano forti. “C'e' poca conoscenza in materia da parte del corpo medico. In cio' che viene insegnato oggi ai medici, si parla soprattutto di abuso e di dipendenza alla cannabis -dice la dottoressa Barbara Broers, responsabile dell'unita' dipendenze agli ospedali universitari di Ginevra. La conoscenza dei cannabinoidi, sui loro recettori e i loro risvolti medici, e' recente; in generale non ancora integrata negli studi medici”. E aggiunge: “In ogni passo nell'ambito della cannabis terapeutica, c'e' un enorme paura che sia una strada per la depenalizzazione, questo e' frustrante”. I malati che hanno gia' vinto I malati non hanno atteso il decreto per alleviare i loro dolori con la cannabis. Colpita dalla sclerosi a placche gia' da dieci anni, Sarah Denis fuma degli spinelli da tre anni ed e' difficile che smetta; anche Jérome Tetaz, miopata, ritiene di aver guadagnato alcuni anni di vita grazie alla cannabis. “Il decreto non va molto lontano”, dicono alcune associazioni, come Asud (Autosupport des usagers de drogues) e Principes actifs (Principesactifs.org), un gruppo di malati che fanno uso di cannabis per curarsi. “Diverse persone non hanno accesso a questi farmaci che potrebbero avere effetti su dolori legati al cancro, alla depressione, all'iperattivita' ed avere un ruolo di supporto per l'alcool”, dice Pierre Chappard, presidente di Psychoactif (Psychoactif.fr), un altro gruppo di consumatori. “I prodotti derivati da erbe naturali sono spesso piu' efficaci del Sativex o del Marinol, vi è una discrepanza tra le informazioni che vengono date e i consumatori”, aggiunge Fabienne Lopez, presidente di Principes actifs. Queste associazioni sostengono che la Francia dovrebbe prendere in considerazione tutte le opzioni, riconosciute negli altri Paesi, testi le diverse forme galeniche, avvii delle ricerche. Vorrebbero anche che fossero autorizzate le preparazioni di fiori di cannabis prodotte dalla societa' olandese Bedrocan. Accreditata presso il ministero olandese della Sanita', questa azienda controlla la produzione di cannabis per uso medico ed e' la sola abilitata a venderla alle farmacie olandesi, dove tra 750 e 1.000 pazienti la possono acquistare con ricetta. Questa azienda esporta anche in Italia, Finlandia, Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Per far avanzare le cose, l'associazione UFCM I-Care (Union francophone pour l'utilisation des cannabinoïdes en médecine) organizza, il prossimo 2 ottobre, una conferenza sui progressi farmacologici e gli usi terapeutici dei cannabinoidi, a Strasburgo, con una serie di specialisti stranieri. Sieropositivo da trenta anni, Bertrand Rambaud, il suo presidente, dice di prendere un sesto delle sue abituali dosi di oppiacei da quando prende una tintura madre di cannabidiolo. Per il momento, alcuni di questi malati hanno fatto ricorso all'autoproduzione e sono quindi di fatto fuori della legge. “Gli arresti sono troppo frequenti e le pene ancora troppo pesanti perche', al momento, i tribunali non vogliono ancora sentir parlare di consumo di cannabis terapeutica” sottolinea Fabienne Lopez. L'associazione quindi chiede di “emettere un'ordinanza di non perseguire per il consumo privato e l'autocoltivazione di cannabis dietro presentazione di un attestato medico per le patologie definite”. Un rilassamento della situazione che non sembra essere all'ordine del giorno. (articolo di Sandrine Cabut et Pascale Santi, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 10/09/2013) Redazione ------------------------------------------NOTIZIE 16-09-2013 17:51 ITALIA/Detenuto per droga in attesa di giudizio, scrive al ministro: non sono famoso... Detenuto a Viterbo da 14 mesi e sotto processo a Roma per una storia di droga che risale al 2010, si e' rivolto, tramite il proprio difensore, al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al presidente del tribunale Mario Bresciano per far capire loro "che non esiste solo il tribunale di Milano con i suoi imputati eccellenti e che fanno clamore" ma che ci sono "anche altre realta' nelle quali gli imputati sconosciuti sopportano in silenzio fino a quando qualcuno non si decide a denunciare le storture della giustizia". E' ancora in attesa di risposta l'imputato Simone Maria Coccagna, perito assicuratore di 35 anni, ma l'avvocato Francesco Baffa, che lo scorso luglio ha inviato una lettera al Guardasigilli per esporre il caso del suo cliente, non intende mollare di un centimetro. Tutta colpa di un provvedimento con il quale i giudici della nona sezione penale del tribunale romano, ignorando il parere favorevole del pm di udienza, hanno negato a Coccagna gli arresti domiciliari ritenendo che l'imputato "abbia legami con ambienti criminali di rilevante spessore" e che non sarebbe stato possibile garantire i controlli cui avrebbe dovuto essere sottoposto. Una decisione che la difesa ha giudicato incomprensibile e "offensiva" considerato che Coccagna e' in carcere da piu' di