Anno XXXIII N.8
Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA
Sped. in Abb. post.
D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 - Comma 1 DCB Genova
8
2014
WWW.DET.IT
ELISABETTA CANALIS
insieme ad UNICEF per i bimbi siriani
RICEVI DIAGNOSI&TERAPIA
DIRETTAMENTE SUL TUO PC
COMODO
VELOCE
ECOLOGICO
TIMBRO DELLA
FARMACIA
P
uoi ricevere Diagnosi & Terapia comodamente a
casa sul tuo computer abbonandoti alla edizione
on line.
15 € da versare sul c/c bancario
IBAN IT 96 I 03332 01400 000000914279
Indicando chiaramente il tuo indirizzo e-mail.
Oppure gratis (sempre nella versione on line)
inviandoci per posta o per fax 010-2758074 il
tagliando sotto riportato timbrato dalla Tua Farmacia
NON PERDERE l’OPPORTUNITÁ
Nome..................................................................
Cognome.............................................................
Tel.......................................................................
E-mail...................................................................
6
Direttore responsabile
dr. Piera Piana
Autori testi
I. Cafiero
A. Ferrando
P. Santagata
F. Vincenzi
P. Zucconi
A. Zanasi
G.Gumari
C. Angeloni
F. Bernardi
C. Borghi
A. Ticinesi
L. Borghi
G. Gasbarrini
R. Candrella
C. Crotti
R. Carbone
S. Bortolotti
P. Mainardi
S. Bornia
A. F. De Rose
M.V. Brizzi Tessitore
45
SOMMARIO
ARTICOLI
ELISABETTA CANALIS CON UNICEF: UN AIUTO PER I BIMBI SIRIANI
4
LA VISTA DEL CANE
6
TERZA ETÀ: A TUTTO CIOCCOLATO
9
ARTROSINOVITE DELL'ANCA
12
Ace & Flanaghan
IL QUOKKA UN PICCOLO PARENTE DEL CANGURO
14
Impaginazione e grafica
L'INSONNIA
16
IPOTIROIDISMO E INTOLLERANZA AL LATTOSIO
19
Centro Medico Ceccardi Srl
Via del Colle 108r
16128 Genova
tel. 010/2465061
fax 010/2758074
[email protected]
PISTACCHI E DIABETE
36
AUMENTATE DEL 75% LE VISITE PER PROBLEMI ALLE UNGHIE
39
VIA I PELI CON UN TOCCO DI LUCE
40
Data di uscita
28 OTTOBRE 2014
MSC CROCIERE E GASLINI: TELEMEDICINA A BORDO
42
IL RUOLO DELL'ASSE INTESTINO-CERVELLO NELLE PATOLOGIE
45
TUMORE ALLA PROSTATA: MIGLIORANO LE CURE
47
Logo e progetto grafico
Alessandra Balba
Direzione - Amministrazione
Stampa
MEDIAGRAF S.p.A.
Viale della Navigazione Interna, 89
35027 Noventa Padovana (PD)
www.mediagrafspa.it
Una copia €1,00
Abbonamento annuo singolo €15,00
Abbonamento annuo multiplo
ogni 50 copie €699,00 + IVA
Registr. Tribunale di Genova
N. 42 del XII 1981
Sped in abb.post. Comma 34 art 2 Legge
549/95 Filiale Genova
A.N.E.S.
Associazione Nazionale
Editoria Periodica Specializzata
“aderente al Sistema confindustriale”
CONFINDUSTRIA
ISSN 0393-4233
Tiratura di questo numero: 80.000 copie
Certificato PEFC
Questo prodotto
è realizzato con
materia prima
da foreste gestite in
maniera sostenibile e
da fonti controllate
PEFC/18-31-85
www.pefc.it
SPECIALE
ACQUA, FONTE DI BENESSERE
PER MENTE E CORPO
21
RUBRICHE
SELEZIONATI PER VOI
10
NATUROPATIA: REATTIVITÀ INDIVIDUALI AGLI ALIMENTI
32
NARRATIVA E PSICHE
50
4
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
UN AIUTO PER I BIMBI SIRIANI
UNICEF
E
lisabetta Canalis,
testimonial dell’UNICEF
già per la campagna
100%vacciniamoli tutti,
è stata in missione in Libano,
accompagnata da una
delegazione dell’UNICEF Italia.
Elisabetta ha visitato i campi
profughi siriani nel Sud del
Libano.
Da quasi due anni c’è un
flusso continuo di profughi siriani
che scappano dal conflitto,
lasciando la casa, gli affetti, il
lavoro. È una fuga disperata,
bambini, donne, anziani, che
arrivano al confine e cercano
rifugio in paesi quali Libano,
Giordania, Turchia, Iraq,
paesi che tra grandi difficoltà
continuano ad accoglierli.
Le organizzazioni umanitarie,
in primis l’UNICEF con l’UNHCR
e altre fanno il possibile per
fornire servizi (acqua, tende,
scuole) e cercare di riportare la
normalità, dove la normalità non
c’è.
A più di 3 anni dal suo inizio,
il conflitto in Siria rappresenta
una delle più gravi crisi
umanitarie al mondo: la vita di
oltre 5,7 milioni di bambini ne
risulta distrutta, tanto nel paese
quanto nella regione, con
un’intera generazione a rischio.
Quasi 4,3 milioni di bambini
risultano colpiti in vario modo
dal conflitto all’interno della
Siria, più di 1,4 milioni sono
ridotti alla condizione di rifugiati
nei paesi limitrofi.
Dall’inizio delle violenze
almeno 10.000 bambini sono
stati uccisi, spesso in modo
brutale e senza nessuna pietà,
diverse miglia sono stati feriti
o menomati. Bambini, donne
incinte e persino neonati sono
stati colpiti in modo deliberato
dai cecchini, sono rimasti vittime
di torture o esecuzioni sommarie,
sono stati violentati - a volte
vittime di violenze di gruppo - o
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
La missione di Elisabetta in
Libano, tra i bambini profughi
siriani è stata un’esperienza
importante per tutti.
Scrive Elisabetta al ritorno
dalla sua missione:
“Non dimenticherò mai
quei bambini, seduti per
terra ma disciplinati, con la
curiosità tipica di quell’età
di partecipare alle lezioni
in classe, organizzate dai
volontari, con l’unico obiettivo di
avere un'istruzione e, magari un
giorno, un lavoro normale che
li possa inserire in un tessuto
sociale dignitoso. Loro non
vogliono rimanere profughi per
sempre e non devono”.
5
È fondamentale per l’UNICEF
poter contare su persone come
lei, sensibili, attente e capaci
di far parlare la stampa del
dramma vissuto da milioni di
persone, di bambini. Ci sono
bambini che sono nati nei campi
profughi e che non conoscono
altra realtà se non quella.
L’UNICEF lavora giorno dopo
giorno per rendere l’esistenza di
questi profughi più sopportabile
e auspica ormai da anni una
risoluzione politica e diplomatica
che permetta ai bambini siriani
di tornare nella loro terra e a
quelli più piccoli finalmente di
conoscerla.
Per aiutare i bambini profughi siriani è possibile donare con:
- c/c postale 745.000, causale: "Emergenza Siria"
- chiamando il Numero Verde UNICEF 800-745 000
- c/c bancario Banca Popolare Etica
IBAN IT51 R050 1803 2000 00000510 051
presso i Comitati provinciali e regionali UNICEF
- sito www.unicef.it
Foto: ©Alessio Romenzi/UNICEF
usati come scudi umani, costretti
ad avanzare tra le linee nemiche
tra carri armati e combattenti,
per dissuadere il nemico
dall’attacco.
Il Libano ospita oltre 1 milione
di rifugiati; l'UNICEF porta aiuti
e assistenza in 225 zone del
paese, dove è concentrato l'86%
dei profughi e in cui risiedono i
2/3 della popolazione libanese
più povera e vulnerabile del
paese; l'UNICEF fornisce
assistenza a coloro che sono
fuggiti e alle comunità di
accoglienza.
Foto: ©Rinonapoli/UNICEF
6
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
COME VEDE IL CANE
VETERINARIA
L'uomo riesce a percepire
l'intera gamma dei colori.
I cani invece solo i toni del
giallo, del blu-viola e del
grigio.
Essendo la percezione dei
colori limitata, per avere
informazioni su ciò che li
circonda, usano altri indizi
come per esempio l'odore.
Ilaria CAFIERO
Docente di Cromosofia
www.cromosofia.com
G
li antenati dei cani
erano predatori che
cacciavano animali
e per far questo
avevano bisogno di vedere la
preda da una certa distanza.
Erano animali crepuscolari e
quindi avevano necessità di
una vista ottimale in presenza
di poca luce più che in pieno
giorno e non avevano reali
esigenze di distinguere bene i
colori.
Il loro occhio si è evoluto di
conseguenza, sviluppando le
qualità necessarie per la loro
sopravvivenza.
Nella costruzione dell’occhio
canino l’evoluzione sembra
essersi orientata verso il sacrificio
di una certa definizione dei
dettagli a favore di un miglior
funzionamento in presenza di
poca luce.
La pupilla di un cane è infatti
molto più grande di quella di un
uomo.
Questo porta ad un maggior
ingresso di luce ma allo stesso
tempo ad un accorciamento
della distanza massima a cui gli
oggetti vengono messi a fuoco.
Come negli uomini, anche
nei cani ci sono due tipi di
fotorecettori: i bastoncelli e i
coni; i primi sono specializzati
per lavorare in condizioni
povere di luce, i secondi si
concentrano nella zona centrale
della retina e sono deputati alla
visione dei colori e alla visione
distinta; i cani hanno una più
alta percentuali di bastoncelli
rispetto l’uomo, ma, essendo i
fotorecettori distribuiti in maniera
diversa rispetto ai nostri, il cane
non solo vede meglio con poca
luce ma ha anche una visione
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
periferica più allargata della
nostra, questo a scapito della
visione a distanza.
MA COME DISTINGUONO I
COLORI I CANI ?
Generalmente si dice che i
cani non vedono i colori, ma
non è vero che i cani vedono
in bianco e nero: percepiscono
bene blu e giallo, il resto sono
sfumature di questi.
Nell'uomo la visione dei
colori è definita tricromatica,
perché è legata alla presenza
sulla retina di tre tipi di
fotorecettori (coni): rosso, verde e
blu. Grazie a loro, l’uomo riesce
a percepire l’intera gamma dei
colori.
I cani invece non possiedono
i coni di tipo verde e pertanto
sono capaci di distinguere due
colori. Si sente spesso dire che
i cani vedono come un essere
umano daltonico. In realtà non è
proprio così: gli occhi dei cani
sono in grado di percepire alcuni
colori, e nello specifico i toni del
giallo, del blu-viola e del grigio.
Nel 1989, i ricercatori Neitz,
Geist e Jacobs fecero dei test
per definire la visione a colori
dei cani: utilizzarono tre
cartoncini quadrati di colori
diversi posti di fronte al cane.
Addestrando il cane a
scegliere il cartoncino del
colore diverso tra i tre si può
scoprire che genere di colori
il cane vede.
La domanda che però restava
era però se il cane sceglieva
il cartoncino per il suo colore
o per la sua luminosità?
Si scoprì utilizzando differenti
luminosità per i riquadri che il
cane sceglieva in base al colore
e non in base ad essa.
Attraverso questi studi si suggerì
che probabilmente il cane
vedeva come una persona a
cui manca la percezione della
differenza tra il verde e il rosso.
Di conseguenza il mondo dei
cani consiste dei colori giallo,
blu e grigio.
Quando un umano vede un
oggetto rosso al cane appare
come giallo, mentre un oggetto
verde appare bianco o a
sfumature di grigio.
Dato che la percezione dei
colori è comunque limitata, per
avere informazioni precise su
ciò che li circonda i cani usano
anche altri indizi, come l’odore,
la consistenza, la luminosità e la
posizione.
I cani guida, ad esempio,
non potendo distinguere tra un
semaforo verde o rosso, fanno
riferimento alla luminosità e alla
posizione della luce.
Questi segnali, insieme al
rumore del traffico, fanno capire
al cane quando è il momento
giusto per attraversare la strada.
Più significativa del colore
7
è per i cani la quantità
di contrasto tra l’oggetto e lo
sfondo. Le palline arancioni
facilmente visibili per gli esseri
umani diventano quasi invisibili
per i cani quando vengono
gettate in un campo erboso. I
cani percepiscono l’arancione
del giocattolo ed il verde del
prato come sfumature simili di
giallo.
Lanciare un gioco blu in un
campo erboso è molto più facile
a causa del contrasto tra il blu
del giocattolo e il giallo del
campo. Tuttavia, i giocattoli che
sono viola, blu scuro, rosso e
marrone potrebbero funzionare
meglio quando si gioca su un
tappeto leggermente colorato.
I giocattoli da lanciare in aria,
sulla base dello stesso principio,
devono dunque essere di un
colore che contrasti nettamente
con il cielo blu.
Il cane ha l’olfatto molto più
sviluppato della vista, dunque
spesso per trovare un giocattolo
si affiderà piuttosto al fiuto.
In definitiva, dunque, è il
profumo di un giocattolo,
piuttosto che il suo colore,
a rappresentare un’attrattiva
potente e a fare la differenza.
Aiuta a contrastare
l’aumento del peso
e i disturbi legati all’età del cambiamento.
SPECIALE
STIPSI?
Sveglia
l’intestino
combatti
la stitichezza
Oggi in farmacia c’è
'LPDORVLR &RPSOH[
il UHJRODWRUH
dell’intestino.
uando l’intestino
si “addormenta” e
perde la sua regolare puntualità è possibile
andare incontro ad episodi
di stitichezza che possono
causare cattiva digestione,
senso di gonfiore con tensione addominale e alitosi.
Q
Secondo le recenti linee
guida il problema può essere affrontato con una dieta
ricca di fibre indispensabili
per ritrovare e mantenere la
corretta motilità intestinale.
Aiuta a favorire l’equilibrio del peso corporeo.
E.S. Tè Verde
Aiuta a contrastare i disturbi della menopausa.
E.S. Cimicifuga
Contribuisce al drenaggio dei liquidi corporei.
E.S. Tè verde, Ortosifonide
Favorisce la regolare motilità del transito gastrointestinale.
E.S. Senna, Cassia, Frangula, Tamarindo, Magnolia, Melissa
Kilocal Donna. E sei di nuovo tu.
Il prodotto va utilizzato nell’ambito di una dieta
variata ed equilibrata ed uno stile di vita sano.
Leggere le avvertenze sulla confezione.
6QHOOLVFL H ULPRGHOOD LO WXR FRUSR DOO¶HVWHUQR
$LXWD D ULGXUUH
OH DGLSRVLWj
SL UHVLVWHQWL
QHOOD ]RQD GL
JLURYLWD H ¿DQFKL
Seguendo queste direttive è
stato formulato Dimalosio Complex, un preparato a base di Psillio e Glucomannano, fibre naturali, arricchito con Lattulosio
ed estratti vegetali, componenti attivi che agiscono in
sinergia per “risvegliare” la
corretta motilità intestinale
senza irritare.
Dimalosio Complex sveglia l’intestino pigro, usato
con regolarità svolge un’azione come regolatore intestinale, favorisce la crescita della flora batterica ed
aiuta a combattere quel
fastidioso gonfiore addominale facilitando una normale evacuazione.
Dimalosio
(IIHWWR QRQ DVVRFLDWR D FDOR SRQGHUDOH
.LORFDO 0HQRSDXVD q LO WUDWWDPHQWR VQHOOHQWH
XOWUDDWWLYR VWXGLDWR SHU OD ULGX]LRQH GHOOH
DGLSRVLWj SL UHVLVWHQWL WLSLFKH GHOO¶HWj GHO
FDPELDPHQWR *UD]LH DOO¶LQQRYDWLYD IRUPXOD FRQ
/LSR5LPRGH[L&RPSOH[70 .LORFDO PHQRSDXVD
KD D]LRQH OLSRULGXFHQWH DQWL JRQÀRUH
DQWLRVVLGDQWH H WRQLÀFDQWH ( VHL GL QXRYR WX
Complex
lo trovate in Farmacia,
disponibile in confezione da 20 bustine al gradevole gusto pesca.
