http://www.trio-lescano.it/ Notizie di Gennaio-Febbraio 2014 Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore Tutto il lascito artistico delle Sorelle Lescano liberamente disponibile su YouTube Per valutare come procede questa importante iniziativa, da noi promossa e patrocinanata, si consiglia di visitare spesso queste tre pagine del sito, tenute costantemente aggiornate: Canzoni attualmente su YouTube: http://www.trio-lescano.it/youtube_1.html Canali di nostro interesse: http://www.trio-lescano.it/youtube_2.html Ultimi post: http://www.trio-lescano.it/Canzoni_postate_per_ultime_su_YouTube.html È nostro vivo desiderio portare a compimento tale progetto nel più breve tempo possibile; per riuscirci, però, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti gli appassionati. In particolare ci mancano tuttora 16 incisioni delle Lescano, mentre altre 13 risultano inadatte a essere pubblicate perché i relativi file audio che abbiamo in archivio sono di qualità troppo bassa; per i dettagli si veda la pagina http://www.trio-lescano.it/discografia/incisioni_mancanti.pdf. Chi fosse in grado di darci un aiuto è pregato di contattarci al più presto: grazie! ◙ Martedì 7 Gennaio 2014 ♦ Mail di Manuel Carrera: «Carissimi, come sapete, il 3 Gennaio non me ne sto mai con le mani in mano... Oggi ho quindi pubblicato un breve documentario su Norma Bruni, al quale hanno collaborato alcuni di voi. Spero che vi piaccia e che vogliate diffonderlo. L’ho realizzato con i miei pochissimi mezzi... solo tanta pazienza e passione. Ovviamente non dice proprio tutto quello che c’è scritto nel mio libro: è da ritenersi un “bonus”». Link: http://www.youtube.com/watch?v=SAjiQtYLnQY. Manuel è davvero troppo modesto, perché il documentario di 15 minuti che ha realizzato è in realtà un piccolo capolavoro, che meriterebbe di essere trasmesso nel programma televisivo di Giovanni Minoli La storia siamo noi, se solo la Rai, per una volta, volesse premiare l’impegno serio e la qualità dei risultati anziché… altre cose! Tra i maggiori pregi del lavoro ci sono le testimonianze dal vivo – preziose e a tratti commoventi – di Isa Bellini, Lidia Martorana e Renzo Barzizza, senza dimenticare la voce del narratore, che è quella del nostro Simone Calomino: giovanissimo ma con una dizione già da speaker professionale. 2 ♦ Eccellente exploit di inizio d’anno anche per Roberto Berlini, che ha offerto un contributo di assoluto rilievo al nostro progetto Tutto il lascito artistico delle Sorelle Lescano liberamente disponibile in rete. Per inciso, tale iniziativa sta riscuotendo un lusinghiero successo, prova ne sia il consistente aumento nelle ultime settimane, certificato da Google Analytics, delle visite giornaliere al nostro sito (anche se una parte di queste non sono propriamente disinteressate...). Stiamo parlando della pubblicazione integrale sul suo canale di YouTube (che inizialmente si chiamava Swingitaliano) dei due dischi IT 830 e IT 831, contenenti una fantasia sui motivi del celebre film disneyano Pinocchio. In primo piano le canzoni Fa’ una fischiatina e Se una stella in ciel cadrà cantate (con una finezza ed espressività ineguagliabili) da Alberto Rabagliati, Coro e Trio Lescano, magistralmente accompagnati dalla Grande Orchestra diretta dal M° Pippo Barzizza. Nella medley cantano anche Isa Bellini, deliziosa nel ruolo di Pinocchio, e Giacomo Osella. I due suddetti dischi, entrambi in ottimo stato di conservazione, sono stati messi a disposizione di Roberto, per essere digitalizzati a regola d’arte, uno dalla stessa Isa Bellini e l’altro dal collezionista Leonardo Càbano. Particolarmente apprezzabile il corredo illustrativo della clip, con una menzione speciale per l’inedita foto giovanile di Isa, seguita a ruota da un’altra recente accanto a Roberto, e la rara cartolina d’epoca emessa per pubblicizzare i due dischi in oggetto, entrata poco tempo fa a far parte della sempre più ricca collezione di Roberto. 3 Degna di nota infine anche l’iniziale presentazione del lavoro da parte dell’Autore stesso, che si conferma qui (come il suo amico e quasi coetaneo Simone) un affabulatore elegante e per nulla intimidito dal fatto di essere filmato mentre parla a braccio: non è cosa né da poco né, soprattutto, alla portata di chiunque. Link: http://www.youtube.com/watch?v=zk9VivI4j3c. ♦ Mail di Vito Vita: «Innanzi tutto desidero fare a tutti i lescanofili i migliori auguri di Buon Anno. Poi scrivo per comunicarvi due notizie: la prima riguarda Egidio Storaci. Consultando “La Stampa”, ho trovato una notizia pubblicata il 3 Dicembre 1957, pag. 2: “Il maestro Storaci morto per infarto a 73 anni”. Nel trafiletto si dice che morì nella sua abitazione in via Casalis a Torino, per cui bisogna correggere la scheda a lui dedicata nella pagina http://www.trio-lescano.it/autori_italiani_Q-Z.html [Abbiamo già provveduto a farlo - NdC]. Un’altra cosa: nell’Archivio della Siae il testo del brano La canzone delle mosche (musicata da Egidio Storaci) risulta essere scritto da due persone, Giulio Avanzi ed Enrica Maria Avanzi (fratello e sorella oppure marito e moglie?). Riferita a Giulio Avanzi ho trovato questa pagina: che fosse veneto?». Link: http://opac.regione.veneto.it/SebinaOpac/Opac?action=documentview&sessID=F62AAE01CD3CB150B6E9F8A659DFCA31@45271d7&docID=8 ♦ Mail del Curatore a Paolo Piccardo: «Carissimo, ho un dubbio: in Ricordo (GP 92528a) le fonti dicono unanimi che ci sono le Lescano, ma io non riesco a sentirle, non per lo meno come al solito: tu cosa ne pensi?». Risposta di Paolo Piccardo: «Ricordo lascia alquanto perplesso pure me, in quanto il vocalizzo del coro presenta timbri decisamente maschili, anche se sembra di intuire la presenza dell’inconfondibile voce di Giuditta. È possibile la presenza del Quartetto Funaro, ma non ci giurerei: cosa ne pensano i colleghi più esperti? PS - Riascoltando con attenzione il brano escluderei anche la presenza di Giuditta». Alla luce di queste considerazioni, che condividiamo in toto, saremmo propensi ad espungere – sia pure a gran malincuore! – dalla discografia delle Lescano questa bella canzone. Ma per farlo aspettiamo il conforto di altri autorevoli pareri sulla delicata questione. 4 ◙ Mercoledì 8 Gennaio 2014 ♦ Mail di Lele Brunini: «Vi segnalo un Trio ispirato alle Lescano, in una storia ambientata nella Milano del 1943. Si tratta dell’albo a fumetti La corona di ferro, della serie “Dampyr”, n. 144, Marzo 2012, Sergio Bonelli Editore. I disegni sono di Marco Di Majo e la sceneggiatura di Mauro Boselli. È un fumetto di ottima qualità, che sviluppa una storia alla Dario Argento ricca di colpi di scena horror. Il soggettista, nelle pagine in cui si trova quella (p. 14) che accludo, immagina che nella Milano del 1943, sotto i bombardamenti dei cosiddetti “liberatori”, un gruppo di musicisti scampati a varie vicissitudini, mettano insieme un raccogliticcio quintetto, dando un modesto spettacolo in un locale, accompagnando un Trio vocale femminile (chi vuole vederci le Lescano, come licenza poetica, non 5 farà nulla di male). Il concerto viene interrotto da un allarme aereo, che prelude a un disastroso blitz che distrugge parte della città, lasciando in piedi solo un’antica torre medievale intorno alla quale poi si svilupperà una storia sinistra, con un corollario ai tempi nostri... La storia è molto ben fatta, e merita, per essere apprezzata, di essere letta per intero. Consiglio a tutti di cercare l’albo in qualche fumetteria, dove si dovrebbe trovare ancora facilmente». Commento del Curatore: «Bella la pagina inviata da Lele, anche se il disegnatore poteva documentarsi meglio sulla composizione delle orchestrine italiane nei primi anni Quaranta. Qui vedo infatti tre chitarre, un contrabbasso e un violino: si direbbe che il pur bravo Di Majo si sia ispirato, per disegnarla, unicamente a una foto del “Quintette du Hot Club de France”. Quanto alla trama della storia, essa è sorprendentemente simile a quella del nuovo spettacolo delle Sorelle Marinetti, di cui abbiamo parlato nelle Notizie del 10 Ottobre 2013. A tale riguardo Lele ipotizza che vi abbia collaborato anche Boselli, che è uno che spazia in cento cose». ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Amici, volevo solo ricordarvi la possibilità di far ricerche negli immensi Copyright Catalogs americani (cercate l’anno che vi interessa)». Link: https://archive.org/search.php?query=musical%20compositions%201938%20AND%20mediatype%3Atexts. ♦ Mail di Simone Calomino: «Ho più volte segnalato in passato il problema posto da Ricordo... Io sono convinto che sia il Quartetto Vocale Cetra ad accompagnare Gino Del Signore, il cantante solista. Segnalo che su Wikipedia hanno da poco inserito una foto di tale Quartetto, anche se ho molti dubbi circa le identificazioni proposte, specialmente per quanto concerne il M° Piero Pavesio. 6 Da http://it.wikipedia.org/wiki/Quartetto_Vocale_Cetra. Nonostante il “sound” di queste quattro voci, escluderei nell’incisione di Ricordo l’intervento dei Funaro, in quanto questi ultimi erano soprattutto dei musicisti e non credo che avrebbero accettato di cantare solo il coro muto, senza essere loro a fare l’accompagnamento strumentale». Commento del Curatore: «È fuor di dubbio che la foto in questione non ritrae affatto il Quartetto Vocale Cetra del periodo 1938-1942. Essa deve invece risalire alla fine degli anni Cinquanta, dato che il look e l’atteggiamento dei quattro cantanti richiamano platealmente quelli dei Platters». ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Caro Curatore, approfittando del ponte dell’epifania, ho effettuato le registrazioni dei brani lescaninani che mi avevi chiesto tempo fa. I risultati purtroppo sono stati gioie e dolori, come spesso accade con dischi molto 7 vecchi. Spero che troverai comunque utile almeno una parte del lavoro effettuato. Ho ritrovato Scianghai Lill - Questo disco è molto ben inciso e la mia copia si presenta in condizioni quasi ottime. L’audio è molto buono e credo che sarai soddisfatto della nuova registrazione, considerato che quella precedentemente disponibile era a tuo dire piuttosto scadente [Roberto Berlini ci ha fornito nel frattempo una nuova registrazione molto buona, che ha poi postato su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=I_Lbixb1stw - NdC]. Là nell’isola di Capri - Mi scrivevi a suo tempo che l’incisione disponibile presenta un forte soffio di fondo. Purtroppo è così anche per quanto riguarda la mia copia, che a questo punto non so se sia migliorativa o meno rispetto alla situazione attuale. Sicuramente contribuisce al soffio di fondo un volume d’incisione sensibilmente inferiore al solito, il quale quindi restringe la gamma dinamica disponibile e peggiora di molto il rapporto segnale/rumore. E questo è tecnicamente indiscutibile. Tuttavia ritengo anche possibile, considerato che tutti gli esemplari di questo disco sembrano essere accomunati dal “soffiare forte”, che esso sia stato pubblicato in un momento in cui gli approvvigionamenti di materie prime fossero particolarmente difficoltosi, e quindi sia stato posto in commercio stampato su una mescola di bassa qualità e particolarmente porosa. Torna piccina - Anche questa registrazione, purtroppo, potrebbe non migliorare la situazione