RASSEGNA STAMPA ASSIMOCO ASSIMOCO, PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2014: «UN NEO-WELFARE PER L’ITALIA. AUTOPROTEZIONE., MUTUALITÀ E COOPERAZIONE» Intermedia Channel 14-05-2014 INTERMEDIA CHANNEL Assimoco, presentazione del Rapporto 2014: “Un neo-welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” 14 maggio 2014 - 19:22 Presentato oggi nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il Rapporto Assimoco 2014 “Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione”. Mentre gli italiani temono per il futuro dei giovani i tedeschi si preoccupano per l’inflazione e i disastri naturali Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e per la crescita della disoccupazione (70%) mentre i tedeschi sono preoccupati per l’inflazione (61%) e per i disastri naturali (56%). E’ questo uno dei dati eclatanti messi in luce dal Rapporto 2014 “Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” presentato oggi, nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, dal Gruppo Assimoco, il Gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo Italiano. Il Rapporto, edito da FrancoAngeli (240 pagine), e commissionato dalla società assicurativa a Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, vuole essere “uno strumento scientifico utile a chi desidera trovare risposte concrete per intraprendere un percorso che porti a un rinnovamento della fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul piano sociale ed economico”. Il confronto internazionale con la popolazione tedesca – si legge in una nota – è stato possibile “grazie al parallelo con una ricerca che R+V, azionista di maggioranza del Gruppo Assimoco, e tra i primi player nel mondo assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione locale. Se inflazione e disoccupazione sono le principali preoccupazioni che turbano il sonno, rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del peggioramento della situazione economica si trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con un’intensità più forte in Italia che non in Germania (63,8% contro 50%)”. Per Assimoco è interessante anche un altro dato messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che esiste un doppio livello di consapevolezza nella popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di un cambiamento profondo del ciclo di convivenza e, dall’altro, sottolinea la necessità di assumere maggiore responsabilità in tema di autoprotezione individuale, familiare e collettiva. Il campione di popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un panel telematico, costituto da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i singoli individui da i 18 anni in su) registra “in maniera significativa il passaggio di coesistenza che oggi stiamo vivendo” e ciò emerge soprattutto considerando tre aspetti. Il primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha bruscamente accentuato: il 63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle aspettative sociali, ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna della crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello attuale suscita aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico). Il secondo aspetto riguarda la diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti relazionali e alla solidarietà delle persone (49,5% di consensi), mentre il mood relativo al precedente ciclo vedeva il prevalere di spinte individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a quel 54% degli intervistati che ammette che l’attuale situazione economica problematica ricorda come ogni generazione debba affrontare la discontinuità delle condizioni di vita rispetto alle generazioni precedenti e questo deve servire a trovare modalità diverse di vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di agire e di fare progetti per il futuro. “Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi meccanismi economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro”, ha sottolineato oggi Ruggero Frecchiami, Direttore Generale di Assimoco. “Il Rapporto è il seme di un altro modo di fare welfare, una tessera di un mosaico che unito con l’impegno del settore pubblico, di quello privato e dei singoli cittadini può fare la differenza. Il volume presentato oggi alla Camera alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni, proprio per la delicatezza e l’attualità dei temi trattati, vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello istituzionale, sia sociale. L’idea è di fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve occupare di assicurazione e protezione, senza distinzioni tra privato e pubblico ma con la consapevolezza che quest’ultimo attore deve rivedere i meccanismi alla base delle strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia con gli operatori del mercato per recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami. Un’area tematica del Rapporto – prosegue la nota – è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della popolazione e dei clienti di Assimoco. In particolare, “è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e, quindi la richiesta di protezione che arriva dai cittadini. Molto interessante da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di riferimento sul territorio). In particolare, i “clienti cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi (76,2% dei clienti e il 59% della popolazione)”. Lo studio, inoltre, evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati vincenti, sia sul piano economico e industriale, sia sul piano sociale. “Lasciate che vi dia qualche numero per permettervi di comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa 20mila aziende con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la disoccupazione giovanile in Italia ha superato la spaventosa percentuale del 40%, negli ultimi cinque anni le cooperative hanno registrato una crescita dell’8% dell’occupazione”, ha sottolineato Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo del Rapporto, dedicato, appunto, alle esperienze di mutualità applicata. Dopo la presentazione si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato, oltre allo stesso dg di Assimoco Frecchiami, Gianfranco Bonacina, presidente Cassa Rurale BCC Treviglio, Roberto Marcelli, Presidente Cooperativa Raphaël, Giuseppe Milanese, Presidente FederazioneSanità, Christian Tanner, Vicedirettore Federazione Cooperativa Raiffeisen e Giovanni Teneggi, Direttore Confcooperative Reggio Emilia. Assimoco – “Un Intermedia Channel Neo-Welfare per l’Italia” – Sintesi del rapporto ECONOMIA E FINANZA: GLI AVVENIMENTI DI MERCOLEDÌ 14/05 Borsa Italiana 14-05-2014 CRISI CONFCOOPERATIVE: TROPPI GLI INDICATORI ANCORA IN CALO Yahoo.it 14-05-2014 Codice abbonamento: 072732 GARDINI: «TROPPI GLI INDICATORI IN CALO, IL WELFARE DEVE SPERIMENTARE NUOVE STRADE» Corriere Nazionale 14-05-2014 WELFARE: GLI ITALIANI SONO PRONTI A FARE DA SÉ La mia previdenza 14-05-2014 Welfare: gli italiani sono pronti a fare da sé di redazione Cresce la consapevolezza di come sia necessario provvedere