PROGETTO FORMATIVO AZIENDALE ABBATTERE IL RISCHIO BIOLOGICO IN AMBITO SANITARIO: PROFILASSI E PREVENZIONE Aula Magna Pad. Vigiola, Osp. San Paolo Savona 28 marzo e 16 aprile 2007 Giancarlo Icardi DiSSal Università degli Studi di Genova Azienda Ospedaliera Universitaria “San Martino” Genova Dimensioni del problema Negli ultimi 100 anni, tra gli operatori sanitari, sono stati riportati più di 5000 casi di infezioni acquisite in ospedale con un tasso di mortalità intorno al 4% Negli ultimi 30 anni, prima l’epatite B, poi l’infezione da HIV ed infine quella da HCV hanno contribuito a riportare l’attenzione sul problema delle infezione acquisite in ospedale, e hanno condotto all’introduzione di pratiche di d controllo più stringenti Hepatitis B Virus (HBV), Hepatitis C Virus (HCV) and Human Immunodeficiency Virus (HIV) • Bloodborne viruses • Can produce chronic infection • Transmissible in healthcare settings • Data from multiple sources (e.g., surveillance, observational studies, serosurveys) used to assess risk of occupational transmission Rischio : possibilità di un evento in un certo period Un fattore di rischio è una variabile statisticamente correlat all’evento che aumenta le probabilità che avvenga una malattia. Il rischio biologico non è sempre facilmente misurabile a caus della mancanza di una stretta correlazione tra la dose e l’effett Quindi è difficile stabilire un’esposizione limite come accade pe le sostanze chimiche. Il rischio di infezione occupazionale (R inf) può essere calcolato secondo la formula : R inf. = P x F x E x S dove: P = probabilità di contatto con un paziente fonte infetto F = frequenza di esposizione E = efficacia di trasmissione S = operatore sanitario suscettibile Probabilità di contatto con un paziente fonte infetto (P) La probabilità di contatto con un paziente fonte infetto dipende dalla prevalenza dell’infezione nella popolazione generale o nei gruppi di popolazione alla quale il paziente fonte appartiene Italia: Prevalenza delle infezioni da HBV, HCV and HIV Infezione Soggetti ospedalizzati 2% O.S. HBV Popolazione generale 1-2% HCV 2-16% 4% 2% HIV 0.1% 1% < 0.1% 2% (ISS: Consensus Conference on HIV, HBV e HCV, 1999) Casi notificati di Epatite B in Liguria ANNO 2001 2002 2003 NUMERO 72 51 43 2004 29 2005 2006 32 24 Età 28-93 Età 23-75 Epidemiologia e Prevenzione Epatite B Promiscuous sexual activity play a major role in virus spread, while the impact of intravenous drug use is decreasing. Both these factors are susceptible of targeted vaccination programmes and of risk reduction through education; as a matter of fact, they mainly act in people younger than 40 years, which will be completely covered by the routine vaccination campaign by the 2020. Epidemiologia e Prevenzione Epatite B On the other hand, invasive medical procedures (surgery, endoscopy, hemodialysis, blood transfusion) are reported more frequently by older individuals . In particular, with regard to blood transfusion, it has been estimated that the residual risk of HBV infection in Italy is 15.8 per million of blood donations. Having a HBsAg-positive household or sexual partner was reported by 10% of cases in the period 1997-2004; approximately 40% of them were already aware to be in contact with a potential source of infection but they did not receive vaccination. Beauty treatments (piercing, tattoo, shaving) are increasingly reported; susceptible of law regulations aimed interindividual blood contamination. manicure, chiropody, barber shop these activities are potentially at the reduction of the risk of HCV: QUADRO EPIDEMIOLOGICO ITALIANO SEIEVA Sieroprevalenza e distribuzione genotipica Autore Raaele, 2001 Osella, 1999 Popolazione, et Prevalenza 344, Puglia 2116, Puglia >16 >30 22,4 24,6 1885 4,8 Maggi, 1999 2403, Lomb. Guadagnino, 1997 1352, Calabria 12,6 Stroolini, 1995 681, Lazio 8,4 3,7 18,2 3,2 Bellentani, 1994 6917, FVG/ER 3039 6070 1265 Genotipi 2a 1b 1a 2c 1b 59 35,8 0,3 81 15,5 1b 50,7 2c 44,6 3a 2,7 4 1,3 Prevalenza: osservata 2.7% std per età 4.4% Effetto coorte: 0-23 mesi 2-14 anni 15-30 anni 31-45 anni 46-60 anni >60 anni 3.8% 