Serena Briotti, Lorella Camporesi StoriaLab E-Book di Storia per la scuola secondaria di primo grado Volume 1 © Garamond 2009 Tutti i diritti riservati Via Tevere, 21 Roma Prima edizione Cod. ISBN Volume 1 978_88_86180_50_4 2 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Sezione1. Dalla caduta dell’Impero romano alla civiltà altomedievale Alla fine del IV secolo l’Impero romano è definitivamente diviso in due parti. Dopo varie invasioni l’Italia è occupata dai Longobardi. In Francia si forma il regno dei Franchi; nasce l’Europa feudale. L’Impero d’Oriente continuerà ad esistere fina al 1453. Unità 1. L’Europa nell’Alto Medioevo Unità 2. L’Islam e la sua diffusione Unità 3. Il regno dei Franchi Unità 4. L’Europa feudale Unità 5. Decadenza e riforma della Chiesa 3 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Unità1. L’Europa nell’Alto Medioevo PREREQUISITI OBIETTIVI Conoscere i principali avvenimenti della storia romana fino al 395 D.C. Comprendere le cause della caduta dell’Impero romano d’Occidente. Conoscere i termini specifici del linguaggio storico. Conoscere i territori in cui si formarono i regni romano-germanici Saper collegare gli avvenimenti storici. Conoscere gli avvenimenti dell’Impero d’Occidente. Saper utilizzare i documenti storici. Conoscere l’estensione cronologica del medioevo. Conoscere il ruolo politico e culturale assunto dalla Chiesa. Capitolo1 Il declino dell’Impero romano 1. Il sacco di Roma L’imperatore Teodosio alla sua morte nel 395 d.C. lasciò l’Impero ai suoi due figli: Arcadio e Onorio. Al primo diede l’Oriente con capitale Costantinopoli e al secondo l’Occidente con capitale Ravenna; da quel momento l’Impero fu governato da due differenti dinastie. La parte orientale era economicamente più sviluppata, ma soprattutto era meno soggetta alle incursioni dei barbari 1 ; la parte Occidentale era invece sempre più debole e sempre più sottoposta al pericolo delle invasioni barbariche. 1 Termine con cui i Greci indicavano gli stranieri, perché quando parlavano sembrava pronunciassero un suono “bar-bar” dato che non conoscevano la lingua greca, da qui nasce il termine Barbaro. 4 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 I successori di Teodosio infatti, dovettero affrontare le incursioni delle popolazioni germaniche. I Germani erano originari dell’Europa settentrionale e a partire dal 500 a.C. avevano iniziato a migrare verso sud-est. Erano suddivisi in diverse tribù, abitavano in una vasta zona compresa tra il Mare del Nord e Mar Baltico, il bacino reno-danubiano, il Mar Nero e il Don. Si suddividevano in: • Germani orientali: Goti (Ostrogoti e Visigoti). Vandali, Burgundi , Longobardi e Svevi; • Germani occidentali: Alamanni, Bavari, Franchi, Sassoni. Erano popolazioni nomadi, la loro organizzazione politica e sociale era semplice, ciascuna tribù era guidata da un capo eletto dall’assemblea dei guerrieri. L’attività più importante per queste tribù era la guerra a scopo di razzia, con la quale potevano ottenere tutto ciò di cui avevano bisogno. Non avevano leggi scritte, le regole erano tramandate oralmente e la giustizia veniva garantita dalla faida, legge che permetteva a chi aveva subito un torto di vendicarsi personalmente. Alla fine del IV secolo le popolazioni germaniche iniziarono a penetrare nei territori dell’Impero perché spinti dalla popolazione Unna, che dalle zone asiatiche si stavano spostando verso Occidente. Questa popolazione spinse verso i territori dell’Impero prima gli Ostrogoti, che a loro volta spinsero i Visigoti in Italia e, sotto il comando di Alarico, nel 410 giunsero a Roma e la saccheggiarono. Questo evento causò grande impressione e passò alla storia con il nome di Sacco di Roma. In pochi decenni l’Impero romano perse numerosi territori: • in Portogallo e parte della Spagna si stabilirono i Visigoti; 5 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab • • • • • Sezione 1 nel bacino del Rodano si fermarono i Burgundi; nelle regioni del basso Reno e nella Gallia settentrionale (Francia settentrionale e Belgio) si stanziarono i Franchi; nelle isole britanniche si stabilirono gli Angli e i Sassoni; In Africa settentrionale, in Sardegna e in Corsica si stanziarono i Vandali; Nella valle del Danubio e in Italia si formò il regno degli Ostrogoti, come vedremo nei prossimi paragrafi. Titolo della figura: I regni romano- barbarici alla fine del V secolo 2. Gli Unni Gli Unni erano Mongoli di origine siberiana, la loro lingua era simile a quella turca infatti, i loro discendenti sono proprio i Turchi. Erano una popolazione nomade, vivevano in tribù, le leggi erano tramandate oralmente e la loro economia si basava sulla razzia. Nel 445 gli Unni guidati da Attila, soprannominato per la sua ferocia “ flagello di Dio”, si diressero verso la Gallia, ma furono sconfitti dal generale romano Ezio. Successivamente invasero l’Italia, assediarono Aquileia, saccheggiarono Milano e quando giunsero a Ravenna nel 452, una delegazione inviata da papa Leone I Magno, offrì loro un tributo purché non saccheggiassero Roma. Attila accettò e Roma fu salvata grazie all’intervento del papa, perché gli imperatori d’Occidente non erano più in grado di difendere l’Impero. 6 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Attila oltrepassò le Alpi e, mentre tornava in Bulgaria, morì. Successivamente gli Unni furono battuti più volte così si ritirarono in Russia dove si dispersero. Capitolo2 Inizia il medioevo 1. La caduta dell’Impero romano d’Occidente I romani ormai da molti anni arruolavano nel loro esercito elementi germanici. Così durante il IV secolo crebbe il numero degli ufficiali di origine barbarica, che salirono fino al comando supremo e che sempre più spesso ottenevano più importanza dell’imperatore. Nel 475 salì al trono Romolo, che, a causa della sua incapacità di governare, fu soprannominato Augustolo. Egli dopo un anno di governo fu deposto da Odoacre, un ufficiale germanico. Dopo Romolo non vi furono più imperatori romani, finì così l’Impero romano d’Occidente; gli storici considerano il 476 la data in cui termina l’ Era antica e inizia il Medioevo, che durerà fino al 1492, quando Cristoforo Colombo scoprirà l’America. Medioevo significa “ età di mezzo” , viene diviso in: Alto Medioevo dal 476 all’anno mille; Basso Medioevo dall’anno mille al 1492, anche se alcuni storici preferiscono come data finale il 1453, quando Costantinopoli viene conquistata dai Turchi e finisce così anche l’Impero romano d’Oriente. Questo periodo è importante perché si sono sviluppate molte delle nostre tradizioni e soprattutto per il fatto che sono nate le lingue nazionali: il francese, il tedesco e l’italiano, ecc., inoltre è proprio in questi secoli che è nata la civiltà europea. 