ANNO 2- NUMERO 2! PAG. 1 Il Gl o bul o Ro sso Periodico di informazione ossigenata e respiro studentesco a cura della redazione del Gulliver News Dalle Facoltà INGEGNERIA Da settembre di quest’anno, le giornate degli studenti universitari sono state segnate notevolmente dal timore di vedere rimossa la propria auto. Timore inevitabilmente mutato in cupa indignazione a causa di ciò che è passato da un lecito desiderio di ordine e sicurezza ad un’azione sconsiderata di rimozioni selvagge. Gli studenti disorientati hanno così iniziato a segnalare la situazione ai rappresentanti della lista Gulliver: prontamente abbiamo sollecitato tutti gli organi di competenza affinché si riveda il contratto che regolamenta il servizio di rimozione. Ciò che ci sgomenta in primis riguarda l’onere dei 60 euro e l'obbligo del tempestivo pagamento per il riottenimento del mezzo, specie considerando che si tratta di studenti che non sempre dispongono di una somma del genere, soprattutto nell’immediato. Ci siamo inoltre attivati per il ripristino immediato del servizio di rimozione all'interno dell'area parcheggi riservata ai docenti e per eludere l'applicazione delle ganasce sulle auto difficoltose da rimuovere dal carro attrezzi. Per queste due ultime richieste, il Gulliver ha subito ottenuto rivendicazione; questo perché era palesemente irragionevole, da parte dell'Amministrazione Centrale, farsi scudo delle normative di sicurezza circa la necessità di garantire la circolazione di eventuali mezzi di emergenza, per giustificare la diseguaglianza tra docenti e studenti e l'utilizzo di in uno strumento che blocca e rovina le auto, non libera il passaggio. A nostro avviso nessuna soluzione può comunque tradursi in una rimozione priva di criterio sulle spalle (e nel portafoglio) degli studenti! ECONOMIA Parcheggi e partecipazione: riproviamoci! Dall’inizio del nuovo anno accademico,come accade da molti anni, uno dei temi più discussi nella facoltà di economia è quello dei parcheggi. L’acu Gulliver, nel corso del tempo, ha avanzato varie proposte per cercare di trovare una soluzione concreta al pro- blema. Dopo innumerevoli tentativi, viste le continue bocciature delle nostre idee da parte della presidenza, il 5 novembre abbiamo indetto un’assemblea per discutere con gli studenti di queste problematiche e delle possibili soluzioni. Sebbene credessimo che questo fosse un tema molto sentito, la partecipazione all’assemblea è stata molto scarsa. Nonostante molti negli ultimi tempi si lamentassero del fatto che l’area dei parcheggi riservata a docenti e personale tecnico fosse spesso semi vuota e che allo stesso tempo non ci fosse posto per le auto degli studenti, in pochissimi sono intervenuti, tanto da farci scegliere di non far iniziare affatto l’assemblea. Lo scopo di questo breve articolo non è proporre soluzioni o parlare di un problema che tutti conoscono. Per questo speriamo che ci siano altre occasioni,magari più partecipate, dove soprattutto far sentire la voce degli studenti. Non è nostra intenzione avanzare critiche gratuite; vogliamo soltanto farvi riflettere sul fatto che ci sono volte in cui è necessario essere attivi e partecipi per tutelare i propri interessi, essere propositivi e cercare di portare il proprio personale contributo alla soluzione dei problemi che ci riguardano. MEDICINA La questione dei blocchi didattici sembra non avere fine e anche questo inizio di anno accademico vede i Rappresentanti Gulliver impegnati per agevolare gli studenti a non essere automaticamente scartati per l’anno successivo. Dopo l’incoraggiante vittoria di Giugno, con la bocciatura della proposta dei blocchi serrati ogni anno, ci sembrava d’obbligo dare un’opportunità aggiuntiva agli studenti per il blocco di Fisiologia, cioè considerare valido l’appello di Dicembre per iscriversi al quarto anno. Nella commissione didattica di Settembre abbiamo presentato un documento che comprendeva tre richieste: l’inclusione dell’appello di Dicembre, l’obbligatorietà dell’appello di Aprile, e la sospensione del blocco per gli studenti di Odontoiatria