RASSEGNA STAMPA
ASSIMOCO
ASSIMOCO, PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2014:
«UN NEO-WELFARE PER L’ITALIA. AUTOPROTEZIONE.,
MUTUALITÀ E COOPERAZIONE»
Intermedia Channel 14-05-2014
INTERMEDIA CHANNEL
Assimoco, presentazione del Rapporto 2014:
“Un neo-welfare per l’Italia. Autoprotezione,
mutualità e cooperazione”
14 maggio 2014 - 19:22
Presentato oggi nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il Rapporto Assimoco 2014
“Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione”. Mentre gli italiani
temono per il futuro dei giovani i tedeschi si preoccupano per l’inflazione e i disastri naturali
Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e
per la crescita della disoccupazione (70%) mentre i tedeschi sono preoccupati per l’inflazione
(61%) e per i disastri naturali (56%). E’ questo uno dei dati eclatanti messi in luce dal Rapporto
2014 “Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” presentato oggi,
nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, dal Gruppo Assimoco, il Gruppo assicurativo
del Movimento Cooperativo Italiano.
Il Rapporto, edito da FrancoAngeli (240 pagine), e commissionato dalla società assicurativa a
Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, vuole essere “uno strumento scientifico utile a chi
desidera trovare risposte concrete per intraprendere un percorso che porti a un rinnovamento della
fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul piano sociale ed economico”.
Il confronto internazionale con la popolazione tedesca – si legge in una nota – è stato possibile
“grazie al parallelo con una ricerca che R+V, azionista di maggioranza del Gruppo Assimoco, e
tra i primi player nel mondo assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione locale.
Se inflazione e disoccupazione sono le principali preoccupazioni che turbano il sonno,
rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del peggioramento della situazione economica si
trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con un’intensità più forte in Italia che non
in Germania (63,8% contro 50%)”.
Per Assimoco è interessante anche un altro dato messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che
esiste un doppio livello di consapevolezza nella popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di
un cambiamento profondo del ciclo di convivenza e, dall’altro, sottolinea la necessità di assumere
maggiore responsabilità in tema di autoprotezione individuale, familiare e collettiva. Il campione di
popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un panel telematico, costituto
da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i singoli individui da i 18 anni in su)
registra “in maniera significativa il passaggio di coesistenza che oggi stiamo vivendo” e ciò emerge
soprattutto considerando tre aspetti. Il primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha
bruscamente accentuato: il 63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle
aspettative sociali, ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna
della crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello
attuale suscita aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico). Il secondo
aspetto riguarda la diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti relazionali e alla
solidarietà delle persone (49,5% di consensi), mentre il mood relativo al precedente ciclo vedeva il
prevalere di spinte individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a quel 54% degli intervistati che
ammette che l’attuale situazione economica problematica ricorda come ogni generazione debba
affrontare la discontinuità delle condizioni di vita rispetto alle generazioni precedenti e questo deve
servire a trovare modalità diverse di vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di
agire e di fare progetti per il futuro.
“Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi meccanismi
economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la
necessità del singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul
mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro”, ha sottolineato
oggi Ruggero Frecchiami, Direttore Generale di Assimoco. “Il Rapporto è il seme di un altro
modo di fare welfare, una tessera di un mosaico che unito con l’impegno del settore pubblico, di
quello privato e dei singoli cittadini può fare la differenza. Il volume presentato oggi alla Camera
alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni, proprio per la delicatezza e l’attualità dei temi
trattati, vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello istituzionale, sia sociale. L’idea
è di fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve occupare di assicurazione e protezione,
senza distinzioni tra privato e pubblico ma con la consapevolezza che quest’ultimo attore deve
rivedere i meccanismi alla base delle strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia
con gli operatori del mercato per recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami.
Un’area tematica del Rapporto – prosegue la nota – è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della
popolazione e dei clienti di Assimoco. In particolare, “è stata studiata la percezione della riduzione
del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai
rischi e, quindi la richiesta di protezione che arriva dai cittadini. Molto interessante da notare, la
differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di
Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di riferimento sul territorio). In particolare, i “clienti
cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi una
responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi (76,2% dei clienti e il 59% della
popolazione)”.
Lo studio, inoltre, evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati vincenti, sia sul piano
economico e industriale, sia sul piano sociale. “Lasciate che vi dia qualche numero per permettervi
di comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali
potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa 20mila
aziende con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la
disoccupazione giovanile in Italia ha superato la spaventosa percentuale del 40%, negli ultimi
cinque anni le cooperative hanno registrato una crescita dell’8% dell’occupazione”, ha sottolineato
Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo del Rapporto, dedicato, appunto, alle esperienze di
mutualità applicata.
Dopo la presentazione si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato, oltre allo stesso dg di
Assimoco Frecchiami, Gianfranco Bonacina, presidente Cassa Rurale BCC Treviglio, Roberto
Marcelli, Presidente Cooperativa Raphaël, Giuseppe Milanese, Presidente FederazioneSanità,
Christian Tanner, Vicedirettore Federazione Cooperativa Raiffeisen e Giovanni Teneggi,
Direttore Confcooperative Reggio Emilia.