2. L’Impero romano d’Oriente L’Impero romano d’Oriente comprendeva i Balcani meridionali, La Grecia e le sue isole, l’Asia minore, la Siria, la Palestina e l’Egitto; a differenza di quello d’Occiedente era rimasto unito e aveva saputo frenare le invasioni barbariche. La capitale di questo Impero era Costantinopoli, luogo dove prima sorgeva l’antica città greca Bisanzio, per questo motivo è detto anche Impero Bizantino. Qui si parlava il greco, l’Imperatore aveva sia il potere politico, sia militare, sia religioso e veniva chiamato basileus. L’Impero bizantino sopravvivrà fino al 1453, quando giungeranno i Turchi. Nel 527 a Costantinopoli regnava l’imperatore Giustiniano, che tentò di riconquistare i territori occidentali occupati dai barbari. Si scontrò così con i Vandali e li scacciò dall’Africa e dalle isole italiane; successivamente andò contro gli Ostrogoti in Italia. Dopo una lunga e sanguinosa guerra, detta greco-gotica, che durò dal 535 al 553, i bizantini riuscirono a sconfiggere 7 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 gli Ostrogoti e l’ Italia fu dichiarata provincia dell’Impero d’Oriente. Il governo fu affidato a un esarca che si stabilì a Ravenna. Giustiniano s’impegnò anche per riaffermare i valori della civiltà romana infatti, fece scrivere da dei letterati presso la sua corte una raccolta di tutte le leggi romane, il Corpus Iuris Civilis, esso raccoglie tutte le leggi romane insieme alle sentenze e agli scritti dei più grandi giuristi dell’epoca romana e ancora oggi è alla basa del diritto di numerose nazioni europee. L’arte bizantina L’arte bizantina si ritrova soprattutto nelle chiese e nelle grandi basiliche. L’abilità principale degli artisti bizantini era il mosaico infatti le chiese bizantine hanno intere pareti decorate con pezzetti di pietra o vetro colorato che disegnano figure della religione cristiana. Questa tecnica si può ammirare a Ravenna nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo. L’imperatore Giustiniano 3.La nascita del monachesimo Dalla fine del III secolo alcuni cristiani del Medio Oriente decisero di allontanarsi dai grandi centri abitati e dalla società per vivere in luoghi solitari dedicandosi alla preghiera e alla meditazione, solo così pensavano di poter seguire profondamente gli insegnamenti di Gesù; furono per questo detti eremiti (dal greco eremos, “deserto”). Altri invece si riunirono in zone isolate in piccole comunità con a capo un abate e si dedicavano, oltre che alla preghiera e alla meditazione, anche a piccoli lavori. Questi furono chiamati cenobiti (dal greco koinobios, “vita comune”). Essi vivevano in monasteri e la loro giornata era disciplinata da delle norme dette Regola. Sia i cenobiti, sia gli eremiti presero il nome di monaci (dal greco monos, “solo”) e diedero avvio al monachesimo. Durante il IV secolo il monachesimo si diffuse anche in Europa soprattutto grazie a San Benedetto da Norcia (480-546). Egli, dopo essere stato un monaco eremita, nel 529 fondò un monastero a Montecassino, in Lazio, dove scrisse la Regola, che poi fu adottata da molti monasteri. Essa scandiva la vita dei monaci, dedicando determinate ore della giornata alla preghiera 8 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 e altre al lavoro infatti, alla base della regola benedettina si trova la frase latina: “ ora et labora”, cioè “Prega e lavora”. La preghiera occupava circa quattro ore; la lettura dalle due alle quattro ore; il lavoro dalle cinque alle otto ore. Si mangiava una volta al giorno d’inverno e due d’estate. Tra le attività svolte dai monaci aveva molta importanza la coltivazione dei campi. Molto rilevante per la trasmissione della cultura fu il lavoro dei monaci amanuensi, che trascrivevano le antiche opere greche, latine e religiose su pergamene, inoltre decoravano i fogli con miniature, splendide illustrazioni di momenti di vita di Gesù, dei santi, di vita quotidiana, vegetali o animali. Spesso venivano decorate anche le lettere iniziali di ogni capitolo o paragrafo. Grazie all’opera degli amanuensi sono giunte fino a noi opere che altrimenti sarebbero andate perdute. Ben presto i monasteri divennero un punto di riferimento per la popolazione che viveva nei paesi vicini. Infatti in caso di epidemie, carestie o guerre i monaci offrivano aiuto e riparo dentro le mura del monastero. Per tutti questi motivi i monasteri durante il medioevo furono dei centri culturali ed ebbero un’importante ruolo sociale ed economico. L’ATTIVITA’ DEGLI AMANUENSI Uno dei luoghi più importanti del monastero era lo scriptorium.Qui gli amanuensi trascrivevano i testi sacri e le opere latine e greche. Il libro scritto a mano dai monaci si chiamava codice, era formato da fogli di pergamena cuciti. La pergamena era fatta con la pelle di pecora, capra, montone o vitello e levigata con una pietra pomice in modo da renderla lisca. L’inchiostro usato era il nero o il rosso; per le decorazioni si utilizzava anche il verde, l’azzurro, l’oro e l’argento. Per scrivere si servivano di una piuma d’oca appuntita che intingevano nel calamaio. Per cancellare eventuali errori raschiavano le parole sbagliate con un raschietto. Di solito il monaco che scriveva non era lo stesso che minava. Il copista lasciava sul foglio uno spazio bianco per farlo poi riempiere dalla miniatura. Le copertine dei codici erano molto belle infatti erano in avorio o oro con pietre preziose. Il lavoro di copiatura era molto lungo e faticoso, per una Bibbia ci voleva un anno intero di lavoro e molte persone. 9 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 4. Mappa concettuale: nascita regni romano-germanici Impero romano Occidente cade nel 476 Oriente sopravvive fino al 1453 Si formano regni romano germanici Impero Bizantino: Giustiniano Scrive il corpus iuris civilis Nasce il monachesimo San Benedetto da Norcia Amanuensi Regola Ora et labora 10 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 HAI IMPARATO CHE… L’Impero romano d’Occidente cade nel 476 d. C. e si formano i regni romano-germanici In Oriente nasce l’Impero Bizantino Giustiniano fu un imperatore d’Oriente e scrisse il Corpus iuris civilis. Inoltre cercò di riconquistare territori occidentali occupati dai barbari. Alla fine del III secolo nasce il monachesimo. NOTE ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... 