0.8% 1.8% 5.9% 6.8% 5.2% 1.6% 6.1% Gradiente Nord-Sud: 6.1% Journal of Medical Virology 76:327 – 332 (2005) 8% Journal of Medical Virology 76:327 – 332 CONCLUSIONI La prevalenza standardizzata per età (4,4%) è la più elevata in Europa ed è il risultato di due pattern differenti: Nord versus Centro-Sud Italia Il picco osservato negli over 30 è riconducibile a - aumento delle infezioni da 1b - infezioni da 2c negli anziani introdotto intorno al 1900 - infezioni da 3 e 4 negli adulti IVDU e immigrazioni Elevata prevalenza negli under 30 (1-2%) con elevata proporzione d infezione da 1b permane una circolazione dell’HCV anche dopo l’introduzione del materiale monouso (anni ’70- ’80), l’effetto AIDS (anni ’80) e lo screening del sangue (1989-91) elevato burden in termini di epatiti croniche e HCC nei p r o s s i m decenni Frequenza dell’esposizione (F) Intuitivamente, il rischio per gli O.S. di sviluppare un’infezione è correlato con la frequenza dei contatti con il paziente fonte. Nell’ambiente ospedaliero l’esposizione all’infezione dipende da: numero delle attività mediche effettuate sul paziente fonte numero medio dei pazienti assistito da ogni O.S. numero delle ore in cui l’O.S. è attivamente a contatto con i paziente fonte tipo specifico di attività medica Efficacia della trasmissione (E) L’efficacia della trasmissione dipende: dalle differenti modalità di trasmissione degli agenti infettant dal tipo e dalla dinamica dell’esposizione dal liquido biologico dalla quantità di sangue dallo stato di malattia del paziente fonte dalle difese immunitarie dell’O.S. dalla profilassi post esposizione Types of exposure associated with transmission Percutaneous needlestick cut with sharp human object bite Mucocutaneous Nonintact skin (abraded, chapped, dermatitis) Mucous membrane Other Seroconversion (SC) rates by route of exposure (SIROH, 1986-2003) Route of exposure HIV SC/exp % 95% C.I. Percutaneous 3 / 2539 0.12 0.02-0.35 Mucous 2 / 704 0.28 0.03-1.02 Non intact skin 0 / 675 0 Percutaneous HCV HBV -0.55 18 / 4352 0.41 0.22-0.60 Mucous 2 / 805 0.25 0.03-0.90 Non intact skin 0 / 499 0 Percutaneous 1/183* * calculated on susceptible subjects 0.55 -0.74 0.03-0.38 Risk of Bloodborne Virus Transmission after Occupational Percutaneous Exposure Source HBV HBeAg + HBeAg - Risk 22.0-30.0% 1.0-6.0% HCV 1.8% HIV 0.3% Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino agente biologico a cui sono stati esposti 2201 operator sanitari nel periodo gennaio 1989 – dicembre 2005 HIV = 11% HCV = 70% HBV = 13% HIV + HCV = 2,5% HIV +HBV = 0,5% HIV +HBV +HCV = 1% HBV +HCV = 2% Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino Modalità con cui si sono realizzati gli incidenti Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino Distribuzione delle categorie professionali esposte a rischio in ambiente sanitario 2201 incidenti periodo gennaio 1989 – dicembre 2005 15% infermieri 18% medici 67% altre figure Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino Stato Immunitario di soggetti esposti a rischio biologico nei confronti del virus dell’Epatite B Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino Percentuale del personale sanitario che adottava l’uso dei guanti nei vari anni del periodo studiato Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino Correlazione tra infortunio e area di lavoro chir.gen spec.chir 40 % 30 20 10 med.gen spec.med pronto socc centro trasf anest/rianim dialisi laboratori altro A.O. Universitaria San Martino HCV: 3 CASI DI SIEROCONVERSIONE (periodo 1989-2005) 3/1661 = 0.18% GIUGNO 1995 APRILE 1996 NOVEMBRE 2002 MEDICO ANESTESISTA, punto circa un mese prima durante manovra di reincappucciamento dell’ago dopo aver eseguito una emogasanalisi ad un paziente anti-HCV positivo. Lo screening dell’operatore immediatamente dopo l’esposizione aveva dato esito negativo, mentre dopo circa un mese i test immunoenzimatici e quelli supplementari di conferma (W.B. e INNOLIA) risultavano positivi. L’esecuzione di test di biologia molecolare ha permesso di confermare che sia nel paziente fonte sia nell’operatore esposto l’infezione era dovuta