13 IL CITTADINO SABATO 10 OTTOBRE 2015 Seveso Shared, “sbanca” la rap band col cuore in Brianza CHIARA PEDERZOLI Sono in quattro e condividono un progetto e una passione. Sono tre brianzoli e un veronese che da maggio 2015 sono diventati gli “Shared”, due cantautori e altrettanti cantanti rap. Alla fine di settembre hanno pubblicato il primo singolo che, su Facebook, ha superato le 70mila visualizzazioni. Sono nati in una manifestazione musicale a cui avevano partecipato ognuno col proprio sogno. Lì erano stati notati dal produttore Luca Red che ha proposto loro di diventare un gruppo, come tante altre volte è successo nel mondo della musica. Così Mattia Pirrotta da Monza, Manuel Danieli, in arte Dani White, da Seveso e Andrea Rudi, in arte Enscho, da Varedo sono diventati un quartetto insieme a Mirko Adinolfi. Ed ecco un rocker (Pirrotta), un rapper grintoso (Dani White), un rapper introverso (Enscho), l’anima pop del gruppo (Adinolfi): quattro personalità che hanno cominciato subito a influenzarsi e a condividere (Share, appunto). Dopo pochi mesi è arrivato anche il primo singolo, “Come away with me” con cui cercano un segnale di speranza in un’Italia che spinge i giovani verso l’estero. La parte rap in italiano, il ritornello cantato in inglese. Siamo e rimarremo uno dei paesi più belli e unici di questo pianeta - dicono - e dobbiamo diventare una squadra che lotta insieme per superare un periodo difficile come questo. Gli italiani sono un popolo incredibile che tornerà a essere leader nel mondo”. Partono da oltre 70mila visualizzazioni e più di 750 condivisioni per arrivare a un disco di inediti e a uno spettacolo live. Ipotesi di profughi nei magazzini ex Sadas Il quartiere protesta Dopo l’arrivo dei 20 migranti a Casa Betania, un gruppo di sevesini manifesta per i timori di nuovi arrivi. «Non sono rifugiati, ma giovani» SARA BALLABIO Una protesta pacifica ma ferma, per dire “No” a nuovi migranti, dopo l’arrivo dei 20 profughi a Casa Betania, e sensibilizzare l’amministrazione sui bisogni dei sevesini in difficoltà. È quella andata in scena martedì sera davanti ai magazzini abbandonati dell’ex Sadas, dove voci di popolo dicevano che sarebbero a breve stati sistemati 250 profughi. Muniti di striscioni, un gruppo di venti sevesini ha fatto sentire il proprio dissenso. «Non intendiamo accogliere un immigrato in più - ha esordito Alice Carini - ed è bene precisare che non si tratta né di “profughi” né di “rifugiati politici”, bensì di giovani, quelli giunti finora a Casa Betania, che arrivano dal Bangladesh, cioè da una Repubblica parlamentare che ha un’economia che cresce ogni anno del 5%. Ad oggi, poi, non sappiamo quanti immigrati arriveranno ancora, tenuto conto che, fino a luglio, il sindaco diceva che qui non ne sarebbero giunti. Né finora abbiamo avuto una smentita riguardo all’arrivo di 250 immigrati all’ex Sadas, con tutti i problemi che ciò comporterebbe». «Non sono razzista, - ha incalzato Paolo De Bortoli -ma ritengo giusto pensare prima ai miei concittadini che non hanno un lavoro e sono nell’indigenza». «Perché i soldi che lo Stato destina per il sostentamento dei profughi - ha osserva- to Andrea Sicignano - non vengono dirottati sui giovani che potrebbero, così, svolgere lavori utili in accordo coi Comuni? Il Municipio dovrebbe farsi mediatore delle nostre esigenze, non accordarsi col Banco alimentare per garantire viveri ai profughi». «Cosa faranno se rimarranno oziosi? - si è chiesta Luigina Porzionato - E ci sono anziani costretti a rovistare nelle buste del mercato per sfamarsi». «Ci auguriamo che vengano fatti lavorare per la collettività - hanno fatto eco Gabriele Maria Scandurra e Alessandro Iozzia - anche se quel lavoro sarebbe stato bene darlo prima a noi. Ma così nessuna associazione ci avrebbe guadagnato». Non s’è fatto attendere il commento del Frassati, il dramma della guerra Fossà racconta il Medioriente Avvicinarsi alla realtà che vivono tutti i giorni coloro che abitano in territori dilaniati da terrorismo e guerre, ascoltare come affrontano la vita coloro che sono costretti ad abbandonare case e quotidianità per salvarsi dalla barbarie degli oppressori. Questo e molto altro ha raccontato mercoledì l’altro ai ragazzi del liceo Scientifico “Frassati” il medico milanese, ora in pensione, Alfonso Fossà che ha collaborato con la Fondazione Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale) per la realizzazione