un anno, che il processo riguarda fatti di tre anni fa (per l'accusa sarebbe un partecipe - quale pusher - di un'organizzazione criminosa dedita allo spaccio di stupefacenti tra la zona di Tiburtina e Pietralata) e che non ci sarebbe rischio di reiterazione del reato perche' l'uomo aveva gia' lasciato la Capitale e si era trasferito in un paese del Viterbese per vivere con l'anziana madre. Non solo, ma a tutti gli altri coimputati (condannati dal gup in sede di giudizio abbreviato, mentre Coccagna ha optato per le vie ordinarie ritenendo piuttosto fumosi gli indizi a suo carico) sono stati concessi gli arresti domiciliari. Di questa misura ha beneficiato anche colui che era considerato dagli investigatori il capo di questa associazione per delinquere e che lo scorso marzo e' stato condannato dal gup a complessivi 11 anni di carcere in continuazione con una sentenza emessa dalla corte di appello nel settembre 2012. Per l'avvocato Baffa "non si puo' ritenere giusto che nello stesso tribunale e con riferimento allo stesso processo penale si ritenga che le esigenze cautelari possano essere salvaguardate con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari con riferimento al capo dell'associazione e, di contro, nei confronti del semplice associato, si pervenga ad una differente valutazione. Rigettare l'istanza motivando ipotetiche e mirabolanti, possibili, collegamenti con ambienti criminali a distanza di circa tre anni dai fatti e' pura fantasia". Per il penalista, dunque, se e' vero che "la legge e' uguale per tutti", il Guardasigilli e il presidente del tribunale di Roma devono intervenire su questa vicenda adottando "gli opportuni provvedimenti". 16-09-2013 13:11 GRAN BRETAGNA/Legalizzazione cannabis. I vantaggi per economia e salute. Studio Legalizzare e tassare l'uso della cannabis in Gran Bretagna puo' valere 1,25 mld di sterline di introiti per lo Stato. "Senza nessun significativo danno per la salute pubblica, anzi con maggiori garanzie se la cannabis venisse considerata come un farmaco e distribuita allo stesso modo" precisano i ricercatori dell'Universita' dell'Essex (Gb), illustrando il loro studio all''Independent'. Secondo il report "la depenalizzazione del reato aiuterebbe a ridurre i costi delle attivita' di contrasto (circa 300 mln di sterline l'anno), e regolamentarne l'uso - aggiungono - potrebbe aiutare anche il controllo della diffusione della sostanza e della sua composizione chimica". Le entrate fiscali per lo Stato, se la cannabis venisse considerata come un farmaco, potrebbero sfiorare i 400-900 mln se si tiene conto solo delle tasse per la licenza. Secondo gli scienziati "il dibattito pubblico sulle politiche che riguardano la cannabis e' stato troppo limitato in questi anni e manca di prove concrete a favore della sua continua criminalizzazione. Studi in campo psicofarmacologico suggeriscono precisa il report - che il danno dall'uso di cannabis e' legato alla composizione chimica. Dunque, se fosse legalizzata e regolamentata la sua vendita, si potrebbe anche controllare la potenza del principio attivo". Il rapporto dell'Universita' dell'Essex ha contestato anche le posizioni dei fautori di politiche 'dure' contro la cannabis. Secondo questi proibizionisti "la legalizzazione porterebbe alla diffusione di droghe piu' pesanti". Affermazioni definite esagerate dai ricercatori che replicano: "Fino ad oggi la cannabis 'fuorilegge' e' un mercato che ha attirato soprattutto gli spacciatori di droga". Il rapporto suggerisce "notevoli guadagni finanziari per lo Stato derivanti dalla regolamentazione, tassazione, vendita e produzione del farmaco a base di cannabis. In totale - sottolineano gli scienziati - solo in Inghilterra e Galles il contributo per la riduzione del disavanzo pubblico dalla legalizzazione potrebbe essere stimato tra 0,5 e 1,25 miliardi". "Le nostre attuali politiche basate sulla repressione si sono rivelate un fallimento a tutti i livelli'', osserva Amanda Feilding, direttore della Beckley Foundation, che si batte per un intervento a favore di una riforma in questo campo e ha finanziato lo studio. ''La sicurezza dei consumatori non e' garantita e una delle piu' grandi industrie del mondo e' nelle mani dei cartelli criminali. Mentre lo Stato - conclude criminalizza milioni di utenti gettando un'ombra sul loro futuro". 