e-book a cura di agosto 2002 link: www.romanzieri.com La d’if offre un pacchetto di tre libri per ragazzi con belle illustrazioni, divertenti e istruttivi d’estate e d’inverno, con un notevole sconto sul prezzo di copertina (28%) e senza spese postali. Costo x tre libri € 18 invece di € 25. da versare sul c.c. postale n° 27680594 intestato a Caridei Antonietta o con bonifico bancario sul c.c. n° 27395 intestato a Caridei Antonietta ABI 3117 - CAB 1600. Dopo il versamento inviare una e-mail a [email protected] con ricevuta, nominativo e indirizzo di spedizione. Alessandra Berardi Patate su Marte Nietta Caridei Disavventure tascabili del canguro Renato Nietta Caridei Acchiappanumeri e Perdigiorno in 6 storie e sei litigi Com’è fatto il secondo coccogrillo? Collana: i coccogrilli Nietta Caridei Disavventure tascabili del canguro Renato Filastrocca australiana Illustrazioni di Marzia Giordano Progetto grafico di Francesco E. Guida a partire dai 9 anni pp.56 + pp.12 schede interattive € 8,50 ISBN 88-88413-01-6 Un cangurino fifone che non vuole lasciare il marsupio della mamma, un paese lontanissimo e meraviglioso, animali strani e curiosi, intermezzi storici (l’arrivo dei conigli in Australia) e mitologici (il mito del vaso di Pandora) sono alcuni degli ingredienti di questa filastrocca a rima baciata. Leggerla, raccontarla agli amici, impararne a memoria qualche strofa, inventare nuovi disegni può diventare un gioco diverso e divertente... Le schede interattive immettono tra le meraviglie dell’Australia e della scrittura in versi: per conoscerle e per farle conoscere. Da piccola, seduta con altri bambini attorno a un lavatoio di coccio, Nietta Caridei s’incantava ad ascoltare le storie misteriose di una lavandaia dalla lunga treccia bionda. I toni, i ritmi, i colori di quella voce narrante, concertati coi tonfi della biancheria e con lo scintillio della saponata, le risuonano ancora nella mente. Così, dopo aver scritto libri “seri”, si è divertita a inventare la filastrocca del cangurino fifone... Si divertiranno anche i suoi giovanissimi lettori, magari evitando di assomigliargli un poco? Ha illustrato la filastrocca Marzia Giordano. L'odore della carta la riporta a quando era bambina e le piaceva creare i “suoi” libri, costruendone le copertine, riscrivendo le storie e illustrandole. Gnomi giganti ed elfi cantanti, gatti distratti e bimbi un po' matti, giovani befane nelle notti africane… Sono questi gli ingredienti fantastici di storie curiose e colorate, che oggi disegna per la gioia e la curiosità di bambini e ragazzi. e-mail: [email protected] Indice Fila fila filastrocca Vivon nel solo Nella savana Di tutti quegli Mamma canguro Mentre giocate Ma cos’è mai Il libro comincia così… Fila fila filastrocca Le filastrocche di tutto il mondo non sono scritte sul mappamondo, anche se serve sapersi orientare tra mare e terra e l’ingegno aguzzare, facendo viaggi e scacciando paure di brutti incontri e di fregature. Circola in giro una strana voce c’ha fatto nascere un dubbio atroce: i rossi, i gialli, i bianchi ed i neri girano il mondo malvolentieri temendo colui che non rassomiglia a chi conoscono a meraviglia. Io non ci credo – anzi presumo che sono chiacchiere fatte di fumo per scoraggiare voglia e speranza di vivere insieme in fratellanza. Perciò seguitemi con ardimento – miei cari lettori – al ritmo lento della nuovissima mia tiritera che dà allegria di giorno e di sera. Se qualche volta poi troverete qualche “licenza”, voi non dovete mal giudicare chi n’è l’autrice, ché di poesia è solo cultrice. Sillabe e accenti forman parole che di un buon verso sono le suole, capaci in vero di farlo andare il ritmo giusto presto a formare. Però, trattandosi d’una poesia, serve un’aggiunta di fantasia per stare insieme allegramente e per andar da levante a ponente. Parole e sillabe, suoni ed accenti formano i puzzle più ricorrenti, che un buon rimatore deve incastrare per far i suoi versi ben risuonare. Le rime invece segnan l’ ”a capo” e ricercarle è un gran rompicapo: causano spesso brutte avventure con stonature e zoppicature. Si riconosce un verso zoppo ed una rima con il rattoppo se nell’orecchio fanno fracassi come gli errori della sintassi. Bando agli indugi: vado a narrare la storia buffa ma non volgare di un mammifero da mille miglia e d’un paese di gran meraviglia. Qual è il paese e qual è l’animale? Or scoprirete com’è eccezionale. Vivon nel solo Vivon nel solo paese al mondo, che li difende a tutto tondo, certi animali molto speciali della famiglia dei marsupiali. Forti e sicuri si chiaman canguri forse perché non saltan sui muri ma – come fosse una piazza d’Italia – vanno saltando per l’Australia. Proprio davanti alle budella hanno una tasca a mo’ di scarsella e nella tasca ci trovi di tutto perfino i figli, il latte ed un frutto. Cari lettori – sentite ora – quello che accadde a uno di loro che per avere troppa paura si prese una grossa fregatura. Il nome suo era Renato e non aveva ancora imparato a fare salti da marsupiale abbandonando il ruolo filiale. Ma se ne stava rincantucciato, come un coniglio addormentato, dentro il marsupio di mamma canguro che gli sembrava saldo e sicuro. Però non era troppo giocondo temendo assai il girotondo e disprezzando le rosse formiche, che giudicava corte e nemiche, pronte a mangiarselo in un boccone come se fosse un calabrone. Tanta paura aveva negli occhi che gli tremavan perfino i ginocchi: vedeva ovunque mostri in calzoni armati di frecce, pistole e cannoni e, giudicando il mondo nemico, non aveva uno straccio d’amico. Mamma canguro voleva svezzarlo, perché era stanca di trascinarlo da dieci mesi nel suo borsone sempre lattante e gran dormiglione. Ma il cangurino tremava tutto e si sentiva depresso e distrutto se immaginava i grossi tormenti che gli facevano battere i denti. State a sentire di che temeva Renato nostro mentre cresceva e – anche se al condizionale – il rischio pareva davvero fatale. Un pelo d’uovo l’avrebbe graffiato, d’acqua una goccia l’avrebbe annegato, un baffo appuntito l’avrebbe ferito, d’asina un raglio l’avrebbe stordito, un naso aquilino l’avrebbe colpito, del sole la luce l’avrebbe rapito. Senza parlare dell’ornitorinco, che tutti sanno è peggio del dingo. Non era – infatti – un vero campione come i bambini con l’aquilone, che girare vorrebbero il mondo per quanto è lungo, per quanto è tondo, anzi le cose più appassionanti eran per lui solo allarmanti. Ma come poteva il nostro Renato tremar di paura e restar rintanato dentro il borsone di mamma canguro… se pur sembrava forte e sicuro? Lo scopriremo sotto a chi tocca perché continua la filastrocca. e continua…