al genotipo 1b. INFERMIERE accidentalmente punto dal medico operatore nel corso di inserimento di un catetere in succlavia ad un paziente anti-HCV positivo. Negativo ai test di screening al momento dell’incidente, diveniva sierologicamente positivo circa 45 giorni dopo l’esposizione ed il genotipo coinvolto risultava essere l’1b. INFERMIERA punta a maggio del 2002 mentre stabiliva un accesso venoso per fleboterapia in paziente anti-HCV e anti-HIV positivo, il quale riferiva di avere abusato di sostanze stupefacenti per via endovenosa. I test immunoenzimatici e quelli supplementari di conferma sono risultati positivi a settembre dello stesso anno. Sul siero dell’agosto 2002 (risultato anti-HCV negativo), conservato,si è eseguita la ricerca del virus HCV con esito positivo, genotipo 3. L’operatore ha praticato per la durata di circa un mese, subito dopo l’incidente occupazionale, la profilassi post-esposizione per HIV che potrebbe aver influenzato il ritardo della sieroconversione. Andamento delle esposizioni percutanee ad HIV 18 ospedali SIROH 1994-2002 % 96 87 77 55 55 45 38 49 23 2 per il trend=25.621; p<0.0001 J Biol Regul Homeost Agents 2001 (updated) Job category Percutaneous exp. Mucocutaneous exp. (% of total) (% of total) Nurses 57 59 Physicians 5 6 Housekeepers 18 12 Lab Technicians 2 4 Obstetricians 1 2 Training personnel 13 12 Other 4 5 SOURCE: SIROH-EPINet Exposures by Area Division Surgery Medicine Other Notified exp. (%) 48 37 15 Place of Exposure Place Inside the room of the patient Outside the room of the patient Surgery room Other Notified exp. (%) 40 12 20 28 SOURCE: SIROH-EPINet Procedures and Percutaneous Exposures (SIROH-EPINet) Procedure Accidental exposures (%) Insertion/handling devices for venipuncture, injections, ect. 32.5 Parenteral therapy 25.8 Blood drawing 21.9 Other 19.8 Procedures and Mucocutaneous Exposures (SIROH-EPINet) Procedure Mucocutaneous exp. (%) Direct exposure to blood or biological fluids 50 E.v.line-related contamination 17.2 Contamination from a container for biological samples 16.3 Other 16.5 Accidental Exposures to Hollow-Bore Needles (SIROH-EPINet) Medical devices Disposable syringes Winged-steel needle Vacutanier Intravascular devices Other Accidental exposures with hollow-bore needles (%) 44 29 5 10 12 Body fluids and risk of exposure High risk of transmission Blood, serum Semen Vaginal secretion Other body fluids visibly contaminated with blood Poorly defined risk of transmission Amniotic, cerebrospinal, pleural, peritoneal, pericardial and synovial fluids Low risk Cervical mucus, emesis, feces, saliva, sweat, tears, urine, sputum and nasal secretion MMWR, 2005 Risk of HIV Transmission Following Percutaneous (Needlestick) Exposure Pooled analysis of prospective studies on health care workers with occupational exposures suggests risk is approximately 0.3% (95% CI, 0.2% - 0.5%)1 Presence or absence of key risk factors may influence this risk in individual exposures 1. Bell DM. Am J Med 1997;102(suppl 5B):9-15. Average Risk of HIV Infection to Healthcare Personnel by Exposure Route • Percutaneous 0.3% • Mucous membrane 0.09% • Non-intact skin <0.1% Risk Factors for Seroconversion Risk Factor Odds Ratio* 15 95% CI Visibly bloody device 6.2 2.2 – 21 Device in artery/vein 4.3 1.7 – 12 Terminally ill S P 5.6 2.0 – 16 AZT PEP 0.19 0.06 – 0.52 Deep injury 6.0 – 41 * p<0.01 for all Cardo DM et al. NEJM 1997;337:1485-90 Other Likely Risk Factors Viral load Glove use – 50% decrease in volume of blood transmitted1 Hollow bore vs solid bore – Large diameter needles weakly associated with increased risk (p = 0.08)2 Drying conditions – tenfold drop in infectivity every 9 hours3 1. Mast ST et al. JID 1993;168(6):1589-92. 