16-09-2013 12:25 ITALIA/Cannabis terapeutica. Appello per la liberazione di Cinquini E' in carcere dal luglio scorso in attesa del processo fissato il 26 settembre dopo l'arresto da parte dei carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il medico di Pietrasanta Fabrizio Cinquini, 50 anni, che da anni si batte per la diffusione e l'ampliamento dell'uso terapeutico della cannabis. In occasione della consegna dei premi di 'Satira Politica' a Forte dei Marmi e' stato fatto un appello, come riporta oggi Il Tirreno, per la sua liberazione: "Cinquini libero" hanno chiesto i fratelli Emmanuel e Fabrizio Vegliona, che sono stati fra i premiati per la loro satira sul web. Cinquini ha fatto uno sciopero della fame nel carcere di San Giorgio a Lucca, poi e' stato trasferito all'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino e da qui di nuovo nel carcere di Lucca. I carabinieri due mesi fa trovarono nel giardino della sua abitazione 277 piante di canapa, ma in precedenza aveva avuto altre disavventure con la giustizia, perche' il medico crede nella cura di certe malattie utilizzando la cannabis, non consentita dalla legge. ''A un anno dall'approvazione della legge toscana sulla cannabis terapeutica ancora manca il relativo regolamento di attuazione. La Giunta regionale ha promesso che entro fine settembre il regolamento dovrebbe essere discusso. Sarebbe un segnale politico importante, anche nei confronti del dottor Cinquini, per dire che le istituzioni non criminalizzano e sono aperte all'uso terapeutico della cannabis e la coltivazione a uso medico personale''. Lo ha affermato il consigliere regionale Mauro Romanelli (Gruppo misto) in merito alla vicenda del medico di Pietrasanta Fabrizio Cinquini. Secondo Romanelli, ''una persona andrebbe giudicata se ha fatto del male e non viceversa, e per capire il buon operato di Cinquini basterebbe chiedere ai suoi pazienti se hanno ottenuto dei benefici come loro stessi dicono''. Gia' nei giorni scorsi Romanelli aveva inviato una nota in cui sottolineava ''senso di amarezza per il fatto che un medico, che per lo zelo e la passione nello svolgere la sua missione, ovvero di fare qualsiasi cosa a favore del paziente, trovi successo e riconoscimento fuori confine, e qui addirittura viene ricompensato con la galera e con l'accertamento in psichiatria criminale''. 15-09-2013 11:45 ITALIA/Picchiava genitori per farsi dare soldi per droga. Arrestato Minacciava e picchiava gli anziani genitori per farsi dare i soldi necessari a soddisfare i suoi vizi, tra cui la droga. Mamma e papâ hanno cercato a lungo di resistere alle sue violenze, finchè la donna ha riportato una lesione ad un braccio a causa di una violenta spinta, che l'ha fatta cadere, data dal figlio 24enne nullafacente. A quel punto hanno chiesto aiuto ai Cc di Mirandola (Modena) che, al termine degli accertamenti, hanno arrestato il giovane per maltrattamenti in famiglia e lesioni. 14-09-2013 12:11 COLOMBIA/Vietato il marchio commerciale 'Pablo Escobar' Le autorita' colombiane hanno vietato la registrazione di un marchio commerciale "Pablo Escobar", il nome del defunto barone della droga che e' ancora un idolo nelle classi popolari, soggetto di una serie televisiva di successo e di un film che sta per uscire, nonche' di numerosi libri sulla sua vita. Venti anno dopo la morte del famoso trafficante, ucciso nel 1993 da un commando militare a Medellin (nord-ovest) dove aveva fondato il suo potente cartello per il traffico di cocaina, la sua famiglia ha chiesto di depositare il suo nome come marchio commerciale, una richiesta rigettata ufficialmente ieri. Il registro colombiano del commercio, che disciplina le proprieta' intellettuali, ha posto il proprio veto, per non “influenzare la morale della societa' colombiana e l'ordine pubblico”, dando valore “al piu' grande narcotrafficante della storia”. Un marchio col nome di Pablo Escobar farebbe “l'apologia della violenza, del narcotraffico e del terrorismo”, ha spiegato l'organismo pubblico in un comunicato. Considerato come mandante della morte di migliaia di persone grazie ad una rete di assassini al suo soldo, il “capo” della droga ”e' associato ad un ciclo di violenza che ha scosso il Paese tra gli anni 80 e 90”, sottolinea il comunicato. La richiesta fatta dai parenti di Escobar era stata gia' respinta nel 2006 e nel 2012, decisione contro cui la famiglia aveva fatto appello, per iniziativa della sua vedova Maria Isabel Santos e dei suoi due figli che hanno cambiato identita' e si sono trasferiti in Argentina. L'obiettivo della famiglia era di “trasmettere dei messaggi che invitavano alla riflessione per creare una societa' che recuperi e rispetti i valori umani”, ha precisato il comunicato del registro, che non si e' dimostrato sensibile a questi argomenti. Artefice di una guerra sanguinosa in Colombia, per evitare la sua estradizione verso gli Usa, Pablo Escobar e' diventato oggetto di culto con numerosi turisti che visitano i luoghi legati alla sua vita a Medellin, dove non pochi abitanti poveri lo venerano per aver avuto a suo tempo beneficio dalla sua generosita'. Escobar e' stato anche il soggetto di numerosi libri e, piu' recentemente, di una serie televisiva colombiana di grande successo. E' di prossima uscita un film, prodotto dal francese Dimitri Rassam, con, nel ruolo del trafficante, l'attore portoricano Benicio del Toro. 14-09-2013 10:37 UCRAINA/Narcotraffico. Nuovo hub verso l'Europa L'Ucraina sta diventando il più importante Paese di transito per il traffico di droga verso l'Unione Europea. Secondo