Volume nº 33 - Anno 2006
IL TRATTAMENTO DELLA PATOLOGIA
OSTEO-ARTICOLARE DELLA MANO
CON MINI F.E.A. DI NOSTRA CONCEZIONE
DR. A. PANETTA, DR. P.L. BRUNI
I.C.O.T. Latina
RIASSUNTO
Gli autori riferiscono sulla loro esperienza nel trattamento delle lesioni osteo-articolari
della mano con un mini F.E.A. di loro concezione.
Vengono messi in evidenza i risultati clinici, la semplicità di utilizzo, la versatilità ed il
basso costo dell’impianto. La possibilità di ottimizzare i risultati arrecando il minimo trauma ai tessuti lesionati e perilesionali ha da tempo orientato il chirurgo ortopedico verso
tecniche mini-invasive, ovviamente nel rispetto delle indicazioni.
L’osteosintesi mediante fissazione esterna rappresenta in questo ambito la metodica più
accreditata. Lo scopo è quello di ottenere una guarigione il più possibile anatomica con un
precoce recupero funzionale.
MATERIALI E METODI
L’impianto è costituito nella configurazione più elementare da metameri in titanio di
forma a parallelepipedo ad angoli smussi con 2 fori agli estremi orientati a 90° atti ad accogliere due fili di K. da 0,6mm ad 1,2mm. I fili di K. vengono introdotti nell’osso come le
fiches di un fissatore tradizionale, mediante strumento motorizzato.
I fili vengono serrati per mezzo di grani a brugola di cui sono dotati i fori filettati.
L’intervento viene eseguito in
anestesia locale o plessica con
arto posizionato su apposito
apparato di trazione e sotto
controllo amplioscopico
(fig.1).
Dal giugno 2002 al giugno
2006 sono stati trattati 130
pazienti di età compresa tra i
15 ed i 60 anni.
Rispettivamente 98 uomini e
32 donne, per complessivi 77
metacarpi, 46 falangi, 3 lesioni complesse e 4 pseudoartrosi.
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RISULTATI
I risultati sono stati valutati in base ai seguenti parametri:
1-consolidazione e qualità del callo osseo
2-recupero delle escursioni articolari.
3-tollerabilità dell’impianto
La consolidazione radiografica è stata rilevata nel 100% dei casi.
I tempi sono stati variabili: da 30 a 40 gg, per le fratture, e fino a 120 gg per le pseudoartrosi. Il recupero delle escursioni articolari è stato eccezionalmente precoce, iniziando già
dai primi giorni dopo l’intervento e progredendo fino a raggiungere l’aricolarità completa
nel 90% dei casi trattati.
Risultati più modesti, ma sempre compatibili con buona o più che sufficiente funzione
si sono avuti in pazienti con lesioni complesse o affetti da patologie concomitanti (Artrite
reumatoide, esiti di pregressi traumi, etc.) (FIG.2-3-4).
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
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CONCLUSIONI
Le fratture di falangi e metacarpi, come altre patologie dei piccoli segmenti della mano,
si sono dimostrate altamente suscettibili al trattamento con fissazione esterna.
Pertanto l’utilizzo del F.E.A. trova indicazione in:
1-tutte le fratture riconducibili di metacarpi e falangi, comprese le articolari
2-stabilizzazione scheletrica temporanea in lesioni complesse
3-stabilizzzazione temporanea di lussazioni I.F e M.F.
4-pseudoartrosi atrofiche.
Caratteristiche dell’impianto sono:
1-stabilità
2-minimo effetto destruente sul tessuto osseo
3-minimo ingombro
4-massima tollerabilità
5-semplicità concettuale d’uso
Alla luce dei risultati ottenuti e tenuto conto delle caratteristiche enunciate riteniamo
che l’uso del fissatore da noi realizzato sia utile e giustificato in alternativa ad altre metodiche cruente ed incruente.
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