LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
DOCENTE DI SOSTEGNO
Dott.ssa Ornella Cella
Aspetti positivi
Problemi
Funzione o
professione?
Realtà
Tipologie di
scuole
Profilo
Docente di
sostegno
Compiti
Rapporto con
le famiglie
Utopia
Aspetti normativi
Risorsa per la
scuola
Insufficienza dei corsi di specializzazione e delle qualità
personali
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necessità di formazione entro il percorso professionale:
sviluppo di sapere, saper fare e saper essere
costruzione dell’identità professionale
PUNTI DI FORZA
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Sviluppo di curiosità verso i processi cognitivi ed
emotivo-affettivi
Prassi dell’analisi dell’errore come elemento costruttivo
Sviluppo di competenze metodologiche raffinate
Studio delle più efficaci modalità comunicative
Individuazione e strutturazione degli aiuti
Aspetto relazionale
Non dare nulla per scontato
……
PROBLEMI
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A fronte di una chiara normativa, esiste ampia variabilità nella
visione e nell’utilizzo del docente di sostegno
Frustrazioni: minore riconoscimento, orari di lavoro, tempi di
apprendimento, collocazione fisica
Vissuto di impotenza, senso di isolamento, demotivazione
Elevate attese (sovrainvestimento) delle famiglie degli alunni
diversamente abili nei nostri confronti
Rischio di un lavoro chiuso nel rapporto con l’alunno, senza
ricadute sull’organizzazione della classe, della scuola e del
gruppo di sostegno
(Realizzazione di buone pratiche che non si tramutano in
proposte organizzative)
Strutturazione del sostegno più come funzione che non come
professione (intercambiabilità)
Docente di sostegno spesso figura di transizione verso il ruolo
e non una stabile attività professionale
ALTA PRECARIETA’ E VARIABILITA’
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Livello di prestazione professionale nel complesso più basso
Rischio di una didattica più isolante
Rischio di non integrazione delle competenze e professionalità
Assenza di continuità nei percorsi individualizzati
Assenza di un gruppo identificabile e dalla chiara identità
(valido interlocutore)
Creazione di una figura professionale
Costruzione di un gruppo con cui condividere esperienze,
competenze, dubbi, progetti (identità)
La formazione di un gruppo dà un senso di
appartenenza, rompe il senso di solitudine e aumenta la
motivazione

Un docente precario che cambia di anno in anno sarà
maggiormente portato (e collettivamente legittimato) a
occuparsi più dell’alunno che del resto dell’attività

La presenza stabile crea relazioni tra i docenti

Diversi indicatori segnalano che laddove il docente di
sostegno è maggiormente stabile nel tempo, più si è in
presenza di una didattica meno isolante, più relazionale
con il resto delle classi

Responsabilità nella creazione di un profilo
professionale che non può arrivare esclusivamente
dall’alto

Rapporto tra organizzazione istituzionale attuale e
assunzione di responsabilità individuale e gruppale
rispetto a un’innovazione, a un cambiamento, in un’ottica
di alleanza e non di rottura
L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo
delle potenzialità della persona diversamente abile
nell’apprendimento
 nella comunicazione
 nelle relazioni
 nella socializzazione
 nell’autonomia

Legge quadro 104/1992 art. 12, comma 3 e art. 13 comma 3
Momenti significativi dell’iter finalizzato alla piena
integrazione
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Definizione di una Diagnosi Funzionale
Predisposizione di un Profilo Dinamico Funzionale
Formulazione di un Piano Educativo Individualizzato
Verifica degli interventi e aggiornamento della
documentazione
Integrazione di tutte le competenze e professionalità
Considerazione del progetto di vita (muoversi in una
prospettiva dinamica)
Art. 12, L. 104/1992
Non si tratta di solo inserimento o mera assimilazione
in un contesto educativo, ma richiede adattamenti
e cambiamenti a tutta la scuola
Si profilano le competenze dell’insegnante su
molteplici versanti (didattica di qualità)
Si evidenzia la necessità di un’adeguata rete di
comunicazione e relazione tra le diverse figure
professionali
Dott.ssa Ornella Cella
“LA DIDATTICA E’ LA NORMALITA’ DELL’OPERARE FINALIZZATO ALLO
SVILUPPO DI CAPACITA’ E COMPETENZE UTILI, NEL CONTESTO DI
UNA RELAZIONE DI AIUTO PROFONDA E SIGNIFICATIVA CON CHI
APPRENDE….
E’ ANCHE PUNTARE A UN OBIETTIVO DI CRESCITA, AVERE A CUORE
LO SVILUPPO DELL’ALUNNO, PROGRAMMARE, AGIRE E VALUTARE
LA PROPRIA AZIONE DIDATTICA E LE AZIONI DI CHI APPRENDE”
(D. Ianes, 2001)
COMPITI DEL DOCENTE DI
SOSTEGNO
PROFILO DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
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Formazione orientata alla relazione e alla comunicazione
Flessibilità
Capacità di mediazione e di collaborazione
Capacità di osservare
Capacità di elaborare e realizzare percorsi individualizzati
Capacità di verificare e valutare
Capacità di autosservazione e autovalutazione
Conoscenze generali e specifiche ( patologie, strumenti di
osservazione, DF, PDF, PEI, problematiche emotive e
comportamentali, disturbi dell’apprendimento…)
Conoscenze strategiche (apprendimento cooperativo,
organizzazione della situazione di apprendimento,
semplificazione del testo, aiuti…)
Capacità metodologiche (gestione dinamiche di classe,
tecniche specifiche…)
Atteggiamento metacognitivo
Dott.ssa Ornella Cella
“La flessibilità […] è fondamentale in quanto persino le
strategie e i progetti concepiti più attentamente possono
non avere successo e richiedere una revisione. Bisogna
prevenire possibili false partenze, impegnarsi ad
assicurare un continuo processo di problem solving e di
cambiamento secondo le necessità. E’ possibile che gli
obiettivi iniziali per il coinvolgimento dell’alunno nella
classe e il sostegno necessario per raggiungere gli obiettivi
individualizzati debbano essere modificati dopo che gli
alunni hanno iniziato a partecipare alle attività nelle classi”
(Vandercook, York e Forest,1989)
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Integrazione scolastica