le autorità internazionali e ucraine, gli ultimi anni hanno segnato una svolta decisiva nel ruolo dell'ex repubblica sovietica come porta privilegiata d'ingresso per il flusso di stupefacenti in arrivo sia da est che da ovest. I porti sul Mar Nero, a partire da quelli di Odessa e Illicivsk, sono diventati i centri di smistamento principale sia per l'oppio afgano che per la cocaina sudamericana e le vie ucraine verso il continente stanno sostituendo quelle tradizionali da Turchia e Caucaso attraverso i Balcani. Secondo alcune stime il volume del traffico attraverso l'Ucraina è addirittura triplicato nel giro di un paio d'anni, ha sottolineato il settimanale Tyzhden, evidenziando come nel solo 2012 il 70% di tutte le merci contrabbandate nel Paese è stato costituito da droghe di ogni genere. I sequestri effettuati nello scorso anno, 104 kg di cocaina e 7 kg di eroina, sono essenzialmente poca roba e non rispecchiano la vera scala del traffico, che secondo quanto scritto da Tyzhden si è sviluppato in grande stile grazie anche alla corruzione nel sistema amministrativo. Per i cartelli della droga internazionali è facile trovare appoggi tra le autorità portuali e tra i funzionari di confine per far passare senza intoppi le partite destinate ai mercati europei. Il rapporto 2013 del Dipartimento di Stato americano INCSR (International Narcotics Control Strategy Report) classifica l'ex repubblica sovietica come uno degli hub chiave per il traffico di droga internazionale. Anche se l'Ucraina non è un grande Paese produttore - si legge nel documento - la sua posizione a cavallo di diverse importanti rotte del traffico di droga verso l'Europa occidentale la rende un importante Paese di transito. Numerosi porti dell'Ucraina, sul Mar Nero e sul Mar d'Azov, le sue ampie vie fluviali, e i confini settentrionali e orientali molto permeabili, fanno l'Ucraina attraente per i trafficanti di droga interessati al mercato dell'Unione europea. Secondo il rapporto 2012 dell'Europol sul traffico di stupefacenti, il Mar Nero è il nuovo punto di ingresso della cocaina in Europa. Il valore di mercato del traffico è più che raddoppiato passando dai circa 2 miliardi di dollari di pochi anni fa (equivalenti al 5-6% tutto il volume internazionale) agli attuali 5 miliardi (circa il 10%). La svolta si è avuta da quando dal 2010 le maglie attraverso i Balcani si sono fatte più strette e i baroni sudamericani della cocaina e i re dell'oppio afgani hanno dovuto cercare nuove strade di smistamento. Accanto all'Ucraina anche i due Paesi dell'Unione che si affacciano sul Mar Nero, Romania e Bulgaria, hanno acquistato maggiore importanza nelle strategie della mafia internazionale. Le direttrici sono appunto quelle dal Sudamerica per la cocaina, dall'Asia centrale per l'oppio, ma anche dall'Africa orientale per l'hashish che attraverso Ucraina e Moldavia finisce nel mercato russo. Una piccola parte del traffico avviene anche in entrata, da ovest e nord-ovest, con le droghe sintetiche che arrivano sulla piazza ucraina da Belgio e Olanda passando per Ungheria e Polonia. Secondo Volodymyr Hoshovskyi, capo del servizio statale per il controllo sugli stupefacenti, i cartelli internazionali sono diventati molto più attivi negli ultimi due anni e il trasporto di droghe sintetiche da Cina e India, via terra attraverso la Russia fino all'Ucraina, è aumentato in maniera rilevante, così come quello di hashish e oppio afgano sempre da Russia e Georgia via mare con destinazione i porti del Mar Nero, soprattutto nel periodo estivo quando i corrieri si nascondono più facilmente tra le masse di turisti e i controlli sono meno attenti. La crescita del traffico attraverso l'Ucraina ha anche come conseguenza che rispetto al passato molta più droga si ferma nel Paese. Anche se le cifre ufficiali dei consumatori di stupefacenti indicano circa 150.000 persone nel 2012, gli esperti parlano di 300-500 mila casi. Nonostante il piano quinquennale partito nel 2010, il governo di Mykola Azarov, non sembra aver trovato la strategia giusta per mettere un freno al consumo e al traffico di droghe nel Paese. 13-09-2013 18:20 MALAYSIA/Traffico di droghe e pena di morte Un uomo d'affari tedesco, originario del Togo, e' stato condannato a morte oggi dalla giustizia malaysiana dopo che e' stato riconosciuto colpevole di traffico di droga. Un'alta corte di giustizia della capitale Kuala Lumpur ha riconosciuto Bebou Akpo Bouraima colpevole di traffico di droga, reato passibile della pena capitale in questo Paese. Il tedesco, 40 anni e' stato arrestato mentre era in posseso di 1,5 Kg di metamfetamine all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur nel 2011. Il giudice non ha creduto alla storia secondo la quale il suo bagaglio era destinato ad una sua amica. Il suo avvocato ha annunciato che sara' presentato appello. In questo piccolo Paese a maggioranza musulmana, chiunque trasporti almeno 50 grammi di droga e' considerato