INFERMIERI PROFESSIONALI
ASSISTENTI SANITARI
VIGILATRICI D’INFANZIA
Protocollo: 226/2014
Data
24 luglio 2014
Al Direttore Generale
Azienda Sanitaria Locale BT
Andria
Rif.
Collegio Provinciale Barletta – Andria – Trani
Oggetto:
Demansionamento infermieri e
criticità UU.OO. Nefrologia e
Neurologia P.O. Andria.
Alla Sig.ra Apollonia Del Mastro
Coordinatrice Infermieristica
U.O. Nefrologia e Neurologia
P.O. Andria
76125 Trani
Via Margherita di Borgogna, 74
Telefono 0883482500
Telefax 0883481593
Cod. Fisc. 93367390726
Agli Infermieri
UU.OO. Nefrologia e Neurologia
P.O. Andria
E, p.c.
Al Dott. Carlo Di Terlizzi
Direttore Sanitario ASL BT
Al Dott. Giovanni Grilli
Dirigente Medico
P.O. Andria
Alla Dott.ssa Grazia Ribatti
O.P.D. Infermieristico
Direzione Sanitaria
P.O. Andria
Al Dott. Francesco Nitti
Direttore Area del Personale
ASL BT
A tutti gli Infermieri Iscritti
Collegio IPASVI BAT
Loro Sedi
Questo Collegio professionale, con la presente, chiede riscontro a seguito delle note pervenute al
Collegio IP.AS.VI. di Barletta-Andria-Trani in data 23/06/2014 e in data 07/07/2014 a firma del personale
infermieristico dell’U.O. di Nefrologia e Neurologia del P.O. di Andria le quali segnalano gravi criticità di
natura strutturale, organizzativa ed assistenziale al punto da comprometterne la sicurezza e la qualità delle
cure al cittadino/utente.
Dette criticità, secondo quanto riportato nelle suddette note, e direttamente accertato da questo
Collegio, sono dovute in parte alla non corretta e puntuale applicazione del D.Lgs 81/08 "Testo unico sulla
sicurezza" e quindi soprattutto di natura strutturale/organizzativa, ed in parte, e su questo le nostre
osservazioni, scaturiscono da aspetti assistenziali.
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Appare pleonastico ricordare, in merito a quanto affermato dai colleghi firmatari, che l’U.O.
interessata impone l'adozione di procedure assistenziali complesse e tempestive non garantibili solo dal
personale infermieristico, tra l’altro si evidenzia che “oltre il 75% dei pazienti ha un grado di autosufficienza
bassissimo, spesso pari a 0, quindi necessitano di un’azione assistenziale molto complessa, laboriosa e che
comporta una notevole aumento dei carichi di lavoro per gli Operatori dovuto ai molteplici interventi di
assistenza diretta, mantenimento delle posizioni terapeutiche, movimentazione e trasporto dei pazienti
presso i servizi”, tutto questo esponendo gli stessi a gravi responsabilità di natura civile e penale.
Orbene, diverse volte questo Ente ha voluto intraprendere la giusta strada del confronto e
condivisione, essendo, il personale infermieristico più del 40% della forza lavoro dell’Azienda da lei diretta.
Direttore, lei sa molto bene che il “motore” dell’Azienda,nonché i suoi più importanti progetti, sono
frutto di un approccio multiprofessionale e tra questi soprattutto grazie all’impegno, la costanza, il senso di
appartenenza, della forma mentis infermieristica; francamente, non capiamo come mai è stato sempre
restio ad incontrarci, d'altronde, pur essendo invitati e presenti all’ultimo Forum, non ci ha degnato
neanche di un saluto, “pur sapendo che l’aspettavamo…”, come non ci ha ancora fissato un appuntamento
per audirci in merito alla riorganizzazione delle strutture e dei servizi; incontro pur richiesto dal mese di
marzo (3 marzo 2014), mentre sappiamo che altre famiglie professionali stanno partecipando attivamente
alla definizione della nuova organizzazione aziendale.
Vogliamo avviare un nuovo corso; come infermieri siamo abituati a farlo e a rimetterci in gioco,
ricominciare per il bene cui tanto teniamo, “la Salute”. Quindi non ignori l’appello degli infermieri delle
UU.OO. di Nefrologia e Neurologia e le nostre richieste!