del “vecchio” ordinamento didattico per adeguarli al nuovo, che non prevede lo sbarramento. Nel consiglio di Facoltà di Ottobre è stata approvata soltanto la terza proposta e si sono dunque salvati gli studenti futuri dentisti che rischiavano di perdere un intero anno, con tutte le conseguenze che ne derivano. Questa conquista ci sembra però insufficiente e come Lista Gulliver, cercheremo di ottenere soluzioni alternative, non accontentandoci di questo che abbiamo ottenuto e non salendo sul carro dei vincitori senza aver mosso un dito, che già di tali esempi non ne mancano. Per il futuro lavoreremo sull’Appello di Aprile, per garantire agli studenti di poter sostenere almeno 4 volte un esame cosi decisivo, considerando che nelle maggiori sedi italiane di Medicina gli appelli disponibili sono 4-5 minimo, tra l’altro attivabili su richiesta degli studenti, e non stando ai comodi dei Professori. AGRARIA Piano di studi S.O.S. Come studentessa al secondo anno di agraria, per la prima volta quest’anno mi sono trovata a dover presentare il piano di studi. Sebbene le informazioni presenti nel sito dell’università dovrebbero essere sufficienti, non sempre lo sono, e allo stesso tempo non si riesce a trovare nessuno,all’interno della facoltà, in grado di guidare gli studenti in questa procedura. Se in generale questo è un problema che si presenta ogni anno, quest’anno ci siamo trovati ancora più in difficoltà a causa dell’entrata in vigore della 270. Infatti, a causa della entrata in vigore del nuovo ordinamento, sono stati disattivati tutti i corsi del primo anno e anche alcuni corsi di laurea specialistica. Sta di fatto che ormai il tempo è scaduto. A chi ha sbagliato a compilare il piano non resta quindi altro da fare che aspettare il prossimo anno per modificarlo, quando però anche gli insegnamenti del secondo anno saranno stati disattivati e non potranno più essere scelti. Spero che il prossimo anno ci sia più chiarezza e che la progressiva entrata in vigore della 270 non crei ulteriori problemi agli studenti del vecchio ordinamento. IL GLOBULO ROSSO! PAG. 2 La Riforma Gelmini Lo scorso Ottobre il Governo Berlusconi, per firma del “prestanome” Ministro Gelmini, ha presentato il nuovo disegno di Legge in materia di riforma dell’Università ed, al di là di ogni previsione, sono riusciti a progettare in un solo colpo la distruzione dell’Università Pubblica Italiana. Infatti questo provvedimento rappresenta la conclusione del percorso di privatizzazione iniziato attraverso il taglio dei fondi statali previsto dalla la Legge 133/08 in quanto sarà concesso ai privati di impadronirsi degli organi decisionali dell’Università ed in particolare .Consiglio di Amministrazione. Ma a differenza di quanto accade adesso, il CdA assumerà di fatto tutti i poteri decisionali anche in materia di didattica e ricerca (adesso queste funzioni sono proprie del Senato Accademico che di conseguenza verrà completamente esautorato) che dovranno seguire quanto gli sarà ordinato dalle singole aziende private. E’ evidente che nel momento in cui un privato investe in un ente pubblico, l’unico scopo rimane il guadagno e le esigenze di bilancio danneggiando la libertà e l’indipendenza della Ricerca. Non è lontana l’ipotesi nella quale una società possa gestire un intera Facoltà a suo piacimento: una qualsiasi azienda che usi un particolare software indirizzerà sia i Corsi di Laurea di Ingegneria che il lavoro dei Dipartimenti competenti per trarne profitto e averne un guadagno. Inoltre, come se tutto questo non bastasse, verrà drasticamente ridotto il ruolo degli studenti all’interno degli organi decisionale (ad esempio la raccolta firme promossa qualche mese fa per permettere ai laureati di Febbraio di iscriversi alle Lauree Magistrali sarebbe stata inutile!) limitandone ancora di più le funzionalità e le possibilità di azione. Infine la Gelmini ha anche deciso di intervenire in materia di diritto allo studio aggravando ancora di più la situazione esistente. Non solo non è investito un solo Euro, ma viene istituito un fondo per il merito per