come un trafficante, e rischia la pena di morte. Altri due tedeschi, di origine afghana, sono stati assolti all'inizio di quest'anno per traffico di droga in un'altra vicenda: erano stati arrestati per aver introdotto 10 Kg di metamfetamine in Malaysia nel 2012. Lunedi' scorso e' stato riarrestato per traffico di droga un australiano che la settimana precedente era stato rilasciato: i suoi avvocati aveva sostenuto che la detenzione di un sospetto, nel momento in cui lo stesso ha presentato appello, fosse incostituzionale. Un'altra corte lo giudichera' martedi'. Alcune centinaia di persone sono nel “corridoio della morte” in Malaysia, e molti di questi ci sono per questioni di droga. Comunque, negli ultimi anni poche sentenze di morte sono state eseguite. 13-09-2013 17:54 ITALIA/Cannabis medica. Il caso Cinquini. Processo a Lucca Lo scorso gennaio, in provincia di Lecce, un gruppo di persone affette da gravi patologie ha deciso di dar vita ad un progetto unico in Italia, il primo Cannabis Social Club (CSC) a uso terapeutico, un luogo dove seguire la crescita di piante di canapa e fare ricerca insieme alle Università. Un sistema controllato che possa garantire nel minor tempo possibile l’approvvigionamento di canapa medicinale a tutti coloro che ne hanno il diritto ma soprattutto il bisogno. Lapiantiamo segue la vicenda del dottor Fabrizio Cinquini, medico specializzato in chirurgia vascolare, finito in carcere per la coltivazione di piante di marijuana "con cui stava sviluppando ibridi di alta qualità terapeutica: per curare gli effetti collaterali della chemio e altre patologie"; il dottor Fabrizio Cinquini è finito in carcere il 22 luglio ha iniziato uno sciopero della fame interrotto dopo il trasferimento dal carcere di Lucca all'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino; già: OSPEDALE PSICHIATRICO........ Sono gli ex manicomi criminali.............. qua c'è qualcosa che non va! Subito si telefona all'amica Rita Bernardini, Presidente ad honorem del Cannabis Social Club di Racale e si avvia immediatamente un'interrogazione parlamentare. Grazie poi all'amica Valentina Piattelli dell'associazione radicale Andrea Tamburi di Firenze vengono interpellati gli amici consiglieri regionali Brogi e Romanelli che, talmente interessati, interpellano il presidente della Regione. Come tutti i nonviolenti che praticano la disobbedienza civile, recidivo convinto, Cinquini si era pure autodenunciato. Adesso è sospeso dall'Ordine e rischia 20 anni di carcere, con l'accusa di produzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Ma noi e il dr Cinquini abbiamo anche altro in comune: un'intrusa che a lui si chiama Epatite C contratta durante un intervento di emergenza eseguito a bordo di un'ambulanza. Le cose in comune aumentano: per contrastare la sua patologia inizia le cure tradizionali tra cui chemioterapia a cicli semestrali.Ma molte terapie, si sa, hanno troppi effetti collaterali. Si mette in testa allora di cercare una via diversa dalla chemio, una cura che faccia risalire gli anticorpi senza togliere l'appetito. Mette a punto una terapia nutrizionale a base di canapa, papaia e aloe che in 6 mesi gli restituisce il peso perduto. E un nuovo pallino: studiare gli innumerevoli effetti benefici della cannabis. Una persona del genere potrebbe rappresentare una risorsa e ci auguriamo che al termine (speriamo presto) di questa assurda vicenda, il dottore Cinquini faccia parte del comitato medico lapiantiamo. Il prossimo 26 settembre Cinquini sarà processato a Lucca e una nostra delegazione sarà presente fuori dall'aula. (Andrea Trisciuoglio, Cannabis Social Club) 13-09-2013 10:01 ARGENTINA/Capo polizia antidroga accusato di collusione con narcos Il capo della brigata antidroga della provincia argentina di Cordoba (centro) e quattro dei suoi collaboratori, sono stati arrestati per presunta collusione con trafficanti di droga; lo fanno sapere fonti giudiziarie. Il commissario Rafael Sosa, che era in congedo, e altri quattro ufficiali e sotto-ufficiali si sono consegnati di loro iniziativa davanti al tribunale di Cordoba, dove un giudice aveva emesso un mandato d'arresto internazionale su di loro. “Vogliono testimoniare, vogliono parlare con gli inquirenti”, ha detto alla stampa uno degli avvocati che li accompagnava, Fernando Perez Lloveras. I cinque uomini sono accusati, dai giudici federali, di cospirazione, privazione illegale di liberta' e false dichiarazioni. Il loro arresto e' stato ordinato dai magistrati dopo la scoperta, nei loro uffici della Direzione delle Droghe di Cordoba, di stupefacenti, verosimilmente destinati a mettere in trappola alcune persone, e armi con i numeri di matricola abrasi, in una serie di casse al di fuori dei luoghi in cui le armi sono abitualmente conservate. La notizia e' giunta alla polizia grazie ad un loro informatore. In America del sud l'Argentina e' considerata come zona di transito e di importante consumo di narcotici. Nel 2011 sono state sequestrate quantita' record di droga: 6,3 tonnellate di cocaina e 92 tonnellate di cannabis. 