presente. Difatti la mia copia presenta una particolare usura “a frattura” dei solchi in corrispondenza delle note gravi, un fenomeno particolare (solitamente sono più usurate le note acute dei fortissimo) e che si riscontra di rado. Ignoro di preciso cosa lo causi: forse un ascolto con un grammofono particolarmente mal regolato e/o con una punta del tutto inadatta. Ad ogni modo le note del contrabbasso risultano fortemente distorte tanto che soprattutto nei minuti iniziali sembra che qualcuno suoni, come direbbe Gigi Proietti, il suo famoso “basso col botto”. Ti segnalo una curiosità: ho tenuto molto lungo il finale perché nella spirale e nell’anello terminale si sentono delle voci, forse dei commenti dei musicisti stessi ad incisione terminata. È una cosa molto inusuale che ho pensato ti avrebbe incuriosito. Purtroppo è arduo decifrare cosa dicono queste persone. Almeno, io non ci sono riuscito». ◙ Giovedì 9 Gennaio 2014 ♦ Ieri Antonio Mastrorocco, il decano dei nostri collaboratori, è stato il primo, attraverso la sua pagina di Facebook, a condividere con tutti gli appassionati la notizia-bomba, splendida e del tutto inattesa, che la collezione completa del “Radiocorriere” è ora liberamente consultabile online all’indirizzo www.radiocorriere.teche.rai.it. I nostri più fedeli e attivi collaboratori sono già al lavoro, pieni di entusiasmo, per passare al setaccio questa enorme miniera di notizie e immagini, alla ricerca di materiali di nostro interesse, vale a dire riguardanti non solo le Sorelle Lescano, come è più che ovvio, ma anche tutti coloro che hanno collaborato con loro a diverso titolo. Tra i primi ritrovamenti di rilievo ci sono, scovate da Paolo Piccardo, le foto dei cantanti Armando Giannotti (fascicolo 26 del 1941) e Vincenzo Capponi (fascicolo 13 del 1934), dei quali non possedevamo prima alcuna immagine: si tratta sfortunatamente di foto piccole e stampate maluccio, ma non è il caso di fare i 8 difficili, dato che in casi come questi vale più che mai il vecchio adagio “poco è sempre meglio di niente”. Dopo averli restaurati nella misura del possibile, abbiamo già provveduto a inserire questi ritratti nella pagina [http://www.trio-lescano.it/cantanti.html] dove, al loro posto, figurava prima la scritta: “Nessuna foto disponibile”. Dal canto suo Simone Calomino non ha tardato a scoprire una foto mai vista prima d’ora delle Olandesine. Ecco come la descrive: «In essa vediamo gli artisti dell’Eiar che fanno finta di spingere un treno e, in prima fila, tre ragazze con il visetto dai lievi tratti esotici. Chi saranno mai? Ma sì, sono proprio loro: Sandra, Giuditta e Caterinetta!». Al più presto renderemo nota a tutti questa divertente immagine: prima dobbiamo sistemarla un po’ e cercare di riconoscere almeno qualcuno degli artisti in essa presenti. ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Amici, ho esaminato con attenzione i primi 26 fascicoli del 1936 del “Radiocorriere”. Quella che ne emerge è la fotografia di un’Italia impegnata nella guerra di Etiopia, che scandisce i giorni “dall’assedio economico”, nei quali le trasmissioni radio sono improntate a un programma di musiche liriche e sinfoniche, nonché a radiodrammi di vario genere. Pochissima evidenza è data alla musica leggera ed ai suoi interpreti. Pubblicità di apparecchiature radio e miracolose creme o perniciosi apparecchi per abbronzatura trovano spazio tra le pagine. Alcuni elementi degni di nota: diverse ditte, tra cui la Chiappo di Torino offrono dischi Cetra Parlophon al prezzo scontato di 7 lire, probabilmente per svuotare i magazzini. Una primissima traccia del Trio Lescano appare a pagina 41 del numero 12 del 15 Marzo 1936. È la nota fotografia con le ragazze sorridenti a mezzobusto e spalle scoperte, con scriminatura in mezzo dei capelli. Nessun commento se non una laconica didascalia “Il Trio Vocale Lescano”. Poi più nulla fino al numero 22 del 24 Maggio 1936. Tra i dischi Cetra compare il GP 91313, Guarany Guaranà, eseguito da un generico “Trio Vocale”. Più interessante la partecipazione delle ragazze, il 28 Maggio 1936, alla rivista di Katscher-Farkas Wunder Bar eseguita dal duo pianistico Bormioli-Semprini e recitata da noti attori come Rina Franchetti, Giacomo Osella, Nunzio Filogamo e altri. Dopo la proclamazione dell’Impero, il tono generale del “Radiocorriere” si alleggerisce, facendosi un po’ meno propagandistico. Conto, nei prossimi giorni, di proseguire nell’esame minuzioso del periodico, in quanto il lavoro richiede tempo per scaricare i giornali e ancor più tempo per estrarre le immagini». ♦ Renzo e Isa Barzizza si sono felicitati con Manuel Carrera per il documentario su Norma Bruni che il nostro valente collaboratore ha da poco pubblicato su YouTube. Col gentile consenso del primo pubblichiamo i loro due messaggi. ● Renzo Barzizza: «Manuel caro, complimenti. Il tuo documentario funziona e scorre piacevolmente, pur nel disagio di ascoltare una storia per tanti versi così dolorosa. Avere successo come cantante, avere riconoscimenti e ruolo, e finalmente anche un po’ di denaro; e poi perdere immeritatamente tutto, ed essere emarginati e poi dimenticati. Una bruttissima esperienza che ha segnato purtroppo la vita di tanti artisti, anche di grandissimo valore. E poi ancora complimenti per questa tua (vostra) volontà di raccontare vicende umane importanti e destinate fatalmente all’oblio. Che è la ragione che mi ha spinto a ricostruire e raccontare l’avventura professionale del 9 mio papà, affinché la memoria del suo talento e delle sue qualità non si perda. Chiaro e incisivo il testo, letto dal nostro comune amico Simone. Il quale Simone (che saluto, dal momento che mi legge in copia) ha un incipit da professionista navigato, sia per intonazione che per timbro; poi si perde, in modo non grave, “cantando” più del necessario. Gli occorreva un buon direttore di doppiaggio, come [mia sorella] Isa Barzizza, per esempio. Nessun problema, però; se ne accorgeranno in pochi; al pubblico, che mi auguro vasto, piacerà. Così come è piaciuto a Isa di cui “allego” il giudizio, che condivido in pieno. Un abbraccio a tutt’e due». ● Isa Barzizza: « ...molto interessante questo documentario su Norma Bruni, di cui non sapevo assolutamente nulla! Che storia triste, una morte così improvvisa, in un momento in cui forse avrebbe ripreso a lavorare e probabilmente con successo! Che mistero quello dell’abbandono dell’orchestra Angelini! Che sia avvenuto per un aut aut della moglie tradita? Mi sembra di ricordare che si vociferasse di una tresca tra i due. Comunque viene fuori una persona non qualunque, bellissima e con un’altrettanto bellissima voce, e molto sfortunata. Fa’ i miei complimenti a Manuel. E a te un grandissimo bacione dalla tua affezionata sorella Isa». ◙ Venerdì 10 Gennaio 2014 ♦ Lele Brunini, attivissimo nel pubblicare sul suo canale di YouTube sempre nuove canzoni rare delle Lescano, ci ha offerto un’ulteriore prova della sua generosa disponibilità. Per comodità dei visitatori del sito ha riunito in un unico pdf (intitolato con piacevole autoironia Zibaldone lescaniano) le presentazioni e i commenti che ha via via postato su tali canzoni: tutti scritti in cui non si sa se ammirare maggiormente la cultura e la capacità di analisi dell’Autore, spesso non disgiunte da una giusta dose di arguzia, ovvero l’eleganza del suo stile espositivo, che va di pari passo con quella delle musiche poco note messe a disposizione degli appassionati. Lele, che non si tira mai indietro quando c’è da riconoscere i meriti altrui (qualità oggi sempre più rara…), ha voluto inoltre inserire in un’apposita Appendice anche le analoghe presentazioni di altri Autori che lo hanno particolarmente colpito, nonché qualche commento. Dato che il nostro progetto Tutto il lascito artistico delle Sorelle Lescano liberamente disponibile su You Tube va avanti alla grande, con novità quasi giornaliere, la raccolta di Lele è un classico “work in progress”, che il nostro amico si è impegnato ad aggiornare periodicamente. Il pdf è apribile dalla pagina Oggi parliamo di… e anche da quella che contiene l’elenco completo di tutte le canzoni lescaniane attualmente ascoltabili in rete. Links: http://www.trio-lescano.it/oggi_parliamo_di....html http://www.trio-lescano.it/youtube_1.html Lele ha infine espresso questo auspicio: «In un imprecisato futuro, quando finalmente l’intero lascito delle Sorelle Lescano fosse di dominio pubblico, si potrebbe anche pensare a un “libro” virtuale e collettivo, che contenesse – in ordine alfabetico o cronologico – le schede di tutte le loro canzoni. Il tempo saprà suggerirci come meglio orientarci». 10 Auspicio che facciamo nostro toto corde, invitando fin d’ora chi fosse interessato a partecipare a quest’altra importante e meritoria impresa corale a manifestare il proprio punto di vista. ♦ Ecco dunque la nuova foto delle Lescano, che Simone Calomino ha reperito per primo nel “Radiocorriere” n. 38 del 1939, p. 10. I componenti della “Compagnia degli artisti dell’EIAR” sono tutti nominati, in rigoroso ordine alfabetico, nella lunga didascalia della foto; inoltre prendono parte ad essa i solisti di Angelini Pavesio, D’Ovidio, Tozzi e Astore. Questi ultimi quattro mi fan molto pensare al Quartetto Vocale Cetra, di cui Astore era componente supplente, e ora vi compare il trombonista Ilio Tozzi. Nella foto, a detta di Paolo Piccardo, si riconoscono sicuramente, oltre alle Lescano, Alfredo Clerici, Fausto Tommei, Ebe De Paulis, e probabilmente Giacomo Osella, per via della calvizie. Paolo ci scrive inoltre: «Sto proseguendo nello spoglio del “Radiocorriere”, annata 1936, ma non emerge nulla di significativo. L’impostazione della rivista in quel 11 periodo è noiosa, sembra che esistano solo programmi di musica classica, anche pesante (opere per fortuna sparite di Smareglia o di Pick-Mangiagalli…), terrificanti radiodrammi et similia. Una rubrica settimanale si occupa dei nuovi dischi delle varie etichette, ma il recensore pare ascoltare solo “mattoni” notevoli. Credo che le cose interessanti si vedranno dal ’39 in poi. L’unica cosa che colpisce è l’insistenza con cui il periodico (e quindi il regime) insiste nel pubblicizzare gli apparecchi radio con mille allettamenti e facilitazioni. In quell’anno ben due crociere nel Mediterraneo sulla T/n “Conte Verde” sono organizzate tra gli abbonati alle radiotrasmissioni, con partecipazione dell’orchestra Cetra (ma non dei nostri beniamini)». ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, dal nostro archivio una bellissima puntata di Parole & Musica oggi dedicata al grande Gorni Kramer. Appuntamento dunque su www.ildiscobolo.net: Venerdì 10 Gennaio alle ore 10 Sabato 11 Gennaio alle ore 14,30 Lunedì 13 Gennaio alle ore 18,10 Martedì 14 Gennaio alle ore 21,30 Buon ascolto!». ◙ Sabato 11 Gennaio 2014 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Carissimi, ho completato il tediosissimo vaglio dell’annata 1936 del “Radiocorriere”. Penso che ricorrerò al Fosfo-stricno-peptone, raccomandato spesso su tali fascicoli, per curarmi i nervi. Poche cose degne di nota: una foto (pessima) di Illuminato Culotta [già recuperata con un certosino intervento di restauro e sistemata al suo posto nella pagina http://www.trio-lescano.it/autori_italiani_AC.html]; poi, la settimana di Natale 1936, la Cetra annuncia la pubblicazione dei nuovi dischi “marca Cetra”, che iniziano con la serie IT 500 (sono canzoni natalizie). Dall’Ottobre finalmente le Lescano appaiono nei cataloghi Cetra Parlophon, come pure in una prima pagina pubblicitaria. 