Era una nottata misteriosa a casa Martin, non si capiva cosa stesse succedendo, la cocorita era andata a finire nell’acquario, i pesciolini erano nella cesta dei gattini e i gattini erano finiti nella gabbia della cocorita. Nikos e Keira stavano litigando,mamma Tatu e papà Piercing si lanciavano le posate e si buttavano le sedie uno contro l’altro. Questa lite era iniziata perchè la mamma difendeva Nikos e papà difendeva Keira. Mamma - Nikos è bravo, intelligente, simpatico, gentile, insomma proprio un Casanova. Mentre tu Keira sei una figlia degenere pensi solo a quel ragazzo, si quel Giuseppe! Ci obblighi a venire alle partite di pallavolo! Tanto perdi sempre!!! Papà - Non è vero Nikos non è un Casanova, non ha neanche la fidanzata, mentre Keira ha Giuseppe, a me piace quel ragazzo. Keira è sempre pronta a dare una mano al prossimo, mentre Nikos se può se ne frega! A Keira questo dispiaceva, aveva sempre voluto bene ai suoi genitori e suo fratello era come un grande amico per lei. Così ad un tratto essa gridò:- Smettetela di litigare per una stupidaggine, non voglio vedere mai più nessuno di voi. Detto questo si pentì e piangendo scappò in cortile, si sedette su una sedia e iniziò ad alzarsi, su, su, sempre più su. Saliva, saliva finchè ad un tratto la sedia iniziò a staccarsi dal suo fondoschiena, adesso stava davvero volando. Forse il suo sogno si stava avverando,volava così in alto da toccare le nuvole. Appena arrivata a destinazione, scese alla stazione A4 Nuvola Blu, in quella città infatti tutto era blu. Nel momento in cui toccò le nuvole incontrò lo gnomo Greic,o almeno così c’era scritto sul suo cartellino. Greic gli disse che doveva nascondersi perché in quel regno non erano ammessi i bambini perché la Fata Blu li odiava. Le consigliò di scappare alla stazione B52 Nuvola Verde, dove tutti i giorni i bambini facevano festa. Keira voleva rimanere lì per continuare a volare, così per tutto il giorno girò per palazzi e magazzini, gli gnomi la guardavano insospettiti, le guardie correvano verso il castello, sibilando qualcosa. Keira allora pensò che forse lo gnomo aveva ragione, così correndo preoccupata tornò alla stazione per andare alla B52 Nuvola Verde. Continuò a vagare per la città, infine decise di dirigersi verso la stazione. Quando arrivò, la stazione non c’era più e la povera bambina era circondata dalle guardie, che la fecero salire sulla Gnomocellulamobile e la portarono al castello. Il castello La prigione -Non oserete sbattermi in questa lurida cella!!!- disse Keira facendosi coraggio ma ci fu ugualmente gettata. Un bambino come emerso da un angolo buio le disse che gli gnomi e la fata si nutrivano dei sogni dei bambini. E tu come ti chiami?- chiese Keira. Io mi chiamo Marco, sono qui da tantissimo tempo, perché devi sapere che il mio sogno è di essere un diavolo, e di avere il coraggio di bere un’aranciata sotto i colli lunghi, come chiamo io quel tipo di dinosauri. Però io credo di non avere questo gran coraggio. Quindi proprio non riuscirò mai a far si che il mio sogno si avveri. Si sentirono dei passi in corridoio la porta si aprì cigolando, un’ altra bambina come noi era stata sbattuta dentro. Anch’essa raccontò la sua storia. Ero lì davanti allo specchio continuavo a mettermi cipria sulle guance e brillantini sulle palpebre; ero stravolta perché… Mi sentivo brutta! Continuavo a ripetermi le medesime parole:“Strasera c’è un ballo e io sono brutta”,subito dopo sentii suonare il citofono…era Aurora che mi aspettava sotto casa con il suo cavaliere e un altro cavaliere per me!? Io le risposi :“ Cosa?Sei matta? Io non posso andare al ballo così come sono!!! Sono bruttissima, ci vorrebbe un miracolo per farmi diventare bella; Allora mi vestii in fretta, mi misi un po’ di cipria sulle guance, lo smalto sulle unghie e feci un sospiro. Scesi e con il taxi ci dirigemmo verso la sala da ballo, aprii il tettuccio decapotabile. Mi alzai, cioè mi misi fuori però mi incastrai con il busto sopra e le gambe dentro la macchina. Mi accorsi che tutti si voltavano verso di me e mi guardavano. Iniziai a sognare mi specchiavo nelle vetrine e mi vedevo bellissime, ma all’improvviso mi ritrovai prigioniera nel castello. Ad un tratto apparve Greic, Marco lo colpì, e fuggì in corridoio seguito dagli altri.Tutti si stavamo battendo con vigore, ma c’erano troppe guardie. Tutte le porte ad un tratto si chiusero e noi restammo intrappolati, da quel momento capimmo che era semplicemente una trappola,… … Le porte si riaprirono con un tonfo. Riuscii ad intravedere una donna, occhi azzurri come zaffiri, che incutono paura ma allo stesso tempo dolcezza e calore, che brillano alla luna come lucciole nel bosco in una notte d’estate. Il corpo ricoperto da un lungo abito d’argento, creato dalle stelle. La bocca scarlatta e luccicante, ,la pelle bianca come la neve abbagliava ogni essere gnomico. I capelli erano mille anelli d’oro ,la corona tempestata di pietre preziose rendeva quel volto bellissimo ancora più incantevole. Quando il suo sguardo incrociava un bambino la sua bellezza si trasformava in pura malvagità: i suoi lineamenti si affilavano, gli occhi diventavano di fuoco seppur di ghiaccio. Era fredda, impassibile, crudele. Questa era la fata, regina di Nuvola Blu. All’improvviso un enorme uccello sfondò una grande finestra era l’uccello magico dalle ali d’argento che venne a salvarci. Salimmo sul dorso della creatura ma non reggeva il nostro peso, allora fece una potente magia. Rimanemmo sopra di lui ipnotizzati, non ci rendevamo conto di quello che stava succedendo, la magia sembrava realtà e la realtà sembrava inesistente. Un vortice multicolore ci avvolgeva in un brivido gelido e ardente, l’essere volteggiava sempre più in alto e ondeggiava la coda azzurrina. Il magnifico volo continuò; la vallate era meravigliosa, con un torrente dalle acque cristalline, le montagne stagliate in lontananza, il cielo, dietro rosaceo ed arancione, un bellissimo arcobaleno svettava, dalle punte delle montagne, le collinette erano un trionfo di verde; i pini, gli abeti, abbellivano il paesaggio pittoresco. Sentimmo un sibilo, era una freccia che andò a conficcarsi proprio nell’ala sinistra dell’uccello, seguirono un nugolo di altre frecce che colpirono ripetutamente l’uccello. Le guardie si erano accorte che nella cella non c’era più nessuno, ci davano la caccia. Ma il nostro mezzo di trasporto non cedeva. Il capo degli gnomi scagliò la sua ultima freccia e ahimè colpì la testa di VerdAzzurro, così si chiamava l’uccello. VerdAzzurro precipitò, ma riuscì a fare un atterraggio di fortuna per salvare i piccoletti. Atterrarono sulla B52 Nuvola Verde,ce l’avevano fatta ma non VerdAzzurro, lui spirò, erano tristemente felici ma finalmente ce l’avevano fatta.