12-09-2013 12:29 AUSTRALIA/Cannabis. Esercizio fisico puo' aumentare tracce nel sangue. Studio Chi fuma cannabis e fa esercizio fisico il giorno dopo, potrebbe non superare un controllo anti-droga. Sono questi i risultati dello studio di un team di ricercatori australiani che hanno indagato l'effetto a lungo termine del componente attivo della cannabis, tetraidrocannabinolo (Thc). Il Thc e' un composto lipofilo, ossia che si scioglie nelle molecole di grasso. Precedenti studi hanno dimostrato che puo' essere immagazzinato nel corpo per almeno 28 giorni, con alcuni ex consumatori di cannabis che mostravano ancora tracce di Thc a distanza di sei mesi. Gli scienziati dell'Universita' di Sydney hanno scoperto che l'esercizio fisico, bruciando i grassi, potrebbe provocare il rilascio del Thc contenuto in queste riserve lipidiche nel flusso sanguigno. In questo modo, anche se la persona non ha consumato di recente cannabis, potrebbe risultare positivo a un test anti-droga. Inoltre, i ricercatori sottolineano che anche lo stress e la dieta possono spingere il corpo a consumare le riserve di grasso, aumentando i livelli di Thc nel sangue dei consumatori abituali di cannabis. 12-09-2013 10:48 ITALIA/Boom piantagioni marijuana a Roma. Gdf Migliaia di piante di marijuana scoperte a Roma: a definire "un boom" le piantagioni di droga e' la Guardia di Finanza, che ha compiuto i sequestri. In un caso i 'baschi verdi', impegnati in un giro di perlustrazione, sono stati richiamati dall'aroma sprigionato dalle piante di cannabis al momento della fioritura, in via della Pineta Sacchetti, alle pendici di Monte Mario: i fusti delle piante erano alti fino a due metri. In un secondo caso l'attivita' di ricognizione dei mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia ha permesso di individuare un'estesa piantagione, con oltre mille piante con fusti alti circa 4 metri, lungo l'argine del Tevere che costeggia "Parco Leonardo", a Ponte Galeria. Dal mese di luglio sono gia' quattro le coltivazioni sradicate dai finanzieri del Comando Provinciale Roma. 12-09-2013 10:46 ITALIA/Droga a scuola. Iniziativa DPA e MIUR "Ci stai contro le droghe e le mafie?" e' questo lo slogan della nuova iniziativa per la sensibilizzazione dei giovani contro l'uso droghe, l'abuso di alcol, le mafie, le loro violenze e il terrorismo, realizzata dal Dipartimento Politiche Antidroga in collaborazione Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca. L'iniziativa fa parte del piu' ampio il progetto "EDU Life", finalizzato alla creazione di nuovi strumenti informativi e interattivi per gli istituti scolastici per il supporto e la corretta informazione di studenti, insegnanti e genitori sulla prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti e dell'abuso alcolico. Il concorso rivolto a tutti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado presenti sul territorio italiano, prevede la realizzazione di poster, banner, fatti dai giovani per i giovani, che esprimano un messaggio chiaro contro l'uso di droghe, l'abuso alcolico e le mafie. Possono partecipare alla selezione singoli studenti, gruppi di studenti di una stessa classe o di classi diverse (fino a un massimo di 5 studenti), appartenenti allo stesso Istituto, una o piu' classi dello stesso istituto, o l'Istituto nel suo complesso. I 10 prodotti che avranno ricevuto piu' voti, saranno valutati dalla giuria di esperti, che selezionera' i vincitori dell'iniziativa e verranno infine segnalati agli istituti scolastici italiani per poter essere utilizzati nell'ambito delle attivita' di prevenzione . Per ulteriori informazioni sull'iniziativa e sulle modalita' di iscrizione e' possibile accedere al sito internet dedicato all'evento www.cistaicontroledroghe.dronet.org. "Nell'ambito del concorso 'Ci stai contro le droghe e le mafie?' - ha dichiarato Giovanna Boda, Direttore Generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione del MIUR - gli studenti diventano protagonisti della diffusione di messaggi diretti alla prevenzione delle tossicodipendenze giovanili e dell'abuso alcolico. Sollecitare la creativita' non solo favorisce un apprendimento che implica una rielaborazione personale, ma consente di sviluppare l'aspetto intellettuale, motivazionale ed emozionale dei processi cognitivi. Questo costituisce l'elemento fondamentale per lo sviluppo di personalita' sicure, libere e autonome, capaci di effettuare scelte consapevoli". "Questa importante iniziativa - ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del DPA - ci permettera' grazie alla preziosa collaborazione del MIUR e di tutte le scuole italiane, di sviluppare e approfondire con tutti gli studenti delle tematiche importanti come quelle che riguardano il consumo di droga, l'alcol e anche il gioco d'azzardo patologico, ma soprattutto incrementare gli