12 In seguito viene pubblicizzata l’Orchestra Cetra, nelle cui file si riconoscono Seracini alla chitarra, i trombettisti Giudice, Garabello e Pasquali, i saxofonisti Barbi, Estill, Quercioli e Ferraro, i violinisti Filanci e Valdambrini, il pianista Gheri, il batterista Bausi, il fisarmonicista Corino, oltre naturalmente a Barzizza». ♦ Mail di Roberto Berlini: «Amici, malgrado i miei nuovi impegni universitari (con i primi esami), mi sono ritagliato un po’ di tempo e ho esaminato tutti i numeri del “Radiocorriere” del 1940. Particolarmente interessante ho trovato un piccolo articolo che commenta la notizia che il ministro degli Esteri giapponese aveva appena proibito il jazz. Foto di radiovisione più i comici-cantanti Vanni e Romigioli la fanno da padroni... Quello che ha osservato Paolo è molto emblematico. Abbiamo davanti, letteralmente, come una lunga fotografia, l’immagine della musica italiana degli anni Trenta. È un discorso da approfondire e non mancherò di approfondirlo in seguito. Ma quanto mi appare triste, ora come ora, il... Medioevo!». ♦ Marco Gilardetti ha recensito [v. http://www.trio-lescano.it/Norma_Bruni.html] il libro di Manuel Carrera, Norma Bruni – Una “voce di carne” nell’Italia in guerra. Ci auguriamo che altri lettori del libro ci mandino con sollecitudine le loro impressioni o reazioni, anche critiche: un’opera di indiscutibile qualità come questa, frutto del più encomiabile impegno non solo di Manuel, ma anche di tutti coloro che hanno collaborato con lui nell’impresa, non merita nel modo più assoluto di essere accolta con indifferenza. Oltretutto – se malauguratamente così fosse – chi avesse intenzione di pubblicare lavori simili su altri grandi artisti di quel medesimo periodo storico, oggi pressoché dimenticati, ne sarebbe – comprensibilmente – scoraggiato in partenza. 13 ◙ Domenica 12 Gennaio 2014 ♦ Mail di Simone Calomino: «Nella foto con le Lescano da me ritrovata – e ben restaurata dal Curatore – riconosco anch’io Tommei (dietro a Giuditta), Clerici (sopra Tommei e, in prima fila. dietro le Lescano), Ebe De Paulis (quanto mi piace questa cantante: è quella a sinistra di Clerici). La biondina quarta da sinistra, in basso, mi sembra Lina Acconci... ». ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Ho iniziato a sfogliare i “Radiocorrieri” del 1937. Nel primo numero si riassumono i nomi di tutti gli artisti scritturati nell’anno precedente, Elenco incredibile per la qualità ed il numero dei musicisti, maestri, cantanti e attori. Al giorno d’oggi sarebbe impensabile avere un Mascagni (se fosse vivo) che dirige le sue opere con l’Orchestra della Rai. In effetti si faceva allora Cultura, ed era di qualità. Magari la gente viveva nelle ristrettezze, ma l’immagine della radio di regime era coi fiocchi!». ◙ Lunedì 13 Gennaio 2014 ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Finalmente, non so come e perché, sono riuscito ad entrare nel sito del “Radiocorriere”, senza passare dalla “porta principale” e reputandomi così abbastanza fortunato. Al contrario di Paolo, ho voluto iniziare la mia consultazione dall’anno 1946, andando a ritroso nel tempo. Ora sono al 1943 e delle Lescano nessuna notizia né foto, tranne, nel riquadro dei dischi Cetra, la pubblicità (a tutto il ’43) delle loro ultimissime incisioni, che dovrebbero risalire al 1942 o tutt’al più al ’42/’43 e non oltre. Tornando indietro nel tempo, ho rivissuto con immensa emozione tutto il passato del mio altro ieri, i momenti belli e quelli tristi della guerra: le sirene degli allarmi, i bombardamenti, la paura e la corsa ai “rifugi”, la “tessera annonaria”, la porzione di pane (che ci spettava) misurata in famiglia con la bilancia, le code per l’acquisto degli alimentari, la “borsa nera”, la vita disagiata, lo stipendio che non bastava già allora, le scarpe risuolate, i cappotti rivoltati e tante altre cose. Ma, pur essendo stato un periodo alquanto triste, si rivela oggi tanto caro, forse perché legato alla mia giovinezza e quindi tanto alla “nostalgia”. Barzizza, Angelini, Zeme, Petralia, Pavesio, Gimelli, Di Ceglie, Kramer ci facevano compagnia, distraendoci almeno un po’ dal clima che ci circondava. Per gli amici dei Trii dirò che nel numero 37 del 1943 troveranno una bella foto del Trio Capinere insieme a Dea Garbaccio, che in quel periodo cantava con loro dai microfoni di Radio Roma, facendo parte dello staff del maestro Nello Segurini». ♦ Parecchi visitatori ci hanno chiesto in passato, ma anche di recente, quante siano esattamente le canzoni incise dalle Sorelle Lescano: da sole o con Caterinetta, la più giovane delle tre, nel ruolo di solista, ovvero assieme ad altri cantanti più o meno famosi, in tutto una quarantina. Pensiamo che sia utile fare una buona volta il punto di come stiano effettivamente le cose, anche in relazione al progetto (evidenziato nel riquadro in alto di questa pagina) che stiamo portando avanti, con rinnovata determinazione, dal Novembre scorso. A tutt’oggi, dunque, la discografia lescaniana – intendiamo quella sicuramente autentica – ammonta a 342 incisioni, realizzate nell’arco di tempo che va dalla 14 primavera del ’36 alla fine del ’42. Non abbiamo invece alcuna prova certa che le Lescano abbiano inciso altre matrici nei primi mesi del ’43, come taluni indizi lasciavano credere. L’elenco delle incisioni, da noi compilato e diffuso nei primi anni di attività del sito, ne comprendeva in realtà un numero maggiore, ma poi da esso sono state definitivamente depennate le seguenti 7: In un valzer (Cuor a cuor), La campana dell’amore, Piccolo Naviglio, Ricordo, Satan, Sul mar Pacifico, Trullalà jù. Il motivo è che, con l’andar del tempo e l’intensificarsi delle nostre ricerche in ogni direzione, abbiamo potuto accertare al di là di ogni dubbio che le Lescano non hanno affatto partecipato a tali incisioni, pur figurando il loro nome sull’etichetta dei relativi dischi o sui cataloghi dell’epoca; in taluni casi addirittura su entrambe queste fonti, che pure sono le più autorevoli tra tutte quelle a nostra disposizione (si veda, per maggiori dettagli, http://www.trio-lescano.it/discografia/incisioni_di_dubbia_attribuzione.pdf). Resta però tuttora incerta l’effettiva partecipazione delle Nostre all’incisione di Lampadina blu (IT 1126, 1942), dubbio che potremo risolvere solo quando avremo reperito e ascoltato questo disco, che purtroppo sembra essere estremamente raro. Quanto al progetto di cui sopra, in data odierna sono già liberamente disponibili su YouTube 246 canzoni delle o con le Lescano, ripartite in numerosi canali (quelli di nostro maggior interesse sono 26). Altre 37 canzoni sono in attesa di essere pubblicate, mentre le rimanenti sono così suddivise: 26 non si possono pubblicare (se non sotto forma di brevi anteprime) essendo conservate presso la Discoteca di Stato, ovvero perché ci sono state fornite da collezionisti che non vogliono, per un motivo o per l’altro, che siano divulgate; 18 non siamo ancora riusciti a reperirle e infine di 15 non è consigliabile, almeno per ora, la pubblicazione, in quanto i relativi file audio in nostro possesso risultano di qualità insufficiente o, peggio ancora, decisamente scadente (v. http://www.trio-lescano.it/discografia/incisioni_mancanti.pdf). ♦ Roberto Berlini ci segnala che Vito Messina ha recentemente postato sul suo pregevole canale di YouTube, per lo più dedicato al cinema italiano, una sequenza del film Roma di Federico Fellini (1972). In essa si assiste all’esibizione, nel famoso teatrino della Barafonda, di tre cantanti attempate e rotondette le quali, col nome di Trio Fisa (che il pubblico maschile “sozzone”, aizzato dal becero presentatore, storpia in chiave oscena, cambiando la seconda consonante), imitano il Trio Lescano, sia nel repertorio che un po’ anche negli atteggiamenti. Fellini, che era quasi coetaneo di Caterinetta, avrà sicuramente assistito, da giovane, a qualche spettacolo teatrale delle vere Lescano e dunque la sua rivisitazione del Trio, sia pure in chiave affettuosamente caricaturale, contiene senza dubbio elementi di verità, caratteristica del resto di tutto il cinema del grande regista riminese. Link: http://www.youtube.com/watch?v=qZPz_uVrxRU. ◙ Martedì 14 Gennaio 2014 Mail di Paolo Piccardo: «Alcune piccole novità iconografiche. Finalmente, grazie a un’illustrazione reperita nel n. 10 del 1937 (p. 9) del “Radiocorriere”, ora sappiamo chi è Luigi Gozzi e chi Nazzareno Raineri del Quartetto Jazz Prato. Quindi una foto del duo Bormioli-Semprini e infine il nome, Fausto Trachini, del contrabbassista nella foto con le Lescano e altri artisti. A presto, con nuove scoperte!». 15 Interessante, sempre nel medesimo numero del “Radiocorriere”, anche un articolo intitolato Musiche sincopate dirette da Tito Petralia. 16 ◙ Mercoledì 15 Gennaio 2014 ♦ Mail da Antonio Mastrorocco: «Ho completato la consultazione dell’intera annata 1943 del “Radiocorriere”. Giunto al numero 3, relativo alla settimana 17-23 Gennaio, in un articolo interno dedicato alle trasmissioni speciali (Radio Igea, Radio del Combattente, Radio Rurale, Radio Gil, Radio Sociale) ho trovato in quest’ultima (un programma in onda il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 12.30 alle 13 e organizzato in collaborazione con le Confederazioni Fasciste dei Lavoratori) un accenno al nostro Trio. Avrebbe partecipato, la settimana successiva, al loro programma e di questo ne parlavano come di una “comparsa” del “popolare” Trio Lescano: è l’unico accenno in tutta l’annata 1943 riservato alle Lescano. Se la loro partecipazione è stata 17 ritenuta una breve “comparsa” – e questo nel Gennaio del ’43! – mi sembra chiaro che il loro successo aveva già avuto termine con l’anno precedente». ♦ TheLovesong5 [http://www.youtube.com/user/TheLovesong5/videos], che si qualifica senz’altro come uno dei migliori canali di YouTube dedicati principalmente alla musica leggera italiana degli anni Trenta-Quaranta e oltre, ha pubblicato nei giorni scorsi una canzone di nostro interesse, inedita in rete: si tratta di Uh... Uh... signorina Novecento, con Fausto Tommei e il Trio Lescano (GP 93134, 1940). Il nostro Simone Calomino ha postato questo commento: «Carissimo, che bella questa canzone! Peccato per la pessima qualità... Ti aveva contattato il Curatore del sito sul Trio Lescano? Con lui stiamo pubblicando tutte le incisioni che abbiamo delle Sorelle Lescano! Lui ce le invia restaurate e noi le pubblichiamo. Sarebbe carino se anche tu collaborassi! Scrivigli se vuoi: [email protected]». Ci auguriamo che il gestore di questo bel canale accolga l’invito di Simone, giacché siamo convinti che le cose migliori siano di norma il frutto della collaborazione tra più appassionati. Ad esempio, nel caso specifico, avremmo potuto fornire in amicizia una buona buona copia di Uh... Uh... signorina Novecento, magistralmente – come sempre – restaurata dal nostro Walter. ◙ Giovedì 16 Gennaio 2014 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Dal fascicolo 34 del 1937 (pag. 15) del “Radiocorriere” emerge una caricatura del Trio fatta da Francesco Bausi: ce l’abbiamo già in archivio, ma ora ne conosciamo meglio l’autore, che fu uno dei migliori batteristi di Barzizza. 