COBAS-Com itati di Base della Scuola Sede Provinciale: Via dei Pilastri 43 r, Firenze Tel. 055/241659 - Fax 055/2008330 E-mail: [email protected] - www.cobas-scuola.org Riunioni: lunedì 17.00-19.00 / Consulenza: venerdì 17.00-19.00 RENZI BOCCIATO DAL POPOLO DELLA SCUOLA PUBBLICA NO all’inemendabile Ddl, al preside padrone, agli assurdi quiz Invalsi e al finanziamento pubblico delle scuole private SÌ all’assunzione stabile di tutti i precari con decreto e a massicci investimenti nell’Istruzione statale IL GOVERNO RENZI CONTINUA A VOLER IMPORRE LA SUA DELIRANTE IDEA DI “BUONA SCUOLA” CHE, IN SPREGIO AI PRINCIPI COSTITUZIONALI, SCAMBIA PER MODELLO EDUCATIVO IL MODELLO CONCORRENZIALE-PRODUTTIVO, PREDISPONENDO UNA “SCUOLAAZIENDA” CHE È SCUOLA DELLA MISERIA ECONOMICA E CULTURALE, DELLA PRECARIETÀ E DELL’IGNORANZA, DELLA MISURAZIONE QUIZZESCA DELL’INVALSI, DELL’AUTORITARISMO DIRIGENZIALE E DEL CONFORMISMO A UN PENSIERO UNICO. LA CHIAMATA NOMINATIVA DEI DOCENTI, LA VALUTAZIONE DEL MERITO E LA CONFERMA D’INCARICO TRIENNALE A INSINDACABILE DISCREZIONALITÀ DEL PRESIDE-PADRONE SUBORDINANO NUOVAMENTE L’INSEGNANTE COME SOTTO IL FASCISMO, FAVORENDO SERVILISMO, CLIENTELISMO, AUTOMATISMO ESECUTIVO E PRECARIZZAZIONE. Le giornate di sciopero e manifestazioni di questo maggio (5, 6 e 12) hanno visto la saldatura di un grande movimento composto da docenti, ata, studenti, genitori e comuni cittadini che sono scesi insieme in piazza per difendere l’istruzione pubblica dalla distruzione predisposta dal piano renziano di “Buona scuola” e dalla “misurazione” quizzesca dell’Invalsi. Ma il Governo resta sordo perché, invece di prendere atto della realtà, ricorre alla manipolazione mediatica di presunte modifiche del Ddl e di una “disponibilità a discutere” accompagnata dall’arrogante conferma della “Riforma”. Il Grande Imbonitore Renzi ha provato a vendere in tv la sua mercanzia sul modello del famigerato Patto con gli italiani di Berlusconi. Davanti a una lavagna ha però solo dimostrato che vi starebbe meglio dietro, perché voleva spiegare la bontà della sua misera e cattiva scuola-azienda senza farci capire: 1. come potrebbe un preside giudicare le capacità didattiche di centinaia di docenti della sua scuola; 2. come lo potrebbero fare addirittura due genitori o un genitore e uno studente, ai quali verrebbe dato il potere di assegnare aumenti salariali ad un dieci per cento di “migliori” docenti dell’istituto; 3. con quali doti medianiche un preside potrà “ingaggiare” dagli Albi territoriali docenti mai visti; 4. perché precari con la stessa anzianità di servizio dei possibili centomila stabilizzati, invece di essere anch’essi assunti stabilmente, verrebbero espulsi dalla scuola come limoni spremuti; 5. perché dovrebbero essere i cittadini, e non lo Stato, a finanziare la scuola pubblica con il 5 per Mille, favorendo le scuole delle famiglie ricche a discapito di quelle disagiate, e aumentando ancora i finanziamenti alle private con i 400 euro di detrazioni alle famiglie. Nel frattempo, però, il Governo spara contro lo sciopero degli scrutini come se esso, e non già il progetto disastroso della cattiva scuola, mettesse a repentaglio gli interessi di studenti e famiglie. È intervenuto a sproposito anche il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi che ha preannunciato la precettazione dei docenti in caso di sciopero degli scrutini, quando il suo compito è solo quello di giudicare la congruità degli scioperi convocati con la legge-capestro 146/90: le precettazioni, eventualmente, spettano ai Prefetti. Ma ricordiamo anche che è perfettamente lecito scioperare per due giorni consecutivi durante gli scrutini, a patto di non coinvolgere le classi “terminali” dei corsi di studio. Se poi si dovesse andare oltre i due giorni, la legge 146 prevede sanzioni pecuniarie ma non precettazioni. Dunque, ci rivolgiamo ai sindacati che sembrano convenire sulla necessità dello sciopero degli scrutini e diciamo loro di far seguire alle parole i fatti, a meno non ritengano sufficienti gli annunci eclatanti alla marcia indietro del Governo. Smontiamo il tentativo del Governo di contrapporre i docenti e gli Ata agli studenti e alle famiglie. La nostra opposizione è in nome della scuola Bene comune, degli studenti e dei cittadini tutti/e, e non solo degli “addetti ai lavori”, contro l’immiserimento materiale e culturale provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica. Quindi, offriamo a tutti/e un’occasione per manifestare in una giornata in cui la stragrande maggioranza dei cittadini non lavora, una domenica (7 giugno?), per il ritiro del Ddl e per la scuola Bene comune. INTANTO LA LOTTA CONTINUA CON LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE UNITARIA DEL 19 MAGGIO, IN OCCASIONE DEL VOTO ALLA CAMERA SUL DDL: A FIRENZE DAVANTI ALLA PREFETTURA ORE 17.30 COBAS-Comitati di Base della Scuola Fip Firenze, 15 maggio 2015 – COBAS, via dei pilastri 43 rosso, FI