l’erogazione delle borse di studio che esula dai criteri del reddito, per tanto l’anno prossimo potremmo avere uno studente con ISEE di 50'000 € che potrà usufruire dei soldi pubblici a fronte di uno studente con ISEE di 14'000 € (o anche meno) che pur avendone diritto non potrà proseguire gli studi a causa della mancanza delle borse di studio. In conclusione, la riforma proposta è l’ennesima nota negativa pervenuta dal mondo politico (indipendentemente dall’orientamento) che ancora una volta non tiene in considerazione le componenti del mondo accademico ed in particolare noi studenti che ogni giorno viviamo i disagi dell’Università Italiana. Globulo Rosso è un’iniziativa spontanea di un gruppo di soci dell’Acu Gulliver, la redazione è aperta soprattutto a singoli studenti. Se vuoi collaborare, scrivere, vuoi segnalare qualcosa puoi scrivere all’indirizzo [email protected] Hanno collaborato a vario titolo in questo numero: Marco Giobbi, Valeria Cippitelli, Brunilda, Giacomo Ferroni, Giovanni Delli Carpini, Carlo Cotichelli, Laura Morelli, Luca Cavanini 2012 IL GLOBULO ROSSO! PAG. 3 La fine del mondo It's the End of the World as We Know It (And I Feel Fine) La fine del mondo è vicina.. secondo fonti accreditate (leggi “studio aperto”) il 21/12/2012 ci saranno scon‐ volgimenti catastrofici, tali da annientare per sempre la specie umana. In questa data esatta è prevista infatti l’inversione del campo magnetico terrestre. Questo evento causerà una lunghiiiiiissima serie di atroci conseguenze, quali terremoti di Magnitudo oltre 10 Gradi Rickter, seguiti da un Inverno "Nucleare" , Magnetismo alterato per mesi, tutta la strumentazione elettronica probabil‐ mente verrà messa fuori uso, non sarà possibile usa‐ re Computer, Auto, Treni, Autobus, Aerei e probabil‐ mente si avrà pochissima energia elettrica, Ci saran‐ no Maremoti di proporzioni Gigantesche. Eruzioni Vulcaniche e SuperVulcani che erutteranno, Sconvolgimenti della crosta terrestre, Città sommer‐ se dal acqua. Zone temperate, rese Aride, e zone Ari‐ de rese Temperate. Temporali Fortissimi. Vento e Tornadi in tutto il mondo…i gatti inseguiranno i cani, gli uccelli voleranno al contrario, il Papa diventerà musulmano e Berlusconi confesserà tutti i suoi reati e si auto‐chiuderà in carcere… Ovviamente una notizia cosi è vera e prove evidenti ci sono, ma comprensibilmente, e' tenuta nascosta dai governi di tutto il mondo, per cause facilmente comprensibili, ... Panico... isteria di massa, suicidi, vandalismo. L’idea di questi grandi sconvolgimenti, comunque, parte dalla lettura del calendario maya, secondo il quale il tredicesimo baktun, un periodo lungo 394 anni denominato dagli archeologi Long Count, o Computo Lungo, termina il 21 o 23 dicembre 2012 e che nei miti Maya questo cambiamento indica la fine della creazione. Gli archeologi spiegano però che il calendario Maya è ciclico: quindi non farà altro che ripartire, esattamen‐ te come il nostro calendario non fa finire il mondo il 31 dicembre ma riprende (per pura convenzione) il primo gennaio. detta molto schiettamente,dedurre da questo la “fi‐ ne del mondo” è una scempiaggine monumentale. Certo, uno dei calendari Maya, quello per il computo dei lunghissimi periodi, termina a dicembre del 2012; ma ricomincia. Dedurre da questo che il mondo finirà è stupido come dire che il mondo finirà il 31 dicem‐ bre 2009 perché in quella data finisce il calendario sexy della Santarelli. Quindi il nostro consiglio è: smettete di studiare, da‐ tevi alla pazza gioia, o convertitevi allo zorohastria‐ nesimo o donate tutti i beni a noi...se poi nel 2012 il mondo continua e siete andati fuori corso o vi siete stancati di zorohastro, pazienza, non disperate, se‐ condo i maya inizia un nuovo ciclo...e questa volta saprete come andrà a finire. IL GLOBULO ROSSO! PAG. 4 Plastic Island L’isola che non c’E’… o non si vuol vedere?! Era il 1997 quando, quasi per caso, Charles Moore (oceanografo americano fondatore dell’Algalita Marine Research Foundation) scoprì il fenomeno denominato in seguito “Pacific Trash Vortex” (Vortice di spazzatura