interventi coordinati di prevenzione dell'uso di sostanze soprattutto nei giovani. D'altronde - ha spiegato il Capo Dipartimento - le evidenze scientifiche di questi ultimi anni hanno dimostrato che anche per le persone piu' vulnerabili le modalita' educative portate avanti in maniera coerente sia in ambito familiare, sia in ambito scolastico possono essere veramente efficaci per ridurre il rischio di usare sostanze stupefacenti e il conseguente sviluppo di dipendenza, aumentando la possibilita' di acquisire comportamenti e stili di vita sani e una buona resilienza verso l'uso anche sperimentale di droghe e l'abuso alcolico. Tutti i giovani - ha concluso Serpelloni - devono credere nella possibilita' di costruire un mondo libero dalle droghe e dalle mafie e devono lottare contro queste organizzazioni criminali esprimendo prima di tutto un comportamento individuale coerente di legalita' e quindi non acquistando mai alcun tipo di droga esprimendo lontananza totale da queste organizzazioni non finanziandole in alcun modo oltre che rispettare la propria salute fisica, mentale e sociale". 11-09-2013 15:33 USA/Farmaci oppiacei. Contro dipendenza, avviso su confezioni come per sigarette Per contrastare una vera e propria epidemia in corso di abuso di antidolorifici a base di oppiacei, la Fda, l'agenzia statunitense per i farmaci, mettera' sulle confezioni degli avvisi simili a quelli delle sigarette che ammoniscano sul rischio di morte. Lo ha annunciato la stessa agenzia americana durante una conferenza stampa. Solo nel 2010, spiegano gli esperti, sono morte piu' di 16mila persone a causa dell'abuso di oppiacei, che negli Usa sono prescritti per il dolore da moderato a forte ma che potrebbero essere ristretti solo alla seconda categoria. L'agenzia richiedera' inoltre nuovi studi di sicurezza sui farmaci gia' in commercio. Le nuove etichette insisteranno sul fatto che questi farmaci sono indicati solo per chi non ha benefici da trattamenti alternativi e ha un dolore cosi' forte da richiedere un intervento quotidiano. ''Le etichette - ha spiegato la portavoce Margaret Hamburg - conterranno anche avvisi chiari sui rischi per le donne in gravidanza di avere bambini con sintomi di dipendenza''. 11-09-2013 10:48 USA/I trafficanti saranno perseguiti anche negli Stati dove la cannabis e' legale L'amministrazione Obama ha promesso ieri che continuera' a perseguire i trafficanti di cannabis e coloro che venderanno questa sostanza ai minori, anche nei due Stati dove il suo consumo e' autorizzato anche a fini ricreativi. “Continueremo ad applicare le nostre priorita', che lo Stato abbia legalizzato o meno la cannabis”, per impedire che sia distribuita ai minori, vietare le coltivazioni e la vendita da parte di organizzazioni criminali o la sua esportazione li dove' e' proibita; ha cosi' assicurato davanti alla commissione giustizia del Senato James Cole, vice-ministro della Giustizia. Nel corso della sua audizione, Cole ha motivato la decisione del Governo federale di non opporsi alle nuove leggi votate a novembre del 2012 negli Stati di Colorado e Washington. L'audizione, dedicata alle divergenze in merito tra legge federale e quelle degli Stati, si e' tenuta perche' una proposta di legge nazionale vuole lasciare tutte le decisioni in materia di cannabis alle autorita' locali. “Non daremo l'impunita'” ai trafficanti di droga, ha proseguito Cole. “Comprendo lo scetticismo” che e' nato dalla decisione delle autorita' federali, ma “il ministero si riserva il diritto di attaccare le leggi degli Stati in un altro momento” e i procuratori federali continueranno “a fare indagini e imbastire i processi sulla marijuana” nei 50 Stati dell'Unione. In Usa, 21 Stati hanno autorizzato l'uso della cannabis a fini medici, 16 dei quali ne hanno depenalizzato il possesso di piccole quantita'. Ma il Colorado e lo Stato di Washington sono andati oltre legalizzando il suo consumo a fini ricreativi, la coltivazione a domicilio di quantita' limitate e' anche concessa in Colorado. Un esperto di politiche di lotta contro gli stupefacenti, Kevin Sabet, ex-appartenente alle amministrazioni Clinton e Bush, davanti alla commissione ha fatto presenti i pericoli della legalizzazione della cannabis, sostenendo che si andra' a creare lo “Starbucks (grande catena internazionale di caffetteria -ndr) della marijuana”, ed evocando come accessibile ai bambini l'eventuale prossima commercializzazione di prodotti derivati come biscotti o dolcini. “Cio' che abbiamo nello Stato di Washington non e' il Far West”, si e' difeso John Urquhart, sceriffo di questo Stato, che non vede conflitto tra le leggi federali e quelle degli Stati: “Siamo tutti d'accordo nel dire che non vogliamo che i nostri bambini fumino marijuana... e per separare i consumatori dalla delinquenza organizzata”. 