all’autoprotezione, anche attraverso assicurazioni integrative. I risultati di un’indagine realizzata per Assimoco Gli effetti della crisi si fanno sentire: gli italiani si sentono più poveri, e hanno ridotto la loro propensione al risparmio. Nello stesso tempo si riduce la protezione offerta dal welfare pubblico. Così, mentre emerge la voglia di mettersi alle spalle questi sei anni di difficoltà economiche, cresce la consapevolezza di come sia necessario fare da sé, realizzare un “neo-welfare”, in cui il peso della responsabilità degli individui, delle famiglie e dei gruppi sia sempre più importante. A indagare i timori, i bisogni e le intenzioni degli italiani su crisi, sistema sanitario e previdenziale, risparmi e ricchezze è un’indagine realizzata dalla società specializzata Ermeneia, per conto di Assimoco, la compagnia assicurativa del mondo cooperativo. In particolare è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e quindi la richiesta di protezione. Secondo il rapporto, l’impoverimento delle persone per effetto della crisi, e la riduzione progressiva del welfare pubblico aprono uno spazio particolarmente interessante per “un neo-welfare”, diretto in particolare al ceto medio. Innanzitutto per effetto della crisi. Dal 2008 a oggi l’Italia ha assistito a: una contrazione dei consumi delle famiglie (meno 7%); un aumento del carico fiscale e contributivo (dal 29,4% al 30,3%); una contrazione nella propensione al risparmio, scesa dal 12,1% all’8,2%; e una riduzione del 9,1% della ricchezza netta delle famiglie, anche per effetto del calo di valore degli immobili e delle attività finanziarie. Di tutto questo gli italiani hanno una percezione chiara. Più di sette intervistati su dieci (il 71,5%) affermano che la crisi ha influito in maniera significativa sulla loro vita quotidiana, e sei su dieci (62,5%) si sentono impoveriti. Anche il calo della propensione al risparmio è confermata dal sondaggio: due terzi degli intervistati non hanno risparmiato (49%), hanno dovuto utilizzare i risparmi messi da parte in precedenza per fare fronte a spese correnti (12,7%), o hanno dovuto chiedere prestiti per le spese quotidiane. Il 15% ha risparmiato non più del 15% del suo reddito e solo l’8,8% ha risparmiato una quota maggiore. Quanto al welfare pubblico, la percezione della sua riduzione da parte degli intervistati è chiara. Il 63% ritiene che non solo la copertura si è ridotta, ma che oggi bisogna pagare per ottenere servizi, attraverso ticket, addizionali Irpef o ricorrendo a servizi a pagamento, negli ospedali o nelle strutture private, anche per evitare liste d’attesa troppo lunghe. Gli effetti psicologici della crisi che emergono dall’indagine Assimoco sono però ambivalenti. La crisi sembra sia stata ormai digerita e si riscontrano segnali di reazione positiva. Da una lato quasi il 60% degli intervistati è convinto che la crisi abbia cambiato in peggio la vita delle persone. Dall’altro però una maggioranza quasi altrettanto ampia (56,8%) è convinta che il ciclo economico che dura ormai da sei anni abbia avuto effetti positivi, riportando gli individui a una maggiore sobrietà nei consumi e nei comportamenti. Ed emerge la volontà di prendere le distanze dalla crisi e dai suoi effetti, di darne un’interpretazione più evolutiva dalla quale ripartire per progettare meglio il proprio futuro (59,5%). Un ulteriore dato emerge con chiarezza: la consapevolezza della necessità di assumere maggiori responsabilità per quanto riguarda l’autoprotezione individuale, familiare e collettiva. Di fronte alla riduzione del welfare pubblico, occorre dunque ricorrere a forme di assicurazioni integrative, che coinvolgano la responsabilità degli individui, delle famiglie e della collettività. Diffusa è anche la previsione che la solidarietà all’interno delle famiglie sarà messa in discussione da fenomeni quali l’aumento del numero di anziani da assistere, le difficoltà dei giovani di diventare autonomi, la disoccupazione di fasce di popolazione adulta. E anche da questa consapevolezza discende, per la maggior parte degli intervistati (56,2%) la necessità di ricorrere a coperture assicurative integrative. NEO- WELFARE PER L’ITALIA: AUTOPROTEZIONE, MUTUALITÀ E COOPERAZIONE Percorsi di secondo welfare 14-05-2014 NUOVO WELFARE, RICETTA ANTI-CRISI Avvenire 15-05-2014 Quotidiano Data Pagina Codice abbonamento: 072732 Foglio 15-05-2014 22 1 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. ROMA: ASSIMOCO, 14/05 PRESENTAZIONE RAPPORTO 2014 «NEO-WELFARE PER L’ITALIA» AgenParl 16-05-2014 ROMA: ASSIMOCO, 14/05 PRESENTAZIONE RAPPORTO 2014 ‘NEO-WELFARE PER L’ITALIA’ La fase di crisi che sta attraversando l’Italia è caratterizzata anche da un impoverimento economico e sociale del ceto medio: occorre tutelare le condizioni di vita, i consumi, l’istruzione, il lavoro, la salute, la pensione. Per fotografare questi fenomeni il Gruppo Assimoco ha promosso uno studio di natura socioeconomica sulla popolazione e su alcuni interessanti casi di cooperazione curata da Ermeneia Studi & Strategie di Sistema. Aprirà i lavori Ruggero Frecchiami, direttore generale Gruppo Assimoco. Nadio Delai,presidente di Ermeneia presenterà il rapporto. Interverranno, tra gli altri, ai lavori: Maurizio Gardini, presidente Confcooperative e Silvano Andriani presidente Forum Ania consumatori. Crisi, giovani e disastri naturali. Le paure dei cittadini europei Affaritaliani.it 16-05-2014 Assimoco Codice abbonamento: 072732 Assimoco Codice abbonamento: 072732 LA PENSIONE NEL LIBRETTO Assinews.it 17-05-2014 17-05-2014 Data ASSINEWS.IT (WEB) Pagina 1/2 Foglio Per visualizzare correttamente la pagina è necessario abilitare i javascript. Se non sai come fare scoprilo selezionando il tuo browser dalla lista presente qui di seguito: ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ Microsoft Internet Explorer Mozilla Firefox Apple Safari Netscape Navigator America Online (AOL) Milano Finanza ItaliaOggi Class Meteo Class Life MFfashion.it MFIU ClassHorse.TV Gli altri news, articoli, video ... Cerca nel sito: CERCA Mappa del sito Chi siamo NEWS OGGI LA STAMPA OGGI FORMAZIONE ASSINEWS Web TV RischioSanità ASSINEWS RISPONDE Consulenza TEMATICHE sabato 17 maggio 2014 eShop Documenti NEWSLETTER La Stampa Oggi Informazioni Sondaggio sabato 17 maggio 2014 < back 0434.26136 Mi piace [email protected] Tweet La pensione nel libretto Resistere, resistere, resistere!! Sembra la nuova parola d'ordine degli Agenti assicurativi quando si parla del calo di redditività delle Agenzie. Ritiene che: j non corrisponda al vero k l m n di Roberta Castellarin e Paola Valentini j sia un fatto temporaneo che k l m n dipende dalla congiuntura economica L'Italia vive di welfare: su 801 miliardi di spesa j dipenda dalla scarsa competitività k l m n delle Agenzie rispetto ai nuovi canali di vendita pubblica totale per il 2012, ben 395 miliardi (il 49%) sono stati spesi in prestazioni sociali. Il problema è che questi 400 miliardi di risorse j dipenda da accordi oligopolistici fra k l m n le Compagnie pubbliche oggi