2. Cardo DM et al. NEJM 1997;337:1485-90 3. Resnick L et al, JAMA 1986;255(14):1887- Relazione tra tipo di esposizione e rischio di infezione Tipo di esposizione Rischio di infezione Ferita profonda (causa di sanguinamento spontaneo) per puntura con ago cavo utilizzato per prelievo di materiale a rischio alto Qualsiasi contaminazione con materiale di laboratorio contenente virus concentrato alto Ferita (causa di sanguinamento spontaneo) con ago o altro tagliente contaminato da materiale biologico a rischio medio Contaminazione evidente di ferita recente e aperta o di congiuntiva medio Ferita superficiale (che non causa sanguinamento spontaneo) basso Contaminazione di ferita rimarginata o di altre mucose basso Contaminazione di vasta area cutanea e/o con contatto prolungato basso Contaminazione di cute integra (non prolungata, non vasta) o non dimostrato ferita con oggetti non visibilmente contaminati Esposizione a sangue o materiali biologici potenzialmente infettanti Immediatamente dopo l’incidente: Per lesioni cutanee: Favorire il sanguinamento Lavaggio vigoroso del sito della lesione per alcuni minuti con acqua corrente e sapone e successiva disinfezione con soluzione di clorocomposto (es: amuchina) o iodofori (es: iodopovidone in soluzione acquosa) Per contaminazioni mucose: Irrigazione possibilmente per 15 minuti con acqua corrente o soluzione fisiologica Timing of PEP: CDC Guidelines • “PEP should be initiated as soon as possible, preferably within hours rather than days of exposure.” • Interval after which there is no benefit for humans is not known • Obtain expert advice when interval has exceeded 24-36 hours MMWR 2005;54(No. RR-9). When should PEP be started? • Efficacy of PEP thought to wane with time • At what point is PEP “no longer worth it”? benefits of PEP risks of PEP time exposure Duration of PEP • In animal model, 28 days more effective than 10 days or 3 days of PEP1 • 4 weeks (28 days) used in case-control study2 and recommended by CDC guidelines3 1. Tsai C-C et al. J Virol 1998;72:4265-73. 2. Cardo DM et al. NEJM 1997;337:1485-9 3. MMWR June 29, 2001:50(RR11);1-42. Animal Studies of PEP Efficacy • Data have been difficult to interpret and extrapolat to humans, but provide encouraging evidence of PEP efficacy • Different virus strains, route of inoculation, dose of inocula, and drug regimens used • Delaying time to PEP, shortening the duration, or decreasing the dose reduced effectiveness of PEP Human Studies of HIV PEP Efficacy • Little information on efficacy of PEP in humans • Seroconversion infrequent following occupational exposure to HIV-infected blood • Use of zidovudine (ZDV) was associated with an 81% decrease in the risk for HIV infection – limitations include a small number of cases, and that cases and controls came from different cohorts (Cardo et al, NEJM 1997;337:1485-90.) HIV PEP: Failures in Healthcare Personnel* World-wide Cases • 16 cases of ZDV failure in healthcare personnel • 5 cases of combination HIV PEP failure • no delay in time to seroconversion • no adverse effects on natural history Potential Explanations • delay in treatment • dose too low / low drug levels • resistant virus • high inoculum exposure • treatment duration too short *Beltrami EM. Semin Infect Control 2001;1:2-18 Which PEP regimen should be considered? MMWR 2005;54(No. RR-9). PEP Regimens: Basic regimens • Two NRTIs • Simple dosing, fewer side effects • Preferred basic regimens: zidovudine (AZT) OR tenofovir (TDF) plus lamivudine (3TC) OR emtricitabine (FTC) • Alternative basic regimens: stavudine (d4T) OR didanosine (ddI) plus lamivudine (3TC) OR emtricitabine (FTC) MMWR 2005;54(No. RR-9). Expanded PEP Regimens • Basic regimen plus a third agent • Rationale: 3 drugs may be more effective than 2 drugs, though direct evidence is lacking • Consider for more serious exposures or if resistance in the source patient is suspected • Adherence more difficult • More potential for toxicity MMWR 2005;54(RR-9) Expanded PEP Regimens • Preferred Expanded Regimen: – Basic regimen plus lopinavir/ritonavir (Kaletra) • Alternate Expanded Regimens: – Basic regimen plus one of the following: • • • • • • Atazanavir* +/- ritonavir Fosamprenavir +/- ritonavir Indinavir +/- ritonavir Saquinavir (hgc; Invirase) + ritonavir Nelfinavir Efavirenz *Atazanavir requires ritonavir boosting if used with tenofovir MMWR 2005;54(RR-9) % of individuals Adverse Effects: Basic vs Expanded Regimens Puro V et al. 9th CROI, February 2002, Abstract 