Assimoco
–
“Un
Intermedia Channel
Neo-Welfare
per
l’Italia”
–
Sintesi
del
rapporto
ECONOMIA E FINANZA: GLI AVVENIMENTI DI
MERCOLEDÌ 14/05
Borsa Italiana 14-05-2014
CRISI CONFCOOPERATIVE: TROPPI GLI INDICATORI ANCORA IN
CALO
Yahoo.it 14-05-2014
Codice abbonamento:
072732
GARDINI: «TROPPI GLI INDICATORI IN CALO, IL WELFARE DEVE
SPERIMENTARE NUOVE STRADE»
Corriere Nazionale 14-05-2014
WELFARE: GLI ITALIANI SONO PRONTI A FARE DA SÉ
La mia previdenza 14-05-2014
Welfare: gli italiani sono pronti a fare da sé
di redazione
Cresce la consapevolezza di come sia necessario provvedere all’autoprotezione, anche attraverso
assicurazioni integrative. I risultati di un’indagine realizzata per Assimoco
Gli effetti della crisi si fanno sentire: gli italiani si sentono più poveri, e hanno ridotto la loro
propensione al risparmio. Nello stesso tempo si riduce la protezione offerta dal welfare pubblico. Così,
mentre emerge la voglia di mettersi alle spalle questi sei anni di difficoltà economiche, cresce la
consapevolezza di come sia necessario fare da sé, realizzare un “neo-welfare”, in cui il peso della
responsabilità degli individui, delle famiglie e dei gruppi sia sempre più importante.
A indagare i timori, i bisogni e le intenzioni degli italiani su crisi, sistema sanitario e previdenziale,
risparmi e ricchezze è un’indagine realizzata dalla società specializzata Ermeneia, per conto di
Assimoco, la compagnia assicurativa del mondo cooperativo.
In particolare è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini
ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e quindi la richiesta di protezione.
Secondo il rapporto, l’impoverimento delle persone per effetto della crisi, e la riduzione progressiva del
welfare pubblico aprono uno spazio particolarmente interessante per “un neo-welfare”, diretto in
particolare al ceto medio.
Innanzitutto per effetto della crisi. Dal 2008 a oggi l’Italia ha assistito a: una contrazione dei consumi
delle famiglie (meno 7%); un aumento del carico fiscale e contributivo (dal 29,4% al 30,3%); una
contrazione nella propensione al risparmio, scesa dal 12,1% all’8,2%; e una riduzione del 9,1% della
ricchezza netta delle famiglie, anche per effetto del calo di valore degli immobili e delle attività
finanziarie.
Di tutto questo gli italiani hanno una percezione chiara. Più di sette intervistati su dieci (il 71,5%)
affermano che la crisi ha influito in maniera significativa sulla loro vita quotidiana, e sei su dieci
(62,5%) si sentono impoveriti.
Anche il calo della propensione al risparmio è confermata dal sondaggio: due terzi degli intervistati non
hanno risparmiato (49%), hanno dovuto utilizzare i risparmi messi da parte in precedenza per fare
fronte a spese correnti (12,7%), o hanno dovuto chiedere prestiti per le spese quotidiane. Il 15% ha
risparmiato non più del 15% del suo reddito e solo l’8,8% ha risparmiato una quota maggiore.
Quanto al welfare pubblico, la percezione della sua riduzione da parte degli intervistati è chiara. Il 63%
ritiene che non solo la copertura si è ridotta, ma che oggi bisogna pagare per ottenere servizi,
attraverso ticket, addizionali Irpef o ricorrendo a servizi a pagamento, negli ospedali o nelle strutture
private, anche per evitare liste d’attesa troppo lunghe.
Gli effetti psicologici della crisi che emergono dall’indagine Assimoco sono però ambivalenti. La crisi
sembra sia stata ormai digerita e si riscontrano segnali di reazione positiva.
Da una lato quasi il 60% degli intervistati è convinto che la crisi abbia cambiato in peggio la vita delle
persone. Dall’altro però una maggioranza quasi altrettanto ampia (56,8%) è convinta che il ciclo
economico che dura ormai da sei anni abbia avuto effetti positivi, riportando gli individui a una
maggiore sobrietà nei consumi e nei comportamenti.
Ed emerge la volontà di prendere le distanze dalla crisi e dai suoi effetti, di darne un’interpretazione
più evolutiva dalla quale ripartire per progettare meglio il proprio futuro (59,5%).
Un ulteriore dato emerge con chiarezza: la consapevolezza della necessità di assumere maggiori
responsabilità per quanto riguarda l’autoprotezione individuale, familiare e collettiva.
Di fronte alla riduzione del welfare pubblico, occorre dunque ricorrere a forme di assicurazioni
integrative, che coinvolgano la responsabilità degli individui, delle famiglie e della collettività.
Diffusa è anche la previsione che la solidarietà all’interno delle famiglie sarà messa in discussione da
fenomeni quali l’aumento del numero di anziani da assistere, le difficoltà dei giovani di diventare
autonomi, la disoccupazione di fasce di popolazione adulta. E anche da questa consapevolezza
discende, per la maggior parte degli intervistati (56,2%) la necessità di ricorrere a coperture
assicurative integrative.