destinate a previdenza e assistenza rischiano di contrarsi, se non altro perché per le nuove generazioni che hanno il Le vostre risposte sistema contributivo di calcolo delle pensioni lo Stato non prevede più integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali. Il sistema attuale penalizza anche le donne. Secondo quanto emerso da un'analisi di Assoprevidenza sulla base dei dati della Ragioneria Generale dello Stato, l'aspettativa di vita delle donne over 65 sono superiori di 3,4 anni a quelle degli uomini. Le donne percepiranno quindi la pensione lavoratrice; il differenziale a favore del lavoratore sarà del 5% nel 2060. Sottolinea Alberto Brambilla, coordinatore della Giornata nazionale della Previdenza che si è appena conclusa a Milano in Piazza Affari: «In Italia manca un'efficace comunicazione sui temi della previdenza da parte dello Stato, il nostro obiettivo è fornire tutte le informazioni utili, Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Assimoco Codice abbonamento: parità di condizioni, il tasso di sostituzione di un lavoratore sarà superiore a quello di una 072732 per un periodo più lungo di circa il 20% rispetto a un uomo. Per effetto del sistema contributivo, a Data ASSINEWS.IT (WEB) 17-05-2014 Pagina Foglio 2/2 cominciando dai giovanissimi, La previdenza complementare va intesa come un libretto di risparmio, alla quale pensare il prima possibile». Avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza: «La grave crisi economica e occupazionale ha generato una situazione paradossale dove, al crescente bisogno di copertura sociale, corrisponde la riduzione di risorse a disposizione del welfare pubblico che impedisce al sistema di protezione sociale di assolvere al proprio compito», continua Corbello, «È urgente procedere a una razionalizzazione delle poche risorse disponibili, pubbliche e private, organizzandole in maniera efficiente. Meno enti che svolgono attività parallele significa focalizzare l'attenzione sull'aspetto dei servizi e di risparmiare sulle inutili ridondanze di carattere amministrativo». Assoprevidenza ha avviato da tempo una riflessione sulla necessità di introdurre opportune modifiche all'attuale modello di welfare, al fine di superare le rigide separazioni operative e normative esistenti tra i comparti della previdenza e dell'assistenza sanitaria complementare, in modo da definire forme pensionistiche complementari che offrano anche prestazioni sanitarie integrative e il presidio dei rischi legati alla longevità e conseguente inabilità, tramite coperture di Ltc (Long Term Care). Appunto un welfare integrato. Dice Corbello: «Il punto di partenza è la definizione di un modello complessivo di welfare integrato fondato su uno schema generale dotato di adeguata flessibilità, che sia in grado di adattarsi alle diverse situazioni. In questo quadro deve essere approfondito il ruolo che i vari attori coinvolti, sia pubblici che privati, potranno sostenere per la costruzione del nuovo sistema. Nella consapevolezza che, pur in assenza di un quadro normativo favorevole, sono ormai numerose le iniziative avviate nelle Regioni attraverso la realizzazione di efficaci forme di sinergia fra pubblico e privato». In molti Paesi europei sono in corso sperimentazioni esterne al perimetro pubblico, con il coinvolgimento di una vasta gamma di soggetti, quali assicurazioni private e fondi di categoria, fondazioni e altri enti filantropici, il sistema delle imprese e i sindacati, associazioni ed enti locali. Dai risultati del Primo rapporto sul «Secondo welfare» illustrati nel corso del convegno di Assoprevidenza alla Giornata della Previdenza dalla curatrice della ricerca Franca Mainom, direttrice del Laboratorio sul Secondo welfare in Italia, emerge che in alcuni Paesi europei il welfare alternativo ha già raggiunto importanti risultati, in particolare nei servizi per le famiglie e le persone. È nato un nuovo terziario sociale avanzato volto a soddisfare bisogni e domande non coperte dal pubblico nel campo della salute, dell'assistenza, dell'istruzione, delle attività culturali. I soggetti che operano in questi campi variano dalle microimprese giovanili alle emergenti multinazionali dei servizi, pronte a investire capitali. D'altra parte la spesa sociale di parte non pubblica, secondo l'Ocse, in Italia è pari al 2,1% del pil, al di sotto di Svezia (2,8%), Francia e Germania (3,0%), Belgio (4,5%), Regno Unito (7,1%) e Olanda (8,3%). A differenza di altri Paesi, in Italia nell'ultimo decennio la spesa privata è peraltro rimasta ferma. Esistono quindi ampi margini di crescita che potrebbero far affluire verso la sfera del welfare risorse per diversi miliardi di euro. Oltre l'80% delle imprese con più di 500 dipendenti ha avviato iniziative di welfare aziendale e contrattuale. In Italia ci sono più di 500 fondi integrativi negoziali e volontari e circa 2.000 mutue sanitarie, molte delle quali nate dalla contrattazione collettiva di grandi categorie di lavoratori dipendenti. Vi sono tuttavia ampi margini di crescita: la spesa sanitaria privata a carico delle famiglie, cosiddetta out of pocket, si aggira fra il 25 e il 30% della spesa sanitaria complessiva, mentre oggi meno del 4% è intermediata dalle assicurazioni e il 14% circa dalle organizzazioni mutualistiche non profit. D'altro canto gli italiani sono sempre più consapevoli che la crisi lascerà un segno indelebile. Anche perché di fatto ha accelerato un cambiamento inevitabile, se si considerano il livello del debito pubblico italiano e il trend demografico. Una consapevolezza che emerge dal rapporto Assimoco 2014 «Un neo welfare per l'Italia». Il 63% degli intervistati ritiene che la copertura dei bisogni derivanti dal welfare pubblico si è ridotta nel tempo e si dovrà pagare sempre di più per ottenere i relativi servizi, oppure si dovrà ricorrere sempre di più a servizi a pagamento. 072732 (riproduzione riservata) Seguici su: Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Assimoco Codice abbonamento: PREVIDENZA, LA PENSIONE NEL LIBRETTO Intermediachannel.it 17-05-2014 17-05-2014 Data INTERMEDIACHANNEL.IT(WEB) Pagina 1/2 Foglio ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER Iscriviti Cerca su IMC Associazioni di Categoria IVASS Gruppi Agenti Approfondimenti Video Formazione Contatti Previdenza, la pensione nel libretto 17 maggio 2014 17:46 Oggi in Italia la spesa pubblica per il welfare assorbe la metà del totale, 395 miliardi. Ma la cifra si ridurrà perché ai giovani lo Stato non garantirà più integrazioni. Ecco come correre ai ripari L’Italia vive di welfare: su 801 miliardi di spesa pubblica totale per il 2012, ben 395 miliardi (il 49%) sono stati spesi in prestazioni sociali. Il problema è che questi 400 miliardi di risorse pubbliche oggi destinate a previdenza e assistenza rischiano di contrarsi, se non altro perché per le nuove generazioni che hanno il sistema contributivo di calcolo delle pensioni lo Stato non prevede più integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali. Il sistema attuale penalizza anche le donne. Secondo