Celiachia News 7
Mariella Baldassarre, Angelo Acquafredda, Maurizio Delvecchio
Dipartimento di Biomedicina dell'Età Evolutiva, Università degli Studi di Bari
Divisione di Medicina Interna, Policlinico Universitario di Palermo
Funzionalità tiroidea in bambini con malattia celiaca
In soggetti geneticamente predisposti il glutine può scatenare manifestazioni di tipo
autoimmune diverse dall'enteropatia (1).
Le malattie autoimmuni sono causate dalla formazione di autoanticorpi diretti contro organi
dello stesso organismo che li produce.
La patologia autoimmune glutine-correlata che si conosce meglio e da più tempo è la dermatite
erpetiforme, la “celiachia della pelle”, in cui le lesioni cutanee regrediscono con la dieta priva di
glutine, senza che sia obbligatoriamente presente la lesione intestinale.
Nel siero dei soggetti celiaci sono stati descritti diversi tipi di autoanticorpi, che potrebbero
dipendere dall'assunzione di glutine (anticorpi antitiroide, fattore reumatoide IgA, anticorpi
antiinsula, anti-GAD, anticardiolipina IgG e IgM, antinucleo, ENA)(2), e vi sono dati che
indicano anche che il rischio di
sviluppare patologie autoimmuni
sia significativamente correlato alla
durata di esposizione al glutine (2).
È stata pertanto descritta sia una
aumentata frequenza della malattia
celiaca in soggetti affetti da
malattie autoimmuni in precedenza
di a gn ost i ca t e (T a b. 1), ch e
un'aumentata prevalenza di malattie
autoimmuni in soggetti affetti da
celiachia (Tab.2).
Tab.2 Prevalenza (%) di alcune malattie autoimmuni in celiaci adulti
(da Collin, modificata)
Autori
Lancaster ’74
Cooper ‘78
Midhagen ’88
Snook’ 89
Collin’94
Tireopatie autoimmuni Connettiviti
5,2
1,8
3,2
6,1
10,8
3,6
4,1
n.d.
5,4
7,2
Tali malattie possono manifestarsi sia in età pediatrica che in età adulta (3-7). Vi sono inoltre
dati che indicano come il rischio di sviluppare patologie autoimmuni sia significativamente
correlato alla durata di esposizione al glutine (2). Una delle più frequenti malattie autoimmuni
descritte in associazione alla malattia celiaca è la tiroidite (3, 8-10). La tiroide è una ghiandola
endocrina posta alla base del collo, deputata alla secrezione degli ormoni tiroidei, controllata
nella sua attività da un ormone ipofisario, il TSH, il cui rilascio da parte dell'ipofisi è regolato
da un fattore ipotalamico, il TRH(11,12).
In corso di tiroidite si formano autoanticorpi diretti contro proteine presenti nella ghiandola
tiroidea: la tireoglobulina, molecola da cui poi la tiroide produce gli ormoni veri e propri (T4 e
T3), e la tireoperossidasi, enzima che serve alla sintesi di tali ormoni. Analogamente a quanto
fanno nell'intestino gli anticorpi antitransglutaminasi, gli anticorpi antitiroide “attaccano” la
ghiandola tiroidea provocandone una progressiva riduzione della sua funzionalità, e a ciò
consegue una condizione clinica detta “ipotiroidismo”. I sintomi sono costituiti da bassa statura,
facile stancabilità, aumento del peso corporeo, rallentamento dei movimenti e delle capacità di
ragionamento.
Tale quadro clinico si instaura progressivamente, e può essere diagnosticato precocemente
rilevando la presenza di anticorpi anti-tiroide prima ancora che la funzionalità tiroidea sia
compromessa. Non si può far nulla per bloccare la produzione di autoanticorpi, ma iniziare la
terapia adeguata con ormoni tiroidei impedisce la comparsa dei sintomi di ipotiroidismo.
Presso il dipartimento di Biomedicina dell'Età Evolutiva dell'Università di Bari i bambini
celiaci sono sottoposti a valutazione della funzionalità tiroidea attraverso il dosaggio degli
anticorpi antitiroide e l'effettuazione del TRH test. Nei nostri pazienti la prevalenza di anticorpi
antitiroide è più alta rispetto alla popolazione pediatrica di controllo (15,3% vs 1,5%), e tali
anticorpi sono significativamente aumentati proprio nei bambini con un'alterata funzionalità
tiroidea. Un ipotiroidismo subclinico primario compensato, caratterizzato cioè da una esagerata
produzione di TSH durante il TRH test, con una tiroide ancora in grado di produrre livelli
normali di ormoni tiroidei, è d'altra parte presente in circa il 50% dei bambini celiaci
neodiagnosticati; la prevalenza del fenomeno non è legata, nella nostra esperienza, alla durata
dell'esposizione al glutine. L'instaurarsi della dieta priva di glutine determina nella maggior
parte dei casi la normalizzazione della funzione tiroidea ma ciò può avvenire in tempi variabili
dall'inizio della dietoterapia e non è temporalmente legato alla normalizzazione degli EMA e/o
ac. antitransglutaminasi. In un piccolo numero di casi vi è stata un'evoluzione sfavorevole verso
il gozzo.
È pertanto utile una valutazione, subito dopo la diagnosi di malattia celiaca, della funzionalità
tiroidea, oltre che degli anticorpi antitiroide: nella nostra esperienza il dosaggio basale del TSH
si è rivelato un valido metodo di screening per rilevare un ipotiroidismo primario, anche se
compensato. Il TRH test è da riservarsi eventualmente a pazienti con TSH basale elevato. I
bambini con alterazione della funzionalità tiroidea andranno attentamente monitorati nel tempo.
È utile inoltre il dosaggio, almeno una volta all'anno, degli anticorpi antitiroide, in tutti i
bambini celiaci.
Bibliografia
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