478- Percent of HCWs Tolerability of HIV PEP in Health Care Workers Incidence of Common Side Effects Wang SA. Infect Control Hosp Epidemiol 2000;231:780-5. Other Antiretrovirals • ARVs to be considered only with expert consultation: – Enfuvirtide (Fuzeon; T-20) • ARVs not generally recommended for PEP: – – – – Delavirdine Zalcitabine Abacavir Nevirapine MMWR 2005;54(No. RR-9). Follow-up HIV Testing • CDC recommendations: HIV Ab testing for 6 months post-exposure (e.g., at 6 weeks, 3 months, 6 months • Extended HIV Ab testing at 12 months is recommended if health care worker contracts HCV from a source patient co-infected with HIV and HCV • Viral Load testing not recommended unless primary HIV infection (PHI) suspected MMWR 2005;54(No. RR-9) Follow-up of health-care personnel (HCP) exposed to known or suspected HIV-positive sources • Exposed HCP should be advised to use precautions (e.g., avoid blood or tissue donations, breastfeeding, or pregnancy) to prevent secondary transmission, especially during the first 6–12 weeks post-exposure. • For exposures for which PEP is prescribed, HCP should be informed regarding: – need for monitoring – possible drug interactions – the need for adherence to PEP regimens. • Consider re-evaluation of exposed HCP 72 hours postexposure, especially after additional information about the exposure or SP becomes available. MMWR 2005;54(No. RR-9). CDC Post-Exposure Prophylaxis Guidelines • MMWR 2005;54(No. RR-9). • http://www.aidsinfo.nih.gov CDC Post-Exposure Prophylaxis Guidelines MMWR 2005;54(No. RR-9). CDC Post-Exposure Prophylaxis Guidelines MMWR 2005;54(No. RR-9). Seroconversion to HIV-1 following a needlestick injury despite combination post-exposure prophylaxis Reverse transcriptase M41L (AZT) M184V (3TC, T215C T215Y (AZT) Protease Y181C (NNRTI) ddI, ddC, ABC) Source patient X X X Exposed X X X X X K20R (IDV, M36I (RTV, RTV) NFV) X X X X HCW Phenotipic resistant to 3TC, IDV, RTV, NFV Hawkins et al. J Infect 2001 Situations for which expert consultation* for HIV postexposure prophylaxis (PEP) is advised * Either with local experts or by contacting the National Clinicians’ Post-Exposure Prophylaxis Hotline (PEPline), 888-448-4911. MMWR 2005;54(No. RR-9 PEP in Pregnancy • Most antiretrovirals are pregnancy class B or C • Antiretroviral Pregnancy Registry has not detected increased teratogenic risk for ARVs in general, nor specifically for AZT and 3TC, in the first trimester1 • Avoid efavirenz (anacephaly in monkeys), amprenavir (ossification defects in rabbits), and indinavir in late term (hyperbilirubinemia) • Theoretically higher risk of vertical transmission with primary HIV infection 1. Garcia et al. ICAAC, December 2001, Abstract 1325. Linee guida, 2002 •Regime a tre farmaci, due classi •L’anamnesi farmacologica e clinica del paziente fonte può essere utile nel predire eventuali resistenze, nel qual caso è consigliato sostituire nel regime scelto il/i farmaco/i di cui si sospetta la resistenza con altri potenzialmente efficaci •L’esecuzione ad hoc dei test per la determinazione delle resistenze geno e/o fenotipiche non è raccomandata MODALITA’ Ferita o puntura con ago o altro tagliente PPE raccomandata Contaminazione congiuntivale Contaminazione di cute lesa o altre mucose PPE considerata Ferita da morso Contaminazione di cute integra PPE sconsigliata MATERIALE BIOLOGICO Sangue, altro materiale biologico visibilmente contenente sangue; liquido cerebrospinale, materiale ad elevata concentrazione virale (p. es. colture, sospensioni concentrate di virus) PPE raccomandata Liquido amniotico, sinoviale, pleurico, pericardico, peritoneale; tessuti; materiale di laboratorio; sperma o secrezioni genitali femminili PPE considerata •Urine, vomito, saliva, feci PPE sconsigliata PAZIENTE FONTE Paziente fonte con infezione da HIV nota PPE raccomandata Paziente fonte con stato sierologico per HIV non noto o che PPE considerata riferisce di essere sieronegativo Paziente fonte non noto o non disponibile PPE considerata Paziente fonte negativo PPE sconsigliata Andamento delle esposizioni percutanee a HCV 18 ospedali SIROH 1994-2002* 