quanto emerso da un’analisi di Assoprevidenza sulla base dei d a t i d e l l a R a g i o n e r i a G e n e r a l e d e l l o S t a t o, l’aspettativa di vita delle donne over 65 sono superiori di 3,4 anni a quelle degli uomini. Le donne percepiranno quindi la pensione per un periodo più lungo di circa il 20% rispetto a un uomo. Per effetto del sistema contributivo, a parità di condizioni, il tasso di sostituzione di un lavoratore sarà superiore a quello di una lavoratrice; il differenziale a favore del lavoratore sarà del 5% nel 2060. Articoli più letti: Ma ad Allianz l’agente diventa titolare dei dati dei… Porto San Giorgio (FM): I clienti denunciano un… Scatola nera: alleata dei Consumatori o delle Assicurazioni? Distribuzione assicurativa: La “rivoluzione… Studi di settore, il Fisco batte l’agente assicurativo Saluzzo (CN): Morirono sullo scooter, rimborso… Intermedia Channel Sottolinea Alberto Brambilla, coordinatore della Giornata nazionale della Previdenza che si è appena conclusa a Milano in Piazza Affari: «In Italia manca un’efficace comunicazione sui temi della previdenza da parte dello Stato, il nostro obiettivo è fornire tutte le informazioni utili, cominciando dai giovanissimi. La Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Mi piace 1.096 072732 News Codice abbonamento: HOME INTERMEDIACHANNEL.IT(WEB) Data Foglio previdenza complementare va intesa come un libretto di risparmio, alla quale pensare il prima possibile». Avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza: «La grave crisi economica e occupazionale ha generato una situazione paradossale dove, al crescente bisogno di copertura sociale, corrisponde la riduzione di risorse a disposizione del welfare pubblico che impedisce al sistema di protezione sociale di assolvere al proprio compito», continua Corbello, «È urgente procedere a una razionalizzazione delle poche risorse disponibili, pubbliche e private, organizzandole in maniera efficiente. Meno enti che svolgono attività parallele significa focalizzare l’attenzione sull’aspetto dei servizi e di risparmiare sulle inutili ridondanze di carattere amministrativo». 17-05-2014 Pagina 2/2 da Twitter Follow Us on Twitter Assoprevidenza ha avviato da tempo una riflessione sulla necessità di introdurre opportune modifiche all’attuale modello di welfare, al fine di superare le rigide separazioni operative e normative esistenti tra i comparti della previdenza e dell’assistenza sanitaria complementare, in modo da definire forme pensionistiche complementari che offrano anche prestazioni sanitarie integrative e il presidio dei rischi legati alla longevità e conseguente inabilità, tramite coperture di Ltc (Long Term Care). Appunto un welfare integrato. Dice Corbello: «Il punto di partenza è la definizione di un modello complessivo di welfare integrato fondato su uno schema generale dotato di adeguata flessibilità, che sia in grado di adattarsi alle diverse situazioni. In questo quadro deve essere approfondito il ruolo che i vari attori coinvolti, sia pubblici che privati, potranno sostenere per la costruzione del nuovo sistema. Nella consapevolezza che, pur in assenza di un quadro normativo favorevole, sono ormai numerose le iniziative avviate nelle Regioni attraverso la realizzazione di efficaci forme di sinergia fra pubblico e privato». In molti Paesi europei sono in corso sperimentazioni esterne al perimetro pubblico, con il coinvolgimento di una vasta gamma di soggetti, quali assicurazioni private e fondi di categoria, fondazioni e altri enti filantropici, il sistema delle imprese e i sindacati, associazioni ed enti locali. Dai risultati del Primo rapporto sul «Secondo welfare» illustrati nel corso del convegno di Assoprevidenza alla Giornata della Previdenza dalla curatrice della ricerca Franca Maino, direttrice del Laboratorio sul Secondo welfare in Italia, emerge che in alcuni Paesi europei il welfare alternativo ha già raggiunto importanti risultati, in particolare nei servizi per le famiglie e le persone. È nato un nuovo terziario sociale avanzato volto a soddisfare bisogni e domande non coperte dal pubblico nel campo della salute, dell’assistenza, dell’istruzione, delle attività culturali. I soggetti che operano in questi campi variano dalle microimprese giovanili alle emergenti multinazionali dei servizi, pronte a investire capitali. D’altra parte la spesa sociale di parte non pubblica, secondo l’Ocse, in Italia è pari al 2,1% del pil, al di sotto di Svezia (2,8%), Francia e Germania (3,0%), Belgio (4,5%), Regno Unito (7,1%) e Olanda (8,3%). A differenza di altri Paesi, in Italia nell’ultimo decennio la spesa privata è peraltro rimasta ferma. Esistono quindi ampi margini di crescita che potrebbero far affluire verso la sfera del welfare risorse per diversi miliardi di euro. Oltre l’80% delle imprese con più di 500 dipendenti ha avviato iniziative di welfare aziendale e contrattuale. In Italia ci sono più di 500 fondi integrativi negoziali e volontari e circa 2.000 mutue sanitarie, molte delle quali nate dalla contrattazione collettiva di grandi categorie di lavoratori dipendenti. Vi sono tuttavia ampi margini di crescita: la spesa sanitaria privata a carico delle famiglie, cosiddetta out of pocket, si aggira fra il 25 e il 30% della spesa sanitaria complessiva, mentre oggi meno del 4% è intermediata dalle assicurazioni e il 14% circa dalle organizzazioni mutualistiche non profit. D’altro canto gli italiani sono sempre più consapevoli che la crisi lascerà un segno indelebile. Anche perché di fatto ha accelerato un cambiamento inevitabile, se si considerano il livello del debito pubblico italiano e il trend demografico. Una consapevolezza che emerge dal rapporto Assimoco 2014 «Un neo welfare per l’Italia». Il 63% degli intervistati ritiene che la copertura dei bisogni derivanti dal welfare pubblico si è ridotta nel tempo e si dovrà pagare sempre di più per ottenere i relativi servizi, oppure si dovrà ricorrere sempre di più a servizi a pagamento. Autori: Roberta Castellarin e Paola Valentini – Milano Finanza (Estratto articolo originale) Articoli Correlati: PROPOSTA ASSOPREVIDENZA: SOSTEGNO AL REDDITO CON I FONDI PENSIONE Chi penserà al welfare degli italiani LE MIGLIORI PENSIONI DEL MONDO SONO QUELLE DANESI Codice abbonamento: GNP 2014: Concentrare le poche risorse disponibili nel Welfare integrato per la tutela completa delle famiglie 072732 Previdenza, la strada per la prosperità Leave a Reply Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. LA PENSIONE NEL LIBRETTO Milano Finanza 17-05-2014 Settimanale Data Pagina Codice abbonamento: 072732 Foglio 17-05-2014 34 1/2 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Assimoco Settimanale Data Pagina Codice abbonamento: 072732 Foglio 17-05-2014 34 2/2 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Assimoco MA L’INFLAZIONE SPAVENTA (ANCORA) I RISPARMIATORI TEDESCHI Corriere Economia 19-05-2014 WELFARE E SVILUPPO: COOPERATIVE AL LAVORO Confinionline.it 19-05-2014 19-05-2014 Data Pagina 1 Foglio Informazione Formazione Consulenza News