11 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Unità2. L’ISLAM E LA SUA DIFFUSIONE PREREQUISITI OBIETTIVI Conoscere i termini specifici del linguaggio storico. Conoscere quando e dove si sviluppò la religione islamica; Saper collegare gli avvenimenti storici. Conoscere la predicazione di Maometto; Saper utilizzare i documenti storici. Conoscere i territori in cui si diffuse l’Islam Capitolo1. Gli Arabi 1. la popolazione araba La penisola arabica è bagnata a ovest dal Mar Rosso, a sud e a est dall’oceano Indiano e a nord-ovest dal mar Mediterraneo. E’ un territorio grande circa un terzo dell’Europa, prevalentemente desertico e solo in alcune zone si trovano le oasi, zone ricche di acqua in cui è possibile la coltivazione, che divennero presto importanti città, abitate da ricchi mercanti; fra queste si distinse particolarmente La Mecca. Nel VII secolo questo territorio era abitato dai beduini, popolazione nomade, che viveva di commercio e razzie e come mezzo di trasporto utilizzava il dromedario, soprannominato “la nave del deserto” per il fatto che è un animale in grado di sopravvivere anche otto giorni senza bere, in luoghi particolarmente caldi. I beduini commerciavano con l’estremo Oriente sete, metalli preziosi, gemme, spezie e profumi. Questa popolazione era divisa in tribù formate da più famiglie con a capo uno sceicco, scelto fra i più valorosi. La loro religione era politeista, ogni tribù aveva le proprie tradizioni e divinità legate soprattutto al mondo della natura, tra queste divinità vi era anche Allah. Il santuario più importante dedicato ad Allah si trovava a La Mecca, dove c’era la Kaaba, un edificio a forma di cubo in cui era conservata la pietra nera, probabilmente un 12 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 meteorite proveniente dallo spazio, che gli Arabi ritenevano fosse stata mandata dagli dei. A La Mecca si recavano numerosi pellegrini per adorare la pietra nera e gli altri idoli conservati nel tempio. Le popolazioni che vivevano lungo le coste e quelle delle città conobbero altre civiltà e spesso subirono l’influenza di due religioni monoteiste: quella ebraica e quella cristiana. La penisola arabica nel VI secolo d.C. 2. La predicazione di Maometto Maometto nacque nel 570 circa, da una famiglia beduina politeista, ma rimase presto orfano, così fu cresciuto dallo zio, che era un mercante. Maometto seguì lo zio nei suoi spostamenti in Siria. Palestina e Mesopotamia e questo gli perm9ise di conoscere la religione ebraica e cristiana. Nel 610 iniziò la sua predicazione. Egli disse di aver avuto una visione in cui l’arcangelo Gabriele gli aveva rivelato che Allah era l’unico Dio e lo aveva nominato suo profeta. Iniziò così a predicare una nuova religione monoteista che chiamò musulmana ( in arabo muslin significa “sottomesso a Dio”), infatti l’uomo deve sottomettersi completamente ad Allah, tale sottomissione in arabo è detta islam, perciò questa religione è detta anche islamica. 13 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Maometto ebbe molti seguaci, ma ciò infastidì i ricchi mercanti de La Mecca che temevano che la predicazione monoteista di Maometto avrebbe diminuito le vendite dei numerosi oggetti sacri ai pellegrini. Perciò nel 622 costrinsero Maometto e i suoi seguaci a fuggire da La Mecca e a rifugiarsi a Medina. I musulmani chiamarono questo evento Egira e da questa data contano gli anni del loro calendario. Nel 630 Maometto riuscì a tornare a La Mecca grazie all’aiuto dei suoi sempre più numerosi fedeli. La predicazione di Maometto e la fede islamica si diffuse in tutta l’Arabia tanto che nel 632, quando morì Maometto, si può dire che tutta la penisola si era convertita. 3. I precetti della religione islamica Gli insegnamenti di Allah sono raccolte nel Corano, testo sacro della religione islamica. Nel Corano oltre alle prescrizioni religiose ci sono alcune regole riguardanti la vita sociale che i musulmani devono seguire nella loro vita per poter accedere al Paradiso. Queste regole sono dette “ cinque pilastri” dell’Islam: - i fedeli devono testimoniare che esiste un unico Dio, Allah, clemente e misericordioso e il suo profeta è Maometto; - devono pregare cinque volte al giorno, rivolti verso La Mecca e ogni venerdì, giorno festivo, devono recarsi alla preghiera comune nelle moschee; - Rispettare il mese del Ramadan, durante il quale devono digiunare dall’alba al tramonto; - fare l’elemosina verso i più poveri; - compiere almeno una volta nella vita un pellegrinaggio a La Mecca. Ogni musulmano ha inoltre il dovere di combattere la “guerra santa ( Jihad) contro gli infedeli; chi sacrifica la propria vita in questa guerra riceverà la beatitudine eterna. Sunniti e Sciiti Quando Maometto morì nel 632 non nominò il suo successore così tra i suoi fedeli vi furono contrasti per scegliere chi avrebbe dovuto prendere il suo posto. Fu scelto un califfo tra i suoi seguaci, ma Alì, genero di Maometto, rivendicò il potere. Vi furono scontri tra le fazioni e Alì fu ucciso. I seguaci di Alì però si unirono in una nuova comunità, gli sciiti, contrapponendosi all’altra fazione, quella dei sunniti. La maggior parte dei mussulmani oggi è sunnita, gli sciiti abitano soprattutto in Iran e in Iraq. I sunniti affermano che per la loro religione hanno valore sia gli insegnamenti di Maometto, sia il Corano; gli sciiti seguono solo gli insegnamenti del Corano. 14 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 4. Le conquiste degli Arabi A Maometto succedettero i califfi ( che in arabo significa “successori”)che ebbero sia autorità politica, sia religiosa. Essi guidarono gli arabi alla conquista di nuovi territori infatti, tra il 634 e il 644 conquistarono importanti province dell’impero bizantino come la Siria, la Palestina e l’Egitto. In seguito distrussero l’impero persiano, occupando la Mesopotamia e la Persia. Nel 711 gli Arabi sotto la guida degli Omayyadi, famiglia che prese il potere dopo la morte dell’ultimo dei quattro califfi, continuarono l’espansione occupando l’Africa settentrionale e giungendo sino in Spagna. Nel VII secolo però l’espansione araba fu fermata dai Franchi che sconfissero gli Arabi a Poitiers. Nel IX secolo anche la Sicilia viene conquistata dal popolo arabo. Gli Arabi si dimostrarono tolleranti con le popolazioni sottomesse che per questo accettarono di buon grado la loro dominazione. I popoli conquistati infatti erano liberi di continuare a professare la loro religione, dovevano solo pagare un tributo, solo chi si convertiva all’Islam poteva partecipare alla vita politica e non doveva pagare alcun tributo. Per questo motivo molti popoli si convertirono all’Islam. Alla dinastia degli Omayyadi seguì quella degli Abbasidi, che fondarono una nuova capitale a Baghdad, in Mesopotamia. 