25 20 % 15 10 5 0 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 J Biol Regul Homeost Agents 2001 (updated)* Risk of hepatitis C Virus Transmission following Percutaneous Exposure in Healthcare Workers Su 4403 OS seguiti per almeno 6 mesi, sono stat identificati 14 casi di infezione occupazionale (3 medici, 10 infermieri e 1 ostetrica), con un rischio d sieroconversione di 0.31% (95% C.I. 0.15%-0.48%) Tutti i casi si sono verificati in seguito a puntura con aghi cavi pieni di sangue (14/1876; 0.74%, 95% C.I 0.41%-1.25%): 7 aghi-cannula, 4 siringhe, 2 sistemi d prelievo a vuoto con ago standard, 1 ago a farfalla Gabriella De Carli, Vincenzo Puro, Giuseppe Ippolito e il gruppo SIROH Infection 2003;31(Suppl2):22-27 ALT a t0 e mensile per 4 mesi Follow up HCV RNA qualitativo a 4-6 settimane 1 caso di sieroconversione asintomatica identificato al follow-up a 6 settimane Quale protocollo di follow up? 3 casi di sieroconversione asintomatica identificati al follow-up a 6 mesi HCV RNA solo se ALT alterate 10 casi di epatite acuta ospedalizzati per sintomi/elevazione delle transaminasi entro 35-60 gg 4393 HCV RNA per identificare 4 casi Gabriella De Carli, Vincenzo Puro Giuseppe Ippolito e il gruppo SIRO Infection 2003;31(Suppl2):22-2 Paziente fonte anti-HCV positivo Determinare la presenza di anticorpi anti-HCV (EIA) al moment dell’esposizione e dopo sei mesi. Nessun altro test è raccomandat In aggiunta a quanto sopra riportato, il dosaggio del livello di AL al momento dell’esposizione e successivamente ogni mese pe quattro mesi può essere preso in considerazione nel caso in cui s previsto il trattamento dell’infezione acuta da HCV. L’HCV-RNA qualitativo dovrebbe essere eseguito in caso di u aumento del livello delle transaminasi. Gabriella De Carli, Vincenzo Puro, Giuseppe Ippolito e il gruppo SIROH Infection 2003;31(Suppl2):22-27 IFN-a and IFN-b for the Treatment of Acute Hepatitis C Infection Study, y IFN Control Weeks After Treatment Regimen Exposure Mean (Range) IFN Control Comments % sustained response Viladomiu et al, 1992 15 13 7 sc IFN- (3 MIU, 3 times/wk x 3 mo) 73 38 ALT normalization Lampertico et al, 1994 22 16 8 sc IFN- (3 MIU, 3 times/wk x 3 mo) 39 0 Study included 7 patients with nonA, non-B, non-C hepatitis Hwang et al, 1994 17 16 9.5 sc IFN- (3 MIU, 3 times/wk x 3 mo) 81 12 Vogel et al, 1996 24 0 NA IFN- (10 MIU daily, until ALT normalization) 75 NA Omata et al, 1991 11 14 NA IFN- (3 MIU daily, then 3 MIU 3 times/wk x 3 wk) 54 0 Gursoy et al, 2001 67 18 3 (1-12) 50 (10 MIU) / sc IFN- (3 MIU or 10 MIU, 3 times/wk x 3 mo) 26.1 (3MIU) Jaeckel et al, 2001 44 12(4-12) sc IFN- (5 MIU daily x 4 wk, then 3 times/wk x 20 wk) 98 HCV genotype 2 or 3 in 8 patients; viral relapse in 2 patients 5.1 45% of patients receiving 10 MIU reduced dose to 6 MIU due to adverse effects NA 68% of patients presented with icterus Sulkowski MS et al. JAMA 2002; 287(18): 2406-2413. Frequenza di esposizione a sangue e liquidi biologici e rischio di infezione dop esposizione a materiale contaminato da HBV negli operatori sanitari Incidenza annuale di esposizioni riportate in lavoratori ch devono applicare le precauzioni universali (Stati Uniti): 93.7 1000 (4.4% fonti positive per HBV) - sottonotifica stimat di almeno 4 volte (Goob et al., Appl Occup Environ Hyg 1999; 14: 20-25) Esposizioni in operatori sanitari valutate con questionario (Taiwan): 1.30 per anno/persona (punture da ago) ed 1.20 pe anno/persona (altre ferite da taglienti) (Guo et al., Epidemiol Infect 1999; 122: 259-265) Esposizioni dei chirurghi a sangue in >15,000 interventi chirurgici in 6 me (Italia): 9.2% (Pietrabissa et al., World J Surg 1997; 21: 573-578) Frequenza di trasmissione di infezione da HBV dopo una singola esposizion ad ago contaminato da sangue infetto: 7-30% (Kane, Proceedings Europ. Conf. on Hepatitis B as an Ocupational Hazard. Geneva, Geneva, 1990: 10-14) 10-14) Tipi di vaccino anti-epatite B Plasma derivati (Vaccini di prima generazione) ottenuti da plasma di portatori cronici di HBV mediante trattamenti biochimici e biofisici disponibili in quantità limitate non