Eventi Raccolta normative Links utili Job opportunity Corsi di formazione Formazione personalizzata Tieniti aggiornato sui nostri corsi Informazioni Progetto di consulenza Consulenti Contatti Ambiti di intervento Catalogo consulenze Chi siamo Sintesi e commenti Confinionline per il non profit Scadenzario Servizi HOME INFORMAZIONE PRINCIPALE NEWS NEWS Seguici CONFINIONLINE È SOCIAL! CHI SIAMO Welfare e sviluppo: cooperative al lavoro Società Lunedì 19 maggio 2014 EVENTI SINTESI E COMMENTI RACCOLTA NORMATIVE CONFINIONLINE PER IL NON PROFIT LINKS UTILI SCADENZARIO JOB OPPORTUNITY SERVIZI Altri Servizi Gardini «Troppi gli indicatori in calo. Metabolizzare la crisi e dare al paese visione di futuro. Cooperative lavorano a welfare inclusivo in collaborazione con il pubblico». (http://www.confcooperative.it/txtlstvw.aspx?LstID=5c8750c3709c 43d6bf01df632c70e3bf) “Dal 2008 a oggi tanti troppi indicatori sono in calo: i consumi sono calati del 7%, la propensione al risparmio é scesa dal 12,1% all'8,2%. Il ceto medio La sensazione soggettiva di impoverimento del paese é percepita da oltre 2 italiani su 3, tanto che a essere toccati dalla crisi ci sono le fasce deboli, ma anche il ceto medio e medio alto". Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Ermeneia Assimoco sul Neo Welfare. «Molti parlano di welfare, ma pochi agiscono concretamente, mentre cooperatori e cooperative si caricano sulle spalle pezzi di Paese con tutte le esigenze e i bisogni dei territori in cui operano». Lo dice Maurizio Gardini intervenendo alla presentazione del Rapporto alla biblioteca della Camera dei deputati. «Dobbiamo passare – continua Gardini – dalla cultura dell'emergenza alla cultura della preparazione, perché ci sia maggiore capacità di fare prevenzione. Abbiamo necessità di riqualificare la spesa pubblica, e proprio come fanno le imprese e le famiglie, siamo chiamati a fare più di prima spendendo meno di prima». «Sulla riqualificazione della spesa sul welfare noi proponiamo di spostare l'1% di risorse dalla sanità al sociale. Dobbiamo lavorare per evitare l'affollamento degli ospedali. Riteniamo – aggiunge Gardini – che la parola d'ordine sia costruire un welfare partecipativo, inclusivo e non in contrapposizione con il pubblico. Non possiamo pensare alla reinternalizzazione dei servizi. Se fosse così vorrebbe dire che il paese ha la testa voltata all'indietro». «Dobbiamo lavorare, e le cooperative lo stanno facendo, a sperimentare nuove strade, tra queste c'é il welfare di conciliazione, per dare risposte ai bisogni delle famiglie. Dobbiamo sforzarci di metabolizzare la crisi e ipotizzare – conclude Gardini – una nuova visione per lavorare a un grande processo di costruzione del futuro per dare prospettive di sviluppo al nostro Paese e occupazione ai giovani». Newsletter SEMPRE INFORMATI! Ricerca nel sito PAROLA O FRASE DA RICERCARE: Approfondimenti ALTRI ARGOMENTI DI INTERESSE Cartelle esattoriali: cosa fare prima di pagare Agenzia delle Entrate. Accertamenti e Controlli sul Terzo Settore Nuovo Welfare, Governance e Networking "Trovare lavoro nel nonprofit": una guida per inserirsi nel settore Le partnership profit/nonprofit, una visione d’insieme Fonte: ConfCooperative Confederazione Cooperative Italiane Codice abbonamento: Partner della Formazione 072732 Tutte le notizie Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Assimoco DA ASSIMOCO UN PIANO PER UN NUOVO WELFARE Finanza.com 20-05-2014 Da Assimoco un piano per un nuovo welfare - FINANZA.COM Martedì 20 maggio 2014 - Login - Registrati Cerca nel sito Cerca Notizie NOTIZIE RISPARMIO GESTITO HOME FONDI NOTIZIE VIDEO FINANZA PERSONALE RUBRICHE ANALISI DEL GESTORE FOREX FONDI E RETI BLOG ETF QUOTAZIONI FONDO DEL MESE Quotazioni FOCUS Cerca con Google FORUM SERVIZI OSSERVATORIO DEL RISPARMIO Rendimenti Fondi Italiani finanza.lastampa.it Scopri quali fondi hanno avuto i migliori rendimenti ad un mese Da Assimoco un piano per un nuovo welfare Ultime notizie 20.5.2014 - 17:04 Prysmian: nuovo contratto da 730 milioni di i G i Massimiliano Volpe 20 maggio 2014 - 14:18 20.5.2014 - 16:55 Generali: Fsi, avviato programma copertura tit tit li t MILANO (Finanza.com) Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e per la crescita della disoccupazione (70%) mentre i tedeschi sono preoccupati per l’inflazione (61%) e per i disastri naturali (56%). Questo uno dei dati eclatanti messi in luce dal Rapporto 2014 "Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” elaborato dal gruppo Assimoco, da oltre 30 anni il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo Italiano. Il rapporto commissionato a Ermeneia, Studi & Strategie di Sistema, vuole essere uno strumento scientifico utile a chi desidera trovare risposte concrete per intraprendere un percorso che porti a un rinnovamento della fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul piano sociale ed economico. Il confronto internazionale con la popolazione tedesca è stato possibile grazie al parallelo con una ricerca che R+V, azionista di maggioranza del gruppo Assimoco, e tra i primi player nel mondo assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione locale. Se inflazione e disoccupazione sono le principali preoccupazioni che turbano il sonno, rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del peggioramento della situazione economica si trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con un’intensità più forte in Italia che non in Germania (63,8% contro 50%). Interessante anche un altro dato messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che esiste un doppio livello di consapevolezza nella popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di un cambiamento profondo del ciclo di convivenza e, dall’altro, sottolinea la necessità di assumere maggiore responsabilità in tema di autoprotezione individuale, familiare e collettiva. Gestori Il campione di popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un panel telematico, costituto da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i singoli individui da i 18 anni in su) registra in maniera significativa il passaggio di coesistenza che oggi stiamo vivendo e ciò emerge soprattutto considerando tre aspetti. Il primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha bruscamente accentuato: il 63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle aspettative sociali, ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna della crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello attuale suscita aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico). Il secondo aspetto riguarda la diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti relazionali e alla solidarietà delle persone (49,5% di consensi), mentre il mood relativo al precedente ciclo vedeva il prevalere di spinte individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a quel 54% degli intervistati che ammette che l’attuale situazione economica problematica ricorda come ogni generazione debba affrontare la discontinuità delle condizioni di vita rispetto alle