18 A pag. 38 dello stesso numero vediamo l’Orchestra Cetra off stage. Qualche numero prima è stato pubblicato l’elenco dei vincitori del concorso Eiar per annunciatori. Indovinate un po’: tra di loro c’è un tale Mario Pio, che in futuro diverrà una caricatura per Alberto Sordi». ♦ Mail dai Curatori del sito Ricordando i Trii Vocali: «Comunichiamo ai nostri consultatori che, causa manutenzione, abbiamo momentaneamente chiuso la sezione Notizie. Sarete avvisati appena sarà riaperta. Nel frattempo tutte le altre sezioni del sito rimarranno attive e consultabili. Vi ringraziamo per la comprensione e vi auguriamo un buon proseguimento di settimana». ♦ Mail dal sito Il Discobolo: «Cari amici, per voi un’interessante puntata di Gran Galà, il programma curato e condotto da Simone Calomino, dedicato a Michele Montanari, con la partecipazione della figlia, Gianna Montanari. In onda su www.ildiscobolo.net: giovedì 16 Gennaio alle ore 10, venerdì 17 Gennaio alle ore 14.30 e sabato 18 Gennaio alle ore 18.10. Buon ascolto!». ◙ Sabato 18 Gennaio 2014 Mail di Paolo Piccardo: «Ecco un istruttivo ritaglio comparso in un “Radiocorriere” del 1938. Nel fascicolo 12 del 1938, a pagina 28, c’è una foto di Armando Giannotti di qualità leggermente migliore della precedente. Infine dal fascicolo 20 del 1932, pagina 29, si apprende che Klaviermaker [sic: coautore del fox-trot Lo so che non è vero, GP 92495, 1938], che credevamo essere uno pseudonimo di Barzizza, lo è in realtà di E. M. Chiappo. A pensarci bene Chiappo è a tutti gli effetti un fabbricante di pianoforti, in tedesco Klaviermacher, appunto... Sfortunatamente non si trovano sue foto, per ora». 19 Quanto prima correggeremo le pagine sugli Autori italiani in cui si parla di Klaviermaker. 20 ◙ Domenica 19 Gennaio 2014 Paolo Piccardo ci segnala che sul “Radiocorriere” n. 39 del 1938, a pagina 15, ci sono due foto, purtroppo piccole e per nulla nitide: esse sono nuove per noi e raffigurano la prima il Trio Lescano col M° Barzizza e la seconda il Quartetto Funaro, entrambi in concerto. Quartetto Funaro. ◙ Lunedì 20 Gennaio 2014 Mail di Simone Calomino: «Complimenti per la scoperta delle due nuove foto [v. le Notizie di ieri]. I Funaro in concerto ci confermano ciò che già avevamo pensato: che fossero solo tre a cantare (Funaro, Raineri e Gozzi) e che il quarto (un fisarmonicista e pianista, il cui cognome sarebbe Rossi) suonasse soltanto. 21 Ed ora due ottime notizie con cui iniziare nel migliore dei modi la settimana: grazie alla squisita cortesia di Renato Percival Allison, che ringrazio pubblicamente a nome di tutti i lescanofili, abbiamo recuperato una delle canzoni a noi mancanti, l’affascinante versione del Tango di Ramona incisa nel ’37 da Harvedo Felicioli e il Trio Lescano (GP 92206b), e una di quelle di cui possedevamo solo una copia scadentissima, in pratica inascoltabile: la Canzone d’Haway , incisa nel ’39 da Piero Pasero e il Trio Lescano (GP 92934b). Entrambi i file offertici da Renato sono perfetti». Simone ha pienamente ragione: si tratta di due magnifiche acquisizioni, di quelle che (ri)danno la carica. Ringraziamo anche noi sentitamente l’amico Renato Percival, custode – e dei più generosi! – di innumerevoli rarità discografiche di gran pregio. Presto anche queste due rarissime incisioni saranno disponibili su YouTube. Paolo Piccardo, dal canto suo, ha reperito in un numero del 1955 del “Radiocorriere” una bella foto di Carlastella, la cantante che negli ultimi tempi ha visto aumentare considerevolmente il numero dei propri ammiratori, e questo non solo per le qualità della sua voce, ma anche per il suo stile interpretativo di ottima impronta jazzistica. Fra questi ammiratori c’è appunto, in prima fila, il nostro Simone, che ha per lei una sorta di adorazione: il nostro giovanissimo collaboratore ha dunque più di una ragione per essere oggi particolarmente euforico – e noi con lui, naturalmente. ◙ Martedì 21 Gennaio 2014 Altra foto – purtroppo pure questa scarsamente leggibile – del Quartetto Jazz Funaro; vi si riconoscono comunque, da sinistra a destra, Luigi Gozzi al clarinetto, Rossi (?) al pianoforte, Nazzareno Raineri alla chitarra e infine Giuseppe Funaro al contrabbasso. L’immagine è stata reperita, come la precedente, da Paolo Piccardo sul n. 48 del “Radiocorriere” del 28 Novembre - 4 Dicembre 1937, p. 41: essa costituisce un’ulteriore prova che, prima dello sciagurato Manifesto della Razza (“Giornale d'Italia”, 15 Luglio 1938), con tutto quello che ne seguì di infame e luttuoso, il regime fascista – a differenza di quello nazista in Germania – non era affatto apertamente ostile né al jazz né agli artisti ebrei. 22 ◙ Mercoledì 22 Gennaio 2014 ♦ Paolo Piccardo ha reperito altre due foto di nostro interesse e, per una volta, di qualità migliore del solito. La prima (“Radiocorriere” n. 45 del 1938, p. 16) ritrae Luciana Dolliver mentre canta davanti al microfono; un’immagine simile – la cantante indossa infatti il medesimo vestito – ce l’abbiamo già in archivio (v. la quarta foto di pagina 2 del pdf http://www.trio-lescano.it/fototeca/album_fotografico_luciana_dolliver.pdf), ma questa ci sembra più espressiva. La seconda foto (“Radiocorriere” n. 47 del 1938, p. 25) ci mostra il rinomato duo pianistico Bormioli-Semprini, allora all’apice della fama. ♦ Sempre Paolo ci ha inviato queste altre notizie: «Ho trovato nel solito “Radiocorriere” (fascicolo 3/1939, pag.13) alcuni dati interessantissimi sul Primo Concorso dell’Eiar per i nuovi artisti della canzone. Prima di tutto la Commissione 23 giudicante: - Giulio Razzi, direttore della Radio - Cesare Gallino, direttore d’Orchestra - Italo Zoppini, ragioniere impiegato dell’Eiar, squadrista (fonte: Archivio di Stato Torino) - Alfredo Sernicoli, compositore, regista, produttore Eiar - Cinico Angelini, direttore d’Orchestra - Egidio Storaci, direttore d’Orchestra - Tito Petralia, compositore e direttore d’Orchestra - Nunzio Filogamo, presentatore e cantante. Manca, clamorosamente, Barzizza! Si apprende anche che nessuno dei vincitori si è aggiudicato la prima categoria, che prevedeva l’incisione di 20 facciate e quattro mesi di scrittura. Il fascicolo 5/1939 presenta, a pag. 12, i vincitori con foto un po’ sfocate e abbastanza note. Vengono descritti brevemente i cantanti, e si può subito notare che Boccaccini viene definito “abbronzato, autentico lavoratore”! Di Montanari, giustamente, si cita il fatto di essere pittore che ha già esposto ai Littoriali. Le ragazze, quasi senza esclusione, sono tutte pianiste o violiniste, alcune amanti del genere lirico. È facile pensare al severo Petralia mentre scuote la ricca capigliatura in approvazione di voci che magari han lasciato poche tracce. Ma il fatto resta. Da quel primo concorso escono infatti Termini, Boccaccini, Montanari, Clerici, Mazzi, Jottini: tutti giovani che abbiamo imparato ad amare. Il successivo fascicolo del periodico (6/1939) mostra a pag. 13 una foto di gruppo e la caricatura dei cantanti fatta da un radioascoltatore. Evidentemente i giovani emergenti avevano fatto immediatamente breccia sul pubblico! Questo concorso fu insomma una sorta di X Factor dell’epoca, con Petralia al posto di Morgan e Filogamo al posto di Simona Ventura!». ♦ Lele Brunini ha immediatamente postato sul suo canale di YouTube (Lele Del Gatto), affinché tutti gli appassionati possano gioirne, la canzone Tango di Ramona con Harvedo Felicioli e il Trio Lescano (GP 92206), recuperata giorni fa grazie alla generosa disponibilità del nostro collaboratore Renato Percival Allison. Elegante e 24 puntuale come sempre, e ricca di acute osservazioni, la sua presentazione del brano. Link: http://www.youtube.com/watch?v=8-debFwS-u4. A proposito del M° Petralia, che dirige in questa incisione la Radio Orchestra che accompagna i cantanti, Lele ci scrive: «[…] non ho mai avuto alcun preconcetto verso di lui, salvo trovarlo fuori stile nelle canzoni swinganti. Né mi unisco alla damnatio memoriae che qualcuno ne ha fatto, perchè avrebbe osteggiato la giovane Nilla Pizzi: ognuno è figlio del suo tempo, e giudica con i valori e i gusti del momento. Del resto, il grande Gorni Kramer non si era scandalizzato alle prove di Nel blu dipinto di blu, ritenendola un’assurdità musicale? Vuol forse dire che Kramer non capiva un accidente di musica? Per dire, io trovo un obbrobrio le musiche che ti assalgono oggi quando entri in un bar o ristorante, eppure un po’ di musica credo di averla ascoltata in vita mia...». ◙ Giovedì 23 Gennaio 2014 ♦ Mail di Simone Calomino: «Carissimi, vi segnalo innanzitutto che sto preparando una Mostra Virtuale su Ecco la Radio. Per favore, chi avesse o trovasse qualcosa al riguardo è gentilmente pregato di farmelo sapere. Sono felicissimo che si stia facendo luce sul Primo Concorso per voci nuove dell’Eiar, la “Prima gara della Canzone”... Concordo in pieno sulle osservazioni di Paolo, cioè che dal concorso siano uscite voci giustamente celebri come Mazzi, la Jottini, Montanari, Clerici, Boccaccini... ma avete ahimè dimenticato di citare la scoperta più importante: Niny [o Ninì] Serena! Definita una voce “dai toni scuri”... e come meglio definirla? A mio parere Niny aveva una “vociaccia” molto particolare: ingolata, a tratti stonata ed eccessivamente drammatica. Non posso però negare che la sua ammissione ai microfoni dell’Eiar sia stata qualcosa di molto importante: segna infatti il distacco dalle vocine nasali e squillanti (tipo la Jottini, che personalmente trovo deliziosa), che il più delle volte sembravano purtroppo tutte uguali, e il passaggio a voci caratterizzate da una più forte personalità. E direi che la voce di Niny ce l’aveva, eccome, una sua personalità! Del tutto unica anche la sua “figura”: Manuel Carrera, nel suo libro Norma Bruni: una voce di carne nell’Italia in guerra l’ha definita in un modo molto simpatico... Le incisioni di Niny sono davvero rarissime ma quanto mai interessanti. Speriamo che possano saltarne fuori di nuove. Intanto consiglio a tutti l’ascolto della sua personalissima versione di Machaquita». Link: http://www.ildiscobolo.net/public/demo/SERENA%20NINI%20-%20Machaquita.mp3. In una sua mail Paolo ci ha spiegato di aver tralasciato la Serena, perché non la ritiene una cantante di primo piano. ♦ Riprendiamo, per puntualizzarlo meglio, il discorso sul numero effettivo delle incisioni lescaniane (v. la seconda delle Notizie del 13 Gennaio scorso). Avendo motivo di credere che il numero da noi indicato in precedenza sia da ritoccare un po’ al ribasso, abbiamo scritto a Paolo Piccardo – e p.c. a vari altri collaboratori – la seguente mail: «È possibile (anzi assai probabile) che il lascito delle Lescano non sia di 342 incisioni, bensì di 341. Per chiarire definitivamente il dubbio bisognerebbe recuperare l’etichetta di IT 928a e verificare se ha la stessa matrice (50842) di AA 25 361a (che, come sai, ha due edizioni, con titoli diversi). Per favore, controlla anche tu che almeno queste due incisioni siano assolutamente identiche: - http://www.youtube.com/watch?v=o1VNU65JkYE - http://www.youtube.com/watch?v=F4NYzliBi2k A me sembra proprio di sì, ma non si sa mai...». Ed ecco l’articolata e, come sempre, esauriente risposta di Paolo: «Andiamo con ordine. Mazzoletti (Il jazz in Italia, p. 471) indica sia per IT 928 che per AA 361 le matrici 50842 (St. Louis Blues) e 50343 (Pagan Love Song), incise nell’Aprile 1941. Quanto alle due incisioni postate su YouTube con titoli diversi, esse sono assolutamente identiche (val la pena di ricordare che Kramer, su disco FONIT 8025A, incise Tristezze di St. Louis). Il fatto notevole è che sul catalogo Cetra 1942 IT 928 viene segnalato come cancellato. Le tracce di AA 361 compaiono invece nel catalogo 1947, 1948 e 1949. Il “Radiocorriere” (fascicolo 23 del 1941, p.16) cita, senza confermare numero di serie o matrice, che l’Orchestra Angelini ha inciso Tristezza [sic] di San Luigi. A questo punto direi che è successo questo: il disco esce come IT 928, se ne fa pochissima pubblicità e sparisce quasi subito dai cataloghi o non ci entra proprio. La matrice viene comunque conservata e tra il ’43 e il ’44 (viste le date di incisione della serie AA) esce come Ritmo della Luisiana, AA 361, e rimane in catalogo. Ecco perché, secondo me, non troveremo mai IT 928. Del resto le canzoni citate nel “Radiocorriere”: Addio (50864, IT 954 e AA 360, Farewell Blues) Con stile (50863, id., In the Mood) Alla finestra (50871, IT 953 e AA 359, Out of the Window) Al ballo del taglialegna (50909, id., At the Woodchopper’s Ball) La tristezza di San Luigi (50842, IT 928 e AA 361, St. Louis Blues) Canto d’amore pagano (50843, id., Pagan Love Song) Fremito (50845, AA 356, I Get a Kick out of You) Il balletto di Lisetta (50898, id.) sembrerebbero avallare questa teoria, trattandosi di canzoni americane tranne una». Resta dunque assodato che IT 928 e AA 361 contengono sempre e solo la versione italiana di St. Louis Blues, incisa da Angelini con le Nostre, anche se il titolo che cambia da un’edizione all’altra può trarre in inganno. Le incisionni lescaniane scendono dunque da 342 a 341: quanto prima aggiorneremo in tal senso tutte le pagine pertinenti della nostra Discografia. ◙ Venerdì 24 Gennaio 2014 ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, la puntata del programma Parole & Musica che vi offriamo oggi, è dedicata al grande Alberto Rabagliati, raccontato da Giordano Ballerini. Vi aspettiamo su Radio Il Discobolo! Venerdì 24 Gennaio alle ore 10 Sabato 25 Gennaio alle ore 14,30 26 Lunedì 27 Gennaio alle ore 18,10 Martedì 28 Gennaio alle ore 21,30». ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Amici, ho ricopiato per ragioni di miglior visibilità un editoriale del “Radiocorriere” del Marzo 1939 (n. 10, p. 5). Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Ancora_della_musica_leggera.pdf La polemica nasce in realtà sul fatto di trasmettere musica straniera in una realtà autarchica, ma è interessante intravedere quale tipo di lotta ci fosse dietro le quinte, tra coloro che spingevano per una radio impegnata e una spensierata. Abbiamo visto che Barzizza, il più moderno e fantasioso dei nostri Direttori d’Orchestra fu lasciato fuori dalle commissioni giudicanti gli aspiranti nuovi artisti, di conseguenza vien da pensare che la voce del più reazionario di tutti, musicalmente parlando, fosse inappellabile. Mi riferisco naturalmente a Petralia. Invece l’editorialista, presumo il direttore della testata Gigi Michelotti, dimostra una certa indipendenza, rispettando tuttavia le direttive “superiori” e affermando chiaramente di avere molto a cuore i desiderata degli ascoltatori: sorprendente, considerato il periodo. Nel 1939 l’Eiar indice anche diversi programmi denominati L’ora del dilettante, molto seguiti. Al momento ho trovato Maria Pia Arcangeli, Clara Jaione e Gino Uras, che in seguito avrebbero avuto il loro successo. Man mano che emergeranno nuovi dati vi terrò informati. Infine, parlando sempre del “Radiocorriere”, dal fascicolo 30 del 1939 in poi si affacciano due grosse novità: innanzitutto l’avvento della ...Televisione! Inizia una trasmissione quotidiana di due ore, dalle 19.00 alle 20.00 e dalle 22.30 alle 23.30 ed il periodico dell’Eiar non manca di darne informazione, con la preziosa aggiunta – finalmente! – di fotografie per noi tutti mai viste prima d’ora. In secondo luogo nasce la Compagnia degli Artisti Cetra, che comprende anche le Nostre, e che porta il programma Viva la Radio in giro per il Paese. Ma veniamo al dolce, dunque. Inedita, credo, la foto del Trio Lescano (fasc. 34/1939, p 7), poi un itinerario della Compagnia Cetra, un Trio Vocale composto da musicisti diretti da Seracini (forse il Trio Vocale Cetra?), una bella immagine dell’Orchestra Angelini. Però lascerei al nostro Curatore l’onere di sfogliare i fascicoli dal 30 al 40 della preziosa annata 1939, in ogni fascicolo all’incirca le pagine 7, 8, 9 e 10, e quindi operare le sue magie per estrarre e rendere utilizzabili, nella misura del possibile, le belle foto di tanti Artisti che riterrà di voler preservare». Il Curatore provvederà, nei prossimi giorni, a fare quanto auspicato da Paolo, che sta svolgendo un encomiabile lavoro di spoglio sistematico del periodico dell’Eiar. Non bisogna tuttavia farsi soverchie illusioni circa le foto destinate a essere recuperate in quanto attinenti al nostro ambito di ricerca: la loro qualità è in effetti mediamente pessima, tanto che, per renderle anche solo accettabili secondo gli standard usuali, ci vorrebbe non un semplice mago (che poi, in realtà, altri non è che un abile illusionista), bensì qualcuno capace di compiere… degli autentici miracoli. È fin troppo evidente che una tale capacità non è alla nostra portata, né mai potrebbe esserlo. 27 28 ◙ Sabato 25 Gennaio 2014 ♦ Sappiamo (v. le Notizie di martedì scorso) che nel Quartetto Jazz Funaro militò un non meglio identificato Rossi, fisamonicista e pianista. Nel “Radiocorriere” n. 30 del 1939, p. 13, c’è la foto di un certo Nunzio Rossi, di cui però non viene specificato se era uno strumentista o un cantante. Abbiamo allora chiesto ad alcuni nostri collaboratori se tra le foto dei due Rossi riscontravano una qualche rassomiglianza. 29 Ecco le risposte ricevute: - Paolo Piccardo: «Nutro qualche dubbio in proposito. In numeri successivi del “Radiocorriere” Nunzio Rossi partecipa a vari concerti dell’Orchestra Fragna, assieme a noti cantanti come Alberto Amato, Enzo Aita e altri. Inoltre, viste le foto del Quartetto Jazz Funaro, il Nunzio sembra troppo aitante in confronto al – diciamolo pure – mingherlino e fisicamente piuttosto brutto fisarmonicista Rossi». - Simone Calomino: «Non so che dire... Non sono tanto le foto dei Funaro che non mi convincono (perché, più o meno, si capisce la fisionomia di Rossi), ma piuttosto quella di Nunzio... Bruttino lo era pure lui, ma non mi convince». ♦ Mail di Simone Calomino: «Carissimi, visto che recentemente si è parlato di St. Louis Blues, vi mando registrazione [V. la sezione Incisioni complete della pagina http://www.trio-lescano.it/anteprime_musicali.html] ed etichetta della mia copia di Tristezze di S. Louis, nella versione di Natalino Otto [Fonit 8630-A, matr. 74071]. Trovo questa versione stupenda. Mi sembra molto difficile confrontarla con quella delle Lescano, perché è come se si trattasse di due canzoni totalmente diverse. Oltre che per la bella interpretazione di Natalino, trovo che quest’incisione sia speciale grazie all’arrangiamento di Alberto Semprini. Il pianoforte all’inizio è molto d’effetto, e l’idea di dividere in due parti l’incisione (prima slow e poi swing), come è stato fatto da Angelini nella versione delle Lescano, è anche qui molto indovinata. L’Orchestra Ritmo-Melodica di Semprini ha dato alla luce dei veri e propri capolavori. Io, da appassionato “profano”, non da esperto di tecniche musicali, la trovo superiore alle orchestre di Angelini, Barzizza e Petralia, anche se con quest’ultimo a mio parere, Semprini ha un punto in comune: l’ossessione per la precisione e la perfetta coordinazione dei vari strumenti. Le sue incisioni sono tutte perfette. Giusto per farla completa, vi mando la scansione di una foto di Semprini tratta da un catalogo Fonit-Brunswick del 1937». 30 ◙ Domenica 26 Gennaio 2014 Come preannunciato venerdì scorso, abbiamo provveduto a riunire in un unico pdf le foto relative alle Lescano, nonché ai loro più stretti collaboratori, apparse nei numeri dal 30 al 40 del “Radiocorriere”, annata 1939. In appendice abbiamo ritenuto opportuno inserire anche le due pagine che il suddetto periodico (n. 5, pp. 12 e 13) aveva dedicato all’inizio dello stesso anno ai vincitori del 1° Concorso organizzato dall’Eiar nel ’38 per reperire nuovi interpreti della canzone. Ciò che colpisce maggiormente in questa galleria di ritratti o istantanee è non solo la bassa qualità della stampa (forse conseguenza del tipo di carta usato per tale settimanale), per cui le foto risultano poco definite e spesso al limite della leggibilità, ma anche la scarsa cura della Redazione nella scelta delle foto stesse. Ce ne sono alcune che appaiono decisamente brutte e tali da non rendere un buon servizio all’artista che raffigurano: si veda ad esempio la foto di Gian Carla Bizzoni (p. 10 del pdf) o quella di Lina Acconci (p. 11): queste due cantanti non saranno state particolarmente avvenenti, ma di certo non dovevano essere così sgraziate come ce le mostrano le due immagini in questione. Le foto riunite nelle pagine 1-13 del pdf si riferiscono tutte alle trasmissioni sperimentali della Televisione italiana (o Radiovisione, come, in alternativa, si diceva allora), ovvero alla Compagnia degli artisti dell’Eiar - Gestione Cetra, di cui faceva parte anche il Trio Lescano, in quel momento all’apice della sua popolarità. Viene subito da chiedersi se le Olandesine parteciparono affettivamente a qualche trasmissione televisiva e se di essa si conservi da qualche parte, nelle Teche Rai, la registrazione: ecco una pista allettante per i nostri segugi! Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Radiocorriere_1939.pdf. ◙ Lunedì 27 Gennaio 2014 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Grandiosa l’interpretazione del St. Louis Blues di Natalino Otto con l’Orchestra Ritmo-Melodica di Alberto Semprini! Tuttavia, come appassionato dello swing d’Oltreoceano, non posso fare a meno di segnalarvi le versioni del brano eseguito dalle mie due orchestre favorite: Artie Shaw, Ottobre 31 1939 dal vivo, e Benny Goodman, 1938 pure dal vivo [V. la sezione Incisioni complete di http://www.trio-lescano.it/anteprime_musicali.html]. Soprattutto quest’ultima è particolare. Al chiudersi dell’arrangiamento, Benny sente che l’orchestra è sovreccitata e fa segno di continuare: il grandissimo Harry James parte in solo, con l’accompagnamento trascinante di Gene Krupa, e di lì in avanti è un piccolo miracolo, con tutti gli altri che entrano ad orecchio, fino al trascinante finale. Artie Shaw, più eclettico, esegue un arrangiamento più moderno (che abbiamo ripreso con la nostra NP Big Band), anche lui trascinato dall’altro grande batterista dell’epoca, un giovanissimo – ma già famoso – Buddy Rich». ♦ Altra mail di Paolo Piccardo: «Ottimo il lavoro di recupero sulle foto del “Radiocorriere”. Credo che buona parte della colpa di foto così scadenti sia il fatto che sono state scansionate a bassa risoluzione o in scala dei grigi. Ho iniziato a consultare i fascicoli del “Radiocorriere” del 1940. Nel n. 6, a p. 11, si riferisce il risultato del Secondo Concorso per le voci nuove, da cui escono personaggi come Oscar Carboni e Norma Bruni. La selezione fu su 3000 aspiranti e 54 finalisti, che si disputarono la vittoria dal 25 al 27 Gennaio 1940. Il fascicolo successivo (n. 7/40, pp. 10-11) mostra le foto dei vincitori, tutte già viste. È interessante notare come ancora ad inizio anno non ci fossero problemi ad eseguire musiche di autori stranieri, come Robin, Kenny o Wrubel. La grande epurazione dei cataloghi avverrà solo nel 1942». Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Secondo_Concorso_Eiar.pdf. ♦ Mail di Simone Calomino: «Roberto [Berlini] è un grande appassionato della “Radiofonovisione” dell’Eiar. Mi raccontava tempo fa che nessuna delle trasmissioni sperimentali fu mai registrata perché le telecamere erano in “presa diretta” senza nessuna pellicola che salvasse l’immagine, al contrario delle trasmissioni tedesche dove invece le telecamere avevano un sistema con registrazione su pellicola: vi era infatti un ritardo di alcuni minuti nella messa in onda». ◙ Giovedì 30 Gennaio 2014 ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, come ogni 15 giorni torna Gran Galà! Per voi una bellissima puntata del programma, curato e condotto da Simone Calomino, interamente dedicata a Lia Vandelli. Vi spettiamo su ww.ildiscobolo.net: Giovedì 30 Gennaio alle ore 10 Venerdì 31 Gennaio alle ore 14,30 Sabato 1 Febbraio alle ore 18,10. Buon ascolto!». ♦ Giorgio Zoffoli ci ha inviato tempo fa un bel dossier sul compositore napoletano Pasquale Frustaci, autore della musica di cinque magnifiche canzoni, incise dalle o con le Lescano e tutte ora ascoltabili su YouTube: Camminando sotto la pioggia [versionein tedesco: Illusion], L’orologio dell’amore, Maria Luisa, Piccolo chalet e Ritmo nel cuor. Come fatto in precedenza per altri importanti Autori, abbiamo sistemato tutto questo materiale in un unico pdf ; esso è stato approvato senza riserve dall’amico Giorgio, per cui ora lo possiamo pubblicare tra i Documenti. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Pasquale_Frustaci.pdf. 32 Come è noto, Zoffoli si occupa da molti anni del suo concittadino Marf (nome d’arte di Mario Bonavita), sul quale ha in preparazione una monografia destinata a fare piena luce su ogni aspetto della vita e dell’opera di questo valente e poliedrico artista. A tale proposito Giorgio ci ha scritto questa mail: «Caro Curatore, sono reduce dalla presentazione, presso il circolo “La Scranna” di Forlì, dell’opera di Marf fatta da Gabriele Zelli, scrittore ed ex assessore alla cultura di Forlì, oggi sindaco di Dovadola (FC). Zelli ha appena fatto uscire un volumetto con i personaggi storici importanti di Forlì, fra cui, appunto, anche Marf. L’ho contattato ai primi di Dicembre e abbiamo auspicato una collaborazione per qualcosa di più approfondito. La presentazione anzidetta è stata tutto sommato interessante, benché i relatori non abbiano detto niente di più di quello che già sapevo; tuttavia ho potuto recuperare una foto di Marf che non avevo e che mi fa letteralmente impazzire! Oltre ad un Marf in età piuttosto matura (presumo che lo scatto debba risalire alla prima metà degli anni Trenta) riconosco solo Vittorio Mascheroni alle sue spalle e Cesare Gallino di fianco, ma non ho idea di chi siano gli altri personaggi. Né riesco a focalizzare l’ambiente (presumibilmente una sala d’incisione) e le varie persone che sono ritratte. Si direbbe un’incisione di gruppo e alcuni volti non mi sembrano di italiani. I relatori hanno ipotizzato che la foto ritragga Marf mentre incide qualcosa a 33 Parigi, durante uno dei suoi ricorrenti viaggi all’estero; ma la presenza dei due direttori d’orchestra italiani mi spinge a escludere questa ipotesi di trasferta di gruppo, che mi sembra un po’ rocambolesca [da rilevare inoltre che la foto reca, in basso a sinistra, il marchio del fotografo milanese Dario Gatti - NdC]. Ti prego perciò di proporre l’indovinello sul sito: questa foto mi intriga parecchio, in quanto potrebbe chiarirmi certe lacune nella biografia del buon Mario Bonavita». ♦ Tra le canzoni lescaniane di dubbia attribuzione, quella che maggiormente dispiace di dover includere in questa specie di limbo è con ogni probabilità Baciamoci in giardino (DC 4012, 1941/42: http://www.youtube.com/watch?v=L6jK5uMFe7w), dato che questo ritmo moderato di Daga-Rizzo è incontestabilmente una delizia. Riassumiamo i termini della questione. Inciso in modo magistrale da un giovanissimo Ernesto Bonino, accompagnato dall’Orchestra di Pippo Barzizza, qui più smagliante che mai, il brano, stando all’etichetta del disco e al catalogo Cetra del ’42, non avrebbe altri interpreti all’infuori del cantante solista; se non che, ascoltando il disco, si ode, oltre a Bonino, un ottimo Trio Vocale Femminile, che molti non esitano a identificare col Trio Lescano, evidentemente in incognito. Della faccenda si è ampiamente discusso in questa sede nei giorni 8-11 Gennaio 2010, senza per altro giungere a conclusioni certe e definitive, ragion per cui si è appunto deciso di collocare questa canzone tra quelle in cui l’effettiva presenza delle Lescano rimane dubbia. Giorni fa qualcuno si è chiesto – del tutto legittimamente – chi siano allora le bravissime cantanti o coriste che affiancano il bell’Ernesto in questa incisione, e ha avanzato l’ipotesi che si tratti delle sorelle La Guardia del Duo Fiorenza. Ipotesi subito smontata da Simone Calomino con queste argomentazioni: «Il Duo Fiorenza è formato da due componenti, mentre in Baciamoci in giardino le cantanti sono palesemente tre; in effetti la signora Pierina La Guardia, da me intervistata, ha affermato di non aver mai inciso in trio. Io sono da sempre convinto che le tre dell’incisione siano proprio le Lescano. L’unico problema è che, secondo me, il disco gira un po’ più lento del dovuto. Le tre ragazze sono proprio straniere, mentre quelle del Duo Fiorenza non imitavano le Lescano nella pronuncia, al massimo lo facevano per lo swing. Non avevano poi quella “r moscia” che si sente in Baciamoci in giardino. Infine Pierina non ricorda di averla mai incisa. Le sorelle La Guardia andarono due sole volte a incidere, per un totale di una decina di facciate, uscite tutte intorno al 1940-41 e tutte pubblicate la prima volta su serie IT. Baciamoci in giardino, invece, compare per la prima volta solo nel Catalogo Cetra del 1942». Circa la maggiore difficoltà nell’assegnare Baciamoci in giardino alle Lescano, cioè il fatto che, relativamente a questa canzone, non siano mai menzionate nei cataloghi, anche di molto posteriori al ’42, Lele Brunini ci scrive: «[…] nel fondo resto sempre dell’opinione che si tratti delle Lescano. Certo, le voci suonano impastate e non è facile separare una voce dall’altra, però a tratti sembrano proprio loro. Quanto alle tipiche “r” arrotate, a me pare di sentirle, anche se obiettivamente meno del solito. Il fatto poi che le Lescano non figurino sull’etichetta e nei cataloghi, secondo me non è decisivo. Potrebbe essere che fosse in programma l’incisione con Bonino solo, e che le etichette fossero già state stampate, e che poi all’ultimo momento si sia deciso di aggiungere le Lescano. E poi, suvvia, se non sono loro, bisogna per forza pensare a 34 un Trio formato per l’occasione: ma da chi? Quale Trio Femminile era allora così bravo da potersi misurare alla pari col Trio Lescano autentico? Insomma di qui non si scappa!». In conclusione, sembra proprio che, a furor di popolo (come oggi accade spesso per i nuovi santi...), si debba aggiungere Baciamoci in giardino alla discografia lescaniana, che risalirebbe così a quota 342. C’è qualcuno che vota contro o siamo tutti d’accordo? ◙ Venerdì 31 Gennaio 2014 ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Riguardo alle notizie recentemente pubblicate, voto – molto convintamente – a favore delle Lescano in Baciamoci in giardino. Personalmente infatti non ho dubbio alcuno che si tratti di loro. Molti sembrano concentrarsi nell’individuare le erre arrotate, mentre secondo me il loro tratto più inconfondibile sono le vocali saltate, cioè “mangiate” e/o trasformate in dittonghi: tratto difficilissimo da imitare, soprattutto alla rapidità con cui loro cantavano. Inoltre, l’argomento di Lele Brunini è un autentico “rasoio di Occam”: ammesso che non siano loro, quali altre interpreti sarebbero state in grado di offrire una prestazione del genere in quegli anni e in tempi brevi?». ♦ Mail di Renato Percival Allison: «Caro Curatore, ho nella mia collezione Vieni sul mar e Tutto il mondo sa, che ti invierò al più presto perché sono in buone condizioni, a differenza di quelle che sono presenti nell’Archivio sonoro del sito. […]. Ho inoltre comperato una nuova fotocamera digitale e sto imparando a usarla: appena ottengo risultati decenti ti invio l’etichetta di Le tristezze di San Luigi, IT 928; intanto ti confermo che la matrice delle due stampe è la stessa, ossia 50842. Qualche tempo fa, chiacchierando in chat con Simone Calomino, ho chiesto un suo parere su Siboney, GP 92414. Non ti nascondo che ogni tanto riascolto questo brano, perché non mi convince: lo definirei un “unicum”. Appartiene in effetti ad un periodo in cui gli altri trii femminili autoctoni non erano nati, e nello stesso tempo, se non sono le Lescano che affiancano Dino Di Luca, le tre ragazze che cantano qui ne ricalcano lo stile in maniera perfetta. Oltretutto, non sono spuntate nel frattempo altre incisioni con questo fantomatico trio senza nome. Io un’idea me la sono fatta e voglio condividerla con te per conoscere il tuo parere, premettendo che non credo di avere un orecchio molto fine. Ritengo comunque di aver capito che in questa incisione manca la voce di Caterinetta, sostituita con un’altra corista; le altre due Lescano ci sono sicuramente, ma poiché – come sappiamo – Caterinetta era la più dotate delle tre, l’esecuzione risulta debole rispetto ai loro standard abituali. Prima di fare altre ipotesi sono impaziente di sentire la tua opinione». L’opinione del Curatore è che il trio femminile che si sente in Siboney (che sarà presto in rete nel canale di Lele Brunini) è sorprendentemente simile a quello presente in Baciamoci in giardino, anche se le due incisioni non sono contemporanee, bensì distanziate di circa tre anni. Allora, dal momento che gli esperti sono in larga maggioranza decisamente favorevoli all’inclusione di quest’ultima canzone nella discografia lescaniana, non c’è motivo di rifiutare lo stesso trattamento a Siboney, anche perché la voce di Dino Di Luca, così garbata ed elegante, si sposa a meraviglia 35 con quella delle Olandesine, che, specialmente in quel periodo, erano per davvero le Tre Grazie del canto. Se n’erano resi perfettamente conto anche i dirigenti della Parlophon-Cetra, giacché il raffinato cantante livornese incise con loro la bellezza di 13 canzoni. Siamo seri: possiamo immaginare (come afferma giustamente Marco Gilardetti) che nel ’38 o giù di lì si potessero scovare in men che