Da ALKAMED In Farmacia
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
9
A TUTTO CIOCCOLATO!
I BENEFICI E I VANTAGGI CHE IL CACAO APPORTA ALLA SALUTE
TERZA ETÀ
Il mondo
d de
d
degli
gli ove
over
v r5
50 a
portata di click!
Contatti:
www.altraeta.it - [email protected]
Social Media:
www.facebook.com/altraeta
www.twitter.com/altraeta
www.youtube.com/user/altraeta
C
urare mente e corpo
con la dolcezza
attraverso uno dei
cibi più amati da
grandi e piccini sembrerebbe
un’utopia, eppure non è così.
Tra le terapie più innovative
che stanno prendendo piede
anche in Italia esiste infatti
quella del cioccolato, capace
di curare non solo stress e
ansia ma anche depressione,
invecchiamento e smagliature.
Se fino a qualche tempo fa
il “cibo degli dei”, arrivato nel
Belpaese dopo la scoperta
dell’America, era stato bandito
da ogni tipo di dieta a causa
dell’alto numero di calorie
e degli effetti negativi sul
corpo dovuti al suo consumo
eccessivo, oggi il più comune
tra i dolci è stato rivalutato fino
ad essere considerato un’ottima
sostanza nutritiva, che non si
limita al solo trattamento, ad
esempio, delle labbra come
burro di cacao.
La cioccolato-terapia trova le
sue radici nelle caratteristiche dii
base del cacao: le vitamine, i
polifenoli (sostanze naturali che
producono effetti positivi nel
metabolismo), i sali minerali, la
caffeina (molto utilizzata nella
cura, ad esempio, alla cellulite)
e la teobromina.
Effetti benefici derivanti dal
cioccolato, oltre alla più che
nota azione positiva sull’umore,
sono stati riscontrati nella
circolazione sanguigna grazie
alla sua capacità antiossidante
ed all’azione vasodilatatrice.
Tra le tecniche più innovative
che vedono il cacao
protagonista, si possono trovare
i massaggi, le maschere e le
creme che rendono idratata e
tonificata la pelle.
In queste terapie il cioccolato
viene scaldato e unito ad oli di
cacao che, oltre ad addolcire
lo stato d’animo, dilatano i pori
facendo sì che i principi attivi,
contenuti nel particolare fango
rendano, riescano a penetrare
la pelle garantendo risultati
duraturi nel tempo.
Il massaggio dura mediamente
un’ora e viene fatto con
movimenti lunghi e lenti ed è
ideale soprattutto per chi ricerca
un benessere di coppia a cifre
abbordabili.
Per rimanere sempre
aggiornato sulla salute e il
benessere over 50, iscriviti
gratuitamente a
www.altraeta.it.
Potrai giocare con noi,
partecipare ai nostri corsi,
usufruire di promozioni e sconti
e ricevere interessanti omaggi!
10
0
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
FOLISID FORTE®
LENDINOUT® ACT AZIONE PREVENTIVA
INTEGRATORE ALIMENTARE
PER CREARE UN AMBIENTE SFAVOREVOLE
ALL'INSEDIAMENTO DEI PIDOCCHI
Folisid forte® è un integratore alimentare utile nei casi in
cui è necessaria un’integrazione di Ferro anche per lunghi
periodi. Contiene SunActive Fe, vitamina C, rame e acido
folico: SunActive Fe® contenuto in Folisid forte viene prodotto
attraverso un unico e rivoluzionario processo tecnologico di
“superdispersione”, che produce una nuova forma di sale di
Ferro che contribuisce alla normale formazione dei globuli
rossi e dell’emoglobina, e al normale trasporto di ossigeno
nell’organismo. La vitamina C accresce l’assorbimento del
ferro, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e alla normale formazione del collagene per la
normale funzione dei vasi sanguigni. L’acido folico contribuisce alla normale emopoiesi e anch’esso alla riduzione della
stanchezza e dell’affaticamento. Il rame contribuisce alla
protezione delle
cellule dallo stress
ossidativo oltre a
migliorare l’assorbimento del ferro.
Folisid forte può
risultare utile
anche nelle donne
che manifestano
perdite prolungate e
abbondanti durante
il ciclo mestruale e
nelle condizioni che
determinano perdite
ematiche.
La pediculosi o infestazione da pidocchi si manifesta principalmente nei bambini ma può colpire anche gli adulti.
Indagini epidemiologiche hanno dimostrato che è soprattutto nei mesi estivi e autunnali che si fanno più frequenti le
infestazioni da pidocchi del capo. Il periodo ritenuto più a
rischio è quello che va da giugno a novembre: in questi mesi
è opportuno alzare la guardia e ispezionare attentamente le
teste dei piccoli ed intervenire immediatamente per
eliminare lendini e pidocchi
in caso di infestazione. Linea
Act vi dà una mano con 2
nuovi prodotti senza agenti
chimici e insetticidi: lendinout act azione preventiva
(€ 9.90) nebulizzato sul
cuoio capelluto crea un
ambiente sfavorevole all’insediamento dei pidocchi
impedendone l’infestazione.
Ma se ormai è troppo tardi
lendinout act trattamento
antipidocchi (€ 12.90) elimina rapidamente pidocchi e
lendini. Efficace al 100%.
In Farmacia e parafarmacia.
www.linea-act.it
SUCCHI DI PIANTA FRESCA SALUS
MIGLIOCRES CAPELLI UOMO
DALLA PIANTA ALLA BOTTIGLIA
PER I TUOI CAPELLI
UN MIRACOLO DELLA NATURA
I succhi di pianta fresca Salus vengono ottenuti da coltivazioni
biologiche o spontanee dove non viene utilizzata nessuna
sostanza chimica. Tutti i succhi di pianta sono privi di alcool,
conservanti, coloranti ed edulcoranti. Tutti noi possiamo
trarre vantaggio dall’assunzione dei Succhi di Pianta Salus
in quanto, nonostante si ponga attenzione anche alla dieta,
molti cibi sono ricchi di grassi saturi, di carboidrati raffinati
e di proteine che vanno ad affaticare il sistema digestivo,
immunitario, endocrino e nervoso.
La linea è veramente completa: Succo di Betulla , Succo di
Biancospino, Succo di Carciofo, Succo di Equiseto, Succo di
Millefoglio, Succo di Ortica, Succo di Rafano Nero, Succo di
sedano e Succo di Tarassaco. Confezione da 200 ml
Migliocres Capelli Uomo in capsule con Serenoa Repens è un
integratore alimentare studiato appositamente per le esigenze
specifiche del capello maschile che, grazie all’esclusiva
formula a base di Serenoa Repens, Miglio, Zinco, Cistina,
Metionina e Rame, aiuta ad arrestare la caduta dei capelli e
a prevenirne l’assottigliamento, contribuendo anche a renderli
più sani, forti e belli. La presenza di Serenoa Repens è in
grado di inibire la 5 alfa-reduttasi, principale causa della caduta dei capelli: studi recenti hanno dimostrato la sua grande
efficacia nel contrastare la caduta dei capelli e nel favorirne
la ricrescita. Il principio naturale contenuto in tutta la linea è il
Miglio. Questo cereale possiede delle incredibili proprietà che
favoriscono la crescita e la vitalità dei capelli.
Confezione
promozionale
60+60 capsule
al prezzo
consigliato
€ 23.50
(anziché €. 47)
in Farmacia,
Parafarmacia,
e nelle migliori
Erboristerie
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
11
1
TAGLIA PILLOLE
LINEA KUTE POOL PHARMA
SEMPLICE, EFFICACE E PRATICO!
SMAGLIATURE, CICATRICI, DISIDRATAZIONE,
INVECCHIAMENTO CUTANEO
TAGLIA PILLOLE 3 in 1
Veloce, pratico, igienico
t Taglia! La sua lama in acciaio inossidabile taglia
la pillola in due.
t Frantuma! Gira, premi e recupera la pillola
polverizzata.
t Conserva! 2 scomparti separati per conservare la pillola
in polvere o in frazioni.
Trovi TAGLIA PILLOLE 3 in 1 in Farmacia a solo € 7.90.
Da Pool pharma in Farmacia i nuovi “dermo-trattamenti”
KUTE Repair! Per una pelle sana e bella, naturalmente.
KUTE-Oil Repair, KUTE-Cream Repair e da oggi KUTE-Fluid
Repair Corpo svolgono azioni tonificante, ricompattante,
elasticizzante, rigenerante, idratante, protettiva, anti-age
per un risultato estetico e di benessere a favore di viso, mani
e corpo.
La presenza di componenti ad azione specifica e l’assenza
di Paraffina liquida e sostanze allergizzanti sono garanzia di
efficacia e di sicurezza per la consumatrice.
4 problematiche, 3 innovative risposte.
SAUGELLA GIRL
ALOE VERA PG
DETERGENTE INTIMO
INTEGRATORE ALIMENTARE
Le bambine in età prepubere (dai 3 anni in poi) sono frequentemente soggette ad irritazioni e infiammazioni dovute ad una
scorretta o inadeguata igiene intima o al contatto con agenti
irritanti. Saugella Girl è il primo detergente specifico per la
detersione intima quotidiana delle più giovani indicato per
la prevenzione e il trattamento di piccoli fastidi quali prurito,
arrossamenti, bruciore.
A base di tensioattivi extra delicati,
adatti per le mucose sensibili delle
bambine. Contiene:
* estratto di Malva sylvestris e Calendula officinalis: attività antimicotica,
antibatterica, antinfiammatoria, lenitiva
e rinfrescante;
* estratto di Avena: attività idratante e
decongestionante
* proteine derivate del Riso: a protezione della naturale elasticità della pelle.
Flacone da 200 ml con dispenser
Prezzo al pubblico:€ 6.90
In vendita in farmacia
www.saugella.it
Phyto Garda presenta Aloe Vera PG, unintegratore alimentare a base di puro succo di gel di Aloe vera da foglie fresche,
filettate manualmente per l’estrazione del gel. Il succo di
gel di Aloe è privo di aloina e spremuto a freddo. Il succo è
concentrato a basse temperature, senza alcool e coloranti,
non pastorizzato, non filtrato a
carboni. Il puro succo di Aloe
vera possiede funzioni depurative dell’organismo ed inoltre è
nota la sua azione emolliente e
lenitiva sul sistema digerente.
Acquistando una confezione di Saugella Girl
avrai subito in omaggio un astuccio colorato.
Non si tratta di un semplice astuccio, bensì di
Mordigno, l’astuccio con il ghigno, disponibile
in 4 differenti colori (giallo, arancione, rosa e
verde). La promozione èvalida dal 1 settembre
2014 al 31 marzo 2015
È un integratore di Phyto Garda
in flacone da 500 ml con tappo
dosatore.
12
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
COXALGIA BENIGNA
O ARTROSINOVITE DELL'ANCA
PEDIATRIA
La coxalgia è una piccola
patologia che preoccupa i
genitori.
Vediamo insieme come si
manifesta e cosa bisgona
fare.
U
na “piccola” patologia
che crea spesso una
grande apprensione
da parte dei genitori
è rappresentata dalla “sinovite
transitoria benigna dell’anca",
definita anche come "coxalgia
(da coxa, che in latino significa
anca) benigna".
Frequentemente succede che
il bambino al mattino si sveglia
e invece di camminare zoppica
vistosamente o si rifiuta di
camminare. Alcuni bambini si
lasciano cadere a terra.
Ovvia la preoccupazione da
parte dei famigliari. Per il resto
il bambino appare star bene. In
alcuni casi ha avuto la febbre
nei giorni precedenti, in altri
potrebbe venire.
La sinovite dell’anca è
una patologia che colpisce
prevalentemente i maschi tra i 2
e i 10 anni di età (più frequente
sotto ai 5-6 anni).
Si manifesta in modo acuto
con dolore localizzato all’anca
o, qualche volta, a tutto l’arto
inferiore senza una sede ben
definibile, di grado variabile,
qualche volta così intenso da
impedire al paziente l’appoggio
del piede a terra. Altre volte
l’esordio è meno violento e
il bambino riferisce dolore
ma cammina lo stesso pur
zoppicando e limitando la
propria attività che lo costringe a
zoppicare o limita la funzionalità
dell’arto. Non riferisce dolore
all’anca.
La causa è una infiammazione
dell’anca che può precedere
seguire o anticipare una
infezione virale, quindi
l’episodio infettivo può essere
contemporaneo ma può essere
antecedente o successivo, anche
di 15 giorni.
Nella maggior parte dei
casi è inutile sottoporre, in
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
prima battuta, il bambino ad
accertamenti ematochimici
e radiologici. Gli esami del
sangue sono infatti sempre
negativi o con minime alterazioni
aspecifiche (aumento della
VES e dei globuli bianchi di
lieve entità), mentre l’esame
radiologico è negativo.
Solo l’ecografia dell’anca può
rilevare un modesto versamento
nella capsula articolare.
In genere in pochi giorni,
2-4 in media, la situazione
si risolve e non lascia alcuna
conseguenza anche se, in alcuni
bambini, può ripetersi.
La terapia consiste nel riposo,
e se il dolore è molto intenso,
nella somministrazione di farmaci
antidolorifici (vanno bene gli
stessi farmaci che si usano per
la febbre: il paracetamolo e
l’ibuprofene).
CHE FARE?
Può essere l’occasione
per “godervi” vostro figlio
leggendogli o leggendo insieme
a lui qualche libro o di giocare
con lui (giochi calmi e tranquilli,
non a pallone o a fare salti sul
letto) o di guardare, insieme,
qualche programma televisivo
“controllato” o meglio qualche
video cassetta o di giocare
insieme con qualche video gioco
Se, però, i sintomi
persistessero per più giorni, oltre
5-7, è opportuno ricorrere alla
consulenza ortopedica e ad
eventuali esami per escludere
altre cause.
Cause più rare, soprattutto
all’inizio della deambulazione,
tra 1 anno e 1 anno e mezzo-2,
di zoppia che raccontate
possono far sorridere ma che,
al momento, appaiono piccole
13
tragedie sono:
t “sassolino nella scarpa”
(sic!). Se vostro figlio sta
bene seduto o in braccio
e appena viene messo in
piedi si mette a piangere
o si affloscia per terra
pensate alla possibilità di
un qualche oggetto nella
scarpa
t “pseudoparalisi”: il
bambino non muove la
gamba, non vuole più
mettere il piede per terra e
si rifiuta di camminare. Può
avvenire perché il bambino
ha avuto un piccolo trauma
o una minima distorsione.
Esistono altre cause di zoppia
che il pediatra valuterà in base
alla durata della zoppia, all’età
del bambino e al ripetersi della
sintomatologia
5
0
7
2
8 6
7 ,
$/ $&
'
)$
$
s #ON &INOCCHIO
0%2 ,%,)-).!:)/.% $%) '!3
s #ON 4HE 6ERDE
0%2 ), #/.42/,,/ $%, 0%3/
#/20/2%/
s #ON &%2-%.4) ,!44)#)
2))(57$
/$1&,2
s 0%2 &!6/2)2% ),
3/34%'./ -%4!"/,)#/
s #/-02%33! !, ')/2./
s 2),!3#)/ 02/,5.'!4/
NA;AF9 9DD9 LM9 K9DML=
K]_ma[a Yf[`]
km ^Y[]Zggc
3K\WR *DUGD
¼ 6&2172
¼ 14
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
UN PICCOLO PARENTE
DEL CANGURO: IL QUOKKA
Dott.ssa FEDERICA VINCENZI
Laureata in legge
[email protected]
ATTUALITÀ
M
i piacciono molto
gli animali, ma
alcuni suscitano più
simpatia di altri.
Non tutti vorrebbero, infatti,
come animale da compagnia
una specie di roditore. Subito ci
viene in mente il topo, forse, ma
vi ricrederete dopo aver sentito
parlare del Quokka.
Questo simpatico animaletto è
di origine australiana: vive in una
ristretta area territoriale nel sudovest del continente australiano.