generazioni precedenti e questo deve servire a trovare modalità diverse di vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di agire e di fare progetti per il futuro. "Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi meccanismi economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro”, ha sottolineato Ruggero Frecchiami, direttore generale di Assimoco. "Il Rapporto è il seme di un altro modo di fare welfare, una tessera di un mosaico che unito con l’impegno del settore pubblico, di quello privato e dei singoli cittadini può fare la differenza. Il volume vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello istituzionale, sia sociale. L’idea è di fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve Associazioni http://www.finanza.com/promotore-finanziario-fondi-comuni-investimento/Italia/notizia-fondi/Da_Assimoco_un_piano_per_un_nuovo_welfare-418863[20/05/2014 17:21:22] Da Assimoco un piano per un nuovo welfare - FINANZA.COM occupare di assicurazione e protezione, senza distinzioni tra privato e pubblico ma con la consapevolezza che quest’ultimo attore deve rivedere i meccanismi alla base delle strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia con gli operatori del mercato per recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami. Reti Un’area tematica del rapporto è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della popolazione e dei clienti di Assimoco. In particolare, è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e, quindi la richiesta di protezione che arriva dai cittadini. Molto interessante da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di riferimento sul territorio). In particolare, i "clienti cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi (76,2% dei clienti e il 59% della popolazione). Un altro approfondimento del rapporto si concentra sui bisogni vecchi e nuovi che fanno capo alla famiglia nel campo sociale. Parliamo dei giovani, degli anziani, dalle famiglie monoparentali e di quelle allargate, per esempio. Lo studio, inoltre, evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati vincenti, sia sul piano economico e industriale, sia sul piano sociale. "Lasciate che vi dia qualche numero per permettervi di comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa 20mila aziende con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la disoccupazione giovanile in Italia ha superato la spaventosa percentuale del 40%, negli ultimi cinque anni le cooperative hanno registrato una crescita dell’8% dell’occupazione”, ha sottolineato Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo del Rapporto, dedicato, appunto, alle esperienze di mutualità applicata. Indici Grafico Migliori & Peggiori FTSE MIB 20341,50 0,11 FTSE IT. ALL-SHARE 21653,27 0,11 DAX 30 9666,52 0,07 CAC 40 4465,36 -0,10 IBEX 35 10446,10 0,20 DOW JONES 16511,86 0,12 S&P 500 1885,08 0,38 COMPX.USD 4125,82 0,86 NIKKEY 225 14075,00 0,49 F Risparmio & Investimenti 3 Tweet 5 Lascia un commento per poter lasciare un commento è prima necessario eseguire il login Username Password Eventi finanza accedi Evento Rendimenti Fondi Italiani Mega Trends 4 Financial Services Prestiti da 10.000 € 21/05/2014 - Milano nordfin.it/prestiti finanza.lastampa.it Scopri quali fondi hanno avuto i migliori rendimenti ad un mese Organizzatore ITForum 2014 Solo per Pensionati, Dip. Statali. Fattibilità telefonica in 1 Ora! 22/05/2014 - Emilia Romagna ITForum 2014 23/05/2014 - Emilia Romagna Investimenti immobiliari Prestiti Cattivi Pagatori Patrimoni a reddito Corso Bitcoin a 360 gradi Monete 500 Lire Argento 27/05/2014 - Lombardia Festival dell'Economia 30/05/2014 - Trentino Alto Adige ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER Notizie Finanza Personale Rubriche Quotazioni Approfondimenti Link utili Prima Pagina Assicurazione L'Angolo del Trader Ftse Mib ETF / ETC Calendario Macro Notizie Italia Casa Aspettando il Dow Indici EtfNews Finanza Auto Notizie Germania Lavoro A Mercato Chiuso Middle Cap Forex Blog Finanza.com Notizie Francia Pensioni Analisi Tecnica Listino Completo Rumors F Magazine Notizie Gran Bretagna Risparmio Risparmio Gestito Ftse Star Dividendi Bfn Brown Editore Notizie Nord America Calcolatori Speciale IPO Settori Speciali Finanza.com News Corner Rub. Approfondimento Migliori/Peggiori Notizie Sud America Certificate Journal Notizie Asia http://www.finanza.com/promotore-finanziario-fondi-comuni-investimento/Italia/notizia-fondi/Da_Assimoco_un_piano_per_un_nuovo_welfare-418863[20/05/2014 17:21:22] DA ASSIMOCO UN PIANO PER UN NUOVO WELFARE Borse.it 21-05-2014 Fondi comuni di investimento - Borse.it Registrati Recupera password RICORDAMI TITOLO Trading Ideas Dai fatti agli effetti Convertitore Valute Eventi Home Shop Portafogli Notizie SeDex Indici INDICI: Ftse Mib 20.439,00 0,29% Home Analisi del gestore Euro TLX Valute ISIN Derivati IDEM Azioni ETF Bond NEWS After Hours CFD Ftse Italia All-Share 21.729,04 0,19% Notizie Quotazione fondi Accedi Fondi Borsa Merci Dividendi Banche Centrali Borse estere CAC 40 4.439,40 -0,29% Promotori e reti Fondi comuni Borse.it - Notizie Video Ratings Tassi interesse DAX 30 9.642,46 0,04% Strumenti Utili Ieri, 14:18 Gli italiani temono per il futuro dei giovani (73%) e per la crescita della disoccupazione (70%) mentre i tedeschi sono preoccupati per l’inflazione (61%) e per i disastri naturali (56%). Questo uno dei dati eclatanti messi in luce dal Rapporto 2014 "Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione” elaborato dal gruppo Assimoco, da oltre 30 anni il gruppo assicurativo del Movimento Cooperativo Italiano. Il rapporto commissionato a Ermeneia, Studi & Strategie di Sistema, vuole essere uno strumento scientifico utile a chi desidera trovare risposte concrete per intraprendere un percorso che porti a un rinnovamento della fiducia e a nuove soluzioni di protezione sul piano sociale ed economico. Il confronto internazionale con la popolazione tedesca è stato possibile grazie al parallelo con una ricerca che R+V, azionista di maggioranza del gruppo Assimoco, e tra i primi player nel mondo assicurativo tedesco, svolge da oltre 20 anni sulla popolazione locale. Se inflazione e disoccupazione sono le principali preoccupazioni che turbano il sonno, rispettivamente, di tedeschi e italiani, il timore del peggioramento della situazione economica si trova al 4° posto per entrambe le realtà considerate, ma con un’intensità più forte in Italia che non in Germania (63,8% contro 50%). Interessante anche un altro dato messo in luce dall’indagine e relativo al fatto che esiste un doppio livello di consapevolezza nella popolazione che, da un lato, riconosce i segnali di un cambiamento profondo del ciclo di convivenza e, dall’altro, sottolinea la necessità di assumere maggiore responsabilità in tema di autoprotezione individuale, familiare e collettiva. Il campione di popolazione intervistato (2000 questionari validi, raccolti attraverso un panel telematico, costituto da circa 1000 famiglie italiane, nel cui ambito hanno risposto i singoli individui da i 18 