del Pacifico) o anche “Great Pacific Garbage Patch”. Stiamo parlando di un enorme ammasso di rifiuti, composto dall’80% di plastica, che si trova nell’Oceano Pacifico tra Giappone e Hawaii e che si estende galleggiando per chilometri e chilometri formando di fatto un’isola grande due volte il Texas. Alcune stime parlano di 100 milioni di tonnellate di rifiuti per un diametro di oltre 2500 chilometri e una profondità di 30 metri. I ricercatori sostengono che le dimensioni continuano a crescere minacciando l’ecosistema marino e gli stessi essere umani. Ma cominciamo dal principio. Dagli studi fatti tenendo conto delle correnti marine si è arrivati a concludere che tutto iniziò intorno ai primi anni 50 attraverso l’azione del North Pacific Gyre (Vortice del Nord Pacifico), un sistema formato da quattro correnti oceaniche (quella del Nord Pacifico, quella della California, la nord equatoriale e la Kuroshio,) localizzato tra l'equatore il 50˚ di latitudine nord a forma di spirale prodotta da un sistema di alta pressione. La plastica proveniente dalle coste americane e asiatiche (per l’80%) o gettata in mare da navi e pescherecci (il restante 20%) resta intrappolata nel vortice e converge concentrandosi in due macro-aree, una a sud ovest del Giappone e l’altra a nord ovest delle Hawaii. Così palloni da calcio, mattoncini Lego, kayak e shopper, siringhe, accendini e Barbie Raperonzolo, secchi e spazzolini da denti, sedie, piatti, posate e soldatini, grembiuli, stivali, materassini e bambole gonfiabili con l’andare dei decenni si sono addensati sempre più. Come sapete la plastica non è il materiale biodegradabile per eccellenza dunque attraverso l’azione del sole si decompone fino a diventare micro particelle tossiche che i pesci, scambiando per plancton, ingeriscono. Ma non si tratta solo di pesci. Come si può vedere dalla foto anche i volatili ingeriscono questi rifiuti. Al di là della precisione al centesimo dei numeri è chiaro ed evidente come l’uomo ha creato, ha contribuito e continua a contribuire all’allargamento di questo agglomerato di spazzatura producendo materiali che non sono biodegradabili e che non rispettano l’ambiente soprattutto se vengono gettati in mare pensando che non si avranno prima o poi delle conseguenze. Quello che serve sono politiche di tutela dell'ambiente, controlli e un senso ormai dimenticato di autoconservazione in quanto i pesci che ci troviamo a mangiare nei nostri piatti contengono al loro interno sostanza tossiche che noi stessi abbiamo gettato in mare… «La scia di spazzatura è traslucida e non è quindi possibile localizzarla dai satelliti. L'unico modo per studiarla è direttamente da un'imbarcazione. Questa enorme massa di rifiuti potrebbe raddoppiare nei prossimi dieci anni, se non si adottano comportamenti più responsabili sia da parte dei consumatori, nell'utilizzo degli oggetti di plastica, che da parte di chi disperde in mare la spazzatura». (Moore, Febbraio 2008). . IL GLOBULO ROSSO! PAG.5 Københavns Universitet e Collegi da Sogno! Se si pensa a Copenhagen, città molto lontana dalla nostra concezione di vita , in genere la si accomuna ad un senso di rigore, estremo ordine e precisione. Nel tempo, sempre poco, che ho passato e sto passando in questa meravigliosa città, devo ammettere che si, l’aria che si respira è piena di spirito freddo-rigido-nordico, anche nella stessa università, ma una delle cose che sfugge al controllo della nazione è la situazione collegi e studentati. È molto difficile qui, soprattutto per noi umili e spaventati studenti stranieri, riuscire a trovare un appartamento o una stanza in cui vivere per il periodo erasmus, e questo per svariati motivi, dalla mancanza di case disponibili al sovrannumero di studenti per il grande ateneo, ma ancora più impossibile è riuscire ad ottenere un posto in collegio. umanistiche, appunto, ed alla stazione della metro. Il residence è stato costruito per dare un senso di identità e connessione con il campus circostante, ha una forma circolare, è circondato da canali artificiali, ed all’interno contiene un