industrie manufatti cementizi
Durabilità delle opere di calcestruzzo
Fondamenti
per
la
corretta
progettazione
Giandomenico
Toniolo,
Prof.
Politecnico
di
Milano
Alessandra
Ronchetti,
ASSOBETON
La
norma
UNI
11417
È
stata
pubblicata
nel
corso
dell’anno
la
norma
UNI
11417
Durabilità
delle
opere
di
calcestruzzo
e
degli
elementi
prefabbricati
di
calcestruzzo.
La
norma
articolata
in
due
parti,
Parte
1:
Istruzioni
per
ottenere
la
resistenza
alle
azioni
aggressive
e
Parte
2:
Istruzioni
per
prevenire
la
reazione
alcali­silice,
è
la
revisione
della
UNI
8981
del
1999
che,
attraverso
le
sue
otto
parti,
ha
costituito
il
fondamentale
riferimento
per
la
progettazione
dei
calcestruzzi
nei
riguardi
della
durabilità
delle
opere
alle
quali
sono
destinati.
Nella
sua
più
organica
articolazione,
che
raccoglie
le
azioni
aggressive
esterne,
nella
Parte
1,
e
le
cause
endogene
nella
Parte
2,
la
nuova
norma
aggiorna
i
contenuti
al
seguito
di
dieci
anni
di
intensa
ricerca
teorica
ed
applicata,
allineandosi
alla
normativa
europea
pubblicata
dal
CEN.
La
norma
fornisce
le
definizioni,
l’elenco
delle
azioni
aggressive
e
le
istruzioni
per
la
prevenzione
dei
loro
effetti
nelle
opere
di
calcestruzzo
e
negli
elementi
prefabbricati
di
calcestruzzo.
Per
la
redazione
della
norma
sono
state
coinvolte
le
competenze
di
progettazione
strutturale
della
Commissione
Ingegneria
Strutturale
di
UNI
e
quelle
chimiche‐tecnologiche
della
Commissione
Cemento,
malte,
calcestruzzi
e
cemento
armato.
Fondamentali
sono
stati
i
contributi
della
componente
universitaria
di
Tecnologia
dei
materiali
e
Chimica
applicata,
mentre
la
componente
industriale
ha
fornito
l’indispensabile
supporto
dell’esperienza
applicativa
maturata
sul
campo.
Si
può
dire
dunque
che
la
nuova
norma
rappresenti
il
reale
stato
dell’arte
della
materia
con
il
più
ampio
consenso
degli
interessati.
Le
istruzioni
contenute
nelle
due
parti
della
norma
costituiscono
le
linee
guida
per
i
committenti,
i
tecnici,
le
imprese
ed
i
produttori.
In
termini
generali
la
Parte
1
inizia
con
le
definizioni
e
tratta
le
cause
di
degrado
del
calcestruzzo
e
le
diverse
azioni
aggressive,
descrivendo,
per
ciascuna
di
esse,
gli
effetti
assieme
ai
criteri
per
la
loro
valutazione
quantitativa
ed
i
provvedimenti
di
prevenzione.
Il
testo
è
completato
con
le
indicazioni
per
la
composizione,
confezione,
posa
in
opera,
stagionatura
e
controllo
del
calcestruzzo
ai
fini
della
durabilità
delle
opere
di
destinazione.
La
Parte
2
descrive
le
cause
della
reazione
alcali­silice
nel
calcestruzzo
ed
i
provvedimenti
per
la
sua
prevenzione.
dicembre 12
1
industrie manufatti cementizi
Le
azioni
aggressive
trattate
nella
Parte
1
sono:
‐
Corrosione
delle
armature,
che
è
la
causa
più
frequente
di
degrado
delle
strutture
in
cemento
armato
e
può
essere
prodotta
da
tre
fenomeni:
la
carbonatazione
del
calcestruzzo,
la
penetrazione
di
cloruri
nel
calcestruzzo
stesso
e,
in
casi
eccezionali,
la
presenza
di
correnti
vaganti;
‐
Azione
del
gelo/disgelo,
con
gli
effetti
distruttivi
dovuti
all’insorgere
di
pressioni
interne
conseguenti
al
congelamento
dell’acqua
interstiziale,
pressioni
che,
quando
superano
la
resistenza
meccanica
a
trazione
del
calcestruzzo,
provocano
la
sua
disgregazione;
‐
Azione
delle
acque
dilavanti,
molto
pure
come
quelle
dei
bacini
montani,
che
provocano
la
dissoluzione
ed
il
dilavamento
dell’idrossido
di
calcio
presente
nel
cemento
idrato
ed
il
successivo
dilavamento
degli
altri
composti
idrati;
‐
Azione
dell’acqua
di
mare,
che
si
manifesta
prevalentemente
con
l’erosione
ed
il
distacco
di
porzioni
di
calcestruzzo
conseguente
alle
reazioni
chimiche
tra
i
composti
della
pasta
di
cemento
e
le
sostanze
disciolte
nell’acqua
di
mare;
‐
Azione
dei
solfati,
che
possono
trovarsi
nelle
acque
naturali,
in
quelle
industriali,
fognarie
e
nei
terreni
e
che,
al
contatto
con
il
calcestruzzo,
producono
fenomeni
espansivi
a
carattere
distruttivo
dovuti
a
reazioni
con
i
componenti
delle
pasta
di
cemento.
Nell’Appendice
sono
riportate
istruzioni
che
descrivono
le
misure
pratiche
da
adottare
per
prevenire
o
ridurre
gli
effetti
nocivi
delle
azioni
sopra
elencate
e
rappresentano
un
prezioso
manuale
applicativo
per
gli
operatori.
La
Parte
2
contiene
le
istruzioni
per
individuare
le
condizioni
che
possono
portare
al
verificarsi
della
reazione
alcali‐silice
nel
calcestruzzo,
le
misure
per
evitarla
o
ridurne
il
rischio
e
le
conseguenze.
La
reazione
in
questione
dipende
congiuntamente
dalla
natura
dell’aggregato,
dalla
presenza
di
alcali
nel
calcestruzzo
e
dalle
condizioni
ambientali
di
umidità
nelle
quali
si
trova
il
manufatto
di
calcestruzzo.
I
fenomeni
causati
dalla
reazione
riducono
la
funzionalità
delle
strutture
e
intensificano
il
danno
provocato
da
altri
agenti
aggressivi.
L’effetto
si
evidenzia
con
la
formazione
di
fessure
reticolate
e
diffuse
su
elementi
tozzi
come
i
plinti
e
di
fessure
lineari
longitudinali
su
elementi
allungati
come
i
pilastri.
La
norma
definisce
quali
sono
gli
aggregati
reattivi
e
indica
come
misurare
la
loro
potenziale
reattività
e
valutare
il
corrispondente
rischio
di
reazione.
Fornisce
poi
una
classificazione
delle
condizioni
ambientali
per
definire
il
livello
di
rischio
e
di
prevenzioni
da
adottare.
Si
evidenzia
come
il
tema
della
durabilità
sia
stato
doverosamente
trattano
con
maggiore
rilievo
negli
ultimi
anni
sia
nella
normativa
nazionale,
si
pensi
alle
Norme
Tecniche
per
le
Costruzioni,
sia
in
quella
comunitaria,
per
esempio
nel
Regolamento
Prodotti
da
Costruzione
e
negli
Eurocodici,
ed
in
questo
contesto
la
nuova
norma
UNI
11417
costituisce
un
utile
strumento
di
riferimento.
dicembre 12
1

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