È una specie protetta e addirittura
in alcune isole dell’Australia è
rarissimo da vedere in natura. È
famoso e facilmente riconoscibile,
perché il suo piccolo musino ha
sempre l’espressione sorridente
e per questo suscita la simpatia
di grandi e piccini. Le sue
dimensioni sono simili a quelle
di un gatto, ma è un marsupiale
– come i canguri-, erbivoro e si
muove e si nutre sostanzialmente
di notte.
La sua denominazione
scientifica sarebbe in realtà
Setonix brachyurus e deve il suo
nome a Jean René Constant Quoy
(1790-1896). Questo zoologo
e naturalista francese, insieme al
collega Joseph Paul Gaimard,
a bordo del vascello Coquille,
durante la circumnavigazione del
globo avvenuta fra il 1822 ed
il 1825, scoprirono l’esistenza
di molte specie animali che
ribattezzarono con i loro nomi
(Quokka sembra infatti derivare
proprio da Quoy e Quoya). Il
quokka è stato uno dei primi
mammiferi australiani visto dagli
europei.
Nel 1696 Willem de
Vlamingh, esploratore
olandese e capitano della
marina, esplorando la costa
sudoccidentale dell’Australia
nel XVII secolo, battezzò l’Isola
di Rottnest in questo modo
(letteralmente, “nido di ratti”),
perché disse di aver scorto nella
boscaglia un ratto, che altri
non era se non il quokka. Se
sapesse che noi uomini l’abbiamo
scambiato per un topo, un
roditore, sarebbe sicuramente
offeso, poiché egli invece è un
parente dei canguri !
Il quokka è abbastanza piccolo
come dimensioni: il suo peso
varia tra i 2.5 chili e i 5 degli
esemplari più grandi ed arriva ad
essere lungo fino ad un massimo
di 54 cm. Somiglia molto, nei
movimenti saltellati e nelle pose
ad un canguro un po’ goffo,
ma la sua forma e struttura fisica
gli consentono di arrampicarsi
raggiungendo la sommità di
piccoli alberi e arbusti.
La sua alimentazione consiste
principalmente in graminacee
e fogliame, che condivide con
gli altri membri delle grandi
comunità di suoi simili: si
spostano infatti in grandi gruppi
dove il cibo è più disponibile.
Ultimamente però molti turisti
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
soprattutto sull’isola di Rottnest,
sicuramente benintenzionati,
hanno dato da mangiare agli
esemplari di quokka presenti del
pane ed altri cibi inappropriati
che hanno causato la morte di
diversi esemplari. Motivo per
cui è stato severamente proibito
di dar mangiare agli animali
della fauna di questa bellissima
isola australiana - che si trova a
circa 19 km ad ovest al largo
della costa, poco più a sud
rispetto a Perth - che conta la
presenza di 140 specie animali
indigene. Nonostante le buone
intenzioni dei turisti è stato vietato
di dare agli animali dell’isola
del cibo inappropriato, rispetto
alla loro tipica alimentazione
naturale. Nel caso in cui
un turista sia colto sul fatto,
cercando di nutrire un quokka
o di maneggiarlo in qualunque
modo, gli verrà inflitta una multa
di 100 dollari australiani, che
possono raggiungere i 1000
dollari se l’animale viene ferito o
ucciso. Queste misure sono state
adottate, poiché il quokka non
è intimorito dall’uomo, ma anzi
spesso gli va incontro saltellando
e all’uomo viene d’istinto cercare
di accarezzare la sua morbida
pelliccia.
Tuttavia, il quokka è stato
inserito nel ventaglio di
razza vulnerabili e quindi
che necessitano di maggiore
protezione. È infatti minacciato
da predatori introdotti dall’uomo,
come le volpi, e necessita perciò
di aree a fitta vegetazione
per poter trovare rifugio. Lo
sviluppo agricolo ed il forte
disboscamento, però, hanno
complicato la situazione,
contribuendo al declino di
questa specie. Anche la
presenza di cani, gatti e dingo,
sempre introdotti dall’uomo, ha
peggiorato le cose.
15
Quindi è sempre valido
il monito di non dar da
mangiare agli animali, anche
se lo vorremmo, soprattutto i
bambini. Nonostante tutte le
buone intenzioni che possiamo
avere, non è affatto detto che
un innocente pezzo di pane
faccia bene ad un animale che
solitamente è abituato a nutrirsi di
altro.
Potremmo fare lo stesso
discorso anche per i nostri pet,
cani, gatti, criceti e volatili vari:
per scongiurare, malattie o
obesità legate ad una scorretta
alimentazione, abituiamoci a
seguire sempre le indicazioni
del nostro veterinario di fiducia,
senza cadere vittime della gola
o del classico “ma che male
vuoi che gli faccia, dopo tutto
è un animale” e non facciamo
assaggiare ai nostri amici animali
i cibi che siamo abituati a
mangiare noi.
Semplice, efficace
e pratico!
Cercasi agenti per le zone libere.
FITOBUCANEVE
,)+"22)3%(+%,-)#)+) "&
31
000#%-) .!("/"%-3%(#)#%-) .!("/"%-
Seguici su
www.briefing.eu
NOVITA’! TAGLIA PILLOLE 3 in 1
NO
veloce,
ve
velo
locc pratico, igienico
ta
taglia!
tagl
glia
ia La sua lama in acciaio inossidabile taglia
in due.
la pillola
pill
pi
ll
frantuma!
fran
fr
antu
tum
m Gira, premi e recupera la pillola
polverizzata.
polv
po
lver
eriz
iz
conserva!
co
cons
nser
erv
v 2 scomparti separati per conservare la pillola
in polvere
polv
po
lve
e o in frazioni.
Trovi
Trov
Tr
ovii TAGLIA
TAGL
TA
GL PILLOLE 3 in 1 in Farmacia a solo € 7.90.
16
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
L'INSONNIA
Dott. Paolo ZUCCONI
Psicologo specialista in psicoterapia
cognitivo-comportamentale
a Udine
PSICOLOGIA
Non tutti di notte dormono
piacevolmente!
Molti soffrono infatti di
disturbi del sonno.
Il più conosciuto è
l'insonnia.
I
l sonno è una delle attività
che da sempre hanno
affascinato l'uomo per un
insieme di fenomeni quasi
misteriosi, alcuni non ancora
del tutto chiariti, che accadono
nel corpo e nella mente del
dormiente. Tuttavia non tutti di
notte dormono piacevolmente:
c’è anche chi , suo malgrado,
veglia in quanto il suo sonno è
disturbato.
L’insonnia, il più conosciuto,
e anche più diffuso, dei disturbi
del sonno, rientra tra le dissonie
e come tale riguarda i tempi e la
qualità stessa del sonno.
Ai fini terapeutici è
importante sapere di che
tipo di insonnia si soffre, dal
momento che si riscontra una
insonnia iniziale che riguarda
l’addormentamento tardivo,
solitamente dopo 30 minuti dal
coricamento, un’insonnia di
mantenimento che fa riferimento
alle interruzioni di sonno nel
corso della notte (risvegli
notturni) ed infine un insonnia
detta terminale, caratterizzata
da risveglio precoce con
difficoltà di riaddormentamento
prima dell’ora prestabilita. Il
procedimento diagnostico, che
consentirà poi di predisporre
una specifica terapia ad
personam, una volta stabilito il
tipo di insonnia in relazione al
periodo in cui tale difficoltà si
manifesta, passa a distinguere
un’insonnia transitoria, che si
manifesta occasionalmente
(come ad esempio l’insonnia
da altitudine, dovuta ad un
temporaneo soggiorno ad alta
quota) da un’insonnia persistente,
caratterizzata da episodi
frequenti (tre volte alla settimana)
che durano per più di un mese.
È importante anche, ai fini
di un intervento terapeutico,
riuscire ad individuare le possibili
cause dell’insonnia che, molto
schematicamente, possono
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
riferirsi ad una patologia
organica internistica (come ad
esempio certe sindromi dolorose
tipo l’ulcera, l’asma bronchiale,
le cardiopatie, l’artrite e altre
condizioni mediche generali),
all’uso e all’abuso di sostanze
tossiche psicoattive (in particolare
alcol, caffeina, nicotina e
certi psicofarmaci), oppure ad
una neuropatologia o ad una
psicopatologia (solitamente
disturbi d’ansia, dell’umore,
dell’“adattamento” o malattie
mentali). In tutti questi casi
viene diagnosticata un’insonnia
secondaria che orienta il
trattamento verso il disturbo
principale di cui l’insonnia è la
diretta conseguenza.
Ci sono poi certe insonnie,
caratterizzate da sonno inquieto
con frequenti risvegli e incubi,
sonno non soddisfacente con
sensazione di stanchezza o
risveglio difficile e lungo di
origine geopatica, dovute a
fenomeni dinamici provenienti
dall’ambiente circostante o
dal sottosuolo (come fili di alta
tensione, centrali elettriche, corsi
d’acqua sotterranei, radiazioni
elettromagnetiche, nodi di
Hartmann, in generale campi
energetici negativi, campi
magnetici dei telefoni cellulari)
che in luna crescente ed in
luna piena evidenziano il loro
massimo grado di influenza.
Infatti le radiazioni interferiscono
con le onde alfa e le onde delta.
Le insonnie primarie,
apparentemente non collegate a
disturbi organici o mentali, sono
dovute prevalentemente a fattori
esperienziali o psicofisiologici
(abitudini erronee incompatibili
col sonno, pregiudizi dovuti a
disinformazione, convinzioni
soggettive disfunzionali,
inadeguato controllo del
sistema sonno-veglia, eccessiva
attivazione fisiologica).
Come per ogni psicopatologia,
anche per l’insonnia è necessaria
una accurata valutazione prima
di procedere ad uno specifico
intervento psicoterapico,
sintomatologico ed eziologico.
La valutazione comporta una
serie di colloqui clinici in cui
si raccolgono informazioni sui
sintomi lamentati dal paziente,
sulla storia di tali sintomi (inizio,
decorso, peggioramenti o
miglioramenti), sulla storia del
paziente e di altri suoi disturbi
e sulle abitudini igienico-
17
alimentari (farmaci compresi) che
possono causare o mantenere
l’insonnia. A volte viene sentita
anche la persona che vive
con il paziente in quanto è
da considerare clinicamente
la tendenza a sovrastimare il
disturbo lamentato, tanto che
mentre “l’insonne” riferisce di
non dormire, il convivente,
quale osservatore esterno,
solitamente più attendibile, può
ridimensionare il disturbo.
Tipico a questo riguardo il
caso della insonnia da errata
percezione del sonno, in cui
si manifesta una notevole
discrepanza fra le valutazioni
del sonno soggettive ed
oggettive. In neuropsicologia
comportamentale ci si serve
pure di “diari del sonno”, per
monitorare informazioni che
spesso passano inosservate dallo
stesso paziente.
Infine anche l’insonnia, come
tanti altri disturbi del sonno, oggi
può essere risolta con interventi
mirati tramite efficaci tecniche
psicoterapiche su ciò che
causa e sostiene l'insonnia, non
necessariamente facendo ricorso
a farmaci.
MiglioCres® è distribuito da F&F srl - 031/525522 - mail: [email protected] - www.fefsrl.eu
Stress, cambi di stagione, inquinamento,
trattamenti estetici e squilibri alimentari e/o
ormonali, minacciano la salute dei tuoi capelli?
Dalla natura, MiglioCres® è la risposta per avere:
CAPELLI FORTI
grazie all’estratto di Miglio.
CAPELLI FOLTI
con l’estratto di Serenoa Repens che aiuta
a prevenire il diradamento.
CAPELLI NUTRITI E RIGENERATI
grazie al complesso vitaminico ACE, il selenio,
la metionina, il rame e lo zinco.
in FARMACIA e
ERBORISTERIA
MiglioCres è
in Capsule, Fiale
e Shampoo.
il Salvacapelli
®
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
19
IL 40% DEGLI ITALIANI É PREDISPOSTO
ALL'INTOLLERANZA AL LATTOSIO
SALUTE
Nelle persone con
ipotiroidismo, a causa
dell’intolleranza al
lattosio, il dosaggio di
ormone tiroideo deve
essere aumentato del 31%
U
no studio
sull’intolleranza al
lattosio, condotto dal
gruppo diretto dal prof.
Marco Centanni presso l’UOC
di Endocrinologia dell’Università
La Sapienza, Ospedale Santa
Maria Gorettti di Latina, è stato
recentemente pubblicato sul
Journal of Clinical Endocrinology
and Metabolism. Lo studio
ha valutato la dose efficace
dell’ormone tiroideo in pazienti
ipotiroidei con concomitante
intolleranza al lattosio.
“E’ noto da tempo che in
persone ipotiroidee con patologie
gastrointestinali (morbo celiaco,
infezione da Helicobacter pylori,
gastriti croniche, parassitosi
intestinali) – afferma Marco
Centanni – sia necessario un
a
aumento della dose di levotiroxina
per garantire il raggiungimento
dell’obiettivo terapeutico. Questo
studio dimostra che la dose
di levotiroxina deve essere
aumentata di circa un terzo
rispetto alla dose ottimale, anche
in pazienti intolleranti al lattosio
che non seguono una dieta priva
di latte e suoi derivati.”
a
“Oggi questo problema, ancora
molto dibattuto - prosegue lo
specialista - è superato dalla
ni
disponibilità di nuove formulazioni
di levotiroxina in capsule molli o
in soluzione liquida, totalmente
prive di lattosio. Queste nuove
preparazioni, sembrano inoltre
to
garantire un migliore assorbimento
dell’ormone per la loro superiore
solubilità e quindi un più facile
raggiungimento della dose
minima efficace della tiroxina”.
L’intolleranza acquisita al
lattosio, che non va confusa
con l’allergia alle proteine del
latte, è l’incapacità di digerire il
principale zucchero del latte, a
causa di un deficit dell’enzima
lattasi. L’attività di questo enzima,,
massimale alla nascita, decresce
col progredire dell’età tanto che
solo il 30% delle persone è in
grado di digerire totalmente il
lattosio in età adulta. Le variazioni
geografiche sono ampie: si va
da quasi il 100% di intolleranti
nelle popolazioni dell’Estremo
Oriente al 5% della popolazione
britannica, al 40% della
popolazione italiana, secondo
uno studio di Angelo Franzè e
Anna Bertelè, pubblicato sulla
rivista della Società Italiana di
Medicina Generale.
I sintomi tipici dell’intolleranza
al lattosio sono di tipo
gastrointestinale, come dolori
addominali, meteorismo e
flatulenze, diarrea, nausea e
vomito, ma talvolta si associano
anche sintomi extraintestinali.
Tuttavia la genericità e spesso
l’assenza di sintomi fanno si che
il 75% degli intolleranti al lattosio
non sappia di esserlo.
Il lattosio è presente nel latte e
nei suoi derivati in percentuale
variabile (panna, formaggi, burro
e yogurt), ma come ingrediente
è quasi ubiquitario: lo si ritrova
in quantità variabili in quasi tutti i
prodotti da forno, nelle salse, nei
cibi pronti, nei salumi.
Inoltre, in caso di intolleranza,
i medicinali sono gli ultimi a cui
si pensa ma il lattosio è presente,
come eccipiente, in molti farmaci
tra i quali alcune preparazioni in
compresse di ormone tiroideo.
DALLA RICERCA BAYER
NUOVA
CON TECNOLOGIA MICROACTIVE
2 VOLTE
PIÙ VELOCE
CONTRO IL DOLORE
RISPETTO AD UNA COMPRESSA DI ASPIRINA CLASSICA 500 mg
La nuova Aspirina è stata formulata per un’azione più
rapida su DOLORE e INFIAMMAZIONE.
Grazie all’innovativa tecnologia MICROACTIVE la sua
compressa a rapida dissoluzione libera particelle di
micro-dimensioni che si dissolvono in pochi minuti
consentendo un più rapido assorbimento del principio
attivo. Da qui il vantaggio di un’azione 2 volte più veloce
contro il dolore.
Disponibile
D
Di
isp
po
in confezioni
da 20 e 8 compresse.
da
È un medicinale a base di acido acetilsalicilico. Può avere effetti indesideratii anche
anche gravi.
gravi
gr
avi.. Leggere
avi
Legg
Legg
eg ere attentamente
attent
att
enttame
en
amente
nte
t il foglio
te
foglio
fog
lio illustrativo.
ill
llust
ustrat
ust
rativo
ivo.. A
Autorizzazione del 13/03/2014.