omogeneità della fonte di materia prima Ricombinanti (Vaccini di seconda generazione) lievito con inserimento della sequenza di DNA codificante la proteina ‘small’ dell’HBsAg (SHBs - non-glicosilata) largamente disponibili a costi più bassi consistenza tra lotti Miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, con eccellenti risultati in termini di sicurezza ed immunogenicità Vaccinazione per l’HBV: schedule, vie di somministrazione, livelli protettivi di risposta • Schedule vaccinali: 0, 1, 6 mesi (routine) 0, 1, 2, 12 mesi (rapida protezione; post-esposizione) • Vie di somministrazione: - intramuscolare (muscolo deltoide) 10-20 µg/dose - sottocutanea 1-3 µg/dose GMT di anti-HBs inferiore, problemi di tecnica vaccinale • Sieroconversione: 4-8 settimane dopo l’ultima dose 10 mIU/ml ( 100 mIU/ml) La gravidanza non è una controindicazione assoluta alla vaccinazione Riassunto degli studi clinici di vaccini lievito-derivati (Coates et al., Clin Ther. 2001; 23:392-403) Complessivamente 181 studi clinici con circa 33,000 soggetti vaccinati o con Engerix BR o con Recombivax/HB-Vax IIRsono stati sottoposti a revisione La sieroprotezione (>10 mIU/ml) è stata raggiunta nel 95.8% e 94.3% rispettivamente utilizzando la schedula a 3 dosi a 0, 1 e 6 mesi Il livello di non risposta nei bambini e negli adulti è basso Motivi di non risposta ai vaccini anti-epatite B Nonostante l’ottima efficacia dei vaccini di “seconda generazione”, esiste possibilità di fallimento vaccinale primario I possibili motivi sono: inadeguata conservazione o somministrazione età avanzata obesità insufficienza renale epatopatia cronica immunosoppressione resistenza geneticamente determinata La non risposta alla immunizzazione può essere superata aumentando la dose, effettuando dosi supplementari, o mediante vaccinazione con proteine codificate dalla regione pre-S del genoma dell’HBV Vaccinazione Epatite B: DM 20/11/2000 Art.4 • Valutare la risposta anticorpale dopo un mese dalla fine del ciclo primario (0,1,6 mesi) • Controllare all’inizio dell’attività coloro che hanno già ricevuto un ciclo • Non sono necessarie dosi di richiamo né ulteriori controlli dello stato immunitario per chi ha completato un ciclo di vaccinazione primario e presenta risposta anticorpale • Nei non rispondenti al ciclo primario deve essere somministrata una quarta dose e ripetuto il controllo dopo un mese • Nei non vaccinati, in caso di profilassi post-esposizione: immunoglobuline (se paziente fonte HBsAg e/o HBeAg+), ciclo vaccinale e controllo anticorpale • Nei vaccinati “non responders”: profilassi post-esposizione con immunoglobuline Gestione dei non-responders (VHPB Recommendations; Recommendations; MMWR 2001, vol. 50, RR-11; Averhoff at al., Am J Prev Med 1998; 15: 1-8) • Fino a 3 dosi addizionali per raggiungere titoli di anti-HBs >10 mUI/ml ed indurre la memoria immunologica • Possono essere somministrate come un secondo ciclo di immunizzazione (0, 1, 6 mesi) o come dosi separate distanziate di 3 mesi • Tra 178 operatori sanitari ‘non responder’, 83 (47%) hanno ottenuto la sieroprotezione dopo una dose addizionale. Di 86 ‘non responder’ alla dose supplementare singola, 36 (42%) hanno raggiunto titoli di anti-HBs > 10 mUI/ml dopo altre 2 dosi. Il tasso cumulativo di risposta a un nuovo ciclo di 3 dosi è risultato pari al 69% Richiami vaccinali contro l’epatite B Vi è ormai ampio consenso che i richiami non sono necessari nei soggetti rispondenti al ciclo vaccinale di base In Europa si è mantenuto in passato un comportamento più cautelativo, consigliando richiami periodici o controllo personalizzato del titolo anti-HBs Sono attualmente in corso in Italia studi sulla persistenza della memoria immunologica nei bambini e adolescenti a 12 anni dall’introduzione dell’obbligo vaccinale Particolare attenzione andrà posta soprattutto ai soggetti immunodepressi, in quanto non è garantito il funzionamento della memoria immunologica Vaccini anti-epatite B di ‘Terza generazione’ Possibili obiettivi: superare la non risposta ai vaccini convenzionali Permettere una riduzione del numero di iniezioni necessarie