Senza il coinvolgimento e il consenso degli infermieri non si governano i complessi processi
assistenziali in capo alle Aziende sanitarie.
Lei sa molto bene che la dequalificazione professionale provoca un non benessere organizzativo e
tutto questo rappresenta un potenziale rischio di episodi di mal practice sanitaria che potrebbe
determinare degli Eventi Sentinella.
Nella corrispondenza degli infermieri delle predette UU.OO. è stato denunciato come taluni ricoveri
avvengono, in aggiunta ai posti letto autorizzati, con l'ausilio di barelle ed in assenza di punti ossigeno,
pregiudicando di fatto la sicurezza del paziente ivi ricoverato oltre al rischio di determinare carenti
condizioni di vivibilità (es. aria insalubre), sia per gli utenti che per gli operatori, oltre che una non agevole
operatività nelle attività assistenziali ed in caso di emergenza sanitaria.
Questa tematica evidenzia quanto sia importante e fondamentale strutturare l’organizzazione
aziendale, istituendo l’U.O. del Servizio Infermieristico Ospedaliero con autonomia tecnico-funzionale.
Per quanto sopra esposto, a tutela dei professionisti sanitari interessati, in via preliminare, corre
l'obbligo di elencare sinteticamente le seguenti normative e sentenze al fine di meglio comprendere se
l'infermiere, di fatto, svolge attività proprie del profilo professionale di appartenenza o viene
demansionato:
Il D.M. 739/94: “Individuazione figura e relativo Profilo professionale dell'Infermiere”.
Il profilo disegnato dal decreto è quello di un professionista intellettuale, competente, autonomo e
responsabile. Esso recita all' Art. 1 - comma 1: l'Infermiere è l'operatore sanitario che, in possesso del
diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'Albo professionale è responsabile dell'assistenza
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generale infermieristica rivolta alla persona, alla famiglia e alla collettività nelle diverse fasi della vita; e nel
comma 3, sostiene che I'Infermiere:
a) partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
b) identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi
obiettivi;
c) pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico garantisce la corretta applicazione
delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche;
d) agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;
e) per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto;
Ma soprattutto l’equipe infermieristica delle UU.OO. di Nefrologia e Neurologia si è attenuta al
Codice Deontologico; infatti, il Codice Deontologico dell'Infermiere, recita all’art. 49: “l'infermiere,
nell'interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente
verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia
abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale”; all’art. 51
recita che “L'infermiere segnala al proprio Collegio Professionale le situazioni in cui sussistono circostanze
o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell'assistenza o il decoro dell'esercizio
professionale”.ed è esattamente quello che, con senso di responsabilità, quei colleghi hanno fatto.
La Legge 42/1999 - "Disposizioni in materia di professioni sanitarie".
L’infermiere diventa "Professionista Sanitario", e viene abrogato il vecchio Mansionario ed il termine
di "professione sanitaria ausiliaria" consentendo, dunque, agli infermieri di uscire dall’ancillarità culturale e
ne traccia l'ambito attraverso il Profilo Professionale dell'Infermiere, il Codice Deontologico e la Formazione
di base e post base nelle Università.
La Legge 251/2000 –“Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche”
All'Art. 1 recita: "Gli operatori delle professioni sanitarie dell'area delle scienze infermieristiche e delle
professioni sanitaria ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla
cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme
istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie
e pianificazione per obiettivi dell'assistenza".
Contestualmente, con Accordo Stato-Regioni del 22.02.2001 nasce un nuovo profilo di "figura di
supporto" cosiddetta Operatore Socio Sanitario che svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari
della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario.
Le attività dell'OSS sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita e si esplicano in particolare in:
a) Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero (assiste la persona, in particolare non autosufficiente o
allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale);
b) Intervento igienico-sanitario e di carattere sociale;
c) Supporto gestionale, organizzativo e formativo;
Già in epoca mansionariale, la sent. n° 1078 RG n° 9518/80, Cron. 2210 del 09.02.1985 afferma che
"non compete all'infermiere ma al personale subalterno rispondere ai campanelli dell'unità del paziente,
usare padelle e pappagalli per l'igiene del malato e riassettare il letto”, figuriamoci oggigiorno con il profilo
professionale e la legge 42/99.