DT
&
DIAGNOSI & TERAPIA
SPECIALE
ACQUA, FONTE DI BENESSERE
PER MENTE E CORPO
IL NOSTRO CORPO E' COSTITUITO
PER IL 70% DI ACQUA
22
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
L’assunzione di un’acqua minerale ricca di
calcio contribuisce al mantenimento di uno
stato di salute ottimale delle ossa
Un ottimale bilancio idrico è essenziale per
il corretto funzionamento del cervello
Un bene prezioso che non va sprecato!
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
I
nutrizionisti dedicano sempre maggiore
attenzione al tema dell’apporto idrico con la
dieta. L’acqua infatti è un alimento essenziale
che ha un ruolo primario e insostituibile
nell’idratazione dell’organismo, contribuendo al
mantenimento dello stato di benessere.
Del resto è ormai ampiamente riconosciuto il ruolo
che l’acqua ricopre anche per quanto riguarda
l’apporto di sostanze utili per l’organismo, grazie
alla sua elevata biodisponibilità, cioè la quantità
di elementi presenti in essa che vengono assimilati
dall’organismo, primo tra tutti il calcio.
"Le acque minerali contenenti almeno 300
milligrammi di calcio per litro e povere di sodio
devono essere considerate come una vera e propria
fonte alimentare di calcio" spiega Alessandro
Zanasi, direttore del Museo Nazionale della
Risorsa idrica e delle Acque minerali, Pneumologo
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
23
ossalico al calcio ancora prima che giunga nel
tratto gastrointestinale riducendo significativamente
la sua assimilazione e quindi la sua presenza nelle
urine, per cui non vi è rischio aumentato di calcoli.
E’ quindi importante il momento dell’assunzione del
calcio, che deve avvenire durante i pasti".
LA MENTE È BRILLANTE SE
VIENE IDRATATA
Considerando che il nostro cervello è costituito
per l’85% di acqua e che in esso circolano circa
1400 litri di sangue nel corso delle 24 ore, risulta
facile comprendere quanto il perseguimento di un
ottimale bilancio idrico sia essenziale per il corretto
funzionamento di questo organo vitale. Grazie al
suo contenuto liquido, infatti, il cervello amplifica
la propria conduttività elettrica e permette alle
correnti elettriche (attraverso le quali avvengono
le connessioni tra le varie aree del cervello e tra
queste e il resto del corpo) di propagarsi a elevata
velocità e in maniera fluida e continua.
"Numerosi studi scientifici hanno dimostrato
l’esistenza di una correlazione diretta tra il
grado di disidratazione e i livelli di efficienza
cerebrale e performance intellettiva" commenta
Zanasi. "Le prime avvisaglie arrivano già per
valori di disidratazione intorno al 2%, con
insorgenza di cefalee, senso di stanchezza,
iniziale compromissione dell’attenzione e della
concentrazione, riduzione della capacità e
accuratezza nell’eseguire compiti, anche semplici.
Si osservano anche rallentamenti nel tempo di
reazione, riduzione delle capacità viso-motorie,
della capacitò di svolgere correttamente calcoli
aritmetici e diminuzione della memoria a breve e
lungo termine".
Il rapporto tra acqua e cervello è evidenziato
anche da un recente studio britannico, secondo
il quale bere acqua minerale ricca di silicio può
rallentare il declino cognitivo.
presso il Dipartimento ad Attività Integrata CardioToraco-Vascolare del Policlinico S. Orsola-Malpighi
di Bologna. "Uno studio pubblicato dall’American
Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato come
l’assunzione di un’acqua minerale ricca di calcio
contribuisce al mantenimento di uno stato di salute
ottimale delle ossa".
Va inoltre sfatato il mito che le acque ricche di
calcio favoriscano la calcolosi renale. "Il calcare
aggredisce i nostri elettrodomestici ma non il nostro
organismo" prosegue Zanasi. "Sono numerosi
gli studi che hanno evidenziato come un elevato
apporto di calcio non si accompagni a un aumento
del rischio di calcolosi renale. Anzi, alcuni studi
hanno dimostrato che le persone che introducono
poco calcio sono particolarmente esposte alla
formazione di calcoli renali. Una maggiore
disponibilità di calcio nella dieta lega l’acido
UN BENE PREZIOSO CHE NON
VA SPRECATO
Si chiama impronta idrica l'acqua
utilizzata durante il ciclo di lavorazione e la
commercializzazione dei beni che ogni giorno
consumiamo, acquistiamo e utilizziamo, dal cibo
ai vestiti, da un’automobile a un computer. C'è
una parte di impronta idrica che viene chiamata
“verde”, e rappresenta l'acqua piovana evaporata
durante le fasi di produzione; l'impronta idrica
“blu”, ovvero l'acqua utilizzata che non torna al
corso d'acqua da cui proviene; e quella “grigia”,
che rappresenta il volume di acqua che viene
inquinata per produrre un bene.
Per esempio, per produrre una tazza di caffè ci
vogliono 140 litri di acqua, per un chilo di carne
24
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
rossa occorrono oltre 15mila litri d'acqua.
Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica
Proceedings of the National Academy of Sciences
sottolinea come la produzione agricola sia
responsabile del 92% dei consumi globali, quella
industriale del 4,4% e quella domestica del 3,6%.
E gli italiani sono tra i maggiori consumatori
di acqua nel mondo. Secondo la ricerca Water
footprints of nations ( Unesco 2007), ogni italiano
consuma 2.332 metri cubi d’acqua all’anno, al
livello di Spagna e Grecia. Solo gli Stati Uniti ne
consumano di più (2.483 metri cubi). La media
mondiale è 1.243, mentre nella maggior parte dei
paesi poveri i consumi scendono sotto i mille metri
cubi.
"La crisi dell’acqua, provocata dall’eccessivo
utilizzo in agricoltura, è prevista attorno all’anno
2030. Dobbiamo impegnarci per trovare un
sistema sostenibile per evitare che in futuro possa
mancare questo elemento cos prezioso per la vita
dell’umanità e della Terra" conclude Zanasi.
IL FINGERPRINT DELL’ACQUA
Tratto dall’intervento di Giovanni GUMARI
Benaquam Repubblica di San Marino
Ogni acqua presente sul pianeta ha una
sua impronta, il “fingerprint”, che dipende
principalmente dalla sua mineralizzazione. Questa
a sua volta è condizionata dal ciclo idrologico,
cioè dal lungo e travagliato viaggio che ogni
goccia d’acqua compie nei diversi strati naturali e
nelle diverse condizioni in cui si viene a trovare.
L’acqua costituisce il liquido più diffuso e la
sostanza più importante sulla Terra e influisce sulla
nostra vita in molti modi.
L’irraggiamento solare provoca l’evaporazione
dell’acqua nell’aria da fiumi, laghi e oceani.
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
Questo vapore acqueo innalzandosi si raffredda e
condensa formando goccioline di acqua raccolte in
nuvole.
Quando le gocce sono abbastanza grosse,
cadono sulla terra sotto forma di pioggia.
In parte quest’acqua “precipita” evapora
nuovamente e ritorna nell’aria, in parte viene
utilizzata dalle piante, ma la quantità più cospicua
filtra attraverso il terreno o si riversa nei fiumi
sfociando infine nei mari. L’intero ciclo ricomincia
quindi da capo.
Nel ciclo dell’acqua, una parte dell’acqua
piovana e fluviale penetra nel sottosuolo
infiltrandosi, molto lentamente, tra la roccia e la
sabbia o all’interno di questi materiali, fino ad
incontrare uno strato impermeabile contro il quale
una parte dell’acqua si blocca dando origine ad un
deposito sotterraneo, ovvero una falda acquifera.
Nel caso in cui l’acqua infiltratasi nel sottosuolo
riemerga naturalmente siamo di fronte ad una
sorgente. Se tale sorgente si trova ad alta quota,
quindi l’acqua fuoriesce dopo un percorso limitato
nel sottosuolo, è molto simile all’acqua piovana
cioè quasi priva di Sali minerali, è oligominerale,
si dice. Se emerge invece dopo un lungo tratto,
porta con sé sali disciolti lungo il percorso e che
dipendono dalle rocce che ha attraversato: sali di
calcio, ferro, manganese, magnesio, sodio e altri
minerali.
Diventa così appunto un’acqua minerale con
varie caratteristiche. A volte lungo il suo viaggio
incontra anche l’anidride carbonica proveniente dal
sottosuolo; questo gas viene incorporato e l’acqua
diventa così minerale gassata.
L’acqua che utilizziamo non è quindi una
molecola inerte.
Le acque minerali presenti sulla superficie e
nel sottosuolo della Terra sono praticamente tutte
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
25
diverse, ma tutte sono da considerare “minerali”,
In funzione del loro corredo genetico sono più o
meno mineralizzato e presentano caratteristiche tali
da conferire reazioni diverse all’organismo con cui
vengono a contatto sia sotto forma alimentare che
mezzo terapeutico o ludico ricreativo.
Tutte le acque vengono classificate in funzione del
loro contenuto in sali disciolti, residuo e durezza.
Si intende per “durezza” la quantità di sali di
calcio e magnesio disciolti nell’acqua. Poiché la
durezza influenza sia la destinazione dell’acqua
che la sua gestione, si usa precisare una “durezza
permanente” una “durezza temporanea” e una
“durezza totale”.
Adulti sani regolano l’equilibrio idrico con
precisione, mentre bambini piccoli e anziani
sono i soggetti più a rischio di disidratazione.
La disidratazione può influire sullo stato della
coscienza, indurre incoerenza nel discorso,
debolezza, ipotonia dei globi oculari, ipotensione
ortostatica e tachicardia.
Tra gli Studiosi la discussione sui fabbisogni
individuali è ampiamente aperta.
Si è ormai ampiamente dimostrato che la
disidratazione cronica o acuta sia causa di
importanti eventi avversi sulla salute; non vi è invece
ancora un chiaro consenso sugli effetti terapeutici di
una elevata assunzione di fluidi.
L’ACQUA COME ALIMENTO
L’IMPORTANZA DELL’ACQUA
NELLA DIETA DEL BAMBINO
Tratto dall’intervento di Cristina Angeloni
Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita,
Università di Bologna
L’acqua è un nutriente essenziale eppure è spesso
ignorata nelle indagini dietetiche e negli studi di
nutrizione.
Sebbene l’acqua sia ubiquitaria in alimenti e
bevande, l’attenzione è spesso focalizzata sui
minerali in essa contenuti o sul potere calorico delle
bevande piuttosto che sull’acqua per se stessa.
La quantità di acqua di cui ha bisogno
l’organismo dipende dalle funzioni che svolge e
dalla regolazione dell’equilibrio idrico giornaliero.
L’acqua ha numerosi ruoli nell’organismo: è
materiale da costruzione, solvente per le reazioni
biologiche, trasporta nutrienti e prodotti di scarto,
è fondamentale nella termoregolazione e funge da
lubrificante e ammortizzatore. L’equilibrio idrico è
regolato molto finemente e le minime modifiche di
osmolarità del plasma sono i fattori che innescano
questi meccanismi osmotici.
Tratto dall’intervento di Filippo BERNARDI
Dipartimento Materno-Infantile, Università di Bologna
I vantaggi dovuti all’impiego delle acque
oligominerali in ambito pediatrico sono stati
documentati da numerose evidenze, soprattutto
per quanto concerne la ricostituzione del latte
formulato e la diluizione del latte vaccino intero.
Inoltre l’impiego di un’acqua minerale oligominerale
nell’alimentazione del neonato e del bambino
comporta indiscussi e comprovati vantaggi tra cui
anche quelli di ordine igienico-sanitario nei confronti
dell’acqua potabile di acquedotto.
A partire dal 1 gennaio 2006, le acque minerali
naturali devono, al momento del confezionamento,
essere conformi ai limiti di concentrazione massimi
stabiliti dalla direttiva comunitaria dove sono elencate
16 componenti naturalmente presenti nelle acque
minerali naturali e i rispettivi limiti massimi il cui
superamento può presentare un rischio per la salute.
26
6
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
L’IDRATAZIONE
NELLA TERZA ETÀ
Tratto dall’intervento di C. BORGHI
U.O. di Medicina Interna DIMEC – Università di
Bologna
L’acqua presente nell’organismo umano
diminuisce gradualmente con l’avanzare dell’età
tanto che nell’uomo adulto rappresenta circa il 60%
del peso corporeo, prevalentemente collocata a
livello intracellulare. Nell’anziano si ha un’ulteriore
riduzione della quantità di acqua totale corporea,
sia come valore assoluto sia come frazione
percentuale. L’introduzione di acqua avviene
essenzialmente con le bevande e gli alimenti molti
dei quali ne presentano una discreta quantità;
dall’ossidazione dei nutrienti l’organismo ricava
inoltre circa 300 ml di acqua al giorno.
L’eliminazione dell’acqua avviene invece con
il sudore, le urine, le feci e, naturalmente, la
respirazione.
L’equilibrio idroelettrolitico è regolato dall’attività
combinata di numerosi ormoni quali la vasopressina
(antidiuretico) che riduce drasticamente la diuresi
aumentando il riassorbimento di acqua del 9099% a livello del filtrato glomerulare, l’aldosterone
che favorisce il riassorbimento tubolare dello jone
sodio in cambio dello jone potassio e idrogeno, il
sistema renina-angiotensina che si attiva quando si
ha una riduzione del volume plasmatico, il fattore
natriuretico atriale che interviene in caso di aumento
del volume plasmatico promuovendo l’escrezione
di sodio ed acqua attraverso il rene, infine il centro
ipotalamico della sede funge da centro regolatore.
E’ caratteristica comune, con l’avanzare dell’età,
una diminuzione dello stimolo della sete alla quale
si associa una risposta ormonale alla disidratazione
(come la liberazione di ormone antidiuretico)
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
insufficiente con conseguente frequente pericolo
di andare incontro ad una condizione di
disidratazione soprattutto quando si va incontro ad
una malattia. Un bilancio idrico negativo (nel quale
le uscite sono superiori alle entrate) può essere infatti
indotto da qualsiasi patologia acuta o cronica che
possa portare ad un inadeguato apporto o ad una
perdita di liquidi. Una banale sindrome febbrile,
un’immobilizzazione totale anche temporanea o più
severe patologie croniche a carico dell’apparato
gastrointestinale (con vomito persistente, diarrea,
comportamento anoressico o malassorbimento)
o malattie metaboliche in grado di influenzare
l’equilibrio acido-base quali il diabete mellito o
una nefropatia o bronco-pneumopatia possono
alterare il fragile equilibrio idrico presente nella
terza età. Da ultimo, ma non meno importante, è
bene ricordare che il bilancio idrico deve essere
sempre valutato con particolare attenzione nei
soggetti anziani che assumono farmaci, anche in
maniera intercorrente e per comuni patologie, come
i lassativi per la stipsi e sempre quando in terapia
cronica con farmaci essenziali e salvavita ma in
grado di interferire con i sistemi ormonali sopra
citati, primi fra tutti i diuretici.
CALCOLOSI RENALE:
COSA BERE
Tratto dall’intervento di Andrea TICINESI, Loris BORGHI
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Università di Parma
La nefrolitiasi è una patologia ad alta prevalenza
nella popolazione generale in continuo aumento.
Si stima che il 13% dei maschi e il 7% delle
femmine sperimenterà un episodio di colica renale
nella vita.
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
Dopo il primo episodio di colica il tasso di recidiva
a 5 anni è molto elevato, attorno al 35-50%.
La forma di calcolosi più frequente è quella
calcica idiopatica (75% dei casi) seguita da quella
di acido urico. La formazione dei calcoli è stata
tradizionalmente messa in relazione allo squilibrio tra
escrezione urinaria di sostanze prolitogene (calcio
ossalato, acido urico, fosforo) e sostanze antilitogene
(citrato di magnesio e potassio) oltre che il pH
urinario che, a determinati valori, può favorire la
precipitazione dei vari tipi di cristalli.