15 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Sotto il dominio arabo fiorirono i commerci, in Europa giunsero nuovi prodotti come il riso, l’arancio, lo zafferano , il limone e gli spinaci. In questo periodo anche la cultura , soprattutto la scienza, ebbe una grande diffusione. In Occidente si iniziarono ad utilizzare i numeri arabi e il sistema decimale. Anche in campo medico s sfruttarono le conoscenze arabe. Inoltre in tutte le zone conquistate si diffuse l’arte araba, che utilizzava molto le forme geometriche, dato che l’Islam proibiva la rappresentazione di uomini o animali. LE MILLE E UNA NOTTE Dalla tradizione letteraria araba ci è giunta una raccolta di fiabe “Le mille e una notte” scritte tra il VI e il XVI secolo. Questi racconti sono collegati tra loro da una storia che fa da cornice infatti, la vicenda narra l’astuzia di Shahrazad, una donna coraggiosa che riesce a placare l’ira del re Shahriyar, che, dopo aver scoperto il tradimento della moglie, decide di trascorrere ogni notte con una fanciulla diversa, che uccide al sorgere del sole. Shahrazad, per evitare di essere uccisa, inizia a raccontare al re delle storie, che interrompe al sorgere del sole, così il re, desideroso di conoscere la continuazione della storia, non la uccide e trascorre molte notti con lei. Alla fine il re si innamora della donna, così smette di condannare a morte le donne. Tra le fiabe più famose ci sono “ Alì Baba e i quaranta ladroni”e “ Aladino e la lampada magica”. 16 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 5. Mappa concettuale: l’islam e la sua diffusione Maometto Religione Musulmana Arabia Mecca Beduini Sceicchi Corano 5 pilastri Guerra santa 17 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 HAI IMPARATO CHE… La popolazione araba era politeista e viveva nella penisola arabica; Maometto predicò che Allah è l’unico Dio e diffuse la religione musulmana; I precetti della religione musulmana sono scritti nel Corano; I successori di Maometto conquistarono numerosi territori. NOTE ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... 18 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Unità3. Il regno dei Franchi OBIETTIVI PREREQUISITI Conoscere chi erano i Longobardi e dove si insediarono; Conoscere i termini specifici del linguaggio storico. Conoscere chi erano i Franchi e la loro organizzazione politica e sociale; Saper collegare gli avvenimenti storici. Saper utilizzare i documenti storici. Sapere chi era e cosa fece Carlo Magno; Sapere come venne suddiviso l’Impero di Carlo Magno alla sua morte; Sapere come e perché nacque lo Stato della Chiesa; Capitolo1. I Longobardi 1. I Longobardi invadono l’Italia I Longobardi, che significa “popolo dalle lunghe barbe”, erano una popolazione che viveva nella Pannonia, l’odierna Ungheria . Essi intorno al VI secolo furono spinti a fuggire verso la penisola italiana dagli Avari, una popolazione guerriera che proveniva dall’Asia. Così guidati dal re Alboino nel 568 occuparono Aquileia , la pianura padana, Brescia e Pavia, che poi divenne la capitale del regno longobardo. Successivamente scesero in Toscana e in breve tempo arrivarono fino a Spoleto e Benevento. Infatti i Longobardi non trovarono una forte opposizione da parte degli italici, che erano stremati da guerre, carestie ed epidemie e perciò non erano preparati a d affrontare un’altra popolazione. L’Italia si trovò quindi divisa in due parti: una dominata dai Longobardi detta Longobardia, da cui prenderà poi il nome la Lombardia; l’altra sotto 19 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 l’impero d’Oriente a cui rimaneva la Liguria, la Romagna, parte dell’Emilia, le Marche, il Lazio le coste della Campania, parte della Puglia e della Calabria. Nel 593 tentarono di conquistare anche Roma, ma grazie all’intervento di papa Gregorio Magno, che con il pagamento di un tributo li convinse a lasciare libera la città, Roma fu salva. L’occupazione dell’Italia venne portata a termine dai comandanti militari dei Longobardi, detti duchi, per questo i territori conquistati furono detti ducati. Essi erano entità autonome che spesso non riconoscevano l’autorità del re. L’unità del regno e la sua organizzazione fu iniziata da re Autari tra il 584 e il 590. 20 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 2. La società longobarda I Longobardi furono un popolo violento e di particolare ferocia, infatti sottrassero all’aristocrazia italica molti possedimenti e sfruttarono le popolazioni locali. La loro religione era politeista anche se alcuni di loro si erano convertiti al cristianesimo ariano. In seguito quando il re Autari sposò Teodolinda, una principessa che si era convertita al cattolicesimo, molti longobardi si avvicinarono alla religione cattolica. La loro conversione permise una maggiore integrazione con le popolazioni italiche. La situazione migliorò ulteriormente quando nel 643 il re Rotari decise di raccogliere tutte le leggi fino allora tramandate oralmente, in un unico codice, scritto in latino, detto Editto di Rotari. Grazie a questa raccolta di leggi longobarde si pose fine alla faida utilizzata dai Longobardi per farsi giustizia da soli , senza l’intervento di giudici. La faida fu sostituita dal guidrigildo, una penale pecuniaria che il colpevole avrebbe dovuto versare alla vittima secondo la gravità del reato commesso. In questo modo si pose fine alle numerose vendette diffuse tra le famiglie longobarde. 3. La donazione di Sutri Al re Rotari successe Liutprando, che portò al massimo splendore il regno longobardo e cercò di distendere i rapporti con la chiesa di Roma. Egli nel 728 donò al papa Gregorio II i territori che aveva conquistato vicino a Roma; dato che in questo territorio sorgeva il castello di Sutri, questa azione è detta donazione di Sutri. Da questo momento la Chiesa potrà esercitare non solo il potere spirituale, ma anche quello temporale infatti, il castello di Sutri rappresenta il primo possedimento della Chiesa che in seguito andrà a costituire lo Stato della Chiesa. La regina Teodolinda e il tesoro di Monza La regina Teodolinda nel 595 decise di stabilire la sua residenza estiva a Modicia, la futura Monza. Lì si fece costruire un suntuoso palazzo e fece edificare una cappella, che divenne poi il Duomo di Monza. Qui è conservata, tra i vari tesori, la corona ferrea, che secondo la tradizione fu fabbricata con un chiodo della croce di Cristo ridotto a lamina. Con questa corona furono incoronati molti imperatori tra cui anche Napoleone. Corona ferrea. 