grazioso giardinetto per lo studio estivo. Il Tietgen è composto da 360 appartamenti disposti in sei piani, dotati di ascensore. Ogni appartamento ha una cucina, estremamente iper-tecnologica e con ogni attrezzo possibile immaginabile, dal taglia formaggio automatico allo schiaccia aglio (ed inoltre un frigorifero sempre fornito tra birra, sidro, coca cola e latte al cioccolato, oltre a quello normale) e dodici camere singole, che vanno dai 24 ai 33 metri quadri, ognuna con il suo proprio bagno. Ogni appartamento ha una stanza comune, ed ogni stanza comune ha diverse forniture, dalla televisione, al biliardo, ping-pong, biliardino eccetera. Nel piano terra ci sono un parcheggio per le biciclette ed i ciclomotori, una sala conferenze, una sala studio dotata di computers e due sale comuni, una adibita a bar, dove spesso, e volentieri, vengono organizzati party e feste private. Ogni cucina ha una parete a vetro, che da verso il giardino all’interno del collegio, cosi da ogni piano è possibile vedere cosa accade all’interno di ogni cucina e corridoio. Alcune regole ci sono, ad esempio dentro non si fuma, ma la maggior parte corrisponde a quelle del vivere civile. Da fuori, lo so per esperienza, non si può entrare,poichè ogni studente che vive nel collegio ha una chiave, per la stanza, ed una card automatica per aprire porte, cancelli, ed usare l’ascensore, in quanto tutto il sistema ha lo stesso collegamento. Un collegio da sogno, insomma, che gli stessi studenti danesi si tengono stretto per tutto il loro periodo di studi, una volta entrati. Ci sono circa un centinaio di collegi in tutta l’area cittadina, da quelli piccoli e antichi, con solamente una quindicina di stanze, a quelli nuovi e moderni, con più di 300 stanze disponibili. Tra questi ultimi i più importanti sono Regensen, Elers’ Kollegium, Borchs Kollegium, Hassagers Kollegium, Valkendorfs Kollegium, Keops Kollegiet e Tietgenkollegium. La maggior parte di questi dormitori è riservata ai soli studenti danesi, i quali devono iscriversi nella lista d’attesa non più di un anno prima dell’inizio effettivo delle lezioni. Le liste d’attesa sono estremamente lunghe, dai 6 mesi fino addirittura ai due, tre anni. I prezzi, inoltre, sono proibitivi, e girano all’incirca sulle 3500-4500 corone, ossia dalle 500 euro in su mensili, tutto-compreso, a seconda del collegio scelto e dell’ubicazione. Non tutti infatti sono vicini alle facoltà, ma in compenso il sistema di trasporti qui è più che eccellente, e spesso le lezioni si svolgono in facoltà diverse. I collegi in genere offrono una stanza singola, anche se alcuni hanno anche una stanza per le coppie dotata di letto matrimoniale(... anche se è ammessa solo una coppia per piano...) molte anche con il proprio bagno privato, una cucina condivisa, che può ospitare dai 6 ai 12 studenti circa, ed una o più stanze comuni. Considerando la situazione italiana, anche la capitale danese pecca un pò in questo campo, e, soprattutto per gli studenti stranieri, l’accomodation è sempre un gran problema, la maggior parte di noi vive insieme a famiglie danesi in piccole stanze, e spesso senza una vera e propria cucina o bagno. Ma apparte questo, anche da un piccolo appartamento sfigato, come il mio, è facile conoscere qualcuno all’interno di questi collegi, approfittare di ospitalità e compagnia, ma anche vivere questa splendida città e tutto quello che offre! Alcuni collegi, ancora, riservano alcuni posti agli studenti ”guests”, sia erasmus che tirocini. Tra questi vorrei parlare del Tietgenkollegiet, un collegio estremamente moderno e sofisticato,ufficialmente aperto solo 2 anni fa, e costruito tra il 2001/2002. Nasce da una gara tra famosi architetti, vinta da Lundgaard& Tranberg in collaborazione con Marianne Levinsen e COWI (non a caso infatti è presente nei libri di architettura della città) nella zona insulare sud-est di Copenhagen, molto vicino alla facoltà di ”Humanities”, un insieme di tutte le facoltà NEWS DAI RAPPRESENTANTI per ogni richiesta, segnalazione agraria 0712204995 economia 0712207026 medicina 0712206137 ingegneria 