Un basso volume urinario, conseguenza di
un’insufficiente idratazione è inoltre riconosciuto
come un fattore di rischio di estrema importanza
in quanto urine concentrate possono favorire la
precipitazione dei sali litogeni. Quindi l’aumento
dei consumi di liquidi è raccomandato come misura
preventiva della calcolosi renale sin dai tempi antichi.
In realtà in letteratura sono presenti pochissimi studi
epidemiologici e clinici che abbiano investigato
approfonditamente il ruolo dell’idratazione. Di
fatto un solo studio randomizzato controllato ha
mostrato chiaramente che il mantenimento del volume
urinario > 21-24 h è utile per prevenire la recidiva
di calcolosi calcica in pazienti al primo episodio,
seguiti prospetticamente per 5 anni (tasso di recidiva
12%vs27% p= 0,008). Il fluido ideale per aumentare
l’idratazione e quindi il volume urinario nella calcolosi
è indubbiamente l’acqua, tuttavia in letteratura
non c’è consenso su quale sia il tipo di acqua più
indicato. Le acque minerali ad elevata durezza
possono determinare un aumento del pH urinario e
dell’escrezione del citrato, ma anche un aumento
dell’escrezione di calcio considerato il principale
fattore prolitogeno.
Le acque oligominerali non si accompagnano agli
stessi effetti, tuttavia ci sono dati epidemiologici che
indicano come il consumo di acque a bassa durezza
possono favorire l’insorgenza di calcolosi.
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
27
E’ plausibile che ogni tipo di acqua induca fini
modificazioni del microambiente urinario che si
riflettono in modo diverso sulla litogenesi anche in
relazione alla dieta del soggetto che la assume.
Anche sull’effetto delle altre bevande non c’è
consenso in letteratura. Se da un lato i succhi di
frutta hanno in genere un effetto protettivo, dall’altro il
caffè, il te, la birra, la soda, la cola e gli sport drinks
sono talvolta indicati come prolitogeni, potendo
determinare un incremento dell’ossaluria e della
calciuria.
Al giorno d’oggi quindi la prescrizione di
fluidoterapia nella prevenzione della calcolosi
renale deve considerare attentamente il tipo di
calcolosi, la dieta del soggetto e lo stile di vita. La
valutazione di questi aspetti porta il clinico a una
prescrizione personalizzata del tipo di fluidi anche in
considerazione del fatto che le evidenze in letteratura
sono contraddittorie. Ulteriori studi sono necessari per
esplorare gli effetti delle varie bevande e dei diversi
tipi di acqua sulla litogenesi.
GLI EFFETTI DELLE ACQUE
MINERALI SULL’APPARATO
GASTROENTERICO
Tratto dall’intervento di Giovanni GASBARRINI
Presidente Fondazione Ricerca in Medicina Onlus
Ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia
Roma
Da alcuni anni a questa parte si sono modificate
le conoscenze sull’assorbimento intestinale.
In particolare mentre un tempo si riteneva che
questo avvenisse essenzialmente per via transepiteliale, oggi si sa che tale processo si giova
anche della vita delle giunzioni terminali una volta
considerate impenetrabili che viene modulata
28
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
a seconda delle sostanze da assorbire e della
eventuale patologia presente, dalle caratteristiche
della “permeabilità di membrana”.
Per quanto riguarda l’acqua invece, e già alcune
nostre ricerche sperimentali lo hanno dimostrato,
il processo di assorbimento avviene attraverso
entrambe le vie e le modalità. Naturalmente però
l’entità di questi fenomeni è condizionata dal
contenuto dei liquidi. Pertanto non per tutte le acque
minerali questo processo si svolge nella stessa
maniera.
Ad esempio, per quelle ricche di calcio, vi è una
fondamentale importanza dei cosiddetti fenomeni di
pinocistosi nei processi di passaggio attraverso le
membrane e nella penetrazione cellulare.
Il tutto, tra l’altro, sotto il controllo ionico. Inoltre
a seconda delle varie situazioni pato-fisiologiche vi
possono essere differenti e rallentati tempi di transito
oro-ciecale e ciò avviene, ad esempio, nella stipsi.
Un’altra situazione particolare è quella della
sindrome dispeptica con iperacidità gastrica in cui
i tempi di svuotamento della colecisti con quadri di
ipotonia ed ipocinesia vescicolare.
Infine un ruolo fondamentale nel condizionare
l’assorbimento e la permeabilità della mucosa
intestinale ad esso correlata è svolto dal Microbiota
intestinale, vale a dire l’insieme del chilo e
mezzo di miliari di germi contenuti nell’intestino
tenue provvisto di almeno 3.300.000 geni che
controllano almeno 25.000 attività chimicometaboliche.
Riprendendo precedenti lavori, anche della nostra
Scuola, sull’effetto dell’acqua Uliveto alcalina e
ricca di calcio, abbiamo valutato l’attività di tale
acqua su quelle che sono le due condizioni più
frequenti nella patologia digestiva funzionale
umana: la dispepsia e la stipsi.
I risultati sono stati quelli di un significativo effetto
sulla normalizzazione dei vari parametri.
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
OSTEOPOROSI: IL RUOLO
DELLE ACQUE CALCICHE
Tratto dall’intervento di Renata CAUDRELLA
Maria Cecilia Hospital GVM care & research Bologna
L’osteoporosi viene definita come una malattia
sistemica dello scheletro caratterizzata da una
riduzione della massa ossea e da un deterioramento
della microarchitettura del tessuto osseo, con
conseguente aumento della fragilità ossea e del
rischio di frattura.
Numerosi fattori (genetici, attività fisica,
nutrizione) contribuiscono al raggiungimento di una
condizione di salute ottimale per l’osso. Il trattamento
dell’osteoporosi non si basa solo sull’impiego di
farmaci ma include quasi sempre l’associazione di
sali di calcio e di vitamina D.
Numerosi studi osservazionali, trials clinici
controllati randomizzati prospettici ed una serie di
meta-analisi dimostrano che la supplementazione
con calcio e vitamina D riduce il rischio di fratture. Il
legame tra l’apporto di calcio e l’osteoporosi deriva
da stati osservazionali i quali hanno dimostrato che
un inadeguato apporto di calcio con la dieta limita:
1. il raggiungimento del picco di massa ossea in
età adoloscenziale;
2. ne impedisce il mantenimento in età adulta;
3. favorisce l’insorgenza di osteoporosi in età
post-menopausale e senile.
La terapia con supplementi di calcio è risultata
efficace sia nel ridurre la perdita di massa ossea nelle
donne in età post-menopausale sia nella diminuzione
del rischio di nuove fratture in donne con pregresse
fratture vertebrali. L’uso separato o in associazione
di calcio e di vitamina D è stato peraltro associato
alla comparsa di effetti collaterali importanti quali
calcificazioni vascolari, ipercalcermia, insufficienza
renale, calcolosi renale, più di recente sono stati
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
segnalati casi di milk-alkali syndrome e aumento del
rischio cardiovascolare, in particolare dell’infarto del
miocardio.
Gli studi epidemiologici indicano che l’apporto
alimentare di calcio è inferiore a quello consigliato
nella NIH Consensus Statement per mantenere una
condizione ottimale dell’osso. Numerosi lavori hanno
dimostrato che il calcio introdotto con l’alimentazione
e quindi anche con l’acqua presenta una maggiore
sicurezza rispetto ai supplementi di calcio.
L’uso di acque minerali ricche di calcio sembra
offrire un’interessante ed efficace alternativa
all’apporto di calcio che deriva dal consumo di latte
e derivati caseari in quanto presentano un’analoga e
forse migliore biodisponibilità del calcio.
L’uso di acque ricche di calcio può quindi fornire un
utile apporto supplementare di calcio quando siano
presenti condizioni che suggeriscono una limitazione
dell’apporto di latticini (ipercolesterolemia, obesità,
aterosclerosi con presenza di placche vascolari,
intolleranza al lattosio). Viceversa non si devono
consigliare acque ad elevato contenuto di calcio
nel momento in cui i pazienti assumono bifosfonati
per via orale, in quanto ne riducono l’assorbimento
intestinale.
TERME, RAPPORTO
TRA ACQUA E SALUTE
Cristiano CROTTI
Fondazione Benefattori Cremaschi Onlus;
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Studi Milano,
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Centro
di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Medicina Termale,
Complementare e Scienze del Benessere, Milan, Italy
Sorgenti minerali e fanghi termali sono stati usati
per lenire e guarire vari disturbi fin dall'antichità.
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
29
Ciò costituisce la base della terapia termale. Per
oltre 5000 anni la terapia termale è stata utilizzata
per rilassarsi, far rivivere e ripristinare il benessere.
Secondo De Vierville, il termine "spa" è entrato nel
linguaggio comune traendo origine da una parola
belga "Espa" che significa "fontana". Un’altra ipotesi
è che derivi dal verbo latino "Spagere" che significa
"disperdere,cospargere, inumidire".
Altri Autori affermano possa proviene dalle parole
romane " Sanus per aquam " che significa "salute
attraverso l'acqua".
Climatoterapia, talassoterapia, balneoterapia,
elioterapica, idroterapia, fangoterapia e
crenoterapia costituiscono diverse forme di terapia
termale.
La Climatoterapia è la tecnica che sfrutta le
proprietà atmosferiche per curare alcune malattie.
La Talassoterapia (dalla parola thalassa greca,
che significa " mare " e " therapiea " che significa
" guarigione") è un trattamento termale basato su
un'antica credenza nelle proprietà curative naturali
dell’acqua di mare. Oggi la talassoterapia è usata
come trattamento alternativo per alcune patologie
cutanee ed è diventato una popolare attrazione
turistica anche per il relax psicofisico e antiaging.
La balneoterapia (dal latino: Balneum, vasca da
bagno) si riferisce all'uso medico dell’acqua rispetto
al suo uso ricreativo.
Quando si utilizzano argille medicinali si parla di
fangoterapia.
Crenoterapia è la combinazione di acqua
termale, vapore e fanghi somministrati con mezzi e
metodi specifici.
L’idroterapia prevede l'utilizzo di acqua in tutte le
sue forme (sia per uso idropinico che per bagni o
30
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
lavaggi) per aiutare il processo di guarigione.
È difficile individuare l'origine esatta dei primi
trattamenti termali.
Trattati storici riferiscono del loro uso dagli antichi
Greci, Babilonesi e mesopotamici. Omero e altri
autori classici riferiscono che i Greci usufruivano
di una varietà di bagni sociali già nel 500 aC.
I Romani sono considerati i responsabili della
diffusione della terapia termale in numerosi parti del
mondo allora conosciuto. Durante l'impero romano
vennero censite 1.352 fontane Pubbliche e 962
bagni pubblici disponibili per i cittadini di Roma.
I soldati romani venivano ricompensati con
periodi alle terme e con bagni caldi in modo da
recuperare la migliore condizione fisica dopo i
lunghi periodi passati in campagna militare.
Nel corso dei secoli l'interesse per l'uso
dell’acqua come risorsa curativa ha conosciuto alti
e bassi e diverse diffusioni negli Stati.
In ambito strettamente medico si registrano
diverse opinioni da molto entusiaste a estremamente
critiche.
Oggi, la terapia termale sta ricevendo rinnovata
attenzione da molte specialità mediche. Tuttavia,
l'esatto potenziale terapeutico della terapia termale
resta ancora in gran parte sconosciuto.
Diversi studi controllati e randomizzati e revisioni
sistematiche hanno valutato gli effetti della
terapia termale come singola terapia medica o
complementare ad altre terapie.
Recentemente, il concetto di terapia termale sta
cambiando. C'è un emergere delle cosiddette
“medical spa” (Medi-spa). Esso incorpora
terapia termale tradizionale con misure mediche
moderne. Anche se i medical spa sono noti come
detto fin dai tempi antichi per trattare un'ampia
varietà di disturbi, il moderno concetto di spa
medica combina relax con procedure mediche
ACQUA, SALUTE E BENESSERE
propriamente dette.
Tale connotazione non sempre risulta favorevole
alla definizione di medicina termale intesa come
complementare ai trattamenti medici; ma deve
essere intesa come stato di completo benessere
fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di
malattia.
In conclusione sebbene l’uso dell’idroterapia
stia conoscendo una diffusione sempre maggiore,
molti paesi europei stanno incontrando alcune
difficoltà nella valutazione dell’efficacia dei
trattamenti idroterapici e, per questa ragione,
nella promozione del loro uso appropriato.
Inoltre, il finanziamento delle terapie da parte
dei responsabili della pubblica amministrazione
richiede che vengano fornite prove sempre più
chiare.
Di fatto, a causa della loro mancanza, le autorità
competenti hanno alcune difficoltà nel decidere se
finanziare o no tali terapie.
Talora anche per i consumatori è difficile
ottenere pareri e indicazioni sulle modalità e
i tempi di utilizzo dell'idroterapia. Infine, per
l’autorità sanitaria locale non è facile individuare
professionisti qualificati che somministrino tali
terapie.
L’estrema varietà di queste terapie aggrava questi
problemi. Del resto, non è soltanto l'Europa a dover
far fronte a queste criticità. I governi e le autorità
sanitarie in Russia, America Latina, Cina, Estremo
Oriente e Nord Africa affrontano problematiche
analoghe: infatti negli ultimi anni, in queste aree
geografiche, si è verificato un considerevole
incremento del ricorso alla medicina complementare
e all’idroterapia.
STOP ai
pidocchi!
www.briefing.eu
Médic
M
édic A
Aid
id pettine elettronico anti
pediculosi
pediculosi è un pettine specifico per
l’eliminazione
l’eliminazio indolore dei pidocchi e delle
lendini.
lendini.
È un’ottima
un’ottim alternativa alla scelta di
prodotti
prodotti chimici,
c
completamente innocua,
rapida
ed
rapida e
d efficace.
Médic
Aid
Médic A
i pettine elettronico permette
d
dii e
eliminare
limin
facilmente i pidocchi e le
uova
uova (lendini);
(le
al primo contatto con un
pidocchio,
pidocchi i denti del pettine emettono
impulsi
impulsi e
elettrici innocui per l’uomo ma
ffatali
atali per
pe questo parassita.
Médic
Médic A
Aid
i pettine elettronico è adatto
per
per ttutta
utta la famiglia ed è disponibile
iin
n Farmacia.
Farmac
Cercasi agenti per
le zone libere.
FITOBUCANEVE
$!#**!+ #$%!!#! +)
(((%!& '% + !%!& '%
Seguici su
32
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
Dott. ROCCO CARBONE
farmacista e naturopata
www.naturafelicitas.it
[email protected]
NATUROPATIA
REATTIVITÀ
INDIVIDUALI
AGLI ALIMENTI E
ALLE SOSTANZE
CHIMICHE
L
'esistenza di un legame tra ciò che si mangia,
lo stato di salute e lo sviluppo di alcune malattie
è riconosciuta fin dall'antichità.
Ippocrate (460-370 a.C.), osservò per primo
l’esistenza di una correlazione tra l’assunzione di
cibo e alcune manifestazioni patologiche come
l'orticaria e la cefalea, e l’importanza di una sana
e corretta alimentazione che descrisse col seguente
aforisma: "Lascia che il cibo sia la tua medicina, e la
medicina sia il tuo cibo".
Anassagora (475 a.C.) sosteneva che
l’uomo, attraverso il cibo assorbiva dei “principi
generativi" necessari al funzionamento del corpo
umano, quest’osservazione fu la prima intuizione
dell’esistenza dei principi nutritivi e della biochimica.
Successivamente, Galeno (131-210 d.C.)
introdusse alcune formule per la cura di malati che
manifestavano reazioni avverse agli alimenti.
Porfirio (232 - 305 d. C.) racconta nella “Vita
di Pitagora” che il matematico ammoniva i suoi
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
discepoli a non mangiare fave e ad escluderle dalla
dieta.
Dei periodi successivi si conosce ben poco e poco
è stato documentato, fino agli studi e sperimentazioni
di Theophrast Bombast von Hohenheim (detto
Paracelso) (1493-1541 d.C.), medico, naturalista e
filosofo svizzero.