21 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 4. La fine dei longobardi Il successore di Liutprando, Astolfo, riprese le conquiste dei territori di Ravenna e parte del Lazio. Il papa Stefano II sentendosi ormai accerchiato e temendo che i Longobardi conquistassero anche Roma, chiese aiuto ai Franchi, popolazione germanica convertitasi al cattolicesimo, che studierai nella prossima unità. Pipino il Breve, un maestro di palazzo così chiamato così per la sua bassa statura, scese in Italia e sconfisse i Longobardi, che dovettero cedere al papa i territori conquistati ai bizantini; nacque così lo Stato della Chiesa, il papa ora aveva il potere temporale in quanto governava su alcuni territori italiani e il potere spirituale in quanto era a capo della Chiesa. I possedimenti della chiesa furono ancora oggetto di conquista da parte del re longobardo Desiderio, il papa chiese ancora aiuto ai Franchi e il re Carlo, il futuro Carlo Magno, intervenne con un esercito sconfiggendo definitivamente i Longobardi. L’Adelchi di Manzoni Manzoni ambienta una delle sue famose tragedie, l’Adelchi, proprio nel periodo longobardo. Egli narra la storia di Ermengarda, figlia del re Desiderio, che viene ripudiata da Carlo Magno. Perciò Desiderio decide di vendicarsi e vuole nominare re dei Franchi i figli di Carlomanno, fratello di Carlo Magno, che si sono rifugiati presso di lui. Carlo allora dichiara guerra ai Longobardi. Intanto Ermengarda si ritira in convento e muore dal dolore di essere stata ripudiata. Adelchi, figlio del re Desiderio, prova a fermare i Franchi, ma molti duchi longobardi tradiscono il loro re , così i Franchi sconfiggono il popolo longobardo. Adelchi muore combattendo valorosamente. Capitolo II. I Franchi 1. I Merovingi I Franchi nel V secolo dalle zone est del Reno si spostarono in Gallia, l’odierna Francia che prese il nome proprio dai Franchi. Li guidava re Clodoveo della dinastia dei Merovingi, dal nome del loro capostipite Meroveo. Nel 498 Clodoveo si convertì al cristianesimo, ottenendo così la fiducia e la stima della chiesa. Inoltre ciò favorì l’integrazione tra Franchi e Gallo-Romani, che abitavano in quella zona. Successivamente Clodoveo 22 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 sconfisse i Visigoti e i Burgundi, espandendo sempre più i suoi domini in Francia. I re merovingi erano sempre più deboli e incapaci di imporre il loro potere, essi infatti avevano incaricato i conti di amministrare le diverse regioni. I conti spesso approfittavano delle lotte per le successioni per appropriarsi del potere; i re quindi dovettero comprare la loro fedeltà donandogli terreni; in breve tempo i conti erano divenuti più potenti dei re, tanto che questi furono soprannominati “ re fannulloni”. I signori di Heristal erano i conti più potenti per questo erano anche Maestri di palazzo, cioè ministri del re. Nell’ VII secolo gli Arabi avevano conquistato tutta la Spagna e stavano varcando i Pirenei, minacciando i territori francesi. I Franchi allora mandarono contro gli Arabi un maestro di palazzo, Carlo, detto “Martello” cioè “piccolo Marte” per le sue capacità belliche. Nel 732 egli sconfisse gli Arabi a Poiters, ponendo fine all’espansione musulmana in Europa. Grazie a questa sua impresa ottenne molta fama, tanto da essere considerato il vero sovrano. 2. I Carolingi A Carlo Martello successe come maestro di palazzo Pipino detto “ il Breve” per la sua statura. Egli grazie all’appoggio di papa Zaccaria, depose l’ultimo re Merovingio, Childerico. Nacque la dinastia carolingia, così chiamata in onore di Carlo Martello. Successivamente Pipino per dare maggior valore alla sua nomina di re, fu incoronato da papa Stefano II, che gli concesse l’unzione papale in cambio di aiuto contro i Longobardi. Con questo atto si instaurò un rapporto privilegiato tra Franchi e Papato, inoltre l’unzione papale aveva reso Pipino un re-sacerdote e questo darà ai suoi discendenti la possibilità di rivendicare il loro potere anche sul papa, come vedremo nelle prossime unità. Grazie alla donazione di Sutri fatta da Pipino al papa, che hai studiato nel capitolo precedente, anche il papa era ora un papa-re. 3. Carlo Magno Alla morte di Pipino nel 768 il regno fu diviso tra i suoi due figli: Carlo e Carlomanno. Nel 771 Carlomanno morì così tutto il regno passò nelle mani di Carlo. Carlo sposò la figlia del re longobardo Desiderio, ma quando questo decise di attaccare nuovamente i territori della Chiesa, Carlo ripudiò la moglie, scese in Italia e sconfisse definitivamente i Longobardi. Carlo si fece nominare re dei Franchi e dei longobardi e donò al papa i territori sottratti ai bizantini. Successivamente Carlo combatté contro gli Arabi a Cordova, ma l’impresa fallì e mentre tornava in Francia, mentre attraversava i Pirenei al passo di Roncisvalle, l’esercito franco subì un’imboscata da parte dei Baschi, 23 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 alleati degli arabi. Tra i suoi paladini morì Orlando, che successivamente divenne protagonista di numerosi poemi cavallereschi. Nel 787 Carlo sconfisse anche i Bavari, che abitavano nell’odierna Baviera. Infine conquistò i territori dei Sassoni nella Germania nordorientale. Con questa popolazione Carlo fu particolarmente crudele, massacrò numerose tribù e li costrinse a convertirsi al cristianesimo. In pochi anni Carlo era riuscito a conquistare numerosi territori che un tempo appartenevo all’impero romano d’Occidente, così il papa Leone III decise di incoronarlo imperatore la notte di Natale dell’800. Da allora Carlo venne detto “ Magno” cioè “ Il grande”. Grazie a Carlo si ricostituì il sacro romano impero, sacro perché riconosciuto dall’autorità pontificia, romano perché ricordava il grande impero di Roma. Le conquiste di Carlo Magno 4. L’organizzazione del sacro romano impero Carlo Magno per riuscire a governare un così vasto impero decise di suddividerlo in marchesati e contee, governati da marchesi e conti. I marchesati erano le regioni di confine più pericolose perché esposte all’attacco di invasori; le contee si trovavano nelle zone interne. Per controllare che sia conti che marchesi ubbidissero agli ordini dell’imperatore, Carlo Magno nominò dei missi dominici che dovevano controllare il loro operato, verificando che facessero rispettare le leggi e amministrassero con giustizia i territori che erano stati affidati loro; se qualcosa non funzionava i missi dominici, che erano sempre in due, dovevano riferirlo immediatamente all’imperatore. Inoltre Carlo Magno 24 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 affidava a conti, marchesi e capi militari un appezzamento di terra , che avrebbero restituito in caso di morte e in cambio dovevano promettergli fedeltà e aiuto in guerra, dichiarandosi suoi vassalli. Carlo Magno risiedeva ad Aquisgrana, in Germania, da qui emanava le sue leggi dette capitolari, perché divise in capitoli. L’imperatore e praticamente analfabeta ma capiva l’importanza della cultura, così proprio ad