11-09-2013 10:25 AFGHANISTAN/Meno aree coltivate a cannabis, ma produzione in aumento. Unodc Nel 2012 le aree coltivate in Afghanistan a cannabis, la canapa da cui derivano hascisc e marijuana, si sono ridotte del 17% rispetto all'anno precedente, ma nonostante questo la produzione complessiva e' aumentata dell'8%. E' quanto risulta dal 'Rapporto sulla coltivazione e produzione della cannabis 2012' presentato a Kabul dall'Ufficio dell'Onu sulle droghe e la criminalita' (Unodc) e dal ministero afghano per la Lotta al narcotraffico. Nella sintesi del Rapporto, che copre 16 delle 34 province afghane dove il fenomeno degli stupefacenti e' piu' marcato, si osserva che la principale ragione per l'aumento della produzione rispetto alla riduzione delle aree produttive e' da imputare ad una migliore resa della cannabis, localmente conosciuta come 'garda'. Essa e' stata di 136 chilogrammi per ettaro nel 2012, con un aumento di circa il 21% sul 2011, un risultato vicino al record registrato nel 2009 di 145 chili per ettaro. Va detto inoltre che dal punto di vista finanziario questa coltivazione resta molto interessante per gli agricoltori che nel 2012 hanno incassato 6.400 dollari lordi per ettaro per la resina di cannabis, contro i 4.600 dollari lordi per ettaro della coltivazione di oppio. Le aree coltivate a cannabis sono concentrate nel sud del paese (54%), ma anche nell'est e nel nord. 10-09-2013 17:59 JAMAICA/Turismo tra le piantagioni di marijuana L'Italia ha i suoi tour di degustazione di vini, la Scozia propone passeggiate per le Highlands con fermate per sorseggiare preziosi single malt, la Giamaica offre invece un "viaggio" tra le più nascoste piantagioni di cannabis, dove i turisti possono testare alcuni campioni di marijuana. Come scrive la Cbc, naturalmente questi tour sono pressoché illegali e hanno un costo di 50 dollari. Clienti abituali sono i turisti statunitensi e tedeschi, con i russi in forte aumento. Nei vari percorsi, i partecipanti attraversano località come Nine Mile, il piccolo villaggio dove nacque il cantante Bob Marley. Conosciuta come "ganja", in Giamaica la marijuana è illegale. 10-09-2013 17:55 ITALIA/Morta donna aggredita da figlio che cercava soldi per droga E' morta in ospedale C.C la 83 enne di Ariano Irpino (Avellino), aggredita e picchiata, insieme al marito, dal figlio alla ricerca di soldi per acquistare droga e giocare alle slot machines. L'anziana donna era stata ricoverata due settimane fa agli Ospedali Riuniti di Foggia in condizioni giudicate disperate, in seguito al pestaggio subito da parte del figlio, arrestato dalla Polizia. La sua posizione, dopo la morte della madre, si appesantisce dal punto di vista giudiziario. Il figlio aveva fatto irruzione di notte nell'abitazione dei suoi genitori. Il padre era riuscito a mettersi in salvo ed a chiamare aiuto e il figlio aveva sfogato la sua ira nei confronti della madre, ancora addormentata, che da giorni si rifiutava di dare altri soldi al figlio. 10-09-2013 17:50 ITALIA/Agenti accusati di introdurre droga e altro in carcere La Procura di Bari ha chiuso le indagini sugli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso le case circondariali di Bari e Taranto, accusati di aver "fornito un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo a noti pregiudicati" detenuti. Due dei sei agenti coinvolti nell'indagine sono stati arrestati il 21 giugno scorso, insieme con due pregiudicati. Gli agenti di polizia penitenziaria rispondono di favoreggiamento personale con l'aggravante di aver favorito una associazione mafiosa, corruzione, detenzione e cessione di droga, oltre ad alcuni episodi di lesioni, minacce, ingiurie, calunnie e abbandono del luogo di servizio.Uno di questi, scrivono gli inquirenti, ''attraverso i rapporti privilegiati ed esclusivi'' con alcuni detenuti ''si assicurava forte considerazione, protezione e rispetto anche da parte degli altri reclusi, tanto da essere considerato uno di loro o comunque tifoso del clan Strisciuglio''. Secondo l'accusa, introduceva in carcere droga, nascosta in pacchetti di sigarette, e altri oggetti non consentiti dal regolamento penitenziario in cambio di regali e compensi in denaro (da 200 a 500 euro per ogni panetto da 100 grammi di hashish). Nel 2009 avrebbe anche ricevuto da affiliati al clan Parisi, come ringraziamento per i favori fatti nel periodo di detenzione (droga, lettori mp3, cd, profumi, orologi, aghi, filo), un televisore da 42 pollici. L'agente avrebbe introdotto in una occasione i cosiddetti fili d'angelo, utili per segare le barre di ferro delle celle. Li aveva chiesti un detenuto tramite una lettera consegnata al boss direttamente dall'agente, perche' il ragazzo stava programmando una evasione dal carcere insieme con altri quatto detenuti. Coinvolti anche altri quattro poliziotti, fra cui tre agenti con qualifica di assistente capo e un ispettore di Polizia Penitenziaria, accusati di favoreggiamento. ------------------------------------------NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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