NEO- WELFARE PER L’ITALIA: AUTOPROTEZIONE, MUTUALITÀ E
COOPERAZIONE
Percorsi di secondo welfare 14-05-2014
NUOVO WELFARE, RICETTA ANTI-CRISI
Avvenire 15-05-2014
Quotidiano
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ROMA: ASSIMOCO, 14/05 PRESENTAZIONE RAPPORTO 2014
«NEO-WELFARE PER L’ITALIA»
AgenParl 16-05-2014
ROMA: ASSIMOCO, 14/05 PRESENTAZIONE
RAPPORTO 2014
‘NEO-WELFARE PER L’ITALIA’
La fase di crisi che sta attraversando
l’Italia è caratterizzata anche da un impoverimento economico e
sociale del ceto medio: occorre tutelare le condizioni di vita, i consumi, l’istruzione, il
lavoro, la salute, la
pensione. Per fotografare questi fenomeni il Gruppo Assimoco ha promosso uno studio di
natura socioeconomica
sulla popolazione e su alcuni interessanti casi di cooperazione curata da Ermeneia Studi &
Strategie di Sistema.
Aprirà i lavori Ruggero Frecchiami, direttore generale Gruppo Assimoco. Nadio
Delai,presidente di
Ermeneia presenterà il rapporto. Interverranno, tra gli altri, ai lavori: Maurizio Gardini,
presidente
Confcooperative e Silvano Andriani presidente Forum Ania consumatori.
Crisi, giovani e disastri naturali. Le paure dei cittadini europei
Affaritaliani.it 16-05-2014
Assimoco
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LA PENSIONE NEL LIBRETTO
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La pensione nel libretto
Resistere, resistere, resistere!! Sembra la nuova parola d'ordine degli Agenti assicurativi quando si parla del calo di redditività delle Agenzie. Ritiene che:
j non corrisponda al vero
k
l
m
n
di Roberta Castellarin e Paola Valentini j sia un fatto temporaneo che k
l
m
n
dipende dalla congiuntura economica
L'Italia vive di welfare: su 801 miliardi di spesa j dipenda dalla scarsa competitività k
l
m
n
delle Agenzie rispetto ai nuovi canali di vendita
pubblica totale per il 2012, ben 395 miliardi (il 49%) sono stati spesi in prestazioni sociali. Il problema è che questi 400 miliardi di risorse j dipenda da accordi oligopolistici fra k
l
m
n
le Compagnie pubbliche oggi destinate a previdenza e assistenza rischiano di contrarsi, se non altro perché per le nuove generazioni che hanno il Le vostre risposte
sistema contributivo di calcolo delle pensioni lo Stato non prevede più integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali. Il sistema attuale penalizza anche le donne. Secondo quanto emerso da un'analisi di Assoprevidenza sulla base dei dati della Ragioneria Generale dello Stato, l'aspettativa di vita delle donne over 65 sono superiori di 3,4 anni a quelle degli uomini. Le donne percepiranno quindi la pensione lavoratrice; il differenziale a favore del lavoratore sarà del 5% nel 2060. Sottolinea Alberto Brambilla, coordinatore della Giornata nazionale della Previdenza che si è appena conclusa a Milano in Piazza Affari: «In Italia manca un'efficace comunicazione sui temi della previdenza da parte dello Stato, il nostro obiettivo è fornire tutte le informazioni utili, Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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parità di condizioni, il tasso di sostituzione di un lavoratore sarà superiore a quello di una 072732
per un periodo più lungo di circa il 20% rispetto a un uomo. Per effetto del sistema contributivo, a Data
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cominciando dai giovanissimi, La previdenza complementare va intesa come un libretto di risparmio, alla quale pensare il prima possibile». Avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza: «La grave crisi economica e occupazionale ha generato una situazione paradossale dove, al crescente bisogno di copertura sociale, corrisponde la riduzione di risorse a disposizione del welfare pubblico che impedisce al sistema di protezione sociale di assolvere al proprio compito», continua Corbello, «È urgente procedere a una razionalizzazione delle poche risorse disponibili, pubbliche e private, organizzandole in maniera efficiente. Meno enti che svolgono attività parallele significa focalizzare l'attenzione sull'aspetto dei servizi e di risparmiare sulle inutili ridondanze di carattere amministrativo». Assoprevidenza ha avviato da tempo una riflessione sulla necessità di introdurre opportune modifiche all'attuale modello di welfare, al fine di superare le rigide separazioni operative e normative esistenti tra i comparti della previdenza e dell'assistenza sanitaria complementare, in modo da definire forme pensionistiche complementari che offrano anche prestazioni sanitarie integrative e il presidio dei rischi legati alla longevità e conseguente inabilità, tramite coperture di Ltc (Long Term Care). Appunto un welfare integrato. Dice Corbello: «Il punto di partenza è la definizione di un modello complessivo di welfare integrato fondato su uno schema generale dotato di adeguata flessibilità, che sia in grado di adattarsi alle diverse situazioni. In questo quadro deve essere approfondito il ruolo che i vari attori coinvolti, sia pubblici che privati, potranno sostenere per la costruzione del nuovo sistema. Nella consapevolezza che, pur in assenza di un quadro normativo favorevole, sono ormai numerose le iniziative avviate nelle Regioni attraverso la realizzazione di efficaci forme di sinergia fra pubblico e privato». In molti Paesi europei sono in corso sperimentazioni esterne al perimetro pubblico, con il coinvolgimento di una vasta gamma di soggetti, quali assicurazioni private e fondi di categoria, fondazioni e altri enti filantropici, il sistema delle imprese e i sindacati, associazioni ed enti locali. Dai risultati del Primo rapporto sul «Secondo welfare» illustrati nel corso del convegno di Assoprevidenza alla Giornata della Previdenza dalla curatrice della ricerca Franca Mainom, direttrice del Laboratorio sul Secondo welfare in Italia, emerge che in alcuni Paesi europei il welfare alternativo ha già raggiunto importanti