Paracelso, vissuto in un’epoca cruciale e di
notevoli cambiamenti nella storia del mondo
occidentale, quando il Rinascimento iniziava a
collocare l’uomo al centro di ogni interesse, studiò
i segreti dell’uomo in rapporto al cosmo e fu il
creatore della filosofia dell’uomo integrale, latente
in ogni persona. Scrisse undici trattati sull’origine, le
cause, i segni e la cura delle singole malattie. Egli
attribuiva a cinque cause principali l’insorgenza della
malattia: Ens Astrale, Ens Venenale, Ens Naturale,
Ens Spirituale, Ens Deale. Per restare nel tema delle
tossine secondo Paracelso l’Ens Venenale è causata
dalle impurità. Infatti, Paracelso descrive che vi sono
impurità che entrano nel nostro corpo sotto forma di
cibo solido e che non seguono il naturale processo
di estromissione dal sistema che seguono le parti
non utilizzabili dal processo individuale. Lo stesso
può avvenire anche per i cibi liquidi, per ciò che è
inalato con l'aria che respiriamo, ciò che è assorbito
dalla pelle.
Possiamo definire Paracelso il padre, oltre che
della farmacologia, anche il precursore del concetto
di intolleranze alimentari e reattività individuali agli
alimenti e alle sostanze chimiche.
Lo sviluppo delle conoscenze sulle intolleranze
alimentari va di pari passo con le conoscenze più
generali dell'allergia e dell'immunologia che si
sviluppò alla fine dell'Ottocento, con lo studio delle
malattie infettive e delle relative vaccinazioni.
La correlazione tra cibo e salute ricompare nella
medicina, soprattutto nell'area anglosassone, con
la pubblicazione di F.W. HareThe Food factor in
disease, del 1905, in cui sostiene l’ipotesi che molte
malattie potevano essere causate dalla presenza di
intolleranze alimentari.
Nel 1906 fu utilizzata per la prima volta la
parola allergia dal pediatra viennese Von Pirquet,
definendola: un'alterata capacità acquisita e
specifica dell'organismo a reagire a sostanze
estranee presenti nei tessuti cutanei. Descrivendo
le ipersensibilità (allergie) ai vaccini dei virus, ai
pollini, alla polvere ecc., ma nulla dal punto di vista
alimentare.
Nel 1922 W.R. Shannon pubblicò su riviste di
pediatria alcuni casi di manifestazioni neuropatiche,
compresa l'epilessia, in bambini che presentavano
intolleranze alimentari.
Nel 1925 W.W. Duke pubblicò le casistiche
su casi di asma e riniti causate da intolleranze
alimentari, e sempre nel 1925 G. Piness e H. Miller
pubblicarono altri studi su casistiche pediatriche
legate alle intolleranze alimentari.
33
Nel 1926 Albert Rowe, pubblicò le sue prime
osservazioni sulle diete ad eliminazione come
terapia per le allergie alimentari.
Nel 1951 fu introdotto il termine di Ecologia
Clinica usato per la prima volta dal Dott. Theron G.
Randolph nel suo libro “Food Allergy”. L'ipotesi di
Randolph era quella di evidenziare come, accanto
ai classici processi allergici, ci potesse essere tutta
una serie di fenomeni che non rientravano nel
meccanismo tradizionale allergico-immunologico,
ma che era legato a fenomeni di "intolleranza"; tali
fenomeni si manifestavano con delle vere e proprie
assuefazioni a sostanze comuni quali gli alimenti.
Nel 1964 Il Dr. George J. Goodheart Jr. osservò
la relazione tra l’assunzione di determinati cibi e
la variazione della risposta della forza muscolare,
sviluppando i test kinesiologici.
Nel 1991, l'allergologo Allen P. Kaplan
descriveva la differenza tra le allergie tradizionali
e le intolleranze alimentari, evidenziando che in
queste manifestazioni cliniche non si rilevava una
produzione di immunoglobuline di tipo E (IgE), da
questa osservazione prende origine la definizione
di intolleranze alimentari, meglio definite: allergie
non allergiche. Quindi, l’intolleranza alimentare si
può definire: reazione tossica all'ingestione di un
determinato cibo non mediata da sistemi immunitari.
Nel 1993, l’Accademia Americana di
Allergologia (AAAA) classifica le reazioni avverse ai
cibi come:
t reazioni allergiche propriamente dette
dovute a meccanismi immunologici e doseindipendenti (mediate dalle IgE ed IgG);
t pseudoallergie da deficit enzimatici (es. deficit
di lattasi con intolleranza al latte, favismo);
t reazioni pseudoallergiche dovute a
meccanismi extra-immunologici e dosedipendenti (farmaci e alimenti liberatori di
istamina), reazioni tossiche agli alimenti, ossia
avvelenamento da funghi, da botulino;
t intolleranze, in cui eliminando completamente
un alimento, si verifica la scomparsa del
sintomo.
Nel 1995 l’EAACI (European Academy of
Allergy and Clinical Immunology), per evitare
equivoci di definizione e terminologia tra le allergie
e le intolleranze alimentari, propose un grafico e
glossario dal nome: Position Paper Adverse Reactions
to Food, classificazione delle reazioni avverse da
ingestione di alimenti.
Il termine intolleranze alimentari è usato negli
ultimi decenni impropriamente, già l’EAACI nel
1995 classificava con tale termine le reazioni
allergiche agli alimenti non immuno-mediate e
derivanti da un deficit enzimatico. Sempre di più
negli ultimi anni, anche per gli effetti indotti dalla
globalizzazione, sono stati inseriti nell’alimentazione
sostanze e alimenti nuovi che spesso l’organismo
umano non riconosce, pertanto, non essendo dotato
7° SALONE DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA
21 | 22 | 23
NOVEMBRE 2014
napoli
mostra d’oltremare
ingresso viale kennedy
REATTIVITÀ AGLI ALIMENTI
di sistemi enzimatici specifici, non possono essere
correttamente metabolizzati dal sistema digestivo,
assimilati ed eliminati. Poiché, gli alimenti spesso
per problemi legati alla produzione, coltivazione,
conservazione e dispensazione subiscono trattamenti
chimici con diserbanti, disinfestanti, conservanti,
antiossidanti, lievitanti, stabilizzanti, coloranti,
aromatizzanti il problema si complica, in quanto
difronte ad una reattività seguita all’ingestione di un
alimento, è necessario discernere la componente che
ha indotto la risposta reattiva.
Come proposto dall’EAACI (European Academy
of Allergy and Clinical Immunology), descritto nel
grafico rivisto e modificato (Allergie, intolleranze
e reattività individuale), tutte le manifestazioni non
rientranti nelle risposte tossiche o non tossiche
possono essere definite: reattività individuali agli
alimenti e alle sostanze chimiche.
Possiamo concludere che le reattività individuali,
possono derivare da varie cause, si manifestano
in seguito ad un meccanismo di accumulo di
tossine o metaboli, provocando una reazione
tossica all'ingestione di un cibo o sostanze non
dovuta a fenomeni immunitari. Si manifestano su
organi e apparati a carattere soggettivo spesso
confondendosi e associandosi ad altre sindromi
rendendo difficile la reale interpretazione dei sintomi.
Le reattività individuali possono insorgere da
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
35
cause esterne o interne all’organismo, e si verificano
in seguito all’azione di agenti: infettivi (batteri,
virus), chimici (additivi, conservanti, farmaci), fisici
(traumi, meteoropatie), ormonali (menopausa,
malattie), intestinali (alterazioni della flora batterica,
infiammazione della mucosa), psichici (ansia, stress,
conflitti), ambientali (inquinamento, rumori, geopatie
e metereopatie).
Mentre l’allergia alimentare può essere
diagnosticata con relativa facilità, quando la
reazione non è mediata da un meccanismo
immunologico, ma da reattività individuale, la
diagnosi si presenta più complessa, nonostante sia
più frequente dell’allergia (solo il 5 % delle reazioni
avverse agli alimenti possono essere definite di
natura allergica).
Le casistiche fanno rilevare che l’individuo adulto
percepisce le reazioni avverse agli alimenti come
il principale problema della propria salute, tanto
che circa un terzo della popolazione americana
tende a modificare la propria alimentazione
nella convinzione di avere un’allergia alimentare,
atteggiamento condiviso anche in altri paesi: in
Inghilterra (20% della popolazione) e in Olanda
(10% della popolazione). In Italia il fenomeno
è in continuo aumento e sempre una maggiore
parte della popolazione viene interessata da
problematiche relative alle reattività individuali.
36
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
PISTACCHI E DIABETE
SALUTE
I pistacchi possono
contribuire alla salute del
cuore negli adulti affetti
da diabete di tipo 2.
Alcuni test sullo stress
dimostrano che i vasi
sanguigni sono più
rilassati e aperti.
I
benefici di includere
pistacchi in una dieta sana si
estendono anche agli adulti
affetti da diabete di tipo 2,
secondo quanto dimostra l’ultimo
studio della Pennsylvania State
University, pubblicato online
sulla rivista dell’ American Heart
Association e promosso da
American Pistachio Growers,
l’associazione che rappresenta i
coltivatori di pistacchio USA.
“La ricchezza in fibre
dei pistacchi, unita alla
composizione salutare in
acidi grassi e alla presenza
consistente di antiossidanti, apre
prospettive interessanti per il loro
utilizzo anche nella dieta dei
soggetti maggiormente a rischio
cardiovascolare.” - afferma il
professor Giorgio Donegani,
presidente della Fondazione
Italiana per l’Educazione
Alimentare – “Il vantaggio
per questi soggetti non è solo
nel poter contare sull'efficace
azione protettiva dei pistacchi,
ma anche nel poter migliorare
la gradevolezza della dieta con
l'introduzione di un ingrediente
tanto gustoso quanto versatile in
cucina”.
Un gruppo di adulti con il
diabete di tipo 2 ben controllato
e per il resto in salute, ha
partecipato ad uno studio clinico
e ha mostrato una risposta più
positiva allo stress seguendo una
dieta che conteneva pistacchi,
rispetto a chi seguiva una dieta
standard a basso contenuto
di grassi. La dieta sana, che
includeva due porzioni di
pistacchi al giorno, ha ridotto
significativamente la resistenza
periferica vascolare, aumentato
la risposta cardiaca e migliorato
alcuni parametri della frequenza
cardiaca, oltre a ridurre la
pressione massima sanguigna.
La dottoressa Sheila G.
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
West, professoressa di salute
biocomportamentale e scienze
nutrizionali alla Pennsylvania
State University, a capo della
ricerca, e i suoi colleghi, hanno
riportato risultati e benefici simili
in uno studio fra adulti con
valori di colesterolo LDL e stress
elevati, pubblicato due anni fa.
Sempre di più è dimostrato che
i pistacchi, sia salati che non,
contribuiscono ad una dieta sana
per il cuore in gruppi ad alto
rischio. I pistacchi sono ricchi di
grassi buoni, fibre, potassio e
magnesio.
Nello studio della Pennsylvania
State University, sono state
messe a confronto una dieta
di controllo a basso livello di
grassi contenente snack ad alto
contenuto di carboidrati (27%
di grassi e 7% di grassi saturi)
e una dieta con un moderato
contenuto di grassi (33% di
grassi e 7% di grassi saturi) dove
il 20% delle calorie era fornito
dai pistacchi. Le porzioni di
pistacchi salati erano uguali a
quelle dei pistacchi non salati.
Tutti i pasti erano somministrati
ai 30 partecipanti, in egual
numero uomini e donne, tra i
40 e i 74 anni. I livelli delle
calorie per i soggetti erano basati
sull’equazione Harris-Benedict
in modo che calorie e peso
corporeo non cambiassero nel
corso dello studio.
Due settimane di dieta
occidentale tipica hanno
preceduto la prima dieta test. I
partecipanti avevano interrotto
tutti gli integratori alimentari
almeno due settimane prima
dell’inizio dello studio. A questi
individui è stata poi sottoposta
ciascuna dieta test per quattro
settimane, intervallata da due
settimane di pausa, in un ordine
casuale e controbilanciato. Alla
fine di ogni periodo di dieta,
comprese le settimane di pausa,
i partecipanti si sottoponevano a
un controllo.
I ricercatori hanno misurato
la pressione sanguigna e la
resistenza vascolare periferica
complessiva, a riposo e sotto
stress: quest’ultimo veniva
prodotto chiedendo di tenere in
mano del ghiaccio per più di
due minuti e risolvere un quesito
matematico complesso. “Dopo
la dieta dei pistacchi, i vasi
sanguigni rimanevano più rilassati
e aperti nei momenti di stress” ha
confermato la dottoressa West,
aggiungendo: “la dieta dei
pistacchi ha ridotto l’impatto dello
stress sul fisico.”
La pressione sanguigna
nelle 24 ore si è notevolmente
abbassata con la dieta dei
pistacchi rispetto alla dieta di
controllo, più significativamente
durante le ore di sonno. Secondo
la dottoressa Kathryn Sauder,
una ricercatrice che ha condotto
le misurazioni: “Questa scoperta
è molto importante perché gli
individui che non mostrano un
calo nella pressione sanguigna
durante il sonno sono più esposti
al rischio di complicazioni
cardiovascolari”.
La dottoressa West ha infine
concluso: “Una dieta con un
moderato apporto di grassi
contenente pistacchi può essere
un intervento efficace per ridurre
i rischi cardiovascolari in persone
con il diabete di tipo 2”. I
partecipanti alla ricerca erano
diabetici ma non obesi, con una
pressione sanguigna normale
e una moderata dislipidemia.
Tuttavia, c’è spazio per il
miglioramento anche in casi di
diabetici in peggiori condizioni
di salute. I risultati di questo
studio suggeriscono che una
dieta bilanciata che contenga
pistacchi può aggiungersi agli
effetti protettivi delle medicine in
persone con diabete di tipo 2.
I ricercatori suggeriscono
che studi futuri dovrebbero
coinvolgere campioni più vasti,
includendo test ambulatoriali
della pressione sanguigna come
riferimento primario, e consigliano
poi di testare l’efficacia del
consumo di pistacchi sui fattori
di rischio cardiovascolari in una
situazione di vita normale.
Lo studio è stato supportato
da American Pistachio Growers,
37
Fresno, California, con il
supporto parziale del National
Institutes of Health-supported
Clinical Research Center della
Pennsylvania State University.
AMERICAN PISTACHIO
GROWERS
American Pistachio Growers è
un’associazione volontaria del
settore agricolo che rappresenta
più di 550 membri tra i quali
coltivatori di pistacchio, addetti
alla lavorazione e partner
del settore in California,
Arizona e New Messico.
APG è governata da un
consiglio di amministrazione
democraticamente eletto
ed è finanziata interamente
da produttori e operatori
indipendenti con l'obiettivo
comune di promuovere le
proprietà nutrizionali dei pistacchi
americani. Gli Stati Uniti sono
al primo posto nella produzione
mondiale di pistacchio dal 2008.
I pistacchi americani sono lo
“Snack Ufficiale” della squadra
di water polo statunitense, dello
snowboarder freeride e “2013
National Geographic Adventurer
of the Year” Jeremy Jones, del
campione inglese di ciclismo
Mark Cavendish e di Miss
California.
Per maggiori informazioni:
www.AmericanPistachios.it
I PISTACCHI
I pistacchi sono ricchi
di nutrienti e un pieno di
antiossidanti, vitamine, proteine e
fibre. Una porzione di circa 30
g di pistacchi corrisponde a 49
pistacchi, che è il più alto numero
di unità a porzione in confronto a
qualsiasi altro tipo di frutta secca
a guscio. Sono privi di colesterolo
e contengono solo 1,5 grammi di
grassi saturi e di 12,5 grammi di
grassi per porzione, la maggior
parte dei quali deriva da grassi
monoinsaturi e grassi polinsaturi.
Inoltre, i pistacchi sono una fonte
di potassio, 300 mg, e fibra 3g,
per porzione.
La natura sa come aiutarci
a “rimettere in moto” l’intestino.
wellcare.it
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
NUOVO DALLA RICERCA
“L’OROLOGIO
DELLA NOTTE”
MELATONINA
/¶RUPRQH QDWXUDOH
FKH SURPXRYH LO VRQQR
IDYRUHQGR
XQ ULSRVR GL TXDOLWj
:
Liberati dalla “morsa”
della stitichezza.