Aquisgrana fece costruire la Scuola Palatina, detta così perché aveva sede nel palazzo imperiale. Qui venivano educati i figli dei nobili destinati a divenire ecclesiasti o ad amministrare l’impero. Inoltre Carlo Magno incentivò la costruzione di monasteri con all’interno le biblioteche e scuole, dove si ripresero a copiare manoscritti, utilizzando anche una nuova scrittura: la minuscola carolina. Riprese così la cultura nell’Europa occidentale tanto che alcuni storici chiamano questo periodo rinascita carolingia. La chanson de Roland La battaglia di Roncisvalle, in cui i paladini di Carlo subirono un’imbosca da parte dei Baschi, ha ispirato la composizione di numerosi poemi cavallereschi tra cui “ La chanson de Roland”dove si raccontano l’eroiche imprese del paladino e della sua spada Durandal.Qui Orlando, dopo aver vinto contro i musulmani, muore a causa del tradimento di Gano, un suo compagno che per gelosia lo tradisce. Questa storia fu poi ripresa da Ludovico Ariosto che nel 1532 scrisse “L’Orlando furioso” e da Boiardo che compose “ L’Orlando innamorato”. 5. La divisione dell’impero Carlo Magno morì nell’814 e il suo impero passò, secondo la legge salica, nelle mani di Ludovico il Pio, unico figlio rimasto in vita. Ludovico non fu un grande imperatore e quando decise di dividere l’impero fra i suoi figli, scatenò una lunga disputa per il potere. Egli infatti aveva deciso di assegnare a ogni figlio una parte dell’impero e di nominare imperatore il più grande, Lotario. Solo quando Ludovico morì i figli posero fine alle dispute con il trattato di Verdun, che stabilì di suddividere l’impero in tre parti: - A Carlo il Calvo venne assegnato il regno di Francia e la marca di Spagna; - A Ludovico il Germanico fu assegnata la Germania; - A Lotario fu data una parte tra Francia e Germania, poi detta Lotaringia, e il regno d’Italia con il titolo di imperatore. 25 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Nell’887 crollò definitivamente il sacro romano impero infatti il figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso, ereditò tutti i territori, ma fu deposto dai nobili vassalli che avevano sempre più potere e lo ritennero incapace di governare. Il trattato di Verdun 26 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 6. Mappa concettuale : il regno dei franchi Longobardi Editto di Rotari Rotari Liutprando Donazione di Sutri Sconfitti dai Franchi Si converte al cristianesimo Clodoveo Carlo Martello Sconfisse gli Arabi Unzione papale Pipino Donazioni al Papa Sconfigge Longobardi Carlo Magno Sacro romano impero Divide Impero tra i tre figli Ludovico il Pio 27 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 Stato della Chiesa StoriaLab Sezione 1 HAI IMPARATO CHE… I Longobardi scesero in Italia e fondarono dei ducati; Il re longobardo Liutprando fece la donazione di Sutri al papa e ciò segnò l’inizio del potere temporale del papato; I Longobardi furono sconfitti dai Franchi; Carlo Martello sconfisse gli Arabi a Poiters e fu incoronato re da papa Stefano II; Carlo Magno ricostituì il sacro romano impero e fu nominato imperatore dal papa; Morto Carlo Magno il suo successore, Ludovico il Pio, divise l’impero carolingio tra i suoi tre figli. NOTE ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... 28 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Unità4.L’Europa feudale PREREQUISITI OBIETTIVI Conoscere i termini specifici del linguaggio storico. Conoscere i popoli che fecero nuove invasioni in Europa; Saper collegare gli avvenimenti storici. Conoscere il feudalesimo; Saper utilizzare i documenti storici. Sapere cosa stabilì il Privilegio di Ottone; Capitolo1. I nuovi invasori dell’Europa 1. I Normanni Alla fine dell’Impero carolingio seguì un’altra sciagura per l’Europa: ci furono nuove invasioni e scorrerie da parte di nuovi invasori, che modificarono ulteriormente l’assetto europeo portando cambiamenti politici, economici e sociali. Infatti tra il IX e il X secolo i Normanni, popolazione che viveva nelle regioni scandinave che comprendeva Svedesi, Danesi e Norvegesi, si spostarono con le loro leggere e veloci imbarcazioni, dette drakkar, in cerca di territori più fertili. I Normanni venivano anche chiamati Vichinghi , che significa “abitanti dei vik”, cioè dei fiordi norvegesi. Un primo gruppo di Normanni Svedesi, guidati dal re Rjurik, si spinse fino al Mar Caspio e al Mar Nero, qui fondarono i primi villaggi che daranno poi vita all’odierna Russia, che sembra prendere il nome proprio dal loro re Rjurik. Un secondo gruppo, soprattutto Normanni Danesi e Norvegesi, si spostò in Irlanda, in Islanda e in Groenlandia, giungendo fino in America settentrionale. Un terzo gruppo si divise in due parti: una, dopo aver assediato Parigi, ricevette da Carlo il Grosso, un discendente di Carlo Magno, un feudo come tributo, in cambio della fine dell’assedio; questo feudo ancora oggi porta il loro nome infatti si tratta della Normandia. Un’altra parte, sotto il comando di Guglielmo il Conquistatore, nel 1066 si diresse in Inghilterra e dopo aver vinto gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings, vi si stabilirono. 29 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Le invasioni Normanne Alcuni Normanni invasero anche le zone dell’Italia meridionale tra Bari e Benevento; nel 1091 conquistarono la Sicilia, scacciarono gli Arabi e nel 1130 Ruggero II d’Altavilla si fece incoronare re di Sicilia e di Puglia. 2. I Saraceni e gli Ungari Nel 827 gli Arabi, chiamati anche Saraceni, dalla Spagna e dall’Africa settentrionale giunsero in Sicilia e la conquistarono. Sotto il dominio arabo l’isola ebbe una forte ripresa economica, grazie ai traffici commerciali tra l’Africa e l’Europa. In seguito, come hai studiato nel paragrafo precedente, giunsero i Normanni e scacciarono definitivamente gli Arabi dall’isola. Nel frattempo un’altra popolazione nomade, proveniente dall’ Asia, stava invadendo l’Europa orientale: gli Ungari. Essi, dopo aver devastato la Germania, la Francia e l’Italia settentrionale, si stabilirono nell’odierna Ungheria. Capitolo . 