Museo delle Utopie di Pietro Favari adattamento, installazioni e regia di Giuseppe Sollazzo Con gli utopisti MARX I Paolo Panaro MARX II MASSIMILIANO ROSSI MAO li yang PRASSAGORA caterina pontrandolfo TOMMASO MORO gabriele saurio HECTOR BERLIOZ MARIO SANTELLA MAMMA BERLIOZ filomena diodati PAUL LAFARGUE VINCENZO MUSICO’ LAURA MARX CLAUDIA LIMATOLA PROSTITUTA CANTANTE Olga Cafiero PROSTITUTA DANZATRICE Roberta Cacace PROSTITUTA BOLOGNESE Clio Abate MARINETTI Antonio Taiuti GULLIVER Eddie Roberts PRIORA Manuela Morosini GRANDE FRATELLO Giuliano Ferrara (in video) E inoltre UN POLITICO Michele Romeo di Tuosto MOGLIE POLITICO Margherita Romeo MARINETTI II/MILitare I Giovanni Quaranta MILITARE II Nicola Pagano INFERMIERE I Pasquale Catalano INFERMIERE II Mario Pellone Installazioni FAHRENHEIT 2012, HAPPY HOUR SULLA LUNA, MIGLIORA TE STESSO PER MIGLIORARE IL MONDO, CON LA PROSSIMA BOMBA INTELLIGENTE COMPRERO’ UN TRENINO ELETTRICO, TUNNEL DEGLI EBREI, ANCHE IL MIO NEMICO CONTRIBUISCE ALLA MIA FELICITA’ Video tratti da Alphaville di Jean-Luc Godard In cerca della poesia di Giuseppe Bertolucci Naqoyqatsi di Godfrey Reggio 1984 di Michael Redford MUSEO DELLE UTOPIE Totò principe di Danimarca di Leo de Berardinis Papageno di Lotte Reiniger disegno luci Guido Levi montaggio video Giuseppe De Vita costumi Concetta Nappi sartoria Lorenzo Zambrano parrucche Mario Audello calzature c.t.c. responsabili allestimenti Teresa Cibelli, Antonio Gatto direttori di scena Ermanno Pischedda, Margaret Radi scenografia/attrezzeria realizzate da Ufficio tecnico del Napoli Teatro Festival Italia in collaborazione con Corto circuito scenografie Produzione Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro festival Italia Si ringrazia Giuliano Ferrara, Gianluca Rame, Nuala oliveira, Teatro Spazio Uno, flavia francioso, Anna Ciotti, Giuseppe Soria, Adelaide D’Afiero, Lucia Imperato, l’Associazione Il Canto di Virgilio, rachele cimmino, luciana florio, giuseppe rocca, pippo cangiano, antonella morea, patrizia spinosi, pina giarmanà, claudio cuomo, francesco squeglia Con il patrocinio di date 8, 9 giugno - ore 18.30, 19.00 12, 13, 17, 18 giugno - ore 17.15, 17.45 durata 1h lingua italiano luogo parco archeologico di pausilypon grotta di seiano © francesco squeglia Giuseppe Sollazzo porta in scena nelle cavità della Grotta di Seiano un viaggio tra le utopie della storia. Lo spettacolo, scritto da Pietro Favari, si compone di videoproiezioni, musica e performance, per raccontare la storia di un sogno: quello di un mondo ideale. LA GROTTA DELLE UTOPIE: INTERVISTA A PIETRO FAVARI E GIUSEPPE SOLLAZZO Pietro Favari, perchè un testo sulle utopie? Ventitre anni fa è crollato il muro di Berlino, oggi crollano le Borse e senza lasciare neppure una pietra come souvenir. Dopo il comunismo anche il capitalismo – quello industriale – sembra che stia per collassare o andare in default, parola oggi in gran voga, sostituito dal capitalismo finanziario, dalla tirannia dei mercati e della globalizzazione. Apocalisse o utopia? Mentre la politica sembra ostaggio delle speculazioni finanziarie e le ideologie sono roba d’antiquariato, buone tutt’al più per recuperi vintage, può essere suggestivo – e perfino salutare – rivisitare le sue sorelle più disinibite, le utopie. Giuseppe Sollazzo, che cos’è Museo delle Utopie? Innanzitutto non è un programma di Piero Angela. Bensì una sorta di galleria di fantasmi dove, giocando con i meccanismi del teatro, si alternano personaggi letterari e personaggi realmente esistiti, tutti a fare i conti con i sogni del proprio tempo. Gli attori sono distribuiti su un percorso di 800 metri alternati a proiezioni video e installazioni. Gli spettatori seguiranno le varie storie ad una distanza inusuale per uno spettacolo. Può anticiparci qualcuno dei protagonisti o almeno qualche “utopia”? Giuliano Ferrara presta voce e volto al delirio di 1984 raccontato da Orwell, un’utopia da brivido che ci fa tornare alla mente la riflessione di Victor Hugo: le utopie sono la verità di domani. Ma c’è spazio anche per utopie ironiche come quella raccontata nell’installazione Migliora te stesso per migliorare il mondo, dove un drammaturgo – ritratto come una figura a metà strada tra l’Ecce Homo e un San Sebastiano, trafitto da penne – è assunto agli onori della pittura di scuola napoletana perché eternamente inascoltato. Mentre l’installazione Anche il mio nemico contribuisce alla mia felicità offre una riflessione sull’arroganza degli uomini. Installazioni video, attori in carne ed ossa, musica… Quella dello spettatore sarà un’avventura complessa, un viaggio tra luci e suoni, immagini e corpi, tra verità premature e verità troppo vicine. Le pietre secolari della Grotta di Seiano e le parole degli utopisti raccontano un’unica certezza: il mondo è lontano dall’essere perfetto.