risultati, in particolare nei servizi per le famiglie e le persone. È nato un nuovo terziario sociale avanzato volto a soddisfare bisogni e domande non coperte dal pubblico nel campo della salute, dell'assistenza, dell'istruzione, delle attività culturali. I soggetti che operano in questi campi variano dalle micro­imprese giovanili alle emergenti multinazionali dei servizi, pronte a investire capitali. D'altra parte la spesa sociale di parte non pubblica, secondo l'Ocse, in Italia è pari al 2,1% del pil, al di sotto di Svezia (2,8%), Francia e Germania (3,0%), Belgio (4,5%), Regno Unito (7,1%) e Olanda (8,3%). A differenza di altri Paesi, in Italia nell'ultimo decennio la spesa privata è peraltro rimasta ferma. Esistono quindi ampi margini di crescita che potrebbero far affluire verso la sfera del welfare risorse per diversi miliardi di euro. Oltre l'80% delle imprese con più di 500 dipendenti ha avviato iniziative di welfare aziendale e contrattuale. In Italia ci sono più di 500 fondi integrativi negoziali e volontari e circa 2.000 mutue sanitarie, molte delle quali nate dalla contrattazione collettiva di grandi categorie di lavoratori dipendenti. Vi sono tuttavia ampi margini di crescita: la spesa sanitaria privata a carico delle famiglie, cosiddetta out of pocket, si aggira fra il 25 e il 30% della spesa sanitaria complessiva, mentre oggi meno del 4% è intermediata dalle assicurazioni e il 14% circa dalle organizzazioni mutualistiche non profit. D'altro canto gli italiani sono sempre più consapevoli che la crisi lascerà un segno indelebile. Anche perché di fatto ha accelerato un cambiamento inevitabile, se si considerano il livello del debito pubblico italiano e il trend demografico. Una consapevolezza che emerge dal rapporto Assimoco 2014 «Un neo welfare per l'Italia». Il 63% degli intervistati ritiene che la copertura dei bisogni derivanti dal welfare pubblico si è ridotta nel tempo e si dovrà pagare sempre di più per ottenere i relativi servizi, oppure si dovrà ricorrere sempre di più a servizi a pagamento. 072732
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Associazioni di Categoria IVASS Gruppi Agenti Approfondimenti Video Formazione Contatti Previdenza, la pensione nel libretto 17 maggio 2014 ­ 17:46
Oggi in Italia la spesa pubblica per il welfare assorbe la metà del totale, 395 miliardi. Ma la cifra si ridurrà perché ai giovani lo Stato non garantirà più integrazioni. Ecco come correre ai ripari L’Italia vive di welfare: su 801 miliardi di spesa pubblica totale per il 2012, ben 395 miliardi (il 49%) sono stati spesi in prestazioni sociali. Il problema è che questi 400 miliardi di risorse pubbliche oggi destinate a previdenza e assistenza rischiano di contrarsi, se non altro perché per le nuove generazioni che hanno il sistema contributivo di calcolo delle pensioni lo Stato non prevede più integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali. Il sistema attuale penalizza anche le donne. Secondo quanto emerso da un’analisi di Assoprevidenza sulla base dei d a t i d e l l a R a g i o n e r i a G e n e r a l e d e l l o S t a t o, l’aspettativa di vita delle donne over 65 sono superiori di 3,4 anni a quelle degli uomini. Le donne percepiranno quindi la pensione per un periodo più lungo di circa il 20% rispetto a un uomo. Per effetto del sistema contributivo, a parità di condizioni, il tasso di sostituzione di un lavoratore sarà superiore a quello di una lavoratrice; il differenziale a favore del lavoratore sarà del 5% nel 2060. Articoli più letti: Ma ad Allianz l’agente diventa titolare dei dati dei… Porto San Giorgio (FM): I clienti denunciano un… Scatola nera: alleata dei Consumatori o delle Assicurazioni? Distribuzione assicurativa: La “rivoluzione… Studi di settore, il Fisco batte l’agente assicurativo Saluzzo (CN): Morirono sullo scooter, rimborso… Intermedia Channel
Sottolinea Alberto Brambilla, coordinatore della Giornata nazionale della Previdenza che si è appena conclusa a Milano in Piazza Affari: «In Italia manca un’efficace comunicazione sui temi della previdenza da parte dello Stato, il nostro obiettivo è fornire tutte le informazioni utili, cominciando dai giovanissimi. La Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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previdenza complementare va intesa come un libretto di risparmio, alla quale pensare il prima possibile». Avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza: «La grave crisi economica e occupazionale ha generato una situazione paradossale dove, al crescente bisogno di copertura sociale, corrisponde la riduzione di risorse a disposizione del welfare pubblico che impedisce al sistema di protezione sociale di assolvere al proprio compito», continua Corbello, «È urgente procedere a una razionalizzazione delle poche risorse disponibili, pubbliche e private, organizzandole in maniera efficiente. Meno enti che svolgono attività parallele significa focalizzare l’attenzione sull’aspetto dei servizi e di risparmiare sulle inutili ridondanze di carattere amministrativo». 17-05-2014
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GNP 2014: Concentrare le poche risorse disponibili nel Welfare integrato per la tutela completa delle famiglie 072732
Previdenza, la strada per la prosperità Leave a Reply Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Milano Finanza 17-05-2014
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MA L’INFLAZIONE SPAVENTA (ANCORA)
I RISPARMIATORI TEDESCHI
Corriere Economia 19-05-2014
WELFARE E SVILUPPO: COOPERATIVE AL LAVORO
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19-05-2014
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43d6­bf01­df632c70e3bf) “Dal 2008 a oggi tanti troppi indicatori sono in calo: i consumi sono calati del 7%, la propensione al risparmio é scesa dal 12,1% all'8,2%. Il ceto medio La sensazione soggettiva di impoverimento del paese é percepita da oltre 2 italiani su 3, tanto che a essere toccati dalla crisi ci sono le fasce deboli, ma anche il ceto medio e medio alto". Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Ermeneia ­ Assimoco sul Neo­