di alcuni progetti sanitari nel Kurdistan iracheno. Il relatore ha iniziato il suo racconto introducendo i ragazzi alla situazione del Medioriente, segnato dal fenomeno dell’Islam radicalizzato, e incentrando l’attenzione sull’esperienza che i Un momento dell’incontro alla scuola Frassati profughi cristiani stanno facendo ad Erbil, nel Kurdistan iracheno. «Ho avuto la possibilità di visitare e conoscere i profughi di Erbil - ha spiegato - Costoro, dopo aver abbandonato le loro case ed essere stati costretti ad una fuga in cui molti anziani e bambini hanno perso la vita o sono rimasti dispersi, sono stati accolti ad Erbil. Ma, pur in questa situazione - ha continuato Fossà - non ho visto om- La protesta del gruppo di sevesini davanti ai magazzini Il sindaco Butti: «Arrivati anche 10 richiedenti asilo ospitati da privati» bra né di lamento né di vendetta sulle loro facce. Anzi. Si danno da fare, gli uomini cercano di lavorare, le donne di tenere puliti i luoghi in cui vivono». Un ruolo importante nell’esperienza di Fossà l’ha svolto l’incontro con monsignor Nona, arcivescovo di Mosul. «Quando gli ho domandato: cosa possiamo fare per voi? ha evidenziato Fossà - Monsignor Nona non mi ha chiesto di procurare loro tende o viveri ma, senza indugiare, mi ha detto: Noi abbiamo bisogno di vedere sui vostri volti la gioia della fede. Mi sono, allora, reso conto che quelle persone non sono disperate e non desiderano la vendetta perché sono certe che Gesù sia già la vittoria». Un modo per gli studenti di raccogliere la testimonianza diretta di un’esperienza di umanità in mezzo a tanta sofferenza. E una strategia alternativa di fare didattica che si ripeterà il 13 ottobre quando gli studenti incontreranno Farhad Bitani, oratore e scrittore, che racconterà loro “L’inferno e il cuore dell’Afganistan”. 1 S.Bal. sindaco, Paolo Butti. «Voglio informare la cittadinanza che in questi giorni, oltre ai 20 migranti ospitati a Casa Betania, sono giunti a Seveso 10 richiedenti asilo politico ospitati da privati e altri ancora ne arriveranno sulla base di accordi tra privati e Consorzi e la Prefettura. Ovvio che, come Comune, pretendiamo che la Prefettura mantenga un equilibrio di assegnazione dei migranti nei territori ed è nostro interesse gestire, attraverso la polizia locale, le eventuali situazioni di criticità. L’ar- rivo di 250 profughi all’ex Sadas comporterebbe un impatto troppo pesante sul territorio e rappresenta una soluzione che non è stata adottata da nessuna parte. Inoltre, i migranti sono ospitati con risorse dello Stato che provengono da fondi europei, nessun euro è stato tolto al nostro bilancio. Così come sono gratuiti i lavori socialmente utili a cui vorremmo avviarli. È, infine, compito del Comune verificare l’idoneità dei locali loro assegnati dai privati e accertarci che non ci sia sfruttamento». . 1 Madonna del Rosario C’è la “Festa del ciao” Si conclude domani la Alle 12.30 grande pranzo in oraFesta patronale della Comunità torio (necessaria la prenotazio“Madonna del rosario” dopo la ne) con menù diversificati per processione per le vie cittadine adulti e bambini. Nel pomerigsvoltasi mercoledì dalle 20.45 gio, a partire dalle 15, l’allegria con partenza dalla casa di riposo proseguirà con la “Festa del “Padre Masciadri” e arrivo alla ciao”, un momento importante chiesa prepositurale cittadina. per insegnare ai giovani a coltiDomani i festeggiamenti ri- vare nuove amicizie e a riscopriprenderanno alle re l’atteggiamento di 10.30 con la messa nelaccoglienza che deve la parrocchia di San Domani la essere alla base dello Pietro Martire presiestile cristiano. Alle duta da don Marco patronale nel 16.30 spazio per gli Crippa. Un’occasione vivo, con gli incontri con i geniper festeggiare i 25 andei ragazzi di anniversari tori ni di ordinazione saquarta e quinta elereligiosi mentare e quelli di cerdotale di don Marco e la scelta dell’ausiprima media. Anche liaria diocesana, Maria Roggiani domenica 18 ottobre la parrocche ha deciso nei giorni scorsi chia dei Santi Gervaso e Protaso di professare i voti perpetui. Al ospiterà alle 21 la presentazione contrario, nella chiesa dei Santi del progetto del gruppo “ShekiGervaso e Protaso a celebrare la nah” dal titolo “Cielo e terra messa delle 11 ci sarà don Luca coloreremo” comprensivo di Corbetta che festeggia, a sua musica, immagini e testimovolta, i 10 anni di ordinazione. nianze dall’Albania. 1 S.B.