0712204509 [email protected] IL GLOBULO ROSSO ROSSO! PAG.6 Pandemic Information La verità sulla pandemia più blanda della storia L’influenza A è una pandemia dell’informazione. Ormai ha contagiato più giornali che persone. E l’informazione di massa da cui siamo bombardati ha compiuto la sua missione: condizionarci nella vita di tutti i giorni. La ricetta per creare il panico, perché di panico si tratta, è semplice: caratterizzare un qualcosa come dannoso per la salute, non controllabile, invisibile e con cui si può facilmente entrare in contatto, risveglia paure nascoste che non sono possibili da tenere a freno. L’uso della ragione, che con questo sistema ci viene tolto, ci farebbe preoccupare di questa influenza non di più degli ultimi gossip nazionali. Analizziamo la situazione per cercare di comprenderla meglio. Esprimendo la nostra vicinanza e il cordoglio per tutte le vittime che ci sono state e per le loro famiglie, non possiamo fare a meno di considerare alcuni dati fondamentali. Ad oggi le vittime dell’influenza sono 2500 in tutto il mondo, con un tasso di mortalità dello 0,3X1000 in Europa e dello 0,4X1000 in Europa, quindi su 10000 contagiati ne muoiono in media 3-4. Esposti cosi potrebbero anche sembrare dati significativi, ma bastano piccoli confronti per renderci conto di quanto valore diamo a un raffreddore e di quanto poco a situazioni di reale gravità: comune influenza: mezzo milione di morti in tutto il mondo (3000 solo in Spagna e migliaia nei paesi europei); diarrea: 2 milioni di bambini morti all’anno; polmonite e altre malattie facilmente curabili (in occidente): 10 milioni di persone morte all’anno e questi sono solo alcuni esempi. Vi sembrano i soliti dati sui problemi del Terzo Mondo? Restiamo in Italia spostandoci dal campo malattie: 1260 morti sul lavoro (2007), 4731 per incidenti stradali (2008) a fronte di 71 vittime per l’influenza A ( fino a Novembre), numero che non sarà destinato a crescere più di tanto. Nonostante tutto questo, assistiamo a crisi di panico negli ospedali, sia in pronto soccorso che in corsia, ad assalti alle farmacie, a fobie incontrollate, a topi che consigliano come lavarsi le mani. L’informazione moderna è ormai in pieno declino e vive sugli scandali, sul creare panico, perché ormai solo il panico rialza l’audience e le vendite. I comportamenti della popolazione in questi mesi sono indicativi di quanto i nostri comportamenti sono dettati da tutto quello che ci viene a forza inculcato dai media. E quanti altri aspetti della nostra vita sono decisi dai capi redazione? La massificazione ha portato a creare un codice di comportamento unico, con valori e priorità fasulle decisi dalle logiche del mercato pubblicitario: ciò che appare un’infinità di volte, quello che ci viene detto essere importante o pericoloso, lo diventa realmente, esempio il virus H1N1. Se per assurdo non fosse stato identificato o della sua esistenza non ne fossero venuti a conoscenza i mass media, probabilmente nessuno avrebbe notato la differenza, magari si sarebbe parlato di un an- ticipo della comune influenza. E invece si parla di pandemia, di selezione naturale, di flagello dell’umanità. L’aspetto più sconcertante è che sull’influenza possiamo far poco o nulla, a parte rispettare le più elementari norme igieniche, ma su altre situazioni ben più gravi ma che ormai non sono più di attualità, che vengono ignorate dall’informazione di massa, possiamo essere determinanti, vedi le morti bianche e i morti sulla strada già citati, per restare in patria, ma anche problemi globali volutamente tenuti sotto tono dalle logiche economiche. Tutto quello che devia dai balletti della politica, dalle frasi fatte, dalle litigate su programmi pomeridiani, dai tifare miliardari che corrono in mutande, dai matrimoni vip, ci sembra distante e inverosimile. E se per caso cominciamo a stufarci del solito rancio e alziamo la testa verso i problemi reali, è pronto un caso mondiale fasullo a farci rientrare nei ranghi, a farci vivere una vita già decisa e a farci ignorare le questioni veramente importanti.