anni in su) registra in maniera significativa il passaggio di coesistenza che oggi stiamo vivendo e ciò emerge soprattutto considerando tre aspetti. Il primo riguarda i mutamenti profondi di ciclo che la crisi ha bruscamente accentuato: il 63,4% degli intervistati riconosce l’inversione di tendenza rispetto alle aspettative sociali, ossia è consapevole del fatto che il ciclo precedente si presentava all’insegna della crescita sempre e comunque (più lavoro, più reddito, più welfare pubblico), mentre quello attuale suscita aspettative contrarie (meno lavoro, meno reddito, meno welfare pubblico). Il secondo aspetto riguarda la diffusa necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti relazionali e alla solidarietà delle persone (49,5% di consensi), mentre il mood relativo al precedente ciclo vedeva il prevalere di spinte individualistiche. Il terzo aspetto è relativo a quel 54% degli intervistati che ammette che l’attuale situazione economica problematica ricorda come ogni generazione debba affrontare la discontinuità delle condizioni di vita rispetto alle generazioni precedenti e questo deve servire a trovare modalità diverse di vivere che sfidano il modo di pensare degli italiani, il modo di agire e di fare progetti per il futuro. "Assimoco ha deciso di vivere i cambiamenti in atto facendosi portavoce dei nuovi meccanismi http://www.borse.it/fondi/articolo/Da-Assimoco-un-piano-per-un-nuovo-welfare__418863/1/1/1[21/05/2014 11:05:39] Dati Macro Borse.it consiglia: Forum Nasdaq 3.600,31 -0,42% Osservatorio del risparmio Da Assimoco un piano per un nuovo welfare di Massimiliano Volpe Glossario Educational Fondi comuni di investimento - Borse.it economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro”, ha sottolineato Ruggero Frecchiami, direttore generale di Assimoco. "Il Rapporto è il seme di un altro modo di fare welfare, una tessera di un mosaico che unito con l’impegno del settore pubblico, di quello privato e dei singoli cittadini può fare la differenza. Il volume vuole fornire uno strumento operativo prezioso sia a livello istituzionale, sia sociale. L’idea è di fornire dati e analisi fondamentali per chi si deve occupare di assicurazione e protezione, senza distinzioni tra privato e pubblico ma con la consapevolezza che quest’ultimo attore deve rivedere i meccanismi alla base delle strategie in materia di welfare, magari operando in sinergia con gli operatori del mercato per recuperare efficienza”, ha aggiunto Frecchiami. Un’area tematica del rapporto è dedicata anche dei fabbisogni di welfare della popolazione e dei clienti di Assimoco. In particolare, è stata studiata la percezione della riduzione del welfare pubblico da parte dei cittadini ed è stato analizzato l’aumento dei timori rispetto ai rischi e, quindi la richiesta di protezione che arriva dai cittadini. Molto interessante da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, Agenti e Agenzie di riferimento sul territorio). In particolare, i "clienti cooperatori” di Assimoco hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi (76,2% dei clienti e il 59% della popolazione). Un altro approfondimento del rapporto si concentra sui bisogni vecchi e nuovi che fanno capo alla famiglia nel campo sociale. Parliamo dei giovani, degli anziani, dalle famiglie monoparentali e di quelle allargate, per esempio. Lo studio, inoltre, evidenzia alcuni casi di cooperazione che si sono rivelati vincenti, sia sul piano economico e industriale, sia sul piano sociale. "Lasciate che vi dia qualche numero per permettervi di comprendere cosa significhi essere una compagnia del movimento cooperativo e quali potenzialità rappresenti una simile posizione: il sistema cooperativistico italiano raggruppa 20mila aziende con oltre 3 milioni di soci e genera un fatturato di 67 miliardi di euro. Mentre la disoccupazione giovanile in Italia ha superato la spaventosa percentuale del 40%, negli ultimi cinque anni le cooperative hanno registrato una crescita dell’8% dell’occupazione”, ha sottolineato Frecchiami, riferendosi al quarto capitolo del Rapporto, dedicato, appunto, alle esperienze di mutualità applicata. I video di Borse.it BORSE.IT CONSIGLIA Fonte: Finanza.com 0 Tweet Commenta la notizia (0) Invia ad un amico Ultime dal blog L'oasi del Mar Morto Oggi, 08:11 - dream-theater MERCATI: Italia nel mirino Il rendimento del BTP continua a salire, il FTSEMIB è debole, sale il CDS Italia. Non è fuga dal Bel Paese ma un ritorno ad una maggiore consapevolezza del dead-sea-wonder-of-nature.com Il bacino più basso del mondo Sorgenti, piscine e piante uniche! Oggi, 08:13 - mazzalai EUROPA ...NEIN NEIN NEIN NEIN NEIN NEIN! Mentre sullo sfondo si odono i colpi di idiozie sparati dai vari partecipanti alla guerra elettorale europea e qua e la esplodono colpi di realismo macroeconomico noi andiamo a Lascia un commento Per commentare effettuare l'accesso Pagina precedente Torna su Oggi, 08:09 - redazionefinanza IG lancia il Cfd sull'Ipo di Poste Italiane IG, leader globale nel mercato dei Cfd (Contract for Difference) su azioni, indici, forex e molti altri prodotti, lancia un nuovo contratto per differenza (Cfd) che permetterà di investire Pannelli Solari Prezzi preventivi.it Oggi costano oltre il 70% in meno. Scopri perchè ! Segnali di Trading GRATIS Diventare Una Banca 2.0? http://www.borse.it/fondi/articolo/Da-Assimoco-un-piano-per-un-nuovo-welfare__418863/1/1/1[21/05/2014 11:05:39] SPECIALE ASSIMOCO IL NUOVO WELFARE PARTE DAL BASSO Insurancedaily 21-05-2014 MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 N. 515 PRIMO PIANO Snfia, oggi a Roma il congresso Si tiene oggi a Roma, presso la Residenza Ripetta, il decimo congresso nazionale dello Snfia, il sindacato nazionale dei funzionari delle imprese assicuratrici. In una nota, l’organizzazione spiega che il congresso rappresenterà l’occasione per fare “una lucida analisi della situazione, in un periodo di svolta cruciale del mondo occupazionale e non solo, quale è quello che stiamo vivendo”. A sottolineare ulteriormente l’attenzione rivolta alle dinamiche in corso sarà la presenza di Teresa Bellanova, sottosegretario al Lavoro e politiche sociali. “Le difficoltà economiche, la confusione del quadro politico, e le tensioni sociali di questo periodo storico osserva il segretario generale dello Snfia, Marino D’Angelo – scrivono la trama di un cambiamento epocale. In tutta Europa le organizzazioni sindacali sono in difficoltà a reggere il passo, e devono sapere adattarsi a questi mutamenti, pena la perdita del senso stesso della loro esistenza”. Snfia vuole porsi come interlocutore privilegiato di un settore che conta in Italia oltre 16mila addetti, “colletti bianchi appartenenti a un ceto medio sempre più coinvolto dal difficile momento economico”. B.M. SPECIALE ASSIMOCO Il nuovo welfare parte dal basso Se cresce l’impoverimento degli italiani a seguito della crisi e si riduce la protezione pubblica, si sta anche aprendo uno spazio interessante per un neo-welfare che mette in gioco soprattutto il ceto medio e tiene conto delle esigenze che