2 Il Feudalesimo 1. Il sistema feudale A causa delle invasioni degli Ungari, dei Saraceni e dei Normanni e dell’indebolimento dell’Impero carolingio, in Europa si affermò maggiormente l’organizzazione politica e sociale introdotta da Carlo 30 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Magno, che si basava sulla proprietà dei feudi, perciò questo fenomeno fu chiamato feudalesimo. Ricordi nella precedente unità hai studiato che Carlo Magno affidava a conti e marchesi un appezzamento di terra in cambio della loro fedeltà e li nominava suoi vassalli. Col tempo i successori di Carlo Magno non riuscirono più a imporsi sui feudatari che ottennero sempre più potere, staccandosi dall’autorità imperiale. Inoltre i vassalli, dato che il feudo aveva dimensioni molto vaste, potevano a loro volta dare in affidamento parte del territorio a vassalli minori detti valvassori e valvassini. Questi giuravano, attraverso la cerimonia dell’investitura, fedeltà al vassallo e non al re, ecco perché i vassalli avevano sempre più potere. Il sistema feudale era quindi strutturato come una piramide, al vertice si trovava l’imperatore, che affidava i feudi ai vassalli, i quali poi potevano scegliere di nominare dei valvassori o dei valvassini. Alla base di questa piramide si trovavano i contadini liberi e i servi della gleba, dal latino “gleba” che significa “terra”. I contadini liberi erano coloro che possedevano un piccolo terreno da coltivare, ma spesso in caso di carestie o di guerre, dovevano cedere il terreno a un feudatario e lavorare per lui. I servi della gleba erano persone considerate “proprietà” del signore, se infatti egli vendeva il feudo con esso erano inclusi i servi della gleba. Le condizioni di queste persone erano davvero misere, essi infatti dovevano dare al signore le corvées, cioè lavorare dei giorni gratuitamente; inoltre dovevano pagare molte tasse per usare il forno, il mulino e le varie attrezzature che erano di proprietà del signore. Il signore sul feudo aveva il diritto di banno, cioè il potere di dare ordini, di giudicare e punire chi trasgrediva le regole. Avrai quindi capito che il sistema feudale non era per nulla un potere unitario, come poteva essere quello di un imperatore su un intero territorio, ma era molto frammentato infatti, i vassalli ne approfittarono e si ribellarono all’imperatore e ben presto iniziarono dispute anche tra valvassori e vassalli. Inizialmente però i feudi non erano ereditari, alla morte del signore infatti il feudo tornava nella mani dell’imperatore. In seguito però Carlo il Calvo fu costretto a concedere ai feudatari maggiori di lasciare in eredità ai figli il feudo. Questo documento si chiama Capitolare di Kiersy e segna la nascite delle signorie feudali indipendenti. Per ovviare al capitolare di Kiersy molti sovrani iniziarono a donare i feudi ad ecclesiasti, abati o vescovi, che non avevano figli e quindi alla loro morte il feudo sarebbe tornato nelle mani del sovrano. Questi vescovi vennero così chiamati vescovi-conti. L’imperatore però perse sempre più potere, così nel 1037 Corrado II il Salico emanò la Costituzione dei feudi, una legge che prevedeva che anche i feudi minori diventassero ereditari. 31 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 2. La cavalleria Ottenuta l’eredità dei feudi i feudatari si preoccuparono di mantenere intatto il loro patrimonio, così stabilirono che il feudo dovesse andare in eredità soltanto al primogenito maschio. Se nella famiglia vi erano altri figli, questi erano destinati o alla carriera ecclesiastica, diventando vescovi o abati; oppure potevano diventare cavalieri. Si diventava cavalieri attraverso una dura preparazione. Infatti il bambino, che doveva diventare cavaliere, all’età di dodici anni lasciava la famiglia e andava presso un signore per fare il paggio. Quando cresceva diveniva scudiero, cioè doveva portare lo scudo pesante del signore; solo a diciotto anni diventava cavaliere attraverso la cerimonia dell’investitura, durante la quale il cavaliere riceveva la spada dopo aver giurato fedeltà al signore per cui avrebbe combattuto e dopo aver promesso di difendere sempre i più deboli e soprattutto la chiesa. Il cavaliere infatti doveva dimostrare di essere, oltre che coraggioso, fedele, generoso e leale. In realtà molti cavalieri non si dimostrarono così probi anzi, spesso devastavano campagne e monasteri, tanto che nel XI secolo si cercò di impegnarli nei tornei. Ai tornei partecipavano squadre di cavalieri, o coppie, che si affrontavano fino alla morte. 32 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 I tornei spesso erano organizzati dai grandi feudatari in occasioni di feste o matrimoni; duravano molti giorni e vi assistevano, altre al signore, la nobiltà e il popolo. Le gare consistevano in duelli a piedi o al cavallo. Le armi utilizzate erano la lancia, la spada e l’ascia. Il vincitore riceveva somme di denaro o regali preziosi. La fortezza di-Bardi Il castello Le continue incursioni di Ungari, Saraceni e Normanni costrinsero i feudatari a costruire delle fortezze per difendere la popolazione. Questi luoghi fortificati venivano costruiti in luoghi elevati circondati da mura e fossati e furono chiamati castelli, dal latino “castrum” che significa luogo fortificato. Nel castello viveva il vassallo e in caso di incursioni o guerre tutta la popolazione poteva rifugiarsi nella fortezza. Il vassallo era circondato dai nobili di corte e spesso organizzava banchetti, feste e tornei per far divertire i suoi sudditi. Inizialmente le prime fortificazioni erano delle semplici torri di mattoni o di pietra, dette mastio, e serviva come rifugio solo per il signore e la sua famiglia; successivamente si trasformarono in veri e propri castelli dove, oltre alle stanze riservate al signore, si trovavano i magazzini con le scorte di viveri, le stalle, le botteghe degli artigiani e anche la cappella per recarsi a pregare. 33 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 4. Mappa concettuale: l’Europa feudale Ungari, Saraceni, Normanni invadono L’Europa Si costruiscono castelli Feudalesimo Il signore concede un feudo a Capitolare di Kierzy Per coltivare feudi si servivano di contadini liberi o servi della gleba Vassalli Valvassori Costituzion e dei feudi valvassini Cavalieri 34 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 HAI IMPARATO CHE… L’Europa fu sconvolta da nuove invasioni di Ungari, Saraceni e Normanni; I vassalli divennero più potenti dell’Imperatore; Si diffonde il sistema feudale; Per difendersi dalle invasioni si costruiscono i castelli. NOTE ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... 