Dall’evoluzione di un’originale
ricetta nascono le nuove minicompresse Elisir Ambrosiano le
20 buone erbe, un vero toccasana per
combattere la stitichezza.
Elisir Ambrosiano le 20 buone erbe è anche in forma liquida, per chi ha problemi
di deglutizione, in un pratico flaconcino
“mini-formato” buono da bere dopo i
pasti che, oltre ad aiutare la regolarità
intestinale, favorisce la digestione.
e avete difficoltà a prendere sonno e il riposo
notturno fa a “pugni”
con il vostro cuscino non preoccupatevi.
La ricerca scientifica ha
individuato nella carenza di
Melatonina, sostanza ormonale prodotta di notte da
una ghiandola del cervello,
una delle cause alla base di
questo problema di cui soffre
circa un terzo della popolazione italiana.
La vita stressante e le preoccupazioni di tutti i giorni,
l’abuso di farmaci, la menopausa e per chi viaggia i continui cambi di fuso orario, sono
alcune delle ragioni o stili di
vita che sempre più frequentemente causano disordini nel
ritmo sonno/veglia.
L’assunzione di 1 mg di Melatonina, meglio ancora se
potenziata con estratti vegetali specifici, contribuisce alla
riduzione del tempo richiesto
per prendere sonno e, quando serve, ad alleviare gli effetti del jet-lag: non a caso è stato coniato un detto, “una bella
dormita e sorridi alla vita”.
Oggi in Farmacia c’è .VSK
4LSH[VUPUH, Melatonina 1 mg
in compresse a due
strati effetto fast e
slow release “rapido e lento
rilascio”.
L’originale formulazione è
arricchita con estratti secchi di
Griffonia, Melissa e Avena,
utili per favorire il rilassamento, il benessere mentale e il
normale tono dell’umore.
A soli
€ 3,80
Elisir Ambrosiano le 20 buone erbe, effetto natura.
BENTORNATA REGOLARITÀ!
anche
Idealei casa.
fuor l
60 m
.VSK 4LSH[VUPUH
(MMYVU[H SH ]P[H
JVU ZLYLUP[n
Chiedi l’originale al Farmacista.
Notte dopo notte, .VSK
4LSH[VUPUH ti aiuterà a riposare bene e a lasciarti alle
spalle la sensazione di tensione dovuta alla stanchezza.
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
39
AUMENTATE DEL 75% LE VISITE
PER PROBLEMI ALLE UNGHIE
NEWS
La moda le mette in primo
piano e cresce l’attenzione
per questa parte del corpo
nel passato ignorata
N
egli ultimi 3 anni si
registra un aumento
del 75% della
richiesta di visite
dermatologiche per problemi alle
unghie, spiega Antonino Di Pietro,
Direttore dell’Istituto Dermoclinico
Vita Cutis, e il motivo di tale
fenomeno è certamente legato
all’importanza che la moda
attribuisce a questo distretto
cutaneo trasformato in strumento
di bellezza e seduzione.
In condizioni fisiologiche, le
unghie appaiono sane, forti e
brillanti e leggermente elastiche,
prosegue il dermatologo, mentre
un loro aspetto compromesso o
una particolare fragilità sono da
interpretare come i primi segnali
d'allarme. L’aspetto delle unghie,
la loro struttura, forma e colore
sono importanti indicatori dello
stato di salute di una persona.
Le patologie ungueali sono
numerose. Funghi e batteri
possono penetrare nella lamina
ugueale attraverso indebolimenti,
taglietti e abrasioni che danno
origine a pericolose infezioni.
Osservando i miei dati, negli
ultimi tre anni le infezioni unguealilii
sono quasi raddoppiate e tale
aumento appare in netta crescita..
sii
Ma le unghie possono presentarsi
alterate anche a causa di malattiee
ereditarie, farmaci, agenti chimicii
o, come spesso avviene per le
o
unghie dei piedi, dal traumatismo
o
indotto dalle calzature, soprattutto
in chi porta tacchi alti.
Per le donne, anche un uso
eccessivo di smalti e gel per
ricostruzioni può essere la
causa di un deterioramento,
soprattutto se vengono utilizzati
materiali scadenti e di dubbia
provenienza. Ma spesso il
problema non è tanto il processo
di applicazione, quanto quello
di rimozione del prodotto, che
avviene con solventi aggressivi
o addirittura raschiando il dorso
dell’unghia, continua Di Pietro.
La percentuale di successo
delle terapie ungueali è spesso
collegata con la tempestività
dell’intervento medico. E’
necessario che il paziente
si rivolga a dermatologi
esperti e tecnologie mediche
all'avanguardia per gli interventi
terapeutici più appropriati",
conclude l’esperto che ha
inaugurato il primo Ambulatorio
per il Benessere e la Cura
delle Unghie (A.B.C. Unghie)
presso l’Istituto Dermoclinico Vita
Cutis all’interno della Clinica
Sant’Ambrogio di Milano.
(www.istitutodermoclinico.com)
40
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
VIA I PELI
CON UN TOCCO DI LUCE
ESTETICA
CERETTA, CREMA,
STRISCE, RASOIO...
ADDIO!!!
Intervista al Dr. Goisis sulla
depilazione definitiva, un
trattamento estetico molto
richiesto dalle donne.
A CURA DI
STEFANIA BORTOLOTTI
I
ncisivo e mirato. Il laser è lo
strumento più efficace per
l’epilazione, uno dei gesti più
comuni delle donne.
Ceretta, crema, pinzette,
epilatore. Pure il rasoio. In un
attimo i peli superflui se ne vanno,
ma per ricrescere dopo poco
tempo. Accanto alle metodiche di
depilazione temporanea, si può
affrontare il problema in modo
più “radicale” con una soluzione
definitiva che non sempre viene
presa in considerazione: il laser
o la luce pulsata. Per entrambe, è
comunque importante rivolgersi ad
un Centro di Medicina Estetica:
un dermatologo valuterà, in base
alla pelle, intensità e numero di
trattamenti a cui sottoporsi. Solo
il medico, infatti, è in grado
di valutare con quali modalità
trattare i peli dopo aver esaminato
la situazione. Ma il laser o luce
pulsata, funzionano? Vanno bene
per tutti i tipi di peli?
Per rispondere a questi dubbi,
ne parliamo con il Dottor Mario
Goisis, Direttore Scientifico di
Doctor’s Equipe, un team di
professionisti in Medicina Estetica.
Dottor Goisis, può spiegare
qual è la differenza tra luce
pulsata e laser?
Sostanzialmente il principio è
uguale. La differenza è che la
luce pulsata, essendo intermittente,
è più delicata. Una metodica
indicata sulle parti più delicate del
corpo, come ascelle e inguine,
oppure per eliminare i baffetti del
viso.
Come funzionano queste
tecniche? Sono dolorose?
La luce “lavora” sul pelo con
il principio della fototermolisi
selettiva: emette una luce
policromatica che viene assorbita
dalla melanina contenuta nel fusto
del pelo (quella che dà il colore
scuro) e trasmessa, sotto forma
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
di calore, al bulbo: le cellule
germinative vengono danneggiate
e questo impedisce la ricrescita
del pelo. Per azione dell’impulso
luminoso i peli si riducono
progressivamente di numero e
di spessore e nell’arco di 4/6
sedute si vedono i risultati.
Il trattamento non è doloroso,
ma un po’ di fastidio lo dà e si
manifesta con una sensazione di
pizzicore.
Abbiamo parlato di 4/6
sedute, può chiarire il motivo?
La necessità di sottoporsi a
più sedute nella stessa zona da
epilare è dovuta al fatto che
la luce pulsata può intervenire
solo sui peli in fase di crescita
(anagen), mentre non riesce a
fare nulla su peli in fase di riposo
(telogen).
I follicoli dei peli presenti in
una determinata zona, possono
trovarsi in fasi diverse e intervenire
in tempi differenti significa
raggiungere tutti i peli nella fase
anagen.
Perché è importante rivolgersi
ad un Centro di Medicina
Estetica?
Proprio le caratteristiche degli
strumenti usati, i trattamenti che si
effettuano in uno studio medico
possono risultare più efficaci e
rapidi rispetto a quelli che si fanno
a casa o dall’estetista. La scelta e
l’impiego di tali apparecchiature
è appannaggio esclusivo del
medico, la cui competenza
nell’utilizzo e nella gestione degli
effetti indesiderati non può e non
deve essere sostituita dal “fai-date” o da altre figure professionali
meno qualificate.
L’epilazione è davvero
definitiva?
Dipende: il risultato migliore si
ottiene con i peli scuri. Se i peli
sono castani chiari, occorrono più
sedute e in alcuni casi potrebbe
servire un trattamento di richiamo
ogni anno. Se i peli sono molto
chiari (non c’è melanina) laser e
luce pulsata non hanno effetto.
41
Dottor Goisis, c’è qualche
controindicazione al
trattamento? Quando è meglio
stare attente?
Il trattamento con la luce
pulsata è controindicato in
persone in terapia con farmaci
fotosensibilizzanti, cortisonici,
anticoagulanti e in soggetti che
sviluppano cicatrici ipertrofiche o
che hanno forti disturbi ormonali.
Non vi sono studi scientifici che
provino eventuali danni per il
feto in donne in gravidanza:
per massima sicurezza ne è
sconsigliata l’applicazione. Se si
è abbronzati o di fototipo molto
scuro è meglio non sottoporsi
a questa tecnica. Gli impulsi
luminosi “attaccano” la melanina
del pelo: la pelle deve essere
sufficientemente chiara per non
diventare un “falso” bersaglio
per la luce pulsata e quindi
potrebbero comparire bruciature o
macchie scure.
Un occhio di riguardo va
riservato in presenza di nei che
vanno sempre protetti.
42
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
TELEMEDICINA A BORDO DELLE NAVI
MSC Crociere insieme a Ist. G. GASLINI
NEWS
MSC CROCIERE
PORTA PER LA PRIMA
VOLTA AL MONDO
LA TELEMEDICINA
PEDIATRICA
A BORDO DELLE NAVI
Consentirà di curare
i piccoli crocieristi a
distanza, grazie al
supporto da terra
dell’Istituto pediatrico
Giannina Gaslini, centro
di eccellenza a livello
internazionale
M
SC Crociere
è la prima
compagnia al
mondo ad offrire
ai passeggeri il servizio di
telemedicina pediatrica a bordo
delle navi da crociera e per
farlo ha scelto l’Istituto Giannina
Gaslini di Genova, un vero e
proprio centro di eccellenza in
campo internazionale per la
pediatria.
Il progetto, presentato a
Genova dal CEO di MSC
Crociere Gianni Onorato e dal
Direttore Generale dell’Istituto
Giannina Gaslini Paolo Petralia,
prevede l’utilizzo di un sistema
tecnologico innovativo di
trasmissione di immagini e
dati per consentire ai medici a
bordo di tutte le navi della flotta
una sempre migliore cura dei
bambini, grazie al supporto
offerto da terra dal personale
esperto e specializzato
dell’Istituto G. Gaslini.
MSC Crociere è la prima
Compagnia al mondo ad
offrire questo servizio, dando
la possibilità di consultare
uno specialista pediatra 24
ore su 24, per sette giorni su
sette: con il nuovo servizio
di telemedicina pediatrica i
medici a bordo delle navi di
Msc Crociere possono scegliere
di consultare un pediatra a
qualsiasi ora del giorno o della
notte per avere una “second
opinion” di uno specialista
o, previo appuntamento,
per effettuare vere e proprie
prestazioni a distanza come la
telediagnosi, la teleradiologia, il
telemonitoraggio.
“Con questo progetto - afferma
il CEO di MSC Crociere Gianni
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
Onorato - la Compagnia rafforza
ulteriormente le misure a tutela
della sicurezza e della salute
dei suoi viaggiatori, riservando
un’attenzione particolare nei
confronti dei più piccoli, che più
di altre categorie necessitano di
assistenza e terapie diverse da
quelle riservate ad altre classi
di età. Siamo felici di questa
collaborazione, che renderà
sempre più a misura di famiglia
le nostre 'family cruises', data la
crescente presenza a bordo, in
particolare sulle crociere estive
nel Mediterraneo, del target
under 18. La telemedicina
pediatrica si va ad aggiungere
ad altri servizi già attivi sulle
navi quali quelli di teleconsulto e
teleradiologia, per una vacanza
in crociera dove sarà possibile
reagire a tutte le necessità”.
Un’innovazione in grado
di migliorare ulteriormente le
risposte mediche a bordo,
attraverso funzioni diagnostiche
e terapeutiche una volta possibili
solo sulla terraferma.
Il collegamento avverrà tramite
comunicazioni satellitari e
sarà disponibile quindi in tutti
gli itinerari MSC Crociere in
qualsiasi zona del mondo.
“La competenza dei nostri
specialisti viene messa a
disposizione anche fuori dai
confini del Gaslini – spiega il
Direttore Generale del Gaslini,
Paolo Petralia – e permetterà
ai medici di bordo di poter
confermare le proprie diagnosi
e terapie avvalendosi di un
sistema di trasmissione di
immagini e dati a distanza di
avanguardia. Tutto ciò conferma
la prospettiva dell’impegno del
Gaslini per offrire le
migliori cure in ogni
dove, sviluppando
contestualmente le più
avanzate ed efficienti
modalità assistenziali
e di information
tecnology”.
La parte tecnologica
di questo progetto
è stata curata
Stretta di mano fra il CEO di MSC Crociere Gianni Onorato e
il Direttore Generale dell’Istituto Giannina Gaslini Paolo Petralia.
Sotto La nave MSC Crociere "SINFONIA"
43
da Carestream, azienda
multinazionale leader nei sistemi
di imaging diagnostico, che ha
messo a punto in partnership con
l’Istituto Gaslini, la piattaforma
per abilitare la richiesta di
teleconsulto - in modo semplice
e da qualsiasi punto remoto permettendo quindi ai medici
dell'ospedale pediatrico di
procedere rapidamente con
la refertazione e la diagnosi
dei casi. Dalla richiesta
di consulto alla risposta, il
processo è dunque interamente
informatizzato, rispettando i più
elevati standard di sicurezza.
NO
E
TISO
COR N
NE®
EF
FE
ID
O
ILE
CON CALM
TTO RAP
:VZ[HUaH
*VU[LU\[V
CORTISONE
0
PARABENI
0
PROFUMI
0
NICKEL TESTED*
€ 14,80
€ 9,50
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
45
IL RUOLO DELL'ASSE
INTESTINO-CERVELLO NELLE PATOLOGIE
SALUTE
Dott Paolo MAINARDI
Neurochimico
Centro Nutraceutica Applicata
Dott.ssa Silvia BORNIA
Biologa nutrizionista
Centro Linea Rapallo Genova
U
n'evidenza banale del
collegamento intestinocervello è quella
nutrizionale.
Alcuni importanti
neurotrasmettitori, molecole
indispensabili al cervello
per il suo funzionamento,
sono sintetizzati a partire da
aminoacidi essenziali, derivabili
esclusivamente dalla dieta, e
assorbiti attraverso la barriera
intestinale.
In caso di disbiosi intestinale,
ossia alterazione della flora
intestinale, essi vengono distrutti
prima dell'assorbimento con
conseguente riduzione della
possibilita' di essere captati
nel cervello e trasformati in
neurotrasmettitori.
Un esempio può essere
la serotonina cerebrale che
è sintetizzata unicamente
dal triptofano, aminoacido
essenziale che deriva dalla
a
demolizione delle proteine della
dieta.
Il triptofano viene captato dal
cervello.
Quindi una riduzione della
capacità dell’intestino di
assorbirlo comporta una minore
formazione di serotonina.
o
Ecco perchè è importantissimo
avere una flora intestinale ben
funzionante; quando la flora
intestinale è in disbiosi, ossia
alterata, il triptofano viene
decarbossilato eccessivamente
a indolo e scatolo e quindi
si riduce la disponibilità di
serotonina cerebrale.
e
Una banale disbiosi intestinale
puo essere la causa di gravi
sintomatologie.