Welfare. «Molti parlano di welfare, ma pochi agiscono concretamente, mentre cooperatori e cooperative si caricano sulle spalle pezzi di Paese con tutte le esigenze e i bisogni dei territori in cui operano». Lo dice Maurizio Gardini intervenendo alla presentazione del Rapporto alla biblioteca della Camera dei deputati. «Dobbiamo passare – continua Gardini – dalla cultura dell'emergenza alla cultura della preparazione, perché ci sia maggiore capacità di fare prevenzione. Abbiamo necessità di riqualificare la spesa pubblica, e proprio come fanno le imprese e le famiglie, siamo chiamati a fare più di prima spendendo meno di prima». «Sulla riqualificazione della spesa sul welfare noi proponiamo di spostare l'1% di risorse dalla sanità al sociale. Dobbiamo lavorare per evitare l'affollamento degli ospedali. Riteniamo – aggiunge Gardini – che la parola d'ordine sia costruire un welfare partecipativo, inclusivo e non in contrapposizione con il pubblico. Non possiamo pensare alla reinternalizzazione dei servizi. Se fosse così vorrebbe dire che il paese ha la testa voltata all'indietro». «Dobbiamo lavorare, e le cooperative lo stanno facendo, a sperimentare nuove strade, tra queste c'é il welfare di conciliazione, per dare risposte ai bisogni delle famiglie. Dobbiamo sforzarci di metabolizzare la crisi e ipotizzare – conclude Gardini – una nuova visione per lavorare a un grande processo di costruzione del futuro per dare prospettive di sviluppo al nostro Paese e occupazione ai giovani». Newsletter SEMPRE INFORMATI! Ricerca nel sito PAROLA O FRASE DA RICERCARE: Approfondimenti ALTRI ARGOMENTI DI INTERESSE Cartelle esattoriali: cosa fare prima di pagare Agenzia delle Entrate. Accertamenti e Controlli sul Terzo Settore Nuovo Welfare, Governance e Networking "Trovare lavoro nel nonprofit": una guida per inserirsi nel settore Le partnership profit/nonprofit, una visione d’insieme Fonte: ConfCooperative ­ Confederazione Cooperative Italiane Codice abbonamento:
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Assimoco
DA ASSIMOCO UN PIANO PER UN NUOVO WELFARE
Finanza.com 20-05-2014
Da Assimoco un piano per un nuovo welfare - FINANZA.COM
Martedì 20 maggio 2014 - Login - Registrati
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Da Assimoco un piano per un nuovo welfare
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20.5.2014 - 17:04
Prysmian: nuovo contratto da 730 milioni
di
i G
i
Massimiliano Volpe
20 maggio 2014 - 14:18
20.5.2014 - 16:55
Generali: Fsi, avviato programma copertura
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MILANO (Finanza.com)
Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e per la crescita della disoccupazione
(70%) mentre i tedeschi sono preoccupati per l’inflazione (61%) e per i disastri naturali
(56%). Questo uno dei dati eclatanti messi in luce dal Rapporto 2014 "Un Neo-Welfare
per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” elaborato dal gruppo Assimoco, da
oltre 30 anni il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo Italiano.
Il rapporto commissionato a Ermeneia, Studi & Strategie di Sistema, vuole essere uno
strumento scientifico utile a chi desidera trovare risposte concrete per intraprendere un
percorso che porti a un rinnovamento della fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul
piano sociale ed economico.
Il confronto internazionale con la popolazione tedesca è stato possibile grazie al
parallelo con una ricerca che R+V, azionista di maggioranza del gruppo Assimoco, e tra i
primi player nel mondo assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione
locale. Se inflazione e disoccupazione sono le principali preoccupazioni che turbano il
sonno, rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del peggioramento della situazione
economica si trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con un’intensità
più forte in Italia che non in Germania (63,8% contro 50%). Interessante anche un altro
dato messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che esiste un doppio livello di
consapevolezza nella popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di un cambiamento
profondo del ciclo di convivenza e, dall’altro, sottolinea la necessità di assumere maggiore
responsabilità in tema di autoprotezione individuale, familiare e collettiva.
Gestori
Il campione di popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un
panel telematico, costituto da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i
singoli individui da i 18 anni in su) registra in maniera significativa il passaggio di
coesistenza che oggi stiamo vivendo e ciò emerge soprattutto considerando tre aspetti. Il
primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha bruscamente accentuato: il
63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle aspettative sociali,
ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna della
crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello
attuale suscita aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico).
Il secondo aspetto riguarda la diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti
relazionali e alla solidarietà delle persone (49,5% di consensi), mentre il mood relativo al
precedente ciclo vedeva il prevalere di spinte individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a
quel 54% degli intervistati che ammette che l’attuale situazione economica problematica
ricorda come ogni generazione debba affrontare la discontinuità delle condizioni di vita
rispetto alle generazioni precedenti e questo deve servire a trovare modalità diverse di
vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di agire e di fare progetti per
il futuro.
"Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi
meccanismi economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge
con chiarezza la necessità del singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in
maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere
attuale e futuro”, ha sottolineato Ruggero Frecchiami, direttore generale di Assimoco.
"Il Rapporto è il seme di un altro modo di fare welfare, una tessera di un mosaico che
unito con l’impegno del settore pubblico, di quello privato e dei singoli cittadini può fare la
differenza. Il volume vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello
istituzionale, sia sociale. L’idea è di fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve
Associazioni
http://www.finanza.com/promotore-finanziario-fondi-comuni-investimento/Italia/notizia-fondi/Da_Assimoco_un_piano_per_un_nuovo_welfare-418863[20/05/2014 17:21:22]
Da Assimoco un piano per un nuovo welfare - FINANZA.COM
occupare di assicurazione e protezione, senza distinzioni tra privato e pubblico ma con la
consapevolezza che quest’ultimo attore deve rivedere i meccanismi alla base delle
strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia con gli operatori del mercato
per recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami.
Reti
Un’area tematica del rapporto è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della
popolazione e dei clienti di Assimoco. In particolare, è stata studiata la percezione
della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento
dei timori rispetto ai rischi e, quindi la richiesta di protezione che arriva dai cittadini. Molto
interessante da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono
stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di riferimento sul
territorio). In particolare, i "clienti cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza
maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei
propri rischi (76,2% dei clienti e il 59% della popolazione).
Un altro approfondimento del rapporto si concentra sui bisogni vecchi e nuovi
che fanno capo alla famiglia nel campo sociale. Parliamo dei giovani, degli anziani,
dalle famiglie monoparentali e di quelle allargate, per esempio. Lo studio, inoltre,
evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati vincenti, sia sul piano economico
e industriale, sia sul piano sociale. "Lasciate che vi dia qualche numero per permettervi di
comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali
potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa
20mila aziende con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la disoccupazione giovanile in Italia ha superato la spaventosa percentuale del
40%, negli ultimi cinque anni le cooperative hanno registrato una crescita dell’8%
dell’occupazione”, ha sottolineato Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo del Rapporto,
dedicato, appunto, alle esperienze di mutualità applicata.
Indici
Grafico
Migliori & Peggiori
FTSE MIB
20341,50
0,11
FTSE IT. ALL-SHARE
21653,27
0,11
DAX 30
9666,52
0,07
CAC 40
4465,36
-0,10
IBEX 35
10446,10
0,20
DOW JONES
16511,86
0,12
S&P 500
1885,08
0,38
COMPX.USD
4125,82
0,86
NIKKEY 225
14075,00
0,49
F Risparmio & Investimenti
3
Tweet 5
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DA ASSIMOCO UN PIANO PER UN NUOVO WELFARE
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DAX 30 9.642,46 0,04%
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Ieri, 14:18
Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e per la crescita della disoccupazione (70%) mentre i
tedeschi sono preoccupati per l’inflazione (61%) e per i disastri naturali (56%). Questo uno dei dati
eclatanti messi in luce dal Rapporto 2014 "Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e
cooperazione” elaborato dal gruppo Assimoco, da oltre 30 anni il gruppo assicurativo del Movimento
Cooperativo Italiano.
Il rapporto commissionato a Ermeneia, Studi & Strategie di Sistema, vuole essere uno strumento
scientifico utile a chi desidera trovare risposte concrete per intraprendere un percorso che porti a un
rinnovamento della fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul piano sociale ed economico.
Il confronto internazionale con la popolazione tedesca è stato possibile grazie al parallelo con una
ricerca che R+V, azionista di maggioranza del gruppo Assimoco, e tra i primi player nel mondo
assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione locale. Se inflazione e disoccupazione
sono le principali preoccupazioni che turbano il sonno, rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del
peggioramento della situazione economica si trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con
un’intensità più forte in Italia che non in Germania (63,8% contro 50%). Interessante anche un altro dato
messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che esiste un doppio livello di consapevolezza nella
popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di un cambiamento profondo del ciclo di convivenza e,
dall’altro, sottolinea la necessità di assumere maggiore responsabilità in tema di autoprotezione
individuale, familiare e collettiva.
Il campione di popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un panel telematico,
costituto da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i singoli individui da i 18 anni in su)
registra in maniera significativa il passaggio di coesistenza che oggi stiamo vivendo e ciò emerge
soprattutto considerando tre aspetti. Il primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha
bruscamente accentuato: il 63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle
aspettative sociali, ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna della
crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello attuale suscita
aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico). Il secondo aspetto riguarda la
diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti relazionali e alla solidarietà delle persone
(49,5% di consensi), mentre il mood relativo al precedente ciclo vedeva il prevalere di spinte
individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a quel 54% degli intervistati che ammette che l’attuale
situazione economica problematica ricorda come ogni generazione debba affrontare la discontinuità delle
condizioni di vita rispetto alle generazioni precedenti e questo deve servire a trovare modalità diverse di
vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di agire e di fare progetti per il futuro.
"Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi meccanismi
http://www.borse.it/fondi/articolo/Da-Assimoco-un-piano-per-un-nuovo-welfare__418863/1/1/1[21/05/2014 11:05:39]
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Nasdaq 3.600,31 -0,42%
Osservatorio del risparmio
Da Assimoco un piano per un nuovo welfare
di Massimiliano Volpe
Glossario
Educational
Fondi comuni di investimento - Borse.it
economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del
singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete
volte al mantenimento del benessere attuale e futuro”, ha sottolineato Ruggero Frecchiami, direttore
generale di Assimoco. "Il Rapporto è il seme di un altro modo di fare welfare, una tessera di un mosaico
che unito con l’impegno del settore pubblico, di quello privato e dei singoli cittadini può fare la differenza. Il
volume vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello istituzionale, sia sociale. L’idea è di
fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve occupare di assicurazione e protezione, senza distinzioni
tra privato e pubblico ma con la consapevolezza che quest’ultimo attore deve rivedere i meccanismi alla
base delle strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia con gli operatori del mercato per
recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami.
Un’area tematica del rapporto è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della popolazione e dei
clienti di Assimoco. In particolare, è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da
parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e, quindi la richiesta di
protezione che arriva dai cittadini. Molto interessante da notare, la differenza di percezione dei rischi tra
popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di
riferimento sul territorio). In particolare, i "clienti cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza
maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi (76,2%
dei clienti e il 59% della popolazione).
Un altro approfondimento del rapporto si concentra sui bisogni vecchi e nuovi che fanno capo alla
famiglia nel campo sociale. Parliamo dei giovani, degli anziani, dalle famiglie monoparentali e di quelle
allargate, per esempio. Lo studio, inoltre, evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati
vincenti, sia sul piano economico e industriale, sia sul piano sociale. "Lasciate che vi dia qualche numero
per permettervi di comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali
potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa 20mila aziende
con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la disoccupazione giovanile in
Italia ha superato la spaventosa percentuale del 40%, negli ultimi cinque anni le cooperative hanno
registrato una crescita dell’8% dell’occupazione”, ha sottolineato Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo
del Rapporto, dedicato, appunto, alle esperienze di mutualità applicata.
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Fonte: Finanza.com
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http://www.borse.it/fondi/articolo/Da-Assimoco-un-piano-per-un-nuovo-welfare__418863/1/1/1[21/05/2014 11:05:39]
SPECIALE ASSIMOCO IL NUOVO WELFARE PARTE DAL BASSO
Insurancedaily 21-05-2014
MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 N. 515
PRIMO PIANO
Snfia,
oggi a Roma
il congresso
Si tiene oggi a Roma,
presso la Residenza Ripetta, il
decimo congresso nazionale
dello Snfia, il sindacato
nazionale dei funzionari
delle imprese assicuratrici.
In una nota, l’organizzazione
spiega che il congresso
rappresenterà l’occasione
per fare “una lucida analisi
della situazione, in un periodo
di svolta cruciale del mondo
occupazionale e non solo,
quale è quello che stiamo
vivendo”. A sottolineare
ulteriormente l’attenzione
rivolta alle dinamiche in corso
sarà la presenza di Teresa
Bellanova, sottosegretario
al Lavoro e politiche sociali.
“Le difficoltà economiche,
la confusione del quadro
politico, e le tensioni sociali
di questo periodo storico osserva il segretario generale
dello Snfia, Marino D’Angelo
– scrivono la trama di un
cambiamento epocale. In
tutta Europa le organizzazioni
sindacali sono in difficoltà a
reggere il passo, e devono
sapere adattarsi a questi
mutamenti, pena la perdita
del senso stesso della loro
esistenza”. Snfia vuole
porsi come interlocutore
privilegiato di un settore che
conta in Italia oltre 16mila
addetti, “colletti bianchi
appartenenti a un ceto
medio sempre più coinvolto
dal difficile momento
economico”.
B.M.
SPECIALE ASSIMOCO
Il nuovo welfare parte dal basso
Se cresce l’impoverimento degli italiani a seguito della crisi e si riduce la protezione pubblica, si sta
anche aprendo uno spazio interessante per un neo-welfare che mette in gioco soprattutto il ceto
medio e tiene conto delle esigenze che arrivano dalla base. È quanto emerge dal Rapporto 2014,
“Un Neo-welfare per l’Italia”. Autoprotezione, mutualità e cooperazione, promosso da Assimoco
Agganciare un ceto medio esigente, anche se meno benestante,attraverso risposte assicurative personalizzate
che sappiano cogliere i nuovi bisogni. Questo il messaggio
forte che arriva dal Rapporto 2014, Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione, promosso
dal gruppo Assimoco (Assicurazioni movimento cooperativo) e realizzato dalla società Ermeneia, su un panel telematico di circa 1000 famiglie italiane.
“Con questa ricerca – ha spiegato Ruggero Frecchiami,
direttore generale di Assimoco – abbiamo voluto dare un
contributo al cambiamento, facendoci portavoce dei nuovi
meccanismi economico-sociali e delle nuove esigenze della
popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del
Ruggero Frecchiami, direttore generale Assimoco
singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro.
Siamo di fronte – ha continuato – a una trasformazione epocale e permanente che porta nuovi bisogni:
una nuova era, in cui la crisi della solidarietà familiare amplifica la ritirata dello Stato, richiedendo un
nuovo modello di welfare, basato su un mosaico di soggetti e di risorse di tipo pubblico, privato aziendale, mutualistico-cooperativo, individuale e familiare”.
Da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati
1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, agenti e agenzie di riferimento sul territorio): “i clienti cooperatori di
Assimoco – conferma Frecchiami – hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi
una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi: è questa
l’opinione del 76,2% dei clienti e il 59% della popolazione”.