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Altre sentenze più recenti: La Sent. Corte di Cassazione, Sezione Lavoro Civile n. 6326 del 23.03.2005
recita: "Lo svolgimento di mansioni inferiori influisce negativamente sulla formazione e sulla crescita
professionale del dipendente tanto da depauperare il proprio bagaglio tecnico-culturale fino a limitarne
gravemente le proprie capacità e possibilità di sviluppo, danneggiando il prestigio, la carriera e la
competenza specialistica in un determinato settore ".
Ancora: la Sent. Trib. Civile di Milano, Sezione Lavoro, n. 2908 del 05.11-29.12.99 afferma: “se
l'organico è inadeguato e il dipendente e' obbligato, anche di fatto, a svolgere mansioni non attinenti al
proprio profilo funzionale, ha diritto al risarcimento per lesione della dignità professionale in quanto deve
sopperire ad un gravoso ed improprio cumulo di mansioni. Ne consegue che ha diritto al risarcimento
valutato in via equitativa ex art. 1226 del Codice Civile".
Se l'Infermiere, nell'applicazione del processo assistenziale, deve fare diagnosi dei bisogni
assistenziali, formulare obiettivi, pianificare, gestire e valutare l'intervento assistenziale ed è responsabile
dell'assistenza infermieristica generale, non può e non deve svolgere in maniera abituale le "mansioni" per
le quali sono state individuate e create altre figure di supporto.
Posto che le mansioni inferiori sono vietate e non ammesse neppure di fatto, demansionare
l'infermiere significa cagionare un danno alla professionalità, immediatamente risarcibile ex art. 1226 (artt.
1218 e 2043 C.C.).
Ma secondo lei Direttore, il giorno che un infermiere finirà in tribunale perché non ha, ad esempio,
pianificato e documentato l'assistenza in modo pertinente, completo, contestuale e veritiero crede, forse,
che il giudice accoglierà la scusante dell'aver dovuto fare attività che non competono all'infermiere per
l’assenza di personale di supporto?
Egregi in indirizzo, a questo Ente risulterebbe che in altre UU.OO. dell' ASL BT, di fatto, non vi è
sufficiente personale di supporto costringendo, quotidianamente, l'infermiere a svolgere mansioni
assistenziali improprie, nonostante sia ormai chiaro ed incontrovertibile che l'Infermiere si caratterizza
come profilo intellettuale e culturale prevalente rispetto a quello manuale (art. 2229-2238 del Codice
Civile); esso ha discrezionalità, autonomia ed insostituibilità nell'esecuzione delle prestazioni assistenziali
infermieristiche alla stessa stregua, pur se con competenze e campo di azione diverso, rispetto a quelle di
altre professioni sanitarie storicamente riconosciute.
In conclusione, tenuto conto delle gravi denunce giunte all'attenzione di questo Ente Ipasvi di
Barletta-Andria-Trani, lo stesso, intende intraprendere ogni iniziativa utile finalizzata a salvaguardare i
Cittadini/Utenti che afferiscono nelle strutture ed a tutelare il decoro dell'esercizio professionale degli
Infermieri.
Gentile Direttore, questo al fine di tutelare e salvaguardare l'immagine professionale degli Infermieri
che prestano la propria opera professionale presso l’Azienda da Lei diretta e iscritti all'Albo di questo Ente e
di contribuire al bene comune ed alla piena realizzazione del dettato costituzionale che sancisce la tutela
della salute a tutti i livelli e classi sociali e conseguente diritto di ciascun cittadino ad essere curato in modo
adeguato.
Pertanto, in via preliminare, si richiede una risposta urgente con l'auspicio di riuscire a trovare,
insieme soluzioni adeguate e risolutive alle gravi denunce pervenute al Collegio Ipasvi di Barletta-AndriaTrani.
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Contrariamente, nostro malgrado, saremo costretti a far valere il ruolo e le finalità istituzionali di
questo Ente nelle sedi che si riterranno più opportune; anche con azioni di rilevante visibilità mediatica
coinvolgendo tutti gli infermieri dipendenti di Codesta Azienda.
In attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.
Il Presidente
Dott. Giuseppe Chiodo
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