Il manifestarsi della patologia
si verifica quando la disbiosi
inetstinale diventa cronica,
in quanto non si riescono a
ripristinare le condizioni iniziali...
Da qui si capisce come
la capacità dell’intestino di
assorbire sia fondamentale per
il corretto funzionamento del
cervello.
La flora intestinale può essere
considerata come un organo
funzionale del nostro corpo.
L’infiammazione intestinale puo
migrare su altri organi.
Un'infiammazione periferica
come quella intestinale può
provocare un'infiammazione
cerebrale; intestino e cervello
comunicano tra di loro grazie
a molecole che si chiamano
citochine.
Recenti lavori mostrano come
l’infiammazione intestinale e
quindi cerebrale sia la causa
di diverse patologie, patologie
neurologiche comportamentali e
tumori.
L’infiammazione cerebrale
è riportata essere la causa di
epilessia, depressione, sclerosi
multipla, Parkinson, Alzheimer,
autismo.
Quindi ridurre una
infiammazione intestinale, anche
46
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
con una “semplice” dieta, può
ridurre sintomi di patologie
apparentemente distanti tra loro.
Si consiglia una dieta ad alto
contenuto di frutta e verdura:
questi sono alimenti ricchi in
fibre digeribili, fermentano nel
colon e qui producono acidi
grassi a catena corta che sono
l'alimento principale della cellula
intestinale.
La dieta deve essere ricca
in grassi vegetali buoni
essenzialmente olio extravergine
di oliva e proteine non
infiammanti quali quelle del
pesce e dei legumi.
Si cerca di tenere sotto
controllo l'utilizzo dei carboidrati
ASSE INTESTINO-CERVELLO
ad alto indice glicemico
prediligendo cereali in chicco a
basso indice glicemico
I carboidrati semplici e
raffinati contengono solfiti e
danneggiano l’ intestino mentre
i grassi poli insaturi hanno una
azione protettiva intestinale;
anche i trigliceridi soprattutto
quelli a catena media stimolano
la produzione di muco e quindi
proteggono l’intestino
É infatti riduttivo dividere gli
alimenti in carboidrati proteine
grassi dato che all’interno di
ciascuna categoria possiamo
identificare nutrienti benefici,
nocivi o indifferenti per il nostro
intestino.
Dunque …..Amiamo il nostro
inetstino e prendiamocene
cura……
Il prendere in considerazione
gli assi comunicativi del sistema
complesso del corpo umano,
mette in evidenza come le
malattie non siano tanto dovute
alla esposizione a nuovi agenti
patogeni, quanto alla diminuita
capacità di riparare i danni
che questi, continuamente, ci
arrecano.
I processi endogeni di
auto-riparazione partono
principalmente dall’intestino:
mantenerlo efficiente rappresenta
la maggiore forma di
prevenzione.
In sintesi:
t il corpo umano possiede
potenti meccanismi di auto
riparazione e di difesa
t il modo migliore per
ripristinare lo stato di salute
è potenziarli
t potenziare l'intestino:
disinfiammarlo è la
migliore terapia per una
enorme varietà di sintomi e
patologie che dipendono
da vulnerabilità differenti
anche sulla base della
genetica.
FLUSSO MESTRUALE ABBONDANTE? È IMPORTANTE SAPERE CHE…
P
er far fronte alla quantità di ferro che si perde ogni mese attraverso le mestruazioni, è necessario
assumerne di più ogni giorno. E considerando che l’intestino assorbe, mediamente, solo il 10% del
ferro alimentare ingerito, viene facile pensare alla necessità non solo di consumare cibi ricchi di questo
minerale ma anche di preferire quelli che lo apportano in una forma più propensa all’assorbimento.
È anche importante preoccuparsi di assumere quei nutrienti che incrementano l’assorbimento del ferro così
come limitare l’assunzione di quelli che lo ostacolano ulteriormente.
Ecco alcuni consigli alimentari per consentire che una buona parte del ferro ingerito venga assorbito.
Consumare alimenti di origine animale, soprattutto carni rosse, siccome apportano ferro facilmente
assorbibile. Concedersi della carne di fegato, in quanto è ricca di rame che contribuisce alla protezione
delle cellule dallo stress ossidativo oltre a migliorare l’assorbimento del ferro.
Nello scegliere i vegetali, preferire quelli a foglia larga e di colore verde scuro: sono ricchi di acido folico,
che contribuisce alla formazione dei globuli rossi, le cellule del sangue che utilizzano il ferro per trasportare
l’ossigeno nell’organismo.
Consumare agrumi in concomitanza dei pasti: sono ricchi di vitamina C, che incrementa l’assorbimento del
ferro attraverso l’intestino.
Limitare invece il consumo di latticini e caffè, siccome rappresentano un ostacolo per l’assorbimento del
ferro a livello intestinale.
Prenditi cura di te stessa con sane e corrette abitudini alimentari e qualche piccola accortezza…
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
47
AUMENTANO I CASI DI TUMORE ALLA
PROSTATA MA MIGLIORANO LE CURE
SALUTE
Dr. Aldo Franco De Rose
Andrologo
Centro Medicina Ceccardi
Genova
Arriva anche
il farmaco
che “distrugge”
le Metastasi
delle ossa e allunga
la vita
I
l tumore della prostata è
in aumento ma si muore di
meno. Ecco allora i numeri.
Nel mondo un milione
di persone è colpito da questo
tumore, in Europa si registrano
214 casi ogni 1000 uomini,
con un aumento costante del
2.5% annuo. In Italia, nel 2012,
sono state registrati 48.000
nuove diagnosi rispetto alle
36000 degli anni precedenti.
La buona notizia però è che
la mortalità per tumore della
prostata è in diminuzione con
una sopravvivenza a 5 anni
dalla diagnosi pari al 91%.
E questo perché si interviene
e
più precocemente con le tecniche
chirurgiche e radioterapiche,
ma soprattutto perché sono
in aumento le terapie per
combattere le recidive locali
e “annientare” le metastasi a
distanza che, nel 18-28 %
dei casi di tumore prostatico,
nonostante la diagnosi precoce,
rappresentano ancora il primo
segno di neoplasia mentre nel
47% sarebbero conseguenti ai
trattamenti. Per questo oggi il
tumore della prostata non deve
fare più paura e, soprattutto
quello con metastasi, deve
essere considerato come una
qualsiasi malattia cronica, al
pari del diabete, ipertensione,
cardiopatia e non come un
pericoloso e preoccupante
stadio terminale. In pratica
uno scenario futuro che hanno
bene illustrato David Crawford
e Thomas Flaig, ricercatori del
Cancer Center dell' Università
del Colorado e pubblicato sulla
rivista Oncology, mediante una
revisione dei nuovi progressi
farmacologici riguardante
proprio il cancro prostatico
metastatizzato.
Da qualche mese, anche in
Italia, è disponibile un farmaco
innovativo. Si tratta dello
XOfigo* il radionuclide 223, la
cui somministrazione è indicata
proprio quando sono presenti le
metastasi in uno o più punti delle
ossa, responsabili del dolore.
Il radionuclide deve essere
iniettato per via endovenosa
una volta ogni 28 giorni, per
6 mesi. Il meccanismo del
radionuclide è molto particolare:
iniettato per via endovenosa
si inserisce nel metabolismo
più attivo dell’osso, legandosi
quindi alle metastasi ossee
che vengono successivamente
distrutte. Infatti le radiazioni
alfa hanno un raggio di azione
molto corto, 100 micron, pari
a dieci diametri cellulari; questo
consentirebbe di liberare una
TUMORE PROSTATA
grossa energia che provoca una
doppia rottura del DNA, e non
una, come le altre radiazioni,
con il risultato di una maggiore
efficacia nella distruzione delle
cellule tumorali e un risparmio
delle cellule circostanti e sane
del midollo osseo.
Il risultato più immediato è
la remissione del dolore, con
notevole sollievo da parte del
paziente e, clinicamente, da
minimi effetti collaterali sul
midollo, mentre dall’analisi dei
dati degli studi, a cui hanno
partecipato anche dei centri
italiani ( IRST Meldola, Milano
(Niguarda), Torino (Candiolo),
Bergamo (Papa Giovanni XXIII),
Reggio Emilia) si è evidenziato
principalmente un aumento
della sopravvivenza rispetto
al placebo, dopo fallimento
della chemioterapia: 48% di
sopravvivenza in più rispetto al
placebo a 18 mesi e 30% in più
a 36 mesi. Il trattamento con
questo nuovo farmaco è dunque
riservato a tutte le persone con
dolore da metastasi ossee, il
principale bersaglio del tumore,
utilizzando come indice di
efficacia le variazioni al ribasso
della fosfatasi alcalina e non
del PSA . Inoltre il farmaco può
essere somministrato anche nella
insufficienza epatica e renale,
essendo eliminato con le feci.
In pratica si tratta di un
farmaco con tre importanti
azioni: distruzione delle
metastasi ossee , remissione del
dolore e allungamento della vita
con una migliore qualità della
sopravvivenza.
Gli effetti indesiderati
più comuni, associati alla
somministrazione del radio-223
sono stati considerati di
grado leggero e moderato,
uguali o maggiori del 10%:
diarrea, nausea, vomito e
trombocitopenia. Le anomalie
ematologiche di laboratorio
più comuni (uguali o maggiori
del 5%) sono state anemia,
trombocitopenia e neutropenia.
“Certamente i benefici in
termini di qualità di vita e
sopravvivenza globale osservati
con il radio-223 rappresentano
un grande progresso: infatti
nei pazienti affetti da CRPC le
metastasi ossee possono essere
dolorose e condurre alla morte”,
ha dichiarato Christopher
Parker, oncologo al Royal
Marsden Hospital e all’Institute
of Cancer Research di Londra,
e coordinatore dello studio
ALSYMPCA. “Questi dati, che
dimostrano una sopravvivenza
globale significativamente
incrementata, indipendentemente
dal precedente trattamento con
chemioterapia, accrescono le
nostre conoscenze sul potenziale
utilizzo e sul beneficio del
radio-223 in questi pazienti.”
Lo studio ALSYMPCA è uno
studio di fase III, randomizzato,
in doppio cieco, controllato
verso placebo, internazionale,
che ha confrontato il radio-223
dicloruro vs placebo in pazienti
con CRPC, metastasi ossee
sintomatiche e senza metastasi
viscerali. Nello studio sono
stati arruolati 921 pazienti in
più di 100 centri in 19 paesi.
I pazienti sono stati stratificati
per un precedente o nessun
trattamento con docetaxel prima
della partecipazione allo studio.
Il trattamento in studio prevedeva
fino a sei somministrazioni
endovenose di radio-223
o placebo, separate da un
intervallo di quattro settimane,
e la migliore terapia standard.
I risultati sono stati: remissione
della sintomatologia dolorosa
e una maggiore sopravvivenza
rispetto al placebo.
Il Costo delle Biopsie
Prostatiche in Italia
Ogni anno in Italia vengono
effettuate circa 100.000
biopsie della prostata per un
costo di 100 milioni ma per
fortuna i nuovi casi di tumore
sono solo 36 mila. Nel 2012
però, secondo fonti urologiche
degli andrologi (SIU), è stato
osservato un aumento, 42.000
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
49
casi, e un ulteriore e moderato
aumento è previsto anche per i
prossimi decenni con 50.000
nuovi casi nel 2020 e 60.000
nel 2030”. Dall’analisi di questi
numeri si evidenzia certamente
un uso eccessivo della biopsia a
fronte di una positività del 40%.
In pratica una conferma al fatto
che il test del PSA ha dei limiti
proprio per la scarsa specificità.
Da qui la necessità di ricercare
altri elementi più affidabili. E si
chiama proPSA il nuovo marker
che, in presenza di PSA elevato
(> 2,5 ng/ml per i 50-65enni
e > 4 ng/ml per età superiori),
consentirebbe di limitare il
numero di biopsie prostatiche.
Sembra infatti che il nuovo
marcatore, eseguibile con un
semplice prelievo di sangue,
sia in grado di ipotizzare
la presenza del tumore,
permettendo di selezionare
i pazienti da sottoporre a
biopsia che, a oggi, rimane
la sola in grado di accertare
il tumore . Il proPSA è una
frazione della molecola del
PSA che, raffrontato con un
calcolo matematico al PSA
totale e libero, consente di
calcolare l’indice di salute
prostatica, PHI , acronimo
inglese di Prostate Health Index.
Percentuali comprese tra 0 e
22 escluderebbero il tumore,
quelle >di 45 presentano una
alta probabilità di tumore,
mentre esiste una zona grigia,
compresa tra 23 e 44 in
cui è prevalente il giudizio
dell’urologo, dopo visita ed
indagini diagnostiche. Altro
marcatore del tumore prostatico
è il PCA3: si tratta di un test
genetico specifico, che si dosa
su un campione urinario dopo
massaggio prostatico e consente
di escludere la ripetizione della
biopsia. Al momento entrambi
i test non sono però rimborsati
dal SSN e il costo all’utente si
aggira sui 200 euro.
Forse la rimborsabilità di
questi nuovi marcatori potrebbe
consentire un notevole risparmio
rispetto alle biopsie.
50
DIAGNOSI&TERAPIA
OTTOBRE 2014
MARIA VITTORIA BRIZZI TESSITORE
Medico
Dott. in Medicina e Chirurgia
Dott. in Lingue e Letterature Straniere
Prof. in Materie Letterarie
Tel. 019 802713
Cell. 340 8042542 - 348 3225941
www.medicinaedialogo.com
NARRATIVA E PSICHE
H
o appena letto l’ultimo libro di Antonietta
Cavallero, pittrice e scrittrice.
Lo scorro nuovamente nei punti che
ho sottolineato. Indugio ancora come se mi
dispiacesse lasciarlo. Mi succede sempre alla fine
di una lettura. Ci si affeziona ai personaggi e agli
autori. Mi soffermo sul volto femminile stampato in
copertina. La didascalia dice che è un particolare
di Sant’Anna con la Madonna, il bambino e San
Giovannino, di Leonardo – Londra, National
Gallery.
Il viso femminile riprodotto ha un sorriso dolce,
contenuto, quasi impercettibile.
Mi ricorda subito quello della Gioconda,
naturalmente. É della stessa mano, colto dallo
stesso pittore, attento anche all’animo femminile.
L’autrice donna, moglie e madre non avrebbe
potuto scegliere illustrazione più femminile.
Il libro si intitola “A piedi scalzi”. L. EDITRICE
Savona 2008; la protagonista è Sara. L’azione c’è
ma non è questa che voglio sottolineare.
Gli avvenimenti, la trama ci sono sempre, in
qualsiasi romanzo di qualsivoglia autore. In questo,
appena letto, ho colto anche, profonda, la storia
della psiche o mente, pensiero, anima: la parte più
nascosta ma la più raffinata dell’essere umano. La
più difficile da esprimere.
Con stupore sono entrata, io donna, nel
personaggio di Sara riuscendo a percepire ciò che
l’autrice voleva ed è riuscita a trasmettere.
Esce il vero senso del vissuto, la nostalgia
per un tempo passato. Il dolore, anche. Ma
non platealmente urlato. É come nascosto
dietro a un velo e, d’improvviso, alla mente
mi giunge l’immagine di quadri impressionisti
sui quali sembra, sovente, sparsa una leggera
nebbiolina. Per non portare in primo piano, urlato,
un sentimento che, pudico, rimane nel nostro
profondo.
STANCHEZZA, AFFATICAMENTO?
Potresti avere una
carenza di ferro!
diarrea?
stitichezza?
IL FERRO SENZA DISTURBI!*
1 compressa al giorno,
anche a digiuno.
Integratore alimentare a base di Ferro
pirofosfato microincapsulato
(SunActive Fe®), Vitamina C, Rame
e Acido folico.
Componenti approvati FDA.
Il SunActiveFe® contenuto in
Folisid Forte® non irrita lo
stomaco ed è inodore e insapore.
Tutti i consigli per te su www.folisid.it - [email protected]
* L’espressione si riferisce al SunActiveFe® contenuto in Folisid Forte®
Scarica

Diagnosi&Terapia Ottobre 2014