non si dica tre anonime coriste nostrane capaci di cantare con la stessa classe e sicurezza, pressoché infallibili, delle Olandesine? E poi perché mai i sullodati dirigenti si sarebbero dati la pena di trovare delle sostitute, quando tenevano sotto contratto le artiste titolari? Semmai appare plausibile che, per una qualche ragione che ignoriamo, all’appello mancasse in quella particolare occasione proprio la più giovane delle sorelle, come ipotizza Renato, e ciò potrebbe giustificare l’omissione del Trio nelle fonti antiche: essendo questo di fatto incompleto in Siboney, il menzionarlo come se niente fosse poteva configurarsi come… una sorta di truffa, che si è voluto evitare. Circostanze simili possono essersi verificate anche per altre incisioni in cui, alla prova dell’ascolto, le Lescano sembrano proprio esserci (in questi casi – si badi bene – sempre come comprimarie); solo che, non figurando il loro nome sull’etichetta del disco e/o nei cataloghi coevi, fanno sorgere dubbi circa la loro effettiva presenza. Tuttavia, là dove la quasi totalità degli esperti più qualificati e autorevoli propende per quest’ultima, sulla base poi di constatazioni e ragionamenti che non fanno una grinza, appare senz’altro eccessiva e ingiusta la scelta di escludere tali incisioni, magari di ottima qualità, dal lascito artistico delle magiche Sorelle. La discussione resta comunque aperta. ◙ Sabato 1° Febbraio 2014 ♦ Oggi, primo giorno del nuovo mese, è opportuno fare il bilancio dei traguardi raggiunti nella realizzazione del nostro progetto Tutto il lascito artistico delle Sorelle Lescano liberamente disponibile su YouTube. Nel momento in cui buttiamo giù queste righe si possono ascoltare sul suddetto portale (assolutamente benemerito verso la Cultura, malgrado i tanti abusi cui si presta) 280 canzoni lescaniane, e questo senza alcuna restrizione o obbligo di sorta, vale a dire con un semplice clic del mouse. È un risultato di tutto rispetto, di cui riteniamo di poter essere fieri, dato che l’iniziativa è partita da noi ai primi di Novembre 2013, quando di canzoni delle Lescano se ne potevano ascoltare gratuitamente in internet “solo” poco più di 160; aggiungiamo, senza falsa modestia, che siamo noi che abbiamo reso possibile tale iniziativa, fornendo ai nostri collaboratori che hanno accettato di parteciparvi il materiale necessario per confezionare delle videoclip di qualità, per correttezza dei dati discografici disponibili, corredo di immagini e presentazione dei brani. È vero che alcuni file audio lasciano un po’ a desiderare, perché finora non ci è stato possibile recuperarne di migliori; tuttavia, non appena la fortuna ci assiste e ciò succede, provvediamo immediatamente a operare la sostituzione, giacché non c’è per noi gioia più grande che offrire a tutti i fan la possibilità di gustare le canzoni delle nostre beniamine mediante registrazioni il più possibile soddisfacenti. Ma quante canzoni da postare su YouTube ancora ci rimangono? Oggi come oggi, 36 purtroppo pochine, ma ci sono buoni motivi per guardare al futuro con un po’ di ottimismo. Innanzi tutto va segnalato il fatto molto positivo che, rispetto al conteggio preciso da noi effettuato il 23 Gennaio scorso, il numero delle incisioni lescaniane è risalito da 341 a 343, grazie al fatto che, sentito il parere pressoché unanime e ben motivato dei nostri maggiori esperti in materia di voci, abbiamo deciso di includere nella discografia lescaniana (che quanto prima aggiorneremo) le due bellissime canzoni Baciamoci in giardino e Siboney. Inoltre la lista delle canzoni impubblicabili, giacché i relativi file audio in nostro possesso sono troppo scadenti, dovrebbe presto assottigliarsi, dal momento che il nostro generoso collaboratore Renato Percival Allison ci ha promesso proprio ieri di inviarci due di queste canzoni in registrazioni di buona qualità. E non è tutto: sappiamo con certezza dove si trovano alcune delle 17 canzoni che tuttora ci mancano completamente: speriamo allora di riuscire prima o poi a convincere i relativi (e fortunati!) possessori di questi rarissimi dischi a condividerne il contenuto con tutti gli appassionati: l’impresa non è per niente facile, per tante ragioni che sono in parte stranote, ma difficile non vuol dire impossibile. Ad aiutarci ci sono proprio loro, le nostre adorate Sorelline. Dai Campi Elisi dove ci piace immaginare che dimorino per sempre gli Artisti, per quanto dura e burrascosa sia stata la loro vita terrena, esse – ne siamo più che sicuri – seguono con simpatia i nostri sforzi e vorrebbero senza alcun dubbio che tutte le loro canzoni fossero custodite non nel buio di una cassaforte chiusa a doppia mandata, bensì in quello speciale caveau, con porte e finestre sempre spalancate e accessibile giorno e notte a tutti gli amanti delle cose belle, che si chiama Rete. ♦ Paolo Piccardo ci ha chiesto di postare questa sua richiesta: «Qualcuno ha l’elenco completo delle canzoni composte da F. [o G.?] Arconi, pseudonimo di Aristodemo Uzzi? Grazie in anticipo». ◙ Lunedì 3 Febbraio 2014 Siamo lieti di annunciare che, proprio ieri, abbiamo compiuto un passo avanti – limitato, ma non per questo meno gratificante – verso una conoscenza sempre più completa del lascito artistico delle Sorelle Lescano. Innanzi tutto Paolo Piccardo ha tirato fuori dal suo famoso cilindro magico ben più del solito coniglietto o dell’ancora più scontata colomba bianca: come se nulla fosse, ha allegato ad una telegrafica mail di quattro parole («Cosa pensi di questa?») nientemeno che… una canzone lescaniana che ci mancava! Si tratta di Bimba mia non mi resistere (GP 92404), incisa nel ’38 da Dino Di Luca e il Trio Lescano, accompagnati dall’Orchestra Barzizza. Il file audio reperito dal nostro attivissimo collaboratore è in verità di qualità modesta (pensiamo che sia stato travasato da un’audiocassetta di venti o trent’anni fa, probabilmente un po’ smagnetizzata); tuttavia, data la sua rarità, dobbiamo per ora accontentarci, con l’augurio che in futuro spunti una copia migliore, magari come quella – che è perfetta – posseduta dalla Discoteca di Stato. Da notare che la partecipazione delle Lescano (indubitabile all’ascolto) è segnalata solo dal Catalogo Cetra-Parlophon del ’39, mentre l’etichetta del disco non ne fa menzione: ennesimo esempio di quella deplorevole faciloneria che spesso dobbiamo imputare alle maestranze della Casa discografica torinese alle dirette dipendenze dell’Eiar, la radio del regime fascista. 37 Evidentemente nel Ventennio i treni arrivavano sempre in orario (così almeno recitava la propaganda), ma quanto al resto… La seconda bella notizia è che Renato Percival Allison, com’è nel suo stile, ha prontamente mantenuto la promessa fattaci qualche giorno fa e ci ha spedito le sue registrazioni di Tutto il mondo sa (IT 1014) e Vieni in riva al mar (IT 1032), di migliore qualità rispetto a quelle che avevamo nel nostro Archivio sonoro. Di conseguenza presto anche queste due canzoni rare saranno postate su YouTube, affinché tutti possano ascoltarsele. Da ultimo, dulcis in fundo, la discografia lescaniana si arricchisce di un’altra unità, arrivando ora a quota 344. I nostri infallibili esperti (e se tali non fossero, che razza di esperti sarebbero?) hanno infatti decretato, questa volta all’unanimità, che nella deliziosa canzone La danza che fai tu (GP 92451, 1938) il bravo Enzo Aita è affiancato, come meglio non poteva desiderare, proprio dalle Olandesine, anche qui in incognito ma una volta di più in stato di grazia. Purtroppo di questa canzone possediamo solo un file audio di buona qualità sì, ma gravemente mutilo, cosicché da esso abbiamo potuto ricavare solo una soddisfacente anteprima. Chi ne possedesse una copia integrale è ovviamente pregato di contattarci con urgenza. La canzone, stando al Catalogo Cetra-Parlophon del 1939 (l’etichetta ancora non ce l’abbiamo), è americana ed è tratta dal film Modella di lusso, in originale 38 Vogues of 1938: una pellicola piena di belle canzoni, fra cui anche Siboney, di cui ci siamo occupati venerdì scorso. La musica de La danza che fai tu è di Alter, ossia Louis Alter (1902-1980), mentre il testo italiano è di Willy, pseudonimo dell’editore Alberto Curci. Il titolo originale della canzone dovrebbe essere Turn On That Red Hot Heat. ◙ Martedì 4 Febbraio 2014 Mail di Virgilio Zanolla: «A puro titolo di provocazione, vorrei rivolgere questa domanda ai nostri confratelli: poniamo il caso che le Lescano oggi fossero tutt’e tre ancor vive, oppure che vivesse qualche loro erede legittimo, figlio o nipote; so bene che le tre sorelle olandesi non percepivano, a suo tempo, alcuna percentuale sulla vendita dei loro dischi. La mia domanda infatti è questa: qualora il loro contratto d’allora fosse stato regolato come quelli di oggi, quanto guadagnerebbero – oggi – per la vendita e diffusione dei loro brani? (Oggi, aggiungo, che i loro motivi possono essere venduti anche in ogni altro paese del mondo, e tramite il web hanno ulteriori vantaggi, ecc. Forse avrebbero dei problemi per Tulipan, giacché le Andrews Sisters lo incisero prima di loro, ma tramite accordi...). Mi piacerebbe che qualche fanta-appassionato rispondesse, con delle cifre però. A puro titolo di speculazione fanta-musicale». ◙ Martedì 11 Febbraio 2014 Dopodomani a Bologna, presso la sede de “ La Famèja Bulgnèisa”, Manuel Carrera interverrà alla presentazione del suo libro (v. le Notizie dell’ 11 Dicembre 2013) Norma Bruni: una voce di carne nell’Italia in guerra. Il relatore sarà Marco Poli. Link: http://www.lafamigliabolognese.it/dblog/cerca.asp?cosa=marco+poli&Cerca.x=38&Cerca.y=18. ◙ Giovedì 13 Febbraio 2014 ♦ C’è un limite alla faciloneria (o come cavolo vogliamo chiamarla)? A giudicare da certe videoclip postate su YouTube, si direbbe di no! Prendiamo ad esempio quella de IlMaurone: http://www.youtube.com/watch?v=OrPPvV4DvL8. Si tratta della famosa canzone di Panzeri-Rizza Il Re del Portogallo, che fu incisa nel 1948 da vari eccellenti interpreti, fra cui Italia Vaniglio e il Quartetto Stars. Il nostro buontempone, però, non esita ad attribuire il brano al Trio Lescano (!), con tanto di corredo fotografico. Tre dei nostri collaboratori (Simone Calomino, Paolo Piccardo e da ultimo Lele Brunini) si sono presi la briga di segnalargli l’errore pacchiano, ma non è servito a niente: IlMaurone ha fatto orecchie da mercante, tant’è che la sua clip è ancora lì, a disinformare allegramente i 2206 internauti che l’hanno finora visitata. Ha persino fatto scuola: tale antonino terrana (che pure dalla foto non sembra un ragazzino...), l’ha infatti riproposta con la medesima attribuzione! È però doveroso precisare che IlMaurone ha postato il suo capolavoro un 1° Aprile (del 2012). Uno scherzo, dunque? Forse, ma di pessimo gusto. ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, primo attesissimo appuntamento del mese con Gran Galà, il programma curato e condotto da Simone Calomino. Questa puntata sarà dedicata a Romigioli: non mancate! In onda su www.ildiscobolo.net: Giovedì 13 Febbraio alle ore 10; 39 Venerdì 14 Febbraio alle ore 14,30; Sabato 15 Febbraio alle ore 18,10. Buon ascolto!». ◙ Venerdì 14 Febbraio 2014 Mail di Marco Basso: «Sto organizzando un’importante Mostra, di cui accludo la locandina e l’invito. In particolare, sarei felice se la visitassero gli appassionati delle Lescano, anche perché ho ricavato dei giorni dedicati all’ascolto su impianti d’epoca di canzoni a richiesta». Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Locandina_Mostra.pdf http://www.trio-lescano.it/pdf/Invito.pdf ◙ Sabato 15 Febbraio 2014 Simone Calomino ci ha scritto di aver ricevuto da Renzo Barzizza, figlio del grande Pippo, un plico contenente varie foto, fra cui una, con dedica, di Caterinetta Lescano. Questo il suo commento: «La foto è la notissima Aser [0012] e ci fornisce un’ulteriore conferma che non era assolutamente lei a firmare gli autografi del Trio». Simone ha inoltre acquistato, assieme ad altre, una foto autografata di Alfredo Clerici, che presenta così: «Il cantante è qui ritratto giovanissimo. Oltre alla bellezza della foto, mai vista in precedenza, sorprende un particolare insolito: sul retro c’è scritto: “Artisti dei dischi Fonit”, ma a me non risulta che abbia mai inciso per la casa milanese... Qualcuno è in grado di fornire una spiegazione di tale scritta?». 40 ◙ Martedì 18 Febbraio 2014 Manuel Carrera ci informa che «a Bologna [v. le Notizie dell’11 Febbraio scorso] è andata molto bene, il mio libro è stato apprezzato e Marco Poli ha addirittura proposto di chiedere al Comune di intitolare una via a Norma Bruni (o comunque una targa sulla sua casa natale). La nipote mi ha inoltre dato altre foto, tutte del 1969-70, che presto vi invierò. Intanto vi mando un trafiletto sull’incontro, tratto dal “Resto del Carlino”, sezione Bologna conaca». ◙ Giovedì 20 Febbraio 2014 Da lungo tempo (si veda l’ultima delle Notizie del 16 Dicembre 2010) il nostro Paolo Piccardo era sulle tracce del compositore Fausto Arconi, pseudonimo spesso adottato dal Maestro Aristodemo – dagli amici chiamato Remo – Uzzi (1916-1945). Ricordiamo che questo musicista è l’autore, in collaborazione per il testo con Nisa (Nicola Salerno), della deliziosa canzone Cucù… cucù…, incisa nel ’39, con grazia inarrivabile, da Lina Termini e il Trio Lescano, validamente accompagnate dall’Orchestra diretta dal M° Pippo Barzizza. Recentemente Paolo è riuscito a entrare in contatto con i figli del M° Uzzi, Amalia e Raffaele. Quest’ultimo, un perfetto gentiluomo, è stato così amabile da fornirci 41 informazioni biografiche sul suo genitore, nonché una discreta quantità di documenti inediti che lo riguardano. Con tutto questo materiale abbiamo così potuto confezionare un dossier, che siamo lieti di mettere a disposizione tanto degli studiosi della Canzone Italiana quanto dei semplici appassionati. Tale dossier è stato incluso nella seconda sezione dell’Archivio dei Documenti. Dato che i Signori Amalia e Raffaele non hanno ancora ultimato lo spoglio sistematico dell’archivio di famiglia, è possibile che in un prossimo futuro emergano altre cose interessanti (notizie, foto, locandine, spartiti, lettere, ecc.) del o sul M° Uzzi: in tal caso sarà nostra cura inserirle con sollecitudine nel dossier che è già in rete, dando contemporaneamente avviso di tali integrazioni nelle Notizie. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Fausto_Arconi.pdf. ◙ Domenica 23 Febbraio 2014 Negli ultimi sei mesi la nostra Fototeca si è notevolmente arricchita di immagini, sia delle Lescano che dei loro diretti collaboratori. Alcune di tali immagini sono di buona qualità, altre purtroppo no (per queste ultime ci riferiamo in particolare a quelle rinvenute nell’Archivio storico del “Radiocorriere”, da poco disponibile in rete). Va però precisato che anche le foto piccole e/o di scarsa leggibilità rappresentano comunque per noi dei documenti di indiscutibile interesse, anche perché ci offrono non di rado informazioni sui nostri beniamini o beniamine che non si trovano in alcuna altra fonte. Abbiamo ritenuto utile riunirle in due pdf separati: uno per le foto delle Lescano, l’altro per quelle dei loro collaboratori. Links: http://www.trio-lescano.it/fototeca/Nuove_immagini_del_Trio_Lescano.pdf http://www.trio-lescano.it/fototeca/Nuove_immagini_dei_collaboratori.pdf ◙ Martedì 25 Febbraio 2014 Mail da Massimo Menozzi: «Sul sito della provincia di Cremona si può accedere a tutto l’Archivio storico de “Il Regime Fascista” dal 1926 al 1945: http://www.laprovinciacr.it/sezioni/1/cremona. Ho dato una rapida occhiata, ma non ho trovato molto sul nostro Trio, salvo alcune cosette curiose. 25 Aprile 1940, trasmissione radio Tre sorelle in gamba, biografia non vera del Trio Lescano: in quel momento erano dunque abbastanza famose da far nascere delle parodie! 15 Maggio 1942 e oltre, nel trafiletto relativo agli spettacoli di Milano si parla de Le vedette con Giovanni Vallarino e il Trio Lescano. Non mi pare di averne letto nella biografia delle Nostre». ◙ Mercoledì 26 Febbraio 2014 ♦ Mail di Virgilio Zanolla: «Ecco una voce sul Trio Lescano da aggiungere alla nostra bibliografia dal dopoguerra ad oggi: Augusto Pasquali, Dizionario della Musica Italiana - La Canzone, Roma, Newton, 1997, p. 90. Tale voce, come si può vedere nell’allegato, contiene alcune delle solite grossolane imprecisioni, inescusabili in un vero esperto di Storia della Canzone (l’arresto genovese, le Lescano che si rifanno alle Andrews Sister, ecc.); tuttavia – a mio parere – è senz’altro meno peggio di altre (figuriamoci quindi a che punto siamo!). Questo Dizionario (che è poi un agile libretto, della serie vecchi “Millelire”), degli 42 anni dell’EIAR include con una scheda solo i seguenti nomi: Angelini, Cinico Barzizza, Pippo - Bixio, Cesare Andrea - Bonino, Ernesto - Buti, Carlo - Carboni, Oscar - Cherubini Bixio [sic] - D’Anzi, Giovanni - Fioresi, Silvana - Kramer, Gorni Mascheroni, Vittorio - Milly - Otto, Natalino - Petrolini, Ettore - Quartetto Cetra Rabagliati, Alberto - Spadaro, Odoardo - Tajoli, Luciano - Trio Lescano. Quindi, niente Lina Termini, Norma Bruni, Meme Bianchi, Luciana Dolliver, Dea Garbaccio, Nuccia Natali, Nella Colombo, Rodolfo De Angelis, Vittorio Belleli, Alfredo Clerici, Gilberto Mazzi, Michele Montanari, Otello Boccaccini, ecc. ecc. E quali Carneadi vengono inclusi al loro posto!». > ♦ Lele Brunini ha recensito il libro di Manuel Carrera, Norma Bruni - Una “voce di carne” nell’Italia in guerra, Edizioni Nuova Cultura, Dicembre 2013. Abbiamo subito inserito tale pregevole contributo nella pagina http://www.trio-lescano.it/Norma_Bruni.html. ♦ Grazie a Giorgio Zoffoli la nostra collezione di mandolini si è arricchita di un nuovo titolo: Brilla una stella in cielo. 43 ◙ Giovedì 27 Febbraio 2014 ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici ascoltatori, per voi una puntata imperdibile di Gran Galà, il programma curato e condotto da Simone Calomino. Sarà dedicata al Quartetto Vocale Stars e avrà, come ospite d’onore, Mariolina Gai, voce alta del Quartetto. Non mancate! Su www.ildiscobolo.net: Giovedì 27 Febbraio alle ore 10; Venerdì 28 Febbraio alle ore 14,30; Sabato 1° Marzo alle ore 18,10. Buon ascolto!». ♦ Recensione del CD, appena uscito, delle Dómisol Sisters Get on Board! Link: http://www.trio-lescano.it/Get_on_Board_Recensione.html. ◙ Venerdì 28 Febbraio 2014 Il CD che abbiamo recensito ieri ha suscitato notevole interesse tra i nostri più qualificati collaboratori. Ecco alcune delle mail giunte in Redazione, scelte tra le più significative: ♦ Paolo Piccardo: «È difficile esprimere giudizi completi avendo così poco materiale da ascoltare, ma un’idea me la sono fatta, e la esprimo con la mia consueta sincerità. Le voci delle ragazze sono ben assestate, l’intonazione, la pronuncia e il “tiro” sono adeguati ai pezzi. La ritmica, ad un primissimo ascolto, fornisce l’idea di essere composta da elementi tecnicamente preparati ma, forse, ancora un tantino scolastici. Evidentemente i ragazzi sono abituati a suonare in trio, un po’ meno a sostenere una sezione, sia vocale che strumentale. Il batterista tende a rimanere un po’ sul tempo, cosa che ad esempio in una grossa formazione con molti fiati porterebbe ad un rallentamento generale. Il mio modesto consiglio è di cercare di anticipare, per meglio sostenere il canto. In un pezzo come Sing, Sing, Sing forse gioverebbe anche una maggiore presenza, ma naturalmente io parlo da orchestrale. La tecnica è invece ineccepibile. Magari lo farò ascoltare al nostro drummer, il M° Rodolfo Cervetto che ha molti anni di insegnamento e collaborazioni importanti all’attivo, in modo da avere un giudizio autorevole. Leggendo l’elenco dei pezzi si denota un omaggio ai grandi compositori di musica del periodo 1925/1940, che io personalmente adoro, con alcune chicche meno note come After You’ve Gone e Lullaby Of Birdland. Un plauso dunque a questi giovani che entrano nel mondo dello swing con una splendida opera. Un grandissimo in bocca al lupo. Colgo l’occasione per annunciarvi che l’Orchestra in cui milito [NP Big Band], unica straniera, è stata invitata al famoso Herräng Dance Camp in Svezia, il prossimo Luglio. Lo Swing vive!». ♦ Simone Calomino: «Le ragazze sono senza dubbio di qualità: ottima intonazione e sincronia. L’unica cosa che trovo un po’ meno entusiasmante è l’impasto vocale... Non sono totalmente in grado di chiarire il perché, dato che non riesco a spiegarmi che cosa ci sia che non vada, eppure manca qualcosa... Può essere che le voci non siano abbastanza “distanziate” fra loro. Cito ad esempio le nostre Lescano: Giuditta aveva una voce bassissima, Caterinetta l’aveva alta ma non troppo e quando cantava 44 da seconda voce abbassava ulteriormente il tono, mentre Sandra aveva una voce molto alta. Questo permetteva una distinzione netta tra i registri delle cantanti e un suono decisamente gradevole. A loro discapito, posso dire che nessuna formazione vocale odierna è riuscita a ottenere un impasto vocale che mi abbia soddisfatto, ad eccezione delle Puppini Sisters. Il perché è che la lead voice è molto alta e mi ricorda lo stile vocale delle cantanti degli anni ’40. Nonostante questo problema trascurabile (e forse irrisolvibile), le Dómisol mi piacciono molto e anche i musicisti che le accompagnano sono di indubbia qualità. Mi piace molto la batteria perché non prende il sopravvento sugli altri strumenti, come avviene invece in molti casi di imitazione grossolana e malfatta. Si vede che dietro l’esperienza di questi ragazzi c’è molto studio e soprattutto del lavoro d’ascolto, che può sembrare noioso e sterile, ma invece è indispensabile per capire quelle sfumature particolari che rendono certe esecuzioni così speciali. Insomma, io darei loro un bell’8!». ♦ M° Rudy Cervetto, batterista della NP Big Band: «Non è facile dare un parere solo su un brano [Sing, Sing, Sing] registrato in modo egregio e in studio, perché li tutto deve funzionare, soprattutto in un brano arrangiato. Scelta per altro oculata non aver fatto il solo di batteria, il che denota anche intelligenza. Sicuramente Simone possiede timing, conosce il linguaggio e ha la padronanza dello strumento, cosa che hanno quasi tutti quelli che hanno preso un diploma fuori dall’Italia. Questo è un ottimo punto di partenza per chi vuole affrontare la professione in paesi dove esiste la meritocrazia». Links: http://www.countbasie.it/scheda_artista.php?id=33 http://www.youtube.com/watch?v=r1qJtTiUPR0&app=desktop