arrivano dalla base. È quanto emerge dal Rapporto 2014, “Un Neo-welfare per l’Italia”. Autoprotezione, mutualità e cooperazione, promosso da Assimoco Agganciare un ceto medio esigente, anche se meno benestante,attraverso risposte assicurative personalizzate che sappiano cogliere i nuovi bisogni. Questo il messaggio forte che arriva dal Rapporto 2014, Un Neo-Welfare per l’Italia. Autoprotezione, mutualità e cooperazione, promosso dal gruppo Assimoco (Assicurazioni movimento cooperativo) e realizzato dalla società Ermeneia, su un panel telematico di circa 1000 famiglie italiane. “Con questa ricerca – ha spiegato Ruggero Frecchiami, direttore generale di Assimoco – abbiamo voluto dare un contributo al cambiamento, facendoci portavoce dei nuovi meccanismi economico-sociali e delle nuove esigenze della popolazione, tra cui emerge con chiarezza la necessità del Ruggero Frecchiami, direttore generale Assimoco singolo e delle famiglie di autoproteggersi, cercando in maniera proattiva, sul mercato, soluzioni concrete volte al mantenimento del benessere attuale e futuro. Siamo di fronte – ha continuato – a una trasformazione epocale e permanente che porta nuovi bisogni: una nuova era, in cui la crisi della solidarietà familiare amplifica la ritirata dello Stato, richiedendo un nuovo modello di welfare, basato su un mosaico di soggetti e di risorse di tipo pubblico, privato aziendale, mutualistico-cooperativo, individuale e familiare”. Da notare, la differenza di percezione dei rischi tra popolazione e clienti (sono stati intervistati 1800 clienti di Assimoco, tra Bcc, agenti e agenzie di riferimento sul territorio): “i clienti cooperatori di Assimoco – conferma Frecchiami – hanno una consapevolezza maggiore della necessità di assumersi una responsabilità più forte nella protezione dei propri rischi: è questa l’opinione del 76,2% dei clienti e il 59% della popolazione”. SI COMINCIA A REAGIRE Il messaggio forte della ricerca è che, alle preoccupazioni e allo scoraggiamento, si affianca la volontà di reagire; inoltre, se cresce l’impoverimento delle persone a seguito della crisi e si riduce la protezione pubblica, si sta anche aprendo uno spazio interessante per un neo-welfare che mette in gioco in particolare il ceto medio. “Siamo davanti – spiega Nadio Delai, presidente di Ermeneia – a un indebolimento del ceto medio, che resta esigente anche se non più benestante, e a una contrazione evidente, tra il 2008 e il 2012, dei consumi (-7%) e della ricchezza netta delle famiglie italiane (-9,1%); la crisi ha influito in maniera determinante sulla vita quotidiana (lo pensa il 71,5% delle persone intervistate, di cui l’80% dei ceti più deboli e il 61,0% dei ceti medi) e, da prima della crisi, a oggi, i diversi segmenti di popolazione hanno significativamente perso posizioni: 10,5 punti il ceto medio-alto, 13 punti i soggetti collocati nella fascia media e 18,1 punti i livelli medio-bassi”. (continua a pag.2) 1 MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 N. 515 (continua da pag.1) ITALIANI BIVALENTI Il secondo aspetto che emerge è che la crisi genera atteggiamenti e sentiment bivalenti (sia negativi, che positivi), a conferma che è stata gradualmente metabolizzata. Iniziano a emergere segnali di resilienza nelle valutazioni e nei comportamenti delle persone. “Il 58,5% degli intervistati – spiega il presidente di Ermeneia – afferma come la crisi economica abbia cambiato in peggio la vita delle persone, ma una percentuale analoga (56,5%) ammette anche che essa ha provocato più timori di cambiamento che non cambiamenti effettivi; ma soprattutto, più della metà del campione afferma che la crisi ha cambiato in meglio la vita dei cittadini, in quanto ci ha fatto bene, riportandoci ad una maggiore sobrietà dei consumi, dei comportamenti e degli atteggiamenti (56,8%); e, infine, il 56,2% degli intervistati sostiene che la crisi ha spinto le persone a reagire e a cercare modalità diverse di consumare, di lavorare, e di vivere”. I sentiment rilevati presentano un intreccio evidente tra quelli positivi (la scommessa sul futuro, e la voglia di fare) e quelli negativi (l’inquietudine, l’insoddisfazione, la paura, la rassegnazione). “Bivalenza fa rima con resilienza: infatti una crisi lunga e profonda come quella che stiamo vivendo – osserva Delai – segna il corpo sociale negli atteggiamenti, ma nello stesso tempo dà origine a fenomeni di adattamento reattivo: si comincia a reagire (o a voler reagire) in maniera più o meno intensa”. VERSO LA COOPERAZIONE Il terzo elemento che emerge è rappresentato dalla consapevolezza che il cambiamento è permanente e, anche se il ciclo delle attese rispetto a prima della crisi è peggiorato, si ammette la necessità di assumere maggiori responsabilità sotto il profilo dell’autoprotezione dei rischi come individui, famiglie e soggetti collettivi. “Il cambiamento di ciclo – sottolinea Delai – diventa evidente qualora si consideri il mutamento di segno delle aspettative sociali che, da crescenti prima della crisi, sono diventate decrescenti negli anni seguenti: da più a meno lavoro, da più a meno reddito, da più a meno mobilità sociale, da più a meno welfare (63,4% di consensi); parallelamente, la spinta individualistica, oggi mostra i suoi limiti: si avverte la necessità di dare maggiore attenzione alla relazionalità e alla solidarietà tra le persone (49,5% di consensi); in parallelo, emerge la percezione di uno spazio altrettanto consapevole che riguarda il rafforzamento o l’avvio di forme di neo-welfare responsabile (circa il 60% degli intervistati), riconoscendo l’esistenza di esperienze di neo-welfare che, oggi, cominciano a diffondersi sotto forma di benefici offerti ai dipendenti da parte di aziende o di gruppi di aziende, di formule assicurative di categoria e/o di impresa, di esperienze di mutualità di vario genere sul piano personale, familiare e territoriale (54,5% di consensi)”. In questo senso, grande valore acquista il sistema cooperativistico italiano che, sottolinea Frecchiami – “raggruppa 20mila aziende, oltre tre milioni di soci, un fatturato di 67 miliardi di euro e una crescita dell’8% dell’occupazione.” In considerazione dei dati emersi, la ricetta per il nuovo welfare prevede tre punti: “è necessario – spiega Delai – personalizzare la risposta da indirizzare, in particolare, a un ceto medio (8 milioni di potenziali clienti) sempre più esigente, che richiede maggiore informazione, consulenza e professionalità degli intermediari; il neowelfare deve nascere dal basso, ed essere in sintonia con le esigenze che arrivano dalla base, tralasciando soluzioni dall’alto, troppo strutturate e precostituite; la cooperazione può essere la chiave di sviluppo, come dimostrano i numerosi casi che si sono rivelati vincenti sul piano economico, industriale e sociale. Ma, soprattutto, dobbiamo uscire da questa fase di passaggio in cui non siamo più quello che eravamo, ma non siamo ancora quello che saremo, e iniziare a investire le nostre energie su quello che vogliamo e possiamo diventare in futuro”. Laura Servidio 2