alla protezione a lungo termine contro l’HBV (proteggere dall’infezione da virus mutanti) Progetti più promettenti per nuovi vaccini HBV riportati negli ultimi anni: Vaccini pre-S/S derivati da cellule di mammifero Nuovi adiuvanti Negli Operatori Sanitari, la prevenzione della trasmissione degli agenti patogeni veicolati con il sangue deve essere basata sulla riduzione, ai più bassi livelli possibili, della frequenza delle esposizioni. Prevenzione della trasmissione dei patogeni trasmissibili con il sangue nelle strutture ospedaliere Identificare il rischio Migliorare l’organizzazione del lavoro Organizzare programmi di educazione sanitaria per gli O.S. Seguire le precauzioni per il controllo delle infezioni su tutti i liqui potenzialmente infettanti Usare i dispositivi di sicurezza Monitorare il grado di aderenza alle misure preventive Needle-related injury incidence rate Education Safety syringes and needleless-IV systems Reddy SG and Emery RJ. Am J Infect Control 2001;29:425-7. Needlestick rate per 100 000 purchased IV devices (GERES, France, 2003) Device 5 Rate/10 devices p IV catheter - safety - non safety 3.6 15.8 0.15 4.8 13.2 0.03 1.4 4.9 0.07 2.9 11.1 < 0.001 Winged-steel needle - safety - non safety Vacuum tube phlebotomy system - safety - non safety Total - safety - non safety Precauzioni Standard e Precauzioni basate sulla via di trasmissione Precauzioni Standard: devono essere usate su tutti i pazienti, indipendentemente dalla diagnosi o dal presunto stato di infezione Precauzioni basate sulla via di trasmissione: devono essere usate sui pazienti dei quali si conosce o si sospetta l’infezione o la colonizzazione da parte di agenti trasmissibili per via aerea o per contatto diretto Precauzioni standard Cosa ? 1) Disinfezione delle mani 2) Guanti 3) Maschera, occhiali protettivi, camice protettivo 4) Disinfezione (superfici, materiale) 5) Protezione contro le ferite Quando ? 1) Prima e dopo il contatto con un paziente , dopo qualsiasi contatto con liquidi biologici (con o senza guanti) 2) Prima di ogni contatto con liquidi biologici, mucose e ferite 3) In caso di attività che presentano un rischio d'esposizione a liquidi biologici 4) Contaminazione dell'ambiente circostante il paziente 5) In caso di manipolazioni con del materiale tagliente o appuntito In caso di sospetto clinico o di diagnosi confermata di un'infezione trasmissibile per aerosol, mediante goccioline o per contatto diretto, devono essere applicate alcune misure addizionali. Dispositivi di Protezione Individuale • Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo • Il lavoratore è obbligato ad utilizzare correttamente tali dispositivi, ad averne cura e a non apportarvi modifiche, segnalando difetti od inconvenientispecifici Quale regime terapeutico seguire? La scelta del regime terapeutico deve tener conto di: -interazioni con altri farmaci -anamnesi clinica e farmacologica del paziente fonte (occorre valutare la resistenza farmacologica del ceppo alla fonte). La maggior parte dei regimi di PPE raccomandati e utilizzati comprendono 2NRTI associati ad un inibitore delle proteasi, mentre meno frequente è l’associazione con un non NRTI. Tra i NRTI è in aumento il ricorso ai farmaci nucleotidici per sfruttarne il favorevole profilo farmacologico ai fini della PPE e la buona tollerabilità. Principali effetti collaterali associati alla PPE Zidovudina:anemia, neutropenia,nausea, Zidovudina + Lamivudina: dolori addominali, rash, diarrea, pancreatite Lamivudina + Didanosina: Indinavir: insonnia, cefalea Stavudina: neuropatie periferiche, anoressia, epatopatie pancreatite, acidosi lattica, neuropatia,diarrea, nausea nausea, nefrolitiasi, nausea, dolori addominali Nelfinavir: Efavirenz: diarrea, nausea, dolori addominali, astenia, rash rash, insonnia, concentrazione, sogni bizzarri sonnolenza, capogiri, disturbi della Abacavir: nausea, diarrea, anoressia, dolori addominali, astenia, cefalea, insonnia, reazioni di ipersensibilità In genere gli effetti collaterali non sono gravi ad eccezione della epatotossicità, della nefrolitiasi e delle alterazioni dei movimenti oculari