35 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 Unità5. L’Impero e la Chiesa PREREQUISITI OBIETTIVI Conoscere i termini specifici del linguaggio storico. Saper collegare gli avvenimenti storici. Saper utilizzare i documenti storici. Sapere cosa stabilì il Privilegio di Ottone; Sapere cos’è la lotta per le investiture; Conoscere il concordato di Worms. Capitolo 1: Ottone I 1. Il regno di Ottone I La dinastia dei Carolingi finì con Carlo il Grosso e la nomina di re non fu più ereditaria ma elettiva, cioè le famiglie tedesche più nobili si riunivano ed eleggevano tra loro il futuro re. Ovviamente questo sistema fece nascere nuove dispute tra i feudatari tedeschi. Nel 919 fu eletto Enrico di Sassonia che riuscì a bloccare l’avanzata degli Ungari. A lui successe Ottone di Sassonia, tale successione suscitò nuovamente le proteste dei feudatari tedeschi, dato che Ottone non era stato eletto dalle famiglie nobili, ma aveva ereditato il regno dal padre Enrico. Una volta placate le rivolte dei feudatari scese in Italia in aiuto del papa che era minacciato da alcuni feudatari, il pontefice in cambio lo nominò imperatore del sacro romano impero germanico. In seguito però Ottone volle controllare la nomina del papa, stabilì così che l’elezione del pontefice sarebbe stata valida solo se vi era l’approvazione dell’imperatore. Questa legge fu detta Privilegio ottoniano, in questo modo l’imperatore aveva il potere universale, cioè non aveva solo il potere spirituale e temporale, ma aveva anche la supremazia sul potere del papa. Ottone I morì nel 973, i suoi due figli, Ottone II e Ottone III, cercarono di continuare la sua politica ma morirono entrambi in tenera età, così finì anche la dinastia dei Sassoni. 36 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 L’impero germanico sotto Ottone I 2. Il papa e l’imperatore aspirano entrambi al potere universale Dopo la caduta dell’impero romano la chiesa, durante le invasioni barbariche, si era spesso sostituita al potere dell’imperatore, così molti vescovi oltre al potere religioso avevano anche il compito di proteggere la popolazione e seguire le attività economiche. Inoltre da quando il papa aveva dato a Pipino il Breve l’unzione papale e Pipino in cambio gli aveva donato dei territori( come hai studiato nell’ unità 3 - capitolo 2), ognuno dei due aveva ottenuto sia il potere spirituale , sia quello temporale. I due poteri insieme davano un immenso prestigio detto potere universale. Ottoni I aveva poi introdotto il privilegio ottoniano, con cui aveva stabilito che l’imperatore doveva approvare l’elezione del papa; come studierai nel prossimo paragrafo questa decisione non fu accettata dai pontefici che seguirono dopo la fine della dinastia dei sassoni. Infatti a partire dalla fine del X secolo iniziò una lunga disputa tra papato e impero su chi dovesse avere il potere universale, chiamata lotta per le investiture. Inoltre hai studiato che nell’epoca carolingia anche i vescovi potevano avere cariche politiche con la nomina di vescovi-conti e che i figli secondogeniti dei signori feudali, non potendo ereditare il feudo, intraprendevano la carriera ecclesiastica, non per vocazione ma per obbligo 37 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 paterno. Questa situazione causò che sempre più ecclesiasti erano dediti più ad arricchirsi, che a seguire la vocazione religiosa, perciò non rispettavano gli insegnamenti del Vangelo, vivevano nel lusso, avevano figli illegittimi, contravvenendo così alla regola del celibato. Inoltre erano molto diffusi i reati di simonia e nepotismo, cioè si vendevano o si concedevano cariche ecclesiastiche ad amici o parenti. 3. Le riforme del papato Nel 1059 divenne pontefice Nicolò II. Egli abolì il privilegio ottoniano infatti, stabilì che il pontefice doveva essere eletto dai cardinali e che l’imperatore non poteva più concedere cariche ecclesiastiche senza il consenso del papa; l’imperatore poteva solamente porre il veto alla nomina dei cardinali scelti dal papa. Un altro importante cambiamento ci fu quando nel 1073 fu eletto papa Gregorio VII. Egli nel 1075 emanò il Dictatus papae con cui dichiarò che il potere del papa era superiore a quello dell’imperatore, in quanto tale potere gli era stato conferito da Dio; quindi tutti dovevano sottostare al potere papale e l’imperatore non poteva più nominare vescovi-conti. A questa decisione del papa si oppose l’imperatore Enrico IV, che, dopo aver convocato i vescovi tedeschi che gli erano fedeli, depose il papa. Gregorio VII allora scomunicò l’imperatore e questo era un atto molto grave infatti, quando un imperatore veniva scomunicato tutti i suoi feudatari erano sciolti dall’obbligo di obbedirgli; in pratica la scomunica toglieva il potere all’imperatore. Infatti i feudatari di Enrico IV ne approfittarono per ribellarsi, così l’imperatore fu costretto a chiedere perdono al papa. Nel 1077 l’imperatore si recò dal papa che si trovava ospite della contessa Matilde a Canossa. L’imperatore dovette attendere tre notti e tre giorni, inginocchiato sulla neve in segno di penitenza, prima che il papa accettasse di perdonarlo. Riottenuta la carica Enrico IV punì i feudatari che si erano ribellati e poi riprese la disputa con il papa. Riconvocò a Bressanone i vescovi tedeschi a lui fedeli e, dopo avere deposto Gregorio VII, elesse un antipapa, Clemente II. Successivamente assediò e occupò Roma. Gregorio VII, chiuso a Castel Sant’Angelo, chiamò in aiuto i Normanni che, sotto il comando di Roberto il Guiscardo, liberarono il papa. Gregorio VII morì nel 1085. 4. Il concordato di Worms Enrico IV fu deposto dal figlio Enrico V nel 1106. La lotta per le investiture aveva indebolito sia il papa che l’imperatore, così nel 1122 papa Callisto II ed Enrico V posero fine al lungo conflitto con il Concordato di Worms. Fu stabilito che i vescovi dovevano essere eletti dal papa e potevano ricevere dall’imperatore il titolo di conte. In pratica il pontefice concedeva al 38 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 vescovo l’investitura ecclesiastica consegnandogli l’anello e il pastore, simboli del potere spirituale; mentre l’imperatore gli conferiva quella feudale, offrendogli lo scettro, simbolo del potere temporale. Prima sarebbe avvenuta la cerimonia dell’investitura imperiale in Germania e sei mesi dopo a Roma quella religiosa. Il concordato di Worms tuttavia non pose fine agli scontri tra papato e impero, che proseguirono per molti secoli. 5. Mappa concettuale: L’Impero e la Chiesa Ottone I Sacro romano impero Privilegio ottoniano Lotta per le investiture Imperatore Enrico IV Papa Gregorio VII Dictatus Papae Enrico V Callisto II Concordato di Worms 39 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009 StoriaLab Sezione 1 HAI IMPARATO CHE… Ottone I fu nominato imperatore del sacro romano impero germanico, fece il privilegio ottoniano; La chiesa viveva un periodo di crisi perché gli ecclesiasti pensano più al potere temporale che a quello spirituale; Nasce una disputa, detta lotta per le investiture, tra il papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico V; Il Concordato di Worms pone fine alla lotta per le investiture. NOTE ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... 40 S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009