SI COMINCIA A REAGIRE
Il messaggio forte della ricerca è che, alle preoccupazioni e allo scoraggiamento, si affianca la volontà di reagire; inoltre, se cresce l’impoverimento delle persone a seguito della crisi e si riduce la protezione pubblica, si sta anche aprendo uno spazio interessante per un neo-welfare
che mette in gioco in particolare il ceto medio.
“Siamo davanti – spiega Nadio Delai, presidente di Ermeneia – a un
indebolimento del ceto medio, che resta esigente anche se non più benestante, e a una contrazione evidente, tra il 2008 e il 2012, dei consumi (-7%) e della ricchezza netta delle famiglie italiane (-9,1%); la crisi ha
influito in maniera determinante sulla vita quotidiana (lo pensa il 71,5%
delle persone intervistate, di cui l’80% dei ceti più deboli e il 61,0% dei
ceti medi) e, da prima della crisi, a oggi, i diversi segmenti di popolazione
hanno significativamente perso posizioni: 10,5 punti il ceto medio-alto,
13 punti i soggetti collocati nella fascia media e 18,1 punti i livelli medio-bassi”.
(continua a pag.2)
1
MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 N. 515
(continua da pag.1)
ITALIANI BIVALENTI
Il secondo aspetto che emerge è che la crisi genera atteggiamenti e sentiment bivalenti (sia negativi, che positivi), a conferma che è stata gradualmente metabolizzata.
Iniziano a emergere segnali di resilienza nelle valutazioni e nei comportamenti delle
persone. “Il 58,5% degli intervistati – spiega il presidente di Ermeneia – afferma come
la crisi economica abbia cambiato in peggio la vita delle persone, ma una percentuale
analoga (56,5%) ammette anche che essa ha provocato più timori di cambiamento che
non cambiamenti effettivi; ma soprattutto, più della metà del campione afferma che
la crisi ha cambiato in meglio la vita dei cittadini, in quanto ci ha fatto bene, riportandoci ad una maggiore sobrietà dei consumi, dei comportamenti e degli atteggiamenti
(56,8%); e, infine, il 56,2% degli intervistati sostiene che la crisi ha spinto le persone a
reagire e a cercare modalità diverse di consumare, di lavorare, e di vivere”.
I sentiment rilevati presentano un intreccio evidente tra quelli positivi (la scommessa sul futuro, e la voglia di fare) e quelli negativi (l’inquietudine, l’insoddisfazione, la
paura, la rassegnazione). “Bivalenza fa rima con resilienza: infatti una crisi lunga e
profonda come quella che stiamo vivendo – osserva Delai – segna il corpo sociale negli
atteggiamenti, ma nello stesso tempo dà origine a fenomeni di adattamento reattivo:
si comincia a reagire (o a voler reagire) in maniera più o meno intensa”.
VERSO LA COOPERAZIONE
Il terzo elemento che emerge è rappresentato dalla consapevolezza che il cambiamento è permanente e, anche se il ciclo delle attese rispetto a prima della crisi è peggiorato, si ammette la necessità di assumere maggiori responsabilità sotto il profilo
dell’autoprotezione dei rischi come individui, famiglie e soggetti collettivi. “Il cambiamento di ciclo – sottolinea Delai – diventa evidente qualora si consideri il mutamento
di segno delle aspettative sociali che, da crescenti prima della crisi, sono diventate
decrescenti negli anni seguenti: da più a meno lavoro, da più a meno reddito, da più
a meno mobilità sociale, da più a meno welfare (63,4% di consensi); parallelamente, la spinta individualistica, oggi mostra i suoi limiti: si avverte la necessità di dare
maggiore attenzione alla relazionalità e alla solidarietà tra le persone (49,5% di consensi); in parallelo, emerge la percezione di uno spazio altrettanto consapevole che
riguarda il rafforzamento o l’avvio di forme di neo-welfare responsabile (circa il 60%
degli intervistati), riconoscendo l’esistenza di esperienze
di neo-welfare che, oggi, cominciano a diffondersi sotto
forma di benefici offerti ai dipendenti da parte di aziende
o di gruppi di aziende, di formule assicurative di categoria
e/o di impresa, di esperienze di mutualità di vario genere
sul piano personale, familiare e territoriale (54,5% di consensi)”.
In questo senso, grande valore acquista il sistema cooperativistico italiano che, sottolinea Frecchiami –
“raggruppa 20mila aziende, oltre tre milioni di soci, un fatturato di 67 miliardi di euro e una crescita dell’8%
dell’occupazione.”
In considerazione dei dati emersi, la ricetta per il nuovo welfare prevede tre punti: “è necessario – spiega Delai – personalizzare la risposta da indirizzare, in particolare, a un ceto medio (8 milioni di potenziali
clienti) sempre più esigente, che richiede maggiore informazione, consulenza e professionalità degli intermediari; il neowelfare deve nascere dal basso, ed essere in sintonia con le esigenze che arrivano dalla
base, tralasciando soluzioni dall’alto, troppo strutturate e precostituite; la cooperazione può essere la
chiave di sviluppo, come dimostrano i numerosi casi che si sono rivelati vincenti sul piano economico,
industriale e sociale. Ma, soprattutto, dobbiamo uscire da questa fase di passaggio in cui non siamo più
quello che eravamo, ma non siamo ancora quello che saremo, e iniziare a investire le nostre energie su
quello che vogliamo e possiamo diventare in futuro”.
Laura Servidio
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